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Autore: Xenjas_translations    19/07/2014    5 recensioni
Duncan, 18 anni, incontra una giovane ragazzina, Courtney. I due formano una strana amicizia anche se Duncan inizia a mettere in discussione i suoi sentimenti per la giovane e inizia a chiedersi se ciò che lo lega a lei è solo amicizia o qualcosa di più...
~
La prima volta che la incontrai era un giorno di pioggia scrosciante…
TRADUZIONE ♪
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Courtney, Duncan, Gwen | Coppie: Duncan/Courtney
Note: AU, Lime, Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
Capitoli:
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Angolo della traduttrice (l’ultimo per vostra fortuna)
Salve, vi scrivo prima della storia per non rovinarvi il gran finale con le mie scemenze…
L’autrice e io vi ringraziamo tantissimo per aver letto e seguito questa storia. Per averla apprezzata ed aver resistito per ben 12 capitoli a tutta questa Apocalisse.
Silent vi è davvero grata, non avrebbe mai immaginato che la sua storia potesse arrivare ad essere apprezzata anche da stranieri (noi italiani), dato che quello che ha scritto è la vita (riadattata per una storia) che si svolge dove lei vive, in Australia.
Io vi ringrazio per aver sopportato la mia traduzione, i miei ritardi e i miei scleri giornalieri.
Vi siamo entrambe riconoscenti anche perché questa storia è arrivata nella top 40 del sito, cosa che nessuna delle due si aspettava.
Grazie mille!
Prima di andare vi volevo chiedere se per voi andrabbe bene se io usassi questo account come account "per tutte le traduzioni", ovvero se ogni cosa che traduco la pubblico qui, mettendo i vari link?
Ora me ne vado veramente e vi lascio al finale

BACIONI
Silent e Xenja ♥

 
 
The Delinquent and the Little Princess
 
Avevo sempre trovato questi tipi di cerimonie stupide e frivole. Voglio dire, certo, questi studenti avevano appena concluso tredici tortuosi anni di scuola, ma dovevamo davvero organizzare una formale, costosa e stravagante festa di laurea? Questa svolta mi sembra una pazzia. Ma è anche vero che questi sono ragazzi ricchi che frequentano scuole altrettanto prestigiose. Comunque, a me questo non importava, l’unico problema fu che io dovetti assistere alla cerimonia circondato da marmocchi viziati. L’unico lato positivo di tutto ciò fu che ebbi un pasto abbastanza decente e soprattutto gratis, il lato più negativo fu che dovetti indossare quell’odioso smoking che mi faceva sembrare una scimmia. Argh, io odiavo quegli insulsi abitini, in particolare quelle demenziali cravatte.
Guardai gli studenti ballare e scatenarsi, dopo la fine della presentazione e tutte le altre formalità. Presi un sorso, gli insegnanti al mio tavolo continuavano a chiacchierare e bere animatamente tra loro di cose noiose, perciò decisi di allontanarmi.
Non c’era nessun rimpianto in me nei confronti delle persone che stavo per lasciare, mi sentivo bene. Giorcherellai con il tappo della bottiglia mentre mi chiedevo per quanto tempo ancora avrei dovuto prender parte ai festeggiamenti. La musica pulsava e strillava per tutto il locale, le luci tremolavano e cambiavano continuamente colore ad ogni nota del sistema audio. Improvvisamente, qualcuno mi toccò leggermente la spalla. Mi voltai. Courtney. Era bella, ancor più maestosa del solito per via delle luci mutevoli e del buio che la circondava.  Il suo abito viola seguiva tutta la lunghezza del pavimento e la gonna leggermente vaporosa si aggrappava al corpetto con un’infinita di piegoline, sembrava davvero una principessa. Courtney inclinò leggermente la testa a sinistra, lasciando che i riccioli castani le sfiorassero le spalle. La ciocca verde di un tempo era svanita, mi ricordo ancora che dopo quella notte decise di togliere quella tinta. Arrossi leggermente al ricordo di noi due.
“Ehi… ehm, hai…” Courtney giocò nervosamente con uno dei suoi riccioli.
La presi per mano e la condussi sulla pista da ballo. Gli altri studenti ci fissarono con interesse per qualche secondo, poi tornarono a ballare. Non ero certamente stupido per sapere che alla fine Courtney mi avrebbe fatto una ramanzina, ma io non feci caso a quel pensiero e la presi tra le mie braccia. La musica da discoteca stonava con i nostri passi da balletto, ma poco mi importava.
“Allora, sei contenta di aver finalmente finito la scuola?” chiesi curioso.
Dopo quella notte, parlavamo raramente e interrompemmo quasi tutti i contatti tra noi, questo mi faceva star male, mi faceva sentir troppo lontano da lei. La guardai nei suoi occhi profondi e sotto il mio sguardo cristallino lei mi sorrise angelicamente.
“Sì… sono contenta che sia finita” urlò, cercando di farsi sentire per via della musica alta. Restammo ancora un po’ in silenzio.
“Complimenti per tutti i premi che hai ricevuto. Non ne hai lasciato nemmeno uno per gli altri, eh, Principessa?” ridacchia, notando che Courtney era arrossita.
“Ah, grazie. Ma non è stato un grosso affare…” mormorò nervosamente voltandosi di scatto, preoccupata.
“Beh, non so te, ma per me, ottenere il punteggio più alto nei test era una cosa più unica che rara”
Sorrise e io mi chinai per sussurrarle all’orecchio parole che la fecero arrossire. Nonostante il suo aspetto ribelle, Courtney era estremamente intelligente e studiosa. Ma era anche un’adolescente e anche io lo ero stato.
“Allora… i tuoi genitori vivono ancora a casa con te?” chiesi in un altro tentativo per cercare di chiacchierare. All’improvviso il suo volto si indurì e ancora una volta si voltò infastidita.
“No… si sono trasferiti in un posto esotico o qualcosa del genere. Non mi interessa particolarmente” sputò con disprezzo. Decisi di evitare il tema genitori, sapevo che non abitavano più con Courtney, ma dovevo sapere se abitavano ancora qui in città. Di nuovo, un silenzio imbarazzante si istaurò tra noi due. Le mani di Courtney iniziarono a tremare nervose.
“Ehm è davvero molto carino il tuo… smoking” mormorò lei timidamente, iniziando a giocherellare con la mia giacca. Arrossii, distolsi lo sguardo e mi voltai verso gli insegnanti che ci fissavano mormorando dal loro tavolo.
Fottuti pettegolezzi pensai, capendo il motivo del nervosismo di Courtney.
“Ah, grazie, anche se personalmente mi sento vestito da scimmia. Ma tu sei bella, sei davvero mozzafiato” confessai dolcemente, iniziando a sentirmi più a mio agio. Mi lanciò uno sguardo imbarazzato e io lasciai scivolare delicatamente la sua mano dalla mia. Il calore che mi aveva pervaso svanì mentre camminavo lontano da lei senza nemmeno un saluto. Superai il tavolo degli insegnati e mi precipitai verso la porta della sala, senza mai voltarmi indietro perché sapevo che quello sguardo profondo mi avrebbe riportato subito da lei, tra le sue calde braccia.
 
Buttai l’ultima borsa nel bagagliaio della macchina, chiudendolo violentemente. Era appena passata mezzanotte e avevo già finito di preparare le mie valigie, di metterle in macchina e di chiudere definitivamente quell’orribile appartamento. Mi stavo già preparando da settimane per quel momento atteso da mesi. Mi voltai verso i dormitori femminili e in contemporanea accesi il motore dell’auto, questo era un addio.
Un addio…
Pensai un po’ malinconico, ma non esitai a uscire da quel parcheggio e guidare verso la mia città natale.
Casa
Era un concetto strano e quella parola sembrava indugiare nella mia mente, ma per qualche strana ragione mi faceva sorridere. Era un lungo viaggio notturno in auto, sotto un cielo di luci appese a un filo invisibile che le sospendeva nel cielo senza fine. Gettai uno sguardo al sedile del passeggero, assaporando l’invisibile tepore che mi avrebbero donato le coperte lì dietro. No, ora dovevo pensare a guidare e a concentrarmi sulla strada. Era notte, la strada era poco illuminata e questo era pericoloso. Sbadigliai per la milionesima volta, uscii dall’autostrada e imboccai un’altra grande strada. Ero sempre più vicino a casa, alla mia casa
“Dio, non mi ricordavo che il viaggio fosse così lungo” mormorai infastidito dalla mia stanchezza. Se non fosse stato per quella maledetta festa, avrei dormito molto di più. Ma anche se non ci fosse stata quel party, sarei stato pieno di impegni… Dovevo farmi forza, stavo tornando a casa. La vecchia casa dei miei genitori, non avrei mai potuto venderla, era l’unica cosa che avevo di loro. Lo avevo giurato sulle loro lapidi che non avrei mai venduto quella casa!
Svoltai verso un open-shop 24 ore e presi qualcosa da mangiare, oltre ad essere stanco morte ero pure affamato. Mi incamminai in direzione della macchina dopo aver comprato alcune barrette di cioccolato e un caffè per tenermi sveglio per il resto del viaggio. Poggiai il tutto nel porta bicchieri e partii di nuovo per la mia destinazione, sorseggiando di tanto in tanto del caffè.
La prossima volta mi conviene viaggiare in giornata pensai tra me e me, mangiucchiando la cioccolata, prima di accorgermi del cartello che indicava la mia città.
“Merda!” soffocai accelerando. Ero ansioso di arrivare a casa! Erano solo le cinque di mattina ed ero già sull’orlo dell’esaurimento. Per fortuna era arrivato! Era stata la nottata più dura della mia vita!
Svoltai ed entrai nel vialetto, spensi il motore e mi accasciai sul sedile.
“Dio…” sbadigliai, trascinando stancamente una mano sul mio viso. Lentamente presi le coperte dal sedile del passeggiero, mi chiusi la portiera alle spalle e mi avviai verso casa. Aprii la vecchia porta di legno e salii su per le scale, gemendo per la stanchezza. Mi meravigliai di come fosse tutto in ordine e pulito per il mio arrivo, sebbene i mobili fossero scarsi. Entrai in camera da letto, naturalmente il letto aveva solo il materasso senza lenzuola né niente, era per questo che avevo portato le coperte. Sbadigliai dolcemente, portandomi la matassa di lana al petto e stringendola a me. Due grandi occhi da cerbiatta ammiccarono verso di me e si spostarono inquieti tra le mie braccia.
“Siamo arrivati?” mi sussurrò una voce mielosa e calma. Mi chinai e le baciai la testa, costringendola a ridacchiare un po’.
“Sì, siamo a casa, Principessa” sorrisi teneramente, posandola sul letto sfatto. Courtney si mosse attraverso le coperte  coprendosi gli occhi per la luce che filtrava attraverso la persiana. Mi sdraiai al suo fianco, guardandola amorevolmente e facendomi scompigliare i capelli dalle sue mani affettuose.
“Ti amo” mormorai debolmente iniziando cadere vittima del sonno. Courtney sorrise dolcemente, si alzò e si spogliò del suo abito formale che era riuscita ad indossare per tutto il viaggio. Io la fissai pigramente e confuso dal sonno. Il suo abito cadde a terra, così come le numerose spille nei capelli. Rimase solo in biancheria intima. Salì nuovamente sul letto, rannicchiandosi vicino a me. Il mio volto si incendiò, così come il mio stomaco, ma il sonno vinse sulla mia eccitazione.
“Sono contenta… sono davvero molto contenta” sussurrò. La presi tra le mie braccia, avvicinandola ancora di più a me.
Sì, tutto si era risolto nel migliore dei modi.
Dopo quella notte, decidemmo di non vederci fino a quando Courtney non si fosse laureata, poi ci saremmo trasferiti nella nostra città. E ora poteva finalmente stare insieme. Non dovevamo più nasconderci o fingere, potevamo essere una normalissima coppia. Non più un adolescente e una bambina o un insegnante e una studente, ma amati. Nulla ci era proibito e nulla si sarebbe intromesso nella nostra relazione, ci eravamo finalmente liberati da quelle maledette catene che ci vincolavano.
Carezzai il braccialetto d’argento che ora adornava il sottile polso della mia compagna, salii con la mano fino alla sua guancia e Courtney si lasciò andare a quella carezza.
“Sarai per sempre la mia Principessa” dissi consumato dal sonno e da qualche parte nella mia mente notai il drastico cambiamento della temperatura della guancia.
“Per sempre, anche dopo la morte, tu sarai sempre il mio Delinquente” mi sorrise Courtney. Mi baciò sulle labbra dolcemente, ma con passione, diffondendo in me tutto il suo amore. I nostri sguardi si fusero in un unico sguardo.
“Principessa…” iniziai, ma il sonno mi colse a tradimento.
Caddi addormentato senza preoccupazioni perché sapevo che quando mi sarei svegliato, lei sarebbe stata lì, accanto a me, per sempre. Dopo i nostri anni di lotta, per combattere per la nostra libertà, finalmente potevamo stare insieme, senza più ostacoli al nostro amore.
E così la vita del Delinquente e della sua piccola Principessa ebbe inizio.
 
THE END
  
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