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Autore: Blue Fruit    20/07/2014    4 recensioni
Kurt Hummel è il ragazzo perso che tutti vedono, ma di cui nessuno si preoccupa.
E' il ragazzo intelligente, ma che non ha nessuna possibilità di dimostrarlo.
E' il ragazzo che non ha un posto nel mondo e nessuna speranza di trovarlo.
La famiglia Anderson deciderà di dargli una possibilità, perchè ognuno di noi ne merita una.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Un po' tutti | Coppie: Blaine/Kurt, Puck/Quinn
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Capitolo IX
Una Serata Alternativa

Grassetto: sms

Corsivo: flashback


Blaine aveva detto a Kurt che quel venerdì sera sarebbe stato molto particolare e diverso da tutti gli altri.
Kurt lo aveva guardato con la solita diffidenza, accresciuta dal fatto che l’altro avesse un ampio sorriso e un paio di occhietti esageratamente trasognanti.
Kurt non ebbe il coraggio di fare domande e Blaine non aggiunse altro, sicuro che preservare l’effetto sorpresa in quella situazione avrebbe solamente giovato alla buona riuscita della serata.
I giorni si susseguirono in modo assolutamente identico a quelli precedenti, tanto che Kurt si dimenticò della serata alternativa finché non vi si trovò letteralmente intrappolato.
Già, perché la camera che condivideva con il caro leader degli Usignoli non era stata progettata per contenere così tanti adolescenti tutti in una volta.
Allo scoccare delle diciannove e trenta precise pian piano tutti i componenti degli Usignoli bussarono alla loro porta portando pizza, bibite e schifezze multicolore di ogni genere.
I ragazzi si accalcarono un po’ ovunque: per terra, sui letti e sulla scrivania.
Kurt salutò tutti con un cenno della mano e un sorriso di circostanza, stordito da tutta quelle gente che parlava e rideva come se si trovasse a una festa.
Cercò Blaine con lo sguardo e lo trovò davanti alla porta, intento ad accogliere chiunque come un buon padrone di casa.
L’effetto sorpresa di certo aveva funzionato.
Kurt si alzò dalla sedia della sua scrivania che, appena libera,  venne subito occupata, e si fece strada a suon di ‘permesso’ e ‘scusami’ fino alla porta.

“Blaine!” Disse, mantenendo un tono di voce basso.

“Ehi, piaciuta la sorpresa?” Sorrise il moro, leggermente a disagio.

Blaine non era stupido: aveva ipotizzato che al primo impatto la reazione di Kurt non avrebbe potuto essere delle migliori, ma aveva sperato che a poco a poco riuscire a tranquillizzarsi.
D’altronde, con tutte le feste scolastiche organizzate dalla Dalton, avrebbe dovuto abituarsi alla calca, prima o poi.

“Mi spieghi cosa ci fa qui tutta questa gente?!” Chiese, tentando di non scomporsi.

“Non è gente a caso, siamo solo noi Usignoli. Ci ritroviamo qui per una riunione straordinaria.” Blaine abbassò la voce e si avvicinò a Kurt, come se stesse svelando un grosso segreto.

“E l’idea di trovarvi in aula canto vi faceva poi così schifo?! Qui non c’è spazio!”

“Non possiamo andare in aula canto, qualcuno potrebbe vederci. È una riunione straordinaria e segreta.”

“Pensi veramente che con tutto il casino che state facendo qualcuno non se ne sia ancora accorto?” Kurt lo guardò con aria scettica.

“A quest’ora non passa nessuno a controllare i corridoi, è venerdì sera. Metà degli studenti sono in viaggio verso casa o a far baldoria da qualche parte. Non ti preoccupare: ho tutto sotto controllo.” Blaine sorrise incoraggiante.

“Avresti dovuto dirmelo.” Rispose Kurt, abbassando lo sguardo.

“Perché? Non avresti mai acconsentito.”

“Perché sì dal caso che questa è anche camera mia, Blaine! E non mi sarei mai opposto alla vostra festiocciola segreta finendo per passare per il guasta feste di turno, me ne sarei semplicemente andato a… Sarei andato da Martha e David. Solo che tu, ancora una volta, hai sentito il bisogno di decidere al posto mio.”

Blaine spalancò gli occhi.
“So che sei dannatamente cocciuto e che questo ti impedisce di fare anche le più piccole esperienze della nostra età, per questo non ti ho detto niente. Penso proprio che questa sera ti divertirai e non voglio che tu ti precluda la possibilità di essere più sereno, se non proprio felice.”

“Sta di fatto che non sono un bambino, non puoi sempre programmare tutto alle mie spalle. Perché non ne possiamo semplicemente discutere come due persone mature, eh?”

“Perché tu risponderesti sempre di no, ad ogni cosa!” Rispose il moro, alzando leggermente la voce.

Kurt prese fiato, ma non rispose all’affermazione di Blaine.
Aprì la porta e uscì, veloce e silenzioso.
Per la seconda volta nel giro di poco più di due settimane avevano finito per litigare, sempre per il solito motivo. In quel momento Blaine era troppo arrabbiato per addossarsi una parte della colpa e così finì per comportarsi esattamente come l’altra volta: lasciò semplicemente che Kurt se ne andasse in qualche angolo della scuola a sbollire per conto suo.
Blaine era comunque il leader, il suo posto era accanto alla squadra in quel momento.

 

Kurt cominciò a scendere le scale, ma a metà strada avvertì il suo cellulare vibrare.
Pensò che potesse essere un messaggio pieno di scuse e frasi carine da parte di Blaine, mentre invece leggendo il nome del mittente rimase piacevolmente sorpreso, facendosi scappare addirittura un sorriso.

‘Sai quali sono i momenti in cui Chicago mi manca di più? Bhè, questi: i venerdì sera. Avete paura di divertirvi qui i Ohio?’

Quel ragazzo sfoderava un sorriso aperto e accattivante, veramente bello.

“La mia città natale è Chicago, sono qui solo perché ho seguito un ragazzo che erroneamente avevo valutato come speciale. L’amore sa come farci essere dei completi imbecilli, eh?”

Kurt si limitò ad annuire, leggermente a disagio. In realtà non sapeva proprio nulla sull’amore.
Cambiò argomento:
“Cosa ci fai qui con al collo una macchina fotografica, allora?”

“Cerco di guadagnarmi i soldi per l’affitto. In realtà questo lavoro è un ripiego, io sono un musicista.”

“E pensi di fare fortuna in Ohio?”

Il ragazzo rise brevemente.

“Come ti dicevo prima, non c’è persona più stupida di quella innamorata. Comunque, il piano dopo questa piccola sbandata è tornato quello di prima: voglio vivere di musica e tornare il prima possibile a Chicago.”

“Mi sembra un buon piano.” Annuì Kurt.

“Tu invece mi sembri un po’ a disagio, se vuoi me ne vado.” Disse il ragazzo, dopo una lunga occhiata esperta.


Kurt riemerse dai ricordi con addosso una piacevole sensazione di tranquillità. L’arrabbiatura di poco prima sembrava essere scemata del tutto grazie a quel piccolo momento di abbandono.
Elliott Gilbert, questo era il nome del ragazzo incontrato qualche giorno prima nei giardini della Dalton.
Il bel giovane stava scattando delle foto pubblicitarie per conto della scuola, ma questo non lo fece desistere dal chiacchierare un po’ con Kurt e, soprattutto, dal chiedergli il numero di telefono.

Ovviamente Kurt non aveva fatto la prima mossa, ma non si aspettava neanche che fosse proprio Elliott a cercarlo.
Stranamente la cosa gli piacque, e stranamente non riuscì a comprenderne il motivo.

In ogni caso, ora Kurt stava facendo marcia indietro dritto verso camera sua, sfoderando una sicurezza e una disinvoltura decisamente nuove.
Si disse che non spettava sempre a lui andarsene e che era suo diritto rimanere in camera, anche se questa era sovraffollata da dei damerini convinti di essere pronti per ‘American Idol’ o ‘X Factor’.
Avrebbe fatto buon viso a cattivo gioco e non se la sarebbe data a gambe levate, per una volta.

 

Dire che Blaine fu sorpreso nel vedere Kurt varcare la soglia della loro camera apparirebbe più come un eufemismo che altro.
Il leader dei Warbler infatti sgranò gli occhi e rimase a bocca aperta, esterrefatto dalla velocità con cui Kurt si fosse liberato dell’arrabbiatura del momento.
Blaine si ricompose e cercò lo sguardo del suo coinquilino, ma lo trovò gelido e sfuggente nei suoi confronti, mentre con gli altri Usignoli si stava mostrando cordiale e gioioso.
Gli fecero dello spazio sul suo letto e gli passarono un piatto carico di pizza al formaggio.
Blaine avvertì una forte stretta allo stomanco e per qualche secondo sembrò incapace di percepire qualsiasi suono, a parte le risate che Kurt si stava facendo con gli altri.
Il ragazzo si sentì sperso, finché l’altro non smise di sorridere e con un forte ‘ehi!’ Richiamò l’attenzione di tutti.

“Scusate, ma dov’è Sebastian?” Domandò Kurt, guardandosi intorno.

Blaine prese fiato, ma non disse nulla. Ad un tratto, la sua idea di escluderlo dalla serata per le varie diatribe esistenti tra lui e Sebastian gli apparì stupida, terribilmente stupida.
Si sentì in colpa e si diede del bambino, incapace di articolare una risposta valida per Kurt.
La verità era che la presenza di Sebastian avrebbe irritato Blaine, ma ciò che lo avrebbe reso realmente teso sarebbe stata la troppa vicinanza tra quell’idiota e Kurt.
Gli occhi azzurri del ragazzo abbassarono quell’aria gelida riservata a Blaine poco prima e si ricoprirono di delusione.

“No Blaine, non mi dire che…”

“Seb è uscito, come tutti i venerdì sera d’altronde. Tornerà lunedì mattina, poco prima dell’inizio delle lezioni.” Thad intervenne prontamente, tentando di salvare il suo leader da una pessima figura.

“Non si sarebbe mai presentato ad una serata del genere.”

Al resto degli Usignoli questa spiegazione parve essere più che sufficiente, ma Kurt ovviamente non diede peso alle parole di Thad.
Guardò ancora per qualche istante Blaine con un’espressione di disappunto, per poi rialzare quel muro glaciale di poco prima.

Blaine perse l’appetito, ma cercò comunque di mantenere il controllo della situazione.
Si schiarì la voce, pronto ad entrare in scena.

“Benvenuti cari amici, alla prima riunione segreta degli Usignoli.”

I presenti cominciarono ad applaudire e fischiare, portando Kurt a chiedersi con quale cavolo di coraggio potessero chiamare questa riunione segreta.

Blaine acchiappò la sua tracolla e ne estrasse un libro che pareva avere tutte le carte in regola per essere definito vecchio e polveroso. La copertina era di pelle scura con intagliati dei ghirigori circolari, ma dall’aria raffinata.
Un laccio, anch’esso di pelle, lo avvolgeva e lo teneva chiuso.
Le pagine erano giallastre e ondulate, le scritte al suo interno apparivano ormai leggermente sbiadite.
Era pieno di appunti, date, firme e foto inserite tra le varie pagine. Alcune erano in bianco e nero, altre a colori.
Kurt venne solleticato dalla curiosità: voleva sapere cosa fosse quel libro.

“Questo ragazzi è il libro degli Usignoli, scritto dal primo gruppo di canto, ai tempi solamente corale, di questa scuola. Contiene molti consigli, riti, tradizioni e foto di chi ci ha preceduto. L’ho letto appena ne sono venuto in possesso, me lo ha spedito direttamente Samuel.”

Alcuni ragazzi annuirono sentendo quel nome, altri si guardarono smarriti.

“Samuel era il leader degli Usignoli dello scorso anno. Spettava a lui il compito di tramandare questo libro al prossimo leader.
Penso che sarebbe una cosa positiva per la squadra seguire qualche consiglio e qualche tradizione, potrebbe rinforzarci come performers e come gruppo.
Cosa ne dite?”

I ragazzi cominciarono ad annuire. Pareva proprio che quest’idea di seguire delle tradizioni dettate da un vecchio libro attempato intrigasse tutti e, sotto sotto, anche Kurt ne era rimasto affascinato.

“Posso?” Trent alzò la mano.

“Secondo me dovremmo battere a computer quel libro da cima a fondo, non so quanto potrà ancora durare.
È passato in troppe mani, dovrebbe essere un cimelio trattato come si deve e non sbattuto da una borsa di scuola all’altra.
Potrei occuparmene io, se non avete nulla in contrario.”

Blaine annuì:
“Chi è a favore?”

Tutti alzarono la mano, Kurt compreso. Il ragazzo dopo averlo fatto si sentì subito dannatamente stupido. Lui non era parte del gruppo e non lo sarebbe mai stato.

“Il primo consiglio, nonché fulcro della nostra riunione, è il seguente: ‘Apprendere il più possibile dai più grandi artisti e farlo proprio’.
Ho una cosa che potrebbe fare al caso nostro.”

Blaine afferrò il telecomando della piccola televisione al plasma della camera e la accese.

( https://www.youtube.com/watch?v=D9BaJVbgRsY )

Kurt lo sapeva, sapeva che avrebbe dovuto aspettarsi di tutto, ma non riuscì comunque a trattenere la migliore espressione basita dell’anno.
Spalancò la bocca e sgranò gli occhi, incapace di crederci.
Si guardò intorno e vide che tutti i ragazzi erano entusiasti della scelta.
Blaine aveva optato per un dvd contenente un concerto di Beyoncé che, ovviamente, si stava dimostrando un mostro da palcoscenico.
Vista da quest’ottica la scelta di Blaine aveva molto molto senso, ma davanti a quello schermo gli Usignoli si stavano comportando come dei fanboy impazziti.
Kurt pensò che queste loro reazioni stavano rendendo decisamente tutto più chiaro, ora riusciva a capire i gusti e l’orientamento irrimediabilmente pop del gruppo.
Kurt si schiacciò in un angolo e ascoltò buona parte delle esibizioni in silenzio, affascinato come tutti gli altri dal talento di quella donna.

Blaine ad un certo punto mise in pausa per sentire i commenti dei compagni, tutti esagitati ed entusiasti.
Kurt si guardò bene dal tenere i suoi pensieri per sé e si limitò ad ascoltare le assurdità di quei pazzi canterini.
D’un tratto il suo cellulare vibrò ancora.

‘Kurt, hai da fare? Vorrei parlare un po’ con te.’

La direttività di Elliott fece sorridere Kurt, era un tratto del suo carattere che apprezzava molto.

“No non sono a disagio. È solo che… Non sono mai uscito da questo Stato e non ho progetti per l’anno prossimo.” Si affrettò a puntualizzare Kurt.
Non voleva che quel ragazzo se ne andasse e senza neanche rendersene conto eccolo lì, a mostrare uno dei pensieri che lo assillavano di più.

“Bhè, l’ultimo anno è fatto per scoprire cosa ti appassiona. Difficilmente troverai la tua strada al primo colpo, ma puoi sempre iniziare con il fare ciò che ami.”

“È stata dura dopo il liceo?” Kurt era ormai interessato.

“Ti devi abituare a cavartela da solo e a fare le scelte giuste, perché poi ne pagherai direttamente le conseguenze.” Elliott guardò con occhio vispo Kurt e si indicò.

Kurt lasciò andare una risata.

“Ehi, ci sto ancora lavorando sopra!” Rise anche lui.

“Ma andrà bene: ho tutto il tempo del mondo.” Continuò, sdraiandosi sull’erba curata dell’aiuola.

Kurt non lo imitò, roteò solo leggermente il busto per poterlo osservare.

I suoi occhi azzurro chiaro erano bellissimi, così diversi dai suoi. La barba gli dava quell’aria da giovane uomo che tanto lo stava intrigando.
Parlava in modo tranquillo e positivo, ma non era saggio e stava imparando un po’ per volta dalla vita, senza farne un dramma.
Aveva un carattere molto conciliante, uno di quelli che si trovava esattamente all’opposto rispetto a quello di Kurt.

“Mi stai osservando?” Chiese Elliott, le mani incrociate dietro la nuca e lo sguardo divertito.

Kurt annuì, leggermente arrossito.

“Posso farlo anche io?” Elliott si appoggiò sui gomiti, sorridendo.

“Non c’è molto da osservare.”

“Questo lascialo decidere a me.”


Dopo quell’sms di Elliott Kurt faticò a staccare gli occhi dal proprio cellulare.
Certe volte rideva, portandosi la mano alla bocca per non disturbare nessuno con il proprio divertimento, mentre altre serrava le labbra e assumeva un’aria seria e concentrata, come se stesse scrivendo qualcosa di assolutamente importante, fondamentale.

A Blaine non sfuggì neanche uno di quei movimenti. Avrebbe dovuto porre tutta la sua attenzione alla seconda parte del concerto che egli stesso aveva scelto, ma non ci riuscì.
Si raggomitolò su se stesso e si racchiuse in un ansioso silenzio, cercando di capire chi potesse essere.
Puck? Nah, non aveva mai sorriso così ad un suo sms prima d’ora.
Sebastian? Sebastian! Lui sì che poteva essere un’opzione plausibile.
Blaine assunse un’espressione da cucciolo ferito e non distolse più lo sguardo da Kurt per tutto il resto della serata.

La cosa peggiore, dal punto di vista di Blaine, fu che Kurt si dimostrò così preso da ciò che stava facendo da non accorgersi del suo sguardo preoccupato fisso su di lui.
Ad un tratto si sentì invisibile agli occhi di Kurt e questo gli fece male, un tipo di dolore mai provato fino ad ora e che sembrava pronto a perdurare e a mettere a dura prova la sua capacità di sopportazione.
Si chiese cosa potesse fare per mettere a tacere quell’orribile sensazione, ma non si sentì ancora realmente pronto per conoscere la risposta.

‘Kurt, ti andrebbe di uscire con me?’

E la decisione di Kurt in merito non riuscì a rimanere celata dietro il suo ampio sorriso.
 


Salve a tutti! :D
Sì lo so, molto probabilmente sono imperdonabile e vorreste tanto sputarmi in occhio per tutto questo ritardo. Vi chiedo umilmente scusa, ma tra la maturità e altre mille cose non riuscivo mai a trovare un po' di sano tempo per scrivere. Ora però sono tornata e ho intenzione di scrivere no stop finchè questa ff non verrà conclusa :) Ringrazio in anticipo chiunque mi abbia pazientemente aspettato.

Tornando alla storia: spero che il libro degli Usignoli possa avervi intrigato,quest'idea mi è venuta quando in una puntata Blaine disse che gli Usignoli avevano un sacco di tradizioni. Era la puntata delle Nazionali, forse.
Abbiamo finalmente scoperto chi è il ragazzo misterioso: Elliott! A me personalmente come personaggio nel tf era piaciuto molto, avrebbe potuto diventare un regual. Voi che ne pensate? :)

Blaine ha delle belle idee, ma il giovine non le sa proprio applicare. Non che Kurt abbia un carattere facile certo, ma ad Elliott non sembra dispiacere.
Ringrazio chi ha recensito lo scorso capitolo: ItsmeWallflower, ItsColdOutiside, Leana e I choose to be happy :D

Fatemi sapere cosa ne pensate, alla prossima! :*

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Ho messo tumbrl da poco, ma sto imparando ad usarlo: http://letsbluefruit.tumblr.com/
   
 
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