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Autore: Hendy    20/07/2014    7 recensioni
Il Titanic era chiamato la "nave dei sogni". Lo era, lo era davvero! [Elsanna (no-incest), Au!Titanic]
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yuri | Personaggi: Anna, Elsa, Hans, Kristoff
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Il ponte della nave era insolitamente tranquillo e silenzioso. Per essere il transatlantico più grande e rinomato del mondo si sarebbe pensato che un momento di pace fosse impossibile da trovare, soprattutto quando la nave pullulava di persone a destra e a manca, ma a quanto pare niente era impossibile per il colosso denominato Titanic. Certamente c’erano un paio di spiegazioni per chiarire questo particolare fenomeno, come per esempio il fatto che era ora di pranzo o che i pochi passeggeri che avevano finito di pranzare si erano già ritirati nelle cabine o nei bar interni, ma ad una certa biondo fragola la cosa era a dir poco irrilevante.

La ragazza in questione stava camminando con passo svelto, evidentemente nervosa, in direzione di qualche ponte al secondo piano della nave. Il suono leggero dei suoi passi era ovattato dal rumore delle onde del mare che quel pomeriggio, a differenza della mattina, sembrava essere più burrascoso. Le sue due trecce caratteristiche svolazzavano in aria, spinte via dal venticello che si stava alzando durante la giornata. All’improvviso nell’aria riecheggiò un rumore strano, una specie di brontolio sommesso che veniva proprio dalla ragazza.

“Vai così Anna, dimenticati di fare colazione e di pranzare… ” sbuffò.

Anna era stata tutta la mattina in cabina a prepararsi insieme a Rapunzel, dimenticandosi completamente di mangiare. Nulla di strano tenendo conto di ciò che l’attendeva quel pomeriggio. Nonostante Rapunzel si fosse offerta di dare ad Anna un paio di suoi vestiti, alla fine la ragazza si ritrovò a rifiutare l’invito. La bionda era solita indossare vestiti eleganti, con gonne vistose e merletti ovunque, ma Anna preferiva vestiti più semplici e maschili come quelli che indossava già. In ogni caso, l’intervento di Rapunzel risultò lo stesso prodigioso: i vestiti di Anna vennero puliti, rattoppati e sistemati in base alla sua misura. La sua camicia verde giada ora aveva un tocco decisamente più femminile e si adagiava al corpo della ragazza in modo perfetto, le maniche non dovevano più essere rimboccate e dopo una bella pulita, sembrava risplendere ancora di più. I pantaloni beige chiaro vennero stretti e accorciati a loro volta dando l’impressione di essere della misura perfetta, nonostante fossero stati di un uomo di un paio di taglie più grandi della sua. Inoltre Rapunzel si era offerta di dare ad Anna i suoi nastri per capelli che vennero appostati a ciascuna treccia. I nastri erano di un verde poco più scuro della sua camicia ed erano lunghi una ventina di centimetri. Secondo la ragazza, i nastri stavano meglio su Anna che su di lei, notando quanto gli occhi azzurro mare venivano risaltati dalla loro semplice presenza.

Tutto questo occupò praticamente tutta la mattinata e ora che Anna era pronta e aveva chiesto consigli a Rapunzel, aveva iniziato a dirigersi verso il luogo dell’appunt- … cioè. Verso il luogo dell’incontro, nonostante fosse solo l’una e un quarto.

“Deve solo ringraziarmi. Non è mica un A-a-a-ppunt-t-tament-o-o.”
“Punzie ha detto che andrà tutto bene. Devo solo rilassarmi.”
“Sii te stessa, sii te stessa, sii te stessa.”

Da quando era uscita dalla cabina, aveva continuato a ripetersi queste frasi in un vano tentativo di calmarsi e placare il nervosismo. A queste venivano poi alternati i consigli di Rapunzel che si potevano riassumere in cinque semplici “regole”:

1. Stai calma, non farti prendere dal panico, PENSA PRIMA DI PARLARE.

“Ok, questa è semplice. Devo solo respirare profondamente e non dire sciocchezze. Dov’è il problema? Sì insomma, sono l’essere più calmo, gentile e affettuoso del mondo e sto per vedere l’essere più angelico e meraviglioso dell’universo…Respira Anna, respira. ”

2. Assicurati di essere da sola e che non sia accompagnata da nessuno!

“…Se solo rivedo quelle basette ramate giuro che questa volta gli rompo il naso come si deve. Quel lurido bast-…”

3. E’ una signora perciò salutala come si deve.

“Su Anna, ricordati gli esempi che ti ha fatto Rapunzel. Vediamo… potrei provare con “Buongiorno signorina Arendelle.” Mah, suona così male… O “Salve signora.”. No, signora no. Non è mica sposata, credo… oddio, cosa faccio se è sposata? Magari provo con “Ciao Elsa!” Non la conosco, non posso chiamarla per nome. L’ho già fatto, ma quello era per un valido, validissimo motivo! Cioè, per l’amor del cielo, stava per tuffarsi in mare! Uhm…forse potrei non salutarla e dirle qualche frase diversa, qualcosa come “Ehi bellezza, nemmeno la Luna è comparabile alla tua bellezza”. Oddio, suona così cliché. Ci rinuncio! ”

4. Trova qualcosa di carino da dirle.

“Non è difficile trovare qualcosa di carino. Lei è così, così mozzafiato. Quegli occhi azzurro ghiaccio sempre un po’ tristi ma allo stesso tempo sorpresi, per non parlare di quei suoi lunghi capelli biondo platino che sembrano risplendere di luce propria, e poi c’è quel suo corpo così perfetto, e le sue curve, oddio le sue curve…"

5. Mostragli i tuoi punti di forza e non provare a dire che non ne hai! Certo magari sei un po’ disordinata, infantile, sfacciata, goffa, impacciata, eccentrica, esuberante, impulsiva ma hai anche un cuore d’oro! Sei gentile e premurosa! Punta su queste cose!

“Questo si può anche considerare un consiglio? Certo non è molto di aiuto.”

Continuò su questa linea di pensiero per un bel pezzo mentre inconsciamente si dirigeva verso il luogo dell’incontro. A quanto pare quando non si concentrava sul percorso da fare, il suo orientamento era decisamente migliore e si trovò prima del previsto nei pressi dell’area B. Si diresse verso il corridoio aperto che l’avrebbe portata al ponte prestabilito e strinse a sé l’album da disegno che si era portato appresso, non che avesse valore monetario o altro, solo ne era molto legata ed era considerato un porta fortuna. L’album era una delle due cose da cui non si separava mai. L’altra cosa era il ciondolo della madre che emergeva dalla sua camicia, di cui si vedeva solo la catenina dorata.

Rimase immersa nei suoi pensieri anche quando, una volta arrivata ad un bivio, girò a destra con una certa fretta, senza guardare, finchè non sentì qualcosa sbattergli contro. Di riflesso allungò la mano per afferrare la cosa che aveva colpito ma appena la sua mano si serrò, il suo corpo fu pervaso da un leggero brivido  e una sensazione di familiarità si impossessò di lei.
In quel momento tutti i pensieri delle ultime ore vennero spazzati via per lasciar il posto ad un solo, semplice, pensiero:

Il mio angelo è qui.”
*
 
Il corridoio al di fuori delle suite era al dir poco silenzioso. Sia l’equipaggio che gli altri passeggeri di prima classe non erano in alcun luogo dall’essere visti e l’unica cosa in movimento era una giovane ragazza biondo platino che stava vivendo una situazione molto simile alla fanciulla che si trovava qualche ponte più in là del suo: stava camminando con passo svelto e nervoso, facendo riecheggiare il suono dei suoi tacchi sulle pareti circostanti, il suo viso così come i suoi lineamenti, racchiudevano in loro una certa ansia che si poteva spiegare solo sapendo cosa sarebbe successo da lì a poco. Come se non bastasse, la ragazza continuava a borbottare tra sé cose senza senso o parole di auto incoraggiamento… Qualcosa come:

“Hai affrontato di peggio. Sei una Arendelle! Ovviamente hai affrontato di peggio. Stai calma Elsa, stai calma, stai calma…”

Elsa aveva passato gran parte della mattina a dormire… cosa meravigliosa se non fosse per il suo incontro e la sua neonata incapacità di prendere decisioni.

Quando la sua cameriera, Mellow, aveva lasciato la stanza con l’invito, si era stesa a letto e, a quanto pare, il sonno che non aveva avuto la sera prima giunse finalmente a destinazione. Si era addormentata con un sorriso in volto pensando a ciò che aveva appena fatto, ma la beatitudine durò assai poco. Quando Mel la svegliò un paio di ore più tardi, l’ansia tornò a lei come un’onda durante la tempesta, mettendola in un puro e completo stato di caos. L’orologio sembrava spaventosamente vicino alle lancette delle due e ogni decisione che doveva prendere sembrava essere diventata la cosa più complessa dell’universo, sebbene in una situazione normale il tutto sarebbe sembrato piuttosto semplice.

Aveva costretto la sua cameriera a passare tutta la mattinata con lei a risolvere ogni suo capriccio: che vestito mi metto, che scarpe abbino, come acconcio i capelli, verrà o non verrà, cosa faccio se non viene, come inizio una conversazione… e tutte le altre domande, inutili e non, che le passarono per la testa.

Alla fine si era buttata per un abito dallo stile semplice ma grazioso dalla gonna lunga color verde acqua che si ramificava in un rigido corpetto a cuore dall’allacciatura in bronzo sul quale erano disegnati dei graziosissimi ricami. Sopra le corte maniche nere, indossava infine un piccolo mantellino color magenta per proteggersi dalle eventuali folate di vento che potevano presentarsi quel pomeriggio. Aveva inoltre scelto di accociare i suoi capelli in una classica treccia francese, raccolta in un panino, che le dava un'aria più matura.

Finalmente, dopo essere stata costretta da Mellow a mangiare almeno un pezzo di pane con delle uova (che gli rimasero sgradevolmente serrate in gola) iniziò ad avviarsi presso il ponte B, nonostante fosse decisamente in anticipo.

Ben presto però si rese conto che le parole di auto incoraggiamento non stavano funzionando come sperava…

“Non preoccuparti dice. Andrà tutto bene dice. Non ha idea, nessuna idea di quanto sia difficile per me fare una cosa simile. Ma tanto lei è una cameriera! Per lei è tutto semplice! E’ abituata a questo genere di cose. Io d’altra parte non ho mai incontrato nessuno al di fuori di tutti quei nobili signori o quei cittadini illustri… E se si trovasse a disagio? Non voglio che se ne vada a causa mia. ”

“Mel ha detto che devo essere me stessa. Come faccio ad essere me stessa quando nemmeno so chi sono? Certo, per tutti sono la nobile di una delle casate più antiche dell’epoca, una Arendelle, e presto sarò una Southern, colei che avrà l’onore di sposare l’affascinante Hans Southern. Ma sono veramente solo questo? ”

“Mel dice sempre che sono riservata. Non posso dargli torto. Dice anche che sono gentile e altruista. Lei però vede sempre il bello delle persone… io però… forse è vero che ho qualche qualità. Beh di certo sono intelligente e attenta, non posso negarlo, e mi piacerebbe crederle. Ma quello che vedo io invece è solo una ragazza fragile, piena di rimorsi e che non sa farsi valere… Sono sicura che non si presenterà mai al nostro incontro. Forse dovrei tornarmene in cabina, tanto non verrà.”

Per una manciata di minuti era stata convinta che l’idea di invitare Anna a passare il pomeriggio con lei era stata a dir poco stupida. Probabilmente alla ragazza non interessava passare il tempo con lei. Quando questo pensiero le occupò la mente, si bloccò di colpo e si chiese se doveva tornare indietro o se avesse dovuto andare avanti.

Aveva qualche speranza che Anna si sarebbe presentata?

Non era meglio tornare in cabina e chiudersi a chiave?

Sarebbe veramente venuta solo per vedere lei?

“E’ un bellissimo nome.” Le parole che la biondo fragola aveva pronunciato le saltarono in mente.

“Ann- cioè, la signorina Dawson pensa che ho un bellissimo nome.” E il solo pensiero di questo bastò per farla arrossire.

Ancora una volta si ritrovò a pensare alla sera precedente e ai suoi inaspettati avvenimenti.
D’altro canto si era ripromessa di non guardarsi più alle spalle e di lasciarsi andare. Basta con il “Celare, domare, non lasciare che si mostri”, era il momento di affrontare le sue paure.

Le avrebbe dato una chance.

Riprese a camminare a passo spedito arrivando ben presto vicino al luogo dell’incontro. Solo una curva e un paio di metri la separavano dal punto prestabilito. Non si diede la briga di rallentare quando girò l’angolo e questo probabilmente fu il motivo per cui andò rovinosamente a sbattere contro qualcosa.

Si sentì cadere come a rallentatore. Chiuse gli occhi, pronta a subire il colpo e il dolore che sarebbe seguito, ma ciò che non si aspettava fu di essere presa al volo da qualcuno. La sua presa, il suo tocco, sembrava familiare e in un certo senso anche nostalgico. Fu in quel momento che si rese conto chi aveva davanti e la sua mente riuscì ad elaborare un solo pensiero:

Alla fine è venuta.”
*
 
Il loro semplice tocco bastò per riconoscersi a vicenda, ancor prima che i loro occhi entrassero in contatto. Quel piccolo gesto fu sufficiente per far sentire la propria presenza alla persona alla quale erano stati rivolti i pensieri delle ultime ore.
Una folata di vento scostò le due ragazze dal loro momentaneo torpore e fu allora che gli occhi color del mare incontrarono nuovamente quelli di ghiaccio e la loro essenza tornò ad intrecciarsi. Il profumo di primavera si fece largo tra la fragranza dell’inverno e tutta la sicurezza che era andata persa durante il loro distacco venne ritrovata all’istante, come se non se ne fosse mai veramente andata.

“Oddio, mi dispiace!”

Iniziò Elsa che fu la prima a riprendersi da quell’improvviso incontro…

“Non stavo guardando dove mettevo i piedi e poi sei sbucata fuori dal nulla e non ti ho visto arrivare e pensavo di cadere a terra e invece mi hai preso al volo e…”

E mentre lei divagava, Anna non potè che guardare, con un pizzico di divertimento e affetto crescente, la donna davanti ai suoi occhi, soffermandosi su ogni particolare del suo vestito e ogni piccolo dettaglio del suo viso. La pelle pallida si intonava perfettamente al colore dei suoi occhi, tanto quanto una tazza di cioccolato sarebbe stata bene accompagnata da una torta al cacao, per non parlare delle sue piccole e tenere labbra rosee che sembravano fatte di zucchero, e solo ora Anna si accorse di quanta fame avesse veramente, ma…

 “Aspetta…Sono delle lentiggini quelle? Aww, che carina.

In quel momento si rese conto di aver iniziato a sua volta a divagare seppur, a differenza sua, l’altra ragazza stava esprimendo i suoi pensieri ad alta voce.

“…e continui a comparire nella mia vita così, dal nulla, e ogni volta diventa così imbarazzante parlare con te e-”
“Uau Elsa, non sapevo avessi questa tendenza a cadere ai miei piedi.” La interruppe Anna.

Appena terminò la frase già si pentì di aver parlato perché Elsa le mandò uno sguardo spaventoso di rimando, uno sguardo che ricordava molto…

Slap

…il momento in cui era stata presa a schiaffi la sera prima.  

“Déjà-vu.” Si ritrovò a borbottare.
“E per la cronaca, è signorina Elsa per te.”

Continuò la ragazza, incrociando le braccia e girando il capo di lato.

Anna sogghignò alla vista del suo (stupendo) broncio.

“Oh mi scusi tanto Milady.”

Disse con tono falsamente dispiaciuto e si piegò in avanti in una perfetta imitazione di un inchino da nobile signore.

“Mi è venuto spontaneo visto il modo in cui si sta rivolgendo a me in questo momento.”

Le fece l’occhiolino. Elsa non capì subito cosa intendesse dire e rimase confusa per un po’ finchè non si rese conto di aver dato del ‘tu’ ad Anna per tutto questo tempo.
Sussultò leggermente, portandosi una mano alla bocca con una chiara espressione di terrore dipinta in viso. Si preparò a scusarsi ma non riuscì a dire nemmeno una sillaba che la biondo fragola la interruppe immediatamente.

“Niente scuse. Non si preoccupi. In cambio le darò del tu a mia volta, le va bene?”
“C-certo che sì, per chi mi ha preso?!”

Anna dovette ammettere che questo lato timido e scontroso di Elsa era veramente adorabile. Avrebbe tanto voluto conoscere ogni aspetto della vita della ragazza e ogni suo comportamento perché ogni suo nuovo lato era una nuova parte di lei che avrebbe amato.

Le sorrise.

Un altro di quei caldi sorrisi di Anna che spiazzavano Elsa e nonostante ella insistette a mantenere il suo broncio, con la coda degli occhi non perdeva di vista l’altra ragazza. Ora nel suo sguardo si poteva chiaramente vedere una nuova scintilla che portava con sé una felicità mai provata prima.

E’ in quel momento che entrambe lasciarono da parte i propri problemi, i propri dubbi e perplessità, e si spogliarono di ogni maschera, ogni barriera che le impedivano di mostrarsi per quello che erano veramente. Si prepararono a farsi conoscere per i loro valori, per il loro vero io e le parole congiunte di Rapunzel e Mellow sembrarono riecheggiare nell’aria:

Sii te stessa.

E finalmente entrambe capirono il significato di quelle parole.

Ad interrompere l’atmosfera fu un suono sommesso, molto simile a un brontolio, che arrivò da Anna. Nel suo viso si fece immediatamente strada un rossore molto forte e la ragazza ne era certa, ora assomigliava più ad un pomodoro che ad un essere umano.

Fa che non l’abbia sentito, fa che non l’abbia sentito, fa che non l’abbia sentito…

Ma lo scongiuro non funzionò visto che da lì a poco Elsa scoppiò a ridere, la mano destra irrimediabilmente davanti alla bocca. Rise così di gusto che ad un certo punto dovette tenersi la pancia.

“Sì, prenditi gioco di me… Uff.” sospirò Anna che voleva con tutta se stessa nascondersi sotto le tavole di legno del pavimento.
“M-mi spiace…è stato così…imprevisto…” disse tra una risata e l’altra.

Fu il turno di Anna a mettere il broncio ora e dopo che Elsa si asciugò una lacrima sfuggente, allungò la mano in direzione della ragazza.

“Vogliamo andare?”

La biondo fragola rimase a fissare la mano dell’altra per un po’, sorpresa di tale iniziativa, ma non aveva dubbi sul da farsi. Allungò a sua volta la mano e gliela prese, stretta per non lasciarsela scappare, e si lasciò trascinare per tutto il tragitto pensando che se fosse stato questo ciò che l’attendeva in futuro, non si sarebbe di certo lamentata.



 
A/N: Ringraziamenti ufficiali per questo (mezzo capitolo):

- Alla nostra amata Tenori che mi tiene con i piedi per terra quando sclero a causa dei capitoli e che ha scritto la descrizione dell'abito di Elsa! Grazie cicci :)
- A Eriok che mi dà ottimi suggerimenti sebbene questa volta non l'ho ascoltata. :D In ogni caso, grazie davvero!
- A voi lettori che leggete e recensite la mia storia! GRAZIE.

Per chi fosse interessato, ricordatevi di cercarmi su Fb con il nome di "Hendy Efp". Alla prossima (che spero sia il prima possibile)!
  
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