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Autore: mewlaila    03/09/2008    9 recensioni
una stanza cupa, un nuove "leone" ed un "agnello"... Riassunto: Una ragazza conosce Twilight, ama quel libro e soffre...i libri saranno sempre e solo libri, scritte nere su pagine biancastre. Scritte, parole, immagini che faranno sognare, ma che resteranno sempre li...un sogno irraggiungibile, almeno per quella ragazza. Poi la sua vita monotona cambia, troppo velocemente forse, così velocemente che la rimpiangerà per molto. Questa è la storia di un nuovo leone e di un nuovo agnello! E se la storia di Twilight prendesse vita e si ripetesse, magari proprio per te?! << la sua risata somigliava al tintinnio delle campanelle a vento, soave come la musica del miglior compositore... >>
Genere: Romantico, Triste, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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X Ellie James: Si è tutto tuo!!! Prenditelo pure XD Grazie come sempre!! Tvttttttb

X memi16: Si ma sai ale è anche molto ingenua ed insicura, basta poco per turbarla e non si accorgerà mai dell'amore di Wiliam XD almeno da sola no

X BloodyKamelot: Ok ce la mando subito XD

X Wind: Anche io in realtà XD Voglio un vampiro anche ioooo! Babbo Natale me ne porti uno!!!

X aLbICoCCaCiDa:  Grazie!! Beh wiliam non vorrebbe turbarla più del dovuto...ma tutto verrà a galla XD

X Kimly: Buuuuu anche io trovo la sveglia che suona perchèèèè

X Mimiana: Hai saputo dell'esame?? Cmq grazie per i complimenti!!!

X Winry90: Grazie davvero sei gentile mi sono venuti i brividi a me leggendo ciò che mi hai scritto^^ Si ora è tutto solo soletto XD

 

"Io ti proteggerò...anche da me stesso se sarà necessario. Nulla deve farti paura...niente..."
Wiliam...e riuscirai a proteggermi anche da me stessa senza che finisca col distruggere anche te?
Cercai di calmarmi, ma mi era impossibile...sprofondo nell'oblio, sussurravo tra me e me.
Poi Wiliam si allontanò leggermente da me, che immobile giacevo su quel letto tra le sue braccia fredde...mi sentivo davvero vuota, stanca...che vittimismo assurdo, cercavo di ripetermi. E' tutto un incubo...ma sapevo che non era così. Che non poteva essere un semplice incubo, forse ero impazzita. Forse ero davvero impazzita...
Wiliam mi asciugò le lacrime che regolarmente ormai mi bagnavano il volto. Io lo amavo...lo amavo davvero, con tutta me stessa. Per ogni suo gesto, per ogni sua parola...perchè lui sapeva sempre come fare per tirarmi su, per allontanarmi da quel baratro. Bastava che mi stringesse e la paura svaniva. Lui era tutto per me. Eppure questo mi spaventava...tremendamente. E se mi avesse abbandonata, cosa ne sarebbe stato allora di me...
Mi guardava negli occhi, dolce. Cercava di rassicurarmi e mi doleva vederlo in quel modo.
Tu lo sai Ale a chi è rivolto quel sorriso, quello sguardo, persino il calore che hai sentito, sai che non è per te
Quelle parole mi fecero rabbrividire nuovamente. Abbandonai i suoi occhi per concentrarmi sulle sue labbra. Mi avvicinai lenta senza essere convinta nemmeno di ciò che volessi fare. Volevo solo dimostrare a me stessa che lui mi apparteneva, che anche lui ricambiava i miei sentimenti come avevo sentito la notte precedente. Volevo mostrare a me stessa che nessuna poteva rubarmelo, che lui era mio e soltanto mio. Ma fu a pochi millimetri dal suo viso immobile, che mi frenai vergognandomi di me stessa e di quegli insulsi pensieri...mi lasciai andare tutta d'un peso sul cuscino. Il viso avvampato per la vergogna di ciò che stavo per fare...non sarebbe bastato rubargli un insulso bacio per avere la sicurezza che lui fosse mio e lo sarebbe stato per sempre. Non sarebbe bastato quel gesto avventato, quel gesto che nemmeno mi apparteneva. Ero una stupida, una stupida adolescente. Io non ero nemmeno una donna...come avrei potuto piacere ad uno come lui...ero goffa, stupida...priva di sensualità, priva di tutto ciò che una donna dovrebbe avere.
I miei occhi fissi ancora su quelle labbra gelide che non mi sarei mai merita, i miei occhi incapaci di fissarsi nei suoi per la paura di vedermici nuovamente riflessa e comprendere ciò che ero realmente, un'insulsa ragazzina innamorata dell'impossibile...
Attorno al mio viso le sua braccia lo sostenevano. Avrei almeno voluto stringerlo, ma ero tropo imbarazzata per quello che stavo per fare. Perchè lui sicuramente aveva avvertito la mia intenzione. E questo mi faceva stare male ulteriolmente...chi sa cosa avrebbe pensato ora di me. Ma certo, avrebbe pensato che stavo approfittando della situazione, approfittando della sua dolcezza per arrivare al suo cuore che mi ero solo illusa di poter ricevere.
Stupida...stupida...
Poi fu lui a chinarsi dolcemente su di me. I miei occhi ancora fissi sulle sue labbra si stupirono di vederle avvicinarsi in quel modo. Troppo vicino...Wiliam sei troppo vicino...di nuovo a pochi millimetri da me avvertivo il suo soffio leggero.
Ma così come si era avvicinato si ritrasse, nascondendo la testa nel mio cuscino. La sua guancia gelida a contatto con la mia quasi incandescente. Sorrisi amaramente...nemmeno lui riusciva a baciarmi, nemmeno per farmi contenta pensai...
Lui non mi amava...lui non mi voleva...
Sentivo i suoi muscoli contrarsi, le mani stringersi in pugni. Ed io sorridevo, perchè quella era la verità...
Lui soffriva ed io sorridevo...cos'ero io per lui?
Stringeva i pugni sempre più, avvertii che anche lui stava sorridendo, sentii il movimento della sua guancia, della sua mascella ormai contratta.
Sorridavamo delle nostre sofferenze...ma era un sorriso che non mi piaceva, era amaro.
Mi sussurrò qualcosa che non riuscii a capire. E non mi sforzai di richiederglielo, non in quel momento. Ora era troppo, troppo anche per me.
Di nuovo mi venne in mente Natalie, ahime lei aveva ragione.
Avrei voluto alzarmi, dirgli, chiedergli cosa provasse per me, ma avevo così paura, di scoprire ciò che i miei sensi mi urlavano.
Mossi le mani in cerca della mia medaglietta e la trovai. La strinsi forte e mi accorsi che la sua mi solleticava il collo. Non ero disposta a lasciarlo andare, io non ero disposta a farmi da parte. Io lo volevo, diavolo io lo volevo. E mi vergognai ancora di quel desiderio così materiale, ma io lo volevo accanto. Lui era tutto...
Il cuore cominciò a battere veloce, avevo l'affanno lo sentivo.
Lui era tutto...
Lo strinsi forte buttandogli le braccia al collo. Non avrei mai avuto il coraggio di baciarlo o di fare qualsiasi cosa del genere. Non ne avrei mai avuto la forza. Non dopo aver scoperto che anche lui non ne aveva la forza...parte del mio orgoglio represso mi diceva che supplicarlo era troppo anche per me...ma come fargli capire che ormai senza di lui niente aveva più senso in me?
"Io ti..." cercai di dirgli quelle semplici parole. Ma era tutto inutile. Io non ne sarei mai stata capace...invidiai ancora di più Natalie per quel suo fare disinibito. Desideravo essere come lei...forse così Wiliam mi avrebbe guardata con occhi diversi, lui mi avrebbe amata e desiderata, non mi avrebbe vista come una bambina stupida ed impacciata.
Di scatto si tirò in ginocchio sul mio letto trascinandomi con se. Mi stringeva così forte che a malapena riuscivo a respirare.
Mi accarezzava i capelli, mi stringeva, ma era un abbraccio doloroso, era pieno di furia e di rabbia, di entrambi.
Mi baciò la guancia sfiorandomi con una dolcezza quasi impossibile in quella sua morsa d'acciaio, poi passò al collo e alla spalla. Non mi guardava...cominciai a singhiozzare. Perchè ora io la sentivo la sua rassegnazione, io avvertivo le sue emozioni, avvertivo il suo contrasto interiore e quel contrasto minnacciava anche il mio.
Lui non mi disse nulla, nemmeno una parola. Mi teneva solo stretta, immobile fra le sue braccia. Mi sfiorava di tanto in tanto con le labbra, poi si allontanava e sorrideva amaro così come sorridevo io. Possibile che l'amore faccia così male?
Eppure sentivo che la sua sofferenza, che quel dolore...in qualche modo me ne sentivo responsabile.
Poi all'improvviso si buttò all'indietro trascinandomi sopra di lui.
"Più fai così...più fai così Ale e più tutto diventa complicato..." mi disse mentre comnciai a tremare inspiegabilmente.
"Cerca di essere meno dolce con me...altrimenti mi farai perdere il controllo..." cosa intendeva con quelle parole?
Sopra di lui sentivo il suo petto muoversi meccanicamente e regolarmente su e giù. Era la prima volta che avvertivo il suo respiro in quel modo...mi lasciai trasportare da quella pace che ora inspiegabilmente avvertivo. Con il dito cominciai a tracciare il contorno del suo viso dall'orecchio fin giù al mento, più volte...
Lui sorrise, beffardo.
"E' proprio così che non devi fare..." mi fermò la mano, sussultai. La strinse nella sua.
Cercai di guardarlo negli occhi, ci vidi riflessi i miei...perchè erano così vuoti i miei occhi?
Cos'era quel vuoto...quella sofferenza, quel dolore...cercai di sorridere, ma niente. I miei occhi rimanevano un cupo riflesso, privo di emozioni. Chi sa se Wiliam lo leggeva quel vuoto, chi sa se avvertiva ciò che provavo.
Le sue parole...
Lui mi sorrideva, ancora beffardo e mi stringeva la mano. Cosa aveva voluto dire con quelle parole?
Distolsi lo sguardo ancora una volta, quel vuoto mi attirava verso un'atroce sofferenza che mi apparteneva. Non sopportavo il mio riflesso, non sopportavo me stessa...rpobabilmente perchè in quel riflesso io vedevo davvero una brutta copia di lei. Ormai ero convinta che lei si riferisse a Wiliam, in qualche modo mi era chiaro. Perchè parlava di lui in quel modo, chi era...perchè mi faceva questo? Perchè proprio lui...
I pezzi di un enorme puzzle spaziavano nella mia mente, io ero li intenta a dargli un senso, a delinearne il disegno, ma nulla. Ogni pezzo se ne stava al suo posto, io al centro confusa tra milioni di frammenti di una verità che non riuscivo o non volevo accettare. Volevo costruire quel puzzle eppure ne avevo paura, perchè inconsciamente sapevo che una volta completa, la verità mi avrebbe distrutta. Forse era il mio istinto di sopravvivenza a tenermi in stallo...forse però ora volevo sapere, volevo sapere per cosa stessi soffrendo...
Ora che tutte le mie convinzioni erano lontane alla mia coscienza, c'era solo una cosa che mi teneva li, viva. Lui ed il mio amore...
Mi chinai sul suo viso beffardo, ma sofferente...gli bacia la guancia dolcemente sfiorandolo appena. Avrei lottato...io avrei lottato per lui, anche se non sapevo contro chi o cosa, forse avrei combattuto contro me stessa, ma sicuramente non gli avrei permesso di sparire dalla mia vita, non ora che il mio amore aveva raggiunto il limite.
Non appena le mie labbra sfiorarono la sua pelle gelida, svanì dal mio letto in un lampo.
Quando rialzai lo sguardo, era con le spalle al muro che mi osservava divertito ma preoccupato, glielo si leggeva negli occhi. E' troppo tardi! E' troppo tardi! Mi ripetevo. Troppo tardi per scappare...non sarei potuta sfuggiare al mio amore, ormai mi aveva preso il cuore.
"Non mi hai sentito vero..." disse sorridendo ora dolce. Sorrisi anch'io, nascondendo il viso arrossato tra le mani. Ormai era tardi...ero sua...cosa farai ora Wiliam?

Parla Wiliam

Disarmante la dolcezza del suo volto, disarmante il suo modo di muoversi, i suoi gesti impacciati, le sue mani tramanti, inconsapevoli. Era difficile pensare di starle lontano, difficile anche solo districare un abbraccio. Lei era tutto, lei era ciò che desideravo. Eppure vederla in quel modo, spaventata, pallida...leggere la paura nei suoi occhi, il tormento puro. Cosa ti ferisce a tal punto? Dimmi che non sono io ti prego, dimmi che non sono io la causa del dolore che avverto nel tuo sguardo. I suoi occhi scuri, profondi si specchiavano nei miei e ne leggevo il dubbio, il vuoto totale di qualcosa che ancora in lei non riuscivo a comprendere. Eppure non riuscivo a credere di essere la causa del tutto. I suoi gesti, il suo modo di cercarmi, di portarmi a se...sentivo la sua richiesta d'aiuto, ma non sapevo come aiutarla. Io la volevo, con tutto me stesso...eppure qualcosa mi frenava e quel qualcosa freneva anche lei.
L'avevo letto nei suoi occhi il suo intento e mi ripetevo che non mi sarei opposto, perchè anche volendo io suo viso aveva un potere magnetico sul mio. Lenta accorciava la distanza già troppo breve tra di noi, troppo per un vampiro ed un'umana. Ma mi sarei controllato, sarebbe stato difficile ma ce l'avrei fatta, perchè l'amavo. Avrei preferito morire, pur di torcerle un solo capello. Lei era preziosa, qualcosa di raro che non doveva essere dinato proprio a me. Fragile, delicata tra le mie braccia simile ad una bambola di porcellana da custodire gelosemente. Ed io l'avrei custodita con gelosia ed ammirazione, con amore. Sapevo cos'ero e sapevo il pericolo che per lei più di tutti rappresentavo...ma era troppo tardi per tirarsi indietro e lei certo non mi aiutava. Ogni suo minimo gesto era impregnato di una dolcezza assurda alla quale era impossibile sottrarsi.
Ma così come si era avvicinata si lasciò andare, il viso avvampato. Imbarazzata, impacciata più si mostrava così più cresceva in me il desiderio di tenerla tra le mie braccia. Mai avevo provato l'amore in questo modo, il desiderio puro che ora avevo di lei. Si mordeva il labbro imbarazzata per ciò che aveva cercato di fare. Era così dannatamente dolce. Eppure anche io sentivo il bisogno di quel tipo di contatto. Mi avvicinai sicuro. Ma ancora una volta quando ormai sarebbe bastato solo un gesto...mi allontanai. Non non era il momento...doveva sapere. Lei doveva sapere tutto di me, doveva sapere del tormento che ancora sentivo nel mio essere. Doveva sapere cosa mi aveva portato a lei e poi doveva sapere quanto ora lei fosse importante per me. Io le avrei detto ogni cosa...dopo se ancora l'avesse voluto le sarei stato accanto ed a quel punto niente mi avrebbe tenuto lontano da lei.
Eppure non riuscivo a frenarmi, a controllarmi in sua presenza. Era troppo forte il desiderio di lei. La strinsi con foga, per la rabbia di ciò che mi portava ancora a tacerle la verità che mi obbligava alla lontananza di lei. Sentivo la sua sofferenza, il suo grido d'aiuto e mi sentivo impotente perchè lei non me ne parlava. Soffriva da sola...perchè?
La strinsi tanto forte da mostrarle il desiderio che avevo di lei, sperando lo cogliesse. Il suo modo di stringermi, di accarezzarmi lenta, titubante mi faceva impazzire. Amaramente fui costretto ad allontanarmi...
Mi avrebbe fatto perdere anche quel briciolo di controllo che mi era rimasto. Il vuoto dei suoi occhi mi spaventava sempre di più...fa che non sia io la causa, imploravo tra me e me.
Cominciò a sfiorarmi il viso, lenta...ancora una volta fui costretto a fermarla. Perchè ormai davvero mancava poco, non dovevo perdere il controllo mai in sua presenza. Un minimo errore ed avrei potuto annientare ciò che di più prezioso ora avevo.
Ti amo, ti desidero, ti voglio...prima però devi sapere tutto. Il prima possibile...non so quanto ancora riuscirò a tenermi a bada.
Quando si chinò per baciarmi la guancia fui costretto davvero a divincolarmi. Ora era troppo, ero pur sempre un vampiro. Le sorrisi e lei nascose il viso tra le mani.
All'orecchio poco prima le avevo sussurrato la verità..
Ti amo...

  
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