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Autore: Arya Destiny98    20/07/2014    0 recensioni
ATTENZIONE:LARRY
Questa è la prima fic che scrivo sui ragazzi,quindi directioners,siate clementi con me :)
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Harry Styles aveva sedici anni,era un bel ragazzo e aveva una voce stupenda. Nonostante tutto,però,non aveva mai baciato una ragazza. Non che gli mancasse la materia prima,anzi: praticamente tutta la popolazione femminile del suo liceo gli aveva chiesto almeno una volta di uscire. Spesso aveva accettato,sicuro che durante la serata si sarebbe sprigionato un chissà quale scoppio di ormoni e lui sarebbe riuscito ad arrivare al dunque. Fino ad allora non c’era stato nulla da fare. Niente farfalle nello stomaco,niente batticuore e assolutamente nessuna voglia di attorcigliare la sua lingua a quella della ragazza che aveva di fronte.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Harry era bravo in molte cose: non se la cavava affatto male a scuola,sapeva preparare  il miglior pane di Londra ed era in grado di zittire una folla urlante con un semplice sorriso. Ma la cosa che preferiva fare in assoluto era cantare. Fin da piccolo aveva sempre amato come la voce di un essere umano potesse creare tali sinfonie. Il suo sogno era quello di formare una band e cantare davanti a milioni di persone. Il problema?Per cantare servivano canzoni e per sfondare servivano ottime canzoni. Harry non era mai riuscito a scriverne una. Tutte le volte che ci provava si ritrovava a fissare il foglio con sguardo vacuo, lottando contro la sua perpetua mancanza d’ispirazione. Quel giorno, dopo essere rincasato meno zuppo di quanto si aspettasse, ripensò al ragazzo dell’ombrello nero. Non  l’aveva visto bene in faccia, ma ricordava perfettamente il profilo affilato del suo volto e quelle labbra di un rosa per il quale numerose ragazze avrebbero volentieri ucciso. Improvvisamente gli venne un’assurda voglia di scrivere di quell’incontro, di mettere nero su bianco i pensieri che gli turbinavano sotto i ricci. “Ragazzo,vieni ad aiutarmi con la spesa!”Purtroppo l’urlo di suo padre lo riportò alla realtà. Caracollò giù dalle scale e prese in braccio due buste piene zeppe. “Papà,tu hai sempre voluto fare il panettiere?” chiese Harry ad un certo punto mentre metteva l’insalata in frigo. Suo padre si passò una mano fra i capelli e sospirò. “Beh,era quello che ero destinato a fare.” “La mia domanda era un’altra.”  “Che cosa vuoi che ti dica,figliolo?Che volevo fare l’astronauta?L’avvocato?La nostra famiglia fa il pane migliore di Londra da generazioni. Che altro avrei mai potuto sperare di ottenere?”Harry si sentì decisamente deluso dalla risposta del padre. Voleva dire che anche lui sarebbe rimasto inchiodato nel panificio per il resto dei suoi giorni?No,proprio non ci stava. Non che gli dispiacesse lavorare al forno,solo che lui era uno spirito libero. Necessitava di potersi esprimere in ogni modo possibile e la preparazione del pane non glielo permetteva. Andò a dormire con uno sgradevole peso sullo stomaco che lo accompagnò durante un sonno inquieto e costellato di incubi.
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“Styles,ti puoi fermare un momento?Ti devo parlare di una cosa.”Il professor  Gaf bloccò Harry prima che quest’ultimo potesse dileguarsi dalla lezione di educazione artistica. “Sì?”domandò ritornando al suo posto. “Harry tu sei uno dei miei studenti preferiti. Lo sai perché?” Harry scosse la testa. “Perché nonostante tu sia,scusami, poco portato per la mia materia ti impegni ogni secondo. Ti vedo che cerchi di buttare fuori qualcosa. Pensavo che forse avrei potuto aiutarti a tirarlo fuori,questo qualcosa.”Harry era completamente basito. Non gli era mai particolarmente piaciuta l’ora di arte,l’aveva scelta solo per i crediti extra. “Ehem … e come,signore?”azzardò,insicuro. “Vorrei che tu partecipassi al concorso di belle arti  che la St Mary’s organizza ogni anno a dicembre. Dovrai impegnarti molto,ma se riuscirai ad entrare nei primi dieci ti assicurerai una A nel mio corso.”Gli occhi avrebbero potuto cadergli per terra e mettersi a rotolare da tanto erano spalancati. Una A senza fare niente per tutto il secondo quadrimestre?! “Accetto volentieri professore. Non se ne pentirà”Uscì da scuola gongolante. “Ehi come mai così tronfio,Styles?Hai leccato per bene il culo a Gaf?”gli chiese una voce. Harry si voltò e si ritrovò faccia a faccia con Liam Payne e un altro paio di ragazzi. “Mi hai portato il compito di matematica, scarafaggio?”tuonò Liam con un ghigno. A Harry si mozzò il respiro. Cazzo,il compito!Tutto quel pensare al ragazzo dell’ombrello nero lo aveva distratto … “Senti io … te lo porto domani,ok?”farfugliò. “Non esiste, frocio!Mi serve adesso!”Liam lo prese per il colletto della camicia e lo sollevò da terra. Harry era sempre stato mingherlino per la sua età e l’altro ragazzo era proprio un colosso. “No … ti prego!”ansimò senza fiato. “Dammi quel compito,Styles!” “Non … non ce l’ho!” Liam lo lasciò e lui cadde pesantemente sull’asfalto. “Cosa cazzo vuol dire che non ce l’hai?!”Harry si alzò e gli lanciò uno sguardo carico di disprezzo. Da quando Payne aveva iniziato a pretendere che lui svolgesse tutti i suoi compiti di matematica aveva davvero preso ad odiarlo. “Che non ce l’ho!Devi smetterla con queste cazzate,io mi sono stufato!”gridò a pieni polmoni. Senza preavviso i due amici di Liam gli furono addosso e lo immobilizzarono. “Ah,Styles,nessuno ti ha insegnato che devi portare rispetto ai più grandi?”ridacchiò Payne in tono vellutato. La fronte di Harry si imperlò di sudore freddo mentre cercava con tutte le sue forze di divincolarsi dalla stretta. “Ora ti darò una bella lezione,così la prossima volta ti ricorderai chi è il capo qui.” Detto questo iniziò a picchiarlo:qualche potente cazzotto al viso, una valanga di calci al torace. Harry ormai era del tutto incapace di difendersi. “Ehi voi!Cosa diavolo credete di fare?!”Era la voce di Niall. Lui e un ragazzo dalla pelle olivastra che Harry non aveva mai visto prima, si fiondarono in suo soccorso. “Lascialo in pace,Payne, o ti farò pentire di essere venuto a scuola oggi.”ringhiò Niall premendo un dito accusatore sui pettorali palestrati del giocatore di football. Liam emise un verso di scherno, ma alla vista dei muscoli tesi del biondo decise che era meglio lasciar perdere. “D’accordo,Styles. La tua ragazza ti ha salvato per stavolta. Non credere che finisca qui.”I suoi scagnozzi liberarono Harry dalla presa e lo seguirono verso il Suv. “Harry,ce la fai a stare in piedi?”chiese Niall al suo migliore amico. Senza aspettare una risposta gli mise le mani sotto le ascelle e lo trasse verso di sé. “Ce la faccio.” bofonchiò Harry con voce stanca. Qualcosa di caldo gli colava dal labbro. Harry deglutì sapendo che era sangue. “Ti ringrazio.”aggiunse subito dopo. Se lui non fosse arrivato … non voleva nemmeno pensarci.  “Dovere,amico. Vieni,ti do un passaggio a casa.” Sulla Mercedes di Niall rimasero per un attimo in silenzio,poi Harry si accorse che il ragazzo moro che aveva intravisto durante il pestaggio li aveva seguiti in auto. “E tu chi saresti?”gli domandò. “Mi chiamo Zayn.” rispose lui. “L’ho conosciuto questa mattina, è nuovo in città. Sembra un tipo a posto.”precisò Niall con un sorrisetto. Finalmente giunsero di fronte a casa Styles. “Sei sicuro che non vuoi che venga con te?Potrei spiegare a Des …” “No,Niall, lascia fuori mio padre da questa faccenda, ok? Non voglio farlo preoccupare.”si affrettò ad interromperlo Harry. Papà si sarebbe sicuramente arrabbiato e non avrebbe fatto altro che metterlo ancora di più nei casini con Liam. Niall lo squadrò,ancora titubante, e alla fine cedette. “Okay.” Harry scese dalla macchina sentendo dolori ovunque. Grazie all’opera di chissà quale dio, Des Styles non era ancora tornato. Harry salì al piano di sopra per osservare i danni riportati davanti allo specchio:aveva il viso irrimediabilmente tumefatto,con gli occhi cerchiati di viola e il labbro spaccato. Si sbottonò la camicia e quasi gli si rivoltò lo stomaco alla vista dei lividi che gli ricoprivano l’addome. Sospirò tremolante,andando a sdraiarsi sul letto con molta attenzione per non subire le fitte che minacciavano di sopraffarlo,però non pianse. Harry non piangeva mai. Da quando,quattro anni prima, sua madre era morta aveva del tutto bandito le lacrime. Anche ora,nello sconforto totale, non se ne lasciò sfuggire nemmeno una. Non poté fare a meno di pensare che in lui si fosse rotto qualcosa di importante che lo aveva spinto a diventare così freddo e insensibile. Era rotto. Rotto,rotto,rotto. Si mise a girare per la casa come un’anima in pena senza sapere esattamente cosa pensare di se stesso,poi il telefono squillò. “Pronto?”Oddio la sua voce era davvero così rauca? “Salve, sono il responsabile del corso preparatorio alla competizione artistica della St Mary’s. Posso parlare con Harry Styles?” “Sono io.” “Oh,buongiorno Harry. Il professor Adam Gaf mi ha segnalato la tua iscrizione  e volevo la tua conferma.”La voce dall’altro capo della cornetta parlava talmente veloce che Harry quasi si perse. “Ehm … oh … il prof non mi aveva detto che c’era un corso.”bofonchiò pensando a quel tricheco di Gaf. Prima o poi gliel’avrebbe fatta pagare. “Ah,ero convinto che te ne avesse parlato. Per accedere ufficialmente alla gara devi prima passare un esame e il corso è stato creato appositamente per preparare i partecipanti.”Quella giornata andava di male in peggio per il povero Harry. “Mmm,va bene. E quando sarebbe?” “Tutti i giovedì dalle due alle sei del pomeriggio. Ci riuniamo nell’aula magna. Ti aspetto Harry,conto sulla tua presenza.”Il ragazzo si rese conto che giovedì sarebbe stato il giorno seguente e deglutì. “Ci sarò. Buona giornata.”salutò frettoloso. “A domani!”rispose la voce prima di riattaccare. Harry scivolò contro il muro arrivando a sedersi sul pavimento. Non solo l’indomani avrebbe dovuto affrontare le mille prese in giro che si sarebbero sollevate a causa della sua faccia multicolor, sarebbe anche stato obbligato a sfoggiarla davanti a una folla di sconosciuti. Fu questo che la mattina dopo gli rese ancora più difficile alzarsi dal letto. Suo padre non aveva spiccicato verbo sui suoi lividi e a lui andava bene così; purtroppo i suoi compagni non sarebbero stati altrettanto clementi. “Styles che hai fatto alla faccia?Troppo makeup?” “La prossima volta fai attenzione con il fard,raggio di sole” Harry non ne poteva più di quelle insinuazioni. D’accordo,non aveva mai baciato una ragazza ed era abbastanza sicuro che non lo attraessero nemmeno. Ma che bisogno c’era di rompergli così tanto le scatole?Magari era asessuale e non gli sarebbe mai piaciuto nessuno,che cazzo ne sapevano loro?! “Ehi Potter …” “Eh che cazzo BASTA!”urlò in faccia a Niall senza nemmeno rendersi conto di chi fosse. “Woa Harry, stai calmino.”Il suo amico alzò le braccia in alto in segno di resa. Harry sospirò. “Scusami. Sono arrivato al limite con questa gente,non li posso più soffrire.” “Tranquillo, so come ci si sente. Ignorarli e basta, Hazza.”Era da quando andavano alle elementari che Niall non tirava fuori quel nomignolo. Doveva essere proprio conciato male. “Sai,preferisco decisamente che mi chiami Hazza. Potter mi ha un po’ annoiato.”ridacchiò,lasciandosi scivolare lo stress di dosso. Aveva ragione Niall,bisognava lasciarli perdere. Anche Niall si aprì in un sorriso raggiante. “Perfetto.”   A fine giornata il buonumore aveva del tutto contagiato Harry,perciò si diresse nell’aula magna fischiettando allegramente. Che sarebbe mai stato un corso di educazione artistica?Sicuramente non avrebbe fatto nulla per la metà del tempo. Bussò e quando gli fu detto di entrare si sedette al primo banco senza guardare nessuno. “Bene,ora che ci siamo tutti – disse una voce stranamente familiare – possiamo cominciare la nostra lezione” Harry tirò fuori dallo zaino un foglio di carta e una penna senza troppo entusiasmo. “Il mio nome è Louis Tomlinson e sarò responsabile di voi per le prossime otto settimane. Voi però potete chiamarmi …” Harry si accorse che la voce del professore si era interrotta di colpo. L’aveva già sentita da qualche parte:nella cornetta del telefono il giorno prima. Alzò il capo e incontrò un paio di occhi azzurri,glaciali,che lo trafissero come una stilettata. Quello sguardo … Il prof non era altro che un ragazzo. Forse aveva tre,quattro anni più dei suoi studenti. Ma non fu questo a paralizzare il nostro Hazza:il prof occhialuto, che lo stava fissando con un’espressione di pura sorpresa,era il ragazzo dell’ombrello nero che aveva popolato i suoi pensieri per giorni. 
 

ANGOLO AUTRICE:Ed eccomi qua più presto di quanto avessi previsto dato che ho avuto molto tempo libero. Beh che ne dite?Finalmente è entrato in scena Louis e anche Zayn ha fatto la sua comparsa :) Scusate se ho reso Liam il "cattivo del giorno" ma è essenziale che ci sia almeno un bullo a complicare la vita del nostro Harry. Grazie a MinRo12  per aver messo la mia storia tra le seguite anche con un solo capitolo,spero di guadagnarmi la fiducia che mi hai dato con i prossimi :)
Un bacio anche a tutti i lettori silenziosi e alla prossima. 

  
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