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Autore: Mary CM 93    20/07/2014    1 recensioni
Premetto che sono abituata a scrivere storie con psicodrammi da film americani, omicidi ed amori sofferti, perché, anche nella vita, mi diverte fare un po' la "sturm und drang" di turno. Con questa storia, invece, voglio tentare qualcosa di scanzonato e divertente, di quotidiano, molto alla mano, con un linguaggio semplice, a volte "scurrile", ma, spero, sempre corretto. Il mio intento è scrivere qualcosa di più leggero del solito, qualcosa che si possa leggere per "cazzeggio", diciamo così. Quindi, ecco qui, una storia originale e buffa!
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ti prego, Dio, con tutte quelle volte che ho acceso ceri alla madonna, ho pregato e ho praticato, graziami dall’alto dei cieli e non farmi fare una colossale figura di merda, fa’, ti prego, che la mia vagina si apra con facilità, che si bagni, che io non provi dolore, me lo merito per la mia buona condotta in vent’anni di vita…beh, sì, ho ucciso dei ragni a casa mia, ma è stato per una giusta causa, era Sara che ne aveva timore, non credo che per questo tu debba punirmi proprio la notte in cui perderò la verginità, ecco…carina, però, questa cosa che fa con la lingua, mi piace…
“Entro?”
Ha detto entro o dentro? Non si è capito…ha biascicato un po’…no, no ha decisamente detto entro, o santa miseria, Sara pazza ninfomane, sfacciata, volgare e pervertita, impossessati momentaneamente del mio corpo e fammi diventare improvvisamente una panterona focosa, poi, però, torna in te per quando Andrea vorrà di nuovo parlare della Ginestra o di quanto la vita secondo Schopenhauer fosse un pendolo che oscilla tra…ah…
 
“E quindi?” – aveva squittito Sara in estasi, appena aperta la porta di casa.
“Quindi mi ha…” – avevo sospeso la frase un po’ imbarazzata.
“Fottuta?”.
La finezza della mia migliore amica: “Abbiamo fatto l’amore, direi così, e l’abbiamo fatto tanto e più volte, e un po’ ovunque, e mi ha detto che mi ama ed io anche lo amo ed è tutto così perfetto, fantastico, sublime!”
La bionda mi aveva passato un biscotto al cioccolato e, con la bocca piena, se la rideva: “Beh, l’avevo anche intuito, visto che ti sei fermata due giorni in più da lui!”.
Avevo abbassato lo sguardo: “Da lui…in un hotel, insomma, per di più ogni volta che sono lì a Milano, non possiamo fare grandi cose, perché non vuole essere paparazzato, cioè non che si vergogni di me, ma dice che non vuole che la stampa si occupi della sua vita personale, insomma…quelli sono degli sciacalli, non vedono l’ora di trovare lo scoop! Chi sa cosa troverebbero da ridire se si venisse a scoprire che la sua fidanzata ha vent’anni in meno rispetto a lui…certo, sono maggiorenne, ma indubbiamente a livello etico, sai…”.
“Oh, quanto sproloqui!” – aveva esclamato Sara, mettendosi uno smalto fuscia all’alluce – “Piuttosto, aiutami a cercare un fidanzato, visto che a quanto pare tu ne hai già uno!”.
“Beh, Andrea ha un figlio della nostra età, se vuoi” – le avevo risposto io, con tono ironico.
“Ha un figlio?” – aveva domandato lei incredula.
“Già, così come tu hai appena rovesciato la boccetta dello smalto sul cuscino del divano e sarò io a dover pulire!”.
“Oh, merda! Di nuovo…”.
“Di nuovo? Cos’altro hai sporcato? Un giorno me ne andrò a vivere la sola, sappilo!” – avevo ridacchiato io, mentre brandivo la spugna, pronta a rimediare ad uno dei suoi tanti disastri.
“Comunque, come si chiama il figlio di Andrea?” – aveva proseguito la biondona, continuando a pitturarsi le unghie, incurate del cuscino macchiato.
“Non ricordo…l’ha nominato solo una volta, sai, non gli va di parlarmi della sua famiglia ovviamente, comunque un nome con la “G”, mi pare!”.
“No, quelli i cui nomi iniziano per “G” a letto non ci sanno fare, eccezion fatta per i “Guido”…loro sì…”- aveva ammiccato Sara.
“Io ho sempre creduto, invece, che i nomi con la “G” fossero per gente importante, tipo Giacomo Leopadri, Giovanni Verga, Giuseppe Mazzini, Giuseppe Verdi, Giacomo Puccini, Giovanni Pascoli, George Orwell, Gustav Klimt…”.
“Ma hai finito di fare l’intelligente ed acculturata?” – aveva sbuffato Sara.
“Ad Andrea piace quando mi comporto così”.
La mia migliore amica mi aveva guardata scettica: “Sì, ma poi ad Andrea non piace far sapere al mondo della tua esistenza…se ti ama davvero, non si fa tanti problemi, e lo sai anche tu che patisci per questa situazione, forse dovresti parlargliene, ora che il vostro rapporto ha preso una direzione chiara e precisa!”.
  
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