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Autore: melhopes    21/07/2014    1 recensioni
-SEQUEL DI "FOR A LITTLE WHILE"-
Sono passati due anni.
Melania è ormai all'ultimo anno di liceo.
Harry è sempre più incline al vagabondaggio grazie al successo riscosso dalla band.
Lei non l'ha dimenticato.
Hanno avuto il loro "Per un po' ", ma non è bastato.
Cosa accade quando si desidera il "Per sempre"?
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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(Maggio 2014)
 
La porta si aprì. Dai passi intuì fosse suo fratello minore. << Mela >>
 
 << Cosa c’è? >> chiese sporgendosi nella sua direzione.
 
 << Posso stare con te? >> e lo vide avvicinarsi all’uscio della sua camera.
 
<< Sì, ma sto studiando >> lo avvisò.
 
<< Non do fastidio >>
 
 << Puoi guardare la tv di là, se vuoi >>
 
 << No, voglio stare con te >>
 
 << Va bene, vieni >> e gli indicò la parte di letto libera al suo fianco.
 
Si accomodò senza farselo ripetere due volte. << Cosa studi? >> chiese incuriosito, lanciando un’occhiata al libro che aveva davanti.
 
 << Filosofia. Tu hai fatto i compiti? >> si informò.
 
 << Mi serve solo una mano per inglese, ma se non puoi… >>
 
 << Perché non hai portato il libro? >>
 
 << Non volevo disturbare >>
 
 Conoscendo la sua attitudine nei confronti dello studio stentò a credere alle sue parole e gli lanciò un’occhiata torva. << Dopo scendilo >> gli suggerì semplicemente.
 
 Lui annuì rumorosamente. << Posso giocare col tuo telefono? >>
 
 << Sì, prendi >> lo invitò e tornò a leggere. << Togli il volume, però >> lo ammonì in anticipo.
 
 << Sì >> e continuò senza staccare gli occhi dal display.
 
Lei, intanto, leggeva Freud ma la sua mente era completamente assente, presente in un’altra dimensione: quella del cuore. Non riusciva a smettere di pensare ad Harry, a quel comportamento assurdo. Nonostante si fosse comportato da stupido durante l’ultima chiamata Skype, si era scusato con un messaggio mostrandosi per quello che era realmente. Per quello che lei conosceva e aveva sempre conosciuto. Quella chiamata avuta con quella sconosciuta, però, era stata completamente diversa. Non aveva nulla a che fare con Harry, con il suo stile. Non dell’Harry che conosceva, almeno.  Nonostante quella ragazza l’avesse spiazzata dicendole di essere la sua nuova fiamma, nonostante l’avesse aggredita dicendole di non avvicinarglisi più, una parte di lei sapeva non fosse plausibile, nemmeno lontanamente. Incapace di concentrarsi in maniera appropriata sul libro, si alzò decisa ad andare a sciacquare il viso.
 
 << Sto andando di là, ti serve qualcosa? >> si rivolse a suo fratello.
 
<< No >> rispose.
 
 << Okay >> sussurrò e riprese a camminare.
 
<< No, aspetta. Un po’ d’acqua! >> le urlò dietro, ripensandoci.
 
Si bloccò. << Ho anche del succo, non lo vuoi? >>
 
 << Ace? >>
 
 << Non te l’avrei chiesto altrimenti >> gli fece notare.
 
 << Allora sì >> esclamò e se lo figurò piegato sul cellulare.
 
Si recò in cucina per occuparsi prima dei suoi bisogni. Gli portò il succo e andò dritta in bagno, ricordandogli di non sporcare. Si fissò nello specchio qualche istante trovandosi orribile. Era l’effetto di Harry? La confessione di George? O tutta colpa della filosofia? Non riusciva a decifrarlo. Non si era presa qualche momento per rifletterci. Tutto ciò che sapeva era che nulla era in ordine. Tutto ciò che sentiva era un enorme senso di frustrazione. Voleva solo liberarsene.
 
I suoi occhi caddero sulla lametta lasciata sul bordo del lavandino. Una strana idea le percorse la mente. La cacciò via. Tagliarsi non sarebbe servito a nulla. Aveva abbandonato quella strada tempo prima. Non avrebbe dovuto cedere. Posò delicatamente l’oggetto nel mobiletto e scosse la testa istintivamente, come a volersi scrollare di dosso gli ultimi residui di quella insana tentazione. Si sciacquò il viso, più volte. L’acqua fresca le apportava sollievo. Considerò l’idea di concedersi un bel bagno quella sera. 
 
<< Melaaaa >> urlò suo fratello.
 
 << Cosa c’è? >> si fermò con il viso ancora bagnato.
 
<< Ti stanno chiamando >>
 
 Chiuse il rubinetto per sentire meglio. << Chi è? >>
 
 << Non lo so >> ammise.
 
 << Rispondi, adesso arrivo! >> si asciugò velocemente il viso e, con ancora l’asciugamano tra le mani, corse da suo fratello.
 
 << Cosa? Non capisco >> stava dicendo alla persona all’altro capo del telefono.
 
Lo guardò interrogativo.
 
 << Non è italiano >> le sussurrò e le passò il telefono.
 
Lo afferrò e, senza nemmeno controllare, rispose. << Pronto >>
 
 << Mel >>
 
 Quel sussurro, ebbe un tuffo al cuore. Avrebbe riconosciuto quella voce tra mille ma, nonostante lo volesse, non si sentiva ancora pronta per quella conversazione. 
 
<< Haz >> ricambiò, allo stesso modo.
 
<< Ti ho mandato un messaggio >> la buttò lì.
 
<< Lo so >>
 
 << Ti avevo chiesto di chiamarmi >>
 
 << L’ho fatto >>
 
 << No >>
 
 << Sì >>
 
 << Non mi hai chiamato >>
 
 << Oh, non te ne ricordi perché eri sotto la doccia. Credevo la tua ragazza ti avesse passato il messaggio una volta uscito >> pronunciò, amara.
 
<< La mia ragazza? >>
 
 << Sì, la tua ragazza. E’ così brava a minacciare le persone ma, a quanto pare, non abbastanza da riferire una chiamata >>
 
 << A cosa ti riferisci? >>
 
 << Alla tua ragazza. A chi sennò? >>
 
 << Alla mia…? A te? >>
 
 << E’ carino che tu voglia salvare le apparenze ma non ce n’è bisogno >>
 
 << Di cosa stai parlando? Cos’è questa storia? >>
 
 << Non fare il finto tonto, non serve. Le ho parlato. Mi ha detto di lasciarti stare. Le ho dato retta >>
 
 << Con chi hai parlato? >>
 
 << Questo non dovresti saperlo? In fondo state insieme >>
 
 << Io non sto con nessun’altra! Non ho la minima idea di cosa tu stia dicendo, te lo posso assicurare >>
 
 << Quale animo nobile! >> lo derise.
 
 << Aspettavo la tua telefonata, non ho lasciato il telefono nemmeno un…Cara! >> esclamò.
 
 << Oh, vedo che stai cominciando a ricordare >>
 
 << Non so cosa ti abbia detto ma non è successo nulla >>
 
 << Oh, certo >>
 
 << Dammi modo di spiegare! >>
 
 << Non sprecare il fiato, Harry >> e attaccò il telefono.
 
 
 
 
 
*Harry’s POV*
Guardò il display, allibito. Ancora stordito provò a richiamarla ma squillò a vuoto. Era evidente non volesse parlargli e, probabilmente, se suo fratello minore non avesse risposto al suo posto, lei non l’avrebbe mai fatto. Come si erano ridotti a questo? Come poteva averla persa così? Un’incomprensione dopo l’altra. Era stato un cretino. Non avrebbe dovuto lasciarla in silenzio per un’intera settimana. Non avrebbe dovuto trattarla in quel modo, per cominciare. George? Sul serio? A cosa stava pensando? Nessuno avrebbe dovuto stringerla al suo posto. Nemmeno avendo rovinato tutto. Ma, stavolta, intuiva di non aver fatto tutto da solo. Cara. Doveva assolutamente parlarle. Doveva assolutamente capire cosa avesse combinato e perché. Uscì dalla sua camera e, più scendeva, più la sua rabbia aumentava. Arrivò al piano terra e incontrò Liam. 
 
<< Hai visto Cara? >> gli chiese a denti stretti, cercando di darsi un contegno. 
 
<< Hey, tutto bene? >> chiese preoccupato.
 
 Doveva aver intuito qualcosa non andasse ma non aveva molta voglia di spiegare. Spiegare cosa, poi? Nemmeno lui sapeva cosa fosse successo con esattezza. Scosse la testa come a voler lasciar cadere quella domanda. 
 
<< Devo parlarle urgentemente >> continuò.
 
 << Credo sia da qualche parte con Niall, non so altro >> affermò dispiaciuto dell’inutilità della sua risposta.
 
<< Mhm…grazie >> rispose flebile e lo sorpassò, proseguendo nella sua ricerca. 
 
Niall? Da quando in qua Cara passava del tempo con Niall? Da che ne aveva memoria i due non avevano mai legato. Ignorò chiunque incrociasse mentre perlustrava ogni angolo della hall, senza risultati. Proseguì nel corridoio, svoltando l’angolo. La intravide seduta sulla moquette verde intenta a scrivere qualcosa al cellulare. Nessuna traccia di Niall. Liam doveva essersi sbagliato o i due si erano separati da poco. Fatto sta che l’assenza di Niall non gli dispiacque, visti i precedenti attriti. 
 
<< Cara! >> la richiamò.
 
 Sobbalzò. << Hey, mi hai fatto spaventare! La prossima volta avvisa >> e gli rivolse un sorrisino.
 
 Non aveva mai desiderato così tanto strapparle quel sorriso dalla faccia. << Anche a me sarebbe piaciuto m’avvisassi della tua chiamata con Melania! >> tuonò.
 
 << Non era importante, no? Non ho fatto nulla >> e sorrise gentile.
 
 << Cosa cazzo dici? >> e si avvicinò.
 
 Si affrettò a mettersi in piedi per poterlo osservare dalla giusta altezza. << Avevi bisogno di una mano, te l’ho data >> si strinse nelle spalle.
 
 << Una mano? Io non avevo bisogno di una mano! Quando ti ho chiesto di interferire tra me e la mia ragazza? >>
 
 << La tua…ragazza? >> chiese disorientata.
 
 Prima che potesse risponderle bruscamente, lei continuò tra sé e sé: << Niall non mi aveva detto così >>
 
 << Ripeti un attimo >>
 
 << Niall non mi aveva detto fosse la tua ragazza >> confessò.
 
 << Niall? Cosa c’entra Niall? >>
 
 << E’ stato lui a chiedermi di farlo >>
 
 << Di fare cosa? >>
 
 << Di parlare con quella ragazza e dirle di lasciarti stare perché tu eri già impegnato >>
 
 << E perché l’avrebbe…? >> si bloccò, capendo tutto.
 
 Come aveva potuto essere così ingenuo da credere che, dopo quanto accaduto, lui non avrebbe interferito? Lui gli aveva espressamente detto di starle lontano. Era ovvio che, se le cose non fossero accadute da sole, avrebbe fatto in modo che accadessero. 
 
<< Ho sbagliato >> sussurrò.
 
 << Certo che hai sbagliato! Perché cavolo gli hai dato retta? >> alzò il tono della voce.
 
 << E’ stato così convincente. Gli ho creduto! >> si giustificò.
 
 << Cosa ti ha detto? >>
 
 << E’ venuto da me qualche giorno fa e mi ha raccontato questa storia: tu eri uscito con una ragazza, ti eri divertito portandotela a letto ma non riuscivi a togliertela di torno perché non volevi essere troppo brusco nei suoi confronti. Mi ha chiesto se avessi potuto sbrigarmela e l’ho fatto >> spiegò.
 
 << Andiamo Cara! Come puoi pensare che io tratti in questo modo le ragazze? Ti sembrava davvero plausibile? >>
 
 << Mi dispiace >>
 
 << Io amo quella ragazza. Sono già un casino di mio, non potete mettervici anche voi! >> esclamò frustrato, passandosi le mani nei capelli trattenendosi dall’urlare.
 
<< Non sapevo avessi una ragazza, non me l’hai detto! >>
 
 << Cercavo di non complicare le cose e, invece, guarda come siamo finiti! >> constatò.
 
 << Se potessi rimediare, io… >>
 
 La interruppe bruscamente: << Non puoi tornare indietro ed evitare di risponderle, quindi… >> e se ne andò, lasciandola in quel modo.
 
 In fondo, non c’era altro che lei potesse fare. Non c’era altro che potessero dirsi. E, in tutta onestà, lei non gli interessava. Nemmeno lontanamente. Tutto ciò che desiderava era poter tornare indietro. Solo di una settimana. Per cambiare l’esito di quella chiamata Skype. Per farla sorridere invece di causarle altro dolore. Dolore che aveva confessato a Michael, il quale, a sua volta, aveva cercato di chiarire ma, impossibilitato dalla sua mancata risposta, si era visto costretto ad informare Niall. La scelta peggiore che avesse potuto fare. Non aveva bisogno di un altro nemico. Di qualcuno che gli remasse contro. Sorrise, stranamente. Niall si era solo preoccupato per quella ragazza così come Michael all’inizio. Entrambi le volevano bene. Avrebbero fatto di tutto per proteggerla. Anche da uno come lui. Non poteva incolparli per essere così iperprotettivi nei suoi confronti. Non poteva, ma desiderava fortemente cacciarli entrambi. Nessuno di loro avrebbe mai dovuto intromettersi. Quello che accadeva non li riguardava. Avrebbe preferito gli avessero parlato da amici, entrambi, piuttosto che decidere di tramare alle sue spalle. Non si sarebbe mai aspettato di perdere un alleato. Non per quelle ragioni, poi. Niall non aveva nessun diritto di prendersela con lui per quella chiamata. Litigate del genere sono frequenti nelle coppie, avrebbe dovuto capirlo. Avrebbe dovuto rimanergli accanto. Avrebbe dovuto comportarsi diversamente. Lui, invece, aveva tutto il diritto di trovarlo e picchiarlo fino ad avere le nocche sanguinanti. Che fosse stato il proprio sangue o quello di Niall. Rincrociò Liam.
 
<< Hey, amico >> gli si rivolse.
 
 << Scusa Liam, non adesso >> lo liquidò.
 
 << Cosa ti succede? >>
 
 << Non è un buon momento >>
 
 Lo scrutò per qualche istante, poi gli lanciò un sorriso flebile accompagnato da: << Va bene >> e smise di prestargli attenzioni.
 
 Lo sorpassò per la seconda volta nel giro di pochi minuti.
 
 << Niall! Dove ti sei cacciato? >> urlò furioso, vagando per il piano terra.
 
<< Cosa urli? >> lo rimproverò Zayn, affacciandosi.
 
<< Trovami quello stronzo! >>
 
 << Cos’altro è successo? >>
 
 << Trovamelo >> evitò di rispondere alla domanda.
 
 Sarebbe stato troppo lungo da spiegare.
 
<< Non ti trovo nessuno se non ti dai una calmata >>
 
 << Lascia perdere >> sbuffò e tornò indietro, deciso a farsi riferire l’informazione da Cara.
 
 Se Liam aveva detto il vero, lei doveva essere stata l’ultima ad averlo visto. Doveva sapere dove si fosse cacciato. Dietro di sé sentì dei passi e immaginò appartenessero a Zayn ma se ne infischiò. La ritrovò lì dove l’aveva lasciata poco prima. L’unica cosa mutata era l’espressione sul suo viso. Poteva leggervi chiaramente il dispiacere.
 
<< Dov’è Niall? >>
 
 << Niall? Lui è…è in camera >> balbettò presa alla sprovvista.
 
Il tempo di voltarsi, diretto al piano di sopra, e si imbatté in Zayn il quale, prontamente, lo bloccò all’altezza dei gomiti.
 
<< Posso capire cosa ti succede? >>
 
 << Cosa mi succede? Cosa succede a me? Forse dovresti chiedere cosa succede a Niall! >> sbottò.
 
 << Pensavo che la questione fosse archiviata >> rispose in tono pacato.
 
<< Oh, anch’io ma evidentemente non abbiamo la stessa concezione di “archiviare” >> commentò sarcastico e cercò di liberarsi della presa dell’amico.
 
<< Non vai da nessuna parte >>
 
 << Lasciami! >> urlò dimenandosi.
 
 Zayn non si scompose più di tanto. Aumentò semplicemente la presa.
 
<< Niall ha chiesto a Cara di spacciarsi per la mia ragazza! Come pretendi che io stia qui invece di spaccargli la faccia? >> urlò.
 
 << Lui cosa?! >> pronunciò incredulo.
 
 << Hai capito perfettamente. Faceva tanto il fratello maggiore, l’iperprotettivo e poi non si è fatto scrupoli a intromettersi e a farla stare peggio >> rispose, senza smettere di dimenarsi.
 
 << Non ti lascio andare in queste condizioni, sappilo. Chissà cosa potresti combinare >>
 
 << Te l’ho appena detto, niente di che. Voglio solo spaccargli la faccia >> fece del sarcasmo.
 
 Sentiva la presa di Zayn allentarsi. Sapeva che, di lì a poco, non avrebbe più resistito.
 
 << Calmati >> lo scosse.
 
 Harry, impreparato ad una tale azione, rimase spiazzato e smise di opporre resistenza.
 
 << Andiamo a prendere un po’ d’aria, su >> gli disse lentamente, scandendo le parole.
 
 Lo vide lanciare un’occhiata al suo fianco come fosse in cerca di qualcuno. Successivamente sembrò esser riuscito nel suo intento quando quell’occhiata si trasformò in uno sguardo d’intesa con una persona che, per via del muro portante, non poteva vedere. In quei pochi secondi, tornando in sé, decise di seguirlo fuori.





SPAZIO AUTRICE: Heey! Sono tornata oggi a casa e non ho perso tempo per pubblicare. Spero che questo capitolo valga l'attesa. Se così non fosse, mi dispiace. Pubblico il prossimo (sempre per motivi di tempo) a 65 visite (visita più, visita meno) e una recensione :)

Spero abbiate avuto delle belle giornate finora :) godetevi quest'estate!
Buon proseguimento di giornata :)     

Ps. Scusate per l'update notturno. 
  
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