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Autore: BlueSon    21/07/2014    5 recensioni
Dare esami nei mesi estivi è come si dice a Napoli davvero "na bott 'nfront"... hahahahahaha...vorrei dare fuoco a tutti i libri ma ritengo sia doveroso prima studiare. XD Però nessuno mi vieta di trovare tempo e spazio da dedicare alla mia coppia preferita. La mia prima AU in assoluto. Spero di non metterci troppo nell'aggiornare la storia e spero che questa piccola follia possa piacere....baci baci BlueSon
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Chichi, Goku, Un po' tutti, Vegeta | Coppie: Chichi/Goku
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Tutto quello che posso dirti di me


Goku aveva scelto di essere un pugile non solo perchè aveva pensato che diventare famoso lo avrebbe aiutato a cercare una sua probabile famiglia. Non l’aveva fatto solo per rendere memoria alle parole della madre, ma l’aveva fatto perchè aveva capito che bisognava prendere a calci la vita. Bisognava sapere affrontare ogni ostacolo, bisognava essere preparati e pronti per rischiare di non soffrire. Per questo Goku aveva tenuto la guardia alta in tutti quegli anni: non voleva lasciarsi sorprendere, non poteva farlo. Invece era successo: la vita gli aveva dato il colpo allo stomaco più forte nella storia di tutti gli incontri di pugilato. Un colpo allo stomaco che non aveva fatto male ma bene. Un colpo che dallo stomaco era salito sino al cuore, così profondo da fargli tremare anche l’anima: si era innamorato. Senza che lui lo volesse, lo cercasse, lo desiderasse l’amore era arrivato e gli aveva stravolto l’esistenza ed è proprio l’amore il colpo più difficile da parare. Si sa che è un sentimento particolare che riesce a farti provare sensazioni contrastanti, si potrebbe dire antitetiche. L’amore è questo e il contrario di esso: è dolore e piacere, passione e distruzione, cura e malattia. Per amore si vive e si muore e Goku in quel preciso istante stava morendo. Ma mai avrebbe rinnegato quel sentimento nei confronti di Chichi. Non avrebbe mai rimpianto di averla incontrata o di essersi innamorato di lei. L’amore vero non ti crea rimorsi: l’amore vero si vive a pieno senza se e senza ma, con tutte le conseguenze, con tutto il dolore. Soffriva solo perchè la sua unica fonte di vita si trovava in sala rianimazione ancora priva di sensi. Era disposto a vendersi anche l’anima pur di vedere Chichi riaprire gli occhi e rialzarsi da quel maledetto letto d’ospedale. Il medico che l’aveva operata aveva faticato parecchio per estrarle il proiettile dallo stomaco. Durante il tragitto Chichi aveva perso molto sangue e subito era entrata in sala operatoria: bisognava estrarre il proiettile e riparare la lesione prima che i succhi gastrici infettassero altri organi. Il tempo aveva remato contro di loro e l’infezione era profonda. Il medico era stato bravo perchè aveva cercato di curare anche quella e ora bisognava soltanto aspettare. In sala d’aspetto si era aggiunto anche il signor del Toro, il padre di Chichi. Bulma gli aveva raccontato tutta la situazione nelle lunghe ore durante le quali Chichi ancora non aveva aperto gli occhi.
“Deve passare la notte.” aveva detto il medico “L’infezione aveva intaccato alcuni organi intorno allo stomaco e non è stato facile eliminarla. Possiamo solo aspettare.”
Goku non si era mosso dalla stanza in cui Chichi riposava. Aveva indossato il camice verde, aveva la cuffietta e la mascherina dinanzi la bocca. Chichi era molto debilitata: si vedeva dal suo viso bianco, dalla smorfia di dolore che aveva su quello stesso viso. Avrebbe voluto prendere a pugni ogni cosa. Avrebbe voluto urlare a qualcuno lassù che se la prendessero con lui. La notte era appena cominciata… .
 
 
Chichi non si era svegliata. Il medico la sottopose ad altri controlli. Goku era sempre lì. Non si sarebbe mosso per nulla al mondo ma Bulma aveva detto che Juma voleva parlare con lui.
“Rimango io con lei. Ci vorrà poco.”
Goku aveva acconsentito. Doveva essere lui a dare delle spiegazioni a quell’uomo non altri.
“Mi raccomando…”
“Ti chiamerò immediatamente appena si sveglia.” gli disse prontamente Bulma.
Goku uscì liberandosi di quel camice. Il signor Juma era un uomo grande e grosso. Quell’espressione di dolore sul viso faceva da contrasto al fisico d’armadio a tre ante. Goku gli strinse la mano e il padre di Chichi ricambiò la stretta.
“Bulma mi ha raccontato quello che è successo.” iniziò lui con tono grave.
“Mi dispiace moltissimo signore. Farei qualsiasi cosa per vederla stare bene.”
“Avresti dovuto non metterla in mezzo prima di tutto.”
Il tono si incupiva a ogni sillaba aggiunta. Goku non poteva dargli torto. L’aveva messa in mezzo in una situazione che nemmeno lui conosceva: un passato senza immagini. Chichi gli era stato accanto e gli aveva dimostrato che per costruirsi una vita non c’era bisogno di sapere da dove veniamo, chi e cosa eravamo. Bisognava solo iniziare a costruire qualcosa e quel qualcosa sarebbe stato la nostra vita. Goku aveva gettato le basi con lei e non sarebbe stata la stessa cosa se lei non ci fosse stata più.
“Senti Goku, io ti ammiro tanto. Ti ammiro come pugile, come campione e anche come uomo. Non dev’essere stato facile per te vivere senza un passato né tantomeno venire a scoprire così brutalmente le tue origini, ma Chichi è mia figlia. Quando mia moglie ci lasciò promisi sulla sua memoria che nessuno le avrebbe fatto del male e come puoi vedere non ci sono riuscito.”
Quell’uomo lo stava massacrando senza nemmeno sfiorarlo.
“Per questo” continuò Juma “sarebbe meglio che tu non ci fossi al suo risveglio. Sono protettivo e forse anche un po’ all’antica visto che mia figlia è grande e può fare quello che vuole ma tu che futuro potresti darle?”
“Quello che lei deciderà di avere, signore.” rispose prontamente.
Juma non lo avrebbe allontanato da Chichi. Avrebbe dovuto stenderlo e cacciarlo da quell’ospedale a calci nel sedere.
“Ragazzo, forse non ci siamo capiti. Tu hai messo in pericolo la vita della mia unica bambina. Con quale coraggio le stai vicino dopo tutto quello che le hai fatto?”
“Signore, so di aver sbagliato.”
“Bene, allora vedi di sparire da qui. Non voglio più vederti intorno a mia figlia, non me ne frega chi sei o cosa fai. Sarò disposto sempre ad allontanare bastardi come te dalla mia bambina.”
“Juma che succede?” chiese improvvisamente Vegeta che non aveva potuto fare a meno di sentire le urla del signor Del Toro.
 Veramente nessuno aveva potuto fare finta di niente visto che l’uomo stava sbandierando ai quattro venti il suo astio e la sua frustrazione. Goku poteva capirlo: lui prima di chiunque altro si sentiva colpevole per quello che era successo. Forse…forse quell’uomo aveva ragione. In fondo che futuro poteva dare a Chichi? Il signor Sonford aveva già deciso che lui doveva entrare nella sua famiglia come nipote ed erede del patrimonio di famiglia. Sarebbe stato uno scandalo e persone poco oneste avrebbero scritto malignità su di lui e su tutte le persone che gli stavano accanto. Forse anche su di lei. Era così assorto nei suoi pensieri che non si rese conto di quanto Juma gli sferrò un pugno in pieno viso. Il dolore alla mascella arrivò dopo. Vegeta si mise in mezzo cercando di fermare quel vulcano in eruzione.
“Mia figlia ancora non si sveglia. Prega Dio che lo faccia perchè in caso contrario sei un uomo morto.”
“Basta Juma, esca un po’ fuori con me.” sbottò Vegeta trascinandolo fuori.
Goku rimase solo nel corridoio con quella frase che gli risuonava ancora nelle orecchie. Occhi estranei guardavano tutti lui. Lo stavano già giudicando e lui si sentiva un mostro. Forse era vero quello che diceva il padre di Chichi. Lui non poteva essere egoista come lo era stata Monica che aveva fatto di tutto pur di tenersi stretto suo nonno. Lui non era così: lui…lui doveva lasciarla andare. Si voltò e tornò nella sala rianimazione. Doveva almeno salutarla, doveva dirle quanto fosse dispiaciuto.
 
 
“Goku, cosa diamine è successo?” chiese Bulma alzando di un tono la voce dimentica che l’amica era nel letto priva di sensi.
“Piccola discussione. Puoi lasciarci soli?”
“Cosa vuoi fare?”
“Voglio salutarla.”
“Vai via?” chiese la turchina meravigliata “Perchè?”
“Per favore Bulma, niente domande, ok?”
Bulma parlava sempre troppo e si rese conto che in quel momento doveva per forza chiudere la bocca. Si alzò dalla sedia e quando gli fu vicino gli diede una pacca sulla spalla.
“Dille che non mi fa scherzi. Non mi sposo se lei non ci sarà.” disse con un punta di rammarico.
Goku evitò di guardare la donna negli occhi perchè già sapeva che si erano riempiti di lacrime. Lui doveva essere forte, forte per lei. Quando Bulma uscì Goku si mise comodo sulla sedia al suo fianco. Prese una sua mano e la baciò teneramente.
“Ti ricordi la prima volta che ci siamo visti, Chichi? Pensavi fossi un ladro o un poco di buono. Non ti ho mai detto però cosa ho pensato io quella prima volta. Mi chiedevo se fossi o meno un’allucinazione, un ricordo che dal mio passato prendeva vita. Ho scoperto con piacere che tu eri una persona in carne e ossa, piena di amore e altruismo. Hai sposato la mia causa come se mi conoscessi da sempre e io sono stato lo stupido che voleva allontanarti. Ti ricordi? Forse sarebbe stato meglio che quella giornata tu non fossi mai tornata. Ora non ti ritroveresti qui.”
Il cuore gli si raggomitolò nel petto. Juma aveva ragione: era tutta colpa sua.
“Sì, sarebbe stato meglio. Eppure il mio cuore mi spinse a cercarti perchè aveva già capito che di te potevo fidarmi e perchè incondizionatamente si era già legato al tuo. Ti devo tanto. Tu mi hai dato un sorriso quando pensavo che non sarei più stato capace di essere felice; mi ha dato speranza quando credevo di non avere nessuno al mondo e mi hai dato l’amore quando ero convinto di non poter ricevere e provare un sentimento così forte. Sì, io ti amo, Chichi e non riesco nemmeno a immaginare una vita senza di te. Purtroppo tuo padre ha ragione: io ti ho messo in pericolo e questo non me lo perdonerò mai. Io so che sei forte, lo sei sempre stata, accettandomi per quello che ero e accontentandoti di quel poco che sapevo di me. Sii forte anche adesso amore mio, ti prego, apri gli occhi e permettimi di guardare il tuo sorriso un’ultima volta. Ti lascerò andare e tu troverai una persona che non possa mai macchiare la tua carriera, che non possa metterti in ridicolo, che non ti renda preda di pazzi con la fotocamera privi di scrupoli. Troverai una persona che possa farti sentire felice e che ti faccia dimenticare questa brutta esperienza, ma tu ora devi alzarti. Hai sentito Bulma,vero? Ha detto che non si sposa senza di te e poi sei l’unica gioia di tuo padre, l’unica figlia per la quale è disposto a tutto. Sei indispensabile qui. Ti prego svegliati, amore mio. Svegliati, ti scongiuro.” 
Strinse la sua mano tornandola a baciare e poggiò la testa sul bordo del letto cercando di tenere a freno la rabbia, la frustrazione, il dolore e le lacrime. Qualcosa in quel momento successe. La mano di Chichi che lui teneva ancora ancorata alla sua si mosse. Goku scattò subito ritto per guardarla. Le palpebre ancora chiuse si mossero e la mano strinse la sua. Goku sorrise ringraziando il cielo per l’ennesima volta ma no aspettò che aprisse gli occhi anche se avrebbe voluto tanto specchiarsi in quelle iridi scure. Le baciò le labbra con tutta la dolcezza di cui era capace.
“Non lo dimenticare mai: Ti amo. Non so cosa farò senza di te, ma sappi che Ti amo. Questo…questo è tutto quello che voglio dirti di me.” le sussurrò con un sorriso ricordando quella bellissima notte.
Uscì dalla stanza chiamando tutti e anche il dottore. Juma rientrò senza degnarlo di uno sguardo e lui approfittò che tutti si fossero allontanati per uscire da quell’ospedale, palcoscenico di tanto dolore ma anche di felicità. Lei stava bene, sarebbe stata meglio e questa era l’unica cosa che contava davvero.
 
….
 
Due settimane dopo…
Goku era in un albergo in centro. Aveva affittato quella camera dal giorno in cui aveva lasciato l’ospedale. Il signor Charles Sonford era riuscito a convincerlo ad andare da lui. Ricordava perfettamente quella conversazione.
 
“Ho delle cose da farti vedere. Foto, giocattoli, tutte cose che ho preso dalla villa il giorno in cui i tuoi genitori…be’, hai capito.”
“Signor Sonford io non sono sicuro…”
“Signor Sonford?!? Pensavo mi avessi chiamato nonno. Devo per forza essere in punto di morte per sentirmi chiamare così da te?” disse con una punta di ironia.
Goku riuscì a sorridere.
“No, però non lo so.”
“Pensaci ok? Non ti sto chiedendo di cambiare la tua vita. Voglio solo mostrarti delle cose che ti appartenevano e che ti appartengono.”

 
La curiosità aveva vinto su qualsiasi altra cosa. Forse allontanarsi un po’ gli avrebbe fatto bene. Monica Sonford era stata arrestata insieme a Cooler. Loro insieme a Freezer ancora malconcio e i suoi scagnozzi avrebbero ottenuto sicuramente l’ergastolo. Era tutto finito. Di lei, invece, non aveva più avuto notizia. Aveva perso contatti con tutti. Aveva cambiato numero per non essere rintracciato e ora stava per andarsene. Per quanto tempo non lo sapeva. Sicuramente avrebbe ripreso gli allenamenti e si sarebbe tuffato in gare su gare per dimenticare. Sorrise dinanzi a quel paradosso: aveva cercato tutta la vita di ricordare chi era, cosa avesse fatto e ora invece voleva dimenticare. La vita era proprio strana. Chiuse la valigia e la poggiò ai piedi del letto. si guardò allo specchio cercando di abbozzare un sorriso di scena. Indossava un paio di jeans blu scuro e un camicia svoltata sulle braccia con i primi due bottoni slacciati. Non aveva più i punti ovviamente già da un pezzo ma i segni rimasti sarebbero state sempre un marchio. Difficile dimenticare con quei tatuaggi sulla pelle! Sbuffò e diede un calcio alla valigia sfogando così la frustrazione. Si passò una mano tra i capelli come se avesse voluto strapparseli. Il cellulare lo distolse da quel folle tentativo.
“Pronto?”
“Goku, sono Junior.”
“Ehi, soldato. Io sono pronto. Tu dove sei?”
“Sto giù.”
“Bene, allora scendo.”
“No aspetta, meglio se vengo io. Qui ci sono molte persone. Dovresti aver bisogno di una guardia del corpo.”
“Andiamo amico sono un pugile non un attore famoso.”
“Sì, ma evitiamo di creare troppi schiamazzi. Vengo su. Aspettami.”
Goku staccò per ultimo e guardò il miracolo tecnologico come se l’avesse visto per la prima volta. Junior non si era mai preoccupato così tanto. era un tipo puntiglioso e attento a tutto ma non c’era bisogno di fare tutto quella scena. Sorrise facendo spallucce. A lui non cambiava nulla o almeno era quello che credeva. Infatti giù…
“Grazie Junior, davvero.” disse Chichi scendendo dall’auto.
“Io vado a recuperare Gohan. Fate con calma.” disse l’uomo con un sorriso malizioso.
Chichi arrossì.
“Grazie.” ripetè prima di fiondarsi nell’entrata dell’albergo.
 
 
Un giorno un sapiente disse che una vita senza ricerca non è degna di essere vissuta. Un filosofo dell’amore gli avrebbe risposto che una vita senza amore non è degna di essere chiamata vita. È difficile da credere visto che spesso l’amore si cerca senza riuscire a trovarlo ma quando è l’amore a cercare te allora non si hanno via di fuga.
Chichi con un sospiro profondo raggiunse la camera che Junior le aveva indicato. Bussò e subito fu aperta. Goku aveva solo aperto la porta senza controllare chi fosse fiondandosi un attimo in bagno per assicurarsi che non aveva lasciato nulla fuori dalla valigia.
“Junior andiamo?” chiese poi girandosi di colpo.
Quello che vide lo lasciò senza fiato e con il cuore che non gli batteva più nel petto ma in testa. Chichi era dinanzi a lui in tutto il suo splendore. Il viso era ritornato roseo con quel velo di trucco che non guastava la sua bellezza naturale. I capelli neri sciolti incorniciavano il volto. Non indossava il completa da lavoro ma una T-shirt fucsia e un jeans che le fasciava perfettamente le gambe. I tacchi come sempre non mancavano. Forse era un sogno. Poi la vide poggiare le mani nei fianchi assumendo la classica posa di sfida.
“Da quanto in qua le persone si lasciano su un letto d’ospedale senza nemmeno accertarsi che siano vive o morte?”  
Sembrava davvero arrabbiata. Eppure…eppure quel sorrisetto sprezzante e divertito faceva intendere tutt’altro.
“Come stai?”
“Adesso ti interessa, Son? O Sonford?” sorrise mordendosi il labbro inferiore.
Goku perse un battito cercando di ricollegare cervello e bocca.
“Chiamami Goku.”
“Certo. Come la prima volta.”
Sorrise anche lui a quel ricordo.
“Perchè te ne sei andato?”
“Perchè è meglio così.”
“Per chi è meglio? Per te, per me o per mio padre?”
Come diavolo faceva a saperlo? Chichi gli si avvicinò. Il suo cuore pompava come un pazzo. Il giorno in cui si era svegliata aveva sentito il calore di Goku accanto a sé per poi rendersi conto che lui se ne era andato. Inizialmente si era incazzata eppure ricordava che lui le avesse parlato. Non ricordava cosa ma sapeva che l’amava. Glielo aveva detto. Lo credeva fermamente. Aveva deciso di rimettersi in sesto presto mentre cercava di capire dove fosse. Nessuno aveva più notizie su di lui e il suo numero sembrava non fosse mai esistito. Una settimana fa era uscita dall’ospedale e si era messa alla sua ricerca. Suo padre aveva dato di matto e solo allora lei aveva capito cosa fosse successo. Ebbe la conferma da Bulma e Vegeta. Poi aveva avuto la brillante idea di chiamare Junior.
“Chichi, tuo padre non c’entra nulla. Lui ha ragione.” disse Goku riportandola alla realtà.
“Su cosa, Goku? La vita è la mia non la sua. Tu invece? Quali sono i tuoi dubbi?”
“Io…io non so se entrerò a far parte o meno della famiglia dei Sonford. Troppi scandali, troppe carte verrebbero scoperte. Già il fatto che la signora Sonford abbia divorziato dal marito e sia scomparsa dalla circolazione ha gettato sospetti. Non voglio che tu sia coinvolta in nulla di scandaloso o compromettente per la tua carriera.”
Chichi lo ascoltò e ogni parola fu una dolce nota. Messe insieme divennero musica per la sua anima. Lui non se n’era andato perchè non l’amava, ma solo perchè suo padre gli aveva messo grilli in testa.
“Perchè avete tutti questa tendenza a decidere per me? Tu e mio padre vi siete accordati ma nessuno ha pensato a quello che voglio io.”
Goku incrociò le braccia. Chichi era di fronte a lui a una vicinanza che metteva in serio pericolo il suo poco autocontrollo di prenderla e baciarla.
“Non posso chiederti questo.”
“Non me lo stai chiedendo infatti.” fece lei con un sorrisino malizioso.
“Tu hai rischiato la vita per me.”
“E credi che non lo rifarei, Goku?”
Nel silenzio improvviso che seguì quelle parole ancora una volta erano i loro cuori a parlare. Chichi poteva sentire il suo batterle nelle orecchie. Non aveva mai resistito alla bellezza di Goku ma in quel preciso istante aveva paura di toccarlo per timore che potesse ritrarsi. Suo padre aveva fatto proprio un bel lavoro. Lo aveva fatto sentire in colpa, ma lei non si sarebbe arresa. Gli si avvicinò di un altro passo. Il suo petto toccava le sue braccia.
“Goku” lo chiamò soltanto.
Lui la guardò e non capiva davvero perchè il cielo volesse fargli un regalo così importante. Che il destino volesse ripagarlo di tutto il male gratuito che gli aveva elargito? Il cuore gli stava sfondando la gabbia toracica. Stava morendo per il fatto di non poterla toccare e di non poterle ripetere quelle parole che le aveva detto in ospedale ma aveva paura. Non voleva metterla in situazioni compromettenti.
“A cosa pensi?” domandò lei.
“Penso che non vorrei mai che ti stancassi di me. Non vorrei che la vita al mio fianco fosse insopportabile e che tu fossi costretta ad andartene per colpa di voci maligne.”
“Come potrei stancarmi di te? Goku, pensaci. Non sono fuggita dinanzi a una pistola puntata e mi farei spaventare da idioti privi di scrupolo? Hai questo brutto vizio di fasciarti la testa prima del tempo.” gli fece notare.
“Mi dispiace per quello che hai dovuto subire e…”
“Non mi interessa. Ti ho detto che lo rifarei. Forse non mi credi, Goku? Non mi ami come hai detto? Io me lo ricordo sai?”
Goku alzò lo sguardo che aveva abbassato quando aveva riaperto bocca e per ascoltarla. Le sue iridi scure erano un richiamo all’oblio  e lui voleva perdersi in quel buco nero, voleva perdersi in lei. Il suo profumo gli aveva annebbiato i sensi e il suo cuore non avrebbe mai battuto così forte per nessun’altra. In un attimo l’afferrò circondandole il viso con le mani. Subito si sentì meglio. Chichi sorrise di quel gesto.
“Non devi mai pensarlo…non devi. Io Ti Amo con tutto me stesso, Ti amo da impazzire e allontanarti è l’ultima cosa che voglio, ma non puoi vivere con me.”
“Io Voglio vivere con te. Io voglio stare con te. Io Ti Amo, testone.” gli aveva quasi urlato contro.
I loro sguardi si allacciarono e per paura che potesse staccarsi da un momento all’altro Chichi lo prese per la camicia.
“Ridimmelo.” le sussurrò lui a fior di labbra.
La distanza era pericolosamente e dolcemente minima. Goku era sull’orlo del baratro e non vedeva l’ora di tuffarsi in quel mare d’amore.
“Cosa?” scherzò lei.
“Pensavo di non poterlo sentire mai più. Dimmelo, ti prego, Chichi.”
“Solo se tu la smetti di dare ascolto alle parole prive di senso di mio padre e inizi a dare ascolto a me.”
Goku rise e lasciò che una sua mano scendesse lungo il fianco di lei per poi gattonare fino alla schiena. Chichi ebbe un sussulto.
“Dimmelo.” ripetè lui soffiandole sulle labbra.
“Mi stai tentando?” chiese lei al limite della sopportazione.
“Ti sto implorando amore mio.” disse lui con un sorriso malizioso.
Goku sapeva che non poteva vivere senza di lei. Sarebbe morto com’era morto in quelle settimane. Poteva solo prometterle di proteggerla da qualsiasi cosa e cercare di riuscirci.
“Ti Amo.” sussurrò il centro dei suoi pensieri.
Goku non potette aspettare oltre e come una dolce valanga si abbattè sulle labbra di lei. La strinse così forte quasi stritolandola ma Chichi non provava dolore. Un fuoco dentro di lei prese vita, si accese dal nulla incendiandole ogni fibra del corpo. Le sue mani si appesero alla camicia che dopo poco iniziarono a sbottonare. Goku intrufolò la mano di prima sotto la maglietta e le sganciò il reggiseno. Aveva voglia di lei. L’avrebbe voluta senza mai saziarsi.
“Promettimelo, Goku” disse Chichi fermando quel bacio “promettimi che mai più ti allontanerai da me. Lo farai solo quando smetterai di amarmi.”
“Allora non lo farò mai.” Sorrise lui di rimando.
“Questo è tutto quello che puoi dirimi?” scherzò lei.
“Aspetta, allora tu…tu hai sentito quello che ti ho detto?”
“Qualche parola, Son, ma ero troppo debilitata per darti un pugno.” confidò lei sferrandogliene proprio uno sulla spalla. 
Goku sussultò ma non sciolse la presa.
“Sai che mi hai fatto il solletico?” le ricordò lui.
“Stupido! Allora? Questo è tutto quello che devo sapere?”
Goku rise come non faceva più da troppo tempo.
“Sì, questo è tutto quello che posso dirti di me. Tutto quello che devi ricordare di noi. Ti basta?”
“Per tutta la vita.”
Tornarono a baciarsi e non ci fu più spazio per dubbi o ripensamenti. L’amore non ti permette di tornare indietro perchè l’amore ti prende e non ti lascia: puoi cercare di evitarlo ma il dolore e la sofferenza ti ricordano che lui è dentro di te e se non ti fa bruciare per la passione e la felicità lo fa per ricordarti la sua presenza. No, all’amore non si sfugge.
Chichi aveva sbottonato la sua camicia e senza che le loro labbra si staccassero ancora gliela sfilò. Goku la lasciò un attimo per liberarsi proprio della camicia e poi come una furia la strinse ancora. Prendendola per il glutei la invitò a circondargli la vita con le gambe. Gli piaceva tanto quella posizione. La sentiva sua in maniera assurda. Mantenendola per la schiena le permise di disfarsi di maglietta e reggiseno già sganciato. Quella che i suoi occhi gli mandarono dritto al cervello era l’immagine non di una donna ma della sua dea. Le baciò il collo portandola verso il letto. Prima che lui le si avventasse sopra Chichi gli sbottò i jeans che abbassò fino ai piedi insieme ai boxer. Goku si tolse veloce le scarpe e poi allontanò il resto con un calcio. Si abbassò per fare lo stesso con lei. La liberò dei tacchi vertiginosi che tanto lo facevano impazzire e degli indumenti del piano di sopra. Quando si rimise dritto Chichi lo apprezzò in tutta la sua bellezza: mai si sarebbe abituata a quella vista salutare per il suo cuore e la sua anima. Goku però lasciò che i suoi occhi cadessero sulla ferita che Chichi portava sulla pancia, all’altezza dello stomaco. Piano salì sul letto e si mise a carponi su di lei per poi abbassare la testa e accarezzare quel marchio. Anche lei non avrebbe mai potuto dimenticare e questo gli bloccò un attimo il battito cardiaco accelerato per l’amore forte che provava per lei. Chichi intuì tutto quando Goku le baciò il punto. Approfittò di quel momento per  mettersi su di lui.
“Perdi tempo?” gli chiese con un sorrisetto divertito.
Goku si era fatto improvvisamente serio
“Mi dispiace.”
“Ti ho detto che non importa e ora o fai l’amore con me o me ne vado e non mi rivedrai più.”
Altra brusca frenata: il suo cuore sembrava un corridore di formula 1 che tra sterzate e cambi di marcia cercava di portare a termine quella gara. L’afferrò mettendosi seduto per poi portarsela giù con lui.
“Non lo dire mai più.”
“Tu smettila.”
“D’accordo.” disse sistemandole una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
“Stacca il cervello e baciami.”
Goku obbedì senza protestare. Amava quella donna per quel carattere forte e spavaldo. Non avrei mai cambiato nulla di lei. Nulla. Chichi si strusciò sul suo corpo accelerando i tempi. Goku soppresse un gemito afferrandola per i fianchi. Chichi gli baciò il collo scendendo sul suo petto e sull’addome. Erano scolpiti nel granito. Goku chiuse gli occhi amplificando quella dolce sensazione. Non per questo restò senza far niente. Una mano salì su un seno per portarlo alla sua bocca. Lo leccò come il più buono dei gelati. Chichi gettò la testa all’indietro. Goku tornò a stare sopra e a torturarla. Erano pronti: i loro corpi caldi, rimasti separati per troppo tempo, i cuori febbricitanti, le anime incastonate. Le fu dentro provocandole brividi per tutto il corpo. Ogni parola venne soffocata, ogni dubbio represso, ogni sospiro divenne un gemito. Raggiunsero il piacere dopo poco beandosi di quella irruenza,di quella potenza dovuta alla troppa mancanza. Goku non si spostò e Chichi non glielo permise. Non c’era bisogna di evitare qualcosa che si desiderava. Goku rotolò al suo fianco abbracciandola. Il contatto era ancora forte e sembrava davvero che non volesse staccarsi.
“Chi ti ha accompagnato?” chiese dopo qualche minuto di silenzio.
“Junior, l’unica persona che sapeva dove fossi.” 
“Ti ha detto a che ora tornava?” le chiese con un sorriso tutt’altro che malizioso.
Chicchi arrossì.
“Ha detto che andava a prendere Gohan.” 
Senza dire altro, l’uomo si alzò alla ricerca del suo telefono che era scivolato sul pavimento della camera insieme ai jeans. Chichi lo vide comporre un numero.
“Pronto, Junior?”
“Ehi, amico, pensavo non dovessi sentirti per un po’.”
Goku rise e Chichi si sentì in Paradiso. Vederlo così rilassato e felice era una gioia anche per lei.
“Senti, per te  un problema se ci vediamo direttamente all’aeroporto? Credo prenderemo il volo in tardo pomeriggio. Sai, devo mettermi sotto con gli allenamenti.”
Chichi divenne rossa come un pomodoro.
“Hai tutta la mia approvazione.” sghignazzò l’amico dall’altra parte “Ti lascio allora. Buon allenamento.”
Goku staccò la chiamata e poi ritornò sul letto dove la sua ninfa lo guardava imbarazzatissima.
“Potevi essere meno esplicito, amore mio?”
“Anima mia, cosa credi che Junior abbia pensato quando sei scesa dalla sua macchina per venire qui?”
Chichi ricordò il sorriso malizioso dell’ex soldato.
“Oh mio Dio.” disse nascondendo il viso tra le mani.
Goku però gliele tolse subito per specchiarsi nei suoi occhi. La incollò al suo corpo che si stava già risvegliando. Chichi potè sentirlo e l’imbarazzo sparì da quel viso angelico. Erano uno di fronte all’altro. Goku prese una sua gamba e la portò piegata all’altezza del suo fianco. Chichi notò che i giochi sarebbero ricominciati presto.
“Hai impegni?”
“Niente che non può essere risolto o rimandato.”
“Vuoi venire con me a Sidney? Solo per qualche giorno.”
“Verrei ovunque con te.”
Goku rise baciandola.
“Ok, ma c’è tempo.”
“Cosa vorresti fare sentiamo?” chiese Chichi divertita.
“Voglio tastare la comodità di questa camera.”disse fermando ogni parola con un bacio “Mobile… tappeto…doccia…”
“Mi stai chiedendo di fare l’amore con te in tutti questi posti?”
“Veramente io volevo solo vedere che nulla fosse in disordine, ma la tua idea mi piace di più.” scherzò tornandola a baciare.
“Ti Amo, stupido.”
“Anch’io, amore.”
 
 
Un paio di mesi dopo…
“Viva gli Sposi.”
“Evviva!”
“Auguriiiiii!!”
Giornata d’amore, giornata perfetta per celebrare un sacramento così importante. Tutto è importante quando si tratta di amore. Bulma e Vegeta si erano appena sposati. Fuori la Chiesa il riso era volato a palate e tutti erano contenti. Nulla sarebbe potuto andare storto, nemmeno se fosse crollato il mondo. Chichi aiutò Bulma con la coda del favoloso vestito principesco per salire in macchina. Lei e Goku erano i testimoni. Lui e Vegeta erano diventati grandi amici: erano stati affini sin dall’inizio e infatti sembravano conoscersi da sempre. Goku si mise alla guida di una fantastica Mercedes e Chichi era al suo fianco. Indossava un vestito blu cobalto con un spacco decisamente poco casto. Goku aveva dato di matto ma lei lo aveva calmato dicendole che solo lui avrebbe potuto vedere quello che lo spacco non riusciva a mostrare.
 “Dopo questa giornata sarai libero di togliermelo.” gli aveva sussurrato lei mentre uscivano dalla Chiesa.
Era stata una fortuna perchè Goku aveva dato libero avvio a una serie di pensieri poco consoni durante una celebrazione.
“Oh mio Dio, Vegeta, siamo marito e moglie.” aveva detto Bulma che minacciava di macchiare pericolosamente il vestito con tutte quelle lacrime piene di trucco.
Ma non si può frenare la gioia, l’emozione, l’amore. Vegeta le circondò le spalle con un braccio e stringendola forte la baciò.
“Sei tutta la mia vita.” le sussurrò all’orecchio anche se sapeva che gli altri potevano sentirlo.
In quel giorno però non avrebbe fatto il distaccato e il taciturno come suo solito. Voleva gridare ai quattro venti quanto fosse felice.
“Non vedo l’ora che arrivi questa sera.” le continuò a spifferare malizioso nelle orecchie.
“Ehi, Vegeta, datti una calmata” disse Goku guardandoli dallo specchietto retrovisore. “Altrimenti avvisiamo gli invitati che gli sposi sono già partiti per il viaggio di nozze.”
Risero tutti e quattro per quell’ammissione. I brutti momenti erano dimenticati. Come l’estate che scioglie il gelo invernale così la felicità aveva eliminato ogni traccia di quella brutta esperienza.  Chichi era finalmente felice anche perchè doveva dare al suo unico uomo una notizia stupenda. Goku le aveva chiesto già di sposarlo. Lo aveva fatto dinanzi a tutti e già molti giornali parlavano dell’evento. Ma a lei non importava della cosa. Voleva solo vivere con il suo Goku. Questi aveva accettato il suo passato. Le cose procedevano con calma ma il signor Sonford era entrato a far parte della loro vita e tutto quello che era successo sembrava non contare più. Certo, il ricordo dei genitori di lui sarebbe stato vivo per sempre nei loro cuori ma il male che aveva portato alla loro morte e a quella brutta storia non avrebbe più nociuto. Il gruppetto viaggiò per un’ ora circa per arrivare nel luogo prestabilito per l’anteprima. Era una località marittima. Bulma adorava il mare e quella era stata una delle tante sorprese che Vegeta aveva organizzato per la giornata.
“Allora, facciamo qualche scatto prima con gli sposi poi si aggiungono i testimoni.” aveva detto il fotografo. Così i tre si erano allontanati. Goku era appoggiato alla macchina con le braccia incrociate. Lo smoking gli donava parecchio. Chichi sorrise al passaggio di pensieri poco candidi. Goku sarebbe stato bene anche con indosso solo un sacco dell’immondizia! Goku si accorse del rossore sulle sue guance.
“Stai pensando a quello che sto pensando io?” chiese lui malizioso.
“Non so. Tu a cosa stai pensando?”
“A quando ci sposeremo anche noi.” sorrise raggiante.
Chichi guardò l’anello di diamanti che veniva colpito dal sole.
“Solo questo?” chiese con il suo tono divertito.
Goku le si avvicinò afferrandola dolcemente.
“Ovviamente no. Stavo pensando anche a quando potrò liberarti da questo vestito. Se solo qualcuno poggia il suo lurido sguardo su di te è un uomo morto. Lo sai vero? Avrai tanti morti sulla coscienza.”
Chichi sorrise baciandolo con trasporto.
“I testimoniiiiii!!!” urlò Vegeta “Venite o volete andare voi in viaggio di nozze?”
Risero raggiungendoli.
“No, con calma Vegeta.”
Iniziarono gli scatti.
“Ok” disse il fotografo dopo poco “Spostiamoci più in là.”
Il gruppetto obbedì. Stavano camminando e Chichi decise che quello era il momento adatto.
“Forse io e te non possiamo parlare di calma, Goku” disse Chichi con tono divertito.
“Perchè? Che succede?”
Tutti e tre si fermarono per guardarla con attenzione. Il più preoccupato era Goku. Che ci avesse ripensato?  Chichi sorrise quando Goku le si avvicinò circondandole il viso con le mani. Ogni volta che lo faceva lei moriva dalla voglia di saltargli addosso.
“Dico solo che noi non siamo fatti per agire con calma.”
“Perchè?” chiesero in coro Bulma e Vegeta.
Chichi guardò prima loro e poi il suo unico amore.
“Allora?” chiese Goku preoccupato.
Chichi mise fine a quella curiosità.
“Sono incinta Son.” sparò di un fiato.
Un silenzio assordante si impadronì del momento dopodichè Goku la prese in braccio facendola roteare. Chichi rise di gusto mentre Vegeta e Bulma sorrisero baciandosi. Non c’è limite alla felicità né tantomeno all’amore.
“Ti Amo da impazzire, lo sai?” le disse Goku mettendola a terra “Hai fatto di me l’uomo più felice del mondo.”
“E tu la donna più felice.”
“Eh no, tesoro,” le fece eco Bulma “la donna più felice del mondo sono io.”
Risero tutti e quattro felici come non mai.
“Che ne dite di un pareggio?” propose Vegeta.
Risero ancora annuendo. Sì, era tutto finito e quella vita che Chichi e Goku avevano iniziato a costruire stava diventando il castello più bello mai visto. No sarebbe mai finita tra di loro, mai si sarebbero lasciati perché quando l’amore vero ti sceglie non puoi far altro che annuire e accettare.

 

Fine

 
 

Ragazzeeeeeeeeeeee!!
Chiedo venia per questo ritardo. :( Non era davvero nei miei programmi ma purtroppo gli imprevisti succedono soprattutto quelli brutti che vorresti non accadessero mai. :( L’importante è andare avanti. Io l’ho fatto con questo lungo e ultimo capitolo. Spero che la storia vi sia piaciuta e vi abbia emozionato. In caso contrario accetto anche le critiche costruttive. :D
Non vorrei rendere i ringraziamenti più lunghi della storia quindi cercherò di essere breve e concisa. Ringrazio in particolare le perle che mi hanno accompagnato in questo viaggio:
dragonlove00,
Androide N 18
e Cri Cri.
Ringrazio coloro che hanno seguito la mia storia, chi l’ha inserita nelle preferite e chiunque la inserirà tra quelle da ricordare. Ringrazio i futuri recensori (spero che ce ne saranno altri..hihihihihi…) e ringrazio coloro che in silenzio hanno comunque ampliato le visualizzazioni. Vi aspetto per questa storia e per le prossime a venire. Spero davvero che questa folle idea vi sia piaciuta e che ci “rincontreremo” presto. Ancora perdono per il ritardo. Un bacio enorme. BlueSon   

  
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