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Autore: fantasy28    21/07/2014    3 recensioni
Ciao! Questa é la mia prima storia in assoluto quindi siate clementi. Vi viene spesso su questo fandom saprà che ho cambiato l'introduzione. (Questa è la terza volta). Lasciando stare le mie dubbie capacità sulle introduzioni lascio spazio alla storia.
Amu era spaventata. Era spaventata perché le era piaciuto. Non aveva mai provato emozioni così intense, con nessuno. Nessuno si era mai comportato così con lei. Lei che veniva temuta ed ammirata da tutti per il suo atteggiamento freddo e distaccato. Quell’atteggiamento che allontanava gli altri. Ma nessuno sapeva o capiva che quella era solo una maschera, una facciata per nascondere la sua timidezza e la sua insicurezza. Mentre a lui sembrava non importare. LUI forse la capiva.
Spero che vi abbia incuriosito(nonostante la mia penosa introduzione
Genere: Dark, Erotico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Amu Hinamori, Ikuto Tsukiyomi
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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L’uomo iniziò a trascinarla per i capelli con tutta la forza che possedeva. La ragazza piangeva fiumi di lacrime e strepitava.
-Mi lasci andare, la prego. La supplico!
La fanciulla ormai gridava e le lacrime non si fermavano. Lei opponeva resistenza, inchiodando i tacchi nel terreno. Di conseguenza l’uomo in quanto ubriaco, spazientito e arrabbiato non ce la fece più.
-Ehi ragazzi datemi una mano! Che questa puttana è più forte di quel che sembra. Ma dopo che avremo finito diventerà docile come un agnellino.
L’uomo scoppiò a ridere, mentre il puzzo di alcol pizzicò le narici della ragazza, che invano cercava di liberarsi. L’ubriaco le lasciò andare i capelli e le strattonò il braccio, mentre quello libero venne afferrato da un altro tizio. Questo era biondo con tre piercing sul sopracciglio sinistro e uno sul labbro superiore. Le maniche della maglia erano state arrotolate per mettere in mostra i tatuaggi che nonostante la poca illuminazione si potevano notare.
-Vi prego lasciatemi andare! Vi scongiuro!-                                                     
I quattro scoppiarono a ridere, notando il terrore nelle parole della fanciulla.
-Che cos’è tutto questo baccano? Per colpa vostra non ho potuto cenare.
Una voce. Maschile, senza dubbio. Quella voce riuscì a far zittire i quattro balordi. Si guardarono tra di loro, mentre il cuore della ragazza si riempì di speranza e gioia.” Finalmente qualcuno è venuto a salvarmi” pensò sollevata.
-Oh beh! Per ripagarmi consegnatemi la ragazza che avete gentilmente tenuto da parte per me.
Il cuore venne stritolato in una morsa di terrore puro, mentre le lacrime che prima avevano fermato la loro discesa, ricominciarono a cadere. Questa volta però la ragazza pianse in silenzio, attendendo la svolta degli eventi.
L’uomo che prima aveva colpito, iniziò a ridere in modo baritonale. Poi, smise all’improvviso guardando davanti a sé. Infatti, il proprietario della voce era nascosto nelle tenebre.
-E tu credi che ti consegnerei questo bellissimo confettino? Povero illuso. E comunque tu chi sei?
-Chi sono io? Sono il tuo peggior incubo.
Poi non ci fu più spazio per le parole. Colui che agiva nell’ombra, si muoveva nel buio senza provocare alcun suono. I quattro invece si guardavano intorno e incassavano colpi a non finire. La fanciulla aveva chiuso gli occhi terrorizzata e aspettava in silenzio. Gli unici suoni che percepiva erano i lamenti dei quattro ubriaconi e il tonfo dei loro colpi quando cadevano a terra. Poi, più nulla.
-Puoi aprire gli occhi ora.
“Di nuovo quella voce”pensò la ragazza. Nonostante fosse impaurita aprì gli occhi. Ciò che vide le fece smettere il cuore di battere. Fu questione di un attimo, ma bastò a toglierle il fiato. Davanti a lei un ragazzo. Alto, slanciato e bellissimo. La pelle rifletteva la luce lunare, come se fosse fatta di porcellana. I capelli di un blu scuro, più scuri della notte stessa. Più scuri di una notte senza stelle e senza luna. Poi gli occhi. Quegl’occhi erano la cosa più bella che avesse mai visto. Erano color ametista e sembravano leggerle dentro. Lo sguardo del ragazzo era uno sguardo di chi sa tante cose, uno sguardo “antico”. Perso nel tempo. Gli occhi di lui erano spenti come se avessero visto tutto. Uno sguardo “immortale”.Ma mancava qualcosa. “No, non qualcosa. Manca un sentimento. Manca qualcuno”pensò la fanciulla. La voce di lui la ridestò dai suoi pensieri.
-So’ che sono bellissimo. Di una bellezza innaturale. Ma non mi consumare.
Sul viso di lui si formò un ghigno di scherno. La ragazza arrossì violentemente.
-C-come osi! Non ti stavo guardando e comunque cosa vuoi fare con me? Mi porterai via come loro?-, chiese mentre puntava l’indice verso i quattro che russavano sul freddo asfalto.
-Certo, certo. Comunque mi pare di aver già setto le mie intenzioni prima. Ti porto con me.
La ragazza sbiancò vistosamente. Il ragazzo invece, alzò un sopracciglio. Sospirò.
-Non ti farò nulla- la guardò con la coda dell’occhio- per ora
La fanciulla arrossì di nuovo e iniziò a balbettare
-C-come s-sarebbe a dire per ora? Comunque io mi chiamo Amu. Amu Hinamori.
-E tu? domandò la ragazza.
-Vieni avvicinati. Te lo dirò nell’orecchio- disse il ragazzo. Amu protestò arrosendo e balbettando. Ad ogni modo obbedì. Si avvicinò al ragazzo dagli occhi ametista, mentre lui avvicinava la bocca al suo orecchio.
All’improvviso la ragazza balzò all’indietro e arrossì violentemente.
-Mi hai leccato l’orecchio!-strillò imbarazzata. Al che il bel ragazzo iniziò a sogghignare.
-Allora tu chi sei?- insistette Amu tornando seria
-Io? Io sono Ikuto Tsukiyomi.
Ikuto la squadrò da capo a piedi. Partì dalle gambe lunghe e diafane. Il ragazzo si scoprì leccarsi le labbra e ghignò silenziosamente. Continuò con la sua analisi girandole intorno. La ragazza lo osservava, mentre le guance le si imporporavano. Il ragazzo provò una sorta di piacere vedendola arrossire. Velocemente con lo sguardo arrivò al collo flessuoso e chiaro di lei. Alla vista sembrava estremamente vellutato. Ad un tratto si ritrovò due occhi color miele fissarlo. Sgranò gli occhi sbalordito. Quegli occhi lo guardavano con interesse, ma non nel modo in cui lo guardavano le altre donne. Era pura curiosità. Una strana sensazione lo colpì. La voce di lei lo investì.
-Ikuto?
Vide le sue labbra piene e rosse come il sangue muoversi. Il suo nome pronunciato da lei, da quelle labbra aveva un suono completamente diverso. Quelle labbra, desiderava assaggiarle, toccarle , leccarle,morderle. Finchè non le sarebbero sanguinate ed avrebbe provato il loro sangue. Di nuovo la strana sensazione di prima gli afferrò il cuore. Riprese il controllo di se stesso.
-Non capisco- mormorò guardandola
-Cosa non capisci?-domandò lei, pesierosa imbronciando le labbra. Ikuto non riusciva a staccare lo sguardo da quelle labbra.
- Non capisco il fatto che sei stata quasi rapita da quattro uomini quando sei piatta come una tavola
- COSA!-urlò Amu furiosa scatenando le risa del ragazzo.

Angolo autrice: Ehilà! Eccomi con il secondo capitolo. Finalmente ha fatto la sua comparsa il fantastico Ikuto <3 Quanto adoro quel ragazzo! Ah, ho dimenticato di avvertirvi che il rating forse salirà. Non ancora deciso quando ma succederà. Ringrazio i lettori silenziosi e cristie13. Sappi che ti adoro! Bene ora vi lascio ci vediamo al prossimo capitolo.
  
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