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Autore: Layla    21/07/2014    1 recensioni
“Cosa c’è, May?”
Le chiedo quando rientro.
“C’è un’unica soluzione, Sophie.
Dobbiamo andare in California da Wendy.”
“Non ci vorrà mai.”
“Io dico di sì e poi ormai non abbiamo scelta, nessuno ci ospiterà qui a New York.
Nessuno.”
Io sospiro.
“Hai ragione.”

{Seguito di "A love like war"
Genere: Generale, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zack Merrick
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Prologo:the drops of rain they fall all over

 

15 settembre 2013

 

La pioggia batte monotona sulle finestre di casa nostra, nessuno si cura di abbassare le tapparelle: abbiamo una colf che pulirà i vetri fino a farli scintillare domattina.
Anche se non avessimo una colf il clima nella stanza è troppo teso perché qualcuno si muova e faccia qualcosa.
Mia madre è seduta sul divano bianco del salotto, indossa un abito bianco con i bordi neri di Chanel, fuma elegantemente una sigaretta con le gamba accavallate.
Nei suoi occhi di ghiaccio non c’è niente, né comprensione né amore, solo gelida furia. May è seduta su una poltrona davanti a lei e io su un’altra poltrona.
“May, cara, potresti ripetermi quello che hai detto?”
Interrompe il silenzio con una domanda dal solito tono salottiero.
“Mamma, sono incinta e non so chi sia il padre.”
“Complimenti, deficiente.
Pensavo che l’unica fonte di problemi in questa casa fosse quella pazza di tua sorella, invece mi sbagliavo. Pensavo che almeno tu fossi normale, frequenti le feste, hai gli amici giusti, pensavo di essere riuscita a insegnarti qualcosa.
Contano solo i soldi, tesoro e una buona reputazione.
Tu non puoi e non devi avere un bambino, ne va dell’onore della famiglia.
Domani chiamo il mio ginecologo di fiducia, così abortirai e poi potrai conoscere il tuo futuro marito, che è assolutamente favoloso.”
Il che significa che è una faccia di culo che ama solo i soldi e il lavoro e se ne frega della famiglia.
“No, mamma.
Innanzitutto sono incinta di quattro mesi e non posso abortire e anche se potessi non lo farei. Io voglio tenere questo bambino.”
May abbassa la testa, lasciando che i suoi lunghi capelli biondi le coprano la faccia.
“Alza la testa, voglio vederti in faccia, cretina!
Ripetimi quello che hai detto.”
“Sono incinta di quattro mesi e voglio tenere il bambino.”
Lei la guarda gelida, fa venire la pelle d’oca quando fa così.
“Prego?”
“Voglio tenere il bambino.”
Lei spegne la sigaretta con un gesto secco.
“Bene, allora va in camera tua e impacchetta le tue cose. Non c’è più posto per te in questa casa, non farti mai più rivedere.”
May si alza e se ne va in camera, ora tocca a me.
“E tu, puttanella inutile?
Andrai a letto con Deanna?”
“NO!”
Lei mi guarda ancora più furiosa di prima.
“Cosa?”
“Hai capito bene: NO!
Non sono lesbica e non voglio fare esperienze del genere, nemmeno per ottenere un lavoro.
Quella donna può andare a farsi fottere per quanto mi riguarda!”
Lo schiaffo arriva inatteso.
“Non parlare così e fai quello che ti dico! Hai già rovinato abbastanza questa…”
“NON ME NE FREGA UN CAZZO! HO SEMPRE CERCATO DI FARE COME VOLEVI TU E QUESTO E’ IL RISULTATO! ADESSO FACCIO QUELLO CHE DICO IO!”
Le urlo in faccia, ma lei non si scompone.
“L’ho sempre saputo che eri inutile, Sophie, adesso per favore vattene da questa casa e non tornare mai più.”
Dopo averle lanciato un ultimo sguardo carico d’odio vado in camera mia e comincio a impacchettare tutte le mie cose. Carichiamo tutti i nostri averi nella macchina di May e poi cominciamo a chiamare i nostri amici.
Abbiamo bisogno di qualcuno che ci ospiti mentre cerchiamo un lavoro e un nuovo appartamento, ma questa richiesta sembra impossibile da soddisfare.
Qualcuno ha già l’appartamento pieno, qualcuno aspetta i parenti, altri dicono che non vogliono immischiarsi.
Insomma, dopo il temporale quando il sole fa capolino su New York giusto per tramontare, non abbiamo un posto dove andare.
“Ho fame.”
Borbotta May.
Io guardo i soldi nel portafoglio, ovviamente possiamo permetterci un Mac Donald, ma non bastano per una caparra per un appartamento.
Scendiamo dall’auto per mangiare e mentre mangiamo i nostri hamburger capiamo che quelli che per anni abbiamo chiamato amici in realtà non lo erano, erano solo persone che ci accettavano per i nostri soldi e per il nostro cognome.
Finito di mangiare, torniamo in macchina, May si tiene protettivamente la pancia tra le mani, come se qualcuno potesse farle del male.
“May, davvero non sai chi sia suo padre?”
“No, non lo so. A un certo punto della festa ho preso una di quelle pastiglie che ti mandano fuori di testa e da allora non mi ricordo cosa sia successo, probabilmente ho anche scopato con più persone.”
“Ecco, perché hai fatto il test per l’aids.”
Mi dico.
“Esattamente e sono stata fortunata che nessuno di loro fosse sieropositivo.”
“Che cazzo facciamo?”
“Proviamo ancora a chiamare domani.”
E così finiamo per dormire in macchina.
La mattina dopo siamo piene di dolori, continuiamo a chiamare persone per tutto il giorno, ma sembra che nessuno ci voglia.
Il jet set ci ha preso a calci in culo e ci ha fatto capire che non siamo degni di loro.
Alla fine del secondo giorno il sole tramonta ancora e non abbiamo più fame.
Mia sorella guarda meditativa il fumo della mia sigaretta che sto fumando fuori dalla macchina, sembra che stia pensando a qualcosa.
“Cosa c’è, May?”
Le chiedo quando rientro.
“C’è un’unica soluzione, Sophie.
Dobbiamo andare in California da Wendy.”
“Non ci vorrà mai.”
“Io dico di sì e poi ormai non abbiamo scelta, nessuno ci ospiterà qui a New York.
Nessuno.”
Io sospiro.
“Hai ragione.”
Con gli ultimi soldi rimasti prenoto due biglietti di sola andata per San Diego e incarico un’azienda di trasporti di portare tutto all’indirizzo di Jack.
La mattina dopo diamo al camion dell’azienda i nostri scatoloni e poi andiamo all’aeroporto, carichiamo le valige che abbiamo fatto ieri sera.
Quando chiamano il volo per Los Angeles il mio cuore salta un battito.
E se anche Wendy non ci volesse?

Angolo di Layla

Eccolo, il seguito.
Spero che qualcuno commenti o non so se aggiornerò (odio queste cose, ma ci sono rimasta male per le zero recensioni).

   
 
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