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Autore: Anaslover    22/07/2014    2 recensioni
Due ragazze, Sierra e Isabelle, e quattro ragazzi, Michael, Ashton, Calum e Luke, si trovano ad affrontare l'esperienza più incredibile della loro vita. E tra litigi, amori, pianti e sentimenti travolgenti dovranno far fronte ai problemi che li metteranno alla prova.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Luke Hemmings, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Ciao mamma. Oggi non abbiamo in programma di fare nulla. Stasera però una ragazza che abbiamo conosciuto, Cindy, ci porta a fare un giro, con le sue amiche. Non che ne abbia molta voglia, ma almeno possiamo conoscere qualcun altro."

Al mio risveglio non trovai nessuno a terra. Per un attimo mi sfiorò il pensiero che Luke mi avesse lasciata li, ma mi resi subito conto che fosse una stupidaggine.
Non appena mi fui sistemata, scesi le scale trovandolo con Mary Anne seduto a tavola.
"Ciao piccola. Vieni mangia qualcosa." mi incalzò calorosamente l'anziana signora.
Alla mia vista, Luke non ci mise molto a finire quello che aveva nel piatto e ad alzarsi.
"Vado a recuperare la moto. Tu sei pronta?"
Annuii, prima di vederlo sorpassarmi con impressionante indifferenza.
E proprio con la stessa indifferenza tornammo indietro, fino al meccanico dove Luke lasciò la moto, e poi proseguimmo a piedi.
"Si può sapere che ti ho fatto?" domandai, facendo quello che mi ero ripromessa essere l'ultimo tentativo di chiarire quella storia.
"Niente."
"Allora guardami in faccia quando ti parlo e non mi ignorare." sbottai alzando il tono di voce.
"Non ho niente da dirti Sierra, va bene? Ora lasciami stare."
Mi voltò le spalle prima che potessi formulare un pensiero sensato per poter controbattere. E ancora una volta l'aveva avuta vinta.
Forse il problema tra me e Luke era proprio questo: ogni volta era una gara a chi aveva l'ultima parola.
E quella gara nell'ultimo periodo lui la stava vincendo troppo spesso. La conseguenza di questo era che il mio rancore nei suoi confronti cresceva. Non era qualcosa di personale, semplicemente era il mio carattere.
Ci avevo sperato, però, che qualcosa sarebbe potuto cambiare. Io non mi divertivo di certo a litigare con lui. Ma non ero disposta a lasciar correre. Se mi sentivo provocata, rispondevo per le rime. E non sarebbe certo stato Luke Hemmings a farmi cambiare.
"Cavolo, dove sei stata? Mi hai fatto preoccupare." la voce di Isabelle suonava come un rimprovero e di quello non ne avevo proprio bisogno.
"Lascia stare. Non ho voglia di parlarne."
"Sei sparita per un giorno e una notte, avrò il diritto di sapere dov'eri. Non sapevamo che fine avevate fatto. Stavamo per chiamare la polizia." 
"Beh, ma ora siamo qui e stiamo bene, ok? - alzai la voce, pentendomene all'istante - Vorrei solo riposarmi un po' e gradirei che tu non mi facessi il terzo grado." moderai il tono di voce per completare la frase.
Isabelle abbassò lo sguardo, mortificata per la mia risposta, mentre raggiungeva il letto e vi si sedeva sopra.
Come era possibile? Perché qualunque cosa io dicessi era sbagliata? Perché sbagliavo le parole, sbagliavo i toni?
"Isabelle, scusami. Sono nervosa e voglio solo dimenticare gli avvenimenti dell'ultima giornata."
"Tu non parli più con me, Sierra." il suo tono era rassegnato, dispiaciuto, la testa ancora bassa.
"Cosa?"
Mi avvicinai al letto, sedendomi accanto a lei.
"È così. Da quando siamo qui non mi dici più nulla, specialmente dopo che l'altro giorno abbiamo parlato di Luke."
Ero sfinita. Non ne potevo davvero più di lui e di come aveva preso il controllo della mia vita.
"Senti, Luke mi detesta e me ne ha dato l'ennesima prova. Sono solo di cattivo umore. Ti assicuro che tornerò ad essere quella di sempre. Tu sei la mia migliore amica e il mio cattivo umore non deve condizionarci, hai ragione." cercai di rassicurarla.
Solo in quel momento mi ero resa conto di quanto le parole di Isabelle fossero vere. Forse il mio umore si rifletteva sugli altri e non doveva essere poi così piacevole avere a che fare con una me irritabile ventiquattro ore su ventiquattro. Ed ero terribilmente dispiaciuta di questo.
Fu in quel momento che presi una decisione: i conflitti tra me e Luke dovevano restare tali, semplici discussioni tra di noi che non dovevano influire sugli altri. E dovevo smettere di essere talmente influenzata dai suoi continui cambiamenti di umore e giornate no. Da quel momento, mi imposi, Luke non aveva più alcun titolo nella mia vita, e tantomeno il diritto di rovinarmi le giornate.

"Siete pronte ragazze?" la voce squillante di Cindy echeggiò nella stanza. Mi affacciai dalla porta del bagno per darle un'occhiata. La prima cosa che avevo notato di lei era che era una bellissima ragazza, ma, cavolo, cosa erano capaci di fare un po' di trucco e un vestito attillato. L'avevano trasformata in una top model.
Abbassai lo sguardo sui miei jeans strappati e le mie vans. Per un attimo mi sentii un tantino inappropriata, prima di notare che Isabelle si era vestita più o meno come me. Poco male, noi eravamo così, prendere o lasciare. Non ci era mai interessato quello che gli altri pensavano e non ci era mai passato per la testa di adeguarci alla massa.
Raccolsi la mia borsa, dando una controllata al rossetto rosso prima di uscire. Isabelle mi aveva costretto a truccarmi un po' più del solito, ma in fondo non mi dispiaceva il risultato.
Tutti i ragazzi erano già fuori e ci avviammo per le scale.
"Le mie amiche stanno aspettando giù. Ci vogliono una decina di minuti per arrivare al centro della città da qui." spiegò Cindy.
Mi resi conto solo in quel momento di non avere la minima idea di dove fossimo. L'unica cosa di cui ero certa era che eravamo ancora in Texas.
"Loro sono Vanessa e Taylor."
Due ragazze, che facevano onore all'abbigliamento della loro amica, scesero da un auto che sembrava nuova, il che mi portò a posare lo sguardo sul catorcio su cui ci muovevamo noi da qualche settimana, parcheggiato poco più in là.
La prima delle due ragazze, che si presentò come Taylor, sfoggiava dei lunghi e ricci capelli neri. Si vedeva a chilometri di distanza che si trattava di extension. Un trucco prevalentemente nero dominava i suoi occhi cristallini, che sembravano un incrocio tra quelli di Luke e quelli di Michael. Avrei potuto giurare di non aver mai visto un colore così, e provai un po' di invidia nonostante i miei semplici occhi marroni non mi avevano mai causato problemi, anzi, mi erano sempre piaciuti.
L'altra delle due ragazze, che rispondeva al nome di Vanessa, era una semplicissima ragazza castana. Occhi scuri coperti da trucco pesante anche in questo caso. A lei non avevo niente da invidiare. Almeno lo avevo pensato prima di abbassare lo sguardo sulla sua perfetta silhouette.
Tutte quelle ragazze avevano qualcosa di perfetto. Potevano perfettamente far combaciare il viso di quella Taylor, il fisico di Vanessa e i capelli e l'abbigliamento decisamente meno provocatorio di Cindy, per ottenere una Barbie. Ma in una bambola non c'era niente di interessante. Pensavo a questo mentre mi sentivo a disagio per le mie curve, per il mio abbigliamento, per essere me stessa in generale.
Ciò non toglieva che non avrei scambiato neanche un capello con quelle ragazze. Ostentavano troppo il loro essere perfette, con vestiti scollati, trucco esagerato e modo di fare provocatorio. In poche parole, a primo impatto, non mi stavano affatto simpatiche.
Salimmo in macchina con Calum alla guida, Michael al posto del passeggero e io e Isabelle di dietro, mentre le altre avevano insistito perché Luke ed Ashton andassero con loro.
"Vorremmo portarvi tutti - avevano detto - ma non c'è posto in macchina."
Si, i ragazzi li avrebbero portati tutti di sicuro, su me e Isabelle avevo qualche dubbio.
E nel frattempo una sensazione di pura rabbia si faceva sentire nel mio stomaco.
"Siamo ancora in tempo per restare qui." dissi prima che Calum potesse uscire dal parcheggio.
"Non mi sembra affatto una cattiva idea." rispose Isabelle.
"Ragazze - ci riprese Michael - non sono poi tanto male."
Calum invece ascoltava la conversazione in silenzio e in un certo senso mi sentii appoggiata da lui che era per il "se non hai niente di carino da dire su una persona, allora taci".
"Si, lo sono." confermai.
"In realtà non capisco come Cindy possa essere loro amica. - continuò Isabelle - Insomma, è vero che non si giudica un libro dalla copertina, ma lei si è mostrata così carina e disponibile dal primo momento e loro così, così..." non riuscendo a trovare un aggettivo adatto che non fosse una parolaccia, completò la frase con un verso abbastanza disgustato.
Poco dopo ci ritrovavamo seduti ad un dannatissimo tavolo, vicino ad una ridicola discoteca. Non che mi dispiacesse un po' di movimento, ma la compagnia non era il massimo. Dopo soli cinque minuti di conversazione, Taylor e Vanessa si erano rivelate le idiote senza cervello che avevamo pensato.
Ma quella serata sembrava non voler andare bene quasi per nessuno. Io e Isabelle ci scambiavamo occhiate in ogni momento. Calum taceva, segno che non si stava divertendo, nonostante i continui tentativi da parte di Taylor di rimorchiarlo. Tentativi che non si limitavano a una persona, ma si estendevano anche a Michael, che si limitava a sorridere e a cercare di essere gentile, e ad Ashton, che guardava Isabelle in continuazione cercando di scusarsi con lo sguardo. L'unico pesce che Taylor sembrava non avere la minima intenzione di prendere all'amo era Luke, evidente preda di Vanessa, che puntava un po' troppo sul contatto fisico per i miei gusti. Allungava le mani sui suoi capelli, sulle braccia, sulle spalle, sulle gambe, e mi ritrovai a sperare per lei che si fermasse lì o avremmo decisamente avuto problemi. Non che mi interessasse qualcosa, semplicemente pensavo che, ecco, che non fosse educato, tutto qui. Non aveva niente a che vedere con quella sensazione che mi dominava e sembrava voler far partire un calcio senza il mio consenso.
"Qualcosa non va?" domandò la ragazza con un sorrisetto che si riconosceva essere falso.
"No." risposi secca. Concisa e dritta al punto. Non mi sprecai neanche per riservarle un sorriso come lei aveva fatto con me.
Mi maledissi mentalmente per la mia ostilità, quando notai che a Luke, a quanto sembrava, tutta quella situazione faceva ridere.
Mandai giù l'ultimo sorso del mio drink, desiderando che si tramutasse in qualcosa di molto più alcolico all'istante.
"Vorrei tanto vederle sparire." sibilai a denti stretti, abbastanza vicina perché solo Isabelle potesse sentirmi.
"Siamo in due."
"Che ne dite di entrare?" chiese Cindy, indicando l'edificio accanto al bar.
Avrei potuto giurare che si fosse accorta del reciproco disprezzo che si era venuto a creare tra noi ragazze e ne sembrava sinceramente dispiaciuta.
La musica, che già si sentiva chiaramente quando eravamo seduti, rimbombava nella mia testa e in ogni mio muscolo non appena fummo all'interno della discoteca. Per fortuna trovammo un tavolo libero dove poggiare le nostre cose e le amiche di Cindy in un attimo erano già a fare le putta... a scatenarsi sulla pista da ballo. Con Luke. E con Ashton e Michael.
La cosa che più mi irritava, ed era così anche per Isabelle, ne ero certa, era che i ragazzi stavano al gioco solo per gentilezza. Tranne Luke. Luke stava al gioco per il puro piacere di farmi arrabbiare, avrei potuto metterci la mano sul fuoco.
Calum invece era diverso, lo era sempre stato. Era una persona tremendamente gentile, ma se lo infastidivi, non si faceva problemi a dirtelo in faccia. E quindi lo guardavo li seduto al tavolo da solo, mentre io e Isabelle ci avvicinavamo al bar.
"Dacci qualcosa di forte." chiese lei al barista.
Il ragazzo dietro il bancone prese e rovesciò in due piccoli bicchierini trasparenti il contenuto di alcune bottiglie in maniera talmente veloce che non feci neanche in tempo a vedere di cosa si trattasse. Isabelle mi passò il mio.
"Alla lunga nottata che ci aspetta." brindai.
"Salute."
Mandammo giù il liquido in un sorso, sentendolo scendere e bruciare lungo la gola, fino allo stomaco.
"Ancora!" chiese la mia amica.
Facemmo un altro paio, forse tre giri, ma niente di che. Io e Isabelle non ci eravamo mai ubriacate, capivamo quando era il momento di smettere. Tornammo al tavolo, ma io avevo bisogno di andare al bagno, così la lasciai in compagnia di Calum.
Mentre facevo il giro della pista per non buttarmi nella mischia, allungando lo sguardo non trovai nessuno dei ragazzi che erano con noi. Mi sforzai di cacciare i disgustosi pensieri che per un momento mi balenarono in testa e continuai per la mia strada.
Nel corridoio stretto che collegava la sala al bagno mi scontrai con un ragazzo. Riconobbi subito quei capelli biondi, quegli occhi azzurri e quel piercing al labbro.
"Non ti stai divertendo?" mi chiese con un ghigno divertito sul viso.
Dio, quanto era sexy. 
Mi meravigliai di me stessa per aver pensato una cosa del genere e risposi con tono altrettanto sarcastico.
"Mi sorprende che tu non sia in bagno con la tua amichetta. Ma immagino che stia per succedere."
"Non sarai mica gelosa?"
"Stai scherzando? - avrei voluto accompagnare il tutto con una risata, ma la mia voce era seria - Non mi importa un bel niente di cosa fai con quella lì, o con la prima puttana che passa. Luke, non mi importa niente di te."
Forse le mie parole erano sembrate troppo dure, ma avevo bisogno di pronunciarle. Di convincere lui e convincere me stessa che, no, non stavo morendo di gelosia.
"Sei solo una ragazzina Sierra e non cambierai mai. Ma, sai che ti dico? Hai ragione. Non deve interessarti niente di me, perché noi non stiamo insieme e non siamo neanche amici."
Le sue parole bruciavano come mille lame taglienti sulla mia pelle mentre le pronunciava, spostandosi in avanti e bloccandomi contro il muro.
"L'hai detto tu, no?" furono le sue ultime parole prima di dirigersi di nuovo verso la sala colma di gente.
Andai subito verso l'uscita, trovando Calum appena fuori dall'edificio che fumava. Generalmente non fumava quasi mai, solo quando era particolarmente scocciato per qualcosa.
"Posso?" gli chiesi a bassa voce.
Estrasse subito una sigaretta dalla tasca dei suoi jeans, al di fuori del pacchetto.
"Sapevo che me l'avresti chiesta." mi spiegò, in risposta al mio sguardo confuso.
La accesi e mi poggiai accanto a lui, schiena al muro e sguardo perso nel vuoto davanti a noi.
Inutile dire che pensavo a Luke, alle sue parole. E per una volta non mi aveva lasciato l'amarezza di non essere riuscita a controbattere, bensì la totale confusione.
"Non deve interessarti niente di me, - aveva detto - perché noi non stiamo insieme e non siamo neanche amici. L'hai detto tu, no?"
Cosa avevo detto? Che non eravamo amici? Che non stavamo insieme? Era la verità. Solo non capivo in che occasione potessi aver detto una cosa del genere che lo aveva in qualche modo turbato da farglielo ricordare. Passai tutta la notte a pensarci.

"Che giornata di merda, mamma, non hai idea. Cindy ha delle amiche odiose e spero vivamente di non doverle vedere mai più. Ora sono distrutta. A domani.
Ti voglio bene."





ANGOLO AUTRICE
Ebbene si, sono viva! Non mi dilungo perché è tardi.
Ci tengo a ringraziare tutte voi, chi recensisce la storia, chi l'ha inserita tra le preferite, seguite e ricordate e chi legge e basta. Il primo capitolo ha superato le 400 visite, sono al settimo cielo!!!
Per ora posto così, ma non ho riletto il capitolo, perciò perdonate se ci sono degli errori. Domani ricontrollerò.
Vi chiedo di lasciare una recensione e farmi sapere cosa ne pensate.
Un bacione,
Anaslover
  
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