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Autore: ValeDowney    22/07/2014    1 recensioni
Cosa sarebbe successo dopo Aladdin e il Re dei Ladri ? Immaginate se Cassim e Iago, fossero tornati indietro ed aggiungete Casim ( la "s" si legge più come una "z"), l'unica figlia sempre in cerca di guai, di Aladdin e Jasmine: avrete un sequel della trilogia, che ho immaginato; con nuove avventure e personaggi che potreste anche aver visto nella serie televisiva del 1994
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Le porte erano sempre più vicine: “Scimmia, sappilo che è stato bello conoscerti e scovare tanti tesori con te” disse Iago ed Abù emise dei suoi versetti, quindi Iago aggiunse dicendogli: “Sì, anche tu mi mancherai”, quando la nave sfondò le porte, facendo uscire, di conseguenza, anche tutta l’acqua dal palazzo e facendoli fermare nel giardino. Tutti erano bagnati, ma almeno erano salvi: “State tutti bene ?" chiese Aladdin. “Terra; amata terra. Non dubiterò mai più di te” disse Iago, scendendo dalla nave ed inginocchiandosi a terra, baciandola. Uno dopo l’altro, anche gli altri scesero dalla nave: “Bè, alla fine ce l’abbiamo fatta” disse Aladdin. “Non è ancora finita, visto che sta ancora e solo piovendo dentro il palazzo: Agrabah è ancora in siccità” disse Cassim. “Allora andiamo a prendere quella nuvola e portiamola fuori” disse Casim e, stava per ritornare dentro al palazzo, quando Cassim la fermò, prendendola per il mantello e dicendole: “Tu non vai da nessuna parte; al momento, quella nuvola rimarrà dove si trova”; Casim lo guardò, ma non obiettò. “Io direi di rimetterla in un barattolo e poi gettarla da qualche parte” propose Iago. “Iago !” lo richiamarono gli altri. “Scusate, ma era solo una proposta: almeno io propongo, invece di parlare e parlare come fate voi” disse Iago. “Ora è troppo grossa per rientrare in un barattolo o, almeno, in un barattolo come quello di prima: ci vuole qualcosa di più grosso, che possa contenerla” disse Cassim. “Come ad esempio un grosso scrigno, con dentro tanto tesoro” propose Iago. “Iago !” lo richiamarono nuovamente gli altri. “Va bene, va bene, me ne sto zitto; ho capito” disse Iago. “Che ne dite di un bel pozzo in mezzo al deserto ? Dopotutto, l’idea di Iago non è da scartare” propose Genio. “Oh, meno male che c’è qualcun altro che mi da retta” disse Iago. “Genio, la nuvola ci serve qua, ad Agrabah, dove potrà far piovere e mandare via la siccità” disse Aladdin. “Io direi di ridarla al legittimo proprietario: dopotutto, da ciò che ci avete raccontato, lui non se ne è neanche accorto” propose Jasmine. “Emmm…sorvolerei su questa proposta, almeno finché le cose non si saranno sistemate a dovere” disse Iago, andandosi a mettere sulla spalla di Cassim, il quale disse: “Concordo con il corvo: meglio tenerci la nuvola ancora per un po’ e poi, forse, ridarla al legittimo proprietario”. “Già, concordo anche io” disse Casim. “Come mai questa improvvisa presa di posizione ? Prima eravate in disaccordo con Iago” domandò Jasmine. “E’ che, come ha detto papà, la nuvola ci serve qua” disse Casim. “E poi chi trova, si tiene: lo dicono in molti” aggiunse dicendo Cassim.

All’improvviso si sentì tuonare: “Magnifico, sta per piovere: bè, non poteva andarci che bene” disse Aladdin. “Invece sta arrivando una bufera” disse Iago e si andò a nascondere dietro a Cassim, il quale disse, mentre guardava le grosse nuvole grigie in avvicinamento: “Era troppo bello, perché durasse: c’era da aspettarselo che se ne sarebbe accorta”. “Chi se ne sarebbe accorta ?” chiese Aladdin, guardandoli. “L’Uccello della Pioggia: non è un lui, ma una lei” rispose Casim, guardandolo. “E, evidentemente, deve aver scoperto che le abbiamo rubato una nuvola e ora è venuta qua per vendicarsi, ma non ti preoccupare figliolo, perché la colpa è di Iago” spiegò Cassim. “Mia ?!” disse stupito Iago e, dopo essere volato di fronte a Cassim, aggiunse replicando: “No, ascoltami bene, ma siete stati voi due ad obbligarmi ad andare con lei e distrarla, mentre voi rubavate una nuvola, quindi non darmi la colpa !”. “Avete abusato dei suoi sentimenti ?” domandò stupita Jasmine. “Abusato è una parola troppo grossa da usare: diciamo che dovevamo trovare qualcuno che la distraesse il tempo necessario per rubare una nuvola, senza che lei se ne accorgesse” spiegò Cassim. “Ma, a quanto pare, Zondra si è presa una bella cotta per Iago” disse Casim. “E per questo motivo, ora ci devo andare di mezzo anche io ?! No, non se ne parla: voi avete rubato quella nuvola e voi risolverete la faccenda !” replicò Iago, quando dall’alto si sentì Zondra gridare: “Dov’è ?! Dove si trova quell’uccello ?!” e tante saette uscirono dalla nuvole grigie intorno a lei.

Iago si riandò a nascondere dietro a Cassim. “Mi sa che sta cercando te” disse Genio, allungando il viso verso Iago, il quale si coprì metà corpo con il mantello di Cassim, per poi dire: “Al momento, sono ammalato; magari potrà tornare quando sarò guarito”. “Avete usato i suoi sentimenti, solo per rubare una nuvola: questo è stato molto scorretto nei suoi confronti” disse Jasmine. “Lo so e ci dispiace, ma non avevamo altra scelta in quel momento. Anche voi avreste agito così ?” chiese Casim, guardandola. “Probabile, ma se ci fosse stata un’altra soluzione, avremmo usato quella e, non di certo avremmo ferito i suoi sentimenti. Anche io sarei arrabbiata, se tuo padre facesse una cosa del genere” rispose Jasmine. “Ehi, adesso cosa centro io ?! Ti prego, non mettermi in mezzo, Jasmine” disse stupito Aladdin. “Dovete parlare con lei e probabilmente lascerà stare Iago” disse Jasmine. “Ecco, ottima idea: andate pure a parlare con lei; io vi aspetterò qua” disse Iago. “E’ con te che ce l’ha, mica con noi” disse Cassim, abbassando lo sguardo e guardandolo. “E tu come lo sai ? Mica ha nominato il mio nome” disse Iago, guardandolo a sua volta. “Iago ! Traditore, esci fuori: so che sei qua !” gridò Zondra dall’alto e Cassim sorrise, nell’aver avuto ragione. “Ma perché tocca sempre a me risolvere le cose ?! Se fossi rimasto a casa, dove volevo stare, tutto questo casino non sarebbe successo !” replicò Iago e se ne volò verso Zondra. “Credete che lo fulminerà ?” domandò Casim, mentre guardava, come gli altri, il pappagallo volare verso l’alto. “No, al massimo lo farà arrosto” rispose Cassim.

Iago, dopo un po’ di fatica, arrivò di fronte a Zondra, dicendole: “Zondra, che bella sorpresa vederti da queste parti: cosa ti porta qua ad Agrabah ?”. “Tu” replicò Zondra ed una saetta, sfiorò Iago, colpendo accanto a lui. “Zondra, mia cara, perché non parliamo pacificamente, invece con tutte queste nuvole grigie intorno a noi ?” chiese Iago, mettendosi su di una nuvola, mentre altre nuvole lo circondarono. “Come pensi che possiamo parlare pacificamente, dopo quello che mi hai fatto ?!” replicò Zondra. “E cos’è che avrei fatto ? Scusami, ma ho la memoria corta…a volte” domandò Iago, facendo finta di niente. “Mi hai rubato una nuvola” rispose replicando Zondra e mosse un’ala, creando una forte folata di vento, spazzando Iago, già dalla nuvola; ma fortunatamente, il pappagallo riuscì ad aggrapparsi ad essa e, dopo esservi risalito, spiegò: “Se avessi rubato una tua nuvola, non credi che a quest’ora, invece di trovarmi a parlare qua con te, non sarei volato molto lontano, cercando di evitarti ? Ci tengo alla mia preziosa vita, ma anche alla gente di questa città e, di certo, non ti avrei neanche fatto venire fin qua, se ti avessi rubato una nuvola. Zondra, metti da parte questo odio che non ti appartiene e ritorniamo insieme nella tua amata Foresta Pluviale, dove voleremo fianco a fianco in quel stupendo cielo azzurro come i tuoi bellissimi occhi”. Zondra lo guardò, non sapendo cosa dire: “E’ tutto bello quello che hai detto, mi corazon, ma non posso dimenticare l’oltraggio che hai compiuto: hai ferito i miei sentimenti; tutto ciò che credevo reale, in realtà era solo una falsa. Ma tu, almeno, mi ami veramente ?” disse Zondra. “Io…emmm….ecco…” disse perplesso Iago. “Lo sapevo ! Era tutta una messinscena, per rubare una delle mie nuvole, mentre tu mi distraevi ! Ora vedranno quanto Madre Natura può diventare cattiva !” replicò Zondra; poi, guardando le nuvole grigie, aggiunse ordinando loro: “Sparpagliatevi e portate un forte temporale: voglio che questa gente, abbia paura” e le nuvole grigie si sparpagliarono, colpendo con le saette, sia il terreno, sfiorando gli abitanti che correvano da tutte le parti, sia le case, distruggendole in parte.

“Iago non c’è riuscito” disse Aladdin. “Da cosa lo hai capito: dalla gente che scappa, o che si è quasi sentito odore di pappagallo strinato ?” chiese Genio. “Genio, non è il momento di scherzare !” disse Aladdin, guardandolo; poi, guardò verso Zondra ed aggiunse: “Dobbiamo trovare un modo per fermarla, senza che arrechi altri danni alle case e faccia del male agli abitanti”. “Ma come ? Zondra sembra essere molto potente” domandò Jasmine. “Troveremo un modo, ne sono sicuro” rispose Aladdin, guardandola e prendendo le mani di lei, tra le sue. Casim li guardò; poi guardò gli abitanti che scappavano o si rifugiavano sotto qualcosa, per evitare di essere colpiti dai fulmini; quindi guardò Zondra ed il suo sguardo divenne fiero e convinto e, quindi, corse in direzione dell’uccello. “Casim, torna qua ! Dove stai andando ?” gridò Cassim, guardandola, ma la nipote non rispose, quindi aggiunse dicendo: “ Quella bambina si farà uccidere” e corse dietro di lei. Casim corse a più non posso, mentre passava tra la gente che gridava dalla paura e cercava di sfuggire alle nuvole grigie, che emettevano saette a terra, distruggendo ogni cosa che gli capitava a tiro; continuava a correre, sicura della sua decisione, quando si fermò, per vedere poco distante davanti a se un bambino, molto probabilmente poco più piccolo di lei, che piangeva e chiamava la sua mamma; poi, alzò lo sguardo, per vedere un pezzo di casa, che a causa della saetta che l’aveva appena colpita, si stava crepando, per poi cadere verso il basso, proprio verso il bambino. Casim corse verso il bambino e, nello stesso momento, Cassim si fermò, per vedere la nipotina correre verso il bambino che piangeva e, contemporaneamente, vedere un pezzo di casa cadere verso di loro: “No !” gridò Cassim. Il bambino alzò lo sguardo, ma Casim lo spostò in tempo, poco prima che i pezzi di cemento li colpissero; Cassim, corse da loro. “Stai bene piccolo ?” chiese Casim, mentre era a terra e guardando il bambino, il quale disse, guardandola a sua volta: “Voglio la mia mamma”. “Ora la ritroviamo, tranquillo” disse Casim. “Casim !” gridò Cassim e, inginocchiandosi, abbracciò forte la nipotina, per poi dirle: “Oh, piccola mia: ho avuto tanta paura che ti potesse accadere qualcosa”. “Tranquillo nonno, sto bene: non mi sono fatta nulla” disse Casim; Cassim la guardò, per poi guardarle sotto ad un braccio e vedere che c’era una ferita che sanguinava un po’; quindi, riguardò malamente la nipotina, che gli disse, dopo essersi guardata anche lei la ferita: “Non è niente: è solo una piccola ferita e poi non mi fa neanche male”. “Ma cosa ti è saltato in mente ?! Volevo farti ammazzare ?! Non fare mai più una cosa del genere !” replicò Cassim. “E’ che c’era quel pezzo di casa che stava per cadere su questo bambino: non potevo permettere che gli accadesse qualcosa” disse Casim. “Sarebbe successo a te qualcosa, se non ti fossi spostata in tempo !” replicò Cassim e la prese in braccio e, in quel momento, una donna corse da loro, vedendo il figlioletto: “Salim, sei qua”. “Mammina” disse il bambino e la donna lo prese in braccio; poi guardò nonno e nipote e disse: “Non so cosa possa essere successo, ma grazie per esservi presi cura del mio bambino”. “Non ringrazi me, ma solo la mia nipotina: è lei che ha salvato suo figlio” disse Casim; la donna guardò Casim, dicendole: “Allora, grazie per avergli salvato la vita”. “Si figuri” disse Casim e la donna ed il figlio se ne andarono.

Cassim guardò Casim, dicendole: “E ora ritorniamo dagli altri, prima che ti possa accadere altro” e si diresse verso gli altri, ma Casim gli disse: “Nonno, mettimi giù”. “Se ti metto giù, tu scapperai di nuovo via ed io non voglio rischiare che ti cada addosso un altro pezzo di casa” disse Cassim, continuando a camminare e non mettendo giù la nipotina. “Ma io…” iniziò col dire Casim, ma Cassim la interruppe dicendo: “Casim, niente ma: intanto è inutile e non ti metterò giù, neanche se mi supplichi. Ora ritorniamo subito dai tuoi genitori, dove penseremo ad un modo per sconfiggere Zondra”. Casim non disse nulla, quando passarono accanto ad un palo in legno e si attaccò ad esso; Cassim si bloccò all’improvviso, sentendosi tirare e, voltandosi, vide la nipotina attaccata al palo, quindi replicò: “Casim, staccati !”. “No !” replicò Casim. “Non farmi arrabbiare e staccati !” replicò Cassim e la prese per le gambe, tirandola, ma la bambina si teneva ben stretta a quel palo in legno, non volendo mollare la presa, quindi la lasciò andare. “Mi dici che cosa ti prende ? Fa la brava bambina e staccati da lì” disse Cassim. “Non mi staccherò, finché non mi starai ad ascoltare” disse Casim, guardandolo. “Dobbiamo andarcene subito da qua, prima che qualche fulmine ci colpisca” disse Cassim. “Ce ne andremo…solo dopo che mi avrai ascoltato” disse Casim e, dopo che Cassim ebbe incrociato le braccia, continuò col dire: “Dobbiamo andare da Zondra e parlare con lei”. “E’ questo quello che mi dovevi dire ?” domandò Cassim. “Sì, anche perché è ciò che avevo in mente anche prima che salvassi quel bambino” rispose Casim. “Sei impazzita ?! Parlare con lei, vuol dire farsi fulminare all’istante ! No, non se ne parla” replicò Cassim. “Ma dobbiamo almeno tentare” disse Casim, staccando le mani dal palo. “E’ troppo pericoloso ed io non voglio che ti accada qualcosa” disse Cassim. “Almeno per una volta, metti da parte l’istinto di protezione da nonno e tira fuori il coraggio del Re dei Ladri” disse Casim. “Ma anche il Re dei Ladri vuole proteggerti” disse Cassim. “Nonno, non mi accadrà nulla: devi avere fiducia in me o non ce l’hai più ?” disse Casim. “Certo che ho fiducia in te, ma se ti dovessi mandare là da sola e ti dovesse succedere qualcosa di brutto, avrei la tua morte sulla coscienza per il resto dei miei giorni, per non parlare dell’ira dei tuoi genitori che non mi parleranno mai più, rinfacciandomi sempre questa cosa e del tuo caro nonno sultano che mi rinchiuderà a vita nelle prigioni. No, non posso rischiare tanto” spiegò Cassim. “Allora vieni con me, così mi potrai controllare e non avrai niente da rimpiangere sulla coscienza” propose Casim. “E’ che… “si passò una mano tra i capelli”… non voglio che ti accada qualcosa come prima” disse Cassim. “Se sarai con me, non mi accadrà nulla e ti prometto che ritorneremo dagli altri, non appena le cose peggioreranno” disse Casim; Cassim alzò lo sguardo, vedendo Zondra su di una grossa nuvola grigia, dalla quale fuoriuscivano tante saette; poi, guardò le altre nuvolette grigie che creavano caos tra la gente di Agrabah e, infine, riguardò la nipotina, chiedendole: “E come pensi di parlare con lei da qua giù ?”. “Infatti andremo là su” rispose Casim e, dopo essersi messa due dita in bocca, fischiò e Tappeto fu subito da loro; Casim ci saltò su, mentre Cassim fu un po’ indeciso, quindi la nipotina, guardandolo, gli disse: “Se verrai, non ti sentirai in colpa”. “La testardaggine l’hai presa da me e tuo padre” disse Cassim e, dopo essere saltato su Tappeto, questi volò velocemente verso Zondra
  
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