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Autore: choppy_choppy    22/07/2014    11 recensioni
Un assassino dal volto angelico.. ci si potrebbe mai innamorare del proprio nemico?
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- Aspetterò il giorno in cui ci rincontremo, il giorno in cui mi cercherai per vendicare la morte di tua madre. E quando sarà il momento io sarò lì, pronto a battermi lealmente con te. -
[..]
- Non mi scorderò di te, Katsurou. -
- Oh lo so.. ma chiamami.. Inuyasha. -
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Spero di avervi un po' incuriosito.. Buona Lettura :D
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Miroku, Sango | Coppie: Inuyasha/Kagome, Miroku/Sango
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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3 Capitolo – Come una stella.


<< Sapete, per essere un demone completo.. avete davvero una scarsa aura demoniaca. >> proferì Kagome, guardando accigliata il demone che le sedeva davanti, intento a mangiare del riso lesso.

Non alzò nemmeno lo sguardo, limitandosi a fare solo un cenno con la mano, gesto davvero scortese secondo la ragazza.

<< Hei, ti sei reso conto che Kagome ti sta parlando botolo? >> sputò acido Koga, appoggiato ad un'asta dell'abitazione.

Kagome gli lanciò un occhiataccia, come a dire che sapeva cavarsela benissimo da sola.

InuYasha poggiò pacato le bacchette, posando lo sguardo sul demone lupo << Ho un udito perfetto a dire il vero. Ma non vedo il motivo per cui dovrei risponderle, visto che la sua è stata un'affermazione e non una domanda. >>

Koga emise un ringhio basso, mentre quel demone dall'aria prepotente sorrideva soddisfatto.

<< Però.. potreste farmi il favore di dirmi cos'è che cercavate. Perchè volevate condurmi da voi? >> domandò la ragazza, curiosa.

<< Volevo sedurla, Kagome. >> rispose semplicemente, come se fosse la cosa più normale al mondo.

La giovane arrossì di colpo cercando di formulare una frase di senso compiuto, mentre Koga lo prendeva per il collo, sollevandolo di qualche centimetro.

<< Cos'è che volevi fare tu?! >>

InuYasha sorrise, quel demone sarebbe stato aggiunto alla lista delle persone da uccidere. Diventava sempre più lunga..

<< Lascialo Koga. >> Irruppe la madre di Kagome, frapponendosi tra i due.

Koga lo lasciò andare stizzito, non riuscendo a capire il perchè di quella interruzione per niente desiderata.

La donna si avvicinò, studiando quel demone e osservandone i vari particolari che lo caratterizzavano: i suoi occhi erano di un colore davvero insolito, troppo insolito per i suoi gusti. Eppure, aveva la strana sensazione di averli già visti.. ma dove?

Il colorito chiaro della pelle - che permetteva di intravedere i lineamenti perfetti e degni di un demone - , era in contrasto con il nero dei suoi capelli lunghi.

L'abito, di un rosso acceso, sottolineava bene il fisico scolpito, asciutto, e le grandi spalle.

Chi era questo demone?

<< Hai detto di chiamarti InuYasha, non è vero? >> domandò seria.

Kagome guardava la madre stupita. Non era da lei utilizzare un tono così serio e autoritario..

InuYasha le sorrise, o forse era un ghigno quelle che vedeva?

<< Sì, signora. >> rispose.

La donna lo guardò curiosa, ancora una volta. << Bene InuYasha, cosa sei venuto a fare in questo povero villaggio? Da quello che vedo, non sei tipo a cui manca denaro, e qui, anche volendo non riusciresti ad arricchirti dato che sopravviviamo a stento. >> disse, accennando ad una sorta di sorriso, anche se Kagome l'avrebbe definito inquetante.

<< Signora intendiamoci: il denaro non mi interessa, non è affar mio. Io sono venuto qui per sua figlia. >> disse, laconico.

Kagome indietreggiò di qualche passo, non sapeva spiegarsi bene il motivo, ma quell'affermazione le aveva intriso timore.. cosa voleva da lei?

Kaede lo guardò torva per un momento, tornando poi seria subito dopo << Vieni con me. >>

Non era una richiesta, ma un ordine vero e proprio. InuYasha, malgrado odiasse essere comandato, la seguì nell'altra stanza, curioso di sapere come avrebbe risposto.

La vide dirigersi verso un bauletto, per poi tirarne fuori alcune vedure, che dispose ordinatamente sul banco della cucina.

<< Sono sicura di averti già visto da qualche parte.. >> commentò la donna, facendo irrigidire InuYasha << eppure, non riesco a ricordare dove. >> concluse, facendolo rilassare.

<< Che importa se mi ha già visto.. non è un dettaglio importante. >> provò, cercando di sviare l'argomento.

<< Certo che sì. Ma non al momento almeno. Più che altro vorrei sapere, che intenzioni hai con mia figlia. Vuoi chiederle la mano? >> domandò, affettando una carota.

InuYasha rise, quella donna per fortuna non aveva capito un bel niente << E se anche fosse? >> domandò, divertito.

La donna sollevò lo sguardo su di lei << Non lo permetterei mai. E' solo una bambina e per di più tu sei un demone maggiore. Mia figlia forse ancora non ha abbastanza esperienza da capire che tu stai cercando di nascondere la tua aura demoniaca, ma io sì. E ti giuro, che se dovessi avvicinarti a lei, ti ucciderò con le mie mani. >>

Lo sguardo imperturbabile, le labbra tese. Diceva sul serio! InuYasha era davvero sorpreso non si immaginava che quella donna in un certo senso, fosse così sveglia.

<< E chi è lei per dirmi questo? >> domandò infastidito.

La donna lo guardò accigliata, mettendo la verdura affettata in un una piccola ciotola di legno scuro << Sua madre, ovvio. >> proferì.

InuYasha rise di gusto << Certo, ha ragione sua figlia è proprio Kagome! >> esclamò divertito.

Kaede gli lanciò un occhiataccia << Che vorresti insinuare scusa? >>

<< Che lei è una bugiarda. Perchè continua a mentire? Lei non è sua figlia. >> domandò serio, scrutandone i movimenti all'improvviso meccanici.

La donna si era irrigidita, nessuno aveva mai scoperto il suo segreto in tutti quegl'anni che si era ritrovata in quel villaggio, e allora come mai un ragazzo che non aveva mai visto l'aveva capito subito?

<< Certo che è mia figlia. >> provò, affettando altre verdure.

InuYasha rise, anche di fronte all'evidenza, quella donna, avrebbe negato.

<< No, non lo è. E lei lo sa benissimo. >> continuò avvicinandosi.

La donna smise la sua faccenda, alzando lo sguardo e puntandoglielo contro. Come poteva uno sconosciuto fare irruzione in casa sua, e impicciarsi così della sua vita?!

<< Come fai a dirlo? Tu non mi conosci. >> setenziò sicura, fronteggiandolo faccia a faccia.

<< E' vero – acconsentì – non conosco voi, ma conosco Kagome. >> avanzò di qualche passo, fiero di aver creato timore in quella donna.

Kaede prese di mano il coltello, puntandoglielo alla gola << chi sei? >> domandò.

InuYasha emise un verso soffocato, accennando ad un sorriso divertito. Cosa credeva di fare con quell'utensile da cucina? Speravo forse di contrastare un demone?

<< Ti ho chiesto chi sei! >> urlò, esausta.

<< Non ha importanza sapere chi sono davvero. Io mi preoccuperei più per lei signora.. Kagome non è affatto stupida, la conosco bene. Ha perso la memoria, ma non è detto che un giorno non la riacquisti. Faccia attenzione perchè alla fine a rimetterci sarà solo lei.. finta madre. >> esalò, allontandosi ed uscendo fuori da quella stanza.

Era fiero di se stesso. Ora aveva quella donna in pugno, e così sarebbe stato molto più facile avvicinarsi alla ragazza.



Kagome lo guardò tornare e uscire definitivamente dall'abitazione. Cosa si erano detti in quella stanza? E perchè lui sembrava così tranquillo?

Decise di chiedere alla madre, che raggiuse dopo pochi secondi.

<< Mamma.. che succede? >> domandò, cogliendola di sorpresa.

Strano, non era tipa da lasciarsi cogliere impreparata, forse parlare con quel demone l'aveva un po' turbata, anche se non ne immaginava minimamente il motivo.

<< Bambina.. non preoccuparti, sono solo un po' stanca.. credo che andrò a riposare. >> le sorrise affetuosa, scoccandole poi, un bacio sulla guancia rosata.

Kagome le sorrise di rimando, anche se non credeva alle sue parole. Le era accaduto qualcosa, e InuYasha centrava sicuramente. Ma cosa le aveva mai detto per ridurla in quello stato.. era curiosa, e avrebbe sicuramente scoperto qualcosa in più.

Se non da sua madre.. da lui.

Tornò nella stanza in cui si trovava poco prima, trovandola inespiegabilmente vuota. Sia InuYasha che Koga erano spariti. E la cosa non era per niente positiva, dato che tra i due non scorreva buon sangue.. e sopratutto Koga non era intenzionato ad essere “civile” con l'ultimo arrivato.

Sospirò, doveva trovarli il prima possibile. Stava per uscire quando si ricordò che indossava ancora il vestito sporco che le aveva sgualcito una guardia di InuYasha il giorno prima. Girare così non le andava per niente a genio, e così decise che prima di andare si sarebbe fatta un bel bagno.. in fondo erano grandi abbastanza da comportarsi da adulti.. sperava.

Riempì un enorme bacinella di acqua calda, iniziando a spogliarsi lentamente. Questa giornata era stata davvero particolare.

Entrò nell'acqua con cautela, assaporando quella dolcissima sensazione di calore che andava a propagarsi su tutta la pelle della ragazza. Le piaceva stare al caldo, si sentiva a suo agio.

Pian piano sentiva la sporcizia scivolare via, come tutti i pensieri negativi del resto. Prese a strofinarsi la pelle, con delicatezza, stando attenta a non lasciare nemmeno un singolo punto. Si fermò quando toccò la spalla che il giorno prima l'aveva fatta dannare per tutta la giornata. Lei aveva provato di tutto per non sentire dolore, e poi lui, arrivato dal nulla, l'aveva semplicemente toccata e tutto era passato.

Come poteva spiegarsi una cosa del genere? Semplice. Non poteva.

Quel demone era uno sconosciuto, mai visto prima, eppure qualcosa in lui la spingeva a fidarsi, ma allo stesso tempo a stare attenta. Lui aveva detto che la conosceva, ma lei non lo ricordava proprio. E poi tutta quella storia di volere lei.. sembrava soo una scusa.

Forse non voleva proprio lei, carne e ossa, ma voleva qualcosa da lei. Ma il bello era proprio quello.. cosa?

Erano dubbi su dubbi con lui, ma infondo era la prima volta che lo vedeva, forse con qualche giorno avrebbe scoperto qualcosa in più, avrebbe capito. O almeno, in cuor suo ci sperava.

Guardò fuori: era quasi il tramonto. Doveva sbrigarsi, così uscì a malincuore dall'acqua, asciugandosi per bene e mettendo poi il suo abito da sacerdotessa.

Si legò i capelli con un nastrino bianco, lasciando libere solo due ciocche corvine, vicino a gli occhi.

Prese la faretra e l'arco, e andò a cercarli. Sperava solo che fossero nelle vicinanze e che.. stessero tranquilli a conversare.

Si sbattè la mano sulla fronte.. certo a conversare tranquilli..





InuYasha stava passegiando tranquillo per quel sereno vilaggio che lo stava ospitando, conscio del fatto che qualcuno lo stesse seguendo.

Sospirò, quel demone lupo non gli andava per niente a genio, e doverlo sopportare era un grandissimo sforzo persino per lui. Ma non doveva cedere, altrimenti tutti quegl'anni ad aspettare il momento giusto sarebbero andati in fumo.

Continuò la sua passeggiata tranquillo, arrivando vicino ad un piccolo fiume. L'aveva visto tante volte da lontano, ma non si era mai avvicinato. Yoshiyuki lo chiamavano, “che va nella giusta direzione”. Un nome abbastanza strano per un fiume, tuttavia gli sembrava azzeccato, anche se non sapeva spiegarsi bene il perchè. Ma in fondo cosa importava?

Avvicinò la punta delle dita all'acqua: era gelida. Rabbrividì ma non tolse la mano. C'era qualcosa che lo attirava, qualcosa di insolito che lo incuriosiva.

Sembrava fatta di ghiaccio.. sembrava brillasse sotto i raggi del sole che andava pian piano a sparire. Si concesse un momento, per pensare.

Perchè mai il sole, a fine giornata se ne andava lasciando spazio alla luna? Perchè le tenebre prendevano possesso della luce?

Si sentiva strano, pensando che il sole, arrivata la notte scompariva, facendo credere a tutti di essere perduti nell'oscurità, ma, puntualmente la mattina si trovava di nuovo lì.

Scosse la testa, perchè doveva interessarsi ad una cosa così banale? Ritirò la mano, schiarendosi la voce: quel puzzo di lupo lo stava facendo nauseare.

<< Hai intenzione di seguirmi ancora per molto? >> chiese in modo tutt'altro che gentile, facendolo trasalire.

Koga inghiottì pesante, avanzando di qualche passo.

<< Sai, forse Kagome si fida di te, ma non io. Non mi incanti con quel viso d'angioletto. Cosa stavi facendo poco fa? >> domandò acido.

InuYasha rise.

Quel demone lupo non gli stava per niente simpatico, ed era già intenzionato ad ucciderlo. Ma così, stava solo anticipando i tempi.

Tuttavia, toglierlo subito di mezzo, non sarebbe stata una mossa furba e avrebbe sicuramente fatto saltare i suoi piani assassini.

Decise infine di ignorarlo, continuando a camminare.

Koga ringhiò. Come poteva permettersi di darsi tutte quelle arie davanti a lui?!

<< Che fai bastardo m'ignori?! >> urlò atterandogli con un salto davanti, e colpendolo in pieno viso.

InuYasha indietreggiò di qualche passo, colto alla sprovvista. Non si era nemmeno reso conto dello spostamento del lupastro, troppo preso, ancora una volta, dalla bellezza di quel fiume.

Alzò lo sguardo verso di lui, incenerendolo. Ora era davvero di cattivo umore.

Aprì con un movimento piuttosto veloce, il suo kimono, sfoderando un'enorme spada. Una zanna a dire il vero.

Koga trasalì, ma non si tirò indietro. Non vedeva l'ora di spaccargli quel musetto perfetto che si ritrovava. Si preparò, pronto a colpirlo.

Dal canto suo InuYasha era rimasto immobile, indeciso se colpirlo o meno.. ne valeva davvero la pena, di combattere con un lupacchiotto del genere? Decisamente no.

Sbuffò, riponendo la spada nel suo fodero.

Koga ghignò << Cos'è? Hai paura per caso? Vuoi che ti porti a fare i bisognini? >> rise.

InuYasha si stava trattenendo dall'impulso di ucciderlo sedutastante, stringendo i pugni e conficcandosi gli artigli nella carne. Un rivolo di sangue scese dalla sua mano, e una goccia finì nel fiume. InuYasha si sentì colpevole per aver macchiato la purezza di quel fiume.. tutta colpa del lupastro!

<< Ora mi hai davvero stancato. >> ringhiò, scrocchiando gli artigli.

Stava per colpirlo quando qualcuno lo interruppe << Koga, dove ti eri cacciato?! Sono ore che ti cerco! Ti eri dimenticato che oggi è il tuo turno di guardia? >> lo rimproverò un signore.

<< Naraku, vecchio! Sempre a rompermi le scatole eh? Tsè, ora vado, vecchio brontolone! >> gli rispose, dirigendosi verso il centro del villaggio, ma non prima di aver lanciato un occhiataccia a quel cagnaccio.

<< Oh Atsushi, come stai? >> domandò spavalso, sorridendo apertamente. Naraku lo fulminò.

<< Sei il solito idiota Katsurou, stavi per mandare a monte tutti i tuoi piani! >> lo rimproverò, puntandogli il dito contro.

InuYasha alzò le mani << ma non è successo, perciò puoi stare tranquillo. >> lo stuzzicò.

<< Stai attento a quel che fai e basta. >> disse, andandosene.

Katsurou sbuffò. Certe volte proprio non lo sopportava, lui voleva sempre che fosse tutto perfetto, ed ogni singolo sbaglio per lui era un errore madornale. Toppo noioso e precisino per i suoi gusti.

Si allontanò di poco dal villaggio, sedendosi su uno strato di terra che si trovava su una collina, dove quel fiume così lungo, continuava il suo percorso.

Il sole ormai era scomparso, e la notte era arrivata, veloce.

Puntò lo sguardo verso il cielo, ammirando quella meraviglia della luna. Non sapeva perchè trovasse affascinanti questi due elementi, eppure era così.

Era stata una giornata piuttosto faticosa, prima la discussione con la.. diciamo madre di Kagome, la sua velata curiosità e infine lo scontro con Koga.

Era successo tutto troppo velocemente, e pensare che il giorno prima, c'era stato tutto quel putiferio. Nonostante tutto però, Kagome l'aveva ospitato nella sua casa, a patto che i suoi uomini non vi facessero accesso.

Aveva accettato senza troppi problemi, non aveva bisogno di quegli stolti, non erano coinvolti nel suo piano, erano solo pedine pronte ad essere utilizzate.

In quei momenti si sentiva davvero potente, come se fosse a capo del mondo. Bhè, forse presto lo sarebbe diventato davvero, e tutti lo avrebbero temuto.

<< Perchè vi trovate qui da solo? Vi piace la solitudine? >> Gli domandò Kagome, facendolo spaventare appena. Non l'aveva sentita arrivare, davvero strano, visto che i suoi sensi captavano ogni singolo rumore.. era stata davvero brava.

<< Veramente no. Odio stare da solo, ma non ho mai avuto qualcuno che potesse condividere i miei spazi. >> rispose semplicemente.

Kagome si avvicinò un po' << posso sedermi? >> gli domandò, timida.

InuYasha sorrise di fronte a quell'inutile imbarazzo, e la invitò a prendere posto accanto a lui.

Rimasero qualche minuto in silenzio, osservando il meraviglioso cielo sopra di loro.

<< Sapete.. siete una tipa piuttosto strana. >> ruppe lui il silenzio.

Kagome lo guardò confusa << e perchè mai? >> chiese.

<< Non so.. il vostro modo di fare è strano. A prima vista, sembrate una ragazza forte e decisa, e non dico che in realtà non è così ma.. sembra che nei vostri occhi ci sia una grande guerra in corso. Guardandovi attentamente, sembrate davvero fragile. >> stava cercando di copirla in qualche modo. Voleva istaurare una sorta di fiducia, cosa che a quanto pareva non era impossibile, dato che la ragazza sembrava pendere dalle sue labbra.

<< Perchè dite questo? >> domandò, arrossendo lievemente. Sperò che il buio coprisse quel rossore che le stava imporporando secondo dopo secondo, le guancie.

<< Un'impressione, Kagome. Sembra che qualcosa vi tormenti, ma ancora non ho capito cos'è. >> per un attimo InuYasha dimenticò i suoi piani. Si concentrò invece sulla figura della ragazza. Questa volta non l'aveva detto per copirla, ma perchè era davvero quello che pensava.. voleva capire, voleva scoprire ogni cosa di lei.

<< Parlate come se mi conosceste da tempo immemore.. >> l'aveva detto senza pensarci, perchè in fondo era quello il suo reale pensiero. Sembrava conoscerla.

Quel modo di parlare così sicuro e serio, sembrava volesse farle intendere qualcosa che lei non aveva recepito bene, o qualcosa di cui lei era all'oscuro. Ma cosa poteva mai esserci di così misterioso al punto di girarci intorno?

Voltò la testa di lato, seguendo con gli occhi lo spostamento fiero del demone dai capelli color pece.

<< Forse, vi conosco davvero. O forse no. Chi potrebbe dirlo.. sono un tipo dalle mille sorprese.. >> ghignò soddisfatto.

Kagome si impose di mantenere la calma, anche perchè agitarsi o innervosirsi, non sarebbe servito a niente, anzi, avrebbe solo complicato le cose.

Si schiarì la voce cercando di essere il più educata possibile << Parlate dunque di probabilità, ma a me sembra che lei sappia le cose con certezza. Perchè non illuminarmi su questa faccenda, evitando così inutili battibecchi? Chi siete voi in realtà? >> domandò.

InuYasha si irrigidì, colto alla sprovvista da quello strascico di parole e domande, a cui forse, non sarebbe stato capace di rispondere.

La sua domanda gli rimbombava nella testa : Chi siete voi in realtà?

Già, chi era lui? A dire il vero, non sapeva nemmeno rispondersi da solo. Era cresciuto in una famiglia di criminali, i cosiddetti Taisho, e sin da piccolo gli era stato imposto il principio di uccidere per ottenere qualcosa.

Ma cosa voleva lui in realtà? Il potere? Probabilmente sì. Ma la voglia di sottomettere le persone lo eccitava ancor di più.. amava vedere le proprie vittime pregarlo prima di essere uccise. Amava vedere quella smorfia di dolore che era solita deturpare i loro volti. Amava le grida soffocate, i respiri affannosi, le lacrime ed anche i singhiozzi spesso trattenuti.

Ma perchè si comportava, o sentiva così, non avrebbe saputo spiegarselo. Era una cosa che ti prendeva non c'era nessun “ma” e nessun “perchè”, succedeva e basta.

Questo gli era stato insegnato, e questo faceva. E a dirla tutta non gli dispiaceva per niente.

Di solito uccideva senza pensare.. giovani, bambini, donne, uomini.. non facevano alcuna differenza per lui, passavano tutti sotto i suoi artigli. Non c'era mai stata eccezione. Anche quando aveva attaccato il villaggio di quella ragazza, lui si era promesso di sterminare tutti, dal primo all'ultimo.

Però.. quando aveva visto la figlia della sacerdotessa più potente al mondo, non era stato in grado di ucciderla. Quegl'occhi cioccolata l'avevano stregato, e per un momento aveva per fino pensato di scappare via da quell'espressione terrorizzata.

In quel momento, per la prima volta, si era sentito un vero mostro, colpevole di essersi macchiato le mani con del sangue innocente. Ma poi aveva scosso la testa, non l'aveva mai pensata così, e non avrebbe iniziato in quel momento.

Voleva liberarsi di lei, e di quella strana sensazione, ma non c'era riuscito. Così aveva deciso di lasciarla stare, di farla vivere ancora per un po', uccidendola in seguito e facendola soffrire il più possibile.

Aveva assoporato il sangue della sacerdotessa morta leccandosi gli artigli insanguinati, e dopo aver baciato la figlia mescolando così il proprio sangue con quello della madre, l'aveva morsa, applicandole un sigillo. Le aveva fatto perdere i ricordi, le esperienze, e persino quello che era accaduto quella notte. Era stato lui poi, dopo che ella era svenuta, a trascinarla in un altro villaggio, dove una signora l'aveva accolta nella propria casa.

Sapeva di star sbagliando, e che crescendo la ragazza sarebbe potuta diventare ancora più forte della madre ma.. in quel momento la mente gli aveva suggerito di comportarsi in quel modo, ignorandone le conseguenze.

L'aveva seguita per anni, e aveva imparato e conosciuto tutto di lei. Sapeva ogni singola cosa.

Il desiderio di ucciderla era aumentato, perchè sentiva di non potersi staccare da lei, ormai era diventata quotidianità e questo non andava per niente bene. Doveva smetterla.

Ora, che aveva raggiunto la maggiore età e doveva cercarsi un marito, avrebbe agito. Non avrebbe mai permesso una cosa simile.. lui l'avrebbe uccisa e basta, questa volta per davvero. Non si sarebbe fatto incantare di nuovo.

<< Chi sono io? Potrei essere il vostro angelo salvatore, oppure il vostro incubo peggiore. Dipende da come potreste affrontare la situazione.. ma sappiate, che non è un caso che ora, mi ritrovi qui a camminare, incrociando così il vostro destino al mio. Era tutto già programmato. >> o calcolato, concluse mentalmente.

Kagome era sbigottita, non sapeva mai come comportarsi con lui, le toglieva sempre le parole di bocca, non sapeva mai come rispondergli, e questo la irritava non poco.

Sbuffò, alzando di nuovo lo sguardo verso il cielo. La luna e le stelle erano le uniche testimoni quella sere, e le uniche ad illuminarli. E pensò, che forse la notte era meno buia con loro vicino.. o forse, era lui a renderla così.



Emm vi prego non uccidetemi! Lo so avevo detto che sarei stata più attiva, ma tra una cosa e l'altra.. non ho saputo mantenere la parola! Vi chiedo davvero scusa!

Non pensate che me ne sia andata abbandonando tutte le storie.. sono in fase di scrittura e i capitoli arriveranno a breve ;D

Con queste vacanze spero di essere puntuale.. xD

Bene.. diciamo che questo capitolo mi risulta un po' strano sinceramente.. non mi soddisfa molto.. ma spero comunque che sia stato di vostro gradimento! :D

Detto questo, vorrei ringraziare quelle fantastiche persone che continuano a seguirmi nonostante i miei continui ritardi.. grazie mille!

Grazie anche a chi ha inserito la storia tra seguite\preferite\ricordate.. grazie! *-*

Grazie anche a chi ha semplicemente letto, siete davvero fondamentali *-*

E sopratutto grazie a chi, ha impiegato un po' del suo tempo per farmi sapere cosa ne pensava.. grazie! *-*

Ora mi dileguo, al prossimo capitolo! <3 P.s Vorrei dedicare questo capitolo ad Ale, la mia cyber cuginetta xD <3

Baci, Marty <3<3<3<3<3

  
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