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Autore: Amily Ross    23/07/2014    6 recensioni
(Questa fiction si svolge a dicembre 2017 ed i calciatori e le managers hanno vent'anni compiuti.)
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Le vacanze natalizie sono iniziate da qualche giorno, i calciatori della nazionale giovanile si stanno preparando, per un altro ritiro, in vista dell’ennesima amichevole contro l’Europa. Le managers sono già sul posto da qualche giorno, Marshall vuole che all’arrivo dei suoi campioni sia tutto perfetto. Come al solito per le ragazze ci sarà da lavorare, ma questa volta anche per loro fortuna, il posto in cui alloggiano è una spaziosa ed accogliente baita sita in territorio austriaco. La struttura ha annesso un campo di calcio, e delle terme private, e non è nemmeno molto distante dal Prater. Non sarà un ritiro facile, e per niente noioso, in quanto tra le managers c’è un nuovo acquisto, legato ad uno dei calciatori, e non è per niente un angelo. Cosa succederà ai nostri calciatori? E come la prenderà colui che vi è legato?
Genere: Drammatico, Romantico, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Genzo Wakabayashi/Benji, Jun Misugi/Julian Ross, Nuovo personaggio, Yayoi Aoba/Amy
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 9: Tregua?

 

 Salone della baita: Giovedì 1 Gennaio, h. 6:45.

Un nuovo giorno ed un nuovo anno è sorto, per alcuni dei calciatori e delle managers si prospetta tutto in modo diverso, come si suol dire: anno nuovo vita nuova. Due di questi sono sicuramente Julian ed Amy.

Sono entrambi distesi sul divano e si sorridono dolcemente, come mai hanno fatto in vita loro, da oggi tutto cambierà, si sono dichiarati il loro amore e possono viverlo come hanno sempre sognato. «Buongiorno, amore mio.» sorride Amy carezzando la guancia al suo ragazzo.

«Buongiorno a te, mia piccola dolce manager.» risponde lui posandole un delicato bacio sulle labbra, l’ha sempre chiamata in questa modo, ma questa volta è diverso, c’è tutto il suo amore in quelle parole. Lei sorride, ricambia ed approfondisce il bacio, diventando inevitabilmente un po’ rossa.

Lui sorride, ricambia e la stringe a sé, appena si staccano si fissano. «Sono contento, ho sempre immaginato questo momento in mille modi possibili ed immaginabili, e non poteva che accadere nel migliore dei modi. Ti amo, Amily.[1] » lei sorride e diventa ancora più rossa. «Condivido tutte le sue emozioni, e non posso che essere d’accordo con lei, Baronetto. Ti amo, Julian.» sorridono incantati l’uno dall’altra e si baciano ancora.

«Dai, alziamoci, sarà meglio iniziare a preparare la colazione.» dice lei carezzandogli la guancia, lui sorride, si stiracchia, le dà un bacio sul naso, ed insieme vanno in cucina dove Amy inizia a preparare per tutti quanti.

 

Cucina della baita, h. 7:00.

Fanny scende al piano di sotto dove trova il cugino e l’amica già svegli, sorride –  niente e nessuno le impedirà di compiere la sua missione – entra in cucina con la consueta nonchalance prende un succo di frutta dal frigorifero e lo beve. «Buongiorno, ragazzi. Dormito bene?» i due annuiscono. «Sì, abbastanza grazie, tu cuginetta?» chiede Julian, è troppo felice per rovinarsi la giornata e pensare ai casini che combinerà tra qualche ora ai danni del portiere.

«Bene. Che hai? Mi sembri su di giri, anzi, ora che vi guardo meglio lo siete entrambi…» Amy diventa un tutt’uno con i suoi capelli ed è totalmente incapace di rispondere, Julian arrossisce un po’ anche lui e sorride. «Beh… cuginetta, questa notte abbiamo parlato molto e ci…» Fanny lo interrompe – ha già capito tutto – e stringe entrambi. «Che bello, sono contenta per voi, finalmente l’avete capito. È dai tempi delle scuole elementari che vi andate dietro entrambi come due scemi.» i due neo fidanzati arrossiscono e si limitano a sorridere.

Finito il succo butta il brick nella pattumiera e sorride. «Vado a fare una corsetta e poi salgo sopra a lavarmi e cambiarmi.» dichiara ed esce di corsa dalla cucina, apre la porta e schizza fuori; i due rimasti in cucina non hanno nemmeno il tempo di replicare, Amy sorride e Julian si limita ad alzare le spalle.

 

Giardino della baita, h. 7:10.

Fanny respira profondamente l’aria fresca del mattino e sorride felice, la sua vendetta questa volta sarà doppia. Si allontana un po’, per non essere vista da nessuno, si china per terra ed esce i guanti di Benji dalla tasca della tuta, li riempie per bene di neve aspetta che si bagnino e poi scuote l’eccesso rimasto all’interno, infila la mano in entrambi e sorride soddisfatta, sono completamente bagnati.

Fatto ciò senza farsi notare sale al piano superiore e scorge Patty cha va in bagno, “Perfetto non poteva andarmi meglio di così!” pensa tra sé, aspetta che l’amica sparisca ed entra nella camera dell’ex trio della New Team dove Holly dorme ancora profondamente, si china accanto alla valigia del portiere e ripone i guanti allo stesso modo in cui li aveva trovati la sera precedente, dà un’occhiata al capitano per essere sicura di non esser vista e torna in camera sua, dove Benji ancora dorme.

 

Camera di Philip, h. 7:15.

Jenny è già sveglia da un quarto d’ora, guarda il suo ragazzo ancora profondamente addormentato e sorride, ripensa alla notte appena trascorsa e il suo sorriso si allarga ancora di più s’è possibile. Ogni volta che fanno l’amore è un emozione unica, nuova, magica, come se fosse sempre la prima volta, con l’unica differenza che il loro amore cresce ogni giorno di più.

Gli carezza la guancia con due dita, gli posa un dolce e delicato bacio sulle labbra, lui emette un piccolo lamento, sorride nel sonno e si gira dal lato opposto continuando a dormire beato. La manager sorride, scuote la testa e si alza: scosta le tende alla finestra, apre le persiane – per far entrare la luce del giorno – ed apre di poco le imposte, per far cambiare l’aria all’interno della stanza.

«Che bella giornata, sembra quasi Primavera, se non fosse per la neve.» sussurra tra sé, respirando a pieni polmoni l’aria fresca del mattino, si gira verso il letto e sospira. «Phil, amore sveglia è già tardi.» niente da fare, il ragazzo non vuole saperne.

Lei sospira ancora, apre la porta della camera e si affaccia a sbirciare nel corridoio, nessun movimento, desolazione totale. Se a quest’ora dormono tutti –  capitano compreso – la cosa è grave, poi si accorge che la porta d’ingresso è già aperta e sente dei rumori provenire dalla cucina. «Che Amy sia già sveglia ed a lavoro?» si chiede sorridendo e rientrando in camera per svegliare quel dormiglione del suo Philip.

 

Camera di Holly, h. 7:20.

Patty rientra dal bagno e sorride, il suo capitano dorme ancora, lo guarda persa e si stende di nuovo accanto a lui, gli scosta una ciocca di capelli dagli occhi e gli posa un bacio sulle labbra. È consapevole che appena si sveglierà tutto l’incanto finirà, gli amici hanno ragione: Holly è un tonto, o una pinna-locca –  come l’ha battezzato Fanny la prima sera del loro incontro – sorride a quel ricordo, il suo Holly vede solo il pallone, non ci sarà mai spazio per lei nel suo cuore o nei suoi pensieri.

Ma per adesso le va bene così, continuerà ad amarlo da dietro le quinte come ha sempre fatto sin dalla prima volta che l’ha visto. Lo guarda ancora incantata e gli dà un altro bacio a fior di labbra, mentre con la mano destra gli carezza il petto nudo e scolpito.

È questione di un attimo, un attimo che sembra lungo un’eternità, Patty non fa in tempo a togliere la mano dal suo petto che, lui apre gli occhi e la fissa: confuso, sconvolto e anche un po’ imbarazzato.

«Pa… Patty che… che accidenti è successo? Io, tu, mezzi nudi sullo stesso letto…» balbetta il capitano nel vedere la ragazza con indosso solo il reggiseno. Lei lo guarda e tutti i castelli che si era creata la notte prima svaniscono, non resta che un ricordo di quel bacio.

«Niente, Holly, abbiamo dormito assieme, ma non è successo nulla tranquillo. Scendo giù a preparare la colazione.» risponde cercando di non far trapelare le sue vere emozioni, e soprattutto, di tenere a bada le lacrime.

Holly la guarda ancora, cercando di ricordare cos’è successo durante la notte, ma inutile a dirsi, nella sua mente c’è il vuoto totale. Patty si veste e senza aggiungere altro scende in cucina, vorrebbe sparire dal mondo, ma deve farsi forza ed essere quella di sempre, non ha la minima intenzione di dare spiegazioni a nessuno.

 

Camera delle ragazze, h. 7:20.

Dopo aver compiuto la sua missione ed essersi fatta una veloce doccia, Fanny rientra in camera, dove ancora Benji dorme –  o almeno così sembra – senza dar troppo peso alla cosa si veste, ma non può fare a meno di guardarlo e ripensare alla notte appena trascorsa insieme.

Non lo ammette nemmeno a se stessa, ma l’è piaciuto da morire e lo rifarebbe altre mille e mille volte, odia con tutta se stessa il portiere, ma ogni parte di lui l’attrae e si odia per questo, perché sa che prima o poi cederà e si troverà indifesa davanti al suo nemico. E Fanny Ross odia perdere.

Benji le sente armeggiare con le sue cose e sorride, è già sveglio da un po’, giusto il tempo di accorgersi della sua mancanza. Non può fare a meno di pensare alla notte di fuoco che ha passato insieme a lei, una delle sue migliori scopate, ma qualcosa lo fa sentire strano, è come se si sentisse attratto da lei, ma allo stesso tempo la odia con tutto se stesso.

Fanny finisce di allacciarsi le scarpe e si avvicina al letto, rimane un attimo indecisa sul da farsi e poi si siede. «Benji datti una mossa ed alzati dal letto.» lui sorride e la stringe per la vita. «Buongiorno, Fuffy!» lei lo guarda inviperita. «E io che volevo essere gentile, ma vaffanculo, stronzo!»

Fa per alzarsi ma lui la blocca, e la stringe ancora più forte attirandola a sé. «Quanto ti incazzi sei ancora più sexy, lo sai?» la provoca, mentre lei alza la mano per tirargli uno schiaffo, ma lui prontamente la blocca e sorprendendola poggia le labbra sulle sue.

Lei vorrebbe spingerlo via, ma non riesce a farlo, lo vuole anche lei quel bacio. Odio e amore danzano assieme in un pericoloso vortice di passione. Si staccano ormai senza fiato e si guardano negli occhi, rivivendo con intensità ogni istante della notte precedente.

Fanny gli sfiora il petto con la mano, lui sorride e i loro occhi si bloccano, verde e marrone – come terra ed erba – indispensabili, eppure incompatibili: come un piccolo fiore nel deserto. «Ehm… senti voglio mettere in chiaro che quanto è successo questa notte è stato solo un errore, non si ripeterà mai più, e soprattutto, nemici come prima.» gli dice lei fissandolo seria.

«Ma ovviamente, ho una reputazione da difendere io. Non posso certo far sapere agli altri che  sono stato a letto con il nemico.» risponde lui sorridendo, lasciando la presa sulla ragazza che si alza e lo guarda. «Ah, comunque, giusto perché tu lo sappia: sono contenta di non avertelo ucciso l’altra volta con il caffè, anche se al dire il vero mi aspettavo qualcosa di più grande.»

Con quest’ultima frase esce dalla camera lasciando Benji sorpreso e sorridente. «Sì, infatti come no, ho visto come ti è piaciuto.» risponde lui più a se stesso, dato che ormai lei si è chiusa la porta alle spalle e non può sentirlo. Il portiere si alza dal letto si veste e scende in cucina.

 

Cucina della baita, h. 7:30.

Tutti sono seduti a fare colazione, l’atmosfera è strana: alcuni sono assorti nei propri pensieri, altri ancora assonati mangiano in automatico senza dire una parola; su Patty aleggia una nuvoletta nera e nessuno ha il coraggio di chiederle qualcosa, Bruce la guarda intimorito e mangia il suo cornetto pensando che oggi sarà meglio non farla arrabbiare.

Holly guarda i suoi compagni mentre inzuppa il suo cornetto nel latte, anche loro – come lui, non hanno una bella cera –  a parte qualcuno – ma è sicuro che con una buona dose di allenamenti si riprenderanno tutti lui compreso; la sua mente sta lavorando troppo, cercando di ricordare ancora cos’è accaduto la notte scorsa, e non ha alcun dubbio, per distarsi non c’è nessuno meglio del suo amico pallone.

Fanny ogni tanto lancia qualche occhiata a Benji, ricambiata per di più, e mescola da dieci minuti buoni il suo caffè ormai  freddo. Jenny accanto ad Amy sorride e guarda l’amica. «Grazie, Jenny è stata la notte più bella di tutta la mia vita.» le sussurra la rossa un po’ imbarazzata.

La mora sorride ancora di più e le stringe la mano. «Non devi ringraziarmi, sei una delle mie più care amiche, ci sarò sempre per te.» risponde strizzandole l’occhio e la rossa sorride, lanciando poi un dolcissimo sguardo a Julian che, gioca con i blister delle medicine e ricambia.

Philip accanto a lui gli dà una gomitata che lo riporta sulla terra, Ross lo guarda, e Callaghan se la ride. «Sono fiero di lei, Baronetto, non poteva scegliere Dama migliore.» scherza il numero dodici ridendo.

Julian lo guarda e sorride, non può fare a meno di essere grato all’amico. «Grazie, Phil, è merito tuo, avevo bisogno di una spinta.» gli dice battendogli una mano sulla spalla.

«Quando vuole, Baronetto, Sir Callaghan al suo servizio.» lo prende in giro, con sincerità l’altro, entrambi si guardano e scoppiano a ridere beccandosi gli sguardi degli altri, solo Jenny, Amy e Fanny colgono il senso di quella risata improvvisa e, agli occhi di tutti senza senso.

«Ragazzi vi aspetto tra un’ora esatta al campo.» esordisce il capitano quando ormai tutti hanno finito, e ognuno inizia ad alzarsi per andare nelle proprie camere, mentre le ragazze sistemano la cucina e lavano le tazze.

 

Campo della baita, h. 9:00.

Le managers sistemano bevande ed asciugamani, Holly è già lì, pallone al piede che, si allena da circa mezz’ora da solo. I ragazzi arrivano a gruppetti e si uniscono al capitano. «Fuffy… maledetta stronza, che cazzo hai fatto ai miei guanti?» sbraita Benji che arriva furioso, Julian sospira, guarda la cugina e deglutisce a vuoto, sicuro che tra poco gli verrà una crisi di nervi. Inizia ad averne fin sopra le orecchie di questo ritiro.

Fanny sorride. «Chissà… non me lo ricordo. Forse gli ho infilato dentro la neve…» il portiere la fulmina. «E io come cazzo mi alleno? Sono fradici.» la ragazza sta per ribattere, ma per fortuna, Amy è più veloce. «Vieni con me, Benji. In lavanderia ci sono i guanti che hai messo a lavare, puoi usare quelli, dopo li metterò personalmente in lavatrice. Nel frattempo che si asciugheranno potrai fartene prestare un paio da Ed.»

Il portiere annuisce ed assieme alla manager va in lavanderia, Julian tira un sospiro di sollievo –  o meglio riprende a respirare – la cugina se la ride divertita, curiosa di vedere come reagirà Benji alla vista degli altri guanti candeggiati.

Benji li tocca, e per fortuna, sono asciutti. Li esamina per bene, sembra che non hanno subito trattamenti speciali. Nessuno dei due si accorge che puzzano di candeggina, e tornano al campo.

«Ragazzi facciamo sei contro sei.» ordina Holly, i compagni annuiscono e si dividono in due formazioni, la prima con: Benji, Julian, Philip, Patrick e la Coppia D’Oro della New Team. La seconda con: I tre della Toho, Bruce e i gemelli.

La partita è iniziata da 15 minuti, la squadra di Holly conduce per 1-0, grazie al goal di Patrick. Ed rilancia il pallone, Bruce stoppa di petto e passa a Jeson, marcato da Philip, quindi passa al fratello che, ha addosso Julian il quale riesce ad intercettare il passaggio destinato a James e parte in contropiede ma Mark lo costringe a passare a Tom che affiancato da Holly prosegue l’azione.

Hutton marcato da Lenders –  tonato indietro – restituisce il pallone a Becker che, libero da marcature tira in porta, Ed para senza fatica, la squadra di Holly rientra in difesa e Warner rilancia verso Danny che affiancato dal suo capitano corre palla al piede, i due con una serie di scambi e finte riescono a dribblare i compagni senza perdere palla.

Mark è sotto porta e Danny gli passa il pallone, Julian e Philip gli sono di fronte. «Non riuscirete a bloccarmi!» dice e il suo Tiro della Tigre finisce inevitabilmente in rete portando la sua squadra al pareggio. Fanny esulta per l’insuccesso di Benji, il quale troppo infuriato per il goal subito dal rivale non ci bada.

Julian a differenza del compagno si distrae, fissa una sorridente Amy, e subito dopo la cugina che esulta al punto di Mark. La manager della Mambo abbassa lo sguardo sul suo orologio, giocano da quasi 30 minuti, è preoccupata per il suo capitano, e guarda Patty speranzosa che questa fischi per una pausa anticipata.

Benji rimette il pallone con un calcio in direzione di Ross, ma questi ancora distratto, non si accorge né del passaggio né del richiamo di Philip. È solo una frazione di secondi e il potente tiro di Price lo colpisce in pieno petto.

Un lamento strozzato esce dalla bocca del libero, che con il respiro mozzato si accascia immediatamente al suolo, la fatica ed il colpo subito hanno fatto cedere il suo cuore di cristallo. «Julian!» urla Philip. «Merda!» sussurra Benji e tutti si avvicinano per valutare la gravità della situazione, anche le managers e la squadra di Mark accorrono subito.

«Capitano! Julian ti prego rispondi, apri gli occhi…» lo scongiura Amy inginocchiata al suo fianco in lacrime, lui non risponde, ha perso conoscenza. Philip e Tom stanno valutando le condizioni del compagno e Benji lo fissa terrorizzato. «Bastardo l’hai fatto di proposito. Ti uccido!» lo riporta alla realtà un urlante Fanny. Holly intanto prega per scongiurare il peggio.

«Che cazzo dici, cogliona? Non l’ho fatto apposta, era distratto e l’ho visto solo dopo aver tirato.» si difende il portiere, ma la sua difesa serve a poco, la ragazza gli si scaglia contro ed in lacrime gli dà pugni al petto. «Come hai potuto?» continua ad urlare. Benji le blocca i polsi. «Cazzo smettila!» le grida terrorizzato quanto lei, se non di più, non vuole avere il compagno sulla coscienza.

«Smettetela subito!» urla il numero dodici della Nazionale. «Ragazzi, Philip ha ragione, è andato in arresto cardiaco, siete gli unici a parlare tedesco. Chiamate subito l’ambulanza.» aggiunge Tom, il portiere lascia i polsi di Fanny, prende il cellulare che Jenny gli porge e chiama il 144.[2]

Amy stringe la mano di Julian e piange, Fanny – anche lei in lacrime – ha trovato rifugio tra le braccia di Patrick, Holly è vittima del terrore più nero, nella sua mente echeggia un solo pensiero: “Perché proprio oggi che il mister non c’è? Ti prego, Julian, riprenditi”

Il resto del gruppo fissa la scena attonito. «L’ambulanza sta arrivando, ma dobbiamo provare a rianimarlo.» dice Benji chiudendo la chiamata. «Ne sei capace, Price?» ringhia Mark che sotto, sotto è uno dei più terrorizzati, il rivale lo fulmina. «Ragazzi, vi prego, non è il momento.» li ammonisce Tom, poi continua.

«Lo faccio io, a Parigi ho seguito un corso di primo soccorso.» conclude chinandosi nuovamente su un’ancora svenuto Julian, accosta l’orecchio al torace del compagno, accorgendosi che non c’è né battito né respiro  inizia a praticargli il massaggio cardiaco, mentre Philip gli mette la mano al polso per controllare il ritorno delle pulsazioni, Amy continua a stringergli l’atra mano e guarda le mosse dell’amico che tenta di farlo riprendere.

«Ha ripreso a battere, in modo irregolare, ma batte.» annuncia Callaghan, dopo qualche minuto, tutti tirano un sospiro di sollievo: il peggio sembra scongiurato e finalmente arrivano i soccorsi. Benji spiega l’accaduto – e i problemi del compagno – ai paramedici che, controllano le condizioni di Julian e mentre uno gli misura la pressione, l’altro facilita la respirazione con un Pallone Ambu[3], il primo dopo aver finito di misurare la pressione gli mette una flebo ed il terzo estrae la barella, aspettando che i colleghi finiscano lo adagiano su di essa caricandolo sul mezzo.

«Krankenhaus in dem die strömungs?»[4] chiede Benji prima che le porte dell’ambulanza vengano chiuse, mentre Fanny sale assieme al cugino ed ai soccorritori. «In Nikolsdorfergasse 26/30 Hartmannspital.»[5] risponde il paramedico dando nome ed indirizzo dell’ospedale e chiudendo le porte l’ambulanza parte a sirene spiegate. I ragazzi e le managers abbandonano il campo e corrono alla baita, prendono le chiavi del pullmino e raggiungono l’ospedale il più in fretta possibile.

 

Hartmannspital, h. 11:00.

Sono in ospedale da quasi due ore, i medici non hanno ancora finito di visitare Julian, ed il resto del gruppo attende con ansia in sala d’aspetto. Il tempo sembra essersi fermato, quando finalmente il cardiologo esce dalla stanza e spiega ai ragazzi che: il peggio è passato, ma che il compagno è molto debole ed ha bisogno di riposo, che è sotto sedativi e che lo terranno in osservazione per qualche giorno.

«Ragazzi è inutile che restiamo tutti quanti in ospedale.» esclama Jenny stretta nell’abbraccio di Philip, lui la guarda e annuisce. «Ovviamente Amy è una di quelli che rimane per forza.» la rossa sorride grata all’amico e spera che anche lui e la fidanzata rimangano a darle conforto.

«Io rimango perché parlo tedesco!» dicono all’unisono Benji e Fanny, con una strana quanto inconsueta telepatia. «Non c’è bisogno della tua presenza, cretino, hai fatto già troppi danni ed io parlo tedesco meglio di te.» risponde acida la ragazza che, trattiene a stento le lacrime.

«Dici? Nel caso tu non lo sapessi vivo ad Amburgo da quando ho dodici anni, ergo, il mio tedesco non è scolastico come il tuo.» risponde il portiere, per provocarla, ma giustamente. La ragazza inviperita cerca una risposta adeguata, l’ha freddata, ha ragione – per quanto lei ami quella lingua astrusa ha solo delle conoscenze scolastiche – nulla paragonato ad uno che lo parla ogni giorno.

Cerca ancora una risposta, ma non trova nulla da dire, e questo la rende furiosa, per fortuna a toglierla dall’imbarazzo arriva Philip. «Perfetto! Allora è deciso, rimangono Amy, Fanny, Benji, io e Jenny.» la Ross lo guarda indispettita da quel colpo basso al suo orgoglio già ferito e sbuffa.

«Philip resto anche io, sono il capitano.» si intromette Holly. «Proprio perché sei il capitano devi tornare alla baita, più tardi tornerà il mister e devi spiegargli tutto. Resto io, in quanto tuo vice e ti terrò costantemente aggiornato. Adesso andate!» risponde Callaghan, sia perché vuole rimanere a tutti i costi al fianco dell’amico, sia perché sa che Jenny non lascerebbe Amy da sola in questa situazione.

Così deciso il resto del gruppo torna alla baita, Amy entra nella camera dove Julian è ricoverato, si siede sulla sedia vicina al letto e, guardandolo in silenzio, gli prende la mano. Jenny e Philip la seguono, ma restano sulla porta: la ragazza guarda l’amica in apprensione immedesimandosi in lei, il ragazzo fissa i monitor che registrano con precisione le funzioni vitali dell’amico e silenziosamente prega perché si riprenda presto.

Fanny è troppo nervosa guarda i compagni avvicinarsi alla camera e decide di lasciare Amy da sola con suo cugino, e i suoi migliori amici, ha bisogno di sfogarsi e l’unico modo che conosce e fumare, anche perché parlare con Benji è impensabile. Lo guarda un secondo e senza dire nulla corre su per le scale per raggiungere il terrazzo dell’ospedale.

Il portiere sospira, è ancora scosso dall’accaduto, ma l’unica cosa che può fare è attendere che l’amico si riprenda del tutto; si guarda attorno, si avvicina al distributore automatico alla sua sinistra, dal quale prende una bottiglietta d’acqua minerale. Lancia uno sguardo nella camera di Julian e sale per raggiungere Fanny in terrazza. Anche se impensabile ed improbabile forse possono darsi coraggio a vicenda.

Fanny poggiata alla ringhiera aspira ed espira la nicotina mentre i suoi occhi sono invasi dalle lacrime, sapere che il suo adorato cuginetto è fuori pericolo la consola, ma vorrebbe con tutta se stessa che non fosse accaduto nulla. Ripensa alle parole della zia Elizabeth all’aeroporto, ma è indecisa sul da farsi, è consapevole che deve avvertire gli zii, ma allo stesso tempo non vuole allarmarli.

Benji giunto alla porta del terrazzo la apre e guarda la ragazza che, immersa nei suoi pensieri non lo sente, lui deglutisce e si avvicina. «Fumare fa male alla salute!» le dice togliendole la sigaretta dalla mano e portandola alla bocca facendo un tiro. «Lo so! Soprattutto a te, sei un calciatore non dovresti farlo.» gli risponde lei guardandolo negli occhi e sorridendo leggermente.

Anche Price sorride, la guarda negli occhi e spegne la sigaretta nel posacenere. «Fu… Fanny mi dispiace per quello che è successo a Julian, ti giuro che non l’ho fatto apposta, non volevo colpirlo proprio lì e soprattutto mandarlo in ospedale.» si scusa ancora il ragazzo.

Lei sorride e fissa il suo sguardo nei suoi occhi. «Lo so, infondo sono io la tua nemica. Spero solo che si riprenderà presto, e sono indecisa se chiamare mia zia o no.» dice lei. «Tranquilla, Julian è forte e ce la farà anche questa volta. Direi che chiamare tua zia è una pessima idea, certo sarebbe giusto, ma la faresti preoccupare e non è il caso vista la distanza ed il fuso orario.» risponde Benji sorridendole.

Fanny sorride e mette il pacchetto di sigarette in tasca. «Grazie per la chiacchierata amichevole, ne avevo bisogno.» dice, il portiere sorride e si avvicina a lei, tornata di spalle, a guardare il panorama. «Tregua?» le sussurra all’orecchio cingendole la vita in un abbraccio. «Tregua!» risponde lei girandosi e sorridendo, porgendogli la mano per suggellare il patto. Il portiere gliela stringe e senza aggiungere altro si stringono l’una e l’altro in un abbraccio che dà coraggio e scalda il cuore.

 

***

 
 

 

Angolo dell’Autrice: eccomi qua finalmente con il nuovo capitolo, scusate se vi ho fatto attendere per l’aggiornamento, ma volevo scriverlo bene e non ho avuto molto tempo. Spero che si di vostro gradimento, e ringrazio tutti coloro che seguono questa storia.

Un bacione, vi adoro, la vostra Amy

 

 

[1] dato che non si sa il suo vero nome –  ammesso che ne abbia uno – ho deciso di metterglielo io, ed ovviamente non poteva che essere il mio Nick a completarlo, insomma, non a caso porto il “suo” nome. xD

 

[2] in Austria, è il nostro 118

[3] per chi non lo sapesse è quel piccolo respiratore che si vede nei film, per intenderci, quello con la pompa di gomma attaccata alla mascherina.

[4] non so se sia giusto, ma volevo mettere un piccolo dialogo in tedesco, in teoria dovrebbe significare: «In che ospedale lo portate?» fate conto che l’ho tradotto con un’applicazione sul cellulare, non so quanto possa essere attendibile.

 

[5] «In Nikolsdorfergasse 26/30 Hartmannspital.»: stessa cosa di sopra, il primo nome dovrebbe essere quello della strada, segue il numero civico, ed il nome dell’ospedale.

 

   
 
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