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Autore: jomarch    04/09/2008    3 recensioni
Seguito de 'La mia famiglia e la Coppa Quattromalandrini': cinque anni sono passati dal diploma di Harry. Quante cose sono cambiate? Come se la cavano Harry e Ron, alle prese con il loro lavoro da Auror? Ed Hermione e Ginny? Dan sarà rimasto lo stesso scavezzacollo e la piccola Beth è timida come sempre? E James, Sirius, Remus, Lily, Hellen e Tonks? Tra gioie e piccoli dolori, discussioni e prese di posizione, ciascuno troverà se stesso e la sua strada.
Genere: Romantico, Commedia, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Ginny Weasley, I Malandrini, Il trio protagonista, Lily Evans
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Non sarà un capitolo colmo di avvenimenti, il solo scopo è quello di illustrare i rapporti tra i vari personaggi: curiosare nelle loro vite aiuterà a farci capire come sono cresciuti Dan, Beth, Anne, Lucas e Thomas e dare una sbirciata al Ministero ci farà pensare che non sempre le cose vanno come vorremmo...


Sentirsi inutili


HOGWARTS


No Anne, stasera non ci sono. Ho gli allenamenti di Quiddich.” stava rispondendo Lucas in fretta, alla sua amica, mentre vagava con gli occhi per la Sala Grande alla ricerca di Thomas, ottimo soggetto da cui copiare i compiti di Trasfigurazione.

Ancora? Ma non ti sei già allenato ieri sera?” domandò Anne, rovesciandosi il caffè sulla divisa, mentre, come d'abitudine, Lucas sfoderava la bacchetta per ripulirgliela.

Che vuoi che ti dica? Dan è impazzito, questo mese! Il fatto che si tratti dell'ultima partita gli sta dando alla testa... Lo sai anche tu che non è mai stato un Capitano troppo ansioso...”

Hagrid ci resterà male! E' già la terza volta che ci invita per il tè e tu non ci sei...” osservò la ragazza.

Purtroppo non ci posso fare niente! Salutalo da parte mia... Oh, ecco Thomas. Ci vediamo più tardi a Trasfigurazione! Divertiti ad Antiche Rune! E saluta Beth!” disse Lucas, alzandosi in piedi e facendosi largo tra una folla di primini per raggiungere il tavolo di Serpeverde.

Devi smetterla di copiare i compiti nelle ore buche, Lucas!” lo rimproverò la ragazza, che accortasi di essere in un tremendo ritardo, si ricoprì di un' infinita quantità di briciole nel vano tentativo di fare colazione più in fretta.

Imprecando, non fece a caso all'occhiolino che l'amico le stava rivolgendo e che, ora, stava inginocchiato di fronte a Thomas implorandolo di passargli i compiti.

Anne si alzò dal tavolo, per raggiungere Beth e puntò un occhio verso Lucas: la vista della scena ( che si ripeteva quotidianamente ogni mattina) non potè non farla ridere e così, decisamente di buon umore, si avviò verso l'ingresso, luogo in cui, come tutti i giorni, aveva appuntamento con Beth, la quale era sempre così mattiniera da riuscire a passare in Biblioteca prima dell'inizio delle lezioni.

Con il passare degli anni, i continui battibecchi tra lei e Lucas si erano affievoliti, lasciando il posto ad una salda amicizia, fatta di confidenze, debolezze sussurrate e malefatte condivise, dato che Anne era tanto vivace quanto maldestra.

Lei e Lucas davano l'impressione di essere sempre di buon umore ed erano quelli che si occupavano di tirare su il morale del gruppo, quando qualcosa non andava.

Intravide Beth, che stava parlottando con Dan, dietro al quale, una crocchia di ammiratrici, lanciava sguardi infuocati a Beth.

Ti devo aiutare a portare dei libri, Beth? Sei sempre così carica...” stava dicendo lui, osservando la borsa stracolma e i due volumi nelle mani dell'amica.

Tranquillo. Raggiungo l'aula di Antiche Rune senza troppi problemi...”gli sorrise, portandosi dietro un orecchio una ciocca di capelli, cosa che le fece perdere l'equilibrio e portò alla caduta dei pesanti tomi che reggeva.

Te l'avevo detto che non ce l'avresti fatta! Dammi retta, ti accompagno io!” insistette lui

Ma tu non hai mai lezione alla prima ora?” chiese Beth, con fare indagatore, certa com'era del fatto che Dan non gliela stesse contando giusta.

Lui si grattò la nuca, si scostò un ciuffo nero (quello che veniva sempre pregato di tagliare, dal momento che gli finiva sempre sugli occhi), dopodichè passo una mano sul mento, dove c'era un filo di barba accennata e poi rispose, col suo solito tono scanzonato:

Eh... i privilegi del settimo anno!”

Dan!”

E va bene! E va bene- si arrese, alzando le braccia - al martedì inizio alla seconda ora, con Cura delle Creature Magiche, tra l'altro oggi dovremmo anche andare nella Foresta, sempre che Hagrid abbia convinto Silente, bè...non che la cosa sia una novità...”

Avanti, dimmi quello che mi devi dire! Confessa quello che hai da confessare e poi lasciami andare che altrimenti finisce che arrivo in ritardo...”

Sono in punizione!”

Ancora?” domandò, sbalordita, Beth

Ma questa volta non è colpa mia! Snape stava tormentando quella ragazza di Tassorosso per un compito svolto in un modo che a lui non piaceva, la stava mortificando, stava usando parole cattive e io non ce l'ho fatta, a star zitto. Gli ho detto che non approvo il suo metodo di insegnamento e che ci sono altri modi per dirle che poteva fare meglio e...”

E... Avanti.”

Gli ho detto che è frustrato e che non deve prendersela con i ragazzi se la sua vita è stata un fallimento.”

Dimmi che non l'hai fatto davvero!” sbottò Elisabeth

Il silenzio di Dan fu preso come un assenso.

Oh Daniel! Tu hai tutte le ragioni, però non puoi sempre fare l'avvocato delle cause perse! Non dovevi rivolgerti a lui a quel modo! E' pur sempre un insegnante!” lo rimproverò Beth, accigliata.

E cosa dovevo fare? Non ne potevo più di star zitto!”

Dan, a volte occorre abbassare la testa! Adesso te la farà pagare!”

Bè, tanto tra un mese o due sono fuori da questo posto!” rispose lui, con aria di sfida.

Questo non ti autorizza a rispondergli così! Non gli hai detto una bella cosa...” continuò Beth

Ormai l'ho fatto. Quindi risparmia la predica. Hai ragione, ma non ce la facevo a trattenermi. E poi se lo merita...”

Beth sbruffò: quando si sarebbe deciso a crescere? Aveva tante buone qualità, doveva solo farle fruttare.

Per certi versi era un ragazzo molto maturo, per la sua età, con un alto senso della giustizia e di ciò che è bene e ciò che è male, ma per altri, era rimasto lo stesso ragazzino egocentrico e capriccioso.

Quando si trovava in quei momenti, ad Elisabeth pareva di essere la sola ad essere cresciuta e di trovarsi di fronte al Dan dodicenne.

Senti, adesso io devo andare. Ne parliamo a pranzo... Buona giornata, Daniel.”

Buona giornata, Elisabeth” per salutarla, il ragazzo, le scoccò un bacio sulla guancia.

Si voltò, rivolse un cenno al gruppetto di ragazze lì radunato e poi si diresse verso la Sala Grande per incontrare i suoi amici.

Bè, che avete da guardare come delle Banshee?” chiese Anne, mentre le ragazze fissavano Beth con un misto di rabbia e stupore: non solo quell'insignificante ragazzina aveva l'onore di poter parlare con Daniel Black, ma si permetteva anche di rimproverarlo! Come osava?

Quelle rivolsero un'occhiata indispettita anche ad Anne, che le sentì mormorare:

Ci mancava solo la guardia del corpo di Franchester, adesso!”

Anne si girò e fece una linguaccia alle Fan, come le chiamava lei, prima di attaccarsi al braccio di Beth.

Non riusciva proprio a capire per quale motivo quelle arpie ce l'avessero tanto con lei o con Beth: erano forse invidiose dell'amicizia con Dan e Lucas? Se così era, perchè anziché limitarsi ad ammirarli e spettegolare non si avvicinavano e provavano a conoscerli?

Non mordevano mica! Persino Lucas, una volta che si superava la sua acidità, poteva risultare simpatico...

Le due amiche si stavano avviando al secondo piano, per seguire la lezione, quando un trafelato e scomposto Thomas fece la sua apparizione sbucando dal buco dietro ad un quadro, capitombolando addosso ad Anne, facendola finire per terra.

Ah! Tomas! Ma ti si è bevuto il cervello? Non provare mai più a comparire così all'improvviso! Mi hai fatto prendere un colpo!”strillò la ragazza, resa momentaneamente cieca dalla massa di riccioli che le aveva ricoperto il volto.

Scusate, è che dovevo fuggire da Lucas il più in fretta possibile...” si giustificò, raddrizzandosi e lisciandosi la divisa.

E perchè dovevi fuggire da Lucas?”chiese Anne. Che si fosse rifiutato di passargli i compiti ed ora Lucas lo stesse rincorrendo per tutto il castello scagliandogli maledizioni?

Gazza. Era dietro di lui.”

Oh.”annuirono le due ragazze.

Voleva a tutti i costi che io mi mettessi ad appendere per tutta la scuola le settecentotredici copie dell'integrazione al suo elenco di oggetti proibiti. E tutto questo perchè sono un Prefetto! Per Merlino, io sono un Prefetto della scuola, non lo sguattero di Gazza!” spiegò Thomas, lucidandosi la spilla che aveva guadagnato l'anno prima.

Thomas era molto orgoglioso del suo distintivo, non solo segnalava a tutti quanto lui (modestia a parte) fosse perfetto, ma, soprattutto, lo faceva sentire accettato. Lui, Babbano di nascita, non solo era nella Casa di Serpeverde, non solo era tra i migliori studenti di Hogwarts, ma era anche diventato Prefetto.

Il fatto poi che i suoi migliori amici fossero tutti Grifondoro, lo rendeva orgoglioso: erano la testimonianza vivente che, in fondo, tra una Casa e l'altra, non c'erano grosse differenze.

In ciascuna convivevano ragazzi diversi per origine, abitudini, aspirazioni, ma, come lui ripeteva spesso, tanto da farne il proprio motto, ciascuno è chi sceglie di essere.

Quanti ne ha aggiunti, questa volta?” domandò Beth

Diciassette.” disse Thomas con voce funerea.

E dimmi un po', Thom.... Mastro Gazza sa che a far finire sulla lista questi diciassette oggetti, provocandogli una serie infinita di notti insonni, sei stato tu con quei decerebrati dei tuoi amici?” ammiccò Anne, con tono noncurante.

Non tutti e diciassette. Solo dieci. Io con gli altri non c'entro.” disse Thomas, offeso.

Beth gli sorrise e lui parlò di nuovo.

Io l'avevo detto che non potevano mettersi a ricoprire tutte le porte di Gelatina Millefoglie! Ma loro non mi hanno dato retta! Ho detto anche che non potevano liquefare con il Simpatico Sprai Fretto il Folletto tutti gli schedari di Gazza, ma loro, come al solito, non mi hanno dato ascolto!”

Andiamo vah, siamo già in ritardo.” lo consolò Beth, intuendo che, spesso, Thomas non sapeva, o meglio, non voleva, abbandonare Dan e Lucas quando progettavano i loro scherzi.





LONDRA, DIPARTIMENTO AUROR


Gli uffici del Ministero destinati al Dipartimento Auror occupavano una fitta rete di corridoi all'ultimo piano.

Gli Auror più esperti potevano godere di uffici propri, oppure, come nel caso di Tonks, dividerlo con qualcun altro.

Invece, i più giovani dovevano accontentarsi di un'anonima scrivania in mezzo ad altre dieci, in stanza cosi larghe e lunghe che avrebbero potuto benissimo sembrare una delle camerate dell'Accademia.

Harry e Ron, per voleri dipendenti dai piani alti, occupavano ancora due di quelle scrivanie, arrabattandosi come potevano nello sconfiggere le mosche e il caldo che popolavano quella enorme stanza.

Come va quel rapporto sui fondi di calderone falsi?” domandò Ron all'amico, seduto nella scrivania di fronte a lui.

L'ho quasi finito, credo. Tra poco lo porterò a Brown che lo dovrà controllare. Oggi hai qualcosa di entusiasmante da fare o mi terrai compagnia mentre attendo che qualcuno mi porti altre scartoffie da riordinare?” rispose Harry, sbruffando.

No. Oggi si esce! Non guardarmi così,tu hai già avuto la possibilità di mostrare le tue competenze sul campo ieri!” esclamò Ron, con uno sguardo a metà tra il risentito e il divertito.

Fare l'Auror, per lui come per Harry, non si stava rivelando interessante ed avvincente come credevano.

Avevano iniziato e finito l'Accademia carichi di sogni e di progetti: si immaginavano alla guida di spedizioni pericolose, informati di dettagli segreti ai più e, invece, dopo due anni erano ancora ancorati ad una scrivania e, le rare volte che uscivano, erano incaricati di compiti estremamente noiosi ed inutili.

Inizialmente avevano sopportato la cosa speranzosi e certi che quello fosse il normale trattamento che si riservava ai nuovi arrivati. Col passare del tempo, però, sembrava che tutti riuscissero ad aver e un avanzamento di posizione salvo lui ed Harry, persino Hermione, sebbene lavorasse in un altro Dipartimento, quello per il Controllo e la Regolamentazione delle Creature Magiche, era già stata promossa.

Sapevano perfettamente che questo dipendeva da James e Sirius, però, l'uno perchè si andava contro il padre e non sapeva esattamente come affrontarlo, e l'altro per quieto vivere non avevano mai detto nulla.

Ron aveva pensato diverse volte di mandare tutto all'aria e di andare a lavorare temporaneamente coi suoi fratelli, ma, in seguito, un po' per senso di colpa nei confronti dei suoi genitori che non gli avevano mai fatto pesare l'onerosa retta dell'Accademia e un po' per lealtà nei confronti di Harry, aveva deciso di restare.

Harry era quello che appariva più scontento della situazione: si sentiva responsabile anche per la sorte di Ron. Dopotutto, se suo padre e Sirius trattavano a quel modo anche Ron, era solo perchè era il suo migliore amico.

Harry era frustrato: perchè non gli permettevano di seguirli sul campo?

Lo credevano un incapace? Pensavano forse che non fosse in grado di cavarsela da solo e di mantenere il sangue freddo?

Perchè si ostinavano a volerlo trattare come un bambino?

Aveva ventitrè anni, quasi, ormai!

Loro, quando erano molto più giovani di lui, non avevano forse combattuto nell' Ordine della Fenice Voldemort e i suoi sostenitori?

E, il tutto, senza essere Auror!

Se almeno l'avessero ammesso, che lo facevano apposta, anziché trincerarsi dietro a mille scuse, una meno credibile dell'altra.

Quando avevano iniziato, Harry era eccitato all'idea di lavorare al fianco di suo padre e di Sirius, ora invece, non voleva altro che sbarazzarsi di loro ed avere per superiore qualcuno di sconosciuto, qualcuno che lo mettesse alla prova.

Più volte aveva pensato di mollare tutto, poi però, la tenacia che lo contraddistingueva l'aveva spinto a continuare, per dimostrare loro che avrebbe potuto farcela.

Fantastico! Così potrò passare un altro entusiasmante pomeriggio in ufficio! Non aspettavo altro! Chissà cosa mi portano da compilare oggi!” esclamò, ironico, Harry.

Bè, io direi che è già qualcosa se non ci fanno pulire tutto il marciume di questo posto...” osservò Ron, dondolandosi indietro con la sedia.

Solo perchè ci sono gli Elfi Domestici, che credi! Strano che mio padre non abbia ancora detto al Ministro che non serve che puliscano qui, dato che ci siamo già noi...” proseguì Harry, lanciando via la piuma che gli era servita per completare il rapporto.

Se proprio sei così ansioso vado a riferiglielo!” aggiunse Ron, tenendosi per sé il seguito della frase, che suonava simile a:

Scommetto che sarebbe felicissimo di sapere che non dobbiamo neanche più uscire per fare il servizio di sicurezza alle partite di Quidditch o per disinnescare il malocchio di qualche orologio ad una vecchietta Babbana!”

Harry non rispose e rilesse per la terza volta la pergamena che aveva in mano: se almeno avesse trovato un errore avrebbe avuto qualcosa da fare...

Ron si alzò e prese a giocherellare con dei pezzi di carta, tentando di fare canestro nel cestino, mentre, sopra alla sua testa, diverse buste contenenti i messaggi che si scambiavano tra un ufficio e l'altro, saettavano avanti e indietro, a destra e a sinistra.

Circa mezz'ora dopo la testa di Sirius comparve dalla porta.

Buon giorno ragazzi!” li salutò allegro.

'Giorno...” fu il saluto distratto che gli rivolsero.

Bè? Che cosa sono quei musi lunghi? E' stata una mattinata impegnativa?” chiese

Ron balbettò qualcosa, mentre Harry rivolse un'occhiata eloquente al suo padrino, che capì che era il caso di star zitto.

Io e James pensavamo di fare un salto da Remus, in libreria per pranzo. Volete venire anche voi o riuscite a tollerare quello schifo che chiamano mensa aziendale?” disse Sirius, cercando di riprendere la conversazione.

Oh bè...- cominciò Ron- io dovrei già passare da Remus, per prendere un libro che mi ha chiesto Hermione- Harry, a questo punto, incenerì il suo migliore amico con lo sguardo. Tutto quello che voleva era stare lontano da suo padre. Non ne poteva più di sentirsi dire cosa doveva fare. Non era arrabbiato con lui, anzi. Una parte di lui comprendeva e, fuori dall'ufficio, i loro rapporti erano ottimi come al solito, semplicemente, almeno al lavoro, voleva stagli lontano.-Ma credo comunque che potrò andare più tardi, quando usciamo.” si affrettò ad aggiungere Ron, dopo aver colto i segnali.

Come volete...”

E comunque, Sirius, Hermione ha detto che ci saremmo visti durante la pausa. Ci conviene rimanere qui. Se non ci dovesse vedere impazzirebbe.”

Ehilà, ragazzi! Allora vi unite a noi per pranzo?” era arrivato anche James.

Dobbiamo vedere Hermione, papà.”

Ah... ok. Non c'è problema. Bè, allora noi andiamo. Ci vediamo nel pomeriggio.” disse James, uscendo con Sirius.

Portateci di sopra i rapporti!” urlò Sirius, dal corridoio.

Harry e Ron li maledissero mentalmente e poi si alzarono, per raggiungere Hermione, che, se non era così oberata dal lavoro, decideva di concedersi una pausa pranzando col suo ragazzo e col suo migliore amico.

Le cose tra Ron ed Hermione procedevano bene, o meglio, bene per quella che può essere la quotidianità della loro coppia.

Tre volte a settimana Ron affrontava delle crisi che rasentavano l'autolesionismo, allenando la scarsa pazienza di Harry con infiniti soliloqui sul perchè lui fosse un ottuso ritardato, inadatto a stare con una creatura tanto intelligente e perfetta quanto Hermione e su quanto fosse fortunato.

Altre tre volte, invece, Ron tornava a casa sbraitando che non ne poteva più, che quella era l'ultima volta che si sarebbe fatto mettere i piedi in testa da Hermione perchè lei avrebbe dovuto capire che non poteva permettersi di trattarlo come uno straccio dal momento che, anche se suona strano dirlo, anche Ronald Bilius Weasley aveva dei sentimenti.

Nei primi tempi Harry provava a consigliare il suo migliore amico, cercando di fargli capire dove sbagliava, ora, invece, si limitava ad annuire, ascoltando distrattamente e sfogliando con attenzione le pagine della Gazzetta del Quidditch.

Dal canto suo Hermione, poco paziente di per sé, stava imparando a tollerare la confusione, gli sbagli, i fraintendimenti e le paturnie di Ron e correva da Ginny o da Harry solo quando il limite estremo di sopportazione era stato raggiunto.

Quando sua madre le faceva notare che lei e Ron erano abbastanza grandi per poter pensare di costruire qualcosa, Hermione impallidiva (tremava al solo pensiero del modo in cui avrebbe potuto essere ridotta una casa in cui convivevano lei e Ron) e si limitava a rispondere che Ron stava bene dov'era, nell' appartamento che condivideva con Harry (luogo in cui lei preferiva non entrare, viste le condizioni in cui versava), senza contare che, qualora Ron se ne fosse andato, Harry sarebbe rimasto solo, considerando che Ginny era spesso via con le trasferte delle Holyhead Arpies.

Eccovi, finalmente! Era già da un po' che vi aspettavo! Ho preso quel tavolo là in fondo!” indicò Hermione, stretta nella sua veste verde bottiglia da strega.

Magari ci hai già anche preso da mangiare, eh?” azzardò Ron, meritandosi un' occhiataccia che sembrava dire” Non sono mica la tua serva!”

Quando anche Ron ed Herry si furono serviti ed ebbero preso posto, Hermione ricominciò a parlare.

Allora, come è andata stamattina? Io sto lavorando ad un caso molto complesso! Madama Fisher si fida di me e me l'ha affidato, anche se sono tra i più giovani! In pratica devo assicurarmi che nell'allevamento di Crup si rispettino tutti i parametri, perchè un mago di Glouchester ha sporto denuncia contro il suo vicino. Ho bisogno di consultare molti testi, credo che passerò da Remus, prima di tornare a casa... voi nei vostri archivi non avete niente che mi possa aiutare?”

Ma l'allevamento dei Crup non dovrebbe essere tenuto sotto controllo dal Mnistero?” chiese Harry, mentre Ron osservava desolato la brodaglia nel suo piatto che avrebbe dovuto somigliare a spezzatino.

Infatti. Ci chiediamo come abbiano potuto tenerlo nascosto per così tanto tempo...” gli rispose Hermione, mescolando la sua insalata.

Io invece mi chiedo come sia possibile che non hanno ancora licenziato questi Elfi Domestici! Ogni giorno che passa questo cibo diventa sempre più immangiabile!” esclamò Ron

Ron! Gli Elfi non sono costretti a cucinare per te! Se proprio ti fa così schifo non mangiare! Considera anche che devono preparare per centinaia di persone!”

Anche quelli di Hogwarts, se è per questo! Eppure ne erano capaci! Questi qui sono incompetenti!” proseguì, infervorato, Ron.

Non sei obbligato a mangiare qui! Potresti arrivare fino al Paiolo Magico e prenderti qualcosa là...” rimbeccò Hermione.

Fossi matto! E investire metà del mio stipendio al Paiolo Magico solo perchè questi qui non sono in grado di fare il loro lavoro? Meno male che è gratis!”

Abbassa quella voce, Ron! Ci staranno ascoltando tutti! Pensa se quei poveri Elfi hanno sentito qualcosa! Ci saranno rimasti malissimo!”

Hermione, è un dato di fatto! Questi non sanno cucinare!” intervenne Harry, che non poteva non essere d'accordo con Ron.

Hermione bofonchiò qualcosa e poi ritornò alla sua insalata, senza smettere di lanciare sguardi infuocati all'indirizzo dei due ragazzi.

Harry riportò la conversazione su un terreno neutrale, le partite di Quiddich di Ginny.

Harry era veramente contento per lei: più volte gli aveva detto che le sarebbe piaciuto sfondare nel Quiddich, anche se era incerta sull' intraprendere quella carriera.

Ginny era sempre stata una ragazza piuttosto sicura di sé: sapeva quello che voleva, sempre, e si dava da fare per ottenerlo.

Era solita dire di voler fare del Quidditch la sua professione, aveva già deciso a sedici anni eppure, l'ipotesi che, quello che si sceglie non sia la cosa migliore, aveva iniziato a tormentare anche lei, quando si era trattato di decidere davvero.

Avrebbe potuto non sfondare mai e l'idea di non ricambiare con soddisfazioni i sacrifici che Arthur e Molly avevano fatto per poter mantenere tutti i loro figli la preoccupava.

Harry l'aveva convinta a fare qualche provino: se non fossero andati bene, si sarebbe cercata un altro lavoro. Ginny aveva posto questa condizione.

Riteneva che, se non fosse stata idonea, avrebbe dovuto mettersi il cuore in pace e trovare altro da fare nella vita.

Ciò nonostante, superata qualche riluttanza iniziale, Ginny fece i provini con le Vespe di Windbourne, con il Potree Pride e con le Montrose Magpies. Nessuno di questi era andato a buon fine e Ginny stava seriamente pensando di lasciar perdere. Aveva evitato di proposito i Cannoni di Chudley, certa com'era che, grazie alle conoscenze del signor Potter, in un modo o nell'altro, sarebbe stata presa.

Il suo vero obbiettivo, però, erano le Holyhead Arpies, l'unica squadra esclusivamente femminile della Lega. Harry la trascinò a forza e lei giocò come non aveva mai giocato. Mostrando, nuovamente, la forte Cacciatrice che era stata nei Grifondoro.

Da quando era entrata in squadra si vedevano raramente: spesso c'erano i ritiri e nei fine settimana le partite, ciò nonostante, Harry non mancava mai di seguirla allo stadio ed era comunque felice di quel paio di giorni a settimana che, se tutto andava bene, riuscivano a ritagliarsi.

Certo, non poteva negare che talvolta voleva di più, però, dopotutto, se erano riusciti a reggere durante i tre anni che lui aveva trascorso all'Accademia, periodo in cui vedersi un paio di volte al mese era fin troppo, sarebbero sopravvissuti anche a quello.

Direi che io ora devo andare. Non vorrei fare tardi, potrebbe sembrare che non prenda sul serio il lavoro che mi è stato affidato.” disse Hermione, alzandosi.

Noi non abbiamo problemi, vero Harry?”

Già.” sospirò.

Hermione li osservò entrambi e poi, guardando Harry gli disse:

Harry, tu devi parlarne con tuo padre. Non puoi andare avanti così. Ti stai rovinando l'anima e, presto, rovinerai anche il rapporto che hai con lui.”

Harry sapeva che Hermione aveva ragione, del resto, spesse volte, quando si trattava di rapporti interpersonali lei aveva ragione, eppure non voleva darle ascolto.

Hermione, non sono affari che ti riguardano.- rispose duro, pentendosi immediatamente del tono usato-E, comunque, tra me e mio padre, salvo qui al Ministero, va tutto bene. Ti ho già spiegato perchè si comporta così e io non me la sento di andare lì e prenderlo a male parole.”

Harry, sarà inevitabile, prima o poi. Ti conosco. Lo farai. E più tardi lo fai, peggio sarà. Lo dici sempre, che tu e tuo padre su queste cose, siete uguali. Finirete per scontrarvi. Parlaci ora.” consigliò Hermione, prima di andarsene.



Un'ora più tardi James, Sirius e Remus sedevano attorno al tavolo del retrobottega della libreria che Remus aveva aperto a Diagon Alley.

Non aveva voluto tornare ad Hogwarts ad insegnare: non voleva restare lontano dalla sua famiglia per gran parte dell'anno.

Non aveva nemmeno accettato la proposta di Kingsley di lavorare al Ministero nel Dipartimento per il Controllo e la Regolamentazione delle Creature Magiche: sosteneva che la vita da burocrate del Ministero non facesse per lui, tuttavia, i suoi amici sospettavano che, parte del suo rifiuto, derivasse dagli ancora pesanti pregiudizi che la comunità magica nutriva nei suoi confronti.

Così, Remus, aiutato anche da James e Sirius, era finalmente riuscito a realizzare ciò che progettava da diversi anni: aprire una libreria tutta sua.

I tre si erano dati da fare e, aiutati anche da Harry e da Ron e i suoi fratelli, avevano rimesso a nuovo un piccolo ed angusto locale inutilizzato, situato in un vicolo laterale a Diagon Alley.

Inizialmente il progetto di Remus era abbastanza modesto, ma, avendo per amici James e Sirius, la sua piccola idea si trasformò rapidamente in un piano dalle proporzioni inimmaginabili.

Era una libreria molto particolare: non vendeva solo testi magici, ma anche Babbani.

I capolavori e i classici intramontabili della letteratura Babbana di tutto il mondo trovavano spazio accanto a testi di magia antica, moderna, saggi e racconti magici così realistici da far entrare il lettore tra le loro pagine.

Il “Regno di Remus”, come l'avevano affettuosamente ribattezzato gli amici, contava migliaia di testi, stipati con cura sulle decine di scaffali e il proprietario era sempre pronto a consigliare il cliente, che, grazie al suo aiuto, riusciva sempre a trovare ciò che più gli si addiceva.

In famiglia, le persone più entusiaste della nuova attività erano senza dubbio Lily e Beth che, con buona compagnia di Hermione, passavano spesso a rifornirsi.

Dal momento che Remus, James e Sirius lavoravano tutti e tre nella stessa zona, capitava spesso che si ritrovassero per pranzo.

Cioè... io non capisco. Ogni volta che gli parliamo ha il muso e risponde male...” stava dicendo Sirius, gesticolando animatamente verso Remus, seduto di fronte a lui.

Io direi che Harry è arrabbiato con voi...”azzardò Remus, senza preoccuparsi di cercare termini più appropriati: con quei due bisognava arrivare direttamente al sodo.

Ma perchè?” chiese James, passandosi una mano trai i capelli.

Lo sai benissimo il perchè, James. E sai anche come risolvere la situazione.” gli rispose Remus.


Ringrazio le sette persone che hanno inserito la storia tra i preferiti: spero possa continuare a piacervi. Se potete, se vi va, fatemelo sapere con una recensione.

Ringrazio Cinderella87 e Padfoot_07 per aver recensito lo scorso capitolo.

Cinderella87:Io adoro Remus in versione Piero Angela e spero di poter dare altri esempi di come questo illustre genitore educhi il suo pargolo... Chissà, magari anche il piccolo Ted diverrà un professore un poco saccente, anche se ho i miei dubbi. Quanto al resto, avrai tempo di vedere come si evolveranno i caratteri di tutti i personaggi.... e considerati fortunata, perchè sai quasi tutto tramite spoiler!

Padfoot_07:Grazie per l'entusiasmo che dimostri sempre, non può che farmi piacere.

Ti accorgerai presto che Dan, forse, pur essendo un Black, non è immaturo come sembra. E' un ragazzo perennemente in crisi con se stesso, per così dire. Quanto a James, bè... è un padre e questo basta a spiegare tutto.

  
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