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Autore: SaraRocker    23/07/2014    5 recensioni
Dopo la seconda guerra magica, il trio dei miracoli tornerà ad Hogwarts. Sembra improvvisamente giunto il tempo per potere finalmente sguazzare nella pace creatasi, ma Hermione non ci riesce. C'è qualcosa che la segue, una luce misteriosa, una persona che le manca come l'aria.
Estratto cap.3
"Fred, cosa è successo?" gli domandò infine Hermione, squadrandolo con attenzione. Indossava gli abiti dell'ultima volta, quando era morto. Eppure, era completamente diverso dal corpo privo di vita che aveva visto: il suo volto era pulito, quasi brillante. Non vi era più alcuna ruga di espressione, per quanto piccole ed appena accennate fossero state.
Lui deglutì a vuoto, sedendosi di fronte a lei e ragionando su quale fosse il modo migliore per rispondere. Infine, accennando un sorriso amaro, parlò.
"Sono morto, suppongo."
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Fred Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Fred Weasley/Hermione Granger
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Love Until We Bleed.










 
capitolo 8.





 
Salve, salve, salve!

Sono tornata e prima del capitolo vorrei dire una cosa per rendervi la lettura più semplice :)

-Le parti in grassetto corsivo equivalgono a ricordi/flashback


Detto ciò, spero vi piaccia :) Mi farebbe piacere sapere che ne pensate, quiiiindi recensite!










I passi della giovane Grifondoro si mischiavano in modo chiassoso con quelli degli altri studenti. Camminava spedita, pensando a quella meravigliosa sensazione di calore che le aveva fatto provare Fred con una semplice frase proprio il giorno prima, poco prima che si congedasse.

"Ogni volta che chiamerai il mio nome, io arriverò."
Lo aveva detto con un filo di voce, mentre se ne stava sulla soglia della sala comune, in procinto di tornare a vagare senza una meta precisa. Presto sarebbero tornati i Grifondoro che avevano passato la giornata a Hogsmade. Fred reggeva ancora, stretta in una mano, la caramella Weasley. Stava rivolgendo a Hermione un sorriso gentile, e lei ricambiò immediatamente.
"Te lo prometto, Herm."


"Hermione!"
La voce del moro la raggiunse dal fondo del portico. I pensieri della ragazza vennero bruscamente interrotti, ed il sorriso che le adornava il volto scomparve in pochi istanti. Si trovavano all'esterno di Hogwarts, la riccia  diretta alla prossima lezione. Udendo la voce di Harry, però, si femò per aspettarlo. Si voltò in direzione del Salvatore Del Mondo Magico esibendo un'espressione gentile. Lui la raggiunse dopo pochi secondi.
La riccia lo squadrò confusa, notando  il fiatone che aveva il giovane "Harry, hai corso?"
"Ti ho cercata tutta la mattina..." si limitò a dire il moro, prendendo un profondo respiro nel tentativo di fare tornare il cuore a battere normalmente. La strega rimaneva di fronte a lui in silenzio, in attesa che lui parlasse. Infondo, se aveva avvertito il bisogno di cercarla, doveva esserci una ragione, no?
"Ieri non sei venuta con noi." esordì infine il ragazzo, facendo avvertire una fitta di colpa alla riccia. Effettivamente no, nonostante la promessa che aveva fatto ai propri amici, lei non si era presentata all'appuntamento del giorno prima. Era stata parecchio occupata con Fred. Si erano divertiti insieme, mangiando caramelle e prendendosi in giro a vicenda. Oltretutto, non si era sentita molto felice all'idea di uscire con delle persone che la ritenevano una pazza. Non poteva ancora credere che, dopo tutti gli anni passati e dopo tutte le volte che lei aveva salvato loro la vita, Harry e Ron non le credessero. Poteva capire la diffidenza di Ginny -infondo non si erano mai avvicinate troppo-, ma non poteva giustificare il comportamento di coloro che aveva sempre considerato i suoi migliori amici. Non le interessava quanto folle potesse suonare il fatto che il fantasma di Fred -visibile solo a lei- vagasse per Hogwarts. Avrebbe compreso lo scetticismo, ma non tutte le accuse di follia e mancanza di senno.
"Mi dispiace." mormorò quindi Hermione, abbassando lo sguardo sulle proprie scarpe "Ho preferito ripassare pozioni."
"Ron era molto preoccupato. Non ci hai neppure avvisato." rispose con pacatezza il moro, sistemandosi gli occhiali e sospirando. Lui poteva intuirlo da un chilometro di distanza se Hermione stesse o meno dicendo la verità, ed anche in quel momento poteva avvertire lo squallido fetore di menzogna soffocarlo.
"Ho intenzione di prendere il massimo dei voti in pozioni. E' la materia in cui ho più lacune." l'aria attorno ai due si era fatta palesemente tesa, ma la ragazza finse di non notarlo. Forse poteva ostentare un'apatia incredibilmente convincente, molto simile a quella di Malfoy, se solo avesse voluto.
"Non penso sia un problema da porsi ad ottobre o novembre, con ancora tutto l'anno di fronte." constatò con noncuranza Harry, sperando di fare dire ad Hermione la verità. Detestava l'idea che lei, la sua migliore amica -o quella che credeva esserlo-, potesse mentirgli.
"E' un problema che mi pongo da settembre." replicò atona la riccia, stringendosi al petto i libri. Il ragazzo serrò le mani in due pugni ricolmi di stress.
"E' sempre per quella storia di Fred, vero?" domandò infine il moro -i denti stretti ed i nervi tesi-, facendo irrigidire la riccia. Quest'ultima non rispose affatto, limitandosi a fare un passo indietro,colpita sul vivo. Harry accennò un mezzo sorriso "Ho ragione, giusto? Hermione, è da settembre che parli di questa assurda luce che nessuno vede, ed ora -per qualche ragione- le hai dato l'aspetto di Fred!" esclamò il moro, alzando il tono della voce. Hermione si guardava intorno, incontrando le espressioni confuse e sconvolte degli studenti, dei ragazzi che stavano origliando senza ritegno ad una conversazione prettamente privata. La strega voleva gridare contro tutti loro, lo avrebbe fatto molto volentieri.
"Suppongo che sia qui anche ora, vero?" tornò poi a parlare Harry. Si iniziò a guardare intorno annoiato, per poi alzare nuovamente il tono della voce "Allora, Fred? Sei qui? Perchè non ti fai avanti, eh?"
La ragazza arretrò nuovamente, la fronte corrugata "Harry, smettila. Ci guardano tut-" "Non mi interessa, Hermione. Voglio che tu capisca." la interruppe lui, afferrandole le spalle per tenerla  ferma. Puntò il proprio sguardo chiaro contro quello bruno di lei "Fred non tornerà. Lui è morto. Ti stai distruggendo ed io non voglio che accada." le mormorò lui, scandendo parola per parola, facendole inumidire gli occhi di lacrime. Le parole di lui erano così graffianti ed inaudite da farla sentire sul punto di svenire. Decise di smettere di ascoltarlo e di guardare da un'altra parte. E non appena puntò il proprio sguardo oltre le spalle di Harry, lo vide. Fred era poggiato alla parete opposta alla loro e la osservava contrito, consapevole di non potere fare nulla.
Le parve  di vedere una scena al rallentatore.

Lui la osservava con lo sguardo preoccupato, sapendo bene di non potere fare nulla contro una persona che non era in grado di vederlo. Harry continuava a parlarle, ma lei non lo udiva più. Non le interessava cosa le stesse dicendo il suo migliore amico, e non le importava che lui si stesse allarmando per la sua salute. Lei stava benissimo. Lei era felicissima in quella sua nuova oasi in cui esisteva Fred.

Sorrise leggermente, guardando il rosso. Lui, in risposta, avanzò verso di lei, passando attraverso il corpo di tutti quegli studenti che si erano fermati a guardare quella scena incuriositi -quella della strega più brillante della propria generazione e Harry Potter che litigavano, o si aiutavano. Non si capiva-. Le parve così evanescente. Lei poteva toccarlo, e loro non lo avvertivano neppure quando lui li passava attraverso.
Infine, le fu di fronte. Le mormorò uno 'scusami' che lei non seppe come interpretare.

Da parte di Fred quello era un modo per farsi perdonare per tutto ciò che la strega stava passando a causa sua. Lui lo aveva notato; Hermione si stava allontanando dai propri migliori amici pur di restargli al fianco, e lui -da codardo- non poteva fare altro che chiederle scusa. Non aveva la forza di domandarle di abbandonarlo, perciò si poteva limitare a quello soltanto.

"...So che cosa provavi per Fred, ma devi capire che lui è morto. Accettalo e basta. Soffrirai molto meno."
Quelle ultime frasi di Harry scossero sia Hermione che Fred. Il rosso rimase qualche momento pietrificato. Non era più certo di essere in grado di muoversi. I suoi occhi si spalancarono d'improvviso, puntandosi sulla riccia che, dall'altro lato, veniva folgorata da un'improvvisa consapevolezza.
"Hemione..." la voce di Fred risuonò incerta e confusa, mentre il fantasma iniziava ad arretrare di un paio di passi. Lei avvertì un improvviso vuoto invaderla. Ora lui sapeva tutto. Adesso Fred era al corrente di quei sentimenti che l'avevano portata ad aiutarlo con tanta passione e cura. D'improvviso sentì le gambe tremarle e la paura soffocarla. Era come se un varco senza fondo le si stesse aprendo sotto i piedi. Era destinata a caderci.
Harry continuava a tenerla tra le sue braccia. Aveva avvertito il suo improvviso cambiamento, e l'aveva immediatamente avvolta tra le proprie braccia, costringendola ad un abbraccio che non aveva davvero desiderato. Il moro non aveva udito la voce di Fred, che era invece risuonata tanto precisa alle orecchie di Hermione.

La riccia non seppe con chiarezza cosa accadde dopo. Gridò ripetutamente al centro di quel portico, mentre la figura del fantasma di Fred si allontanava sempre più da lei. Scosse la testa incredula, mentre una rabbia profonda nei confronti del proprio migliore amico la divorava. Si sentiva così in bilico e fragile, timorosa di fronte la possibilità di non rivedere mai più il rosso. Infondo, non poteva immaginare sino a che punto lo avesse scosso lo scoprire che lei era innamorata di lui. C'era la possibilità che, pur di evitarla, smettesse di farsi vedere.

Infine, furiosa, spintonò Harry lontano da se ed iniziò a correre. Abbandonò a terra i libri che aveva per tanto tempo tenuto in grembo e decise di correre il più lontano possibile, in un luogo nascosto, dove nessuno l'avrebbe trovata. Le lacrime non le avevano ancora solcato il viso e, nonostante si sentisse come una bambola di porcellana ridotta in mille pezzi, corse sino allo sfinimento.
Giunse al quinto piano, di fronte quella parete vuota che per anni avevano utilizzato segretamente. Chiuse gli occhi, pregando con anima e cuore che apparisse ciò di cui davvero aveva bisogno, e quando sollevò le palpebre, vide stagliarsi innanzi a sè un'elegante porta nera. La aprì immediatamente, per poi richiudersela alle spalle. Si ritrovò dentro una stanza dalle pareti in pietra. Sul fondo di essa vi era un piccolo letto, e dal lato opposto un camino molto elegante scavato nella parete. Il fuoco scoppiettava dentro esso, creando un'atmosfera falsamente calda ed accogliente. Subito la strega si accomodò sul materasso, respirando pesantemente ed imponendosi di riflettere. Doveva ripercorrere quel discorso appena avuto con Harry.

Si sentiva dannatamente combattuta mentre le tornavano in testa tutte le parole, accuse ed insinuazioni fatte da Harry e gli altri. Probabilmente, la sola persona che poteva giustificare era Malfoy. Infondo lui non l'aveva mai sopportata. Era fin troppo coerente il fatto che il furetto la insultasse, dandole deliberatamente della malata mentale. Ma Harry e Ron non poteva perdonarli semplicemente.
Si portò le mani tra i capelli e chiuse gli occhi con forza, stringendo le palpebre e desiderando ardentemente tornare indietro di qualche minuto, così da potere evitare tutta quell'orribile situazione. 
Adesso Fred sapeva dei suoi sentimenti. Dopo essere riuscita a tenerli nascosti per anni, Harry aveva rivelato tutto. Era finita. Qualsiasi rapporto fosse riuscita a creare con il rosso, era andato orribilmente a sgretolarsi, e lei non poteva più farci nulla. Se il fantasma del ragazzo avesse deciso di smettere di mostrarsi a lei, Hermione sarebbe stata totalmente incapace di imporsi. Avrebbe potuto piangere tutte le lacrime del mondo, ma neppure esse avrebbero mosso qualcosa.



E proprio mentre quel mare infinito di pensieri e timori la sovrastavano, tra i tanti, la ragazza afferrò un veloce pensiero. Si trattava di qualcosa che a lungo aveva covato in lei, ma che non aveva ancora pienamente realizzato. Sgranò gli occhi d'improvviso, puntandoli sulla fiamma sgargiante che spiccava nel camino, per poi schiudere leggermente le labbra.

Si alzò, le gambe ancora tremanti. Iniziò a vagare per la stanza, muovendosi prima in una direzione e poi in un'altra, mentre il suo cervello continuava a lavorare imperterrito.

"Hermione, tu sei la sola a non essere mai riuscita ad ammettere apertamente che Fred fosse morto." 

Era così ovvio, ma non ci aveva mai pensato prima.

"...So che cosa provavi per Fred, ma devi capire che lui è morto. Accettalo e basta. Soffrirai molto meno."

Lei non lo aveva mai davvero capito. Era così dannatamente semplice.
Improvvisamente, arrestando ogni proprio pensiero, si fermò al centro della stanza. Sentiva il proprio respiro pesante rieccheggiarle nella mente, mentre il cuore le batteva sin nelle orecchie. Era tutto distante, mentre quella consapevolezza improvvisa la faceva sentire nuovamente importante.

"Come riesci a vedermi?"  la voce di Fred le risuonava nella mente. Era stanca e tremante, ma lei era improvvisamente certa di potere essere utile.

"I-Io lo so." soffiò Hermione , ritrovandosi d'innanzi al camino quasi spento, rispondendo ad una domanda che le stava rimbombando nella testa ormai da giorni.
  
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