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Autore: allison742    23/07/2014    2 recensioni
Un omicidio sbagliato. Una Detective con un passato che sembra non finire mai. Un assassino che uccide vittime troppo vicine. Un amore che verrà finalmente esplorato. Un pericolo per tutti. Chi sarà il prossimo?
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Aria Miller, la miglior Detective di tutta Los Angeles, viene svegliata bruscamente dal suono del suo cellulare: un cadavere è stato trovato in obitorio. Nulla di strano, se non fosse per il fatto che la vittima è l'anatomopatologa.
Aiutata dalla sua squadra, da uno strambo consulente e dalla sua migliore amica, cerca di risolvere il caso.
Nessun indizio rilevante, nessuna pista, nessun testimone. Solo un inquietante biglietto scritto a mano, lasciato dall'assassino.
Mentre tutto diventa sempre più strano, si verrà a sapere che sono le ultime parole di un personaggio famoso.
Ma cosa c'entrano con l'omicidio?
Tra dubbi e incertezze arriva un secondo cadavere: stesso modus operandi.
La faccenda si fa pericolosa per la squadra e, mentre Aria riscopre l'amore, il suo passato minaccia di tornare a galla...
Genere: Romantico, Suspence, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 12
 


Chi sarà il prossimo?


 
 
 
«Non lasciarmi Aria! Non lasciarmi!»
«Prendi la mia mano, Collins!»
«Non ci arrivo!»
«Forza!»
«ARIA!»
Si svegliò di soprassalto. Era tutta sudata, e stava ansimando.
Non aveva avuto questo genere di incubi neanche dopo la morte di sua sorella. Scacciò quei pensieri. In fondo era solo un sogno, giusto?
Ma c’era qualcosa di maledettamente reale; il sesto senso con cui fiutava i pericoli, si era attivato.
Si rese conto solo a quel punto di essersi svegliata a causa del telefono che squillava.
«Miller!»
«Aria…» la chiamò Renard.
«Ehi, cos’è successo? Sono le tre del mattino! Charlotte, stai bene?»
«Io sì… ma è successa una cosa, devi venire subito.»
«Dove?» cominciava a preoccuparsi, e la voce della Detective non era per niente di aiuto.
«Sulla quinta strada.»
«Arrivo subito!»
«Aria, aspetta…»
«Vuoi dirmi che succede?!»
Quello che accadde dopo superò di gran lunga il suo incubo.
 
«Collins! Collins! Svegliati, presto!»
«Mmh.. Aria… Che c’è?»
«Alzati! Dobbiamo andare!»
«E dove? Sono le… TRE?!» chiese guardando la sveglia.
«Non ho tempo per spiegarti! Devi alzarti!» disse togliendogli le coperte di dosso e lanciandogli i pantaloni, mentre apriva il suo armadio per cercare una camicia.
«Aria, Aria! Frena.» Disse prendendole le mani.
«Non posso… io… non possiamo!»
«Ti prego, calmati. Cosa è successo?»
«Mi ha chiamata Charlotte… dobbiamo andare sulla quinta strada. Il prima possibile!»
«Aria, cosa ti prende? Non sei mai stata tanto agitata per un omicidio.»
«Ma questo non è un semplice omicidio.»
«E allora di che si tratta?»
«Evans… è scoppiata una bomba nella macchina di Evans.»
«Ehi, calmati: è notte, probabilmente adesso è casa a dormire, e la macchina era parcheggiata per caso sulla…»
«Collins, hanno trovato un corpo!»
 
«Allora, cosa dice la Scientifica?» chiese Aria mostrando una calma che non aveva.
«Ha detto che chiunque sia stato, ha posizionato una bomba sotto l’auto collegandola ai cavi di accensione; così, quando ha messo in moto…»
«La macchina è saltata in aria.» Completò lei.
«Esatto. Aria, dobbiamo fare qualcosa.»
«Calmati Charlotte, bisogna mostrarsi fermi e decisi. Siete sicuri che sia l’auto di Matthew?»
«Sì, abbiamo controllato ciò che è rimasto della targa.»
«E il corpo?»
«È ancora senza identità, irriconoscibile. Lo stanno trasportando all’obitorio proprio adesso.»
«Avete provato a chiamarlo?»
«Sì, decine di volte. Nulla, il vuoto assoluto. Appena finisco qui passo a casa sua. Ti prego, Aria, dimmi che non è lui, ti prego.»
«Non sai quanto mi piacerebbe poterlo fare.»
Lasciò soli Charlotte e Collins per avvicinarsi alla macchina ormai fredda.
I vigili del fuoco avevano fatto del loro meglio, ma non avrebbero ricavato molto da quell’ammasso di lamine bruciate.
Cercò indizi nascosti: niente. Si guardò in giro… possibile che il killer fosse completamente invisibile?
Poi cominciò a pensare ad Evans, e a Vanessa… chi gliel’avrebbe detto?
Anche se non erano più fidanzati non significava che non si amassero ancora. E, in ogni caso, era un amico. Decise che sarebbe andata a casa sua dopo aver ispezionato la scena del crimine… o quel che ne rimaneva.
Qualcosa attirò la sua attenzione: un cartello del divieto di sosta.
Si avvicinò e confermò i suoi dubbi. Sopra al simbolo che raffigurava il divieto, c’era scritta, in un angolo, una semplice parola: Here.
Poteva non significare nulla, ma lei sapeva che era una chiaro messaggio.
«Collins, vieni a vedere!» lo chiamò mentre aggirava il cartello.
«Cosa hai trovato?»
«Questo.» Rispose mostrando una busta grigia, incastrata tra il cartello e il palo che lo reggeva.
«Che c’è scritto?»
«Aria Miller.» Annunciò cupa.
«Oh mio Dio, Aria! Questo psicopatico sa il tuo nome!»
«No, ti sbagli: lui sa tutti i nostri nomi.»
Aprì lentamente la busta e lesse ad alta voce.
 
 
 
 
Detective Miller!
Salve!
Se stai leggendo questo biglietto vuol dire che non mi hai ancora preso.
E, molto probabilmente, non hai ancora la minima idea di chi sia.
Ma io, al contrario di te, vi conosco tutti.
Uno per uno: Aria, Charlotte, Vanessa, Matthew, Mason, Jasmine.
Stupita?
Non hai ancora visto niente.
Ma la vera domanda è:
Chi sarà il prossimo?
 
 
«È agghiacciante.»
«No, è pazzo!»
«Aspetta Aria, guarda, c’è un altro foglietto nella busta.»
Lei lo prese: era più piccolo.
Sapeva già cos’era.
 
 
Die, my dear? Why that's the last thing I'll do! *
 
 
«Le ultime parole di qualcuno, immagino.»
«Già, eccole. Cominciavo a sentirne la mancanza.» Rispose sarcastica lei.
«E adesso che si fa?»
«Aspetta un attimo… Miller!» rispose, estraendo il telefono.
«Sono Charlotte.»
«Dove sei?» chiese guardandosi intorno… era lì dieci minuti prima!
«Sono arrivata adesso a casa di Evans.»
«L’hai trovato?»
«No, non c’è nessuno! Il portiere sostiene di non averlo neanche visto entrare.»
«Questo è un problema.»
«Puoi dirlo forte! Aria, e se è lui davvero?»
«Ha sbagliato due colpi su due! Quante possibilità vuoi che ci siano che il terzo sia andato a segno?»
«Spero meno di quelle che penso.» Concluse.
«Cosa ha detto?»
«Evans non è in casa, e non è neanche rientrato. Adesso io vado da Vanessa, tu vai pure a casa, ti chiamo.»
«Vengo con te.»
«Davvero, non ce n’è bisogno.»
«Il distretto non ha bisogno di me, ma tu sì. E non provare a negarlo.»
Lei pensò alla straordinaria forza di quell’uomo.
«Solo perché siamo qui con una macchina sola!»
 
«Vanessa! Vanessa, apri la porta!» urlò Aria bussando impaziente.
«Ehi, così la sfonderai.» Disse Collins prendendole il braccio.
«Come faccio a dirgli una cosa del genere… come faccio?»
«Troverai il modo, lo trovi sempre.»
Lei sorrise, poi sentì la porta aprirsi.
«Manca un quarto alle quattro, lo sai?»
Vanessa comparve sulla porta con una vestaglia lilla e i ricci scuri scompigliati.
«È urgente…» si giustificò lei.
«Tanto da venire a disturbare nel cuore della notte?»
«Possiamo entrare? Qui fuori si gela.» chiese Collins sfregandosi le mani.
«No, forse è meglio di no…» sussurrò l’anatomopatologa.
«Tesoro, chi è?»
Un uomo biondo a torso nudo comparve alle spalle di Vanessa.
Aria e Collins si guardarono e, contemporaneamente esclamarono: «EVANS?!»
 
 
 
 
 * Morire, mia cara? Perché questa è l'ultima cosa che farò.
   
 
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