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Autore: melhopes    23/07/2014    1 recensioni
-SEQUEL DI "FOR A LITTLE WHILE"-
Sono passati due anni.
Melania è ormai all'ultimo anno di liceo.
Harry è sempre più incline al vagabondaggio grazie al successo riscosso dalla band.
Lei non l'ha dimenticato.
Hanno avuto il loro "Per un po' ", ma non è bastato.
Cosa accade quando si desidera il "Per sempre"?
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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(Maggio 2014)


Il nome di Harry si illuminò una seconda volta sul display. Senza rendersene conto strinse il cellulare come a volerlo polverizzare. Non voleva parlargli. Inizialmente, per quanto assurdo fosse stato, aveva voluto credere che Harry non avesse nulla a che fare con quella ragazza; che non l’avesse rimpiazzata ma, dopo quella breve chiacchierata, era solo molto arrabbiata. Sapeva fosse stata un’ingenua per lungo tempo. Harry non si stava dimostrando la persona che credeva. Probabilmente, quella persona, non lo era mai stato.
 
 << Mela >> la richiamò suo fratello.
 
Alzò lo sguardo in quel momento, rendendosi conto fosse rimasto a fissarla tutto il tempo. Gli lanciò un flebile sorriso e gli allungò il telefono.
 
 << Puoi tornare a giocare, se vuoi >>
 
 << Chi era? >> si informò, curioso com’era.
 
<< Harry >> rispose cercando di non far trasparire alcuna emozione. << Sai che ti dico? Vado a farmi un bagno >> pronunciò, insicura su chi fosse realmente il destinatario di quel messaggio.
 
 << Okay >> rispose afferrando solo in quel momento il cellulare.
 
<< Per inglese, ti aiuto dopo aver finito >> gli ricordò.
 
 << Non possiamo fare dopo cena? >> chiese in tono lamentevole.
 
Scosse la testa.
 
 << Dai >> trascinò la “a”, comportandosi da bambino capriccioso.
 
<< No, non esiste >> affermò, irremovibile.
 
<< Perché? >>
 
 << Abbiamo ospiti >>
 
 << Abbiamo? >>
 
 << Okay, ho ospiti. Fa lo stesso >>
 
 << A me non sem… >>
 
 << Giuseppe! >> lo rimproverò per il suo tentativo di trovare una scusa.
 
<< Va bene, va bene. Appena hai finito, corro a prendere il libro >> si arrese.
 
 Gli sorrise, soddisfatta. << Quando sali, puoi dire a mamma di George? >>
 
 << E’ lui l’ospite? >> chiese con un evidente luccichio negli occhi.
 
Annuì, stranita da una simile reazione.
 
 << Adoro quel ragazzo! >> spiegò.
 
 << Ma se nemmeno lo capisci! >> gli fece notare.
 
<< Lo adoro comunque >>
 
Alzò gli occhi al cielo e decise di lasciar perdere la conversazione. << Non fare danni >> gli si rivolse, scegliendo dei vestiti puliti da indossare una volta asciutta.
 
<< Per chi mi hai preso? >> risultò quasi offeso mentre, riaprendo il gioco, si sdraiava sul letto.
 
 << Hai anche il coraggio di farmi questa domanda? Tu? Devo ricordarti le tue memorabili gesta? >> ridacchiò, lanciandogli una finta occhiata torva.
 
Sul suo viso comparve un sorriso furbetto.
 
 << Sei la stessa persona che a…quanto, tre anni?, è riuscita a farmela sotto il naso uscendo di casa completamente nudo finendo nel bar fuori strada >>
 
 Scoppiò a ridere, contagiandola.
 
<< E preferirei non continuare >> aggiunse.
 
 Si scambiarono un’occhiata divertita.
 
 << Non ti prometto niente >> concluse con il solito sorriso furbetto prima di tornare a concentrarsi sul display.
 
 << Immagino non possa ottenere più di questo >> disse tra sé e sé. << Ah, se chiama qualcuno…non rispondere >> gli ordinò.
 
 Non rispose.
 
 << Hai capito? >>
 
 Annuì rumorosamente e, solo in quel momento, lo lasciò a sé stesso. Chiuse la porta del bagno alle sue spalle con la stessa intensità con la quale avrebbe chiuso i problemi fuori dalla sua persona, se solo avesse potuto. Aprì l’acqua e, mentre attendeva che la vasca si riempisse, si rese conto di non avere il suo cellulare con sé per sentire la musica come faceva di solito. Riluttante all’idea, tornò da suo fratello, speranzosa lui avrebbe capito le sue necessità cedendogli il telefono in cambio del pc o qualcosa di simile. Come si aspettava fece non poche storie ma non le ci volle molto per raggiungere il suo scopo. Ritornò indietro soddisfatta e decise quale canzone ascoltare per prima. Optò per “Afraid” dei The Neighbourhood. Era abbastanza angosciante ma non aveva voglia di ascoltare qualcosa di molto diverso da quel genere.
 
Lanciò un’occhiata al livello dell’acqua e aggiunse del bagno schiuma. Il suo sguardo incrociò lo specchio e, come imbarazzata, lo abbassò immediatamente. Adagiò l’asciugamano sul pavimento e passò a spogliarsi, cercando di conservare i pensieri per il momento dell’immersione. Legò i capelli in uno chignon abbastanza improvvisato e chiuse il rubinetto con un colpo secco. Entrò adagio. Un brivido le percorse il corpo al contatto con quel calore eccessivo. Si fece coraggio e si sdraiò senza aspettare che la sua pelle potesse abituarsi gradualmente.
 
Chiuse gli occhi e rivide Harry. Non ricordava da dove venisse quell’immagine ma lui era così bello che le fece male. Sprofondò un po’ di più e cercò di trattenere le lacrime. Una parte di lei voleva credergli. Desiderava fortemente tornare con lui, (anche se non si erano ufficialmente lasciati), come all’inizio. Voleva credere che lui non avesse trovato un’altra ma come poteva rinnegare l’esistenza della conversazione con quella sottospecie di strega?
 
 
 
 
 
 
 
 
*Harry’s POV*
 << Cosa ci fa Liam qui? >> chiese irritato, vedendolo avvicinarsi.
 
<< Nulla, si preoccupa per te >> rispose pacato Zayn rivolgendo un cenno a Liam affinché non si avvicinasse subito.
 
 Quest’ultimo comprese il segnale e si fermò.
 
Harry camminava nervosamente farfugliando tra sé e sé.
 
 << Potresti fermarti? Mi stai facendo venire il mal di testa >> gli chiese cortesemente Zayn.
 
 Lanciò un urlo frustrato.
 
 << Tutto okay? >> chiese Liam.
 
 Zayn lo rassicurò con un secondo cenno e tornò a preoccuparsi di Harry.
 
 << Non riesco a smettere di pensarci >> urlò di nuovo.
 
 << Non c’è bisogno di…parliamone >>
 
 << Quello stronzo si è intromesso. Con quale cazzo di diritto? >> proseguì senza abbassare il volume.
 
 << So come ti senti >> provò a confortarlo.
 
 << No, non lo sai, cazzo. Fanculo! >> afferrò una sedia e la spinse a terra.
 
<< Fermo, così rompi tutto! >>
 
 << Sai cosa me ne può fregare adesso? Lo pago questo stupido hotel >> rispose indignato scaraventando la seconda sedia a terra.
 
 Zayn gli andò in contro e lo bloccò.
 
 << Cazzo, lasciami! >> protestò. << Voglio spaccargli la faccia! >> aggiunse.
 
 Non si accorse di Liam intento a digitare.
 
 
 
 
 
*Melania’s POV*
Solo quando si sentì abbastanza rilassata, uscì con lentezza. Si infilò l’accappatoio e lasciò che la vasca si svuotasse. Accese il display per controllare che ora fosse e quanto tempo avesse effettivamente trascorso a mollo con i suoi pensieri e le sue speranze.
 
Trovò un messaggio. Sbloccò. Liam. Cosa poteva volere? Non usava quel mezzo di comunicazione da un po’. La cosa era insolita. Lo aprì. “Call Harry. NOW. He needs you so much. Please, please, please”. Il testo la preoccupò. Nonostante ce l’avesse con lui per aver mentito al telefono, per aver trovato una presunta ragazza, non poté fare a meno di considerare che Liam non le avrebbe mai richiesto una cosa simile, tra l’altro con una tale urgenza, se, alle spalle, non vi fosse stato un motivo valido.
 
Decise di acconsentire e compose il numero. Lasciò squillare fino al limite. Non rispose. Fissò il telefono. Che senso aveva chiamarlo se non rispondeva? Se avesse avuto davvero bisogno di lei, avrebbe controllato il telefono; avrebbe risposto, magari non immediatamente, ma non avrebbe permesso che il settimo squillo arrivasse a torturarla. Decise di chiamare Liam per vederci chiaro.
 
<< Pronto >> rispose, suonando leggermente sorpreso.
 
<< Harry è con te? >> tagliò corto sperando di non risultare troppo acida.
 
<< Ehm…Harry? Sì >> balbettò.
 
 Qualcosa in lei scattò. Sentì il bisogno irrefrenabile di perdersi nel suono della sua voce.
 
<< Puoi passarmelo? >>
 
 << Vuoi parlargli? Non so se… >>
 
 << Dammi qua >> sentì il riccio sbottare.
 
Suonava stranamente arrabbiato.
 
 << Te lo passo >> e la sua voce andò allontanandosi.
 
<< Grazie >> rispose, sperando riuscisse a sentirla.
 
<< Glielo dirò >> pronunciò Harry.
 
<< Tranquillo. Come stai? >>
 
 << Vuoi davvero saperlo? >> chiese.
 
 Si sarebbe aspettata un tono sarcastico e, invece, risultava solo molto sorpreso.
 
<< Ti ho chiamato per questo >> e, mentre lo diceva, dimenticò tutto.
 
Nulla aveva importanza. Quella ragazza non aveva importanza. Sentiva dentro di sé la consapevolezza che Harry non le avrebbe mai mentito, che non avrebbe mai trovato un’altra, non in quel momento, almeno.
 
<< Pensavo non dovessi sprecare fiato >>
 
 << Cosa ti aspettavi? Provo a chiamarti e mi risponde una tipa che mi dice tu sia il suo ragazzo. Cosa vuoi che ti dica a quel punto? >>
 
 << Voglio che tu mi creda! Non ho fatto nulla >>
 
 << Lo so >>
 
 << Ti assicuro che…lo sai? >> si stupì.
 
 << Me lo sento, più che altro. Mi dispiace di non averti dato modo di spiegare. Il punto è che non è poi così facile stare con te, così >>
 
 << Vuoi lasciarmi? >> la voce tremante.
 
 Si stupì potesse aver pensato una cosa del genere e, al tempo stesso, la sua reazione le fece una tenerezza incredibile. << No, come ti viene in mente? >> lo rimproverò bonariamente con un risolino.
 
 
 
 
 
 
 
*Harry’s POV*
Quel suono. La sua risatina. Quella domanda. Non poteva esserci nulla di più perfetto. Non sapeva come avesse fatto ma, sentendola, si era calmato immediatamente. Non sentiva più il bisogno di spaccare la faccia di Niall. Non sentiva il bisogno di fare nulla che non la riguardasse.
 
<< Ti amo >> le rispose, nascondendo a malapena la sua gioia.
 
<< Ti amo anch’io >> la sentì sorridere.
 
<< E’ la cosa più bella che potessi dirmi, oggi >>
 
 << Ho bisogno di vederti >> ammise rasentando la disperazione.
 
Intuì ci fosse qualcosa che non andava. Non gli avrebbe mai confessato il suo bisogno in quel modo, se non ci fosse stato qualcosa dietro. Non gli dispiaceva ma ne era preoccupato.
 
<< C’è qualcosa che dovresti dirmi? >>
 
 << Ho il timore di come potresti prenderla >>
 
 Chiuse gli occhi, inspirando ed espirando varie volte prima di riprendere la parola. << Ti prometto che non accadrà nulla. Qualsiasi cosa sia, io…tu mi hai creduto >> cercò di spiegarle.
 
 << Avevi ragione su George. Avevi ragione su tutto >>
 
 Sobbalzò. Cosa l’aveva portata a quella conclusione? Non poteva esserci arrivata da sola, doveva essere successo qualcosa. Lui doveva aver fatto qualcosa.
 
<< Cosa è successo? >> trattenne il fiato. Non era davvero certo di volerlo sapere.
 
<< E’ venuto qui… >>
 
 La interruppe. << A casa tua? >>
 
 << Sì, all’improvviso, oggi pomeriggio >>
 
 << E…? >> la incitò a proseguire.
 
 << Stavamo parlando di te e mi ha baciata >>
 
 Sgranò gli occhi all’udire quel verbo. << Lui cosa? Che? No, no ripeti >> le chiese, ancora paralizzato.
 
 << Mi ha baciata, Harry >> la sua voce, un lieve sussurro.
 
Spalancò la bocca, incapace di pronunciarsi.
 
 << Per favore, non arrabbiarti >> la sentì supplicare.
 
Nonostante la sua richiesta fosse così soave e lui non sarebbe mai riuscito a rifiutarle nulla, non poteva restare tranquillo all’idea che lui l’avesse sfiorata. L’aveva contaminata. Aveva assaggiato il sapore delle sue labbra. E chissà cos’altro aveva desiderato farle.
 
<< Harry, ci sei? >> lo distrasse dai suoi pensieri.
 
<< Sono qui >> sussurrò, ritrovando la sua voce.
 
<< Mi dispiace di non averti creduto prima >>
 
 << Sei troppo buona per rendertene conto >> constatò, cercando di trattenersi.
 
<< Non c’entra. Avrei dovuto crederti >>
 
 << Per favore! >> tagliò corto, severo. << Non continuare a ricordarmelo. Preferirei aver avuto torto >> aggiunse in una supplica.
 
 << Non so cosa dire in questo caso >> sussurrò lei.
 
 << Mi ami? >>
 
 << Ovviamente >>
 
 << Dimmelo >>
 
 << Ti amo. Te e nessun altro >>
 
 Sorrise al suono della sua voce rassicurante. << Rinuncio a spaccargli la faccia >> proferì con un risolino.
 
 << Per favore, stai tranquillo >> il suo tono risultò nuovamente supplichevole.
 
<< Sappi che è nella mia lista nera >> rispose, cercando di gestire bene la cosa.
 
In fondo, lei non aveva ceduto a quel bacio. Non nel modo in cui gli interessava, almeno. Lei l’aveva chiamato per assicurarsi stesse bene, chissà per quale assurdo motivo. Nonostante lui si fosse spinto troppo oltre per i suoi gusti, e l’avrebbe pagata per questo, non aveva danneggiato nulla. Non c’era bisogno se la prendesse con lei per quanto accaduto anche perché lei gli aveva creduto sulla faccenda di Cara pur non avendo prove concrete. Ora toccava a lui fare altrettanto. Doveva fidarsi del fatto che quel bacio fosse stato un qualcosa destinato a non ripetersi.
 
<< Verrà a cena qui stasera >> continuò in tono colpevole.
 
Se la immaginò con gli occhi chiusi e il fiato sospeso, in attesa che lui scoppiasse. Non le diede modo di attendere molto. << Cosa?! Lui ti bacia e tu lo inviti a cena? >> sbottò.
 
 << Siamo solo amici, Harry >>
 
 << Ti ha baciata! Hai detto tu stessa che avresti preferito avermi creduto dall’inizio! E poi? Poi lo inviti a cena? Gli lanci dei segnali! Pensi non ti salterà addosso? >>
 
 << Non accadrà! Se tu mi lasciassi spiegare… >> pronunciò frustrata.
 
<< Spiega allora, dai! Dimmi cosa ti spinge a credere di essere un genio comportandoti così >>
 
 << No, basta >>
 
Controllò il display, aveva attaccato. Cavolo! Doveva aver proprio esagerato. Richiamò immediatamente ma lei, com’era ovvio che fosse, non rispose. Lanciò l’ennesimo urlò frustrato della giornata.
 
<< Non ti posso lasciare un secondo >> lo rimproverò Zayn.

 << Non ti ci mettere anche tu! >> gli urlò e spinse un’altra sedia a terra.
 
Liam, preoccupato potesse fare lo stesso col cellulare, glielo sfilò rapidamente dalle mani. Girò in tondo qualche istante per schiarirsi le idee.
 
<< Non ti ha creduto? >> sentì l’amico chiedere.
 
 << A quanto pare non è più questo il punto >>
 
 << Eh? >> intervenne Liam.
 
<< George si è precipitato a casa sua e l’ha baciata. Fottuto stronzo. Approfitta del fatto che io sia distante >> rispose, stranamente moderando il proprio volume.
 
<< E lei? >> chiesero, quasi all’unisono.
 
<< L’ha invitato a cena >>
 
 << Magari non è come credi >> affermò Zayn, comprendendo al volo la reazione di Harry e i pensieri che dovevano essersi formati nella sua testa all’udire quella notizia.
 
 << Beh, non sembro averle dato modo di spiegare >> sussurrò, colpevole.
 
<< Prova a darle un po’ di tempo >>
 
 << Tempo? Vuoi che la lasci tra le braccia di quel vile? >> sbottò.
 
 << Hai detto di fidarti di lei >> gli ricordò.
 
 << Lei non è mai il problema >>
 
 << Mandale un messaggio e aspetta che abbia voglia di parlarti >> gli consigliò.
 
 Valutò le possibilità. Quella offertagli da Zayn sembrava l’unica ragionevole. Annuì rumorosamente e afferrò il cellulare dalla tasca. Aprì i messaggi e cliccò sul suo nome. Fissò il display per qualche istante, incerto su cosa scriverle.
 
<< Nulla di troppo opprimente >> aggiunse Liam.
 
Digitò un veloce “I’m sorry. Please x” e lo inviò prima di poter cambiare idea e mutarne il contenuto. Alzò lo sguardo e lo posò sui suoi due consiglieri.
 
<< Fatto? >> chiese Zayn.
 
 << Sì >>.
 
 Liam gli si avvicinò e gli diede una pacca sulla spalla.
 
<< Mhm, mi dispiace >> proferì in quell’istante.
 
Inarcarono le sopracciglia. << Per cosa? >>
 
 << Di aver creato tutto questo casino >>
 
 << Sta tranquillo >> e, dopo una seconda pacca sulla spalla da Liam e un sorriso rassicurante da Zayn, si lasciò andare ad un profondo respiro.
 
<< Pensa solo a rimettere le cose in ordine, lucidamente >> aggiunse Zayn, sottolineando di proposito l’ultima parola.
 
 Si lasciò scappare un sorrisino. Zayn era in assoluto una delle persone più di supporto che avesse mai conosciuto. Liam, d’altro canto, non risultava essere da meno.
 
 Il telefonò vibrò. I suoi occhi corsero rapidi, entusiasti. Sbloccò e lesse. “Just trust me”. Contemplò quelle tre parole per quella che gli parve un’eternità. Mostrò la risposta ai due amici, come a ricompensarli del fatto che fossero ancora lì fuori con lui.
 
 
 
 
 
*Melania’s POV*
Adagiò il cellulare sul mobiletto giusto il tempo necessario per vestirsi. Sfilò l’accappatoio e si coprì con lentezza, rimuginando sul da farsi. Harry l’aveva incolpata di aver agito senza riflettere invitando George a cena. Quello che lui non sapeva, però, era che tra lei e George ci fosse un accordo. Se le avesse dato modo di parlare, gliel’avrebbe spiegato. Harry, però, non sarebbe cambiato di una virgola. Sarebbe stato il ragazzo impulsivo e geloso di sempre. Lei avrebbe gestito la situazione alla perfezione. Gli avrebbe dimostrato si sbagliasse. Quella sera, sarebbe salita dai suoi dopo l’arrivo di George e avrebbero gustato insieme il pasto. Eventualmente, dopo cena, sarebbero tornati di sotto per giocare a qualche gioco da tavolo, vedere un film o, semplicemente, parlare. Nulla sarebbe andato storto. Avrebbe tenuto una distanza appropriata dal suo viso e non sarebbe incappata nel rischio lui la baciasse di nuovo. Perché non voleva la baciasse di nuovo, o no?
 
Uscì dal bagno dopo aver messo in ordine le asciugamani e intimò a suo fratello di andare al piano di sopra per agire come si erano promessi. Lui, non senza sbuffare e protestare, obbedì. Si stese sul letto, rimanendo da sola con i suoi pensieri. Fluttuavano, correvano troppo affinché lei potesse seguirli. Lanciò un mezzo urletto e si coprì il viso con le mani. Perché non aveva provato ribrezzo quando George l’aveva baciata? Perché si era sentita tradita e delusa dal fatto che avesse inizialmente preferito andare via invece di restare? Decise di scacciare tutte quelle domande e mandò un veloce messaggio a Perrie con un semplice “I love ya x”, poi lasciò cadere il cellulare accanto a sé.
 
La porta sì aprì e si mise in ascolto. I passi che udì non le sembrarono quelli di suo fratello.
 
Ne ebbe la conferma quando la voce della madre riempì il silenzio: << Melà! >>
 
 Si mise a sedere. << Cosa? >> si sporse appena.
 
 Entrò nella stanza e, fermandosi qualche passo dopo l’uscio, chiese: << Cosa devo cucinare per il tuo amico? >> si preoccupava sempre così tanto di compiacere tutti.
 
 << Va bene qualsiasi cosa >>
 
 Le lanciò uno sguardo incerto.
 
<< Davvero >> continuò per rassicurarla.
 
<< E se non gli piace qualcosa? >>
 
 << Non è allergico a nulla e mangerà qualsiasi cosa, te lo assicuro >>
 
 << Faccio la pizza? >> propose.
 
 Annuì. << Penso sia perfetto >> aggiunse.
 
 << Ripiena o…? >>
 
 << Va bene, qualsiasi cosa >> ripeté per tranquillizzarla.
 
Sua madre annuì poi rimase immobile, persa tra i suoi pensieri. Attese li esplicitasse.
 
 << A che ora arriva? >> chiese, infine.
 
 << Gli ho detto di arrivare per le otto. E’ un problema? >>
 
 << No, meglio. Avrò tutto il tempo di preparare >> e fece per andare via.
 
<< Non esagerare >> le urlò dietro.
 
 << No >> rispose e sentì la porta d’ingresso chiudersi.
 
Si alzò di scatto, ricordandosi di non aver passato del tempo con i suoi gattini e si fiondò all’esterno per rimediare, nonostante suo fratello fosse prossimo a far ritorno.       








SPAZIO AUTRICE: Heeey! Come stabilito, rieccomi. Avrei dovuto pubblicare verso le 15:00 ma mio fratello mi ha fregato il pc. Ultimamente ha questa strana fissa di vedere film in streaming e, ovviamente, quando se ne impossessa, non lo lascia se non dopo ore. Quindi, nel caso in cui foste state in attesa, sappiate che non è colpa mia. Se, invece, non ci avete fate minimamente caso, tanto meglio: almeno non mi sento in colpa. 
Ora devo andare a prepararmi, stasera ho la pizza di classe. (Con la mia ex classe, in realtà lol). Non so cosa mettere e non ho nemmeno voglia ma ho promesso di esserci ed io mantengo sempre le promesse :')
Dopo questo breve trattato sulla mia giornata, vorrei chiedervi un secondo di silenzio per i quattro anni dei ragazzi. Riuscite a crederci? Ahhhh. Craaazeh.


Dovrei scrivere molto altro ma, andando di fretta, posticipo alla fine del prossimo capitolo. Perdonatemi se potete (?). 
(Il prossimo a 65 visite e una recensione). 
Buon proseguimento di giornata :) x 
  
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