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Autore: ValeA    23/07/2014    4 recensioni
SEGUITO DI "REVENGE" E "WHEN NOTHING GOES RIGHT, GO LEFT"
Una donna all'incirca di cinquanta-sessant'anni mi si avvicinò.
«Tesoro, tutto bene?» presumo che fosse la proprietaria del bar.
Era venuta sicuramente a richiamarci per il disturbo che stavamo recando alle altre persone.
«Sì, mi scusi. Cercheremo di parlare più piano.» Niall non faceva altro che ridere e la donna mi guardò un po' confusa.
«Tu e chi?» mi prendeva in giro?
«Io e lui.» gli indicai il ragazzo di fronte a me.
«Qui non vedo nessuno. Sei sicura di star bene?» come era possibile che non lo vedeva? «Forse è meglio se vai a casa a riposarti, sembri molto stanca.» ma io stavo bene.
***
«Io sono ovunque anche quando non mi vedi.» non riuscì più a reggermi e caddi a terra.
Lui non si preoccupò neanche di aiutarmi ad alzarmi.
«Pensavo che il vero problema fosse Ashlynn, invece mi sbagliavo...» lo guardai un attimo e con cattiveria continuò «sei tu.» non mi ero mai sbagliata quando pensavo che avesse un secondo fine. Ma non ero sicura di voler proprio sapere quale fosse.
Genere: Dark, Mistero, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Louis Tomlinson, Niall Horan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Revenge'
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(1)History repeats itself

 If history repeats itself, and the unexpected always happens,
 how incapable must Man be of learning from experience. 
                                -George Bernard Shaw

Non lo conoscevo, a malapena sapevo come si chiamasse e forse sarò terribilmente paranoica ma non riuscivo a stare tranquilla in sua presenza.
Era misterioso, sembrava che nascondesse qualcosa ma non avevo intenzione di scoprirlo. Non avevo intenzione neanche di scambiarci due parole ma Ashlynn sembrava pensarla diversamente.
«Non pensi che sia strano che lui sia qui?» sussurrai a mia cugina mentre il ragazzo di fronte a noi si avvicinava con lentezza.
«No, è solo una coincidenza.» mise fine al discorso e andò a salutare il biondo.
Una coincidenza può capitare una volta, massimo due volte ma non ogni giorno da quando lo conosciamo che lo ritroviamo ovunque noi andiamo. Sembrava quasi che ci seguisse.
Come potevo stare tranquilla se poi succedevano sempre queste "coincidenze"?
Si salutarono come vecchi amici e invece si conoscevano poco più di una settimana, al contrario io lo salutai molto freddamente con un «Ciao.» che lui non tardò a ricambiare.
Ci invitò a prendere posto al suo tavolo perché era da solo, in realtà in qualunque posto lo incontravamo era sempre solo. Ero sicura che non avesse amici.
E il fatto che lui non avesse amici mi spaventava, forse era davvero una cattiva persona.
Dopo tante chiacchiere inutili a cui io non partecipavo ma anzi preferivo starmene in disparte «Devo andare in bagno.» annunciò mia cugina.
Stavo per alzarmi e seguirla pur di non stare in compagnia di Niall, invece lei mi assicurò che non avrebbe perso tempo e che potevo aspettarla lì. Con quale altra scusa potevo insistere? 
Lasciai perdere e tornai a poggiarmi allo schienale della scomoda sedia di quello squallido bar in cui mia cugina mi aveva portata.
Calò il silenzio tra me e quel ragazzo.
«Non ti sto simpatico, vero?» era così evidente?
«Già.» non negai tranquillamente.
Gli amici di mia cugina non necessariamente dovevano essere anche amici miei.
Lui sorrise. «Se posso chiedere...» si avvicinò. «Per quale motivo?»
«Nessun motivo in particolare.» pronunciai fiera quelle parole ma non appena vidi il suo sguardo me ne pentì. Non perché lui ci rimase male ma perché mi stava guardando con molta cattiveria.
La sua espressione non presagiva nulla di buono però poco dopo tornò a sorridere normalmente.
«Neanche tu mi stai simpatica.» confessò.
Eravamo pari. Nessuno dei due nutriva simpatia verso l'altro.
«Sei sempre tra i piedi e mi impedisci di raggiungere il mio obiettivo.» di nuovo quella cattiveria di prima.
Quale era il suo scopo? Portarsela a letto? Avevo capito che c'era qualcosa sotto ma adesso avere quella conferma mi stava preoccupando.
«Che intenzioni hai?» chiesi, parola dopo parola che pronunciavo contro di lui mi meravigliava sempre di più.
Di solito non rispondevo mai a nessuno, stavo sempre zitta e subivo le conseguenze di ogni cosa e invece con lui non ci riuscivo. Sentivo che dovevo impedirgli di fare qualcosa ma ancora non avevo capito bene cosa.
Mia cugina ci stava mettendo più del solito a tornare ma in questo momento era meglio così, volevo cercare di capire cosa avesse in mente Niall.
«Non è affar tuo.» se riguardava mia cugina, era anche affare mio.
Io e lei condividevamo qualsiasi cosa, non c'eravamo mai nascoste nulla ed eravamo molto più unite soprattutto da quando lei era venuta ad abitare a casa mia dopo la morte di sua madre circa quattro anni fa. In quel momento lei non voleva vedere nessuno, l'unica che desiderava al suo fianco ero io e l'unica che la notte la sentiva piangere per via degli incubi ero sempre io.
Io volevo solo il suo bene, se qualcuno le avrebbe fatto del male se la sarebbe dovuta vedere con me. 
«Invece sì.» sentenziai. 
Una donna all'incirca di cinquanta-sessant'anni mi si avvicinò. 
«Tesoro, tutto bene?» presumo che fosse la proprietaria del bar.
Era venuta sicuramente a richiamarci per il disturbo che stavamo recando alle altre persone.
«Sì, mi scusi. Cercheremo di parlare più piano.» Niall non faceva altro che ridere e la donna mi guardò un po' confusa.
«Tu e chi?» mi prendeva in giro?
«Io e lui.»  gli indicai il ragazzo di fronte a me.
«Qui non vedo nessuno. Sei sicura di star bene?» come era possibile che non lo vedeva? «Forse è meglio se vai a casa a riposarti, sembri molto stanca.» ma io stavo bene.
Forse quella a stare male era lei che non riusciva a vedere un ragazzo.
Niall non smetteva di ridere, nel giro di qualche secondo sarebbe potuto anche cadere a terra.
«Vuoi che chiami qualcuno che ti venga a prendere?» le feci cenno di no, mi alzai dal mio posto e la ringraziai. 
Da lontano vidi mia cugina mi avvicinai a lei e le dissi solamente «Andiamocene, sono stanca.» era un po' confusa visto che fino a qualche minuto prima che lei se ne andasse in bagno stavo benissimo ma non fece domande e mi accontentò.
Mi avvicinai alla cassa per pagare ciò che Ashlynn aveva preso ma la donna dal viso gentile mi disse che offriva la casa e che io e mia cugina potevamo andare tranquillamente.



Ancora non riuscivo a spiegarmi come quella donna non riuscisse a vedere l'amico di mia cugina, sempre se così poteva essere definito.
Lui c'era, anche Ashlynn l'ha notato. Eravamo seduti tutti nello stesso tavolo, loro non facevano altro che parlare.
«Ash...» la richiamai mentre lei soffiava lo smalto sulle sue unghie per farlo asciugare, si voltò verso di me dandomi attenzione. «Quando ce ne siamo andate, Niall c'era ancora?» sapeva che non mi stava simpatico e infatti quella domanda su di lui, la sorprese.
«Sì, era lì.» rispose. «Addirittura ormai è anche diventato invisibile per te?» magari lo fosse per me, Ash!
Ovviamente lo pensai ma evitai di dirglielo. 
«Ok.» conclusi e stranamente non indagò oltre.
Gliene fui grata, non avrei saputo cosa dirle. Mi avrebbe solamente presa per pazza, tanto quanto ha pensato che fossi pazza quella donna del bar.
C'era qualcosa che non mi tornava, tolsi il computer portatile dalle mani di mia cugina. Dovevo fare delle ricerche.
«Ehi...» cercò di riprenderselo indispettita.
«Mi serve, è urgente. Ho dimenticato una ricerca che devo consegnare necessariamente domani.» inventai.
Mi sorpresi quando mi risultai abbastanza convincente. «Te lo ritorno non appena finisco.» le promisi.
Non fu difficile convincerla, sapeva quanto ci tenessi a mantenere ottimi voti e infatti mi lasciò sola in camera dicendo che lei si sarebbe andata a fare uno spuntino.
Come poteva avere già fame? Avevamo finito di pranzare poco più di mezz'ora fa...
Sicura che fossi rimasta sola, digitai "Niall Horan". Speravo che ci fosse qualche notizia, qualsiasi cosa sarebbe andata bene se sarebbe servita a sapere qualcosa in più su di lui.
Avevo uno strano presentimento. Non ne capivo il motivo e forse era meglio non far finta di niente.
Spuntarono un paio di pagine che riportavano il suo nome. Più di quante potessi immaginare.
Impossibile che riguardassero lui, parlavano di un ragazzo vittima in un omicidio di massa e fino a prova contraria lui era vivo. Inoltre tutti gli articoli riportavano l'anno 1956.
Si tratterà sicuramente di un'omonimo o magari di un lontano parente.
Continuai a ricercare ma rimasi quasi sconvolta quando trovai anche qualche articolo riguardante Alice Knight, cosa c'entrava con Niall?
Adesso che ci pensavo bene, qualche collegamento tra i due ci può pure essere!
La prima volta che io e Ashlynn lo incontrammo, eravamo al cimitero e ci chiese se la conoscevamo.
Ma se lui non era un parente, lui stesso aveva negato quando Ashlynn gli pose la domanda, chi era per Alice?
Forse un amico o un fidanzato o comunque qualcuno che la conosceva abbastanza bene... e se fosse proprio il suo assassino?
Ashlynn non si sbagliava a considerarmi paranoica, era comprensibile che Niall non mi stesse simpatico e che pensassi che nascondesse qualcosa ma non di certo può essere l'assassino di una ragazza. Non penso potesse arrivare fino a quel punto. E poi per quale motivo poteva averla uccisa?
Inoltre se fosse così, non avrebbe tutta questa libertà, ci dovrebbero essere dei poliziotti nei paraggi se è un tipo pericoloso, almeno penso che sia così.
In poche parole mi faccio troppi film mentali senza senso.
Presa da una forte voglia di curiosità, decisi di aprire l'articolo sulla morte di Alice Knight.
Non sapevo molto, forse addirittura niente.
Quando successe, circa cinque anni fa, ero troppo piccola per esserne informata. Ogni tanto però capitava che sentivo parlarne mia madre con delle sue amiche oppure anche persone a me sconosciute che ne parlavano al parco dove mia madre era solita a portarci me e mia cugina fino a qualche anno fa.
Iniziai a leggere le prime righe, man mano che andavo avanti con la lettura rimanevo sempre più sconcertata.
Era stata accusata di omicidio ma in assenza di prove era stata rilasciata, per essere tenuta sotto controllo lavorava al bar della moglie del giudice che si occupava del suo caso, il tutto veniva chiamato come servizio civile. L'articolo riportava anche che era seguita costantemente da una psicologa qualificata, la dottoressa Richards.
Non aveva un buon rapporto con i suoi genitori nell'ultimo periodo della sua vita e l'unica che le aveva sempre creduto e sostenuta era la nonna, ritenuta anche lei pazza, chiusa in un ospizio e anche lei adesso morta da qualche anno per una malattia improvvisa.
I vari giornalisti riportano la morte di Alice come un suicidio dettato dai sensi di colpa per aver ucciso la sua migliore amica quattro mesi prima, nonostante fino alla morte si è sempre identificata come innocente.
Alice aveva sempre accusato Louis Tomlinson ma era morto da circa sessant'anni, eppure lei era convinta di vederlo e di parlarci.
Trovai un altro articolo che riportava la versione della nonna di Alice che confermava quanto detto dalla nipote.
Ed ecco che qui rimasi un po' sconvolta quando lessi anche il nome di Niall Horan oltre che di Louis Tomlinson.
Anche lui si presentava sotto la forma di un fantasma come Louis. 
Inoltre anche lei era stata in grado di vederli.
Ruth Dawnson, questo era il nome della nonna di Alice Knight, era amica di Louis Tomlinson.
Quest'ultimo nel 1956 invece aveva ucciso, oltre che sè stesso, Harry Styles, Liam Payne, Zayn Malik, Angela Kelton e nientepopodimeno che Niall Horan.
Più leggevo e più questa storia mi sembrava assurda.
Ma ancora più assurda diventò nel momento in cui allegato all'articolo c'era una foto che mi lasciò sbalordita quando notai che Niall Horan del 1956 era identico al Niall Horan che conosco io da una settimana circa.
Come diamine era possibile?
Quante probabilità ci sono che due parenti si somiglino o addirittura che sembrano proprio la stessa persona?
Mi pizzicai il braccio più di una volta per svegliarmi da quell'incubo ma non riuscivo a svegliarmi solamente perché quella era la realtà.
Non sapevo che fare. 
Non sapevo se era meglio avvisare Ashlynn o prima chiedere spiegazioni a Niall, se era giusto che informassi mia madre oppure se la dovevo tenere all'oscuro di questa situazione.
Pensai però alla donna del bar che non vedeva Niall, se non riuscisse a vederlo nemmeno mia madre?
E se riuscissimo a vederlo solo io e Ashlynn? Mi vennero i brividi al solo pensiero.
«Hai finito?» venni interrotta da mia cugina con in mano una fetta di anguria enorme.
«Sì, devo solo stamparla.» la passai nel mio pennino che portavo sempre con me e poi avrei pensato a stamparla più tardi, non volevo che lei la vedesse. Cancellai la cronologia prima che si avvicinasse per riprenderselo e andasse a controllare.
In quel momento non avrei retto sue domande. Avevo solo bisogno di risposte.
«Sembri sconvolta, che ricerca era?» domandò curiosa.
«Ehm...» ero così confusa che non riuscivo a trovare qualcosa da dirle. «Usi e costumi dell'ottocento.» dissi infine.
«Ma già quella ricerca non l'hai fatta il mese scorso?» dannazione, se lo ricordava!
«No, forse ti stai confondendo con qualcun altro...» di convincente non avevo niente.
Era meglio chiudere il discorso lì o avrei finito per raccontarle la verità. «Uh l'anguria, vado a prendere una fetta anch'io...» e scappai da quella stanza, misi il pennino nelle tasche dei mie jeans e scesi al piano inferiore.



«Hai cancellato la cronologia, eri evasiva...» feci quasi volare dalle mie mani la fetta d'anguria che stavo mangiando per lo spavento che Ashlynn mi aveva appena procurato. «Cosa mi nascondi?»
perché non si arrendeva per una buona volta?
«Nulla, ho fatto una ricerca per la scuola che avevo dimenticato.» riconfermai la versione precedente.
«Ma tu non dimentichi mai i tuoi compiti!» e non poteva esserci una prima volta? «Inoltre eri sconvolta quasi come se avessi visto un fantasma.» era come se l'avessi visto in un certo senso...
«Lo ero perché ho visto quegli abiti che usavano ed erano davvero terribili, per questo mi hai visto in quello stato.» quella scusa faceva acqua da tutte le parti ma era l'unica che ero riuscita a pensare per scusare la mia espressione.
«Da quando capisci qualcosa di moda?» non riuscivo più a zittirla.
«Da quando tu mi fai il terzo grado?» domandai col suo stesso tono.
«Da quando tu mi nascondi le cose e speri pure che creda alle tue scuse molto poco credibili...» la sua risposta era acida, le dava fastidio che avessi un segreto perché io e lei ci dicevamo sempre tutto.
Se n'era andata arrabbiata, in quel momento entrò mia madre appena arrivata dal lavoro.
«Che succede?» 
«Niente.» risposi.
«A me quello non sembrava niente.» lo disse molto piano, fu quasi un sussurro ma lo avevo sentito perfettamente.
Feci finta di nulla e le diedi una mano per preparare la cena.



Avevamo appena finito di cenare, Ashlynn per tutta la cena mi aveva evitato. Era ancora arrabbiata.
Ma oltre mia madre che ci aveva sorprese alla fine della nostra discussione, nessun altro se n'era accorto.
Né mio fratello, né mio padre.
Dopo aver sparecchiato, chiesi proprio a quest'ultimo se potevo usare il computer del suo ufficio, non avevo voglia di tornare in camera.
L'avrei sentita sbuffare di continuo in cerca d'attenzione finché non avrei ceduto e raccontato tutto.
Stampai ciò che avevo salvato prima nel mio pennino e continuai con le ricerche.
Gli articoli ripetevano sempre le stesse cose, così cambiai l'argomento di ricerca e digitai Alice Knight.
I risultati non erano molto differenti, qualcosa collegava entrambi i casi e non c'era niente di nuovo che potesse chiarirmi le idee.
Era tutto totalmente assurdo. Il sovrannaturale non esiste...
Però c'era qualcosa che mi faceva pensare che qualcosa di vero poteva pur esserci, soprattutto dopo la coincidenza dei due Niall Horan uguali.
Ecco perché decisi di annotarmi il numero di Margo Richards, la psicologa che seguiva Alice e magari andare nel suo studio e cercare di ricavare delle informazioni.
Guardai l'orologio, erano tardi e domani mi sarei dovuta svegliare presto per andare a scuola. 
Cancellai la cronologia anche in quel computer, sapevo bene che Ashlynn sarebbe passata anche in quella stanza per scoprire cosa le nascondevo. Purtroppo non si arrendeva facilmente.
Nascosi sia il pennino che il bigliettino e fotocopie, stanotte avrebbe cercato il primo e se l'avesse trovato poi avrebbe trovato anche il secondo.
Per mia fortuna non sapeva che mio padre mi avesse dato il nuovo codice della cassaforte qualche giorno fa.



Una luce che illuminava tutta la stanza disturbava il mio sonno, mi girai dalla parte opposta per cercare di riposare un altro po'.
Quando realizzai che non fosse normale che ci fosse tutta quella luce, di solito quando mi svegliavo per andare a scuola c'era un sole che emanava poca se non addirittura pochissima luce, mi alzai di scatto. 
Il letto di Ashlynn era disfatto e di lei in stanza non c'era nemmeno l'ombra, guardai l'ora ed erano le dieci e un quarto.
Che immatura!
Avevo capito cosa aveva fatto, non era la prima volta che succedeva. Si era svegliata prima e mi aveva staccato la sveglia in modo che non potessi andare a scuola in tempo oppure che non ci andassi completamente.
Adesso poteva davvero dimenticarsi che le raccontassi qualcosa, ieri non riuscivo neanche ad addormentarmi per quanto mi sentissi in colpa e avevo deciso che le avrei detto tutto ma questo suo scherzo di cattivo gusto mi aveva appena fatto cambiare idea.
Ovviamente i miei genitori erano andati a lavoro molto presto, non ne sapevano niente di quanto fosse infantile Ashlynn.
Mandai un messaggio a mia madre dicendole che non ero andata a scuola perché non stavo bene, dovevo pur giustificare in qualche modo la mia assenza.
Da qualche parte in stanza doveva esserci un bigliettino scritto da quella stupida di mia cugina. 
Ne lasciava uno ogni volta che mi combinava uno scherzo del genere e poi mi prometteva che non l'avrebbe rifatto più e poi puntualmente ripeteva per vendicarsi di qualche torto che pensava stesse subendo, in realtà i torti li ricevevo sempre io da parte sua.
Non penso sia un reato avere un segreto che non si vuole rivelare perché appunto come dice la parola, lo voglio mantenere segreto.
Non fu difficile trovarlo, era poggiato sulla scrivania sopra il portatile.
"Dormivi così pacificamente che mi è sembrato un peccato svegliarti :)"
Lo accartocciai e lo gettai nel cestino sotto la scrivania.
Sapeva molto bene come farmi saltare i nervi.
Ero stanca di incassare sempre io ogni colpo. Mi prendevo le sue colpe, le sue responsabilità e finivamo sempre per colpa sua nei guai e in cambio ricevevo questi gesti. 
Le voglio un bene indescrivibile ma se ne stava approfittando della mia bontà.
Non sarei stata io questa volta a fare il primo passo, mi deve chiedere lei scusa.
I miei non sarebbero tornati a casa prima delle otto di stasera, mio fratello era all'università e sarebbe tornato dopo pranzo e quindi in questo arco di tempo potevo fare qualunque cosa.
Mi preparai in fretta, sarei andata nello studio della dottoressa Richards.
Avrei voluto andarci di pomeriggio ma avendone l'opportunità adesso, perché rinunciare?
Almeno non avrei destato sospetti con Ashlynn che invece così non l'avrebbe mai scoperto dove stessi andando.
Dopo circa mezz'ora uscì di casa diretta per lo studio, ovviamente munita di pennino, fotocopie e bigliettino con l'indirizzo, per fortuna non distava molto da casa mia quindi ci sarei potuta andare anche a piedi e in circa dieci minuti sarei arrivata.
Mentre camminavo mi era sembrato di vedere Niall dal lato opposto della strada che mi osservava, guardai meglio ma non c'era nessuno.
Sarà stata solo un'allucinazione.
Finalmente arrivai, mi accertai che l'indirizzo corrispondesse e poi suonai.
Non aspettai molto prima che mi venisse aperto. 
«Salve, sono Charlotte Myers.» le porsi la mano.
La ricambiò. «Sono la dottoressa Margo Richards, piacere...» la immaginavo molto più anziana e antipatica e contro ogni mia aspettativa era giovane e sembrava simpatica
Magari avrei ottenuto le risposte che desideravo. «Posso esserti d'aiuto?»
Annuì. «In realtà vorrei parlarle.» guardò l'orologio.
«Sei fortunata, ho il prossimo paziente fra mezz'ora.» e mi fece accomodare.
Presi posto in una delle poltrone dello studio e la dottoressa Richards mi invitò a prendere la parola.
Non sapevo bene come potevo iniziare e forse decisi anche di iniziare nel modo peggiore. «In realtà non si tratta di me, volevo sapere qualcosa su Alice Knight, so che era una sua pazie...» mi interruppe.
«Mi dispiace, non posso dare informazioni sui miei pazienti di cui mi occupo o di cui mi sono occupata, soprattutto per quanto riguarda il caso della signorina Knight. Ogni paziente ha il diritto di privacy.» si stava per alzare e accompagnarmi alla porta ma io non avevo intenzione di arrendermi.
Avrei trovato un modo per avere più informazioni. «Ok, ha ragione. Mi sono espressa male.» mi diede l'opportunità di spiegarmi ulteriormente e ritornò a sedersi.
«Ho paura che mia cugina sia in pericolo e che la situazione non sia tanto diversa da quella vissuta da Alice.» con quelle parole ero riuscita a ottenere la sua più totale attenzione.
«Spiegami meglio che intendi dire...» era confusa, anche io al suo posto lo sarei stata.
In realtà non sapevo nemmeno io come illustrarle la situazione. Era molto più complicato di quanto pensassi.
Ieri era meglio che invece di sentirmi in colpa per quanto tenessi nascosto a mia cugina, mi preparassi qualcosa di concreto da dire alla psicologa di fronte a me adesso.
«Più che spiegarglielo, potrei mostrarglielo...» le consegnai le fotocopie.
«Cosa c'è qui esattamente?» domandò prendendo nel frattempo i fogli e dando un'occhiata veloce.
«Tutto quello che so di Alice Knight e come si può collegare a mia cugina...» e con voce più bassa aggiunsi. «o con me.» in fondo in quella storia ero coinvolta anche io.
Dopodiché si mise a leggere la prima di quelle dieci pagine circa.
Mentre aspettavo guardai il cellulare, rimanevano soltanto altri dieci minuti.
«Ancora non riesco a capire cosa intendi.»
«Alice vedeva Louis Tomlinson e Niall Horan.» il primo articolo parlava proprio di quello di cui aveva raccontato la nonna di Alice. «E se noi vedessimo Niall Horan?» i fogli le caddero a terra.
La sua espressione cambiò, mi guardava come se fossi matta.
«L-lo vedete tutte e due?» chiese sconcertata.
Risposi affermativamente.
Raccolse i fogli in fretta e mi chiese se potesse tenerli per leggerli con molta più attenzione.
Suonarono alla porta, il prossimo paziente era appena arrivato.
Mi alzai dalla comodissima poltrona in cui ero seduta, stavo per darle i soldi ma li rifiutò e inoltre mi disse di tornare il giorno dopo appena fossi uscita da scuola.
Aprì la porta. Era una ragazza di circa venti anni. «Ciao Molly, accomodati pure. Arrivo subito.» la ragazza ricambiò il saluto e fece come le era stato detto. «Con te ci vediamo domani, ok?» si rivolse a me questa volta.
Annuì, dovevo solo trovare una scusa decente per non tornare a casa dopo la scuola e farglielo credere a mia madre. Per ora mia cugina non era un problema, poteva pure non credermi, non mi importava.
Ero nella strada per il ritorno quando venni presa per il braccio e trascinata in un vicolo da qualcuno, urlai e cercai di dimenarmi ma nessuno dei passanti mi venne in aiuto.
In realtà sembrava che mi ritenessero con qualche rotella fuori posto a giudicare dalla loro espressione.
Mi voltai verso il mio aggressore per cercare di colpirlo e scappare via ma non appena vidi Niall, capì perché nessuno si prestava a soccorrermi.
Neanche potevamo vederlo!
«Se la smettessi di agitarti, anche loro smetterebbero di guardarti.» mi disse.
Non mi era facile ammetterlo ma aveva ragione.
«Che vuoi?» domandai accertandomi che non ci fosse nessuno ad ascoltarci.
«Che ci facevi da quella?» frenai il mio impulso di schiaffeggiarlo ed evitai di rispondere. «Va bene, non me lo dire. Tanto già lo so.» voleva fregarmi facendomi credere che così gli avrei detto qualcosa? Non ci sarebbe riuscito.
«Domani è meglio che le dirai che tutto quello che le hai detto oggi non è vero.» come faceva a saperlo?
Inspiegabilmente rispose anche ai miei pensieri «Ti ho detto che so tutto.»
«Come è possibile?» gli chiesi.
Ero terrorizzata, le gambe stavano per cedere e volevo solo fuggire.
Volevo svegliarmi nel caso fosse solo un brutto incubo.
«Io sono ovunque anche quando non mi vedi.» non riuscì più a reggermi e caddi a terra.
Lui non si preoccupò neanche di aiutarmi ad alzarmi.
«Pensavo che il vero problema fosse Ashlynn, invece mi sbagliavo...» lo guardai un attimo e con cattiveria continuò «sei tu.» non mi ero mai sbagliata quando pensavo che avesse un secondo fine. Ma non ero sicura di voler proprio sapere quale fosse.
Iniziai a tremare, le lacrime iniziarono anche a sgorgare dai miei occhi copiosamente.
Non volevo che mi vedesse in quelle condizioni, era come dargli vinta la prima di una delle tante battaglie che sicuramente avrei dovuto affrontare contro di lui.
«Cosa vuoi da noi?» dissi cercando di assumere un tono deciso, non ci riuscì visto che venni tradita dalla voce rotta dal pianto.
«Dai tempo al tempo.» disse allontanandosi e lasciandomi lì.
Sola, a terra e in preda alle lacrime.
Mi alzai e cercai di ricompormi ma risultò più difficile del previsto.



 
***
«Alice, Alice!» una ragazza bionda stava correndo in direzione della sua amica.
Lei si voltò e vide lo sguardo della sua amica che non prometteva nulla di buono. «Che succede Cassie?»
«C'è un problema.» disse l'altra velocemente. «un grandissimo problema.»
Alice non capiva cosa potesse preoccupare tanto la sua migliore amica ma sicuramente era qualcosa di risolvibile ma conoscendola ne stava facendo una tragedia senza alcun motivo.
Sapeva quanto Cassie sapesse essere drammatica senza che ce ne fosse realmente bisogno.
Alice stava per chiederle quale fosse questo "grandissimo problema" ma venne anticipata da Cassie che le disse solamente due parole «Niall Horan.»
Alice non capì cosa significasse e rimase sconvolta chiedendo spiegazioni all'amica che di lì a poco sicuramente le avrebbe spiegato tutto.




 

Valentina's corner :)

Sono tornata dopo tanto tempo con questo storia e in generale qui su efp e spero che questo nuovo inizio vi piace ;)
Sono cambiate un po' di cose dalla storia precedente, non voglio anticipare troppo ma la storia sarà divisa in due parti
1) Charlotte e Ashlynn
2) Alice e Cassie
Più in là spiegherò come verranno introdotte queste ultime due nella trama.
La maggior parte dei personaggi che appariranno sono tutti già presenti nella storia precedente ma ci sarà qualcuno di nuovo, questo non è escluso :)
Inoltre qui la storia ruoterà tutta sul piano in mente di Niall, "che intenzioni ha?" sarà questa la domanda da porsi durante questa storia e da quello che si è capito non sono buone intenzioni e ci sarà da porsi anche "chi avrà la meglio questa volta?"
Comunque spero che questo seguito susciti lo stesso interesse che hanno potuto suscitare le due storie precedenti e magari che mi facciate sapere cosa ne pensate e cosa vi aspettate da questa storia :)
Un bacione e al prossimo capitolo!
Valentina <3
  
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