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Autore: Jennifer320    23/07/2014    2 recensioni
Storia molto concentrata su Daisy e Peach, ovvero " le gemelle diverse" che fanno le idrauliche.
Poi il destino verrà da sé.
-*PERSONAGGI*-
Peach as Jennifer Lawrence (bionda).
Daisy as Selena Gomez.
Luigi as Louis Tomlinson.
Mario as Niall Horan. (bruno)
Rosalinda as Indiana Evans.
Genere: Comico, Commedia, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Daisy, Luigi, Mario, Peach, Rosalinda
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Chapter Four.
This is just the beggining! - Luigi? Are you okay?
 

#Peach.
 
Qualcuno bussava da matti alla porta della mia camera chiusa a chiave.
Ero piuttosto impaurita, arrabbiata e malinconica, e aprire la porta a Mario era l'ultima cosa che volevo fare.
Sfondarla non poteva, purtroppo i principi avevano le buone maniere e sfondarla non era affatto un impegno nella sua lunga e lunghissima lista.

- Peach, apri! Ti prego. - non era la voce di Mario, bensì quella di Toadette.
Mi alzai asciugando le lacrime con il dorso e aprii la porta a quel funghetto rosa che al momento era la mia ed unica amica (apparte Daisy, che era come una sorella...scomparsa).

- Perchè piangi? - chiese sedendosi sul letto, con tranquillità.
Diede qualche colpetto sul materasso per farmi capire "siediti e sfogati". Avevo bisogno di sfogarmi, a volte.
Mi sedetti accanto a quella creatura graziosa, e sniffai ripensando alla sera prima: mi ero illusa. Da sola.

- Cos'è successo? - domandò ad un tratto.
Sospirai prima di iniziarle a raccontare la vicenda imbarazzante di ieri e presi un respiro enorme.

- Ieri le nuvolette con gli occhi ci fissavano... - iniziai.
- Già so che le nuvolette guardano le coppie, lo so già. – disse così, per risparmiarmi una storia lunga.
- Sì, beh...comunque....gli chiesi se per lui eravamo davvero una coppia, ma impacciato mi disse "Non lo so", ecco. Mi è caduto il mondo addosso, non ci ho visto più...e sono scappata. -
- Mi dispiace, Peach. Ieri il Toad che ti ha chiesto se stai bene...è un mio amico. Mi ha raccontato che scappasti come se ti seguisse qualcuno con le lacrime agli occhi...Mario è testardo, ma innamorato. - spiegò.

Aprii le braccia per farle capire di darmi un abbraccio, e lei si fiondò velocemente occupando la maggior parte del mio corpo con il suo cappello rosa e bianco. Un suo abbraccio ti faceva sentire completa, eccome.
Si staccò leggermente da me e rise. - Oggi non dovevi partire? - mi ricordò.

OH NO.

- Prima no? - le urlai contro preoccupata.
Presi una ricorsa e corsi per tutto il castello finchè non raggiunsi la camera di Mario, che ansia.
- Mario! - urlai sbattendo i pugni contro la porta in legno, finchè non venne ad aprirmi.
- Peach....scusami dav-
- Non dovevamo partire? -
- Oh, sei venuta qui solo per... -
- Volevi aiutarmi, portati qualche divisa e andiamo. -
- Va bene, come dici tu. - rispose malinconico.
- A dopo. -
- A dopo. -
Ho sbagliato?
Di brutto.
 
***
 
- Non cacciatevi nei guai. - ci raccomandò Louise.
- Stai tranquilla Louise,  lo terrò d'occhio io. - la tranquillizzai, dando qualche pacca sulla spalla
- So che lo farai. - dissero all'unisono, sia Marco e Louise...come se fosse un eco.

Risero fissandosi a vicenda, poi io e il moro prendemmo gli zaini e ci avviammo verso l'uscita salutando tutti, compresa Toadette che faceva capricci per venire con noi, sapevamo che non poteva venire perchè se si sarebbe cacciata nei guai era l'ultima cosa che volevamo io e Mario.
Mario mi indicò il bosco dove ci infiltrammo immediatamente prendendo un sentiero purtroppo molto lungo, così da lasciarci completamente il Regno dei Funghi alle spalle.

- E' facile arrivare a Sarasaland. -  disse. - E' un tubo delle nostre dimensioni, e con un vortice ci spazza via fino a raggiungere quello che porta all'altro regno. Ma è lontano, è  giallo,  e si dovrebbe distinguere per i fiori disegnati sul tubo stesso. -
- Fiori? -
- Sarasaland è piena di fiori. E' un regno che si da molta molta fatica solo per la coltivazioni di semi di ogni genere di fiore...come margherite, rose, orchidee, anche edere velenose. L'essenza di Sarasaland sono i fiori! -
- Wow. - sospirai soltanto, come poteva un regno avere così tanti fiori? boh.
- Il principe è mio amico. - esordì. - Luigi Flowerstool, bravo ragazzo ed è molto serio. -
- Ah sì? -
- Sì. -
- Vorrei conoscerlo appena arriviamo, forse conosce Daisy, lei fa amicizia con tutti. -
- Non c'è nessuno a Sarasaland, purtroppo. - risponde.
- Come? Perchè? -
- I genitori sono al Regno, gli abitanti invece sono in vacanza... -
- Estive? -
- Sì, ancora, anche se è Ottobre restano fino al 31 poi ritornano a Sarasaland. -
- Oh, allora è sicuro che Luigi conosca Daisy. -
- 101% forse. -
- Vorrei che fosse così, voglio davvero ritrovarla. Non è un'amica per me, è come una sorella! -
- Parlando di sembianze, mi dispiace per ieri. - mi fermò nel bel mezzo del cammino, e mi afferrò per le braccia solo per tenermi piantata al suolo. Non potevo scappare ancora. NO. - Me la potevo risparmiare quella risposta impacciata...ma io davvero non so cosa siamo noi. Se ricambi o meno...se c'è un "noi", io davvero non lo so e non voglio spezzarti ancora il cuore. Sono davvero confuso, spero che tu capisca. Spero che tu sia confusa quanto me così da non parlarne più. La nostra piccola "vacanza" non voglio passarla con sguardi tristi e malinconici. - disse tutto ad un fiato.

Confusa, cuore che batteva, stomaco in subbuglio, respiro affannoso?Me.
L'unica cosa che feci e che ero in grado di fare in quel momento imbarazzante e dolce era abbracciarlo forte a me, stretto stretto al mio corpo, annullando la distanza che ci divideva ogni volta quando eravamo insieme.

- Scusa, sono sempre io la causa, non volevo metterti a disagio. - sussurrai stringendo la stoffa della sua camicia in due pugni solo per trattenermi, non volevo piangere davanti a lui. Una volta bastava e avanzava!
- Non sei tu che mi metti a disagio, Peach. - accarezzò i miei capelli biondi intrecciando fra essi le dita giocandoci.
Chiusi gli occhi strizzandoli a più non posso, perchè non li volevo riaprire fin quando non mi avrebbe lasciato lì, paralizzata.
- E' meglio proseguire. - sussurrò al mio orecchio. - No? - Voleva togliermi da dosso, ecco perchè.

Annuii tristemente e mi staccai proseguendo davanti a lui, non mi dovevo illudere.
La sera arrivò in fretta, il cielo blu scuro si illuminò grazie alle stelle che ben presto lo invasero. Perfetto.
Mi sedetti ai piedi di un ciliegio giocando con il mio cellulare, che in poco tempo la batteria fu scarica, quindi dovetti metterlo in tasca. Un tempo impreciso senza telefono, ce la farò?
L'aria gelida di Ottobre si faceva già sentire, e io rabbrividivo appena il vento mi si scagliava contro.

- A Sarasaland è così? -
- No, lì è Giugno, i primi. - rispose.
- E alla Caverna? -
- Come Sarasaland, lì è estate. -
- Come mai? -
- Perchè noi siamo come nazioni diverse, senza differenza d'orario, ma solo di stagioni. Qui è autunno, lì è estate ormai. -
- Vivrei per sempre a Sarasaland. -
- Poi torneresti al Regno in estate? - rise lui.
- Già, in effetti farei così. -
- Allora vorrei che al Regno fosse sempre estate. - pensò ad alta voce.
- Davvero? - sorrisi.
- Sì davvero... - sussurrò mostrando un sorrisino imbarazzato.
- Per chi?? - chiesi.
- Per te. - rispose immediatamente.
- Dov'è finito quel ragazzo impacciato? -
- Non ne ho la più pallida idea. -
- Quello sicuro come adesso, mi piace molto di più. -
- Quindi dici che ti piacevo anche prima? Impacciato, timido, scemo.. -
- Scemo no, ma dico sì...mi piacevi anche prima. -
- Oh, grazie scema. -
- EHI! - ci fermammo. Era il momento di riposare, la luna era già in alto nel cielo stellato e i grilli non smettevano con i loro versi fastidiosi.
- Scusa... - rise coprendosi la bocca con la mano.
- Notte Mario. - sussurrai poggiandomi contro al tronco di un ciliegio.
- Notte Peach. - lui, invece, si sdraiò completamente fra le margherite, in un campo di margherite che era molto vicino al mio albero di ciliegio.

Il mattino seguente, fu un putiferio.
Anche se il sole poteva spaccare le finestre, il caldo afoso mi preoccupava un po'.
A pochi metri dal Regno, a Ottobre, caldo? Era piuttosto strano...e ciò mi fece sobbalzare appena una fiamma mi ustionò la gamba.
- MARIOO! - urlai piangendo.
- Che? - mugugnò nel sogno.
Dolorante, con scatto presi la mano di Mario e scappammo il più veloce possibile, ma piccole fiamme  rimbalzanti bloccavano il nostro cammino ogni volta che mettevamo piede.....ovunque!
- Ma che sono?! - chiesi io imprecando. Quanto bruciava?!
- Palle di fuoco, ovviamente. -
Per un momento smise, ma fortunatamente...finì in meno di 5 minuti.

- Ma cosa hai fatto alla caviglia? - chiese poc dopo notando l'ustione.
- Eh, te lo spiegherei con calma, ma non posso purtroppo. Ti prego, curami Mario! - lo supplicai trattenendo le lacrime che minacciavano di uscire per il dolore.
Sentii le sue mani far pressione dietro la mia schiena e sotto ai miei polpacci poi camminò finchè non giungemmo davanti un fiume.

Si slacciò i bottoni della sua camicia e ne strappò un lembo, dove lo bagnò nel fiume e lo strinse attorno alla mia caviglia, per poco non lo prendevo a schiaffi!
Urlai come una forsennata, mentre lui cercava di fare il possibile per curarmi e non ridere, ma non ci riuscì purtroppo, scoppiò a ridere e pianse anche! L'unica che doveva piangere ero io oh!
Lo guardai stupita del fatto che lui ridesse di me, di me mentre soffrivo...ora gliela davo una sberla.
O mi dovevo contenere? Appena finì sussurrò uno scusa dispiaciuto, e questo...mi fece cambiar idea.

Troppo, troppo scema sei Peach!

EHI!

Se lo sei, perchè dovrei mentirti?

Beh, forse per la mia autostima?

Non ce l'hai neanche ciuccia!

Senti chi parla, -.-".

- Peach? - mi chiamò.
Scossi il capo, stranita e ritornai con i piedi per terra. In senso figurato, ovviamente.
- Scusa, dicevi? - dissi io ancora fra le nuvole.
- Va bene il nodo? - esordì indossando la sua camicia strappata, non gli importava affatto della camicia...ma solo di me e della mia ustione grave sulla caviglia.
- Sì, s...sì va benissimo. - trattenni un singhiozzo e cercai di alzarmi dalla posizione scomoda in cui stavo.
- Vuoi una mano? - chiese premuroso.
- Ma va?! - domandai sarcastica. - Sì, grazie. - risposi.

Porse la mano la quale afferrai immediatamente, e dopo una spinta leggera fui in piedi, ovviamente incollata a lui. Incollata come incollata, eh!
- Ti dispiace? - dissi dispiaciuta.
- Affatto, l'avresti fatto anche tu per me. - sorrise, dolcemente fissandomi come ogni ragazza voleva essere fissata, era uno sguardo sicuro e allo stesso tempo speciale. Ogni cosa che lo completava, era speciale.
Arrossii in un batter d'occhio, e dopo un mio "Proseguiamo" continuammo a camminare e a camminare.
Questo era solo l'inizio purtroppo, immaginavo cosa sarebbe successo più tardi.
 
#Daisy.
 
Mi svegliai all'una, come al solito. La mia sveglia era prima di mangiare, ovvero mezz'ora prima.
Scappai in camera mia in fretta e presi dall'armadio..beh, una maglia e un jeans, che per fortuna c'erano.
Odiavo indossare vestiti e coroncine, io ero DAISY santo cielo, e non una principessa!
Il caldo afoso entrava perfino in camera, non riuscivo più a stare per 5 minuti in quell'inferno di una stanza.
Scesi le scale in fretta e attraversai tutto l'atrio per raggiungere Luigi che suonava dolcemente al pianoforte: quanto poteva essere dolce?
Silenziosamente, mi avvicinai a lui e lo sorpresi proprio nel momento preciso in cui toccò le note acute, che rumore fastidioso.

- Sei bravissimo. - lo complimentai, anche applaudendo.
Arrossì leggermente, e balbettando rispose con un "Grazie, Daisy".
- Da quando suoni il piano? - chiesi interessata.
- Uhm, da quando? Dall'età di 10 anni precisamente, amo suonare..è la mia vita! - sorrise leggermente.
- Io non suono, ballo solo...ma potrei imparare. Me lo insegneresti? - dissi con voce da bambina, sedendomi accanto a lui che, cogliendo perfettamente il mio gesto inaspettato, divenne rosso in tutto il viso.
Era un pomodoro vivente, ma non mi avrebbe mai superato. Quando arrossivo, ero peggio di un pomodoro...piuttosto potevo definirmi al bollino rosso del semaforo!

- C..certo, potrei insegnartelo...ma non è facile come tu credi. - balbettò nervosamente.
- Lo so che non è facile, ecco perchè chiedo aiuto a te, che sei un professionista da ben....quanti anni hai? -
- 21...da un mese ormai. -
- Sei un professionista da ben 11 anni!! - esclamai, presi le sue mani e le posizionai sulle mie. - Guidami tu. -

Deglutisce rumorosamente, e si alzò senza staccare le nostre mani, mettendosi dietro di me.
Sentii il suo respiro sul mio collo, brividi e brividi scattarono sulla mia schiena. Dio mio.
Iniziò col muovere le mie dita in sincronia con le sue da una parte all'altra, non sapevo che cliccare, ero distratta solo eprchè la nostre guance erano vicinissime.
Appoggiò il mento sulla mia spalla, ecco...ora inizio a respirare affannoso, ora sì.

Scema! Riprenditi!

Fosse facile, lo farei ma...

Ma cosa?! Pensa alla musica!

Giusto, alla musica dovevo pensare....sì, alla musica.
Mossi il capo, solo per fissarlo di profilo e notai che sorrideva impacciato e dolce.
Chiuse gli occhi e all'improvviso si allontanò spingendomi a terra, dato le nostre mani incrociate feci per alzare la braccia all'insù e cadere in un secondo a terra con la schiena.
Fortunatamente mi misi le mani dietro la nuca così da non farmi del male da sola.
Le mie pantofole volarono forse più lontano, perchè il rumore non fu troppo forte.
Mi rialzai dolorante, e vidi Luigi inginocchiato con il capo rivolto verso il basso.

- Luigi? Tutto bene? - domandai stranita avvicinandomi a  gattoni.
Lui sibilò piano ma con voce roca:" Vai via, Daisy".
Alzò il viso, e la prima cosa che notai erano i suoi occhi: grigio scuro come le tenebre.
Come quelle che lo circondarono, ma non sparì...anzi.
I suoi vestiti furono verdi e neri, aveva una benda sugli occhi così per notare quel grigio spaventoso, chi era?!
E Luigi? Che ne hanno fatto di Luigi?
Mi rialzai pulendomi i jeans, e lo fissai a lungo stranita.

- Scusami, dolcezza, solo mal di testa. -  sussurrò roco, avvicinandosi a me.
Mise una mano sul fianco e mi fece aderire i nostri corpi pericolos....ora basta.
- Lasciami Luigi! - dissi spingendo le mani contro al suo petto, ma non si decise ad allontanarsi.

Ora sei nei guai eh??

Ti fa piacere?

No, affatto.

Un consiglio?

RISSA!

Manco per sogno, coscienza! Non voglio fargli del male!

Ma se ti sta....ehw.

Lo so, ehw...ma se lui fosse Luigi? Se fosse...

Niente "se fosse"... COLPISCI!

Mai e poi mai!

Addio...

Scossi il capo, mi accorsi che si era allontanato con sguardo malizioso, solo per suonare qualche melodia con note cliccate a caso.
- Allora? - chiesi a braccia conserte, non sapevo cosa volesse da me.
- Allora cosa, dolcezza? -
- Chi. Sei. Tu. E cosa. Ne hai. Fatto. Di. Luigi!! - sibilai parola per parola e il mio tono diventava sempre più duro, come se in qualche momento gli avrei potuto sferrare un pugno sulla guancia. Molto probabile.
- Sono Luigi, non mi riconosci dolcezza? -
- Non chiamarmi dolcezza, signor. IosonoLuigi, perchè non lo sei. Dimmi dov'è Luigi! -
- Calmati, piccola, sono io Luigi FlowerStool. -
- Certo, e io sono Nina Dobrev! -
- Chi è? - chiese stranito.
- Nessuno che ti potrebbe interessare, LUIGI. -

 
 


Sono tornata :) fortunatemente.
Spero vi piaccia.
Scusate l'enorme ritardo! ... >.<'
CIAAAAAAAAOOOOOO<3

Jennifer320 vi ama*_*

 
  
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