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Autore: ValeDowney    24/07/2014    1 recensioni
Cosa sarebbe successo dopo Aladdin e il Re dei Ladri ? Immaginate se Cassim e Iago, fossero tornati indietro ed aggiungete Casim ( la "s" si legge più come una "z"), l'unica figlia sempre in cerca di guai, di Aladdin e Jasmine: avrete un sequel della trilogia, che ho immaginato; con nuove avventure e personaggi che potreste anche aver visto nella serie televisiva del 1994
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Dopo che Tappeto si fu fermato di fronte a Zondra, Casim disse: “Zondra, dobbiamo parlarti”. “Non c’è niente di cui parlare !” replicò Zondra e, con un movimento dell’ala, creò forte vento, che spazzò un po’ via Tappeto, ma poi ritornò davanti a lei e Casim disse: “Ci dispiace se Iago ti ha fatta arrabbiare…a proposito, dov’è ?” e Iago spuntò, con solo la testa, dietro ad una nuvola, dicendo: “Sa…salve”. “Sei una pecora o un pappagallo ? Esci subito da lì !” replicò Cassim. “Magari più tardi, quando l’uccello arrabbiato qua presente si sarà calmato” disse Iago. “Così non ci aiuti affatto” disse Casim. “Anche voi non mi avete affatto aiutato, quando mi avete obbligato a venire qua su” disse Iago. “Ma se eri così intenzionato a salvare la città: tutti ti avrebbero guardato sotto una luce nuova” disse Casim. “Magari alla pari del sultano; non è ciò che vuoi ?” aggiunse dicendo Cassim. “Smettetela ! Intanto non vi ascolto” replicò Iago, uscendo dal suo nascondiglio e, dopo essersi messo sulla nuvola e di schiena a loro, si mise le ali sulle orecchie, coprendosele. “Iago il grande: suona anche bene” disse Cassim. “E magari ti avrebbero anche eretto una grossa statua in centro Agrabah” aggiunse dicendo Casim. “La, la, la, la, intanto non vi ascolto” disse Iago, continuando a dare loro di schiena e tenendosi coperto le orecchie. “Iago…”lo chiamò Casim e, dopo che il pappagallo si fu voltato, togliendosi le ali da sopra le orecchie, continuò col dire: “…se davvero la ami, allora diglielo e non tenerti tutto nascosto”. “E se magari non l’amassi ?” domandò Iago. “Ma tu, invece, l’ami, vero ?” chiese Cassim. “Bè…può darsi…come non può darsi” rispose Iago. “Non puoi essere così indeciso: o l’ami, oppure no. Diglielo !” disse Cassim, ma Iago non disse altro. “Va bene: allora, se tu non vorrai dirle nulla, ci penseremo noi” disse Casim. “Non oserete farlo !” replicò Iago. “Invece sì che oseremo” disse Casim e, con Tappeto se ne volarono un po’ più distante dai due uccelli.

“Casim che cosa hai in mente questa volta ?” le chiese Cassim. “Qualcosa che ci salverà tutti…almeno lo spero” rispose Casim e con Tappeto volò dietro a Zondra, dicendole: “Ehi, non hai una bella mira con quei fulmini; e dici di essere la Regina della Pioggia; ma per piacere. Non riesci nemmeno a colpirci”. Zondra si voltò verso di loro ed arrabbiata replicò: “Come ti permetti, piccola insolente ?! Non puoi rivolgerti a me con quel tono !”. “ Una Regina della Pioggia che non riesce nemmeno a far piovere e colpire chi odia, non può essere ritenuta tale; persino il pappagallo che ti sta a fianco, potrebbe benissimo prendere il tuo posto” disse Casim. “Emm…se non ti dispiace, non vorrei essere preso in considerazione, grazie” disse Iago. “Ora la pagherai per tutto ciò che mi hai detto ! Ti farò vedere tutto il mio potere !” replicò Zondra. “Voglio proprio vederlo, perché fin’ora non ho visto nulla” disse Casim. “Piccola, ti prego, smettila finché sei ancora in tempo e, poi, non credi di star esagerando ?” disse Cassim. “Esagerando ? Dobbiamo aprire gli occhi su come stanno veramente le cose” disse Casim, guardandolo ed entrambi riguardarono avanti, quando Zondra, con sguardo molto arrabbiato, scagliò contro di loro una saetta, ma ovviamente la evitarono. “Avanti, è tutto quello che sai fare ? E la pioggia, dove è finita ?” disse Casim. “Non provocarmi, piccola” replicò Zondra. “E’ che non vuoi ammettere la verità, ovvero che non sei nulla” disse Casim, sorridendo. “Adesso basta !” gridò Zondra; poi, guardando una nuvoletta grigia, aggiunse ordinando: “Falli fuori !” e la nuvoletta grigia, incominciò ad inseguirli. “Ora sì che si ragiona” disse Casim e volarono via dalla nuvoletta che li inseguiva. “Era questo quello che avevi in mente ?” domandò Cassim. “Sì e spero solo che funzioni fino in fondo, se no la vedo brutta per noi” rispose Casim e guardò indietro per vedere la nuvoletta sempre più vicino; quindi riguardò avanti e fece ritornare Tappeto indietro.

Zondra li osservava standosene sulla sua nuvola, mentre Iago andò accanto a lei, chiedendole: “Zondra, non credi di essere un po’ troppo cattiva nei loro confronti ?”. “Devono pagare, per come si sono rivolti a me” rispose Zondra, non guardandolo. “Ma questa non sei tu: la Zondra che conosco, è dolce e gentile con tutti” disse Iago. “Quale Zondra tu conosceresti ?! Tu non mi conosci affatto !” replicò Zondra, guardandolo ed allungando il viso verso di lui. “Già hai ragione ma..ecco..vedi…come ha detto la bambina…io….emmm…è giusto che ti dica quella cosa là suoi sentimenti” disse titubante Iago, incominciando a sudare. “Quali sentimenti ? Quelli che provi per me ? Tu non provi nessun sentimento per me !” replicò Zondra, incrociando le ali. “Ma no, cosa dici Zondra cara ?” iniziò col dire Iago, alzandosi a mezz’aria e, mentre le volava accanto, continuò col dire: “Tutto ciò che è stato detto, era solo un piccolo frainteso”. “Frainteso in senso buono o cattivo ?” domandò Zondra. “Ma ovviamente in senso buono, perché non potrei mai dirti delle cose brutte, non a te che sei la mia adorata regina” rispose Iago; Zondra lo guardò ed il suo sguardo sembrò addolcirsi un po’, ma poi chiese: “E chi mi dice che non mi stia mentendo ancora ?”. “Perché ci ho riflettuto bene ed ho constatato che la bambina ha ragione, ovvero che io….”deglutì”…ecco…io…”deglutì di nuovo”…” disse Iago. “Sì, mi corazon ?” domandò Zondra. “Io…ti amo” rispose Iago; Tappeto si fermò, così come la nuvoletta che lo stava inseguendo. “Ho sentito bene ?! Ha detto veramente che la ama ?!” domandò stupita Casim. “A quanto pare sì, ma potrebbe anche essere no” rispose Cassim. “E sei stato proprio tu a dire ad Iago di essere indeciso: a quanto pare, lo sei anche tu” disse Casim. “Però, da quel tacchino, ci si può aspettare tutto, anche se non proprio questa cosa dell’amore” disse Cassim. “Davvero mi ami ?” chiese incredula Zondra, guardandolo. “Ma certo che ti amo: ti amo più delle mie piume e…e…del tesoro più prezioso” rispose Iago. “Non sei convincente !” replicò Zondra. “Come non sono convincente ?! Lo sono eccome, invece, perché se no, non direi che ti amo più del tesoro più prezioso e, credimi, io adoro molto i tesori” disse Iago. “Se davvero la ami, dovresti provarlo con un gesto di coraggio” disse Casim. “Gesto di coraggio ?! Non se ne parla: io non mi faccio abbrustolire da qualcosa o buttare in qualche vulcano; ho ancora una lunga e serena vita davanti e voglio godermela tutta” disse Iago. “Va bene, ma noi non ti crediamo” disse Casim; poi, guardò Tappeto ed aggiunse dicendogli: “Coraggio Tappeto, la sfida non è ancora finita” ed incominciarono a girare intorno alla nuvola sopra alla quale vi erano Zondra e Iago; quest’ultimo replicò: “Quale sfida ?! Ho detto che non voglio mettere in rischio la mia vita”. “Avanti Iago: sei un pappagallo o un pollo ?” domandò Cassim. “Non sono un pollo ! Non lo sono mai stato !” replicò Iago, mentre li seguiva con lo sguardo. “Allora davvero non rischieresti la vita per amore ?” chiese Casim. “Intanto non mi convincete con i vostri giochetti di parole” rispose Iago. “Fa come vuoi, ma stavolta siamo seri” disse Casim. “Stavolta non ci casco: continuate pure, se volete” disse Iago, quando Casim disse, rivolta alla nuvoletta: “Ehi, sei stanca e non vuoi più inseguirci ? Guarda che poi la tua cara regina ti disintegrerà in tanti pezzi” e la nuvoletta grigia, dopo aver emesso dei fulmini, ricominciò ad inseguirli. Volavano velocemente, quando si misero di fronte a Zondra: “Tappeto, ora !” e Tappeto si scansò all’ultimo minuto, prima che la nuvoletta li colpisse con un fulmine; il problema era, però, che il fulmine, ora, era diretto a Zondra, la quale non avrebbe mai fatto in tempo a spostarsi in tempo, visto la velocità con la quale il fulmine stava andando verso di lei, quando, Iago si mise in mezzo ed il fulmine lo colpì, facendolo cadere privo di sensi, sulla nuvola.

“Oh no, Iago !” gridò Zondra e si abbassò, andando accanto a lui. Tappeto si fermò: “Spero che stia bene” disse preoccupata Casim. “Il tuo piano prevedeva anche questo ? Abbrustolire il nostro pappagallo ?” chiese Cassim. “E’ stata una cosa improvvisata all’ultimo minuto, ma se quello che avevo in mente riuscirà, allora saremmo tutti salvi” spiegò Casim. “Oh, mi corazon, ti prego riprenditi; non volevo che andasse a finire così; non volevo che venissi colpito da uno dei miei fulmini. E’ tutta colpa mia, se ora sei in queste condizioni: avrei dovuto darti ascolto prima” disse Zondra, prendendo Iago tra le ali. Tutti stavano in silenzio, aspettando che il pappagallo si risvegliasse e, persino dalle tante nuvolette grigie, aveva iniziato a piovere: “Che cosa è successo a Iago ? Perché non si risveglia ?” domandò preoccupata Jasmine, mentre insieme ad Aladdin, il Genio, Abù ed il Sultano, guardava gli altri da basso. “Vorrei tanto saperlo anche io” rispose preoccupato Aladdin. Tappeto si avvicinò alla nuvola e Casim disse: “Iago mi dispiace tanto: è solo colpa mia. Non dovevo pensare ad una cosa del genere; volevo solo vedere se provavi veramente qualcosa per Zondra”. “Come se ti credessi” disse una flebile voce e videro Iago aprire debolmente gli occhi. “Tacchino ben tornato tra noi” disse sorridendo Cassim. “Mi eroe” disse Zondra e lo strinse forte a se. “Iago, credimi, non volevo” disse Casim. “Tranquilla, non sono arrabbiato con te” disse Iago, cercando di respirare da quel forte abbraccio; poi Zondra lo lasciò andare dicendogli: “Allora, ci tieni veramente a me”. “Io tengo a cosa e a chi ?” chiese Iago, ancora un po’ stordito dal fulmine di prima. “Tieni a me: mi ami” rispose Zondra. “Oh…bè…ecco…io…” disse titubante Iago, ma non fece in tempo a finire la frase, che Zondra lo riprese tra le piume e, mentre lo stritolava, disse: “Ti sei beccato un fulmine per me, mi eroe: questo vuol dire amarmi molto”. “In effetti sì e te lo avevo detto anche prima” disse Iago e Zondra lo lasciò andare. “Allora, quando ci sarà la luna di miele ?” domandò Cassim. “Ehi, ehi, ora non andare troppo oltre: siamo solo all’inizio e poi, scommetto che Zondra ha tantissimo lavoro da fare” rispose Iago. “Oh che sbadata: ho una tabella di marcia da rispettare e, con tutto quello che è successo, me ne ero completamente dimenticata” disse Zondra e, dopo essersi messa due penne in bocca, fischiò per poi dire: “Tutte indietro: si ritorna a casa” e le nuvole, dopo essere ritornate bianche, se ne volarono indietro; persino la nuvola che stava ancora dentro al palazzo, uscì da esso seguendo le altre. “Un momento, non puoi andartene” disse Casim. “Mi dispiace piccina, ma come ho appena detto, ho una tabella di marcia da rispettare: ci sono tantissimi altri posti, dove le mie nuvole devono andare ed il mondo non è certo piccolo” disse Zondra. “Io avevo invece pensato che lo fosse” disse Genio, facendo comparire una palla con le sembianze della terra, facendola rimbalzare come se fosse stata una palla da basket, per poi farla sparire. “Ma Agrabah ha bisogno della tua acqua: la gente non può morire a causa della siccità e, poi, ci andranno di mezzo anche molti bambini” disse Casim. “Io escluderei te” disse Iago, ma dopo aver ricevuto un’occhiataccia da parte di Casim, non disse altro. Zondra prese fuori un libro e, dopo averlo sfogliato, arrivò alla pagina di Agrabah, per poi dire: “Da quanto c’è scritto qua, ad Agrabah è sempre piovuto raramente, anche perché questo è un posto desertico e, facendo piovere, vuol dire sconvolgere il clima”. “Ti prego, almeno questa volta, potresti fare un’eccezione” disse Casim. “E, in cambio, ti promettiamo che Iago….” iniziò col dire Cassim, ma non fece in tempo a terminare la frase, che Iago gli mise un’ala sulla bocca, bloccandolo e dicendo: “ Non starlo ad ascoltare, ma invece ascolterei la bambina: almeno per questa volta, potresti fare un’eccezione; intanto, non penso che nessuno delle altre parti del mondo se ne accorgerà”. “Vi rendete conto che mi state chiedendo di sconvolgere il vostro clima ? E’ come se facessi apparire sempre il sole al Polo Nord” disse Zondra. “Ce ne rendiamo conto, ma se pioverà abbastanza, Agrabah non sarà più in siccità” disse Casim; ci fu silenzio, ma poi Zondra disse: “E va bene: per questa volta, vi accontenterò e per quanto riguarda la tua proposta, Re dei Ladri, Iago è libero di venirmi a trovare quando vuole”. Iago tolse l’ala da sopra la bocca di Cassim e, guardandolo, replicò: “Ecco, lo vedi che cosa hai combinato ?” e gli diede di schiena.

Zondra prese tra le ali il medaglione che teneva al collo, per poi dire: “Tempeste dei mari del sud, vi ordino di venire qua e far piovere su Agrabah” ed in cielo, comparirono tante nuvole grigie: si sentì tuonare e, poi, iniziò a piovere. “Evviva, sta piovendo” si sentiva dire tra la gente. “Non saremmo più in siccità” era un’altra frase che si sentiva. “Grazie Zondra: non finiremo mai col ringraziarti” disse Casim. “Per così poco, piccina e, poi, bastava solo chiedere, invece di rubare una delle mie nuvole” disse Zondra. “Ok, allora la prossima volta, vorrà dire che te lo chiederemo” disse Casim. “Mi dispiace, ma se mai vi passaste per la testa di rubare un’altra nuvola, non contate sul sottoscritto, perché ne ho già avuto abbastanza di fulmini sulle mie amate piume” disse Iago. “Bè, come si dice, è “scattata la scintilla” disse Cassim e, lui e Casim risero. “Non sei divertente” disse Iago, guardandoli malamente; ma poi guardò Zondra, quando questi gli mise le ali sulle guance e gli disse: “ Adìos mi corazon e se mai vorrai venirmi a trovare, sai dove trovarmi; ma se non verrai, verrò io a prenderti”. Iago deglutì, per poi dire: “Verrò…tranquilla” e Zondra lo baciò sulla testa; poi si alzò in volo, dicendo: “E non dimenticherò mai neanche voi, mi amigos e ricordatevi che siete sempre i benvenuti nella mia Foresta Pluviale” e, se ne volò via, mentre dietro di se, vi fu un lungo arcobaleno, ovvero la sua coda. “Allora Iago, ancora non ne sei innamorato ?” chiese Casim. “Per favore, per un po’ non vorrei più toccare questa storia e, ora, ritorniamocene dentro la palazzo: odio quando le mie piume si bagnano” rispose Iago e si andò a mettere sulla spalla di Cassim, il quale gli disse, mentre lo guardava: “Ma se sei così carino, quando hai tutte le piume arruffate”. “Tu è meglio che te ne stai zitto, visto che stavi quasi per “vendermi” ancora a Zondra” replicò Iago, mentre Tappeto scendeva verso il basso. “Era solo una generosa offerta e, poi, Zondra lo ha capito subito, da quanto hai visto” disse Cassim. “Dimmelo in faccia, se volete sbarazzarvi di me ! Così almeno soffrirò in silenzio” replicò Iago. “Non vogliamo sbarazzarci di te: ti vogliamo bene” disse Casim, mentre Tappeto atterrò a terra e nonno e nipote scesero. “Se mi volete bene, non mi avreste fatto colpire da quel fulmine” disse Iago. “Era solo per dimostrare se amavi veramente Zondra, oppure no” spiegò Casim, guardandolo. “Diciamo, il cosiddetto gesto di coraggio” aggiunse dicendo Cassim. “Bè, allora potevate almeno scegliere un quiz: sarebbe stato tutto molto più semplice” disse Iago. “E’ vero, ma poi Zondra non ti avrebbe mai preso sul serio; invece, facendoti colpire da uno dei suoi fulmini, lei ha subito capito che la ami molto, tanto da rischiare di finire quasi abbrustolito” spiegò Casim. “Detta così, sembra che qualcuno mi voglia cucinare” disse preoccupato Iago, quando comparì Genio vestito da gondoliere, con tanto di gondola, sopra alla quale, vi erano Aladdin, Jasmine, Abù ed il Sultano: “Tutti dentro, che inizia il giro turistico: si prega di tenere mani e piedi dentro all’imbarcazione, grazie” e anche gli altri salirono e Genio / gondoliere, iniziò a far navigare la gondola sulla tanta acqua che era venuta e che aveva un po’ allagato Agrabah. “Sapete, ci siamo dimenticati di dire a Zondra, quanta acqua effettivamente volevamo” disse Casim. “Bè, almeno questa basta per scacciare via tutta la siccità e riempire nuovamente il fiume” disse Aladdin, mentre Jasmine, che stava seduta accanto a lui, aveva la testa appoggiata alla sua spalla sinistra. “Agrabah è salva e grazie a voi: ve ne sarò sempre riconoscente” disse il Sultano, guardando Casim, Cassim e Iago, il quale disse: “A proposito di riconoscenza, proporrei un’adeguata somma di tesoro per un certo pappagallo, che ha quasi rischiato di rimetterci le penne per molte volte e che, per questo motivo, ha diritto ad una ricompensa per aver salvato la città”. “Mi sono dimenticato di dirvi che, se anche avete salvato Agrabah, mi è giunta voce che, per farlo, avete dovuto rubare una nuvola a quell’uccello leggendario e voi sapete benissimo cosa aspetta ai ladri, vero ?” spiegò il Sultano. “Ritiro tutto quello che ho detto: dopotutto, non avrei fatto nulla con quel tesoro, anche se avevo un paio di pensieri per la testa” disse Iago. “Stavo scherzando: come ho detto, è proprio grazie a voi, se la città di Agrabah è salva” disse il Sultano e Iago, rimanendoci male, incrociò le ali.

La gondola continuava a navigare tra le strade di Agrabah, che ora era un po’ inondata dall’acqua che veniva fuori dalle nuvole soprastanti: “Agrabah è romantica anche così; non lo trovi Aladdin ?” domandò Jasmine. “Lo è, perché hanno una bellissima principessa” rispose Aladdin, guardandola; Jasmine lo guardò e poi i due si baciarono. Casim voltò lo sguardo disgustata e Cassim gli disse: “Non fare così: quando sarai più grande, anche tu troverai qualcuno da amare e ti comporterai esattamente come loro”. “Preferisco uscire con un cammello” disse sarcasticamente Casim. Agrabah è finalmente salva dalla siccità, ma tante altre avventure aspettano i nostri amici, ma non sanno che il pericolo è sempre dietro l’angolo.

 
 
 
 
NOTE AUTRICE: finalmente questo capitolo è finito; non ci speravo più, anche perché è durato molto di più degli altri. Bè spero che piaccia ed ho già in mente ciò che potrebbe succede ad Aladdin ed altri nel prossimo episodio: un membro della famiglia verrà coinvolto ed un altro nemico, visto nella serie tv del 1994, farà la sua comparsa. Grazie a tutti coloro che seguono la mia storia e che recensiscono o recensiranno. Al prossimo aggiornamento, Vdopo essersi fermato di fronte a lei, Casim disse: “Zondra, dobbiamo parlarti”. “Non c’è niente di cui parlare !” replicò Zondra e, con un movimento dell’ala, creò forte vento, che spazzò un po’ via Tappeto, ma poi ritornò davanti a lei e Casim disse: “Ci dispiace se Iago ti ha fatta arrabbiare…a proposito, dov’è ?” e Iago spuntò, con solo la testa, dietro ad una nuvola, dicendo: “Sa…salve”. “Sei una pecora o un pappagallo ? Esci subito da lì !” replicò Cassim. “Magari più tardi, quando l’uccello arrabbiato qua presente si sarà calmato” disse Iago. “Così non ci aiuti affatto” disse Casim. “Anche voi non mi avete affatto aiutato, quando mi avete obbligato a venire qua su” disse Iago. “Ma se eri così intenzionato a salvare la città: tutti ti avrebbero guardato sotto una luce nuova” disse Casim. “Magari alla pari del sultano; non è ciò che vuoi ?” aggiunse dicendo Cassim. “Smettetela ! Intanto non vi ascolto” replicò Iago, uscendo dal suo nascondiglio e, dopo essersi messo sulla nuvola e di schiena a loro, si mise le ali sulle orecchie, coprendosele. “Iago il grande: suona anche bene” disse Cassim. “E magari ti avrebbero anche eretto una grossa statua in centro Agrabah” aggiunse dicendo Casim. “La, la, la, la, intanto non vi ascolto” disse Iago, continuando a dare loro di schiena e tenendosi coperto le orecchie. “Iago…”lo chiamò Casim e, dopo che il pappagallo si fu voltato, togliendosi le ali da sopra le orecchie, continuò col dire: “…se davvero la ami, allora diglielo e non tenerti tutto nascosto”. “E se magari non l’amassi ?” domandò Iago. “Ma tu, invece, l’ami, vero ?” chiese Cassim. “Bè…può darsi…come non può darsi” rispose Iago. “Non puoi essere così indeciso: o l’ami, oppure no. Diglielo !” disse Cassim, ma Iago non disse altro. “Va bene: allora, se tu non vorrai dirle nulla, ci penseremo noi” disse Casim. “Non oserete farlo !” replicò Iago. “Invece sì che oseremo” disse Casim e, con Tappeto se ne volarono un po’ più distante dai due uccelli. “Casim che cosa hai in mente questa volta ?” le chiese Cassim. “Qualcosa che ci salverà tutti…almeno lo spero” rispose Casim e con Tappeto volò dietro a Zondra, dicendole: “Ehi, non hai una bella mira con quei fulmini; e dici di essere la Regina della Pioggia; ma per piacere. Non riesci nemmeno a colpirci”. Zondra si voltò verso di loro ed arrabbiata replicò: “Come ti permetti, piccola insolente ?! Non puoi rivolgerti a me con quel tono !”. “ Una Regina della Pioggia che non riesce nemmeno a far piovere e colpire chi odia, non può essere ritenuta tale; persino il pappagallo che ti sta a fianco, potrebbe benissimo prendere il tuo posto” disse Casim. “Emm…se non ti dispiace, non vorrei essere preso in considerazione, grazie” disse Iago. “Ora la pagherai per tutto ciò che mi hai detto ! Ti farò vedere tutto il mio potere !” replicò Zondra. “Voglio proprio vederlo, perché fin’ora non ho visto nulla” disse Casim. “Piccola, ti prego, smettila finché sei ancora in tempo e, poi, non credi di star esagerando ?” disse Cassim. “Esagerando ? Dobbiamo aprire gli occhi su come stanno veramente le cose” disse Casim, guardandolo ed entrambi riguardarono avanti, quando Zondra, con sguardo molto arrabbiato, scagliò contro di loro una saetta, ma ovviamente la evitarono. “Avanti, è tutto quello che sai fare ? E la pioggia, dove è finita ?” disse Casim. “Non provocarmi, piccola” replicò Zondra. “E’ che non vuoi ammettere la verità, ovvero che non sei nulla” disse Casim, sorridendo. “Adesso basta !” gridò Zondra; poi, guardando una nuvoletta grigia, aggiunse ordinando: “Falli fuori !” e la nuvoletta grigia, incominciò ad inseguirli. “Ora sì che si ragiona” disse Casim e volarono via dalla nuvoletta che li inseguiva. “Era questo quello che avevi in mente ?” domandò Cassim. “Sì e spero solo che funzioni fino in fondo, se no la vedo brutta per noi” rispose Casim e guardò indietro per vedere la nuvoletta sempre più vicino; quindi riguardò avanti e fece ritornare Tappeto indietro. Zondra li osservava standosene sulla sua nuvola, mentre Iago andò accanto a lei, chiedendole: “Zondra, non credi di essere un po’ troppo cattiva nei loro confronti ?”. “Devono pagare, per come si sono rivolti a me” rispose Zondra, non guardandolo. “Ma questa non sei tu: la Zondra che conosco, è dolce e gentile con tutti” disse Iago. “Quale Zondra tu conosceresti ?! Tu non mi conosci affatto !” replicò Zondra, guardandolo ed allungando il viso verso di lui. “Già hai ragione ma..ecco..vedi…come ha detto la bambina…io….emmm…è giusto che ti dica quella cosa là suoi sentimenti” disse titubante Iago, incominciando a sudare. “Quali sentimenti ? Quelli che provi per me ? Tu non provi nessun sentimento per me !” replicò Zondra, incrociando le ali. “Ma no, cosa dici Zondra cara ?” iniziò col dire Iago, alzandosi a mezz’aria e, mentre le volava accanto, continuò col dire: “Tutto ciò che è stato detto, era solo un piccolo frainteso”. “Frainteso in senso buono o cattivo ?” domandò Zondra. “Ma ovviamente in senso buono, perché non potrei mai dirti delle cose brutte, non a te che sei la mia adorata regina” rispose Iago; Zondra lo guardò ed il suo sguardo sembrò addolcirsi un po’, ma poi chiese: “E chi mi dice che non mi stia mentendo ancora ?”. “Perché ci ho riflettuto bene ed ho constatato che la bambina ha ragione, ovvero che io….”deglutì”…ecco…io…”deglutì di nuovo”…” disse Iago. “Sì, mi corazon ?” domandò Zondra. “Io…ti amo” rispose Iago; Tappeto si fermò, così come la nuvoletta che lo stava inseguendo. “Ho sentito bene ?! Ha detto veramente che la ama ?!” domandò stupita Casim. “A quanto pare sì, ma potrebbe anche essere no” rispose Cassim. “E sei stato proprio tu a dire ad Iago di essere indeciso: a quanto pare, lo sei anche tu” disse Casim. “Però, da quel tacchino, ci si può aspettare tutto, anche se non proprio questa cosa dell’amore” disse Cassim. “Davvero mi ami ?” chiese incredula Zondra, guardandolo. “Ma certo che ti amo: ti amo più delle mie piume e…e…del tesoro più prezioso” rispose Iago. “Non sei convincente !” replicò Zondra. “Come non sono convincente ?! Lo sono eccome, invece, perché se no, non direi che ti amo più del tesoro più prezioso e, credimi, io adoro molto i tesori” disse Iago. “Se davvero la ami, dovresti provarlo con un gesto di coraggio” disse Casim. “Gesto di coraggio ?! Non se ne parla: io non mi faccio abbrustolire da qualcosa o buttare in qualche vulcano; ho ancora una lunga e serena vita davanti e voglio godermela tutta” disse Iago. “Va bene, ma noi non ti crediamo” disse Casim; poi, guardò Tappeto ed aggiunse dicendogli: “Coraggio Tappeto, la sfida non è ancora finita” ed incominciarono a girare intorno alla nuvola sopra alla quale vi erano Zondra e Iago; quest’ultimo replicò: “Quale sfida ?! Ho detto che non voglio mettere in rischio la mia vita”. “Avanti Iago: sei un pappagallo o un pollo ?” domandò Cassim. “Non sono un pollo ! Non lo sono mai stato !” replicò Iago, mentre li seguiva con lo sguardo. “Allora davvero non rischieresti la vita per amore ?” chiese Casim. “Intanto non mi convincete con i vostri giochetti di parole” rispose Iago. “Fa come vuoi, ma stavolta siamo seri” disse Casim. “Stavolta non ci casco: continuate pure, se volete” disse Iago, quando Casim disse, rivolta alla nuvoletta: “Ehi, sei stanca e non vuoi più inseguirci ? Guarda che poi la tua cara regina ti disintegrerà in tanti pezzi” e la nuvoletta grigia, dopo aver emesso dei fulmini, ricominciò ad inseguirli. Volavano velocemente, quando si misero di fronte a Zondra: “Tappeto, ora !” e Tappeto si scansò all’ultimo minuto, prima che la nuvoletta li colpisse con un fulmine; il problema era, però, che il fulmine, ora, era diretto a Zondra, la quale non avrebbe mai fatto in tempo a spostarsi in tempo, visto la velocità con la quale il fulmine stava andando verso di lei, quando, Iago si mise in mezzo ed il fulmine lo colpì, facendolo cadere privo di sensi, sulla nuvola. “Oh no, Iago !” gridò Zondra e si abbassò, andando accanto a lui. Tappeto si fermò: “Spero che stia bene” disse preoccupata Casim. “Il tuo piano prevedeva anche questo ? Abbrustolire il nostro pappagallo ?” chiese Cassim. “E’ stata una cosa improvvisata all’ultimo minuto, ma se quello che avevo in mente riuscirà, allora saremmo tutti salvi” spiegò Casim. “Oh, mi corazon, ti prego riprenditi; non volevo che andasse a finire così; non volevo che venissi colpito da uno dei miei fulmini. E’ tutta colpa mia, se ora sei in queste condizioni: avrei dovuto darti ascolto prima” disse Zondra, prendendo Iago tra le ali. Tutti stavano in silenzio, aspettando che il pappagallo si risvegliasse e, persino dalle tante nuvolette grigie, aveva iniziato a piovere: “Che cosa è successo a Iago ? Perché non si risveglia ?” domandò preoccupata Jasmine, mentre insieme ad Aladdin, il Genio, Abù ed il Sultano, guardava gli altri da basso. “Vorrei tanto saperlo anche io” rispose preoccupato Aladdin. Tappeto si avvicinò alla nuvola e Casim disse: “Iago mi dispiace tanto: è solo colpa mia. Non dovevo pensare ad una cosa del genere; volevo solo vedere se provavi veramente qualcosa per Zondra”. “Come se ti credessi” disse una flebile voce e videro Iago aprire debolmente gli occhi. “Tacchino ben tornato tra noi” disse sorridendo Cassim. “Mi eroe” disse Zondra e lo strinse forte a se. “Iago, credimi, non volevo” disse Casim. “Tranquilla, non sono arrabbiato con te” disse Iago, cercando di respirare da quel forte abbraccio; poi Zondra lo lasciò andare dicendogli: “Allora, ci tieni veramente a me”. “Io tengo a cosa e a chi ?” chiese Iago, ancora un po’ stordito dal fulmine di prima. “Tieni a me: mi ami” rispose Zondra. “Oh…bè…ecco…io…” disse titubante Iago, ma non fece in tempo a finire la frase, che Zondra lo riprese tra le piume e, mentre lo stritolava, disse: “Ti sei beccato un fulmine per me, mi eroe: questo vuol dire amarmi molto”. “In effetti sì e te lo avevo detto anche prima” disse Iago e Zondra lo lasciò andare. “Allora, quando ci sarà la luna di miele ?” domandò Cassim. “Ehi, ehi, ora non andare troppo oltre: siamo solo all’inizio e poi, scommetto che Zondra ha tantissimo lavoro da fare” rispose Iago. “Oh che sbadata: ho una tabella di marcia da rispettare e, con tutto quello che è successo, me ne ero completamente dimenticata” disse Zondra e, dopo essersi messa due penne in bocca, fischiò per poi dire: “Tutte indietro: si ritorna a casa” e le nuvole, dopo essere ritornate bianche, se ne volarono indietro; persino la nuvola che stava ancora dentro al palazzo, uscì da esso seguendo le altre. “Un momento, non puoi andartene” disse Casim. “Mi dispiace piccina, ma come ho appena detto, ho una tabella di marcia da rispettare: ci sono tantissimi altri posti, dove le mie nuvole devono andare ed il mondo non è certo piccolo” disse Zondra. “Io avevo invece pensato che lo fosse” disse Genio, facendo comparire una palla con le sembianze della terra, facendola rimbalzare come se fosse stata una palla da basket, per poi farla sparire. “Ma Agrabah ha bisogno della tua acqua: la gente non può morire a causa della siccità e, poi, ci andranno di mezzo anche molti bambini” disse Casim. “Io escluderei te” disse Iago, ma dopo aver ricevuto un’occhiataccia da parte di Casim, non disse altro. Zondra prese fuori un libro e, dopo averlo sfogliato, arrivò alla pagina di Agrabah, per poi dire: “Da quanto c’è scritto qua, ad Agrabah è sempre piovuto raramente, anche perché questo è un posto desertico e, facendo piovere, vuol dire sconvolgere il clima”. “Ti prego, almeno questa volta, potresti fare un’eccezione” disse Casim. “E, in cambio, ti promettiamo che Iago….” iniziò col dire Cassim, ma non fece in tempo a terminare la frase, che Iago gli mise un’ala sulla bocca, bloccandolo e dicendo: “ Non starlo ad ascoltare, ma invece ascolterei la bambina: almeno per questa volta, potresti fare un’eccezione; intanto, non penso che nessuno delle altre parti del mondo se ne accorgerà”. “Vi rendete conto che mi state chiedendo di sconvolgere il vostro clima ? E’ come se facessi apparire sempre il sole al Polo Nord” disse Zondra. “Ce ne rendiamo conto, ma se pioverà abbastanza, Agrabah non sarà più in siccità” disse Casim; ci fu silenzio, ma poi Zondra disse: “E va bene: per questa volta, vi accontenterò e per quanto riguarda la tua proposta, Re dei Ladri, Iago è libero di venirmi a trovare quando vuole”. Iago tolse l’ala da sopra la bocca di Cassim e, guardandolo, replicò: “Ecco, lo vedi che cosa hai combinato ?” e gli diede di schiena. Zondra prese tra le ali il medaglione che teneva al collo, per poi dire: “Tempeste dei mari del sud, vi ordino di venire qua e far piovere su Agrabah” ed in cielo, comparirono tante nuvole grigie: si sentì tuonare e, poi, iniziò a piovere. “Evviva, sta piovendo” si sentiva dire tra la gente. “Non saremmo più in siccità” era un’altra frase che si sentiva. “Grazie Zondra: non finiremo mai col ringraziarti” disse Casim. “Per così poco, piccina e, poi, bastava solo chiedere, invece di rubare una delle mie nuvole” disse Zondra. “Ok, allora la prossima volta, vorrà dire che te lo chiederemo” disse Casim. “Mi dispiace, ma se mai vi passaste per la testa di rubare un’altra nuvola, non contate sul sottoscritto, perché ne ho già avuto abbastanza di fulmini sulle mie amate piume” disse Iago. “Bè, come si dice, è “scattata la scintilla” disse Cassim e, lui e Casim risero. “Non sei divertente” disse Iago, guardandoli malamente; ma poi guardò Zondra, quando questi gli mise le ali sulle guance e gli disse: “ Adìos mi corazon e se mai vorrai venirmi a trovare, sai dove trovarmi; ma se non verrai, verrò io a prenderti”. Iago deglutì, per poi dire: “Verrò…tranquilla” e Zondra lo baciò sulla testa; poi si alzò in volo, dicendo: “E non dimenticherò mai neanche voi, mi amigos e ricordatevi che siete sempre i benvenuti nella mia Foresta Pluviale” e, se ne volò via, mentre dietro di se, vi fu un lungo arcobaleno, ovvero la sua coda. “Allora Iago, ancora non ne sei innamorato ?” chiese Casim. “Per favore, per un po’ non vorrei più toccare questa storia e, ora, ritorniamocene dentro la palazzo: odio quando le mie piume si bagnano” rispose Iago e si andò a mettere sulla spalla di Cassim, il quale gli disse, mentre lo guardava: “Ma se sei così carino, quando hai tutte le piume arruffate”. “Tu è meglio che te ne stai zitto, visto che stavi quasi per “vendermi” ancora a Zondra” replicò Iago, mentre Tappeto scendeva verso il basso. “Era solo una generosa offerta e, poi, Zondra lo ha capito subito, da quanto hai visto” disse Cassim. “Dimmelo in faccia, se volete sbarazzarvi di me ! Così almeno soffrirò in silenzio” replicò Iago. “Non vogliamo sbarazzarci di te: ti vogliamo bene” disse Casim, mentre Tappeto atterrò a terra e nonno e nipote scesero. “Se mi volete bene, non mi avreste fatto colpire da quel fulmine” disse Iago. “Era solo per dimostrare se amavi veramente Zondra, oppure no” spiegò Casim, guardandolo. “Diciamo, il cosiddetto gesto di coraggio” aggiunse dicendo Cassim. “Bè, allora potevate almeno scegliere un quiz: sarebbe stato tutto molto più semplice” disse Iago. “E’ vero, ma poi Zondra non ti avrebbe mai preso sul serio; invece, facendoti colpire da uno dei suoi fulmini, lei ha subito capito che la ami molto, tanto da rischiare di finire quasi abbrustolito” spiegò Casim. “Detta così, sembra che qualcuno mi voglia cucinare” disse preoccupato Iago, quando comparì Genio vestito da gondoliere, con tanto di gondola, sopra alla quale, vi erano Aladdin, Jasmine, Abù ed il Sultano: “Tutti dentro, che inizia il giro turistico: si prega di tenere mani e piedi dentro all’imbarcazione, grazie” e anche gli altri salirono e Genio / gondoliere, iniziò a far navigare la gondola sulla tanta acqua che era venuta e che aveva un po’ allagato Agrabah. “Sapete, ci siamo dimenticati di dire a Zondra, quanta acqua effettivamente volevamo” disse Casim. “Bè, almeno questa basta per scacciare via tutta la siccità e riempire nuovamente il fiume” disse Aladdin, mentre Jasmine, che stava seduta accanto a lui, aveva la testa appoggiata alla sua spalla sinistra. “Agrabah è salva e grazie a voi: ve ne sarò sempre riconoscente” disse il Sultano, guardando Casim, Cassim e Iago, il quale disse: “A proposito di riconoscenza, proporrei un’adeguata somma di tesoro per un certo pappagallo, che ha quasi rischiato di rimetterci le penne per molte volte e che, per questo motivo, ha diritto ad una ricompensa per aver salvato la città”. “Mi sono dimenticato di dirvi che, se anche avete salvato Agrabah, mi è giunta voce che, per farlo, avete dovuto rubare una nuvola a quell’uccello leggendario e voi sapete benissimo cosa aspetta ai ladri, vero ?” spiegò il Sultano. “Ritiro tutto quello che ho detto: dopotutto, non avrei fatto nulla con quel tesoro, anche se avevo un paio di pensieri per la testa” disse Iago. “Stavo scherzando: come ho detto, è proprio grazie a voi, se la città di Agrabah è salva” disse il Sultano e Iago, rimanendoci male, incrociò le ali. La gondola continuava a navigare tra le strade di Agrabah, che ora era un po’ inondata dall’acqua che veniva fuori dalle nuvole soprastanti: “Agrabah è romantica anche così; non lo trovi Aladdin ?” domandò Jasmine. “Lo è, perché hanno una bellissima principessa” rispose Aladdin, guardandola; Jasmine lo guardò e poi i due si baciarono. Casim voltò lo sguardo disgustata e Cassim gli disse: “Non fare così: quando sarai più grande, anche tu troverai qualcuno da amare e ti comporterai esattamente come loro”. “Preferisco uscire con un cammello” disse sarcasticamente Casim. Agrabah è finalmente salva dalla siccità, ma tante altre avventure aspettano i nostri amici, ma non sanno che il pericolo è sempre dietro l’angolo.
 
 
 
 
NOTE AUTRICE: finalmente questo capitolo è finito; non ci speravo più, anche perché è durato molto di più degli altri. Bè spero che piaccia ed ho già in mente ciò che potrebbe succede ad Aladdin ed altri nel prossimo episodio: un membro della famiglia verrà coinvolto ed un altro nemico, visto nella serie tv del 1994, farà la sua comparsa. Grazie a tutti coloro che seguono la mia storia e che recensiscono o recensiranno. Al prossimo aggiornamento, Vale
  
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