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Autore: Taila    05/09/2008    1 recensioni
Yamato passò uno sguardo preoccupato sui membri che avrebbero fatto parte della missione: Naruto era così furioso per la presenza sfrontata del suo, ormai, ex amico che sembrava sul punto di liberare tutto il potere distruttivo di Kiyuubi; Sasuke aveva l'espressione di chi voleva essere ovunque tranne li e riteneva tutto quello un'immensa scocciatura; Sakura stava impiegando tutte le sue energie per mantenere i suoi propositi di trattare Sasuke come se fosse invisibile; Sai disegnava tranquillamente, ritraendo Naruto, un soggetto che da qualche tempo riteneva interessante. Per un attimo si chiese cosa fosse passato nella mente dell'Hokage quando aveva scelto i membri per quella missione...
Un lampo di preoccupazione sfrecciò nei suoi occhi quando lesse il nome dell'ultimo componente della squadra: era sicuro che avrebbe accettato solo per poterlo uccidere con tranquillità...
Socchiuse gli occhi e pregò Kami che quei cinque non si uccidessero a vicenda!
Genere: Triste, Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo Personaggio, Sasuke Uchiha
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Ancora un altro capitolo incentrato solo su Miwa e Sasuke. Spero che la descrizione di Sasuke all’inizio del capitolo vi piaccia, ho cercato di scriverla così come l’ho immaginato (anche se non mi piace come personaggio, devo ammettere che è decisamente carino ^//^). Ringrazio: Iry_kun: credo anch’io che qualunque pollo abbia pensato come approfittare della situazione, la carne è debole ù.ù Scommettiamo su quanto resisterà ancora? -_^; Capitatapercaso: spero che ti piaccia questo capitolo ^^; Ako delle Tenebre, Ignifilia, Ladyarle, Missi_Loves_Blizzary e Vodia per aver messo questa fic tra i loro preferiti ^.^; ringrazio anche tutti coloro che hanno anche solo letto ^^
Non mi resta che augurarvi buona lettura, alla prossima gente ^o^


5. Custode.

Miwa si svegliò stranamente spossata ed indolenzita. Provò a sollevare le palpebre sentendole pesanti, e quando ci riuscì si ritrovò a guardare il soffitto nodoso di una grotta. Si sforzò di ricordare come ci fosse arrivata, ma aveva la mente impastata, sprazzi di ricordi apparivano e scomparivano alla velocità di lampi confondendola ancora di più. Forse se fosse riuscita a mettersi seduta avrebbe capito qualcosa di quella situazione… così cercò di mettersi a mezzobusto, ma ad un movimento brusco e scorretto dal suo corpo partirono due scariche di dolore che le infiammarono il cervello e le strapparono l’aria dai polmoni. Con un grido roco si ributtò indietro, rincorrendo il respiro spezzato per cercare di calmare quelle fitte lancinanti. Pian piano il dolore scemò, permettendole così di notare le due fasciature che le stringevano i fianchi e la spalla, inoltre indossava solo un kimono maschile bianco decisamente familiare…
- Dovresti stare più attenta!- la voce atona e fuori campo di Sasuke la fece sussultare.
Miwa si voltò lentamente stando attenta, questa volta, a non fare movimenti errati: il ragazzo era in piedi sull’imboccatura di quella piccola grotta, indossava solo i suoi neri pantaloni aderenti infilati nei gambali, lasciando alla vista il suo torace ampio e modellato perfettamente dai lunghi anni di allenamento, il sole alle spalle giocava spietatamente con la sua pelle lattea rendendola quasi opalescente, aveva i capelli sciolti che gli ricadevano lisci ai lati del volto, lungo il collo e le spalle; se ne stava poggiato mollemente alla roccia, con il braccio destro sollevato e puntato con il gomito contro la parete, il busto leggermente piegato in avanti e con la fronte poggiata alla mano chiusa a pugno, con l’altro braccio si stringeva contro quella specie di panno che portava legato ai fianchi e che in quel momento sembrava contenere qualcosa… Gli occhi neri di Sasuke la fissavano quasi con disinteresse.
Stranamente, a vederlo così, Miwa avvertì qualcosa contorcersi nel suo petto mentre sentiva tutto il sangue affluirle alle guance… non riusciva a staccare lo sguardo da lui…
Sasuke fece un passo all’interno della grotta, facendo così riscuotere la ragazza che resasi conto dello stato contemplativo in cui era caduta, scosse più volte la testa dandosi mentalmente dell’idiota: doveva essere lo stato di spossatezza in cui si trovava a farle fare cose così stupide! Un ghigno divertito piegò le labbra dell’Uchiha nel vedere le guance imporporate della ragazza: era la prima volta che la vedeva così umana… Miwa distolse velocemente lo sguardo inferocita con se stessa ed infuriata con l’altro.
- Tieni: ti aiuterà a far abbassare la febbre!- e le porse una radice contorta e nera, piena di filettature biancastre.
Lentamente Miwa riportò lo sguardo su di lui, osservando sospettosamente lui e la radice che teneva in mano, e, solo dopo un attento esame, tese ancora diffidente la mano per prenderla. Sasuke sorrise interiormente: gli sembrava un gatto randagio che accettava il cibo che gli veniva messo davanti!
- Che mi è successo? Perché sono tutta fasciata?- chiese Miwa prima di iniziare a masticare la radice.
Era così amare che contorse il viso in una smorfia disgustata.
- Hai una spalla lussata, una ferita al fianco e per poco non ti sei amputata il polso destro.- spiegò velocemente mentre poggiava l’involto sul pavimento della grotta e lo apriva rivelando una piccola quantità di frutta e bacche.
Miwa fissò il profilo del ragazzo: quelle fasciature non si erano fatte da sole, quindi poteva facilmente dedurre che lui l’avesse curata e poi era andato a cercare qualcosa mangiare… perché? Il Sasuke Uchiha che conosceva lei, l’avrebbe lasciata annegare senza troppi scrupoli per mettersi in salvo, e non credeva nemmeno al debito di riconoscenza…
- Perché mi hai salvata e curata?- chiese piano, quasi avesse paura della risposta.
Sasuke continuò quello che stava facendo come se non avesse sentito la sua domanda, poi prese dal mucchio una mela rossa e gliela lanciò; la ragazza l’afferrò al volo con la mano sana, ma non la mangiò, continuò a fissarlo in attesa di una risposta. L’Uchiha dopo aver preso una manciata di bacche rosse e lucide, si poggiò con la schiena contro la parete rocciosa: gli aveva chiesto perché l’avesse aiutata… gran bella domanda, quella! Il problema era che nemmeno lui sapeva perché l’avesse fatto, per la prima volta nella sua vita aveva messo da parte se stesso ed il proprio egoismo per aiutare un’altra persona, e non sapeva bene il perché… ed intanto quella ragazzina impossibile continuava a fissarlo come fosse un oracolo dal quale aspettava il responso che poteva cambiarle la vita… Lentamente riportò lo sguardo su di lei, non proprio sicuro di volerla affrontare.
- Non è avvelenata, la puoi mangiare.- disse deciso.
Miwa abbassò lo sguardo sentendosi sconfitta: con quelle parole Sasuke le aveva fatto capire che non avrebbe mai risposto alla sua domanda… Sospirò e decise di mettersi un po’ più dritta: lentamente, con piccoli movimenti cauti, strisciando e puntando sul braccio che non era stato ferito ed aiutandosi con le gambe, riuscì a poggiarsi anche lei con la schiena contro la roccia. Solo quando portò la mela alle labbra si rese conto di quanta fame e sete avesse, addentò decisa il frutto e la polpa dolce e succosa le scese piacevolmente lungo la gola riarsa dalla sete. Con il movimento il braccio il kimono, troppo grande per lei, le scivolò fino al gomito piegato, scoprendole la spalla sinistra e parte del petto; stava per ricoprirsi, non s’illudeva che Sasuke non avesse visto il suo tatuaggio, per curarla aveva dovuto spogliarla, ma non voleva dargli l’occasione di farle domande dolorose alle quali avrebbe dovuto dare risposte ancora più dolorose; ma il suo polso venne stretto in una morsa decisa ma gentile.
- Perché porti il simbolo degli Uchiha tatuato addosso?- le chiese guardandola negli occhi, per impedirle che potesse mentirgli.
Un sorriso amaro schiuse le labbra della ragazza, mentre scostava le mani di Sasuke dalle sue e risollevava i bordi del kimono per coprirsi; abbassò la testa e chiuse gli occhi, indecisa se rispondere o meno alla sua domanda.
- A volte dimentico che quando tuo padre morì eri troppo piccolo per essere messo a parte dei segreti di famiglia…- alla fine la voce le era uscita senza alcun controllo.
Dopo un altro istante di indecisione, Miwa risollevò lo sguardo e Sasuke ritrovò in quelle iridi d’ossidiana il riflesso di tutti sentimenti che in quel momento si dibattevano furiosi dentro di lei straziandola e tormentandola; nemmeno lui aveva mai provato un’angoscia simile…
- Questo è il simbolo dei Custodi degli Uchiha. – Miwa si fermò un attimo ad osservare la sorpresa che si era formata sul volto di Sasuke – Per proteggere il clan più potente del villaggio, il primo Hokage ordinò che gli Hanamura, il secondo clan per potenza, fosse messo a vostra difesa. Da allora ogni nostra vita è stata spesa i funzione della vostra, siamo stati i vostri fedeli cagnolini da guardia!- le ultime parole erano state quasi sputate, trasudavano tutto il disprezzo che lei provava.
Sasuke la guardò senza riuscire veramente a credere a quello che aveva appena ascoltato: in nessuna delle carte nello studio di suo padre aveva trovato riferimenti a questi Custodi…
- Te l’ho detto: eri troppo piccolo per poter conoscere queste cose. – rispose con un piccolo sorriso alla sua implicita domanda – Io invece ho dovuto imparare fin dalla culla che ero un Custode e che dovevo proteggere gli Uchiha a qualunque prezzo, anche a quello della mia vita se necessario. – si fermò un attimo portando il suo sguardo sul pezzetto di paesaggio che si intravedeva dall’entrata – Sai quanti anni avevo la prima volta che mi sono dovuta inchinare davanti a tuo padre?- chiese con amarezza riportando lo sguardo su di lui.
Sasuke scosse la testa, non fidandosi della propria voce.
- Quattro anni. Tuo padre era venuto per valutare le mie capacità: se non mi fossi dimostrata all’altezza sarei stata cancellata dai registri di famiglia ed abbandonata nell’orfanotrofio… Mi dimostrai molto più abile delle prospettiva… ancora oggi non so se sia stato un bene o un male…- le ultime parole erano state solo mormorate.
Il suo interlocutore rimase a lungo in silenzio mentre cercava di assimilare quel discorso: la famiglia Uchiha era un organismo rigido e ben strutturato, all’interno del quale bisognava essere sempre all’altezza delle aspettative altrimenti si veniva tagliati fuori, considerati un disonore, un fallimento; ma gli sembrava semplicemente assurdo valutare le abilità di una bambina di quattro anni: nemmeno lui era stato valutato così presto, nonostante facesse parte del ramo principale della famiglia, avevano aspettato almeno i sette, otto anni!
Fino a quel momento gli aveva spiegato perché i suoi non gli avessero rivelato l’esistenza dei Custodi, ma perché non li aveva visti neanche dopo la morte dei suoi genitori? Magari avevano creduto che quella fosse l’occasione buona per liberarsi del giogo della sua famiglia…
- Dove sono i tuoi genitori?- chiese diretto, risentito.
Miwa sussultò come se l’avessero frustata, prima di portarsi le gambe al petto e circondarle con le braccia, e nascose il volto tra le ginocchia, appallottolandosi in un inconscio gesto di difesa; Sasuke notò che stava tremando.
- Sono morti. Itachi uccise anche loro…- la voce gli giunse attutita e Sasuke si diede mentalmente dell’idiota per non aver capito.
Miwa raddrizzò la schiena ritornando a poggiarsi con la schiena e la testa alla roccia, gli occhi chiusi ed il volto contratto dal dolore; prima lentamente poi sempre più veloce, le sue labbra iniziarono a muoversi, mentre la voce gli raccontava una parte di quella maledetta notte che nessuno si era mai preso la briga di rivelargli. Uno degli Uchiha era riuscito a dare l’allarme prima di morire ed il padre di Miwa aveva dato subito l’ordine di armarsi. Il quartiere degli Uchiha era troppo silenzioso e si erano divisi in più squadre di tre elementi per poterlo battere palmo a palmo: avevano trovato solo sangue e cadaveri dovunque si posasse lo sguardo. Miwa ed il suo gruppo erano arrivati davanti la residenza principale ed avevano trovato lui, Sasuke, raggomitolato in un angolo del vestibolo in stato di choc. Avevano cercato di farlo parlare, ma lui continuava a ripetere il nome di suo fratello. Dopo essersi consigliati tra loro, i capifamiglia le ordinarono di portarlo nella loro casa e di dare l’allarme all’Hokage, quindi di seguirli. Miwa aveva fatto quanto le era stato ordinato, lasciando Sasuke dormire, sfinito dalle lacrime, nel suo letto e raccontando ad un paio di chunin che stavano facendo la ronda per le strade del villaggio quello che era accaduto, quindi, seguendo le tracce lasciatele, partì all’inseguimento dei suoi familiari. Arrivò troppo tardi: Itachi aveva appena decapitato suo fratello maggiore ed ai suoi piedi giacevano senza vita gli altri membri del clan Hanamura. Per un attimo il dolore la paralizzò: tutta la sua famiglia era stata sterminata, non restava più nessuno… quella consapevolezza, unita al sorriso sprezzante con cui la stava guardando Itachi, risvegliarono dentro di lei una rabbia bruciante che le annebbiò completamente il cervello: a testa bassa, urlando di dolore e furia, Miwa si avventò contro di lui, Itachi giocò un po’, come il gatto con il topo; alla fine si stancò e, con la sua katana, la colpì trapassandole il ventre da parte a parte.
Sasuke non sapendo cosa dire distolse lo sguardo da lei: aveva combattuto contro suo fratello quando lui aveva saputo solo mettersi a piangere… Anche lei era molto più forte di lui!
- Il Consiglio ha accusato la mia famiglia dello sterminio degli Uchiha…- .
A quelle parole il ragazzo sollevò la testa di scatto.
- Ma… è stato Itachi, voi non c’entrate nulla!- provò a protestare.
- Lo so! Ma tuo fratello era scomparso e loro avevano bisogno di un capro espiatorio… Li hanno accusati di non aver svolto accuratamente il loro dovere, che Itachi ha potuto agire indisturbato perché non abbiamo vigilato a dovere. Mi hanno vietato di seppellire i miei familiari nel cimitero cittadino, ho dovuto comprare un piccolo pezzetto di terra fuori dalle porte cittadine e tumularli li, senza nessuno onore o rispetto.- .
Miwa riaprì gli occhi piantandoli subito nei suoi: lampi d’odio e rabbia sfrecciavano in quelle iridi nere, trattenevano a stento la furia repressa che contenevano.
- Il mio clan ha dato la vita per il tuo, eppure sono stati trattati da traditori, nessuno si è presentato al loro funerale, nessuno si è curato di me! Noi siamo sempre stati i vostri schiavi, poco più che cani da guardia… a chi poteva interessare la morte di un cane? Sulla tomba dei miei genitori ho giurato che non sarei mai più stata un cane degli Uchiha e che avrei lavato il sangue con il sangue!- .
Un altro Vendicatore. Un Vendicatore che aveva giurato di uccidere lui per cancellare i torti subiti dalla sua famiglia. Un Vendicatore che aveva tutta la rabbia e la determinazione per riuscire nel suo intento. Sasuke si perse un istante in quei cieli neri tempestosi prima di prendere la sua decisione: avrebbe chiuso quella storia una volta per tutte, a qualsiasi costo!
- Prova ad uccidermi!- la sfidò lanciandole un kunai.
- Eh?!- .
- Ti sto dando la possibilità di provare ad uccidermi!- spiegò con un sorriso di scherno sulle labbra.
  
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