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Autore: Berry Depp    24/07/2014    1 recensioni
"È così che funziona, pensi alla morosa, alla casa, eccetera, e sei morto. Quindi dammi retta, mister, pensa solo a ciò che vuoi veramente: farla finita con quei bastardi che stanno nascosti là dietro come conigli eunuchi, così puoi tornare a casuccia. Semplice, non trovi?"
Quella che prima era una semplice rivolta a Shamar si è trasformata in una vera e propria guerra mondiale su Mobius. Tutti voglio aggiudicarsi lo Smeraldo Gigante per poter conquistare l'intero pianeta. Un tempo un po' indeterminato, visto che ci sono ancora le carrozze, ma le armi sono all'avanguardia.
Qualcosa venutami in mente oggi pomeriggio e che ho subito sviluppato, la considero più una sfida contro me stessa, per mettermi alla prova, credo sarà la cosa più grande che abbia fatto finora, con i suoi (non calcolati, solo immaginati) 30 capitoli. Spetterà a voi dire cosa ne pensate ;)
[Sonic x Amy] [Silver x Blaze] [Shadow x Maria] [Knuckles x Rouge] [Vector x Vanilla] [Jet x Wave]
Genere: Comico, Guerra, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Shadow the Hedgehog, Silver the Hedgehog, Sonic the Hedgehog, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
Capitoli:
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Quando Silver aprì gli occhi dovette aspettare qualche secondo prima di mettere a fuoco ciò che gli stava intorno. Si trovava in un semplice tendone dell’infermeria, solo che questo era più piccolo e i letti, in numero minore di quelli negli altri tendoni, erano tutti vuoti. Provò ad alzarsi con fatica sentendo una fitta alle tempie che tentò di ignorare. L’aria era viziata e respirare gli faceva bruciare i polmoni, così allungò una mano verso il bicchiere d’acqua sul comodino di legno grezzo e bevve a piccoli sorsi. Sentì un rumore e constatò che la tenda all’entrata era appena stata scostata, ma fece finta di niente e continuò a bere.
  -Scusa- quella parola lo fece trasalire. Si voltò di scatto e davanti a lui trovò Sonic, entrambe le braccia ingessate, un occhio nero il labbro inferiore spaccato e diversi lividi sulla faccia.
  -Sonic...- esclamò Silver in un soffio, malgrado avesse messo tutto se stesso nel pronunciare quel nome –Come...- diede un colpo di tosse –Come stai?
La bocca del blu si mosse velocemente in una smorfia, per poi ritornare a posto.
  -Io sto bene. Tu, piuttosto, come ti senti? Mi dispiace di non essere riuscito a farti scappare, ho permesso che ti facessero del male. Knuckles, Shadow e Fang, un mercenario, sono riusciti a salvarti, ma non ad impedire che venissi torturato- il riccio blu disse tutto d’un fiato ed ignorò l’argentato quando alzò una mano per farlo smettere.
  -Non è colpa tua, capitano. Ce l’abbiamo fatta, no? Siamo vivi e nonostante tutto stiamo bene, quindi non c’è nulla di cui preoccuparsi- ribatté allora Silver.
Sonic lo guardò per qualche secondo, poi sospirò pesantemente e si fece avanti per abbracciare Silver. O meglio, Silver abbracciò Sonic, visto che lui non poteva muovere le braccia.
In quel momento Vector, Knuckles e Shadow entrarono di corsa seguiti da Tails e Charmy.
  -Capitano, brutte notizie- esclamò Knuckles.
Entrambi i ricci si voltarono con sguardo preoccupato.
  -Che succede?- chiese Sonic.
Charmy si fece avanti e parlò: -Si tratta della guerra, capitano- disse, prima che Tails lo precedesse: -Si è spostata anche nelle città.
 
Bass era inchiodato al muro, tenuto fermo da Mar che gli puntava alla gola uno di quei Tagliagola, come li aveva chiamati lei durante la battaglia. Diverse volte si era chiesto perché nessuno fosse intervenuto vedendo la baraonda creatasi sul retro del tendone ospedaliero. Proprio mentre ci pensava per l’ultima volta, mentre Mar esclamava un’altra delle sue minacce digrignando i denti, arrivarono un falco verde e lo stesso riccio che era andato a chiedergli risposte con le buone pocanzi.
  -Mar!- esclamò il verde con tono di rimprovero. Lei si girò lentamente assicurandosi di mantenere salda la stretta con cui immobilizzava Bass.
  -Che c’è?- sbottò lei –Mi ha provocato!
Manic sospirò e si diresse verso Bass.
  -Allora. Vuoi darci le risposte che vogliamo o dobbiamo trasformarti in omogeneizzato per neonati?- chiese fissando Bass con sguardo sadico.
Mar sorrise: -Bella questa, me la segno! Dicevamo... parla!
Bass increspò le labbra passando lo sguardo da Manic a Mar a Jet.
  -Tanto non puoi uccidermi, cucciolotta- disse infine, facendo arrabbiare Mar ancora di più, che spinse con uno scatto il Tagliagola puntato sulla sua gola in modo da far uscire una gocciolina di liquido scarlatto.
  -Sappi che posso fare meglio di così, quindi ti conviene dirci nome, cognome, indirizzo e codice fiscale del tuo fantomatico capo. Comprendi?- minacciò ancora una volta la riccia furiosa, beccandosi un’occhiata incredula da parte di Manic: mai avrebbe creduto che si sarebbe spinta ad uccidere pur di conoscere la verità.
Bass deglutì rumorosamente e cominciò a sudare.
  -Io non posso dirvelo, capite?- fece d’un tratto, con voce implorante –Se lo faccio quello mi scanna vivo!
  -O lo fa lui dopo o lo faccio io adesso, non hai molta scelta- ribatté Mar.
L’incrocio tra riccio e volpe sospirò.
  -M...- balbettò –M... Mephiles. Mephiles the Dark.
Mar lanciò un’occhiata a Manic, come per ricevere una conferma di quanto detto e, vedendo il verde annuire con espressione seria e braccia conserte, liberò Bass dalla presa con uno strattone, facendolo respirare.
  -È stato un piacere fare affari con te- esclamò la castana, per poi dirigersi al tendone seguendo Manic e Jet, rimasto in silenzio per tutto il tempo.
 
La guerra si era spostata anche in città? Era una tragedia! Questo significava che nemmeno i civili erano più al sicuro. Tutti i civili, anche Rouge.
Knuckles tirò un pugno al muro della trincea ringhiando. Aveva appena ricevuto una lettera della moglie, datata tre giorni prima, quando ancora dovevano essere scoppiate da poco piccole rivolte nelle città, come spiegava Rouge nella lettera. Inoltre diceva che il pancione cresceva sempre di più e chiedeva a Knuckles come gli sarebbe piaciuto che si chiamasse il bimbo, se maschio o femmina.
Knuckles rispose che nella sua famiglia nessuno era mai stato bravo a dare nomi (lui si chiamava “Nocche”!), perciò lasciò fare a Rouge. Dopo aver lasciato la lettera agli addetti alle spedizioni raggiunse Shadow che era rimasto semi sdraiato nel suo angolo in trincea a sorseggiare dell’acqua da una borraccia.
  -Ehi- disse in un fil di voce. Gli bruciava la gola per aver corso e sudato –Volevo andare a lavarmi, ti va di venire con me?- aveva perso il conto dei giorni passati dall’ultima volta che aveva fatto il bagno e si era reso conto di essere ricoperto di sangue, suo e di altri nemici, oltre al fatto che aveva la terra fin dentro le mutande.
Shadow fece spallucce e si alzò per seguirlo. Non dovevano mai uscire dalle trincee da soli, per questo lo facevano sempre in coppia, era pericoloso. Qualche mese prima avevano scoperto un fiumiciattolo dietro alcuni alberi a due chilometri dall’ultima trincea. Mentre camminavano verso il loro “piatto doccia” Shadow era silenzioso. A Knuckles non era mai piaciuto parlare molto, per questo andava d’accordo col nero, ma in quel momento quel silenzio gli metteva addosso ansia, perciò decise di dire qualcosa per smorzare la tensione che li attanagliava a causa della notizia ricevuto poco prima.
  -Sei preoccupato?- chiese.
  -Eh?- fece Shadow.
  -Per Maria. Sei preoccupato?
  -Ah... Beh, chi non lo sarebbe? Se guardi tutti i nostri soldati, nei loro occhi vedi solo ed esclusivamente preoccupazione.
Knuckles sospirò. Aveva ragione, non ci aveva fatto caso, ma ora che glielo faceva notare si rendeva conto di quanto quel fatto fosse vero.
  -Tu sei preoccupato?- chiese allora Shadow e Knuckles capì che anche lui non aveva voglia di restare in silenzio, forse perché temeva che in quel silenzio avrebbe potuto sentire la sirena che annunciava l’inizio di una nuova battaglia, il colpo di un cannone, le urla dei soldati.
  -Chi non lo sarebbe?- ripeté allora Knuckles. Erano quasi arrivati, vedevano il fiume all’orizzonte –Con Rouge a chilometri di lontananza da me rischio di impazzire. Voglio solo che tutto finisca. Più per loro che per me.
  -Loro?
  -Rouge e il bambino.
  -Ah, già. A volte penso che niente di tutto questo finirà mai, che per sfuggire alla guerra bisognerebbe solo morire, perché la guerra continua e continua e continua. Finché ci sono persone da arruolare a random non si smetterà mai di combattere. E allora morire sarebbe l’unica soluzione per fuggire dal massacro. Ma non pensavo che anche le persone che mi stanno più care sarebbero dovute morire, pur di fuggire. Non pensavo che anche Maria sarebbe dovuta morire.
Knuckles non sapeva cosa dire. Non avrebbe mai pensato che Shadow potesse elaborare pensieri del genere, non perché fosse stupido, ma perché sembrava qualcuno a cui cose come la guerra non facevano né caldo e né freddo.
  -Maria non morirà, Shadow- disse infine l’echidna.
Shadow scrollò le spalle.
Erano arrivati al fiume. Knuckles sfilò la camicia verde e cominciò a sciacquarla nella corrente del fiume, bagnandosi ogni tanto il torace, le braccia, le spalle. Shadow gli dava le spalle e restava a fare la guardia, pensando a quello che aveva detto. Ci credeva davvero. Alla morte, lui ci credeva veramente. Come una liberazione, come qualcosa che ti salva da quell’orrore che è la vita. Eppure non poteva dire di non aver avuto soddisfazioni nella sua, di vita. Il suo era un oscuro passato, di cui solo lui e forse solo qualcun altro era a conoscenza, ma quando aveva incontrato Maria, per la prima volta in tutta la sua esistenza si era sentito vivo veramente. Lei lo amava e glielo dimostrava ogni giorno, lui la amava, ma non era sicuro di essere capace di dimostrarglielo. Se era duro con molte persone, lo era anche con lei. Certo, non nella stessa maniera, a volte la trattava come una regina, ma non riusciva a dimostrarle tutto l’amore che provava per lei. Era innamorato follemente, ma era convinto che lei non lo meritasse. Eppure sembrava che capisse la sua difficoltà nell’esprimere i suoi sentimenti e questo pareva farla innamorare ancora di più. Shadow era felice di averla conosciuta, se sentiva fortunato ed in quel momento si ripromise che non avrebbe permesso che Maria venisse uccisa, ne sarebbe dovuto valere della sua stessa vita.
Mentre Knuckles indossava di nuovo i pantaloni bagnati, sentì un fruscio alle sue spalle. Si voltò e vide Shadow con le orecchie tese e la pistola in mano, allarmato.
  -L’hai sentito?- chiese Knuckles alzandosi e prendendo la sua pistola.
  -No, è un nuovo ballo, il mio- ribatté Shadow sarcastico.
In quel momento sbucò da dietro un albero un riccio marrone con la testa coperta da un cappuccio verde che li puntava con una spada.
  -Non sei un soldato- constatò ad alta voce Knuckles.
  -Perspicace, devo ammetterlo- disse l’altro.
  -Cosa vuoi?- ringhiò Shadow –Che ci fai sul campo di battaglia?
  -Tecnicamente non è il campo di battaglia- ribatté il riccio con tono ovvio –E voglio che voi spariate.
Knuckles e Shadow si lanciarono un’occhiata scettica sollevando un sopracciglio ciascuno.
  -Sparisci tu, ragazzino- gli intimò Shadow –È pericoloso qui.
  -Tsk! Pericolo è il mio secondo nome!- esclamò l’altro fiero, per poi dire tra sé e sé: -No, quello è Matthew... Il terzo, terzo nome! Ma solo di battesimo, all’anagrafe non risulto Kem Matthew Pericolo, ma solo Kem Matth...
Una voce lo interruppe: -Devi sempre rovinare tutto, eh?- da dove era sbucato fuori Kem uscì anche una gatta di un colore marrone-rossiccio con un lungo ciuffo nero dai riflessi bianchi che pendeva sul lato sinistro della faccia. Indossava una corta gonnellina nera e una felpa viola.
  -Cos’è, un party?- chiese Knuckles esausto.
  -Beh, se ti piace chiamare party...- cominciò la gatta tirando fuori da sotto la felpa una semplice pistola – Un’arma di distruzione di massa!
Detto questo li puntò con la pistola e premette il grilletto. Dalla canna di questa uscì una raffica di proiettili tutti in una volta. Il riccio nero e l’echidna si scansarono cercando di evitare le pallottole, quando Kem fermò la gatta poggiandole una mano sul braccio.
  -Ma sei fuori?- sbraitò Knuckles preso di collera –Avresti potuto ucciderci!
  -Se il tuo intento era quello dovresti migliorare la mira- fece Shadow serio.
  -Il suo intento non era quello- gli fece presente Kem –E se Torelay vi facesse vedere quanto sia precisa la sua mira vi ritirereste sulle cime del Kilimangiaro a meditare per il resto dei vostri giorni su quanto la vostra vita sia una bugia riguardo ciò che vi hanno mai detto sulle capacità delle donne.
Torelay fece un risolino e colpì affettuosamente Kem sulla spalla: -Adulatore!
  -Quel sarcasmo mi è familiare- disse Shadow con tono indagatore, riferendosi alla frase appena formulata da Kem –Conosci per caso...
  -Will Smith?- lo interruppe Kem –Diciamo che ho i miei attacchi. Riguardo voi due... Via.
  -Tanto avevo finito di lavarmi- fece Knuckles –Andiamo, Shadow.
  -Si... arrivo...- disse Shadow pensoso e rivolgendo un’ultima occhiata a Kem. Quel pelo marrone chiaro, gli aculei scuri e gli occhi color nocciola... Era sicuro di averli già visti.


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Cabina del Capitano ritornata da un estenuante campo estivo:
Esatto, accaniti lettori (ma anche no), sono finalmente tornata dal campo scout e non vedevo l'ora di pubblicare questo capitolo, in cui entrano in scena gli OC di Super_Steve the Hedgehog e Vikyfaro (tanto ammmore per quei due cucciolotti miei)
Mar: Hai finito?
No. Volevo far notare a chi non l'ha fatto che qualche capitolo fa ho aggiunto il genere song-fic perchè... perchè? Perchè lo soprirete, ecco. Ora mi viene pure il dubbio se l'avevo già detto oppure no... Sono andata, sarà stato lo zucchero che ho "sniffato" al campo.
Mar: Tu e i tuoi amici vi sniffate lo zucchero?
Oh, non hai idea di quello che facciamo ai campi...
Mar: o.O
E poi boh, basta, credo di aver detto tutto... 
Ci sentiamo la prossima settimana, vi lovvo tanto!
Mar: Bimbominkiaggine mode on...
Don't touch the cinnamon!
BD & Mar
 
 
  
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