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Autore: fantasy28    24/07/2014    6 recensioni
Ciao! Questa é la mia prima storia in assoluto quindi siate clementi. Vi viene spesso su questo fandom saprà che ho cambiato l'introduzione. (Questa è la terza volta). Lasciando stare le mie dubbie capacità sulle introduzioni lascio spazio alla storia.
Amu era spaventata. Era spaventata perché le era piaciuto. Non aveva mai provato emozioni così intense, con nessuno. Nessuno si era mai comportato così con lei. Lei che veniva temuta ed ammirata da tutti per il suo atteggiamento freddo e distaccato. Quell’atteggiamento che allontanava gli altri. Ma nessuno sapeva o capiva che quella era solo una maschera, una facciata per nascondere la sua timidezza e la sua insicurezza. Mentre a lui sembrava non importare. LUI forse la capiva.
Spero che vi abbia incuriosito(nonostante la mia penosa introduzione
Genere: Dark, Erotico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Amu Hinamori, Ikuto Tsukiyomi
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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I due ragazzi arrivarono davanti ad una grande villa. Amu però, era talmente stanca e distrutta psicologicamente che non la degnò nemmeno di uno sguardo. Il ragazzo spinse il cancello di ferro battuto, che si aprì con un cigolio sinistro. Un vento si alzò all’improvviso , ululando tra le foglie degli alberi e battendo alle finestre delle case. Amu tremò e cercò di coprirsi le spalle. La pelle le si accapponò immediatamente e iniziò a sfregarsi le mani  sulle spalle per riscaldarsi.
-Hai freddo?-domandò il ragazzo
-Sì- mormorò di rimando lei. Ikuto la guardò con la cosa dell’occhio. Di colpo le parve così piccola e indifesa.
-Se hai freddo, vieni con me che ti riscaldo in un modo speciale. Bisogna essere senza vestiti e su un letto. Vuoi provare?
Senza voltarsi, il ragazzo seppe che la fanciulla era arrossita. Questo lo fece sogghignare.
-Sei un’idiota Ikuto!-esclamò lei. L’imbarazzo si percepiva anche attraverso la voce.
Una goccia d’acqua colpì delicatamente la spalla della ragazza. Lei la osservò mentre questa scivolava via, per poi cadere al suolo. Amu allungò il braccio per fermare il ragazzo, ma inciampò. Un gridolino di disappunto le sfuggì dalle labbra ed il ragazzo prontamente la sorresse.
-Ti piace essere salvata da me, eh?
Il solito sorriso balenò sul viso di lui e come da copione il rossore sulle gote di lei.
-N-non è per quello! Volevo solo avvertirti che sta per venire a piovere!
La ragazza arricciò le labbra e mise il broncio. Il ragazzo la adorò quando lo fece e rimase lì a guardarla. “ Ma a che diavolo sto pensando? Questa è una ragazzina ed è umana” L’evidenza lo colpì come uno schiaffo. Già, lui non poteva provare alcun tipo di sentimento per lei. Non doveva.
-Ikuto?
Quella voce. Adorava quella voce, non si spiegava il perché ma la adorava. Forse perché non usava quel tono che usavano tutte , con l’intento di portarselo a letto.
-Come fai a dire che sta per piovere?
Lui lo avvertiva, ma voleva sentire le sue ragioni.
-Mi è caduta una goccia sulla spalla-rispose lei calma
Ikuto la osservò. Le osservo la spalla, le osservò la curva morbida e la pelle chiara. Il suo sguardo andò direttamente al collo. Sentiva il sangue che le scorreva nel corpo. Il suo sangue e il suo corpo. Due cose che avrebbe voluto assaggiare. Sentiva il suo sangue venire pompato nel suo cuore. Già, il cuore. Come credeva di potersi innamorare di qualcuno, quando il suo cuore non funzionava. In tutti e due i sensi. Lei per lui era solo una preda. Un alimento per saziare la sua fame. Un alimento dalla pelle chiara, i capelli color confetto, occhi color miele e le labbra rosse come il sangue.
-Ikuto possiamo entrare? Sto congelando
Il ragazzo sorrise amaramente. Lui non sentiva nulla. Lui non avrebbe mai sentito né caldo né freddo. Non si sarebbe mai ammalato, non avrebbe potuto vivere la sua vita con la persona che più amava al mondo, perché non sarebbe morto. Odiava essere ciò che era.
Il ragazzo aprì la porta ed Amu si fiondò per prima all’interno della villa. Ikuto si chiuse la porta dietro di sé. Si tolse la giacca e si lasciò cadere elegantemente sul divano di pelle nera. La ragazza invece, stava in piedi a disagio. Una pioggia fitta iniziò a cadere.
-I-Ikuto vorrei cambiarmi. Hai qualche ricambio da darmi?
Faceva caldo ed Amu lo apprezzò. Non sopportava il freddo. Il ragazzo annuì e le fece cenno di seguirlo. Lei obbedì. Salirono le scale ed il ragazzo aprì la terza camera a sinistra del grande corridoio. Era tutto buio ed Amu non riusciva a distinguere nulla. Se avesse mosso un passo sarebbe cascata come un sacco di patate. Perciò rimase sull’uscio. Ikuto si muoveva tra le tenebre senza esitazione. Come se sapesse dove andare, come se vedesse. La ragazza sentì un cigolio ed ipotizzò si trattasse dell’armadio.
-Allora vuoi venire o no?-domandò Ikuto
-Io però non vedo nulla
-Ok. Accendi la luce se ti aiuta.
Ikuto se ne andò senza far rumore. Le passò accanto, veloce. Quasi non lo vide neanche. Amu accese la luce e ciò che vide la lasciò un po’ basita. Le pareti erano nere, l’arredamento era in mogano scuro e nel centro della stanza c’era un grande letto matrimoniale. Le lenzuola erano rosso sangue, mentre il piumino era nero. Dal soffitto pendeva un elegante lampada in stile gotico. In quella stanza c’era qualcosa di inquietante e tremendamente attraente. A passo lento si diresse verso il grande armadio di mogano, quello con le ante aperte. Cercò con lo sguardo qualcosa da mettersi, ma si accorse con orrore che erano tutti i vestiti di Ikuto. Si guardò il vestito che indossava e constatò che non avrebbe potuto usarlo per dormire. Sospirò e prese la camicia più lunga che trovò. Si spogliò lentamente. Mentre si infilava la camicia del ragazzo, la sua mente iniziò a vagare. “Ma che ci faccio qui? Dovrei essere nel MIO letto! Perché ho detto mio? Perché l’ho pensato come se dovessi dormire con Ikuto? E se fossi così? E se fosse questo il favore? Se volesse che io andassi a letto con lui? No, io non sono pronta! Dai Amu non ci pensare!” Non si accorse neanche, che era tornata al piano di sotto. Ikuto la guardò e il sorriso malizioso spuntò come al solito.
-Ma chi l’avrebbe mai detto! Il piccolo confettino sa’ essere provocante. E sa valorizzare bene le armi a sua disposizione. L’hai fatto apposta vero? Beh se devo essere sincero, non sei affatto male.
Ikuto stava minimizzando tutto. Quando diceva che non era affatto male, in realtà la trovava così provocante e attraente che mancava poco che l’avrebbe fatta sua, sul quel divano. E non gli era mai capitato di sentire quell’ardente e bruciante desiderio di stare con una donna.
-Ikuto? Non hai qualcos’altro da prestarmi? Sai questo è davvero corto e mi sento a disagio
Teneva la testa bassa, ma il ragazzo sapeva che era imbarazzata. La camicia che indossava era più corto del vestito color panna che indossava prima. Questo a malapena le copriva il sedere. Poi a causa del caldo, la ragazza aveva lasciato i primi cinque botto aperti, quindi le si intravedeva leggermente il reggiseno color crema.
Ikuto si leccò le labbra e l’amico dei paesi bassi per un momento si fece sentire.
-Se non ti va bene, puoi sempre rimanere in intimo se preferisci. A me va più che bene!
Amu arrossì al limite dell’impossibile, mentre con le mani cercò di allungare l’indumento per coprirle le gambe, ma senza saperlo lasciava scoprire sempre di più il reggiseno.
Il ragazzo sentì che non sarebbe riuscito a trattenersi, se lei avesse continuato. Per cui le fece notare con un sorrisetto divertito il casino che stava combinando. Lei assunse le più scure tonalità di rosso e sbraitò qualche insulto.
-Perché arrossisci? Non sarà mica la prima volta che stai in intimo davanti ad un uomo, no? 
Amu lo guardò torvo, mentre un leggerissimo rossore comparì. Ikuto strabuzzò gli occhi.
-Tu sei vergine?!
La ragazza gli lanciò uno sguardo furioso.
-Perché lo dici come se fosse una cosa strana? Sto aspettando la persona giusta
Ikuto la fissò. Aspettando la persona giusta. Una frase che lui non avrebbe usato mai. Non avrebbe potuto usare. Accantonò quel pensiero e si alzò. La invitò a seguirlo. Le mostrò la sua stanza. Poi se ne andò di fretta, senza salutarla né guardarla in viso.
La ragazza entrò nella camera ,ma non la guardò nemmeno ed andò spedita verso la finestra. La tempesta infuriava violenta, mentre il forte vento piegava le fronde degli alberi.
“Probabilmente non dormirò questa notte”
Ikuto era nella sua stanza e guardava il soffitto. Sentiva l’odore della ragazza aleggiare intorno a lui. Era la prima volta che portava una donna in casa senza che facessero nulla. Per giunta vergine. Era una sensazione strana. Amu profumava di fragola. Il su profumo gli entrava nelle narici e lo stordiva. Udì dei passi veloci avvicinarsi e fermarsi davanti alla sua porta . Sentì bussare e poi la porta aprirsi.
-Ikuto posso dormire con te?
Amu era sulla porta, con un enorme cuscino sotto al braccio e una mano sulla maniglia. Il ragazzo si girò su un fianco in direzione della porta e la guardò non capendo. Il rombo di un fulmine fece sussultare la ragazza, che guardava il ragazzo impaziente. Ikuto capì l’esigenza della ragazza ed acconsentì la sua richiesta. Amu corse velocemente e si mise sotto le coperte. L’odore di lei gli penetrò nelle narici, più violentemente di prima. Fragola.Un altro rombo fece scappare ad Amu un gridolino spaventato. Strizzò gli occhi e si coprì il viso con il lenzuolo. Il ragazzo la guardava spaesato. Poi sorrise e le tolse le coperte dal viso. Allungò le braccia e la strinse a sé. Amu spalancò di colpo gli occhi e li puntò in quelli ametista di lui. Sulle guance di lui apparvero le tenere fossette che Amu aveva visto e adorato la prima volta che erano comparse.
-Hai paura dei fulmini- affermò il ragazzo, rispondendo alla domanda muta della fanciulla.
Lei abbassò lo sguardo e iniziò a parlare
-Ero piccola, avevo circa cinque anni. Era una notte proprio come questa. Tempestosa. Per questo ho paura dei fulmini. - Ero uscita con i miei genitori ed era abbastanza tardi. Ci fu un guasto alla macchina e così mio papà accostò.
Amu respirò profondamente,mentre le lacrime premevano di uscire.Ikuto nel frattempo.la fissava. -Mio padre uscì dall’auto e aveva iniziato a controllarla. Mia mamma uscì poco dopo, per sapere se il danno era grave.Io ero rimasta in macchina. I minuti passavano, ma loro non stavano ritornando. Poi sentii un urlo. Era mia madre. Ce ne furono altri e poi…
La ragazza non riuscí a trattenersi. Iniziò a piangere. Le lacrime scendevano senza fermarsi. Ikuto si affrettò ad asciugarle con i pollici, ma ormai la ragazza era un fiume in piena che non accingeva a fermarsi.
-Poi… non lo so ,è tutto così confuso. Ricordo sangue, tanto sangue. E i miei genitori in un lago di quella sostanza rossa. Ikuto sono così confusa.
Ikuto la strinse forte ed iniziò ad accarezzarle i lunghi e morbidi capelli. Amu si strinse più al ragazzo ed appoggiò la testa sul petto muscoloso di lui. Dopo poco spalancò gli occhi e guardò il ragazzo
-Ikuto, perché il tuo cuore non batte?
Merda. Il ragazzo iniziò a imprecare. Spaesato la guardò. Era in crisi, non sapeva cosa dirle. Se il suo cuore fosse stato come quello do ogni essere umano, a quella domanda avrebbe perso qualche battito. Poi sentì qualcosa toccarlo.
-Di un po’, mi stai provocando?
La fanciulla lo guardò, non comprendendo.
-Provocando? Ikuto di cosa stai parl…
Amu guardò il ragazzo era a petto nudo e lei stava disegnando dei cerchi sulla sua pelle.
-ndo- finì la frase, per poi arrossire e voltargli la schiena
-B-brutto g- gattaccio pervertito!
-Io? Infondo sei una pervertita anche tu-disse in tono divertito.
-Non l’ho fatto apposta! E comunque non mi hai detto come sdebitarmi.
-Spero che non sia una cosa indecente- borbottò la fanciulla
Il ragazzo rise e l’avvicinò a sé, facendo in modo che la schiena di lei si avvicinasse al suo torace. La strinse fra le sue braccia.
-Oh, il favore dici? Mhh fammi pensare.
Le si avvicinò
-Che ne dici se vieni a stare da me?- le bisbigliò nell’orecchio per poi leccarglielo sensualmente. Lei gemette e lui andò in estasi. Iniziò a lasciarle una scia di baci incandescenti giù per la spalla. Il ragazzo iniziò a morderle leggermente la clavicola, mentre lei non riusciva a trattenersi e gemeva piano. Ikuto prese a leccarle il collo e subito trovò la vena. Sentì i suoi canini calare e la sua fame ruggire.
-I- kuto ti prego fermati
Amu si girò verso di lui, ansimante. Gli occhi le si erano velati dal piacere e si erano anche scuriti, diventando color caramello. Ikuto spalancò gli occhi. Non aveva mai visto un’espressione del genere. Bellissima e pericolosa. Troppo pericolosa perché lo eccitava tantissimo. Se lei non l’avesse fermato, sarebbe andato avanti. Solamente per il gusto di sentire la sua voce, mentre le provocava piacere. Un’altra scarica di eccitazione gli pervase il corpo, mentre un calore gli scaldò il sesso.
-Mi dispiace ma non so come sei abituato tu, ma io non ti conosco nemmeno
Amu era spaventata. Era spaventata perché le era piaciuto. Non aveva mai provato emozioni così intense, con nessuno. Nessuno si era mai comportato così con lei. Lei che veniva temuta ed ammiratada tutti per il suo atteggiamento freddo e distaccato. Quell’atteggiamento che allontanava gli altri. Ma nessuno sapeva o capiva che quella era solo una maschera, una facciata per nascondere la sua timidezza e la sua insicurezza. Mentre a lui sembrava non importare. Forse Lui la capiva.
-E riguardò al favore?
Ikuto la desiderava. La voleva con sé e voleva che lei fosse sua e di nessun altro. La desiderava più di qualsiasi cosa al mondo. La doveva avere a tutti i costi. Non importava come, ma doveva averla.
-Io non posso accettare. Io… Sono troppo stanca per discutere con te, ne riparliamo domani.
Ikuto sorrise e chiuse gli occhi. Nonostante lui non avrebbe potuto dormire. Sentì il respiro di Amu farsi pesante, ma la voce di lei si fece sentire comunque
-Ikuto?
-Si?
-Grazie per avermi salvata.
- Lo so ed ora dormi, confettino
Aspettò che ci fosse qualche insulto da parte della ragazza, ma quando si sporse per vedere se si fosse arrabbiata, si accorse che lei già dormiva.
-Buona notte, Amu
E le sfiorò le labbra con le proprie.
 
Angolo autrice:
Ehilà come va? So’ che avevo detto che avrei aggiornato ogni due giorni ma per alcuni motivi ieri non ho aggiornato. Tanto lo so che vi ha fatto solamente piacere ahahaha. Spero di no però! XD Non sono molto soddisfatta di questo capitolo. Voi che ne dite? Comunque, in questo capitolo, Amu racconta la morte dei propri genitori e si conosce una parte della vita di Ikuto. Quella … come dire… Quella sotto le coperte? Inoltre, Amu sperimenta nuove sensazioni riguardanti il piacere. Ma in questo campo le sorprese non sono finite ( risatina maliziosa)Pure Ikuto fa la conoscenza di nuovi sentimenti , oscuri alla sua mente di maschio conquistatore. Di maschio sciupa femmine. Bene, credo di aver finito e non so’ esattamente quando aggiornerò, ma sarà presto (sfortunatamente per voi) ahahaha scherzi a parte vi adoro.
Saluto come sempre Cristie13, kekka_chan e la mia nuova dea da venerare, Eris_Elly92. Grazie di cuore, non sapete quanto mi rendete felice e appagata <3
Saluto e ringrazio anche i lettori, che leggono ma si nascondono nell’ombra. Grazie!
Un bacione a tutti
 
 
  
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