Note
dell'autrice: Vi ringrazio infinitamente per i
commenti^^. Mi fa molto piacere che appreziate quello che scrivo...ma sono qui a
scrivre per precisare delle cose riguardanti il tema della ff. Allora: tutto è
iniziato mentre stavo navigando su Wikipedia, nelle voci che parlavano di Dragon
Ball, e mi è capitata sotto agli occhi la scheda di Bulma...ed è da lì che è
nata "L'idea", vedete, Bulma morirà veramente di cancro ai
polmoni. L'ha dichiarato l'autore durante un intervista che parlava del
futuro dei protagonisti. Per me è stato un trauma...
Ad ogni modo la mia
mente malata ha subito provato ad immaginare la situazione ed eccoci
qui.
[Fuggi. Allontanati.
Estinguiti.
La mia anima deve stare sola.
Deve
crociffigersi, scheggiarsi, girare,
versarsi, corrompersi da
sola,apera alla marea
dei pianti,
bruciando nel
ciclone delle furie,
eretta tra i monti e gli uccelli,
annichilirsi,
sterminarsi da sola,
abbandonata e
unica(...)]
...Pablo Neruda...
Crepuscolo
Atto Primo
Nessun dolore. Niente.
Non
sento assolutamente niente. Nulla che mi indichi che effettivamente sto per
andarmene.
Maledizione.
E' come se il mio corpo si stesse prendendo gioco
di me.
Spera, mi dice, nessun dolore, nessuna
malattia.
Forse il medico ha
sbagliato?
Ho solo un mal di testa atroce, e tutto gira.
Ed io non
so cosa fare.
Cosa devo fare?
Come mi devo comportare?
E poi
urlo. Urlo dentro.
Nessun dolore.
Urlo di rabbia, di rancore.
Disperatamente urlo in silenzio verso il vuoto.
Poi avverto un leggero
tremolio, provenire dalla GR. E ti immaggino dentro, ad allenarti.
Ignaro.
Ignaro che ho un disperato bisogno di te, qui, adesso.
Non
mi sono mai resa conto di essere cosi [orgogliosa] masochista.
In questi due
giorni, ti ho visto di rado. Solo per una mezz'oretta, a tavola.
E poi ti
ritiravi nella Gravity Room.
Forse hai sempre fatto così, ma io non mi ci
sono mai soffermata tanto.
Ho passato la maggior parte della mia vita con te,
da sola. E non me ne sono mai accorta.
Buffo.
Ed ora che ho bisogno della
tua presenza, non ci sei.
Per una mia scelta.
Vivere in una bugia deve
essere temendo.
Ma morirci è devastante.
Mentire non è mai rientrato nelle
mie qualità.
Ma in quest'occasione mi è venuto naturale, e non so neanche
perchè.
[Orgoglio!!!]
Inconsapevolmente ho scelto di affrontare
l'ultimo crepuscolo della mia vita da sola.
Maledizione, non è così che
dovevano andare le cose.
Non. Così.
Non sono pronta per affronatre tutto
questo.
Non...
Sono...
Pronta...
E non lo sei anche
tu, credo.
Spero, più che altro.
Forse non ti importerà niente, o forse
si.
Forse ti passerò accanto, morta, in una cazzo di bara bianca e non
mi noterai nemmeno.
Sento le lacrime salire, ma non usciranno. Non questa
volta.
Guardo in alto, ma è inutile. La sento, calda, piccola, delicata, mi
riga il volto.
Una gocciolina d'acqua che nasce dagli occhi e muore sulle mie
labbra.
Raramente ho pianto in questa vita.
Chissà se il peso dei
rimpianti si sente pure nell'aldilà.
Vedremo.
Mi alzo dal nostro
letto e mi dirigo verso la cucina. Ci siamo solo noi in casa.
E questo non mi
piace.
Non ho mai avuto problemi, nell'affrontarti. Mai.
Yamcha e Crilin,
una volta, mi chiesero come facessi.
In realtà non facevo niente. Non
intenzionalmente, almeno.
Guardandoti, le parole uscivano di loro volontà. La
tua presenza ha sempre avuto la fastidiosa conseguenza di annullare in me
qualsiasi freno.
Ed è questo che temo, maledizione.
Probabilmente dovrei
dire tutto.
In
cucina, mi verso un caffè.
E' freddo ma andra bene lo
stesso.
Mi sento come se fossi da gettar via. E sto gettando via ogni mio
giorno.
Abbiamo litigato molto, in questi giorni. Più del solito,
intendo.
E non so neanche perchè.
Nei film o nei romanzi, in genere,
quando l'eroina della storia si trova in una situazione del genere dice sempre
di voler passare ogni instante della vita che le resta con la sua
famiglia.
Vivere ogni attimo e marchiarlo a fuoco nella propria
mente.
Assaporare e riscoprire tutto.
Fare quello che non si è potuto fare
o fare ciò che si è sempre rimandato.
Io, a differenza, non voglio vedere
nessuno.
Io, a differenza, non voglio fare niente.
Non sono un eroina. E
neanche una supergirl.
Probabilmente sto sbagliando tutto.
Mi siedo
pesantemente su una sedia e mi affero la testa tra le mani
Fossi meno
stupida, in questo momento piangerei.
E fossi meno stupida avrei
"confessato".
Ma a dispetto della donna intelligente che tutti mi reputano,
da stupida ho scelta di annegare da sola.
..nero... il mare in cui
annego...
...ma anche il più profondo dei mari
ha... un fondo...
-Chiama Trunks, è in ritardo.-
La voce mi arriva
forte e chiara, anche se hai parlato in un sussurro.
Mi passi davanti e ti
dirigi verso il frigo.
Sei sudato, indossi la solita cannottiera nera e un
asciugamano celeste di spugna sulle spalle.
-Tranks ha chiamato ieri. Non può
venire oggi. Deve partecipare ad una conferenza che non può
evitare.-
-Tsk.-
Ti osservo da dietro, mentre armeggi nel
frigo.
Osservo i tuo corpo perfetto e mi sofermo in basso sul
....ehm...
E penso che la prima cosa che notai di te fu il quello. E
che pensai che era perfetto.
Prima a questo genere di pensieri avrei
riso.
Ora, invece...
Dov'è la donna che
ero un mese fa?
Vorrei tanto prenderti e guardrti negli occhi e
dirti: Non saprai mai quanto duramente ho provato
a cercare il mio
spazio lottando e soddisfare anche te.
Mi rimani solo tu ora.
Chiudi
il frigo, e con una bottiglia d'acqa ti dirigi vero la porta. Verso la Gravity
Room.
Chi hai sposato? Me o quella dannatissima stanza?
-Vegeta.-
Me ne
stupisco, ma a parlare sono stata io.
Naturalmente non rispondi, ne tanto
meno ti giri.
Però ti fermi, e gia questo è un invito a continuare.
Mi
azlo dalla sedia e ti raggiungo, in modo da poterti guardare negli
occhi.
-Perchè dobbiamo sempre litigare? Per le cose sciocche per di
più!-
-Bra è mia figlia.-
-Bra ha quasi vent'anni, è grande e
vaccinata. Ed ama quel ragazzo, che tu sai è una brava persona, è suo diritto
decidere con chi passare il resto della sua vita.-
Un lapo scuro ti trafigge
gli occhi, la tua parte più espressiva.
-Vegeta, ti prego, odio quando
litighiamo, io vog...-
Bacio.
Cos'è un bacio? Non lo e non mi
interessa.
So solo che quando mi baci mi sento in vita. D'avvero.
Mi avvicinto e ti
abraccio.
...
...
...
Quando ci
stacchiamo sei tu che mi guardi. Più che altro cerchi di leggermi dentro, e
questo non va bene.
Tistolgo glio occhi e sorrido flebilmente.
-Questo
vuol dire che abbiamo fatto pace?-
Ti limiti a disltogliere i tuoi occhi dai
miei, per fortuna, mormorare un -Tsk.- e andare via, verso la GR.
Tutto
questo nel tuo modo di comunicare vuol dire che si, abbiamo fatto pace e no, non lo ammeterai mai.
Il nostro
rapporto è davvero strano. Come lo è il nostro modo di relazionarci.
C’erano
volte in cui mi facevi davvero sorridere.
E c’erano volte in cui mi facevi
davvero piangere.
E c’erano, alte volte che non ho mai saputo come
sentirmi.
Ma non mi è mai importato.Tutto quello che posso respirare è la tua
vita.Voglio solo che tu stanotte non mi abbandoni. E non voglio che il mondo mi
veda, perchè non credo che capirebbero. Quando tutto sta per rompersi, voglio
solamente che tu sappia chi sono e che ti
amo.
Non ho
neanche il tempo di sedermi che un dolore allucinante sotto il costato mi costringe ad
aggrapparmi al tavolo di marmo con talmente tanta forza da poterlo rompere,
finquanto le forze non mi abbandonano completamente ed è come se,
improvvisamente, in questa maledettissima stanza circolare, l’ossigeno fosse
sparito.
Poi uno strano suono e
il...buio
[Preferisco sentire il dolore piuttosto che niente.
Preferisco sentire il dolore
il fuoco
brucia dentro,
ma ora
prepariamoci alla prima
battaglia]