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Autore: Verdeirlanda    24/07/2014    3 recensioni
*...Beatrice sospirò, guardò quel macabro dipinto che era diventata Firenze quella sera, e pensò a lui, era inevitabile pensare a lui. Dove sei Zoroastro, sei al sicuro, sei ferito, dove sei adesso?...
...."Andiamo via Nico." disse Zoroastro preoccupato "Andiamo alla bottega, lì saremo al sicuro con Andrea, Leonardo e Beatrice." Già, Beatrice. Pensò a lei. Si chiese se la ragazza fosse spaventata di fronte a tanta furia e follia, si disse che per fortuna alla bottega non correva pericoli. Almeno così credeva.*
La congiura dei Pazzi ha sconvolto Firenze, e questa rivolta, destinata ad essere sedata, non è altro che l'inizio di un'intricato intrigo ordito da Roma.
Leonardo Da Vinci, sua sorella Beatrice e il loro migliore amico Zoroastro si troveranno ad affrontare una situazione decisamente complicata, con l'aiuto ovviamente del giovane Nico, per evitare che Firenze soccomba.
E mentre tutto intorno a loro si sgretola e si ricompone con ritmo incalzante ed inaspettato, Beatrice e Zoroastro si confronteranno con il loro amore ancora mai dichiarato, destinato a rivelarsi e ad affrontare numerose tenebre prima di poter brillare senza paura alla luce dell'alba.
Genere: Avventura, Romantico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Girolamo Riario, Leonardo da Vinci, Nico, Nuovo personaggio, Zoroastro
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Angolo dell'autrice: 

Sono sempre più felice nel pubblicare un nuovo capitolo, e lo sono per merito vostro. Grazie a voi che leggete e recensite, grazie davvero. ^^
In questo capitolo si farà riferimento al prologo di una mia precedente storia, sarò chiara anche per chi non lo ha letto, ma in caso foste curiosi lo trovate qui: http://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2250973
Buona lettura!
Baci e abbracci!

VerdeIrlanda 


Beatrice aprì gli occhi, allungò una mano sul letto. Era vuoto. Richiuse gli occhi, sospirò. 
Allora era vero, non aveva sognato, Zoroastro non era accanto a lei perché era stato arrestato. Si alzò e si vestì, uscì dalla stanza e raggiunse la camera che fungeva da sala da pranzo.
"Non hai dormito nemmeno tu." constatò vedendo Leonardo seduto su una panca, il suo viso era stanco.
Suo fratello annuì: "Mi sono svegliato di continuo. Non riesco a capire..." si passò una mano sul viso "Non ha senso che abbiano arrestato Zoroastro."
Nico li raggiunse, si sedette accanto a Leonardo: "Sono stravolto." mormorò "Ho pensato tutta la notte, e non ho capito le loro motivazioni."
"Pure io." disse Leonardo, aveva ragionato per ore e non aveva trovato spiegazioni. Forse perché quando si tratta di Zoroastro sono troppo coinvolto, si disse.
Beatrice si infilò gli stivaletti: "Sentite, andiamo al tempio, Ima ha detto che stamattina ci avrebbe spiegato." e senza aspettare gli atri uscì dal palazzo. Nico e Leonardo le corsero dietro, la ragazza aveva ragione.
Arrivati al tempio dei soldati li scortarono in una camera rivestita con grandi maschere d'oro che riflettevano la luce di numerose torce, al centro c'era un trono in legno, lo schienale era rivestito di piume gialle e bianche. Per il resto la stanza era spoglia.
Furono fatti attendere lì, e finalmente Ima arrivò, si sedette sul trono e li guardò: "Il vostro sonno è stato tormentato, anche il mio lo è stato."
"Ima, ti prego, dicci perché hai fatto arrestare Zoroastro." chiese subito Beatrice "Noi siamo giunti qui guidati dai Figli di Mitra, i nostri antenati, siamo tutti vostri amici."
La sacerdotessa la guardò, sospirò, come se ciò che stava per dire fosse molto difficile: "Purtroppo non è così semplice. Ieri credevo che Girolamo fosse un nemico degli dei, eppure Pachamama lo ha risparmiato facendo tremare la terra. Non comprendevo il motivo. Aveva offeso le nostre entità eterne eppure non meritava la morte."
Leonardo si morse una guancia per non dirle che era assurdo scambiare un terremoto per un messaggio divino.
"Dopo la cerimonia ho cercato un contatto con gli dei, sono caduta in un sonno profondo e ho sognato, e ho capito." disse Ima "Anche lui come voi era destinato a venire qui, ed ad entrare nella Volta." 
"Da cosa lo hai capito?" disse Leonardo che nascondeva a fatica il suo nervosismo.
"Ho visto Girolamo nel mio sogno, era nella Volta Celeste insieme a voi." rispose Ima "Eravate nell'ultima stanza, solo voi tre."
"Tre?" chiese Nico.
Ima annuì: "Solo Girolamo, Beatrice e Leonardo accederanno all'ultima sala, quella in cui è custodito il Libro. Ecco perché Pachamama lo ha risparmiato, perché compiesse il suo destino insieme a voi."
Leonardo respirò profondamente: "D'accordo, se è questo che i tuoi dei vogliono...ma ora dicci, perché arrestare Zoroastro? Non ha fatto niente per meritare la prigione." 
Ima divenne molto seria, i suoi occhi neri scintillavano: "Durante la mia visione gli spiriti che mi guidano mi hanno mostrato di nuovo ciò che è successo nella cella, quando il vostro amico ha aggredito Girolamo. In quel momento la terra ha tremato e uno squarcio si è aperto sotto di loro, e Zoroastro vi è precipitato. Allora ho compreso che ciò che aveva fatto è stata ritenuta dagli dei una grave offesa, poiché ha picchiato un protetto di Pachamama."
Beatrice comprese il ragionamento di Ima, ne rimase scioccata e cercò di difendere Zoroastro: "Ima, ti abbiamo raccontato quello che ci ha fatto Riario, devi capire che Zo lo ha picchiato per le cose terribili che aveva fatto a Firenze, per averci fatto del male."
"E di certo non sapeva che Girolamo fosse tanto caro agli dei. Sono sicuro che se glielo chiederai sarà disposto a scusarsi..." azzardò Leonardo. 
"Pachamama ha parlato in favore di Girolamo, lo ha indicato come suo protetto. E il vostro amico lo aggredito ed è come se avesse aggredito il volere della dea, tutto ciò è blasfemo." disse Ima con tono fermo "Un'offesa come questa non può essere lavata con semplici scuse." 
Beatrice tremò: "Ima ti prego, ascoltaci, non era intenzione di Zoroastro mancare di rispetto agli dei."
"Perché non capite quanto sia grave?" chiese Ima.
"No sei tu che non capisci!" esclamò Beatrice "Non c'era blasfemia in quello che ha fatto Zo! Ti prego Ima, concedigli il perdono, è tutto un equivoco."
La sacerdotessa la guardò: "So che volete bene al vostro amico, è molto nobile che cerchiate di proteggerlo e lo capisco. Vorrei potervi aiutare. Ma la nostra legge è chiara. Chi offende gli dei deve essere punito."
Beatrice sbiancò, anche Mercuri e Girolamo erano stati accusati di aver offeso le divinità di quel popolo mentendo sulla loro identità, e la punizione era stata una sentenza di morte.
"No Ima!" esclamò Leonardo, anche lui aveva capito "Ti prego non puoi uccidere Zoroastro!"
"Mi dispiace..." disse la sacerdotessa, sembrava davvero afflitta nel dover giudicare Zo così severamente "Ma non posso salvare il vostro amico. Solo gli dei possono farlo. Solo loro possono concedere il perdono."
Beatrice fu scossa da tremiti molto forti: "Ima..." mormorò Bea "Non farlo...ci deve essere una soluzione. Per favore!" 
Ima scosse la testa: "Io devo considerare prima di tutto il bene del mio popolo."
Beatrice decise di giocare d'astuzia, il suo tono tornò incredibilmente fermo: "È per questo che noi siamo giunti fino qui, per aiutare la tua gente siamo disposti ad affrontare nuovi pericoli per trovare il Libro delle Lamine e proteggerlo, in modo che possiate continuare a prosperare. Zoroastro come noi ha lasciato la sua terra per seguire questa missione. Quindi glielo devi Ima." 
Ima scrutò la ragazza, ed annuì: "Hai ragione Beatrice, avete sacrificato molto per giungere fino qui. Va bene, voglio provare ad aiutare il vostro amico, cercherò un nuovo contatto con gli dei. Loro decideranno della sua sorte." rispose, e con un cenno ordinò che venissero condotti fuori.
"Grazie...Possiamo vedere Zoroastro?" chiese Beatrice mentre i guerrieri la scortavano via.
Ima annuì: "Solo tu puoi andare da lui." decretò.
Beatrice ovviamente si fece portare subito alle prigioni, un soldato le aprì la porta della cella.
Zoroastro era seduto per terra, appena la vide si alzò e la strinse forte.
"Stai bene?" chiese lei tenendolo stretto.
"Qui non è peggio del Bargello." minimizzò lui baciandole le labbra "Non hanno arrestato anche te vero?" le chiese.
"No, Ima mi ha concesso di vederti."
"Perché mi ha fatto arrestare?"
Beatrice lo guardò: "Hai picchiato Riario..." disse e gli riferì le parole della sacerdotessa.
"Che grande stronzata!" esclamò Zoroastro camminando nervoso, batté il palmo contro il muro "E quindi la mia vita adesso dipende dal prossimo sogno che farà quella svitata?" 
Bea si morse le labbra e annuì. Zoroastro sospirò, tornò da lei per prenderle il viso tra le mani e baciarla di nuovo.
Lei ricambiò il suo bacio, poi si staccò da lui: "Ascolta, sono sicura che tutto si risolverà nel migliore dei modi."
Zo scosse la testa: "Non ci credi molto nemmeno tu principessa."
"Devo crederci." mormorò baciandolo "Devo sperare che ci sia una via d'uscita."
Rimasero abbracciati, con la fronte appoggiata a quella dell'altro per un po', poi Beatrice disse: "Devo spiegare ad Ima perché lo hai colpito."
"Non capirebbe."
"Sì invece. È una donna, come potrebbe non capire? Tu hai picchiato Girolamo perché mi ha stuprata, è questo che ti ha fatto scattare."
"Bea, lei giudica il mondo in base alla morale che i suoi dei hanno stabilito. Riario fino al terremoto era un nemico da giustiziare, e un attimo dopo lo ha ritenuto un prescelto perché la terra ha tremato." rispose Zoroastro "Ormai quello che ha fatto prima della cerimonia non conta più nulla."
Beatrice dovette constatare che Zo aveva ragione.
La porta della cella si riapri, e il soldato fece cenno a Beatrice di uscire. Lei e Zo si scambiarono un ultimo bacio.
"Ti amo principessa." le bisbigliò mentre si staccavano, lei gli sorrise.
"Anch'io. Ti amo." 


Ima si sdraiò nel suo giaciglio composto da cuscini e coperte, aveva ingerito con lunghi sorsi l' ayawasca, la bevanda che le permetteva di contattare il mondo del divino.
Le avevano insegnato fin da piccola a usare e dosare quel preparato. La sacerdotessa in carica prima di lei le aveva detto che l'ayawasca era spesso chiamata "la corda dei morti", perché permetteva a chi la usava di accedere all'aldilà rimanendo però legato al mondo dei vivi, in modo tale da non perdersi tra gli spiriti.
Ima chiuse gli occhi ed attese che il sonno venisse a prenderla.
Quando li riaprì era in piedi, era il tempo dell'aurora, si rese conto di essere passata oltre, si guardò attorno e iniziò a camminare in attesa che gli spiriti le rivelassero la verità. 
Ci fu un lampo e fu notte, e a pochi metri da lei vide Zoroastro e Girolamo. Si fissavano negli occhi, l'odio tra i due era palpabile. Improvvisamente si scagliarono l'uno contro l'altro, i due uomini si trasformarono in un condor e in un giaguaro pronti a combattere. I due animali lottarono e si dilaniarono, nonostante le ferite continuavano ad affrontarsi, ma nessuno riusciva a prevalere, la loro forza era uguale. 
"Perché lottano?" chiese Ima.
Una voce alle sue spalle rispose: "Perché devono." Ima si voltò ma non c'era nessuno, capì che era il vento freddo della notte a parlarle "Perché devono capire chi è il più forte."
"Ma nessuno prevale." fece notare Ima.
La voce del vento rispose: "Forse perché entrambi sono protetti, e non possono soccombere."
Ima scosse la testa: "Io ho visto Pachamama proteggere Girolamo, sono sicura. Zoroastro da chi è protetto?"
Il vento si fece dolce, la avvolse e rispose: "Non lo sappiamo se lo è davvero...questo lo dovrai scoprire tu." 



Leonardo era seduto al tavolo, guardava la mappa di Leda.
Beatrice si sedette accanto a lui: "Cerchi di distrarti? Posso darti una mano?" chiese.
Lui le sorrise e le mise un braccio attorno alle spalle: "Non funziona purtroppo. Continuo a chiedermi perché Zo abbia attaccato Riario. Non che non avesse ragione, ma così, a freddo, non è da Zoroastro..."
Beatrice capì che non poteva più celare ciò che era accaduto: "Lo ha fatto per me." disse abbassando lo sguardo "La sera prima della nostra fuga Riario mi ha...mi ha violentata." 
"No..." mormorò Leonardo, sconvolto, provò un immenso disgusto per quel viscido conte "Maledetto...Perché non me lo hai detto Bea?"
"Ho preferito far calare l'oblio su questa cosa, solo pensarci mi ferisce ancora." guardò Leonardo con occhi lucidi "Zo lo sa, e immagino che sia scattato qualcosa in lui non appena ha visto Riario, ha voluto difendermi, come sempre."
Leo la abbracciò, le accarezzò la schiena: "Mi dispiace."
Beatrice sospirò, si staccò da lui, gli sorrise: "Io sto bene, davvero. Ora ho paura per Zo, non so cosa potrebbe succedere."
"I sogni di Ima sono la chiave di tutto, speriamo che le dicano di salvare il nostro amico." 
"Spero che i suoi spiriti le facciano capire che Zoroastro è nel giusto. Mi chiedo come abbia queste visioni." si chiese Beatrice.
"Immagino che utilizzi delle misture allucinogene, come facevano gli indovini e gli sciamani." ipotizzò Leonardo, si morse una guancia "Auguriamoci che faccia un bel sogno su Zoroastro. Altrimenti inventerò un piano di fuga, mi verrà in mente qualcosa." concluse con sicurezza, non avrebbe abbandonato il suo amico.
"Ragazzi!" Nico corse nella stanza "Sta arrivando Ima! Credo che abbia deciso, con lei ci sono Zo e Riario."


Il silenzio era calato nella stanza, tutti guardavano increduli la sacerdotessa. Ima aveva raccontato del suo sogno, e aveva spiegato ciò che aveva deciso.
"Aspetta, fammi capire." Leonardo si passò una mano tra i capelli "Zoroastro deve combattere?"
Ima annuì: "Sì." rispose come se fosse la cosa più ovvia.
"E se batto il mio avversario sono salvo?" chiese Zo piuttosto confuso.
"Sì." ripeté Ima "Vi ho visti lottare, e nonostante Girolamo sia protetto da Pachamama non ha prevalso su di te, questo equilibrio è inspiegabile. Dunque se vincerai il combattimento per me sarà chiaro che anche tu sei benvoluto dagli dei e sarai risparmiato nonostante l'offesa recata a Pachamama."
"Io non ho picchiato la tua dea, ma Girolamo." rispose Zoroastro nervoso.
"È uguale Zo..." mormorò Leonardo.
"No che non lo è!" esclamò Zo.
Beatrice intervenne: "Ima, se c'è equilibrio tra i due allora non dovrebbe essere assodato che anche Zoroastro è benvoluto?" azzardò.
La sacerdotessa scosse la testa: "Ho bisogno delle parole degli dei, Zoroastro combatterà, e dall'esito della lotta capirò il loro volere."
"Ma tu tempo fa hai sognato tutti e quattro, hai visto il nostro arrivo." insistette Leonardo, doveva esserci una scappatoia al ragionamento di Ima "Hai visto anche Zoroastro, anche lui è stato mandato dai Figli di Mitra..."
Ima scosse la testa: "Ma ho visto solo voi tre nella Volta. Solo di voi tre posso essere sicura."
Nico si innervosì, un passo falso e anche lui poteva essere in pericolo non essendo compreso nella visione della sacerdotessa.
Zo sospirò: "Lascia perdere Leo." capì che non c'era modo di schiodare Ima dalla sua assurda convinzione "Va bene. E con chi dovrò combattere?"
"Sceglierò un guerriero tra i miei più fidati soldati." rispose Ima.
"E se lo sfidassi io?" intervenne Girolamo, tutti lo guardarono "Insomma, credo che sarebbe più giusto se fossi io a lottare contro di lui."
"Neanche per sogno..." disse Leonardo. 
Ma Ima lo zittì: "D'accordo." dopotutto nella sua visione erano loro due a lottare, e la sacerdotessa stabilì che quella notte i due contendenti avrebbero combattuto nell'arena.
Leonardo allargò le braccia: "Fantastico..." mormorò.
"Non preoccuparti Leo." disse Zoroastro, guardò Girolamo "Sono sicuro di potercela fare."
Riario ridacchiò: "Illuso. Al massimo saprai fare a botte nei vicoli dietro alle taverne, ma qui si tratta di ben altro."
Zoroastro replicò: "Qui non hai le tue guardie a proteggerti Girolamo, ti conviene stare attento ."
A quel punto Ima ordinò il silenzio e che Zoroastro venisse ricondotto in cella fino all'ora del duello.
Una volta rimasti soli Riario guardò Beatrice compiaciuto: "È per te che è in questa situazione, lo sai, mi ha picchiato per vendicare la tua femminilità ferita."
Bea fece un passo verso di lui ringhiando ma Leonardo la bloccò.
"Non vorrai picchiarmi? Hai visto cosa succede a chi prova a farmi del male." scoppiò a ridere "Gli dei mi amano e mi sostengono a quanto pare."
"Sei un viscido bastardo, tu non dovresti nemmeno parlare di Dio." sibilò lei "E non sarai sempre così fortunato! Avrai quello che meriti, proprio come Mercuri."
"Ah sì? Credi che il tuo uomo possa battermi?" la guardò con sufficienza "Sappiamo benissimo che non è all'altezza. Lo squarterò prima che riesca a tentare un secondo fendente contro di me. E poi noi entreremo insieme nella Volta Celeste." disse e con un sorriso gelido uscì dalla stanza.


La sera era calata sulla città di pietra, i suoi abitanti si erano radunati nell'arena illuminata da grandi torce, anche Leonardo e gli altri furono condotti lì. I fiorentini erano affascinati dalla semplicità della sua architettura, era un campo rettangolare, sui lati lunghi c'erano delle gradinate in cui si erano già disposti i cittadini, su uno dei lati corti invece si trovava il palco riservato all'imperatore e ai sacerdoti. Quando Topa Inca e Ima fecero il loro ingresso tutti si inchinarono.
L'imperatore alzò le braccia e spiegò al popolo il perché di quell'evento, Ima tradusse le sue parole. Poi l'uomo si sedette sul suo trono, disse ad Ima di dare inizio al combattimento.
Girolamo e Zoroastro furono condotti nell'arena, furono fatti avvicinare al palco, da lì Ima diede loro istruzioni: "Non vi è permesso infliggere nessun colpo mortale, dovete solo neutralizzare l'avversario e bloccarlo a terra in modo che non possa più combattere. A quel punto spetta a Topa Inca a decidere la sorte dello sconfitto, se dovrà morire o se verrà risparmiato."
Girolamo e Zoroastro si guardarono, poi spostarono lo sguardo su Ima e annuirono. Poi si allontanarono per prendere le loro spade, la sacerdotessa aveva concesso che combattessero con esse.
"Ima..." chiese Beatrice "In base a cosa deciderà Topa Inca?"
"Gli dei guideranno la lotta, ma si manifesteranno davvero solo di fronte alla prossima morte dello sconfitto. Topa Inca ed io coglieremo questo volere." spiegò Ima.
Beatrice annuì, e pensò che gli dei alla fine non contavano niente, in pratica tutto si riduceva a questo, alla decisione di un imperatore e di una sacerdotessa. Tornò da Leonardo e Nico, si guardarono preoccupati.
"Ci può riuscire, Zo è scaltro, agile." disse Nico cercando di usare un tono convincente.
Leonardo sospirò: "Ma Riario è un soldato, è addestrato per la lotta. Ed è un bastardo scorretto."
"Zo non sarà da meno, vedrai, se deve giocare sporco per battere quello stronzo lo farà." rispose Nico, accarezzò la spalla di Beatrice "Io credo che lo batterà." le sorrise nervoso. Beatrice gli strinse la mano, riconoscente per quella premura.
La ragazza tenne gli occhi fissi su Zoroastro che aveva preso la sua spada e aspettava solo di poter iniziare a combattere. Anche lui alzò lo sguardo verso di lei, le sorrise e le strizzò l'occhio, Beatrice non poté non sorridere a sua volta, ma poi sospirò nervosa.
Leonardo mise un braccio attorno alle spalle delle sorella, non era solo per tranquillizzarla, gli serviva quel contatto, quel conforto, perché perdere Zoroastro sarebbe stato terribile anche per lui.
Ima ordinò ai duellanti di iniziare, e poi si sedette su un trono posto accanto a quello di Topa Inca.
Girolamo rivolse a Zoroastro un sorriso beffardo: "Possiamo anche finirla prima di iniziare. Perché non ti inginocchi e supplichi il perdono?"
Zoroastro rise nervoso: "Cosa c'è, hai paura?"
"Ah!" esclamò Girolamo, e si scagliò contro Zoroastro, che parò il colpo con la spada "Paura di chi? Di te?" ringhio per colpirlo di nuovo.
Le loro lame si incrociarono molte volte con violenza, i duellanti non si risparmiarono nel tentativo di prevalere. Girolamo colpì la lama di Zoroastro e spinse in basso, la tenne salda contro il terreno: "Non ti batti male per essere un lurido figlio dei mori..." lo provocò con il viso vicino al suo.
Zoroastro scosse la testa e gli sputò in faccia, e liberò la sua spada, fece qualche passo indietro: "È questa la tua tattica? Credi di innervosirmi?"
Girolamo si pulì il volto con la manica, rise amaro: "Sei una testa calda, non sarà così difficile farti arrabbiare..." lo aggredì di nuovo sferrando alcuni fendenti. La furia di Riario e la sua precisione fecero perdere l'equilibrio a Zoroastro, che quasi cadde, e il conte ne approfittò per afferrarlo per i capelli e tirarlo verso di sé. 
Beatrice sussultò, portandosi le mani al viso, Leonardo la strinse più forte.
Girolamo non colpì subito Zoroastro, anzi, con arroganza perse tempo per umiliarlo mentre lottavano corpo a corpo: "Dovevi sentirla la tua principessa quella notte, miagolava come una gatta in calore...non ne aveva mai abbastanza..." le parole si smorzarono quando Zo lo colpì con un pugno secco allo stomaco, non ebbe tempi di riprendere fiato che il rivale gli sferrò un secondo colpo. Girolamo dovette mollare la presa e piegato in due barcollò all'indietro, Zoroastro ne approfittò per colpirlo con la spada, ma il conte si scansò e la lama gli ferì il braccio.
"Sì!" mormorò Beatrice, le sfuggì un piccolo sorriso.
"Bastardo!" gridò Girolamo tenendosi la ferita.
Zoroastro ansimò per lo sforzo: "Invece di ferirmi con le parole usa la spada, stupido arrogante!" e si mosse verso Girolamo per colpirlo ancora, e ci riuscì, gli lacerò un fianco. Riario gridò e la spada gli cadde, finì ginocchia a terra, dando le spalle a Zoroastro.
Leonardo e Nico esultarono, Beatrice trattenne il respiro.
Zo lo guardò, gli tenne la spada vicino alla nuca, premette la lama sulla sua carne, guardò verso il palco, in attesa che Ima e Topa Inca dicessero qualcosa: "Spero mi dicano di ucciderti..."
Riario ridacchiò, strinse tra le dita la terra dell'arena: "Ma non lo farai..." si alzò di scatto, la lama lo ferì sulla schiena in modo superficiale, si voltò repentino e lanciò la terra in faccia a Zoroastro. Girolamo approfittò di quel momento in cui Zoroastro imprecava accecato dal suo trucchetto, gli sferrò due pugni al viso e altri allo stomaco, gli diede un calcio al ginocchio e Zo cadde schiena a terra dolorante.
"No!" dissero Beatrice e Leonardo all'unisono, Nico si mise le mani nei capelli.
Girolamo afferrò entrambe le spade e incrociò le lame a forbice attorno al collo di Zoroastro, premette con forza un piede contro l'inguine del rivale per impedire che potesse sferrare dei calci o alzarsi, sorrise freddo , poi guardò verso Ima, interrogativo.
"Nonono..."mormorò Beatrice, guardò Ima e Topa Inca. 
La sacerdotessa deglutì, a sua volta osservò l'imperatore, si consultarono. Quando ebbero finito Ima guardò Beatrice gli altri, era rattristata, scosse la testa: "Gli dei non hanno parlato in favore del vostro amico. Mi dispiace."
A Beatrice mancò il fiato, Leonardo e Nico erano immobili, scioccati.
Ima si rivolse a Girolamo: "Uccidi lo sconfitto."
Beatrice si lanciò verso di lei: "No! No! Ti prego Ima!"
Un soldato la bloccò ginocchia a terra davanti alla sacerdotessa, Ima gli disse di non farle male, che non era un pericolo, era solo sconvolta. Poi guardò Beatrice, sembrava che quella decisione le pesasse: "Vorrei poterlo salvare, ma non dipende da me."
Bea sentì un nodo alla gola, le lacrime iniziarono a rigarle il volto, la supplicò di nuovo: "Non uccidere Zoroastro...ti supplico, Ima..." lanciò uno sguardo all'arena, incontrò gli occhi di Zo, lui avrebbe voluto dirle qualcosa, ma Girolamo premette il piede contro il suo inguine facendolo urlare.
"Figlio di puttana!"
"Vuoi supplicarmi piccolo insignificante bastardo?" Riario sorrise compiaciuto "Coraggio, implorami di risparmiarti."
Zoroastro ringhiò: "Puoi andare a farti fottere..." e Riario in tutta risposta gli diede un calcio sul basso ventre.
"Sto decidendo se tagliarti la gola o se squartarti, secondo te cosa potrebbe essere più gradito agli dei?" lo prese in giro Riario con arroganza, si chinò leggermente per sussurrare "E una volta che sarai morto mi infilerò di nuovo tra le cosce della tua Beatrice..."
Zoroastro cercò di divincolarsi con un rantolo, Girolamo con una risata premette di nuovo il piede sul suo inguine e Zo imprecò con un grido di dolore.
"Ma prima" sospirò Riario "lascerò che ti guardi morire soffocato dal tuo stesso sangue." spostò una spada, ne appoggiò la punta contro l'esofago di Zoroastro. 
Beatrice avrebbe voluto correre da lui, ma il guerriero la teneva ferma, iniziò a tremare, poi notò un bagliore nel cielo e alzò lo sguardo. Erano stelle cadenti, bellissime e scintillanti precipitavano dal firmamento. Bea singhiozzò, in una notte di stelle cadenti aveva conosciuto Zoroastro, tutto era iniziato prendendo la sua mano sotto il cielo stellato, no, non poteva perderlo in una notte identica a quella, il destino non poteva deriderla in quel modo. Anche Ima, incuriosita, guardò in alto e vide le stelle cadenti e poi fissò di nuovo le lacrime di Beatrice.
La ragazza voleva gridare ad Ima l'ennesima supplica ma si rese conto che la sacerdotessa non l'avrebbe sentita, i suoi occhi neri erano come vuoti, inanimati.
Perché Ima non era più a Machu Pichu. Era finita in una terra lontana di molti anni prima. Era notte, si trovava in una radura, non molto lontano da lei c'erano due bambini e una bambina seduti su una grossa pietra, il loro visi erano rivolti al firmamento. Ima guardò a sua volta il cielo e le stelle iniziarono a cadere.  
"Guarda Zoroastro, è bellissimo!" esclamò la piccola Da Vinci prendendo la mano di Zoroastro bambino.
Ima la osservò: "Beatrice..." mormorò incuriosita.
La bambina si voltò verso di lei, i suoi occhi verdi erano inconfondibili, ma non stava guardando la sacerdotessa. Nascosta tra gli alberi c'era una figura vestita di bianco, una donna, che scappò via prima che Ima potesse vederle il viso. Beatrice fece spallucce e tornò a guardare il cielo.
A quel punto sentì un tuono, Ima sbattè le palpebre e si ridestò, era di nuovo nella città di pietra, Beatrice era ancora di fronte a lei in lacrime. Alzò di nuovo lo sguardo, le stelle scivolavano sul blu del cielo lasciando la loro scia luminosa, erano davvero bellissime. 
Alzò una mano e gridò a Girolamo di fermarsi.
Riario stava per affondare la spada nella gola di Zoroastro, ed entrambi, immobili, guardarono la sacerdotessa con stupore. Beatrice, Leonardo e Nico trattennero il fiato, non capivano le intenzioni di Ima.
La sacerdotessa si inginocchiò davanti a Beatrice, le prese il viso tra le mani e sorrise: "Tu piangi per il tuo amore, e Quilla, la dea della luna, da lassù piange con te." le accarezzò una guancia umida "Le stelle cadono sulle guance di Quilla come lacrime, tristi come le tue." disse Ima e si alzò, poi si rivolse a Topa Inca e al suo popolo. L'imperatore la ascoltò ed annuì, sorrise e fece cenno di approvare, la gente esultò e si inchinò quando lei ebbe finito.
Zoroastro e Girolamo, ancora immobili, la fissavano.
Ima finalmente spiegò anche a loro cosa fosse successo: "Quilla ha ascoltato le suppliche di Beatrice, si è commossa per la sua sofferenza, e ha parlato. Sarai risparmiato Zoroastro, poiché la dea della luna ha pianto le sue stelle al pensiero che tu potessi morire."
Beatrice sorrise, si portò una mano alla bocca per lo stupore, Leonardo e Nico si abbracciarono felici.
Girolamo la guardò stupita: "Che cosa stai dicendo?"
"Significa che devi togliermi la tua fottuta lama dalla gola." mormorò Zoroastro, e ridacchiò per il nervosismo e la contentezza.
Riario avrebbe voluto affondare la spada nel collo del suo rivale, ma sapeva di non poter andare contro il volere di Ima e dei suoi dei pagani. Ritrasse l'arma ed aiutò Zoroastro ad alzarsi: "Non finisce qui." bisbigliò trattenendolo per un braccio "Presto o tardi avrò il tuo sangue sulla mia lama."
"O io avrò il tuo sulla mia." sibilò Zo liberandosi dalla sua presa e allontanandosi da lui.
Beatrice si alzò e di istinto abbracciò Ima: "Grazie!" esclamò.
Ima era stupita da tanto affetto, ma ricambiò l'abbraccio: "Non è salvo grazie a me. Quilla mi ha mostrato le stelle che sono cadute su di voi quando eravate bambini in quella grande radura."
Bea si staccò confusa: "Cosa?" come poteva Ima sapere di quella notte? "Tu hai visto il nostro passato?"
"Vi ho visti. E so che Quilla vi aveva benedetti da allora." la sacerdotessa sorrise "Voi siete destinati a stare insieme."
Beatrice non potè fare altro che annuire a quella incredibile possibilità, ciò che importava era che Zoroastro fosse salvo.
Riario era ancora immobile e rabbioso nell'arena mentre Zoroastro era stato condotto nel retro del palco. Leonardo senza aspettare gli altri era corso da lui, lo aveva abbracciato forte.
"Piano, piano, sono ancora dolorante..." ridacchiò Zo, Leonardo lo interruppe premendo le sue labbra su quelle dell'amico, poi lo abbracciò di nuovo.
"Ho temuto il peggio Zo." esclamò.
Zoroastro sorrise per quella reazione e ricambiò l'abbraccio: "Ma questa cosa che mi baci quando sei felice...?" 
"Oh sta zitto!" mormorò Leonardo.
Nico accorse poco dopo, nemmeno lui si risparmiò con gli abbracci: "Io lo avevo detto da subito che ce l'avresti fatta! Sapevo che lo avresti battuto."
"Beh non lo ho proprio battuto." rise Zoroastro.
"Ma sei vivo, e questa è una sconfitta per il tuo nemico!" esclamò Nico.
Leonardo rise: "Abbiamo un fine filosofo qui con noi!"
Beatrice li raggiunse, con un sorriso si buttò tra le braccia di Zoroastro, lo baciò più volte sulla bocca, sulle guance: "Stai bene?" mormorò.
"Sì, sono solo un po' malridotto." la baciò teneramente e la strinse "Ve lo giuro, ho creduto davvero che sarei morto."
"Ma per fortuna gli dei hanno messo una buona parola per te." sorrise Beatrice.
"Non gli dei, tu." disse Zo guardandola "Hai convinto Ima, devi averla impietosita."
"Giusto, o forse ha solo capito che stava sbagliando." ipotizzò Leonardo.
Beatrice avrebbe voluto dir loro della visione di Ima, ma si limitò a sorridere: "Può darsi." rispose, e abbracciò di nuovo Zoroastro.





  
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