L’aula adibita alle prove
di teatro era tranquilla e soleggiata e, a differenza di molte altre, non
vantava un clima da spedizione polare e non bisognava munirsi di spargisale e
scarpe chiodate per visitarla.
Il gruppo teatrale
comprendeva al momento:
due membri riluttanti (L.
Malfoy & G. Malfoy),
un membro rassegnato (C. Black)
un membro entusiasta (K. Longbottom)
un membro che stava morendo
dal ridere (R. Greengrass)
il capo del gruppo (FitzOsbert)
e uno stuolo di apprendisti
sarti che avrebbero dovuto cominciare a cucire i costumi.
Nonostante la storia
prevedesse Peter Pan con la calzamaglia verde, il Caposcuola dei corvi si era categoricamente
rifiutato di indossare collant colorate per farsi ridere dietro da mezza
scuola.
Vedere Chris così
fermamente convinto di una decisione aveva spiazzato FitzOsbert
che continuava a scuotere la testa cercando una soluzione.
Esisteva anche qualche
problema tecnico perché Capitan Uncino, alias il Caposcuola delle serpi, si
rifiutava di fare finta di essersi fatto amputare una mano e adesso teneva il
broncio con le braccia incrociate e lo sguardo torvo davanti alla finestra.
L’unico a non fare storie
era Montague che sarebbe stato travestito da
coccodrillo e Gardis già pregustava il momento di legargli in testa una bella
sveglia, ma di quelle grosse! E poi magari di fare un po’ di tiro a segno come
Ivanhoe…
Karen era invece contenta
perché a lei sarebbe toccata la parte di Wendy,
insomma la più facile e la meno imbarazzante, a detta di tutti.
Gardis invece sembrava
pronta per dare fuoco al mondo; bastava dire che per evitare che mettesse le
mani addosso a quel poveretto di FitzOsbert erano
dovuti intervenire Leonard e Christopher insieme e l’unico motivo per cui Rudiger non si era prodigato a calmarla era che si stava
rotolando sul pavimento dal ridere.
-
Gardis, per
piacere, non farmi questa faccia – FitzOsbert pareva
seriamente dispiaciuto vista l’espressione truce che la bionda stava sfoggiando
e avere due Malfoy arrabbiati in un’unica stanza non era mai una cosa
consigliabile.
Lei emise uno sbuffo offeso
e sprezzante e gli voltò le spalle.
-
Gardis… Chris, parlale tu… io…
Kitt però non era
dell’umore, soprattutto visto che aveva appena scoperto che uno dei bauli che
avevano portato conteneva un’infinità di oggetti di tortura e cappelli con
pennacchi che si sarebbe perentoriamente rifiutato di indossare.
Alzò gli occhi esterrefatto
e pianificò il modo per scappare senza provarseli.
Niente, pareva che chiunque
lì dentro volesse vederlo morto (anche se in realtà tutti stavano pensando agli
affari loro).
FitzOsbert gemette, tanto per concludere in bellezza, poi,
-
Faccia del suo
meglio, signor FitzOsbert – con un tono che gli
ricordava tremendamente quello usato per chiedere l’ultimo desiderio ai
condannati a morte, evidentemente doveva sapere cosa significasse mettere
d’accordo quella cerchia di persone.
Sospirò drammaticamente e
si fece passare da uno degli altri l’abito da Capitan Uncino, sull’uncino si
sarebbe discusso in seguito, potevano fare anche una variante senza uncino…
-
Leonard, ti
prego, almeno prova l’abito…
Lo stava supplicando, ci
mancava solo che si prostrasse in ginocchio a baciargli le scarpe, per’altro di
pelle conciata e dal caratteristico odore costoso.
Malfoy alzò gli occhi
dorati, guardò il costume seicentesco di damasco rosso con la camicia bianca e
ammise che non era poi così male.
Alzò le spalle e pronunciò
l’incantesimo mentre l’abito gli si sistemava addosso.
-
Ah, perfetto! –
aggiunse il presidente del club giungendo le mani soddisfatto – Francis, fagli l’orlo e accorcialo di qualche centimetro o la
casacca sembrerà una rendigote più che una giacca…
Francis, l’interpellato, si
avvicinò al serpeverde col cuscinetto degli spilli
tra le mani e cominciò a segnare dei punti sul bordo inferiore dell’abito
mentre il Caposcuola continuava a contorcersi su se stesso per giudicare da sé
la fattura delle calze bianche e il materiale della fibbia delle scarpe.
-
Non si potrebbero
avere scarpe di pelle di drago? – domandò decidendo che il cuoio nero non era
proprio di qualità superiore
-
Temo di no,
dobbiamo accontentarci di quel che passa il convento – sospirò FitzOsbert mentre udiva il biondo pronunciare la parola
“mentecatti”, poi si voltò verso il corvonero –
Chris? – chiamò sperando di non vederlo mutato in Wolverine nel frattempo
-
Non metterò la
calzamaglia – si affrettò subito a precisare lui salendo sul cubo per le prove
-
Beh, dovremo
inventarci qualcosa, non ho mai visto Peter Pan senza calzamaglia verde
-
Beh, ne vedremo
presto uno – Kitt pareva più restio del solito a concedere il suo permesso a
fargli del male e Leonard se ne sentì fiero ed orgoglioso, le sue lezioni forse
erano servite a qualcosa, dopotutto gli ripeteva in continuazione di non farsi
schiavizzare, specie da sua sorella che stava battendo il piedino furibonda
sull’altro trespolo per le prove
-
Che ne pensi di
questo?
Uno degli aiutanti del club
sollevò una palandrana verde
-
Piuttosto la
morte
E Gardis, nonostante
sfoggiasse ancora il suo broncio incazzoso, non potè
trattenere un risolino.
-
Perché non gli
mettiamo pantaloncini corti verdi e la casacca fatta di foglie e rampicanti?
Non è il caso che assomigli a quello della Disney
Propose un volenteroso
Francis che continuava a fissare l’orlo scarlatto dell’abito di Leonard e che,
evidentemente, conosceva abbastanza il mondo babbano
da aver visto il Peter Pan Disney
-
Sì, potrebbe
essere un’idea – concesse FitzOsbert disperato
-
Non voglio avere
pelle in mostra – aggiunse ancora il corvo, poco convinto
Così il presidente gli fece
provare gli abiti. Si sentiva più ridicolo che altro, specie con quel
cappellino alla Robin Hood guarnito di una esagerata piuma di pavone.
-
La piuma non ci
dice – si affrettò a far notare Rudiger scrutando con
aria scettica l’amico e scuotendo il capo, cercando di non tornare a ridere
allo scorgere della sua faccia perplessa e da vittima sacrificale.
-
E poi manca il
pugnale – aggiunse Karen porgendogli un pugnale orribile di plastica, Leonard
si affrettò a sfoggiare la sua faccia schifata all’oggetto
-
Se proprio devi
mettere qualcosa di così brutto dillo che ti presto uno di quelli di Malfoy Manor! – protestò
-
Per te, invece,
Gardis, il vestito lo sappiamo già
-
Non mi vestirò da
puttana – fu il candido commento della bionda
-
Ma Trilly ha solo un vestito, sempre e comunque
-
Spiacente ma non
esporrò alla scuola più gambe di quelle che vedete adesso. – fu la sua risposta
adamantina
-
Ma Gardis… è più
lungo di quello che credi
-
No
-
Gardis…
-
Perché loro
devono avere dei vestiti decenti e io invece sembro appena uscita da un
bordello?
-
Parla per te –
l’apostrofò Kitt prendendo tra le dita un pezzo del rampicante che a stento gli
copriva l’ombelico
-
Sarà sempre
meglio che andare in giro con le mutande di fuori!
-
Le ragazze in
genere lo fanno – fu il commento di suo fratello
-
E non saresti un
brutto spettacolo – si affrettò a precisare Rudiger
mentre i due Caposcuola lo fulminavano con lo sguardo
-
Ho detto di no.
Non sono una puttanella da quattro soldi che si mette in mostra con tanta gonna
così e le autoreggenti
-
Beh, se non altro
lo spettacolo non sarebbe male e si vedrebbe “qualcosa” – fu il candido
commento del Prefetto degli Slytherin – immagino che
i biglietti venduti decuplicherebbero se si sapesse che vai in giro con le
autoreggenti e che si potrebbe vedere un centimetro più su della tua bella
divisa a quadri
-
No
-
Se ti concedo le
calze pesanti di lana te lo metti?
-
Voglio almeno
le mutandine come la giacca di Christopher oltre alle calze – sembrava di
contrattare per una casa
-
Va bene, ma le calze
devono essere autoreggenti – fu il commento di FitzOsbert
-
Come minimo mi
cadranno a metà della rappresentazione… e niente scarpette col ponpon, ridicola sì, ma fino ad un certo punto…
-
Ma che scarpe
vuoi metterti?
-
Ti dirò, non
vorrei mettere alcuno di questi abiti indecenti
-
Guarda che le
ragazze vanno tutte in giro vestite così
-
Beh, io non sono
“tutte le ragazze”, fratellino
Aggiunse lei voltandosi
verso sinistra e lanciandogli un’occhiataccia al vetriolo, lui sollevò le
sopracciglia con aria di superiorità e i due continuarono a guardarsi in
cagnesco mentre una volenterosa ragazza stava infilando alla Prefetto dei
grifoni il vestito, anche se Gardis non
collaborava niente.
* * *
Philip Canon entrò nella
sala prove del club teatrale di corsa, affannato e agitatissimo, gesticolando
come se stessero arrivando i pirati.
Si fermò sulla soglia
mentre una dozzina di persone lo fissavano attonite e perplesse, quattro delle
quali su dei cubi di legno mentre altri stavano sistemando velluti, pizzi e
trine, abiti, accostamenti cromatici e acconciature.
-
Philip? – domandò
qualcuno mentre questi non riusciva a parlare per mancanza di fiato, il ragazzo
fece un gesto ad indicare di aspettare, poi si rimise in posizione eretta e,
sbuffando sonoramente ancora un paio di volte, guardò finalmente il suo
raccolto pubblico
-
Avete sentito? –
domandò a nessuno in particolare
-
Che cosa? –
indagò una ragazza che si stava occupando dei bottoni del vestito di
Christopher e che, fino a cinque minuti prima, era la diretta interessata
dell’odio della piccola Gryffindor Malfoy.
-
Della strana
figura che vaga per le torri di Hogwarts! – esclamò
il giovane reporter
-
Strana figura? –
ripeté Gardis levandosi le mani di un sarto dal vestito e ascoltando
attentamente il racconto del biondino
-
Sì, pare che
l’altra sera uno dei ragazzi si ronda si sia affacciato alla finestra che dà a
sud e abbia guardato fuori attirato da un’ombra fugace e quando si è sporto ha
visto una sagoma scura appoggiata all’asta in cima alla torre! Nessun essere
umano potrebbe fare una cosa del genere!
I due Malfoy si guardarono
preoccupati e Leonard accennò appena alla finestra accanto a loro con le iridi
dorate: doveva dirle qualcosa.
Mentre quasi tutti gli
studenti facevano capannello intorno al portatore di tale stramba novella,
Leonard e Gardis si appoggiarono con apparente noncuranza al supporto di legno
e metallo, ma il loro sguardo era tutt’altro che sereno e rilassato, due paia
di sopracciglia erano infatti aggrottate in maniera assai preoccupata.
-
Gardis, tu non… -
cominciò il fratello maggiore, lei scosse rapida la testa facendo ondeggiare i
capelli biondissimi, lui annuì stirando le labbra sottili in una smorfia seria
-
E tu? – la
domanda questa volta era diretta allo Slytherin – non
è che sei uscito a farti un giro? Ultimamente hai “mangiato” così poco… sei
piuttosto pallido e quelle occhiaie non sono da te
-
Non sono stato
io, ma sabato e domenica vado a caccia, in effetti trovo molto difficile
rimanermene ad ascoltare la Sprite senza dormire… - aggiunse con una vena di
sarcasmo
-
Non essere
stupido, questa è una cosa seria. Se io non so chi sia stato e te neppure…
-
Potrebbe essere
stata Evangeline – aggiunse ancora il biondo,
riflettendoci e chiamando stranamente la prof per nome. L’affinità che legava
Leonard e l’insegnante di Difesa era qualcosa che andava oltre il comune
rapporto insegnante-studente. Evangeline era stata la
sua madrina ed anche la principale responsabile del fatto che fosse nato
vampiro. Certo la colpa era della mamma che si era cacciata casualmente nei
guai fino a richiedere l’intervento della strega, ma… Eva gli aveva insegnato
tutto quello che sapeva sui vampiri ed era forse una delle poche persone a cui
avesse effettivamente raccontato la storia del suo amato Edward. Se mai fosse
stato in grado di avere un figlio, cosa difficile per un vampiro, l’avrebbe
chiamato così, non c’era nome più calzante per un vampiro, perché sarebbe nato ovviamente
vampiro.
-
Dici che è andata
a farsi un giretto?
L’altro si strinse nelle
spalle ad indicare la sua mancanza di informazioni a proposito, lei annuì,
dopodiché ritornarono al gruppo e si risistemarono sui piedistalli di prova, ma
questa volta con l’espressione più cupa e seria.
Il fatto che ci fossero
sconosciuti che girovagavano per la scuola volteggiando di qua e di là sulla
punta dei tetti a guglia non era rassicurante: bisognava indagare.
Gardis guardò Kitt un
minuto, poi scosse la testa, no, non era il caso di coinvolgerlo in una storia
così pericolosa, lei e Leonard potevano anche detestarsi come tutti i fratelli,
ma almeno non correvano rischi.
* * *
Era sera ed era tardi.
Tecnicamente quello sarebbe
dovuto essere il terzo giorno che Chris avrebbe alloggiato dalla piccola
Malfoy, ma il fatto che fosse improvvisamente comparso il suo nome tra la lista
degli studenti destinati alla ronda notturna l’aveva fatta insospettire,
soprattutto perché l’aveva scritta proprio lui e fingeva di non ricordarsene.
Pazienza, non poteva
biasimarlo per aver adottato una scusa del genere, ogni volta che si erano
addormentati insieme erano finiti in una posizione equivoca e piena di
complicazioni, capiva perché avesse cercato una scusa e se la fosse filata a
gambe levate…
Poco male anche perché al
momento voleva giusto finire di leggere un meraviglioso libro che la mamma le
aveva mandato direttamente da casa con la posta del mattino e non poteva averlo
cominciato a colazione e non averlo ancora finito il giorno successivo…
La poltrona accanto al
caminetto, di fronte alla scacchiera, era calda e morbida e conciliava
terribilmente il sonno; guardò sopra la sua testa cinque ripiani colmi di
volumi allineati alla perfezione secondo titolo, autore e genere, detestava
mischiare cose che non avevano nulla in comune tra loro, era pignola oltre ogni
misura e detestava che qualcuno andasse a mettere le mani nella sua roba.
Lo scaffale alla sua desta
era dedicato ai fantasy e soprannaturali babbani,
completo di tre versioni del conte Dracula e della vampira Camilla, era l’unico
dal quale suo fratello non si ritraesse schifato dopo aver letto un paio di
titoli.
Sopra di lei c’era la
sezione storica: biografie di grandi personaggi, soprattutto le grandi donne
che avevano fatto la storia, accuratamente suddivise tra personaggi babbani come la regina Maria Teresa, Elizabetta
I, Caterina la Grande ecc e, invece, streghe e maghe potenti del mondo magico.
Poi, accanto al letto, il
meglio del meglio della letteratura babbana.
Narrativa a tutto spiano tra gialli più o meno truculenti, qualche horror, un
numero sostanzioso di thriller e un’infinità di romanzi d’amore.
Li aveva letti tutti negli
anni di scuola e la maggior parte erano anche stati spediti a casa per mancanza
di spazio nell’arco di quegli anni che aveva preso possesso della stanza.
I libri che non le
piacevano li portava a vendere in modo da poterne avere altri gratuitamente;
papà non approvava questo suo comportamento, diceva che si sarebbero potuti
permettere di comprare tutti i libri che voleva senza andare ad umiliarsi come
quei pezzenti Weasley e a rivendere i già letti, ma
lei era sempre irremovibile, sostenendo che i titoli che non le piacevano non
dovevano più comparire nella fornitissa biblioteca di
Malfoy Manor.
E papà doveva cedere,
sbuffando come faceva Leonard.
Sbadigliò e si stiracchiò
sul comodo tessuto della poltrona, i piedi fasciati in una copertina di pile,
guardò fuori della finestra la neve che scendeva tranquilla e pensò a suo
fratello che quel weekend sarebbe andato a “caccia”.
Un po’ lo invidiava, i
vampiri si nutrono molto più raramente dei comuni esseri umani e di certo non
pativano il freddo, quindi, anche se avesse nevicato, non ci sarebbe stato
problema.
Leonard riusciva a tenere
bene a bada la sua sete, probabilmente perché, a differenza degli esseri umani
che erano stati trasformati, lui era nato vampiro. Aveva anche scelto di non
nutrirsi di sangue umano e così usciva nei boschi una volta a settimana per
procacciarsi qualche animale, dopotutto anche gli esseri umani uccidono le
bestie per mangiarsele.
Il fatto che fosse un
vampiro non era evidente, anzi! Il pallore che li contraddistingueva era anche
tipico di tutti i Malfoy, quindi non ci si faceva granchè
caso, e per le occhiaie… beh, con tutta la sua intensa attività notturna…
L’unico problema era legato
al fatto che la sua pelle fosse fredda come quella di un cadavere e il suo
cuore non battesse, ma… le ragazze in genere non ci facevano molto caso e lui
non era tipo da troppo contatto fisico…
Qualcuno bussò
discretamente alla porta, lei voltò la testa all’indietro gridando “Avanti” e
tenendo d’occhio l’uscio che si apriva il minimo indispensabile per far passare
una figura piccola e delicata che richiudeva subito dopo la porta dietro di sé.
Gardis sorrise agli occhi
bassi di Karen mentre si sistemava i boccoli dietro le orecchie, appena
acconciati col suo cerchietto preferito.
Rimase un po’ stupida di
vederla in piedi, ma le fece ugualmente cenno di andare a sedersi nell’altro
sedile, l’altra annuì e si avvicinò senza dire una parola.
Il Prefetto chiuse il suo
libro e lo appoggiò sul tavolino ingombro dedicando all’amica tutta la sua
attenzione.
-
Gardis –
pronunciò piano, quasi in un sussurro la piccola Longbottom
– so che quello che sto per fare non ti piacerà, ma… cerca di capirmi…
Sospettosa l’altra alzò un
sopracciglio e la studiò
-
Che cosa vuoi
fare? – le domandò altrettanto piano – perché non dovrei approvare?
-
Gardis, io… non
ce la faccio più. Io non voglio più essere la solita ragazzetta ingenua, stupidina e senza spina dorsale che deve sempre essere
sostenuta da qualcuno. E’ vero, sono così, ma voglio cambiare! – fece una pausa
e prese fiato, seriamente – Gardis, io voglio perdere la verginità.
La bionda sgranò tanto
d’occhi e poco ci mancò che le partisse la bocca dritta sul pavimento. Cosa
aveva detto la sua piccola e dolcissima Karen? Chi le aveva messo in testa
certe boiate?
-
Karen… non credi
che sia un po’… come dire, eccessivo? – eccessivo era un volgare eufemismo,
quella era follia! Ma l’altra scosse la testa, chi le aveva detto che se fosse
andata a letto con qualcuno sarebbe diventata meno naive?
Eppoi era tremendamente da Karen essere naive…
Se pescava quello che aveva
sparato quella cretinata lo impiccava!
-
No, me ne sono
resa conto già da un po’. – era come essere sull’orlo di un precipizio e voler
fare un passo avanti: AIUTO! Non è che l’altra fosse molto collaborativa verso
i suoi tentativi di preservarla…
-
Karen, io… io
credo che non sia proprio una cosa da fare, insomma…
-
No, ormai ho
deciso.
-
Ma come puoi
pensare di fare una cosa del genere senza essere innamorata? Tu che hai sempre
creduto che l’amore fosse la cosa più bella del mondo!
-
Non credo più
all’amore. Evidentemente non esiste
-
Non dire
stupidaggini, i tuoi genitori sono innamorati e lo sono stati…
-
Evidentemente non
esiste l’amore per me. E comunque ci sono un sacco di persone che lo fanno
senza essere innamorate…
-
Ma…
-
Ho intenzione di
chiederlo a tuoi fratello. – Aggiunse poi, serissima
-
Leonard?! –
strillò l’altra incredula e l’esclamazione le uscì con una vocetta
stridula e apprensiva
-
Sì. Ragazze ne
cambia come i calzini, almeno non farà storie e non mi guarderà male – come
minimo Leonard sarebbe rimasto basito, ma erano particolari da non divulgare
-
Karen, io non
posso permettertelo, non con Leonard! Lui è…
-
Non dire senza
sentimenti! Non è vero! – strillò piano la Longbottom
-
Non l’avrei mai
detto – Gardis si alzò in piedi, si sentiva strana ad avere quella specie di
litigio con la sua migliore amica.
-
E allora cosa c’è
che non va? Andiamo, non è mistero per nessuno che Leonard mi piaccia, almeno
lo farò con qualcuno che ho sempre sognato. So di non essere una femme fatale, ma intanto…
-
Ma Karen, è mio
fratello, io non posso lasciarti…
-
Promettimi che
non andrai a parlare con lui perché non mi tocchi – alzandosi a sua volta, lei
le tese una mano stretta a pugno con il mignolo alzato, era il loro modo di
scambiarsi le promesse. Ma che doveva fare? Perché all’improvviso Karen era
cambiata così? Era la sua migliore amica e si erano sempre sostenute a vicenda,
non poteva essere impazzita tutta di colpo
-
D’accordo –
rimase seria. D’accordo cosa? Un accidente! Non avrebbe dovuto, non avrebbe
ASSOLUTAMENTE dovuto dare il suo consenso, anche se quello era ciò che Karen
voleva.
Beh, ma alla fine erano
affari suoi, no? Glielo avrebbe lasciato fare. Anche se aveva l’aspetto da
bambina era grande a sufficienza da poter prendere le sue decisioni da sola.
Lei aveva cercato di fermarla, ma aveva scelto di continuare per la sua strada.
Con il mignolo teso lo incrociò all’altro. – Hestia
lo sa? – indagò
-
No
-
E perché, tutto
d’improvviso? – per un momento Karen parve tornare la ragazza impacciata ed
insicura di sempre
-
Ho scoperto che
sono molto gelosa di mia sorella – ammise
-
Di Ciel?
-
L’altra sera li
ho visti assieme. Mi dà fastidio che abbia per lei tutta quella considerazione
e sappia a malapena come mi chiamo io.
Annuì.
Karen fece altrettanto.
Tutte e due con gli occhi
fissi e duri, una sapeva che l’altra non approvava e l’altra sapeva che Karen
era a conoscenza della sua disapprovazione.
Ma non la fermò quando,
preso un altro bel respiro, uscì dalla porta, probabilmente diretta ai
sotterranei.
E adesso era sola con le
sue riflessioni.
Molto spesso le piaceva, ma
in quel momento aveva bisogno anche lei di un appoggio.
La sua opposizione era
stata troppo blanda solo perché non voleva litigare con Karen, perché sapeva
che Karen sarebbe rimasta schiacciata dalle sue parole, ferita e mortificata e
si sarebbe chiusa da qualche parte a piangere da sola, leccandosi le ferite.
Era sempre troppo
aggressiva quando parlava e i continui battibecchi con suo fratello acuivano
questo suo comportamento, non le faceva bene… Karen però non avrebbe retto ad
un litigio con lei che sarebbe finito una pace fasulla. Lo sapeva.
Eppoi… si sentiva come a
lanciare una agnello nelle fauci del leone, non solo Leonard era un mangiatore
di donne, ma col malumore che lo prendeva vista la recente scoperta della
recita teatrale e il fatto che non mangiasse da più di una settimana, rischiava
di essere troppo rude e violento con lei che era giovane, inesperta e, soprattutto,
vergine.
Dannazione, si sentiva uno
schifo.
Un Malfoy in genere se ne
lava le mani di quello che dicono, pensano o fanno gli altri, ma lei non ne era
tanto capace, non con tutti, almeno.
… beh… le aveva promesso
che non avrebbe parlato con Leonard, però…
Prese di corsa la coperta
dalla sedia e se la arrotolò sulle spalle mentre stava uscendo dalla porta,
correndo a rotta di collo e coi piedi scalzi per le scale fredde del
dormitorio.
Non sapeva bene cosa fare,
ma aveva un piano, aveva un’idea.
Era la sua migliore amica
ed era una decisione sua, ma… si sentiva troppo una traditrice a lasciarglielo
fare.
Soprattutto dopo che lei
glielo aveva detto.
Se avesse scelto di
compiere un gesto così folle, probabilmente non l’avrebbe comunicato ad anima viva,
dopotutto c’erano segreti anche con Kitt, da entrambe le parti e lo sapevano…
sempre che Kitt non fosse la vittima ignara e designata del SUO piano folle
ispirato a quello di Karen.
Maledizione, Karen si
sarebbe arrabbiata a morte se avesse saputo che le avrebbe messo i bastoni tra
le ruote, ma aveva solo promesso di non parlare con Leonard e i Malfoy erano
maestri nell’arte di raggirare gli altri, soprattutto le promesse, perché non
sfruttare questa dote, per una volta, a vantaggio di qualcuno che si era
imbarcato da solo in una folle promessa con un Malfoy?
Correndo più che poteva
percorse i corridoi e gli scalini uno dopo l’altro, guardandosi furtivamente
attorno alla ricerca della presenza di altre persone.
Le lampade accese alle
pareti erano quietanti e arancioni e proiettavano ombre scure e allungate su
muri e pavimenti, pareva di essere nel libro di Dracula…
Girò la testa prima da una
parte e poi dall’altra, aprì una porticina e cominciò a proseguire per la
ripida scala a chiocciola.
Ci scommetteva che stava
lassù, ci avrebbe giocato almeno duecento galeoni!
Anche la sua di verginità,
tanto per rimanere in tema…
Con un gesto fulmineo aprì
la vecchia porta di legno della ex aula di Astronomia all’ultimo piano della
vecchia torre abbandonata; il vento gelido della notte le scompigliò i capelli
e s’infiltrò tra la lana del suo riparo improvvisato.
Gli occhi bicolori
scrutarono l’ambiente apparentemente vuoto.
No, non lo vedeva, ma lo
percepiva, lo sentiva e c’era il suo odore nell’aria
-
Kitt? – chiamò
sicura che lui fosse lassù
Da oltre la cortina di
velluto blu e rosso con le stelle comparve la testa stupita del Caposcuola dei Ravenclaw che spalancò gli occhi sorpreso di vederla lì e
ancora di più quando si accorse di ciò che stava indossando.
La mano che reggeva il
rigiro improvvisato della coperta tremava come il labbro inferiore e una
lacrima le scivolò veloce sulla guancia bianca, arrossata dal freddo, si
affrettò ad asciugarla con un pezzo della coperta
-
Kitt – gemette –
ho bisogno di un favore…
* * *
Leonard stava controllando
le ultime carte che doveva firmare e gli mancavano ancora le lettere da casa…
l’aveva sempre detto che sua madre scriveva decisamente troppo…
Guardò fuori della
finestra, la notte era scura e buia, gli piaceva, come ad ogni vampiro.
I vampiri non dormono mai,
ma quando sono pensierosi finiscono in una specie di stato di catalessi, a lui
piaceva pensare al mattino, per questo tutti credevano che si alzasse tardi e
sua sorella lo prendeva in giro pur sapendo la verità.
La notte era fatta per
essere vissuta, quantomeno per lui.
Pochi giorni ancora e poi
avrebbe potuto andare a caccia, aveva lasciato passare troppo tempo dall’ultima
volta e adesso ne portava le conseguenze come quelle occhiaie che Gardis non
aveva tardato a notare e un carattere piuttosto suscettibile.
Quando era affamato non
cercava delle ragazze o avrebbe rischiato di fare loro davvero troppo male
perché l’energia del vampiro si libera quando questi ha necessità di cacciare,
in modo da colpire la preda in poco tempo. La sua forza aumentava parecchio e
con quella avrebbe rischiato di far del male a qualcuno e non poteva
permettersi di spaccare un braccio ad una poveretta o di lasciarsi trasportare
troppo e finire per ucciderla…
Sapeva di essere pericoloso
nonostante non cacciasse esseri umani.
Evangeline una volta lo faceva ed era temutissima, ma adesso,
dovendo vivere in un mondo civile, non poteva massacrare le persone solo perché
rappresentavano la sua dieta, così si era dovuto convertire agli animali del bosco,
non era proprio la stessa cosa, ma era sufficiente a non farlo uscire di testa
e teneva la Foresta Nera libera da orsi pericolosi e altre specie aggressive.
Probabilmente quella notte
sarebbe uscito, voleva controllare chi fosse lo sconosciuto che girovagava per
le torri quando faceva buio e anche prendere un po’ d’aria.
Invidiava sua sorella,
almeno lei sapeva dormire… lui invece aveva in comune con un essere umano solo
l’aspetto, ma per il resto il suo cuore non batteva e il sangue non scorreva nelle
sue vene, avrebbe anche potuto smettere di respirare, se questa non fosse stata
un’abitudine…
Qualcuno bussò
discretamente alla porta, stupito si alzò ed andò a controllare.
Nel vano della porta si
fermò la figuretta bionda di una delle amiche di sua sorella: Karen, nonché
sorella minore della SUA migliore amica, Ciel.
-
Ciao Karen – la
salutò senza trasporto – cosa fai qui? Sei scappata dal Grifondoro?
– le chiese usando quel minimo di riguardo dettatogli dalle prediche della
maggiore delle Longbottom
Karen lo guardò seria con
gli occhi di un colore indistinguibile tra il celeste e il verde
-
Leonard – disse
lei alzando finalmente lo sguardo – fa’ l’amore con me
Lo Slytherin
tossicchiò appena per non riderle in faccia: da quando alla torre dei grifoni
si spacciava droga pesante?
Con un gesto della mano
spalancò del tutto l’uscio e le fece segno di entrare, poi lo chiuse e le
indicò una poltroncina, la ragazza vi si sedette, rigida e composta, rifiutò
una sigaretta che lui le stava porgendo e attese speranzosa.
-
Come mai questa
richiesta quantomeno… - pericolosa non era un bel termine, che poteva usare? -
…inconsueta? Hai litigato coi bravi Grifoni?
-
No – risposta
telegrafica, dunque non voleva parlare delle motivazioni, interessante…
Lui rimase a guardarla, era
assolutamente fuori questione che combinasse qualcosa con una ragazza del
genere, innanzi tutto era vergine e le vergini andavano evitate come la peste,
l’ultima era stata un bel grattacapo e a ben pensarci lo era ancora. Poi era
troppo rigida, a quello si poteva rimediare, certo, ma non doveva certo indurla
a tanto.
E per finire né Ciel né
Gardis lo avrebbero perdonato se mai avesse deciso di prendere in
considerazione l’idea, per’altro lontanissima dalla sua mente.
-
Esaudirai la mia
richiesta? – chiese dolcemente lei
-
Forse – era una
menzogna bella e buona, ma i serpeverde non si erano
mai preoccupati troppo delle bugie. Non poteva lasciarsi trasportare nello
stato in cui si trovava, avrebbe rischiato di farle del male visto che lei era
fragile e delicata, oltre che innocente; non sarebbe stata una bella prima
volta e, soprattutto, lui non era quello giusto.
Che non venissero a
raccontare palle proprio a lui, sapeva accorgersi di quando c’era puzza di
bruciato e doveva capire cosa diavolo passasse per quella testolina angelica e
senza malizie. Eppoi glielo avrebbe letto in faccia che credeva all’amore e a
quella stupida storia del cavaliere sul baldo destriero.
Lui non era il cavaliere,
lui era il cattivo e voleva restarlo.
Che fosse venuta lì con
l’idea di purificarlo con la sua virtù intatta? Non se ne sarebbe stupito più
di tanto, al Grifondoro c’erano dei pazzi con queste
idee, anche se non credeva che la sorellina di Ciel fosse tra questi.
Che fosse una vendetta di Gardis?
Ci riflettè, ma la cosa era poco probabile, sua
sorella si sarebbe esposta di persona e avrebbe usato altri metodi, senz’altro
non avrebbe rischiato di sacrificare una sua amica, a lei piaceva vincere gli
scacchi con la maggior parte delle pedine ancora in campo, non le andava di
perderne mezze per strada.
Se non altro sua sorella, a
differenza di questa tipetta, era completamente
disillusa sull’amore. Ma era naturale. Ci credeva, certo, probabilmente lo
sognava, ma non lo sperava più di tanto.
Beh, quanto avrebbe dovuto
aspettare?
Decise che si poteva
ingannare il tempo parlando…
-
D’accordo Karen,
come vorresti farlo?
Lo sguardo costernato di
lei era una conquista seconda solo alla furia del Prefetto dei Grifoni e al
disappunto di sua sorella maggiore.
-
C…c-come? – chiese preoccupata
-
Beh, davanti,
dietro… sul letto, sul pavimento… fuori?
Lei guardò fuori nel buio e
sbarrò le iridi: fuori?
Era lecito ridere? Nel
senso, ridere di una persona che viene a chiederti di fare l’amore e non sa
neppure come?
Gardis aveva nella sua
sterminata biblioteca una copia del Kamasutra? Ne dubitava… ad ogni modo,
qualcuno avrebbe dovuto prestargliela per spiegarle un paio di cosette;
nonostante il Ministro della Magia e la sua bella moglie non facessero altro
che sfornare figlie a ripetizione, rigorosamente femmine, forse si erano
dimenticati di raccontare qualche cosuccia a quelle che ormai aveva passato
l’età della culla.
-
Penso… beh,
credo… sul letto – tentò lei dando una risposta a caso come se fossero ad un
gioco a premi
A quel punto non potevano
chiedergli di non ridere perché non ci sarebbe riuscito.
Per quanto lo riguardava
sarebbero andate bene anche le altre proposte.
Perché le vergini
diventavano dei grattacapi così difficili? Prima o poi avrebbe dovuto chiedere
a sua sorella quali fossero i suoi sogni proibiti almeno si sarebbe fatto
un’idea nel caso un giorno avesse dovuto “seriamente” prendere in
considerazione l’idea di portarsene a letto una. Non era detto che la sua unica
esperienza con loro rappresentasse la totalità…
Karen giunse le mani in
grembo e arrossì colpevole, poi si portò la mano sinistra alla bocca e cominciò
a mordicchiarsi nervosamente le unghie dell’indice e del pollice: a giudicare
dalle manine curate, non era una pratica abituale.
Lui si alzò in piedi un
attimo per guardare fuori e decidere il da farsi, ovvero il modo migliore per
liberarsi di lei.
Poi qualcosa lo colse e la
sua testa girò di scatto verso la bionda che si guardava appena il dorso della
mano.
Accanto all’unghia
dell’indice stava una minuscola macchiolina di sangue, probabilmente era stata
così nervosa da farsi addirittura del male, ma… Leonard avvertì nitidamente
l’odore salino e rugginoso e le iridi si dilatarono all’improvviso mentre la
pupilla da nera diventava rossa e in un balzo improvviso, si lanciò sul letto
afferrandola per il polso e leccando la ferita appena accennata.
Non avrebbe dovuto, ma
ormai la sua razionalità stava scomparendo.
Non doveva, non doveva fare
niente di ciò che faceva di solito, no!
Ma come poteva resistere?
Era praticamente digiuno, era solo in una stanza e aveva sentito distintamente
l’odore del sangue.
Era la cosa peggiore che
quella sciocca e avventata ragazzina avesse potuto fare, seppure
involontariamente aveva scatenato la furia che era in lui.
Sfruttando il peso del suo
corpo la stese sulle coltri bianche e verdi e cominciò a leccarle piano un
orecchio e poi più giù, sempre più giù finchè non
arrivò alla curva del collo, morbida e calda come quella di tutti gli esseri
umani: era irresistibile.
Passò appena le labbra
sulla pelle eburnea e si crogiolò nel pensiero di poter finalmente soddisfare
la sete di giorni, mentre la sua mente ormai impotente protestava che non era
ciò che doveva fare.
Karen si mise a singhiozzare
dibattendosi mentre le lacrime rigavano le sue guance e cadevano sulle
lenzuola, notò il petto che si alzava ed abbassava aritmicamente mentre lei
muoveva le gambe per divincolarsi.
Leonard aprì la bocca,
pronto per morderla, pronto per fare ciò che la natura lo obbligava a fare, per
saziare la sua sete, per vivere.
Con la testa voltata
dall’altra parte, Karen stava ancora piangendo non sapendo che tutto quello non
era il preludio al tanto chiacchierato atto sessuale, ma a qualcosa di ben più
grave e, senz’altro, di più terribile.
Se avesse guardato
dall’altra parte avrebbe notato di canini appuntiti che facevano mostra di sé,
bianchissimi e perfetti, armi di tortura e di morte.
La testa si abbassò, un
millimetro dopo l’altro del cacciatore che gioca con la preda ormai catturata
prima di finirla quando, all’improvviso, dietro di lui si spalancò la porta
della stanza, essa sbattè con un tonfo sulla parete
segnando addirittura la tappezzeria del muro e la sagoma alta e severa del
Caposcuola dei Ravenclaw si stagliò nella fievole
luce del corridoio con lo sguardo serio e imperturbabile, apparentemente non
troppo scosso dalla scena che aveva di fronte.
-
Leonard! – quasi
gridò mentre entrava nella stanza
* * *
Spazio autrice:
ciao a tutti! Finalmente abbiamo spostato un po’ la scena della storia e
tornano Leonard, Rudiger e Karen.
Qui l’attenzione l’ho
focalizzata su Karen che, come la maggior parte dei protagonisti di questa
storia, soffre di un bel complesso di inferiorità, solo che nel suo caso, oltre
ai genitori, deve contare anche una bella e perfetta sorella maggiore… non so
come mi sentirei ad avere una sorella del genere, ma avere come genitori alcuni
dei salvatori del mondo magico deve essere molto frustrante, soprattutto se sei
una persona comune perché ti senti sempre non all’altezza di loro.
E’ un sentimento che credo
normale e, come ho specificato, ne soffrono un po’ tutti, anche Gardis, solo
che lei lo dà a vedere meno degli altri.
Parliamo anche un po’ di
Leonard che, per la prima volta, rivela qualcosa di sé.
Karen è andata da lui con
una richiesta stupida uscita da chissà quale pensiero distorto e malato e lui
era pronto a fare la cosa giusta, peccato che non tutto segua sempre la linea
corretta e lei abbia fatto il grande e involontario errore di ferirsi.
Mi piaceva mettere un po’
alla prova Leonard, sempre così composto. Ed è anche per quello che nei chappy precedenti l’ho strapazzato un po’: in questo
momento è un personaggio altamente drammatico che non riesce a controllare come
vorrebbe il suo istinto di sopravvivenza.
Bene, a questo punto saluto
tutti e, mi raccomando, ritroviamoci al prox
capitolo!
Commentate numerosi! A
presto un bacio,
Nyssa
Whateverhappened:
beh, più o meno tutti hanno un segreto… quello di Kitt però è particolare,
particolarissimo.
La scena della chiave mi è
venuta per caso rileggendo gli incontri di Draco ed Herm alla torre, mentre per quanto riguarda i sentimenti,
ormai è davvero lampante.
In questo capitolo Kitt e
Gardis passano un po’ in secondo piano perché entrano in scena altri personaggi
con ruoli un po’ più densi, spero che ti piaccia ugualmente e aspetto di sapere
che cosa ne pensi! A presto e un bacione grande, Nyssa
PS: pensandoci Gardis ha
davvero molto del carattere di Rei… forse potrei farle usare qualche saetta di
fuoco…
Hollina:
beh, Leonard non è una persona qualunque e ha bisogno di padrini fuori dell’ordinario,
chiaro… mi fa piacere che cappy ti sia piaciuto,
spero che sia lo stesso anche con questo! A presto, ciao! Nyssa
Arwen_90:
per il segreto di Gardis bisogna pazientare ancora un pochino, per quello di
Kitt… lo si scoprirà via via durante la storia, ma
certo non lo lascerò in sospeso. Sono felice che si veda il mio impegno e mi
fanno molto piacere i complimenti che mi fai ^^ Spero che apprezzerai anche
questo nuovo aggiornamento, un kiss gigante! Nyssa
Nikki Potter:
finalmente c’è la conferma di tutto, Kitt e Gardis hanno sentimenti ben più che
fraterni l’uno per l’altra, ma il vero motivo per cui Kitt non dice tutta la
verità a lei è che pensa ancora che sia più facile troncare un’amicizia che un
amore e il suo segreto lo porterà proprio a doverla abbandonare (o così crede
lui).
Gardis invece non glielo
vuole dire per un altro motivo…
Non posso svelare nient’altro
a proposito del segreto sennò poi mancherà tutta la suspance
ed è una cosa a cui tengo.
Il mitico Blaise arriverà a momenti, quindi aspettalo che lui arriva!
A presto e un bacio! Spero davvero che il capitolo ti si piaciuto,
Nyssa
Vavva:
no no, troppo presto per il bacio. Ad ogni modo, dato
che tutti nascondono un segreto in loro nella storia, bisogna approfondirli
tutti e adesso è il momento di Karen e Leonard (per gli altri dovrete
pazientare, dico solo che l’ultimo segreto svelato probabilmente sarà quello di
Rudiger).
Come ho già detto, ho le
labbra cucite sull’argomento “segreti”, quindi pazienta che tanto si scoprirà
tutto.
Nel frattempo spero che ti
sia piaciuto questo nuovo aggiornamento dove viene fuori il lato vampiresco e
decisamente più spaventoso di Leonard.
A presto e un bacione
gigante, Nyssa
Lord Martiya: sì, in molti potrebbero chiedere qualche consulenza,
solo che ho apportato qualche modifica ai professori del Mahora,
quindi non so se la cosa vale ugualmente… Ad ogni modo tornano i mostri ed i
vampiri e anche Leonard sta facendo la sua parte, dopo Evangeline
(ora che ci penso ci sono poche persone davvero brave in questa storia…).
Spero che il capitolo ti
piaccia, aspetto il tuo commento, ciao! Nyssa
Killkenny:
wow, addirittura un 10! Ma io non lo merito… ad ogni modo lo accetto
volentieri, tu fai felice quella pazza dell’autrice della storia (ehm, la rima
è orribile ma sono momentaneamente a corto di parole…).
Cosa succede adesso non
riguarda più quei due, ma il fratello di lei che si rivela per quello che è per
davvero…
Spero che ti piaccia il
capitolo, ci sentiamo al prossimo post! Nyssa
DragonSlave:
beh, prima o poi doveva uscire la mia analisi psicologica… dopotutto se non si
facessero delle eterne piste mentali, soprattutto lei, non potrei dire che è
davvero figlia di Draco ed Herm.
Comunque sono curiosa di
sapere che cosa hai scoperto sull’Ungheria, mi affascinano le teorie dei
lettori, a volte prendo addirittura spunto quindi vorrei che me la raccontassi,
ti va?
Ehehe, se nel precedente abbiamo puntato i riflettori su
Gardis e Kitt, questa volta tocca a Leonard e Karen, anche se, soprattutto Karen,
è una tipetta che ritornerà parecchio, dopotutto la
determinazione è quella di Neville…
Spero che ti piaccia il
nuovo aggiornamento, sono curiosissima di sapere cosa ne pensi e credo che
aspetterò trepidante la tua recensione. A presto e un bacione grande, Nyssa
Lisanna Baston: innanzi tutto ben tornata dalle vacanze! Ti invidio
molto, io sfortunatamente sono dovuta rimanere a casa, ma non importa, come
vedi ne ho approfittato per scrivere ^^
Ehehe, come poteva mancare una bella analisi psicologica
dei miei personaggi? Mi è scappata quando avevo detto che non ce ne avrei
messe, figurati se non ne infilavo qualcuna quando invece ne avevo tutta l’intenzione…
Ad ogni modo temo che anche
tu, come Rudiger, dovrai pazientare un poco prima di
vedere quei due darsi una mossa, ma è normale, sono entrambi frenati da segreti
ben al di là delle solite cosucce, per la precisione è roba che scotta davvero.
Seraphin e Blaise torneranno presto
sulla scena, cresciuti e cambiati rispetto al passato, ma torneranno.
Spero che anche questo cappy dedicato a Leonard e a Karen ti sia piaciuto, aspetto
di sapere cosa ne pensi a proposito! Un bacione grande e ancora ben tornata!
Nyssa
_Nana_: se lo dicevi nel decimo, voglio proprio sapere cosa
mi dici di Leonard in questo, anche se qui ha una scusante perché Karen l’ha
involontariamente provocato col suo sangue…
Ehehe, la torre doveva tornare dopo che era stata il centro
delle vicende della precedente storia, invece per quanto riguarda gli scontri…
ci saranno un po’ più avanti, quando la situazione si farà decisamente più
scottante.
Dimmi cosa ne pensi di
questo undicesimo post, mi raccomando! A presto e un bacio, Nyssa