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Autore: Nyssa    05/09/2008    11 recensioni
Sequel de: Le Relazioni Pericolose
Sono passati circa diciotto anni da quando abbiamo lasciati Harry, Draco, Hermione e tutti gli altri e molte cose sono cambiate nel frattempo.
Adesso sono i loro figli a frequentare la Scuola di Magia e Stregoneria, divenuta stranamente tranquilla; ma non tutto è come sembra perchè misteri e fantasmi del passato stanno tramando nell'ombra e Hogwarts potrebbe non essere il posto apparentemente pacifico che sembra.
E i nostri nuovi protagonisti, la new generation, affascinati dai misteri come lo erano stati i loro genitori, chiaramente non intendono lasciarsi sfuggire l'occasione di vivere qualche avventura tra le antiche mura della scuola e rompere così la noiosa routine di tutti i giorni!
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Famiglia Black, Tom O. Riddle | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'L'oro e l'argento' Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
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L’aula adibita alle prove di teatro era tranquilla e soleggiata e, a differenza di molte altre, non vantava un clima da spedizione polare e non bisognava munirsi di spargisale e scarpe chiodate per visitarla.

 

Il gruppo teatrale comprendeva al momento:

due membri riluttanti (L. Malfoy & G. Malfoy),

un membro rassegnato (C. Black)

un membro entusiasta (K. Longbottom)

un membro che stava morendo dal ridere (R. Greengrass)

il capo del gruppo (FitzOsbert)

e uno stuolo di apprendisti sarti che avrebbero dovuto cominciare a cucire i costumi.

 

Nonostante la storia prevedesse Peter Pan con la calzamaglia verde, il Caposcuola dei corvi si era categoricamente rifiutato di indossare collant colorate per farsi ridere dietro da mezza scuola.

Vedere Chris così fermamente convinto di una decisione aveva spiazzato FitzOsbert che continuava a scuotere la testa cercando una soluzione.

 

Esisteva anche qualche problema tecnico perché Capitan Uncino, alias il Caposcuola delle serpi, si rifiutava di fare finta di essersi fatto amputare una mano e adesso teneva il broncio con le braccia incrociate e lo sguardo torvo davanti alla finestra.

 

L’unico a non fare storie era Montague che sarebbe stato travestito da coccodrillo e Gardis già pregustava il momento di legargli in testa una bella sveglia, ma di quelle grosse! E poi magari di fare un po’ di tiro a segno come Ivanhoe…

 

Karen era invece contenta perché a lei sarebbe toccata la parte di Wendy, insomma la più facile e la meno imbarazzante, a detta di tutti.

 

Gardis invece sembrava pronta per dare fuoco al mondo; bastava dire che per evitare che mettesse le mani addosso a quel poveretto di FitzOsbert erano dovuti intervenire Leonard e Christopher insieme e l’unico motivo per cui Rudiger non si era prodigato a calmarla era che si stava rotolando sul pavimento dal ridere.

 

-          Gardis, per piacere, non farmi questa faccia – FitzOsbert pareva seriamente dispiaciuto vista l’espressione truce che la bionda stava sfoggiando e avere due Malfoy arrabbiati in un’unica stanza non era mai una cosa consigliabile.

Lei emise uno sbuffo offeso e sprezzante e gli voltò le spalle.

-          Gardis… Chris, parlale tu… io

Kitt però non era dell’umore, soprattutto visto che aveva appena scoperto che uno dei bauli che avevano portato conteneva un’infinità di oggetti di tortura e cappelli con pennacchi che si sarebbe perentoriamente rifiutato di indossare.

Alzò gli occhi esterrefatto e pianificò il modo per scappare senza provarseli.

Niente, pareva che chiunque lì dentro volesse vederlo morto (anche se in realtà tutti stavano pensando agli affari loro).

 

FitzOsbert gemette, tanto per concludere in bellezza, poi, la McGranitt, poco prima che cominciasse quella riunione ridicola, gli si era avvicinato e, battendogli una mano sulla spalla aveva detto lugubre

-          Faccia del suo meglio, signor FitzOsbert – con un tono che gli ricordava tremendamente quello usato per chiedere l’ultimo desiderio ai condannati a morte, evidentemente doveva sapere cosa significasse mettere d’accordo quella cerchia di persone.

Sospirò drammaticamente e si fece passare da uno degli altri l’abito da Capitan Uncino, sull’uncino si sarebbe discusso in seguito, potevano fare anche una variante senza uncino…

-          Leonard, ti prego, almeno prova l’abito…

Lo stava supplicando, ci mancava solo che si prostrasse in ginocchio a baciargli le scarpe, per’altro di pelle conciata e dal caratteristico odore costoso.

Malfoy alzò gli occhi dorati, guardò il costume seicentesco di damasco rosso con la camicia bianca e ammise che non era poi così male.

Alzò le spalle e pronunciò l’incantesimo mentre l’abito gli si sistemava addosso.

-          Ah, perfetto! – aggiunse il presidente del club giungendo le mani soddisfatto – Francis, fagli l’orlo e accorcialo di qualche centimetro o la casacca sembrerà una rendigote più che una giacca…

Francis, l’interpellato, si avvicinò al serpeverde col cuscinetto degli spilli tra le mani e cominciò a segnare dei punti sul bordo inferiore dell’abito mentre il Caposcuola continuava a contorcersi su se stesso per giudicare da sé la fattura delle calze bianche e il materiale della fibbia delle scarpe.

-          Non si potrebbero avere scarpe di pelle di drago? – domandò decidendo che il cuoio nero non era proprio di qualità superiore

-          Temo di no, dobbiamo accontentarci di quel che passa il convento – sospirò FitzOsbert mentre udiva il biondo pronunciare la parola “mentecatti”, poi si voltò verso il corvonero – Chris? – chiamò sperando di non vederlo mutato in Wolverine nel frattempo

-          Non metterò la calzamaglia – si affrettò subito a precisare lui salendo sul cubo per le prove

-          Beh, dovremo inventarci qualcosa, non ho mai visto Peter Pan senza calzamaglia verde

-          Beh, ne vedremo presto uno – Kitt pareva più restio del solito a concedere il suo permesso a fargli del male e Leonard se ne sentì fiero ed orgoglioso, le sue lezioni forse erano servite a qualcosa, dopotutto gli ripeteva in continuazione di non farsi schiavizzare, specie da sua sorella che stava battendo il piedino furibonda sull’altro trespolo per le prove

-          Che ne pensi di questo?

Uno degli aiutanti del club sollevò una palandrana verde

-          Piuttosto la morte

E Gardis, nonostante sfoggiasse ancora il suo broncio incazzoso, non potè trattenere un risolino.

-          Perché non gli mettiamo pantaloncini corti verdi e la casacca fatta di foglie e rampicanti? Non è il caso che assomigli a quello della Disney

Propose un volenteroso Francis che continuava a fissare l’orlo scarlatto dell’abito di Leonard e che, evidentemente, conosceva abbastanza il mondo babbano da aver visto il Peter Pan Disney

-          Sì, potrebbe essere un’idea – concesse FitzOsbert disperato

-          Non voglio avere pelle in mostra – aggiunse ancora il corvo, poco convinto

Così il presidente gli fece provare gli abiti. Si sentiva più ridicolo che altro, specie con quel cappellino alla Robin Hood guarnito di una esagerata piuma di pavone.

-          La piuma non ci dice – si affrettò a far notare Rudiger scrutando con aria scettica l’amico e scuotendo il capo, cercando di non tornare a ridere allo scorgere della sua faccia perplessa e da vittima sacrificale.

-          E poi manca il pugnale – aggiunse Karen porgendogli un pugnale orribile di plastica, Leonard si affrettò a sfoggiare la sua faccia schifata all’oggetto

-          Se proprio devi mettere qualcosa di così brutto dillo che ti presto uno di quelli di Malfoy Manor! – protestò

-          Per te, invece, Gardis, il vestito lo sappiamo già

-          Non mi vestirò da puttana – fu il candido commento della bionda

-          Ma Trilly ha solo un vestito, sempre e comunque

-          Spiacente ma non esporrò alla scuola più gambe di quelle che vedete adesso. – fu la sua risposta adamantina

-          Ma Gardis… è più lungo di quello che credi

-          No

-          Gardis…

-          Perché loro devono avere dei vestiti decenti e io invece sembro appena uscita da un bordello?

-          Parla per te – l’apostrofò Kitt prendendo tra le dita un pezzo del rampicante che a stento gli copriva l’ombelico

-          Sarà sempre meglio che andare in giro con le mutande di fuori!

-          Le ragazze in genere lo fanno – fu il commento di suo fratello

-          E non saresti un brutto spettacolo – si affrettò a precisare Rudiger mentre i due Caposcuola lo fulminavano con lo sguardo

-          Ho detto di no. Non sono una puttanella da quattro soldi che si mette in mostra con tanta gonna così e le autoreggenti

-          Beh, se non altro lo spettacolo non sarebbe male e si vedrebbe “qualcosa” – fu il candido commento del Prefetto degli Slytherin – immagino che i biglietti venduti decuplicherebbero se si sapesse che vai in giro con le autoreggenti e che si potrebbe vedere un centimetro più su della tua bella divisa a quadri

-          No

-          Se ti concedo le calze pesanti di lana te lo metti?

-          Voglio almeno le mutandine come la giacca di Christopher oltre alle calze – sembrava di contrattare per una casa

-          Va bene, ma le calze devono essere autoreggenti – fu il commento di FitzOsbert

-          Come minimo mi cadranno a metà della rappresentazione… e niente scarpette col ponpon, ridicola sì, ma fino ad un certo punto…

-          Ma che scarpe vuoi metterti?

-          Ti dirò, non vorrei mettere alcuno di questi abiti indecenti

-          Guarda che le ragazze vanno tutte in giro vestite così

-          Beh, io non sono “tutte le ragazze”, fratellino

Aggiunse lei voltandosi verso sinistra e lanciandogli un’occhiataccia al vetriolo, lui sollevò le sopracciglia con aria di superiorità e i due continuarono a guardarsi in cagnesco mentre una volenterosa ragazza stava infilando alla Prefetto dei grifoni il vestito,  anche se Gardis non collaborava niente.

 

*          *          *

 

Philip Canon entrò nella sala prove del club teatrale di corsa, affannato e agitatissimo, gesticolando come se stessero arrivando i pirati.

Si fermò sulla soglia mentre una dozzina di persone lo fissavano attonite e perplesse, quattro delle quali su dei cubi di legno mentre altri stavano sistemando velluti, pizzi e trine, abiti, accostamenti cromatici e acconciature.

-          Philip? – domandò qualcuno mentre questi non riusciva a parlare per mancanza di fiato, il ragazzo fece un gesto ad indicare di aspettare, poi si rimise in posizione eretta e, sbuffando sonoramente ancora un paio di volte, guardò finalmente il suo raccolto pubblico

-          Avete sentito? – domandò a nessuno in particolare

-          Che cosa? – indagò una ragazza che si stava occupando dei bottoni del vestito di Christopher e che, fino a cinque minuti prima, era la diretta interessata dell’odio della piccola Gryffindor Malfoy.

-          Della strana figura che vaga per le torri di Hogwarts! – esclamò il giovane reporter

-          Strana figura? – ripeté Gardis levandosi le mani di un sarto dal vestito e ascoltando attentamente il racconto del biondino

-          Sì, pare che l’altra sera uno dei ragazzi si ronda si sia affacciato alla finestra che dà a sud e abbia guardato fuori attirato da un’ombra fugace e quando si è sporto ha visto una sagoma scura appoggiata all’asta in cima alla torre! Nessun essere umano potrebbe fare una cosa del genere!

 

I due Malfoy si guardarono preoccupati e Leonard accennò appena alla finestra accanto a loro con le iridi dorate: doveva dirle qualcosa.

Mentre quasi tutti gli studenti facevano capannello intorno al portatore di tale stramba novella, Leonard e Gardis si appoggiarono con apparente noncuranza al supporto di legno e metallo, ma il loro sguardo era tutt’altro che sereno e rilassato, due paia di sopracciglia erano infatti aggrottate in maniera assai preoccupata.

-          Gardis, tu non… - cominciò il fratello maggiore, lei scosse rapida la testa facendo ondeggiare i capelli biondissimi, lui annuì stirando le labbra sottili in una smorfia seria

-          E tu? – la domanda questa volta era diretta allo Slytherin – non è che sei uscito a farti un giro? Ultimamente hai “mangiato” così poco… sei piuttosto pallido e quelle occhiaie non sono da te

-          Non sono stato io, ma sabato e domenica vado a caccia, in effetti trovo molto difficile rimanermene ad ascoltare la Sprite senza dormire… - aggiunse con una vena di sarcasmo

-          Non essere stupido, questa è una cosa seria. Se io non so chi sia stato e te neppure…

-          Potrebbe essere stata Evangeline – aggiunse ancora il biondo, riflettendoci e chiamando stranamente la prof per nome. L’affinità che legava Leonard e l’insegnante di Difesa era qualcosa che andava oltre il comune rapporto insegnante-studente. Evangeline era stata la sua madrina ed anche la principale responsabile del fatto che fosse nato vampiro. Certo la colpa era della mamma che si era cacciata casualmente nei guai fino a richiedere l’intervento della strega, ma… Eva gli aveva insegnato tutto quello che sapeva sui vampiri ed era forse una delle poche persone a cui avesse effettivamente raccontato la storia del suo amato Edward. Se mai fosse stato in grado di avere un figlio, cosa difficile per un vampiro, l’avrebbe chiamato così, non c’era nome più calzante per un vampiro, perché sarebbe nato ovviamente vampiro.

-          Dici che è andata a farsi un giretto?

L’altro si strinse nelle spalle ad indicare la sua mancanza di informazioni a proposito, lei annuì, dopodiché ritornarono al gruppo e si risistemarono sui piedistalli di prova, ma questa volta con l’espressione più cupa e seria.

Il fatto che ci fossero sconosciuti che girovagavano per la scuola volteggiando di qua e di là sulla punta dei tetti a guglia non era rassicurante: bisognava indagare.

Gardis guardò Kitt un minuto, poi scosse la testa, no, non era il caso di coinvolgerlo in una storia così pericolosa, lei e Leonard potevano anche detestarsi come tutti i fratelli, ma almeno non correvano rischi.

 

*          *          *

 

Era sera ed era tardi.

Tecnicamente quello sarebbe dovuto essere il terzo giorno che Chris avrebbe alloggiato dalla piccola Malfoy, ma il fatto che fosse improvvisamente comparso il suo nome tra la lista degli studenti destinati alla ronda notturna l’aveva fatta insospettire, soprattutto perché l’aveva scritta proprio lui e fingeva di non ricordarsene.

Pazienza, non poteva biasimarlo per aver adottato una scusa del genere, ogni volta che si erano addormentati insieme erano finiti in una posizione equivoca e piena di complicazioni, capiva perché avesse cercato una scusa e se la fosse filata a gambe levate…

Poco male anche perché al momento voleva giusto finire di leggere un meraviglioso libro che la mamma le aveva mandato direttamente da casa con la posta del mattino e non poteva averlo cominciato a colazione e non averlo ancora finito il giorno successivo…

La poltrona accanto al caminetto, di fronte alla scacchiera, era calda e morbida e conciliava terribilmente il sonno; guardò sopra la sua testa cinque ripiani colmi di volumi allineati alla perfezione secondo titolo, autore e genere, detestava mischiare cose che non avevano nulla in comune tra loro, era pignola oltre ogni misura e detestava che qualcuno andasse a mettere le mani nella sua roba.

Lo scaffale alla sua desta era dedicato ai fantasy e soprannaturali babbani, completo di tre versioni del conte Dracula e della vampira Camilla, era l’unico dal quale suo fratello non si ritraesse schifato dopo aver letto un paio di titoli.

Sopra di lei c’era la sezione storica: biografie di grandi personaggi, soprattutto le grandi donne che avevano fatto la storia, accuratamente suddivise tra personaggi babbani come la regina Maria Teresa, Elizabetta I, Caterina la Grande ecc e, invece, streghe e maghe potenti del mondo magico.

Poi, accanto al letto, il meglio del meglio della letteratura babbana. Narrativa a tutto spiano tra gialli più o meno truculenti, qualche horror, un numero sostanzioso di thriller e un’infinità di romanzi d’amore.

 

Li aveva letti tutti negli anni di scuola e la maggior parte erano anche stati spediti a casa per mancanza di spazio nell’arco di quegli anni che aveva preso possesso della stanza.

I libri che non le piacevano li portava a vendere in modo da poterne avere altri gratuitamente; papà non approvava questo suo comportamento, diceva che si sarebbero potuti permettere di comprare tutti i libri che voleva senza andare ad umiliarsi come quei pezzenti Weasley e a rivendere i già letti, ma lei era sempre irremovibile, sostenendo che i titoli che non le piacevano non dovevano più comparire nella fornitissa biblioteca di Malfoy Manor.

E papà doveva cedere, sbuffando come faceva Leonard.

 

Sbadigliò e si stiracchiò sul comodo tessuto della poltrona, i piedi fasciati in una copertina di pile, guardò fuori della finestra la neve che scendeva tranquilla e pensò a suo fratello che quel weekend sarebbe andato a “caccia”.

Un po’ lo invidiava, i vampiri si nutrono molto più raramente dei comuni esseri umani e di certo non pativano il freddo, quindi, anche se avesse nevicato, non ci sarebbe stato problema.

Leonard riusciva a tenere bene a bada la sua sete, probabilmente perché, a differenza degli esseri umani che erano stati trasformati, lui era nato vampiro. Aveva anche scelto di non nutrirsi di sangue umano e così usciva nei boschi una volta a settimana per procacciarsi qualche animale, dopotutto anche gli esseri umani uccidono le bestie per mangiarsele.

Il fatto che fosse un vampiro non era evidente, anzi! Il pallore che li contraddistingueva era anche tipico di tutti i Malfoy, quindi non ci si faceva granchè caso, e per le occhiaie… beh, con tutta la sua intensa attività notturna…

L’unico problema era legato al fatto che la sua pelle fosse fredda come quella di un cadavere e il suo cuore non battesse, ma… le ragazze in genere non ci facevano molto caso e lui non era tipo da troppo contatto fisico…

 

Qualcuno bussò discretamente alla porta, lei voltò la testa all’indietro gridando “Avanti” e tenendo d’occhio l’uscio che si apriva il minimo indispensabile per far passare una figura piccola e delicata che richiudeva subito dopo la porta dietro di sé.

Gardis sorrise agli occhi bassi di Karen mentre si sistemava i boccoli dietro le orecchie, appena acconciati col suo cerchietto preferito.

Rimase un po’ stupida di vederla in piedi, ma le fece ugualmente cenno di andare a sedersi nell’altro sedile, l’altra annuì e si avvicinò senza dire una parola.

Il Prefetto chiuse il suo libro e lo appoggiò sul tavolino ingombro dedicando all’amica tutta la sua attenzione.

-          Gardis – pronunciò piano, quasi in un sussurro la piccola Longbottom – so che quello che sto per fare non ti piacerà, ma… cerca di capirmi…

Sospettosa l’altra alzò un sopracciglio e la studiò

-          Che cosa vuoi fare? – le domandò altrettanto piano – perché non dovrei approvare?

-          Gardis, io… non ce la faccio più. Io non voglio più essere la solita ragazzetta ingenua, stupidina e senza spina dorsale che deve sempre essere sostenuta da qualcuno. E’ vero, sono così, ma voglio cambiare! – fece una pausa e prese fiato, seriamente – Gardis, io voglio perdere la verginità.

La bionda sgranò tanto d’occhi e poco ci mancò che le partisse la bocca dritta sul pavimento. Cosa aveva detto la sua piccola e dolcissima Karen? Chi le aveva messo in testa certe boiate?

-          Karen… non credi che sia un po’… come dire, eccessivo? – eccessivo era un volgare eufemismo, quella era follia! Ma l’altra scosse la testa, chi le aveva detto che se fosse andata a letto con qualcuno sarebbe diventata meno naive? Eppoi era tremendamente da Karen essere naive

Se pescava quello che aveva sparato quella cretinata lo impiccava!

-          No, me ne sono resa conto già da un po’. – era come essere sull’orlo di un precipizio e voler fare un passo avanti: AIUTO! Non è che l’altra fosse molto collaborativa verso i suoi tentativi di preservarla…

-          Karen, io… io credo che non sia proprio una cosa da fare, insomma…

-          No, ormai ho deciso.

-          Ma come puoi pensare di fare una cosa del genere senza essere innamorata? Tu che hai sempre creduto che l’amore fosse la cosa più bella del mondo!

-          Non credo più all’amore. Evidentemente non esiste

-          Non dire stupidaggini, i tuoi genitori sono innamorati e lo sono stati…

-          Evidentemente non esiste l’amore per me. E comunque ci sono un sacco di persone che lo fanno senza essere innamorate…

-          Ma…

-          Ho intenzione di chiederlo a tuoi fratello. – Aggiunse poi, serissima

-          Leonard?! – strillò l’altra incredula e l’esclamazione le uscì con una vocetta stridula e apprensiva

-          Sì. Ragazze ne cambia come i calzini, almeno non farà storie e non mi guarderà male – come minimo Leonard sarebbe rimasto basito, ma erano particolari da non divulgare

-          Karen, io non posso permettertelo, non con Leonard! Lui è…

-          Non dire senza sentimenti! Non è vero! – strillò piano la Longbottom

-          Non l’avrei mai detto – Gardis si alzò in piedi, si sentiva strana ad avere quella specie di litigio con la sua migliore amica.

-          E allora cosa c’è che non va? Andiamo, non è mistero per nessuno che Leonard mi piaccia, almeno lo farò con qualcuno che ho sempre sognato. So di non essere una femme fatale, ma intanto…

-          Ma Karen, è mio fratello, io non posso lasciarti…

-          Promettimi che non andrai a parlare con lui perché non mi tocchi – alzandosi a sua volta, lei le tese una mano stretta a pugno con il mignolo alzato, era il loro modo di scambiarsi le promesse. Ma che doveva fare? Perché all’improvviso Karen era cambiata così? Era la sua migliore amica e si erano sempre sostenute a vicenda, non poteva essere impazzita tutta di colpo

-          D’accordo – rimase seria. D’accordo cosa? Un accidente! Non avrebbe dovuto, non avrebbe ASSOLUTAMENTE dovuto dare il suo consenso, anche se quello era ciò che Karen voleva.

Beh, ma alla fine erano affari suoi, no? Glielo avrebbe lasciato fare. Anche se aveva l’aspetto da bambina era grande a sufficienza da poter prendere le sue decisioni da sola. Lei aveva cercato di fermarla, ma aveva scelto di continuare per la sua strada. Con il mignolo teso lo incrociò all’altro. – Hestia lo sa? – indagò

-          No

-          E perché, tutto d’improvviso? – per un momento Karen parve tornare la ragazza impacciata ed insicura di sempre

-          Ho scoperto che sono molto gelosa di mia sorella – ammise

-          Di Ciel?

-          L’altra sera li ho visti assieme. Mi dà fastidio che abbia per lei tutta quella considerazione e sappia a malapena come mi chiamo io.

Annuì.

Karen fece altrettanto.

Tutte e due con gli occhi fissi e duri, una sapeva che l’altra non approvava e l’altra sapeva che Karen era a conoscenza della sua disapprovazione.

 

Ma non la fermò quando, preso un altro bel respiro, uscì dalla porta, probabilmente diretta ai sotterranei.

 

E adesso era sola con le sue riflessioni.

Molto spesso le piaceva, ma in quel momento aveva bisogno anche lei di un appoggio.

La sua opposizione era stata troppo blanda solo perché non voleva litigare con Karen, perché sapeva che Karen sarebbe rimasta schiacciata dalle sue parole, ferita e mortificata e si sarebbe chiusa da qualche parte a piangere da sola, leccandosi le ferite.

Era sempre troppo aggressiva quando parlava e i continui battibecchi con suo fratello acuivano questo suo comportamento, non le faceva bene… Karen però non avrebbe retto ad un litigio con lei che sarebbe finito una pace fasulla. Lo sapeva.

Eppoi… si sentiva come a lanciare una agnello nelle fauci del leone, non solo Leonard era un mangiatore di donne, ma col malumore che lo prendeva vista la recente scoperta della recita teatrale e il fatto che non mangiasse da più di una settimana, rischiava di essere troppo rude e violento con lei che era giovane, inesperta e, soprattutto, vergine.

 

Dannazione, si sentiva uno schifo.

Un Malfoy in genere se ne lava le mani di quello che dicono, pensano o fanno gli altri, ma lei non ne era tanto capace, non con tutti, almeno.

… beh… le aveva promesso che non avrebbe parlato con Leonard, però…

Prese di corsa la coperta dalla sedia e se la arrotolò sulle spalle mentre stava uscendo dalla porta, correndo a rotta di collo e coi piedi scalzi per le scale fredde del dormitorio.

Non sapeva bene cosa fare, ma aveva un piano, aveva un’idea.

Era la sua migliore amica ed era una decisione sua, ma… si sentiva troppo una traditrice a lasciarglielo fare.

Soprattutto dopo che lei glielo aveva detto.

Se avesse scelto di compiere un gesto così folle, probabilmente non l’avrebbe comunicato ad anima viva, dopotutto c’erano segreti anche con Kitt, da entrambe le parti e lo sapevano… sempre che Kitt non fosse la vittima ignara e designata del SUO piano folle ispirato a quello di Karen.

 

Maledizione, Karen si sarebbe arrabbiata a morte se avesse saputo che le avrebbe messo i bastoni tra le ruote, ma aveva solo promesso di non parlare con Leonard e i Malfoy erano maestri nell’arte di raggirare gli altri, soprattutto le promesse, perché non sfruttare questa dote, per una volta, a vantaggio di qualcuno che si era imbarcato da solo in una folle promessa con un Malfoy?

 

Correndo più che poteva percorse i corridoi e gli scalini uno dopo l’altro, guardandosi furtivamente attorno alla ricerca della presenza di altre persone.

Le lampade accese alle pareti erano quietanti e arancioni e proiettavano ombre scure e allungate su muri e pavimenti, pareva di essere nel libro di Dracula…

Girò la testa prima da una parte e poi dall’altra, aprì una porticina e cominciò a proseguire per la ripida scala a chiocciola.

Ci scommetteva che stava lassù, ci avrebbe giocato almeno duecento galeoni!

Anche la sua di verginità, tanto per rimanere in tema…

 

Con un gesto fulmineo aprì la vecchia porta di legno della ex aula di Astronomia all’ultimo piano della vecchia torre abbandonata; il vento gelido della notte le scompigliò i capelli e s’infiltrò tra la lana del suo riparo improvvisato.

Gli occhi bicolori scrutarono l’ambiente apparentemente vuoto.

No, non lo vedeva, ma lo percepiva, lo sentiva e c’era il suo odore nell’aria

-          Kitt? – chiamò sicura che lui fosse lassù

Da oltre la cortina di velluto blu e rosso con le stelle comparve la testa stupita del Caposcuola dei Ravenclaw che spalancò gli occhi sorpreso di vederla lì e ancora di più quando si accorse di ciò che stava indossando.

La mano che reggeva il rigiro improvvisato della coperta tremava come il labbro inferiore e una lacrima le scivolò veloce sulla guancia bianca, arrossata dal freddo, si affrettò ad asciugarla con un pezzo della coperta

-          Kitt – gemette – ho bisogno di un favore…

 

*          *          *

 

Leonard stava controllando le ultime carte che doveva firmare e gli mancavano ancora le lettere da casa… l’aveva sempre detto che sua madre scriveva decisamente troppo…

 

Guardò fuori della finestra, la notte era scura e buia, gli piaceva, come ad ogni vampiro.

I vampiri non dormono mai, ma quando sono pensierosi finiscono in una specie di stato di catalessi, a lui piaceva pensare al mattino, per questo tutti credevano che si alzasse tardi e sua sorella lo prendeva in giro pur sapendo la verità.

 

La notte era fatta per essere vissuta, quantomeno per lui.

Pochi giorni ancora e poi avrebbe potuto andare a caccia, aveva lasciato passare troppo tempo dall’ultima volta e adesso ne portava le conseguenze come quelle occhiaie che Gardis non aveva tardato a notare e un carattere piuttosto suscettibile.

Quando era affamato non cercava delle ragazze o avrebbe rischiato di fare loro davvero troppo male perché l’energia del vampiro si libera quando questi ha necessità di cacciare, in modo da colpire la preda in poco tempo. La sua forza aumentava parecchio e con quella avrebbe rischiato di far del male a qualcuno e non poteva permettersi di spaccare un braccio ad una poveretta o di lasciarsi trasportare troppo e finire per ucciderla…

Sapeva di essere pericoloso nonostante non cacciasse esseri umani.

Evangeline una volta lo faceva ed era temutissima, ma adesso, dovendo vivere in un mondo civile, non poteva massacrare le persone solo perché rappresentavano la sua dieta, così si era dovuto convertire agli animali del bosco, non era proprio la stessa cosa, ma era sufficiente a non farlo uscire di testa e teneva la Foresta Nera libera da orsi pericolosi e altre specie aggressive.

 

Probabilmente quella notte sarebbe uscito, voleva controllare chi fosse lo sconosciuto che girovagava per le torri quando faceva buio e anche prendere un po’ d’aria.

Invidiava sua sorella, almeno lei sapeva dormire… lui invece aveva in comune con un essere umano solo l’aspetto, ma per il resto il suo cuore non batteva e il sangue non scorreva nelle sue vene, avrebbe anche potuto smettere di respirare, se questa non fosse stata un’abitudine…

 

Qualcuno bussò discretamente alla porta, stupito si alzò ed andò a controllare.

Nel vano della porta si fermò la figuretta bionda di una delle amiche di sua sorella: Karen, nonché sorella minore della SUA migliore amica, Ciel.

 

-          Ciao Karen – la salutò senza trasporto – cosa fai qui? Sei scappata dal Grifondoro? – le chiese usando quel minimo di riguardo dettatogli dalle prediche della maggiore delle Longbottom

Karen lo guardò seria con gli occhi di un colore indistinguibile tra il celeste e il verde

-          Leonard – disse lei alzando finalmente lo sguardo – fa’ l’amore con me

Lo Slytherin tossicchiò appena per non riderle in faccia: da quando alla torre dei grifoni si spacciava droga pesante?

Con un gesto della mano spalancò del tutto l’uscio e le fece segno di entrare, poi lo chiuse e le indicò una poltroncina, la ragazza vi si sedette, rigida e composta, rifiutò una sigaretta che lui le stava porgendo e attese speranzosa.

-          Come mai questa richiesta quantomeno… - pericolosa non era un bel termine, che poteva usare? - …inconsueta? Hai litigato coi bravi Grifoni?

-          No – risposta telegrafica, dunque non voleva parlare delle motivazioni, interessante…

Lui rimase a guardarla, era assolutamente fuori questione che combinasse qualcosa con una ragazza del genere, innanzi tutto era vergine e le vergini andavano evitate come la peste, l’ultima era stata un bel grattacapo e a ben pensarci lo era ancora. Poi era troppo rigida, a quello si poteva rimediare, certo, ma non doveva certo indurla a tanto.

E per finire né Ciel né Gardis lo avrebbero perdonato se mai avesse deciso di prendere in considerazione l’idea, per’altro lontanissima dalla sua mente.

-          Esaudirai la mia richiesta? – chiese dolcemente lei

-          Forse – era una menzogna bella e buona, ma i serpeverde non si erano mai preoccupati troppo delle bugie. Non poteva lasciarsi trasportare nello stato in cui si trovava, avrebbe rischiato di farle del male visto che lei era fragile e delicata, oltre che innocente; non sarebbe stata una bella prima volta e, soprattutto, lui non era quello giusto.

Che non venissero a raccontare palle proprio a lui, sapeva accorgersi di quando c’era puzza di bruciato e doveva capire cosa diavolo passasse per quella testolina angelica e senza malizie. Eppoi glielo avrebbe letto in faccia che credeva all’amore e a quella stupida storia del cavaliere sul baldo destriero.

Lui non era il cavaliere, lui era il cattivo e voleva restarlo.

Che fosse venuta lì con l’idea di purificarlo con la sua virtù intatta? Non se ne sarebbe stupito più di tanto, al Grifondoro c’erano dei pazzi con queste idee, anche se non credeva che la sorellina di Ciel fosse tra questi.

Che fosse una vendetta di Gardis? Ci riflettè, ma la cosa era poco probabile, sua sorella si sarebbe esposta di persona e avrebbe usato altri metodi, senz’altro non avrebbe rischiato di sacrificare una sua amica, a lei piaceva vincere gli scacchi con la maggior parte delle pedine ancora in campo, non le andava di perderne mezze per strada.

Se non altro sua sorella, a differenza di questa tipetta, era completamente disillusa sull’amore. Ma era naturale. Ci credeva, certo, probabilmente lo sognava, ma non lo sperava più di tanto.

Beh, quanto avrebbe dovuto aspettare?

Decise che si poteva ingannare il tempo parlando…

-          D’accordo Karen, come vorresti farlo?

Lo sguardo costernato di lei era una conquista seconda solo alla furia del Prefetto dei Grifoni e al disappunto di sua sorella maggiore.

-          C…c-come? – chiese preoccupata

-          Beh, davanti, dietro… sul letto, sul pavimento… fuori?

Lei guardò fuori nel buio e sbarrò le iridi: fuori?

 

Era lecito ridere? Nel senso, ridere di una persona che viene a chiederti di fare l’amore e non sa neppure come?

Gardis aveva nella sua sterminata biblioteca una copia del Kamasutra? Ne dubitava… ad ogni modo, qualcuno avrebbe dovuto prestargliela per spiegarle un paio di cosette; nonostante il Ministro della Magia e la sua bella moglie non facessero altro che sfornare figlie a ripetizione, rigorosamente femmine, forse si erano dimenticati di raccontare qualche cosuccia a quelle che ormai aveva passato l’età della culla.

 

-          Penso… beh, credo… sul letto – tentò lei dando una risposta a caso come se fossero ad un gioco a premi

 

A quel punto non potevano chiedergli di non ridere perché non ci sarebbe riuscito.

Per quanto lo riguardava sarebbero andate bene anche le altre proposte.

Perché le vergini diventavano dei grattacapi così difficili? Prima o poi avrebbe dovuto chiedere a sua sorella quali fossero i suoi sogni proibiti almeno si sarebbe fatto un’idea nel caso un giorno avesse dovuto “seriamente” prendere in considerazione l’idea di portarsene a letto una. Non era detto che la sua unica esperienza con loro rappresentasse la totalità…

 

Karen giunse le mani in grembo e arrossì colpevole, poi si portò la mano sinistra alla bocca e cominciò a mordicchiarsi nervosamente le unghie dell’indice e del pollice: a giudicare dalle manine curate, non era una pratica abituale.

 

Lui si alzò in piedi un attimo per guardare fuori e decidere il da farsi, ovvero il modo migliore per liberarsi di lei.

Poi qualcosa lo colse e la sua testa girò di scatto verso la bionda che si guardava appena il dorso della mano.

Accanto all’unghia dell’indice stava una minuscola macchiolina di sangue, probabilmente era stata così nervosa da farsi addirittura del male, ma… Leonard avvertì nitidamente l’odore salino e rugginoso e le iridi si dilatarono all’improvviso mentre la pupilla da nera diventava rossa e in un balzo improvviso, si lanciò sul letto afferrandola per il polso e leccando la ferita appena accennata.

 

Non avrebbe dovuto, ma ormai la sua razionalità stava scomparendo.

Non doveva, non doveva fare niente di ciò che faceva di solito, no!

Ma come poteva resistere? Era praticamente digiuno, era solo in una stanza e aveva sentito distintamente l’odore del sangue.

Era la cosa peggiore che quella sciocca e avventata ragazzina avesse potuto fare, seppure involontariamente aveva scatenato la furia che era in lui.

 

Sfruttando il peso del suo corpo la stese sulle coltri bianche e verdi e cominciò a leccarle piano un orecchio e poi più giù, sempre più giù finchè non arrivò alla curva del collo, morbida e calda come quella di tutti gli esseri umani: era irresistibile.

Passò appena le labbra sulla pelle eburnea e si crogiolò nel pensiero di poter finalmente soddisfare la sete di giorni, mentre la sua mente ormai impotente protestava che non era ciò che doveva fare.

Karen si mise a singhiozzare dibattendosi mentre le lacrime rigavano le sue guance e cadevano sulle lenzuola, notò il petto che si alzava ed abbassava aritmicamente mentre lei muoveva le gambe per divincolarsi.

 

Leonard aprì la bocca, pronto per morderla, pronto per fare ciò che la natura lo obbligava a fare, per saziare la sua sete, per vivere.

Con la testa voltata dall’altra parte, Karen stava ancora piangendo non sapendo che tutto quello non era il preludio al tanto chiacchierato atto sessuale, ma a qualcosa di ben più grave e, senz’altro, di più terribile.

 

Se avesse guardato dall’altra parte avrebbe notato di canini appuntiti che facevano mostra di sé, bianchissimi e perfetti, armi di tortura e di morte.

La testa si abbassò, un millimetro dopo l’altro del cacciatore che gioca con la preda ormai catturata prima di finirla quando, all’improvviso, dietro di lui si spalancò la porta della stanza, essa sbattè con un tonfo sulla parete segnando addirittura la tappezzeria del muro e la sagoma alta e severa del Caposcuola dei Ravenclaw si stagliò nella fievole luce del corridoio con lo sguardo serio e imperturbabile, apparentemente non troppo scosso dalla scena che aveva di fronte.

-          Leonard! – quasi gridò mentre entrava nella stanza

 

*          *          *

 

Spazio autrice: ciao a tutti! Finalmente abbiamo spostato un po’ la scena della storia e tornano Leonard, Rudiger e Karen.

Qui l’attenzione l’ho focalizzata su Karen che, come la maggior parte dei protagonisti di questa storia, soffre di un bel complesso di inferiorità, solo che nel suo caso, oltre ai genitori, deve contare anche una bella e perfetta sorella maggiore… non so come mi sentirei ad avere una sorella del genere, ma avere come genitori alcuni dei salvatori del mondo magico deve essere molto frustrante, soprattutto se sei una persona comune perché ti senti sempre non all’altezza di loro.

E’ un sentimento che credo normale e, come ho specificato, ne soffrono un po’ tutti, anche Gardis, solo che lei lo dà a vedere meno degli altri.

 

Parliamo anche un po’ di Leonard che, per la prima volta, rivela qualcosa di sé.

Karen è andata da lui con una richiesta stupida uscita da chissà quale pensiero distorto e malato e lui era pronto a fare la cosa giusta, peccato che non tutto segua sempre la linea corretta e lei abbia fatto il grande e involontario errore di ferirsi.

Mi piaceva mettere un po’ alla prova Leonard, sempre così composto. Ed è anche per quello che nei chappy precedenti l’ho strapazzato un po’: in questo momento è un personaggio altamente drammatico che non riesce a controllare come vorrebbe il suo istinto di sopravvivenza.

 

Bene, a questo punto saluto tutti e, mi raccomando, ritroviamoci al prox capitolo!

Commentate numerosi! A presto un bacio,

Nyssa

 

Whateverhappened: beh, più o meno tutti hanno un segreto… quello di Kitt però è particolare, particolarissimo.

La scena della chiave mi è venuta per caso rileggendo gli incontri di Draco ed Herm alla torre, mentre per quanto riguarda i sentimenti, ormai è davvero lampante.

In questo capitolo Kitt e Gardis passano un po’ in secondo piano perché entrano in scena altri personaggi con ruoli un po’ più densi, spero che ti piaccia ugualmente e aspetto di sapere che cosa ne pensi! A presto e un bacione grande, Nyssa

PS: pensandoci Gardis ha davvero molto del carattere di Rei… forse potrei farle usare qualche saetta di fuoco…

 

Hollina: beh, Leonard non è una persona qualunque e ha bisogno di padrini fuori dell’ordinario, chiaro… mi fa piacere che cappy ti sia piaciuto, spero che sia lo stesso anche con questo! A presto, ciao! Nyssa

 

Arwen_90: per il segreto di Gardis bisogna pazientare ancora un pochino, per quello di Kitt… lo si scoprirà via via durante la storia, ma certo non lo lascerò in sospeso. Sono felice che si veda il mio impegno e mi fanno molto piacere i complimenti che mi fai ^^ Spero che apprezzerai anche questo nuovo aggiornamento, un kiss gigante! Nyssa

 

Nikki Potter: finalmente c’è la conferma di tutto, Kitt e Gardis hanno sentimenti ben più che fraterni l’uno per l’altra, ma il vero motivo per cui Kitt non dice tutta la verità a lei è che pensa ancora che sia più facile troncare un’amicizia che un amore e il suo segreto lo porterà proprio a doverla abbandonare (o così crede lui).

Gardis invece non glielo vuole dire per un altro motivo…

Non posso svelare nient’altro a proposito del segreto sennò poi mancherà tutta la suspance ed è una cosa a cui tengo.

Il mitico Blaise arriverà a momenti, quindi aspettalo che lui arriva! A presto e un bacio! Spero davvero che il capitolo ti si piaciuto,

Nyssa

 

Vavva: no no, troppo presto per il bacio. Ad ogni modo, dato che tutti nascondono un segreto in loro nella storia, bisogna approfondirli tutti e adesso è il momento di Karen e Leonard (per gli altri dovrete pazientare, dico solo che l’ultimo segreto svelato probabilmente sarà quello di Rudiger).

Come ho già detto, ho le labbra cucite sull’argomento “segreti”, quindi pazienta che tanto si scoprirà tutto.

Nel frattempo spero che ti sia piaciuto questo nuovo aggiornamento dove viene fuori il lato vampiresco e decisamente più spaventoso di Leonard.

A presto e un bacione gigante, Nyssa

 

Lord Martiya: sì, in molti potrebbero chiedere qualche consulenza, solo che ho apportato qualche modifica ai professori del Mahora, quindi non so se la cosa vale ugualmente… Ad ogni modo tornano i mostri ed i vampiri e anche Leonard sta facendo la sua parte, dopo Evangeline (ora che ci penso ci sono poche persone davvero brave in questa storia…).

Spero che il capitolo ti piaccia, aspetto il tuo commento, ciao! Nyssa

 

Killkenny: wow, addirittura un 10! Ma io non lo merito… ad ogni modo lo accetto volentieri, tu fai felice quella pazza dell’autrice della storia (ehm, la rima è orribile ma sono momentaneamente a corto di parole…).

Cosa succede adesso non riguarda più quei due, ma il fratello di lei che si rivela per quello che è per davvero…

Spero che ti piaccia il capitolo, ci sentiamo al prossimo post! Nyssa

 

DragonSlave: beh, prima o poi doveva uscire la mia analisi psicologica… dopotutto se non si facessero delle eterne piste mentali, soprattutto lei, non potrei dire che è davvero figlia di Draco ed Herm.

Comunque sono curiosa di sapere che cosa hai scoperto sull’Ungheria, mi affascinano le teorie dei lettori, a volte prendo addirittura spunto quindi vorrei che me la raccontassi, ti va?

Ehehe, se nel precedente abbiamo puntato i riflettori su Gardis e Kitt, questa volta tocca a Leonard e Karen, anche se, soprattutto Karen, è una tipetta che ritornerà parecchio, dopotutto la determinazione è quella di Neville…

Spero che ti piaccia il nuovo aggiornamento, sono curiosissima di sapere cosa ne pensi e credo che aspetterò trepidante la tua recensione. A presto e un bacione grande, Nyssa

 

Lisanna Baston: innanzi tutto ben tornata dalle vacanze! Ti invidio molto, io sfortunatamente sono dovuta rimanere a casa, ma non importa, come vedi ne ho approfittato per scrivere ^^

Ehehe, come poteva mancare una bella analisi psicologica dei miei personaggi? Mi è scappata quando avevo detto che non ce ne avrei messe, figurati se non ne infilavo qualcuna quando invece ne avevo tutta l’intenzione…

Ad ogni modo temo che anche tu, come Rudiger, dovrai pazientare un poco prima di vedere quei due darsi una mossa, ma è normale, sono entrambi frenati da segreti ben al di là delle solite cosucce, per la precisione è roba che scotta davvero.

Seraphin e Blaise torneranno presto sulla scena, cresciuti e cambiati rispetto al passato, ma torneranno.

Spero che anche questo cappy dedicato a Leonard e a Karen ti sia piaciuto, aspetto di sapere cosa ne pensi a proposito! Un bacione grande e ancora ben tornata!

Nyssa

 

_Nana_: se lo dicevi nel decimo, voglio proprio sapere cosa mi dici di Leonard in questo, anche se qui ha una scusante perché Karen l’ha involontariamente provocato col suo sangue…

Ehehe, la torre doveva tornare dopo che era stata il centro delle vicende della precedente storia, invece per quanto riguarda gli scontri… ci saranno un po’ più avanti, quando la situazione si farà decisamente più scottante.

Dimmi cosa ne pensi di questo undicesimo post, mi raccomando! A presto e un bacio, Nyssa

   
 
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