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Autore: M o o n    25/07/2014    4 recensioni
Octavian è visto da tutti come l'antipatico di turno, una feccia umana. Nessuno si sofferma a pensare al motivo di tale carattere, nessuno vuole essere suo amico.
La sua vita è composta da solitudine ed insulti, da delusioni e sofferenze, da maschere su maschere. Perchè, sì, Octavian vive di maschere. Octavian è una maschera.
Però, forse qualcuno riuscirà a bruciarle, queste dannate maschere. Le brucerà con sorrisi gentili e chiacchiere fantascientifiche. Le brucerà con un abbraccio, con una carezza.
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Octavian
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Una luce esiste per tutti
 4: Di chimica e fratellini

«Hai capito nulla della lezione di matematica?» mi chiese Katrina, mentre passava la mano nella verde erba del cortile della scuola. Mi accigliai, pensando alla lezione precedentemente avuta. Non ero stato granché attento.
Okay, non avevo per niente seguito la lezione. Katrina sorrise.
«Lo sapevo» con una risata si stesa sull’erba morbida,chiudendo gli occhi a causa del sole. Dopo una manciata di secondi in quella posizione, si puntellò sui gomiti, fissandomi. «Allora» iniziò, allungando la lettera “o” con un sorrisetto. «Chi è lei?» concluse, ammiccando.
«Lei chi?» chiesi, inarcando un sopracciglio.
«Dimmelo tu» mi rispose ridendo, senza smettere di incurvare le sue labbra in un sorriso malizioso.
«Senti, non ho idea di cosa tu stia parlando» risposi acido, sbuffando. Lei non si perse d’animo. Era testarda, eh.
«Che pensiero potrebbe averti distratto da quell’interessante lezione sull’equazioni goniometriche se non una ragazza?» mi punzecchiò, dandomi un pugno sul braccio. Io la guardai, senza parlare, limitandomi a scuotere la testa. Era completamente fuori strada.
Mi accasciai sul prato, ignorando le sue costanti domande. Il sole mi dava fastidio anche tenendo gli occhi chiusi, ma non demordevo.
Ad un tratto Katrina sbuffò. «Sei proprio odioso, certe volte» sentenziò, stendendosi accanto a me.
«Senti chi parla» risposi, serio, senza scherzare.
«Io ci provo veramente tanto ad infastidire le persone, bello» ridacchiò lei.
«Ma non si notava, sai?» risposi, sarcastico. Lei scoppiò a ridere, dandomi un pugno sul braccio.
Senza parlare più, aspettammo la fine dell’intervallo, stesi ad occhi chiusi per evitare di intercettare direttamente la luce del sole.
Mentre quella tranquillità ci invadeva, delle risate la fecero scappare via, lontano da me.
«Qui abbiamo spaventapasseri accanto al mostro di Loch Ness!»disse una voce acuta e insopportabile. Aprii gli occhi, mettendomi seduto. Davanti a me c’erano tre ragazze, due dietro capeggiate da la numero uno nella mia lista mentale di ragazze insopportabili: Drew Tanaka.
Alta, con i lineamenti asiatici, lunghi capelli neri come la pece e occhi color del ghiaccio.
disse, causando una risata nelle sue seguaci. Io respirai a fondo, evitando di risponderle. Mantenni una calma apparente, mentre dentro mi stavo figurando una sua violenta morte, per un piccolo ed insignificante incidente...
«Strano, sai?» disse Katrina, aprendo un occhio e guardando verso Drew, per poi richiuderlo.
«Cosa?» chiese Drew.
«Io vedo due mostri di Loch Ness, ma dietro lo spaventapasseri, non accanto» rispose, ghignando.
Guardai Katrina con gli occhi spalancati.
Drew inarcò un sopracciglio.
«Che vuoi dire?» chiese.
«Cervello di paglia» sentenziò Katrina, sollevandosi con un sorriso dolce ed innocente.
Drew mise le mani sui fianchi, fissando Katrina con rabbia. Sarebbe finita male.
«Mi stai dando della stupida?» chiese, con impazienza.
«Non mi permetterei mai!» rispose la scozzese, fingendosi scioccata. Io trattenni un sorriso. «Cosa te lo fa pensare?»
«Senti, carina» scattò Drew. «Non ti conviene avermi come nemica»
«Tremo» rispose Katrina, fingendosi indifesa.
Dio se era impertinente.
Drew strinse i pugni e, schioccando le dita, se ne andò, seguita dalle sue leccapiedi. In quel momento suonò la campanella, e io mi tirai su con uno scatto.
«Ti sei cacciata in un guaio» l’avvertii, senza però nascondere la mia ammirazione per lei.
«Buhu che paura» fu la sua risposta. Feci un mezzo sorriso.
«Non sei mica male, rossa» la lodai, mentre rientravamo nell’edificio.
Lei indicò la sinistra. «Mettiti in fila per gli autografi» rise, ed io scossi il capo, senza far cessare il sorriso.
 
♠♠♠
 
«Katrina» chiamai la ragazza, mentre stavamo uscendo tutti per dirigerci a casa.
«Dimmi» rispose, voltandosi verso di me.
«Come mai sono tutti preoccupati?» chiesi, riferendomi ad alcuni dei nostri compagni che erano palesemente nervosi, mentre uscivano.
Lei mi guardò come a dire “ma fai sul serio?”
«Quell’arpia ha appena detto che domani faremo verifica di chimica» mi rispose. «Ma dove hai la testa? Sicuro di star bene?» chiese, preoccupata. «Questa ragazza ti ha proprio preso, eh?»
Sbuffai. «La pianti con questa storia?»
«Che succede, allora?» continuò.
«Lascia perdere, okay?» risposi, seccato.
«Okay» rispose rassegnata, mettendosi le mani nelle tasche del giubbotto.
Il tragitto che percorrevamo ogni giorno, allietato dalle battute della rossa, fu silenzioso. Lei camminava silenziosa e tranquilla, cosa per niente da lei, considerato il suo carattere esplosivo e allegro. Io provavo a parlare, ma le parole mi morivano in gola. Nessun argomento mi sembrava adatto.
«Okay, um... ci vediamo» la salutai, arrivato a casa. Lei ricambiò il saluto e continuò a camminare verso casa sua.
«Katrina» chiamai, prima di poter frenare la lingua. Lei si fermò e si voltò verso di me. «Vuoi rimanere? Tanto per ripetere insieme» chiesi.
Lei scosse il capo. «I miei sono partiti questa mattina per lavoro, sto andando a prendere Matt e Tish a scuola e poi devo tenerli d’occhio» mi spiegò, un po’ dispiaciuta.
«Capito» dissi, infilando la chiave nella serratura.
«Perché non vieni tu?» mi propose sorridendo. Rimasi fermo un secondo, per pensarci, poi rimisi le chiavi in tasca e mi avvicinai a lei.
«Ti avviso, Matthew a Letitia sono dei terremoti» mi mise in guardia, quando riprendemmo a camminare.
«Età?»
«Sei anni»
E bruciammo la distanza che ci separava dalla scuola dei suoi fratellini.
Quando arrivammo, due bambini ci corsero incontro. Avevano tutti e due i capelli castani, ma gli stessi occhi azzurri furbi ed allegri di Katrina.
«Ciao piccoletti!» li salutò lei, scompigliando loro i capelli. La bambina, Letitia, mi  guardò e mi indicò.
«Kat, lui chi è?» chiese curiosa.
Katrina mi sorrise, prendendomi per un braccio e portandomi più vicino ai bambini. «Lui è Octavian, un mio amico» mi presentò, sorridendo.
«Io sono Letitia-Tish!» si presentò la bambina, sorridendo. Le mancava un canino, ed era davvero adorabile.
«Io Matthew-Matt» fu il turno del bambino, che sorrise mostrando due fossette sulle guance. «Sei il fidanzato di mia sorella?»
Io e Katrina ci scambiammo uno sguardo, ed io cercai di non arrossire.
«No, Matt, è solo un mio amico» rispose Katrina.
«E dov’è il fidanzato?» chiese insistendo.
«Non ho un fidanzato» rispose lei.
«Sì che ce l’hai»
«No che non ce l’ho»
«Sì invece»
«No»
«Sì»
«No»
Cercai di trattenere un sorriso, mentre i due litiganti proseguivano presi per mano davanti a noi, e Letitia mi prese la mano prima di iniziare a seguire gli altri.
«Tu sei il suo fidanzato, vero?» mi chiese, sottovoce.
«No, sul serio»
«Invece sì»
«Ti dico di no»
«Siete una bella coppia»
«Non siamo fidanzati»
«E allora vi faremo fidanzare»
Ebbene, il quel momento trovai qualcuno più rompiscatole di Katrina.
 
                                                           
♠♠♠

 
Erano quattro ore e mezza che ripassavamo chimica, eppure non mi sembrava così tanto...
Eravamo nella camera di Katrina, dalle pareti bianche e azzurre. Su di esse c’erano poster di serie televisive, band che non avevo mai sentito, ma che sembravano forti, e un quadro che rappresentava lei da bambina a cinque anni, seduta su un’altalena nel giardino di casa sua, in Scozia. Poggiata alla parete c’era una libreria piena zeppa di volumi e, accanto ad essa, una scrivania con un computer, delle casse e qualche foglio sparpagliato. Il suo era un letto matrimoniale, con un piumone decorato con immagini di Londra. Era davvero una bella stanza.
Ogni quarto d’ora esatto – sul tempismo non hanno niente in comune con la sorella -  Matt e Tish venivano a trovarci, chiedendoci se eravamo fidanzati. Quando rispondevamo “no”, Matt spariva, ma Tish rimaneva ancora qualche secondo, fissandomi, per poi dileguarsi.
Avevano provato a chiuderci dentro insieme, ma Katrina era intervenuta in tempo, prendendo la chiave e mettendosela in tasca.
Dopo l’ennesima visita dei fratellini, Katrina li chiuse nella loro camera, con le proteste dei piccoli.
«Non dovevi prenderti cura di loro?» chiesi, guardandola rientrare in camera.
«Staranno bene» rispose, riprendendo il libro.
 
Dopo quasi un’altra ora di studio, finalmente ritenemmo necessario chiuderla lì con la chimica.
«Speriamo bene» disse lei, sospirando di sollievo.
Andò ad aprire la porta della camera dei suoi fratelli, e loro si precipitarono fuori urlando cose come “libertà!” “la strega cattiva ci ha liberati!” e corsero lontani dalla loro stanza. Katrina scosse il capo, rassegnata.
«Be’» iniziai. «È stato bello studiare insieme»
“è stato bello studiare insieme?” vero quanto volete, ma non potevo dire qualcos’altro? No, ovvio.
«Eh già» rispose lei.
«Be’, io vado...» le comunicai.
«Guarda che se vuoi puoi rimanere» mi disse, guardandomi negli occhi.
«Devo sistemare un po’ di cose, grazie comunque» rifiutai.
«Va bene»
Mi accompagnò alla porta. I bambini arrivarono subito.
«Te ne vai?» chiese Matt. Io annuii.
«Ma lo dai un bacio a mia sorella, prima?» chiese Tish.
«Sparite, caccolette» ordinò Katrina.
«No!» risposero tutti e due.
«Ho le chiavi del ripostiglio» disse lei, con tranquillità.
I bambini corsero via urlando “strega cattiva! Strega cattiva!” e si andarono a nascondere, spaventati.
«Rompi scatole come la sorella» la punzecchiai, e lei mi diede un pugno sul petto, in tutta risposta.
«A domani» la salutai.
«A domani» rispose, dolcemente, ed io mi avviai lungo la strada per casa mia.
 

Luna’s Corner

 
Forse se faccio finta di niente… non si accorgeranno del ritardo.
Ebbene sì, popolo di EFP! I’m still alive!
Ho avuto un periodo di “che accidenti scrivo nel quarto capitolo?” e un periodo di “Perché la connessione internet è così lenta?”
Prendetevela con la connessione internet c:
COOOOOMUNQUE!
Questo è tutto ciò che la mia mente ha partorito. Non vi dico i dolori del parto. Non immaginate nemmeno…
Fa il suo ingresso Drew Tanaka, l’odiosissima Drew ew. Katrina sa gestire bene certa gente, come potete vedere ee
Che succederà poi con Drew? Huhuh
Lasciamo stare Drew… e concentriamoci sulla famigliola di Kat! Non sono adorabili Tish e Matt? *^*
Piccoli Octrina shippers *^*
Eeeeeeeee………..niente. Ho finito, credo c:
Alla prossima!

Luna

 
  
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