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Autore: lady lina 77    05/09/2008    3 recensioni
Seguito de 'Il mio destino'. Mio caro e smemorato marito, grazie perché, anche se ti dimentichi sempre di tutto, non scordi mai di rendermi felice, grazie perché oggi sei qui con me e la nostra futura bambina… Già, hai capito bene, lei sarà un’altra principessa, lo scoprirai fra pochissimo! Grazie perché stai rendendo questa notte magica, come l’ho desiderata per nove mesi. Solo io, te e le nostre bimbe. Perché ti amo. Perché so che senza di te non potrei vivere nemmeno un giorno.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gourry Gabriev, Lina Inverse, Amelia, Zelgadis Greywords
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ed eccomi, tornata dalle vacanze ispiratissima (in maniera angst ovviamente) e pronta con un nuovo aggiornamento. Era da un po’ che in effetti questa storia non andava avanti… Grazie a tutte per i commenti (continuate a farli, mi raccomando) e speriamo che il pc della mia sister si sistemi in fretta in modo che anche lei possa aggiornare…

 

Le sue bambine erano stupende, buone, educate, forse più mature della loro età, soprattutto Lily. Eppure… avevano uno strano ed inquietante tempismo nel mettersi a fare i capricci proprio nei giorni in cui lui era meno propenso a sopportarli.

Quella mattina erano insopportabili! Amelia aveva disposto per lui ed i figli una saletta appartata, lontana dal grande salone dei banchetti dove c’erano troppo rumore e confusione per dei bambini così piccoli ma Lily ed Amy erano comunque intrattabili. La figlia maggiore se ne stava imbronciata a tavola, con le mani sotto al mento, decisa, per qualche strano ed inspiegabile motivo, a non toccare la colazione. La seconda non stava ferma un attimo e tentava in ogni modo di attirare la sua attenzione frignando e dandogli delle sberle sul braccio. Probabilmente era l’ambiente nuovo che le agitava o forse era semplicemente normale che delle bambine piccole facessero i capricci di tanto in tanto però… indipendentemente da tutto, quella mattina non era dell’umore adatto per assecondarle. Già… nella testa… solo quell’immagine… Lina… L’aveva sognata o era stato tutto reale? Non riusciva a smettere di chiederselo e quel giorno l’avrebbe scoperto. A qualunque costo.

Improvvisamente un dolore acuto al braccio lo colse, destandolo di botto dai suoi pensieri. Si voltò e vide Amy aggrappata a lui, che lo mordeva. L’aveva già fatto in passato per attirare la sua attenzione ed in quell’occasione le aveva spiegato che era una cosa che non doveva fare. Ma quella mattina era poco propenso a fare il genitore paziente ed indulgente, quella era decisamente la goccia che faceva traboccare il vaso. Scostò di scatto la bambina da lui e le diede una sonora sculacciata sul sedere. “Ora basta!”.

Amy sussultò sorpresa. Era la prima volta che il padre la picchiava! E dopo tre secondi si mise a piangere disperata, nonostante il padre l’avesse colpita relativamente piano.

Lily allontanò da se il piatto della colazione e si mise a piangere anche lei, colpita dal gesto del papà e dopo un attimo anche Alex si unì al coro.

“BASTA!!!”. Lo spadaccino picchiò con forza il pugno sul tavolo, poi prese Amy di forza e la rimise sulla sua sedia. “Ora voi due la smettete di piangere e vi mettete a mangiare. SENZA FARE STORIE!!!”.

Le bambine lo fissarono singhiozzanti e poi ripresero a piangere, più forte di prima.

Gourry sbuffò esasperato, senza trovare la forza per imporsi loro. Succedeva sempre così, bastava che piangevano tutti e tre contemporaneamente ed andava in panico!

“Gourry, hai bisogno di una mano?”. Stella entrò nella stanza con un sorriso radioso sul viso fresco e riposato.

Lo spadaccino sorrise. Finalmente qualcuno di buon umore! “E’ una giornata no” – biascicò fra i pianti dei bambini – “oggi sono ingestibili, non so cosa fare!”.

La ragazza si avvicinò a loro e Amy le saltò in braccio continuando a frignare. “Sai Gourry, credo che siano semplicemente un po’ ‘sballati’ dall’ambiente nuovo. Si sentono spaesati. E’ normale, soprattutto nei bambini piccoli. Ormai la novità è passata, la principessa e il castello li hanno visti e quindi si annoiano. Non è casa loro e non hanno tutti i loro giochi e le loro cose a portata di mano. E quindi si innervosiscono”.

Gourry fissò i figli accigliato e poi sbuffò vistosamente. “Probabilmente hai ragione ma oggi non è giornata! Non ho tempo di stare a dargli retta mentre fanno i capricci, io… ho delle cose urgenti da fare…” – concluse pensieroso. Già, tutto ciò che voleva era cercare Amelia o Zelgadiss e chiedere loro qualcosa circa quanto gli stava frullando nella testa da quella notte. L’immagine di Lina fra la neve, con quel lungo mantello continuava a danzargli davanti agli occhi… Era lì davvero? Eppure gli sembrava così impensabile che forse poteva essere a pochi metri di distanza da lei…

“Gourry?” – Stella si sedette su una sedia – “se vuoi… posso portarli fuori io i bambini. Al ritorno dalle mie missioni, il principe Phillionel mi da sempre alcuni giorni di ferie e stamattina volevo approfittarne per andare a fare qualche compera. Non mi darebbero fastidio e loro si distrarrebbero un po’, permettendo a te di fare quel che devi in tutta tranquillità! E poi ho la slitta, sarebbero riparati dalla neve e al sicuro”.

Gourry la fissò. La sua proposta cadeva a fagiolo… “Davvero? Sei sicura che non ti darebbero fastidio? Tre bambini sono difficili da gestire per chi non ci è abituato…”.

Stella annuì. “Tranquillo, a questi bimbi mi sono affezionata e sono sicura che ci divertiremo! E poi ho già fatto loro da baby-sitter durante il viaggio, sono collaudata!”.

“Io voglio andare con Stella!” – mugugnò Amy stringendosi alla ragazza.

“Anche io!” – aggiunse Lily singhiozzando davanti al piatto della colazione ancora pieno.

E Gourry decise. “D’accordo allora! Ma prima finite la colazione!”. In fondo poteva essere una buona idea che i figli si allontanassero per un po’. Non voleva che fossero con lui se davvero c’era Lina in quel palazzo perché non sapeva a cosa avrebbe portato un eventuale rincontro con la moglie. Erano passati tre anni, Lina non si era più fatta sentire ed il motivo del suo allontanamento gli rimaneva oscuro. Dubitava che gli avrebbe gettato le braccia al collo se si fossero rivisti… Prima che loro la vedessero, se davvero lei c’era, doveva capire cosa fosse successo e che tipo di persona fosse diventata… Stranamente… aveva paura… Tanta paura. ‘Eppure… è semplicemente… Lina…’. Già, in fondo doveva ‘solo’ convincersene…

Con un sospiro si alzò dalla sedia e si diresse verso la porta, salutando con un cenno della testa Stella. “Ti ringrazio, mi stai facendo davvero un favore”. Poi si chiuse l’uscio dietro le spalle e con passi veloci e gli strilli di Lily ancora nelle orecchie, si diresse verso le stanze private di Amelia. Ora doveva sapere., anche se aveva il cuore in subbuglio. Se Amelia avesse negato, non aveva alcuna prova in mano per contraddirla, ma se invece gli avesse risposto che sì, aveva ragione, che Lina c’era davvero… allora che avrebbe fatto? Stranamente, benché desiderasse rivederla, capire, in un certo senso non era pronto. Una volta fra loro due bastava uno sguardo per capirsi ma l’abbandono e una lontananza di tre anni da lui e dalle bambine che INSIEME avevano messo al mondo avevano fatto crollare tutte le sue certezze…

A grandi falcate percorse gli eleganti corridoi del palazzo di Saillune. Aveva il cuore in subbuglio. Fuori continuava inquietantemente a nevicare fittissimo e la situazione quella mattina sembrava ancora più critica, poteva constatarlo dalle finestre che sorpassava nella sua camminata frenetica.

Senza che se ne accorgesse, si ritrovò davanti alla porta della sala delle udienze della principessa. Amelia era lì, sentiva distintamente il suo vociare con una cameriera. Fece un profondo respiro e poi bussò alla porta. Il bello veniva adesso…

“Gourry, ciao!!!” – esclamò allegramente la principessa, seduta dietro ad una grossa scrivania su cui erano cosparse centinaia di carte.

Era già elegantemente vestita e pettinata, pronta ad affrontare una nuova giornata piena di doveri. Dentro di se lo spadaccino sorrise. Ne era trascorso di tempo da quando l’aveva conosciuta ed Amelia era ormai lontana anni luce dalla ragazzina goffa che saltava giù dagli alberi in pose stranissime e che gli propinava ogni cinque minuti qualche discorso astruso sulla giustizia… “Ecco io… potrei disturbarti un attimo?”.

La principessa annuì e, dopo aver fatto cenno alla cameriera di uscire dalla stanza, lo fece accomodare. “Dimmi pure! C’è qualcosa che non va? Hai una faccia talmente sconvolta…”.

Gourry scosse la testa. “Nulla di che… Sono i miei figli. Stamattina mi hanno distrutto!”.

Amelia fece un sorriso amaro. “Già, capisco! Non dev’essere facile da solo, con tre bambini piccoli…”.

Lo spadaccino sollevò le spalle con noncuranza. “A dire il vero, se sono tranquilli ce la faccio benissimo, ormai ci ho fatto l’abitudine. Anche se l’assenza di una madre pesa sempre come una tonnellata, ormai abbiamo raggiunto un certo equilibrio…”.

“Si, capisco!”. Amelia strinse le mani a pugno, nervosa. “Comunque, di cosa avevi bisogno?”. Il suo sesto senso le suggeriva che quella non sarebbe stata una conversazione piacevole…

Gourry prese un profondo respiro. “Ecco io… stanotte… non ho dormito molto… Alex continuava ad essere agitato e per tranquillizzarlo l’ho portato un po’ a passeggio per i corridoi. E ad un certo punto, guardando fuori dalla finestra, fra la neve del giardino interno…” – la sua voce si fece tremolante – “ecco… a me… è parso di vedere… Lina… forse… forse è stata solo un’allucinazione ma…” Sollevò lo sguardo per vedere l’espressione dell’amica e rimase sorpreso di trovarla tesa ma allo stesso tempo per nulla sorpresa. “A… Amelia?”.

La ragazza distolse lo sguardo da lui. Preoccupata e allo stesso tempo sollevata per il fatto che l’amico avesse scoperto tutto. “No Gourry, non è stata un’allucinazione. L’hai vista davvero!”. In quel momento si odiò per aver tradito la maga ma quella notte aveva avvertito Lina circa il fatto che non l’avrebbe coperta se si fosse fatta scoprire da lui e così stava facendo. Non gli andava di mentire a Gourry dopo tutto quello che stava passando e allo stesso tempo non gli andava di aiutare Lina dopo quello che aveva fatto. Gourry era sempre stato un tipo leale e si meritava rispetto e chiarezza. Da lei e dalla madre dei suoi figli che stava crescendo da solo e senza piangersi addosso. Era giunto il momento per Lina di affrontare le proprie responsabilità!

Lo spadaccino, a quella rivelazione, non riuscì a trovare nemmeno la forza per una reazione forte. Si limitò ad impallidire in volto e a respirare quasi affannosamente. “Cosa…? E… e…?”.

Il volto di Amelia si fece cupo. “Sono alcuni mesi che è qui. Sapeva del cambiamento climatico in atto ed è venuta da me per chiedermi l’accesso alle biblioteche e ai laboratori di palazzo prima che cominciasse questa storica nevicata. Voleva studiare e capirne conseguenze e soluzioni. Quando l’ho rivista sono rimasta di sasso, erano praticamente quasi tre anni che non dava notizie di se e la sua apparizione così, all’improvviso, mi ha lasciata di stucco. Era troppo, anche per Lina!”.

“E cosa ti ha detto?” – chiese Gourry in tono piatto e privo di sentimento.

La principessa scosse la testa. “Nulla di te e delle bambine. A dire il vero bisogna strapparle qualche parola con la forza se si vuole fare una conversazione con lei. Diciamo che… è piuttosto taciturna e chiusa, non abbiamo praticamente quasi mai parlato. E’ cambiata e non so nemmeno io il perché. Sembra fredda, arrabbiata, improvvisamente inaridita… E la Lina che conoscevamo noi non era così! Ma ti giuro Gourry che ieri non volevo tenerti nascosto nulla ma la tua visita, così all’improvviso, mi ha spiazzata!”.

Gourry la zittì con un gesto gentile. Ora capiva il perché del suo comportamento strano del giorno prima. “Non è colpa tua, non c’è problema Amelia”. Poi si alzò risoluto dal tavolo. “Ora lei dov’è? VOGLIO vederla!”.

Amelia si alzò dalla sedia. “Ti ci accompagno, si trova nell’ala destinata agli studi magici e alle biblioteche segrete. Non è facile arrivarci visto che la maggior parte delle stanze in cui lei si muove si trovano nei sotterranei”. Si avviò verso la porta ma poi si bloccò di scatto, voltandosi verso l’amico. “Ah Gourry, dimenticavo! Lei sa che tu sei qui. Ieri sera, probabilmente dopo che tu l’hai vista, ci ho parlato e gliel’ho detto. Non mi sembrava particolarmente colpita dalla cosa e forse il vostro incontro sarà tutt’altro che rilassato. Volevo avvertirti!”.

“Me l’immaginavo!” – rispose Gourry senza scomporsi. Il tempo delle illusioni era finito. Lo sapeva più che bene anche lui, senza che la principessa glielo ricordasse. Eppure era così difficile accettarlo… Lei era Lina, la SUA Lina… Quella che per anni gli aveva regalato un sorriso al suo risveglio, quella con cui aveva riso e scherzato, che aveva abbracciato, che aveva amato nella casa che insieme avevano costruito, quella che gli aveva dato due figlie che insieme avevano voluto, quella insieme alla quale in ogni posto e situazione si sentiva sicuro e a proprio agio. A loro due bastava uno sguardo per capirsi una volta ed ora, davanti alla prospettiva che tutto fosse diverso, in un certo senso provava la voglia di girare i tacchi e scappare nella sua stanza, o correre dietro a Stella e ai suoi figli, da qualunque parte purché non da lei. Ma non poteva tirarsi indietro, non ora! Per le sue figlie soprattutto, per poter dare loro delle risposte un giorno… Era stordito e stranito mentre percorreva quelle scale e quei corridoi, la realtà attorno a lui pareva ovattata ed irreale. Amelia gli aveva detto com’era Lina adesso ma lui, lui come avrebbe reagito davanti a lei e ad un eventuale comportamento scostante? Le sue reazioni in un certo senso lo spaventavano, aveva paura di perdere il controllo davanti a lei, alla quale MAI avrebbe torto un capello…

Percorsero il giardino in silenzio e poi scesero delle scale in pietra che portavano ai sotterranei. Probabilmente quello era lo stesso percorso che Lina aveva fatto la notte prima, dopo che lui l’aveva vista…

Amelia lo accompagnò in un lungo e spoglio corridoio dove alle pareti di pietra non c’era nulla fuorché delle torce che illuminavano il loro cammino. Era un posto in un certo senso tetro, così diverso dall’immagine felice e solare che lui conservava di Lina.

“Io mi fermo qui!”. La principessa si bloccò all’inizio del corridoio, pronta a tornare indietro. “Prosegui dritto fino in fondo e poi, all’ultima porta, fermati e bussa. Lei è lì. Ora è una cosa vostra ed io è meglio che tolga il disturbo”.

Gourry si sentì gelare il sangue. Ora veniva il brutto. Annuì con la testa, senza trovare fiato per ringraziarla e salutarla e poi rimase diversi istanti fermo ad osservarla allontanarsi. ‘Coraggio Gourry, vai! Non sei tu che hai sbagliato e non hai nulla da temere. Già… posso camminare a testa alta io!’. Eppure, pur tentando di auto convincersi che non c’era nulla di cui aver paura, ne aveva. E tanta.

Dopo l’indecisione iniziale, prese il coraggio e proseguì nel più assoluto silenzio fino alla porta indicatagli da Amelia. Era giunto il momento, era ora di rivederla e di ottenere le risposte che da tre anni cercava. Eppure sembrava tutto così complicato, anche decidere se bussare o entrare senza tante cerimonie in quella stanza…

Dentro sentiva dei rumori leggeri ed ovattati, segno che lei era lì e che stava lavorando. E alla fine si decise. Mise una mano sulla maniglia, l’abbassò e spalancò la porta.

Uno strano calore lo accolse. La stanza era cupa e spoglia ma dentro faceva decisamente caldo. O forse, semplicemente, era il suo cuore che batteva troppo forte da fargli avvertire un calore che in realtà non c’era. C’erano solo un tavolo pieno di boccette ed una sedia, un letto contro la parete e null’altro. Eccetto lei, seduta, che lo fissava con occhi penetranti e totalmente inespressivi.

Non sembrava ne sorpresa ne turbata, semplicemente, in silenzio, continuava a guardarlo. Finalmente ce l’aveva lì davanti. I suoi capelli erano ancora lunghi e rossi come il fuoco, i suoi occhi grandi e profondi, il viso sembrava apparentemente lo stesso così come la sua corporatura, esile e minuta come al solito. Solo la sua espressione seria tradiva qualche anno in più ma per il resto nulla sembrava cambiato. Eppure quello sguardo tanto penetrante lo bloccava. Non era di Lina, non gli apparteneva. Cosa voleva dire?

La maga si voltò verso le ampolle sul tavolo, riprendendo a lavorare e smettendo di fissarlo. “Spero che tu…” – disse a voce bassa – “non sia venuto fin qui a disturbarmi solo per fare la bella statuina. Altrimenti potevi risparmiarti la fatica di chiedere ad Amelia di condurti fin qui!”.

Allo spadaccino si gelò il sangue. Cos’era quel tono piatto, privo di sentimento, privo di tutto, compresi tre anni di lontananza senza una spiegazione? Chi era quella donna? Perché fisicamente si, assomigliava a Lina, ma per il resto era come se fosse un’estranea. Non un saluto, non un’espressione dispiaciuta o sorpresa, niente di niente. Come se in quella stanza non fosse entrata altro che una zanzara da schiacciare… “I… io…”. Non riusciva a parlare e si sentiva dannatamente stupido per questo. Avrebbe avuto il diritto di GRIDARE ed invece stava facendo la figura del fesso e della bella statuina, come aveva detto Lina.

“Cosa vuoi?” – tagliò corto la maga. “Se non hai niente da dirmi sei pregato di andartene e di lasciarmi lavorare. Sono occupata come puoi vedere!”.

“E’ tutto qui quello che hai da dirmi?” – riuscì a biascicare a fatica lo spadaccino.

La maga lo liquidò con un’alzata di spalle. “Si! Dopotutto sei tu che mi hai cercata, mica io!”.

“Tre anni…” – tutto d’un tratto Gourry si sentì forte, per la rabbia e per quel comportamento da parte di lei che lo irritava terribilmente – “te ne sei andata senza dire nulla per tre anni e ora pretendi che sia IO a darti spiegazioni circa la mia presenza qui?”.

Lina sospirò e si alzò dalla sedia avvicinandosi a lui. “Cosa vuoi che ti dica? Che mi dispiace? Che sono pentita? Se vuoi posso anche dirtelo ma ti prenderei in giro perché io sono convinta della scelta che ho fatto e la rifarei altre mille volte se fosse possibile tornare indietro. Quindi se sei venuto qui per improbabili riappacificazioni o per scoprire il ‘grandioso’ segreto che si cela dietro il mio allontanamento, mi spiace ma te ne andrai a mani vuote. Noi non torneremo insieme e io NON ti devo alcuna spiegazione”. Si voltò e si risedette alla sua sedia. “Ed ora, visto che ho anticipato tutto quello che presumibilmente volevi dirmi ma che non hai detto perché sei un codardo, puoi anche andartene, la conversazione è finita per quanto mi riguarda!”.

Gourry rimase di sasso di fronte a quelle parole e all’arroganza con cui erano state pronunciate. E non trovò la forza di dire altro. Voleva scappare lontano da lei e da quella stanza… Parlarle era stato più devastante di tre anni passati da solo. Indietreggiò di qualche passo e poi, dopo aver preso la direzione della porta e senza aver trovato il coraggio di dirle alcunché, scappò via lontano. Stava facendo la figura dell’idiota, lo sapeva, ma non poteva farci nulla, non ne aveva la forza, Lina l’aveva annientato. ‘Lily, Amy, mi dispiace… Non ci riesco’.

Corse, per i sotterranei, attraverso il giardino, negli eleganti corridoi del palazzo di Saillune. E quando raggiunse la sua stanza, si gettò sul letto esausto. Gli occhi gli bruciavano e il suo respiro era affannoso. ‘Lina… perché? Tu non sei così, cosa ti è successo?’. Era scappato come un bambino e se ne vergognava ma non era pronto a lei, non a questa nuova Lina che nulla aveva a che fare con quella dei suoi ricordi.

Ed improvvisamente si sentì stanco, terribilmente stanco e chiuse gli occhi addormentandosi. Sperando che tutto non fosse stato altro che un sogno, un orribile sogno. Ma sapeva che non era così, che svegliandosi quella realtà l’avrebbe travolto di nuovo. Eppure, in quel momento, anche se solo per poco, voleva sfuggirvi dormendo… Era solo, i suoi figli erano fuori e forse per qualche ora avrebbe potuto dedicarsi solo a se stesso. Dormì, tanto e profondamente, isolando fuori da quella stanza tutto ciò che lo faceva stare male…

 

**********************

 

“Gourry! GOURRY???”.

Lo spadaccino spalancò di scatto gli occhi e si ritrovò davanti Stella. “Co… cosa c’è?” – chiese frastornato.

La ragazza sospirò. “Pensavo fossi morto, ho bussato un sacco alla tua porta e quando ho visto che non rispondevi sono entrata. E dormivi tanto profondamente che sembrava non respirassi nemmeno… Ci ho messo un sacco a svegliarti!”.

Gourry si prese la testa fra le mani, realizzando perché si trovasse a letto a quell’ora e gli avvenimenti di quella mattina. Ok, era decisamente ora di darsi una sistemata e di alzarsi da lì. E soprattutto di smetterla di piangersi addosso! Stella era tornata e anche i suoi figli quindi. “Ma che ore sono?”.

Stella si sedette sul letto accanto a lui. “Mezzogiorno passato ormai. Stamattina è andato tutto bene, i bambini si sono divertiti e ora sono decisamente più tranquilli. Ora sono nella sala da pranzo insieme agli altri e ti aspettano”. Poi lo fissò meglio in volto e… “Ma a te cosa è successo? Hai una faccia che sembra che ti abbia calpestato una mandria di buoi! Va tutto bene?”.

Lo spadaccino la guardò in viso. Stella era così gentile, con lui ed i suoi figli. Era stata più attenta e premurosa verso i suoi piccoli lei che Lina che ne era la madre. Di due di loro almeno! E capiva anche i suoi stati d’animo, cosa che a Lina, poche ore prima, DECISAMENTE non era riuscita. Stella era dolce, gentile, allegra e solare, l’esatto opposto di sua moglie. E pensava anche agli altri oltre che a se stessa, cosa che la rendeva ancora più bella di quanto non fosse già ai suoi occhi. Se Mikal, qualche sera prima, non li avesse fermati, allora… Stella era pura, candida, con pochi difetti e di queste cose aveva bisogno. Per allontanare Lina e i sentimenti negativi che aveva risvegliato dal suo cuore. Allungò le braccia e la attirò a se, non incontrando alcuna resistenza da parte della ragazza. Erano soli, ora niente e nessuno poteva disturbarli… “Io… io ti voglio Stella. Anche se so che è sbagliato e che tu meriti di meglio… ti voglio e non posso farci niente!”.

La ragazza raggiunse le labbra dello spadaccino con le dita, accarezzandole piano e stendendosi con lui sul letto. “Non c’è nulla di sbagliato” – bisbigliò – “Se l’istinto ci guida, allora non possiamo far altro che piegarci al suo volere. Senza promesse o impegni per la vita, anche solo per una volta se questo ci fa piacere. Anche io ti voglio Gourry Gabriev!”.

Lo spadaccino si rimise seduto sul letto, stringendola a se e prendendo ad accarezzarle la schiena ed i fianchi piano, godendo attimo per attimo di quella pelle candida e liscia. Già, così poteva andare più che bene, una sola notte e senza nessun impegno da parte di entrambi… Non sapeva perché la volesse, se si trattasse si attrazione o semplice voglia di ferire Lina come lei aveva ferito lui, sapeva solo che la desiderava… ‘E poi… piace anche ad Alex e alle mie bambine… Che male c’è?’.

Stella si rialzò leggermente, cingendogli il collo con le braccia ed avvicinando le labbra alle labbra di lui. Pochi millimetri e…

“Papà!!!”.

Gourry si rialzò di scatto, scostando da se con poca eleganza Stella. Tutto si sarebbe aspettato ma non di sentire quella voce. Preso alla sprovvista, mentre il panico si impadroniva di lui, guardò verso la porta ora aperta, trovandosi di fronte Lily ed Amy.

Stella si rialzò di scatto dal letto e Gourry schizzò verso le figlie. Amy lo guardava perplessa mentre l’espressione di Lily sembrava un miscuglio fra rabbia e paura…

Lo spadaccino si inchinò davanti a loro, non sapendo cosa dire. Evidentemente le due bambine si erano stufate di aspettarlo in sala pranzo ed erano venute a cercarlo. “Io… io ecco… io e Stella stavamo… parlando…”. Si sentiva incredibilmente, enormemente stupido a raccontare quella che più che evidentemente era una bugia.

Ed infatti Lily sollevò lo sguardo verso di lui e lo fissò in modo risoluto. “Non stavate PARLANDO!”.

“Era un bacio!” – aggiunse Amy stringendosi alla sorella.

Gourry divenne bordò e, dopo aver fatto a Stella cenno con la testa di allontanarsi dalla camera, cercò un modo per affrontare le sue due figlie. Ciò che era appena successo NON sarebbe mai dovuto accadere, non a quel modo almeno. Improvvisamente si sentì in colpa verso di loro e, stranamente, anche verso Lina  e la famiglia che loro erano stati. “Sentite… a volte capita che gli adulti…”.

Lily si scostò bruscamente da lui e poi corse per il corridoio seguita dalla sorellina minore. Non voleva sentire cosa aveva da dirgli suo padre. Improvvisamente Stella non gli piaceva più, improvvisamente era diventata un’intrusa in quello che da sempre, per lei, era stata la sua famiglia. Da quando partivano i suoi ricordi, erano sempre stati lei, Amy e suo padre. E poi Alex, solo Alex. Nella loro famiglia bastavano loro, non voleva nessun altro.

Corse verso la sua cameretta e con Amy ci si chiuse dentro piangendo. Era così incredibilmente arrabbiata che anche la sorellina, percependo i suoi sentimenti, si mise a piangere senza capirne bene il perché…

“Bambine!”. Gourry entrò nella stanza e si avvicinò loro piano, accarezzandogli i capelli. “Mi dispiace… Non volevo farvi del male…”. Sincerità. Ecco quello che decise di usare. Era inutile mentire o raccontare loro storielle, le sue figlie non se lo meritavano e non poteva pretendere sincerità da loro se lui stesso non era sincero. Loro avevano visto, che senso aveva negare per confonderle? “Ascoltate… io… noi adulti abbiamo bisogno a volte di avere una compagna adulta vicina…”.

Lily distolse lo sguardo da lui piangendo. “Te ne andrai anche tu come la mamma! Preferirai Stella perché è ‘adulta’ e noi resteremo da soli”. Si aggrappò a lui con forza, singhiozzando. “Non voglio nessuno con noi. Papà rimaniamo solo noi, non voglio che vai via anche tu!”.

“Nemmeno io!” – aggiunse Amy stringendosi a sua volta a lui.

E in quel momento Gourry capì. Come e cosa dire a Lina, il PERCHE’ fosse tanto arrabbiato con lei. Non erano tanto l’abbandono, il fatto di essersene andata senza lo straccio di una spiegazione e la minima preoccupazione per loro, quelle cose ‘forse’ avrebbe anche potuto superarle se avesse saputo il vero motivo della sua partenza. Lui era arrabbiato perché da quando lei se n’era andata, aveva reso insicure le sue figlie. Amy e soprattutto Lily vivevano nel terrore che anche lui se ne andasse, di rimanere sole definitivamente. Per questo, sempre e comunque, avrebbero visto come un intruso chiunque si fosse intromesso nella loro famiglia. E come dare loro torto? Se la loro madre se n’era andata, perché non avrebbe potuto farlo anche lui? Certo, poteva giurarglielo che mai le avrebbe lasciate, amarle e dedicarsi completamente a loro ma niente e nessuno gli avrebbe tolto quell’insicurezza di cui Lina era la causa.  Ora davvero sapeva cosa dire a sua moglie. E non avrebbe aspettato un minuto di più! “Io non andrò via da voi. MAI! Siete i miei tesori e non amerò nessuno come amò voi ed Alex!”. Sorrise e le prese in braccio. “Sarei perso senza di voi, come farei da solo, imbranato come sono! Ho bisogno delle mie principesse io! Forse un giorno capiterà che arriverà qualcun altro nella mia e nelle vostre vite e voi dovrete imparare ad accettarlo ma questo non cambierà niente fra noi. Le persone grandi… adulte… hanno bisogno di stare anche con altre persone grandi. Lo capirete anche voi quando crescerete e ve ne andrete per la vostra strada”.

“Ma io non voglio andare via, io voglio restare per sempre con te!” – singhiozzò Lily stringendosi a lui.

Gourry sorrise prendendola in braccio. “Ne riparleremo… fra dieci – quindici anni”. Si rialzò e, dopo aver rimesso a terra la figlia maggiore ed averla presa per mano insieme ad Amy sospirò. Le sue figlie sembravano più tranquille adesso. “Ok, ora che ne dite se andiamo a mangiare?”.

“Siiiiiii!” – esclamò Amy divertita – “c’ho fame papà!”.

“E Stella?” – obiettò Lily.

Gourry si voltò verso la figlia e le strizzò l’occhio. “Ci penseremo dopo! Ora voglio pranzare e stare un po’ con voi, per le ‘fidanzate’ ci sarà sempre tempo!”.

Lily sorrise. “Meno male, credevamo che volevi stare con Stella perché stamattina abbiamo fatto le cattive ed allora non ci volevi più!”.

“Ma va!” – obiettò Gourry – “capiterà un’infinità di altre volte che mi farete arrabbiare ma non per questo, ogni volta, devo scegliermi una donna con cui stare, no?”… ‘Anche se non sarebbe male in effetti…’.

Le due bimbe scoppiarono a ridere e Gourry le condusse finalmente nella grande sala da pranzo. Ci sarebbe stato tempo dopo per sistemare le cose con Lina, magari quella sera, dopo aver messo a letto i suoi figli. Solo così, poi, sarebbe riuscito davvero ad andare avanti con la sua vita.

 

***********************

 

 

Erano passate ormai le dieci di sera e nell’oscurità la neve aveva assunto toni da bufera. Il vento soffiava e fischiava nei giardini reali del palazzo di Saillune e tutti ormai erano andati a dormire. La neve, in esterno, aveva raggiunto ormai il davanzale delle finestre del piano terra e nessuno, con quel freddo, aveva voglia di uscire per spargere dell’inutile sale. Era meglio, decisamente, starsene a letto, al calduccio sotto le coperte.

Gourry camminava silenziosamente nei corridoi bui e deserti. Probabilmente quella sera sarebbe stato l’unico ad attraversare i giardini. La sua destinazione… i sotterranei con i laboratori.

Le sue figlie dormivano e aveva finito col mettere anche Alex in camera con loro. Quella sera il figlio più piccolo era più tranquillo e si era addormentato subito, senza difficoltà. La situazione ideale per tornare a parlare con Lina. Era libero!

Quella appena trascorsa era stata una giornata strana, pesante… L’incontro con Lina, le sensazioni spiacevolissime che sua moglie aveva risvegliato in lui, l’essere scoperto dalle sue figlie in una situazione ‘imbarazzante’ con Stella… Era decisamente ora di cominciare a risolvere qualcosa e stavolta NON sarebbe stato zitto!

Durante il giorno aveva giocato coi figli come se nulla fosse e solo durante il loro riposino pomeridiano era riuscito a chiarirsi, seppur in parte, con Stella. E alla fine le aveva detto che era stato meglio così! Forse il destino ci aveva messo uno zampino a far arrivare, prima che la baciasse, le sue figlie. Stella non gli aveva chiesto nulla in cambio ma era lui che non poteva andare oltre con lei. Sbollita la rabbia con Lina gli rimaneva la tristezza ed il dolore ma non poteva permettersi anche dei sensi di colpa per essere stato con una donna solo per sfogare i suoi sentimenti negativi. Lui non era il tipo che passava allegramente da una donna all’altra senza pensieri, se stava con qualcuno era perché lo amava. Per Stella provava una grossa amicizia e simpatia, empatia forse ma ancora non poteva dire di essere innamorato di lei… Forse un giorno le cose sarebbero cambiate ma prima doveva chiarire, in un modo o nell’altro, le cose con sua moglie per quanto doloroso potesse essere tutto questo. Ciò che stava per succedere con la giovane messaggera di Phillionel era sbagliato dal suo punto di vista, significava andare contro a se stesso e a tutto quello in cui credeva. Era attratto da lei, Stella era bellissima e pulita come persona ma l’attaccamento che provava per lei era davvero frutto solo di interesse oppure c’entrava anche la rabbia verso Lina?

Voleva rifarsi una vita, era vero, ma bruciare le tappe era decisamente il modo peggiore per ricominciare.

E alla fine Stella aveva capito. Senza sapere di Lina, di cosa lo tormentasse tanto, aveva detto che amava il suo modo di rispettare le persone e forse proprio per questo si sentiva attratta da lui.

Per ora fra loro le cose restavano in sospeso così ma più avanti, chi avrebbe potuto dire cosa sarebbe successo?

A grandi falcate uscì nel giardino, in mezzo ad un gelo che neppure percepiva da quanto era teso, e poi scese le scale e percorse il lungo corridoio dei laboratori. Non si sentiva una mosca, probabilmente i maghi che lì operavano durante il giorno erano andati già a dormire. Ma Amelia gli aveva detto che Lina praticamente viveva lì sotto quindi l’avrebbe trovata…

Arrivò davanti alla sua porta e l’aprì di scatto, senza nemmeno bussare. Quella sera era davvero poco propenso ai convenevoli!

La stanza era immersa nella penombra, solo una candela sul tavolo illuminava l’ambiente. La maga era riversa a pancia ingiù sul divano, sotto ad una leggera coperta in lana. Probabilmente dormiva perché all’arrivo di Gourry rimase alcuni istanti, stordita, ad osservarlo. I suoi occhi erano arrossati e lo sguardo era stranamente perso. Ma non durò che un attimo, riprese subito controllo di se stessa.

“Gourry?”. Si rialzò dal divano e lo fronteggiò. “Cosa vuoi ancora? C’è qualcosa che stamattina ‘non’ mi hai detto?”.

Il viso di Gourry si incupì. “Io se fossi in te non farei troppo la spiritosa Lina. Non sei nella posizione adatta per farlo… Soprattutto con me!”.

Gli occhi della maga si assottigliarono. “Io non ti devo niente. Mi vuoi spiegare cosa diavolo ci fai qui?”.

Gourry si sentì nuovamente fremere di rabbia ma si impose di mantenere la calma. Urlare non sarebbe servito a nulla e l’avrebbe reso poco lucido. “Stamattina volevo una spiegazione da te, spiegazione che non ho avuto. Ora sinceramente non me ne frega più niente del perché te ne sei andata e di cosa tu abbia fatto in questi ultimi tre anni. Ora voglio solo che tu capisca cosa ci hai fatto, non tanto a me ma alle tue figlie. Te ne sei andata senza lo straccio di una spiegazione, disinteressandoti di loro e del fatto che avessero bisogno di te” – strinse con rabbia i pugni delle mani – “ed ora te ne stai qui, con la tua arroganza a dirmi che non ci devi niente! Tu non immagini nemmeno cosa siano stati questi ultimi anni per noi!”.

“Invece lo immagino benissimo” – rispose la maga tranquillamente, appoggiandosi al tavolo – “da quello che mi ha detto Amelia ti sei dato parecchio da fare… Non avevo nemmeno fatto in tempo ad andarmene che ti sei infilato nel letto di qualcun’altra! A proposito… congratulazioni per la tua nuova paternità, Amelia mi ha detto che hai ingrandito la famiglia!” – concluse gelida.

“Questi non sono affari tuoi!” – rispose Gourry con affanno. Il fatto che Lina stesse parlando di Alex lo metteva a disagio…

La maga rispose con un’alzata di spalle. “Si, lo penso anch’io! Come non sono più affar mio Lily ed Amy, ragion per cui sei ‘gentilmente’ pregato di andartene!”.

Ora basta, non ce la faceva più a trattenersi. Quell’arroganza, quella freddezza… era impossibile mantenersi calmo… “ORA BASTA!!! Tu non hai la più pallida idea di cosa hai combinato!!! Tu non lo sai che Lily ed Amy hanno il terrore costante di venire abbandonate visto il brillante esempio che gli hai dato? Lo sai che Amy non sa nemmeno che faccia hai e cosa significa avere una madre? Lo sai che Lily, la tua pulce, te la ricordi, ti cercava sempre e piangeva nei primi giorni in cui non c’eri? E lo sai che da allora non ride più come prima e c’è sempre qualcosa di triste sul suo viso?”.

Lina non si schiodò di una virgola, si limitò a fissarlo gelida. “E con questo? Non è certo colpa mia se tu non sai fare il padre e non riesci ad insegnare a ‘tua’ figlia che non può mettere il muso per ogni cosa che vuole e che non può ottenere!”.

Era troppo! Come poteva parlare così di Lily? La rabbia lo prese e la sua mano si mosse da sola. Fu un attimo e poi con un violento schiaffo la colpì sulla guancia sinistra. Mai avrebbe pensato di compiere un gesto del genere, non con Lina, ma l’istinto in quell’istante era stato più forte della ragione.

La maga sussultò e sgranò gli occhi sorpresa, incapace di reagire in qualsiasi modo. Portò la mano alla guancia colpita e lo fissò negli occhi senza trovare stavolta una parola in risposta.

Gourry invece, stupito ma non pentito dal gesto appena fatto, indietreggiò di qualche passo. “Questo chiude ogni cosa fra noi, non mi importa più niente di te! Hai ragione, non siamo un problema tuo perché tu non fai più parte della nostra famiglia. Sai una cosa? Lily alcune settimane fa mi ha detto che ti odia… Ha solo quattro anni e mezzo e ha capito di te molte più cose di me in tanti anni di convivenza. Ho fatto un errore! Quattro anni fa, quando eri prigioniera nel campo di Elmekia, avrei dovuto prendermi Lily ed andarmene, lasciandoti nelle mani di Zachary e di Xelloss. Ed invece, come un’idiota, ti ho salvato per l’ennesima volta e ho deciso di fare un altro figlio con te, non capendo che in fondo ai tuoi occhi non eravamo che giocattoli di cui ti sei presto stancata”. Gli si avvicinò, prendendole con forza la mano con cui la maga si teneva la guancia. “E per cortesia Lina, togliti dal dito la fede nuziale, sei solo un’ipocrita a continuare ad indossarla”. Le lasciò la mano, stupito di essersi accorto solo in quel momento che Lina portasse ancora al dito quell’anello che le aveva messo il giorno del loro matrimonio. E arrabbiato. Si avvicinò alla porta d’ingresso e si voltò verso di lei ancora una volta. “Tu da questo momento per me e per le bambine non esisti più! Ragion per cui, nel maledettissimo caso dovessimo incrociarci in questo palazzo, sei pregata di non rivolgermi la parola e di far finta di non conoscermi. Parlare con te mi è diventato estremamente sgradevole!”. Non aggiunse altro e non aspettò una risposta. Chiuse la porta dietro di se con violenza e, attraverso i corridoi bui ed il giardino, tornò nella sua stanza.

Lina rimase stordita ad osservare la porta chiusa davanti a se, portando nuovamente la mano ad accarezzarsi la guancia. Si era fatta male tante volte in combattimento, anche seriamente, ma stranamente, un semplice schiaffo, sembrava bruciare di più di qualsiasi  altra ferita avesse mai provato.

 

 

 

 

  
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