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Autore: la luna nera    25/07/2014    2 recensioni
In una notte umida del 1866 un giovane appartenete all'aristocrazia inglese scompare nel nulla senza lasciare alcuna traccia. La leggenda nata intorno alla sua persona passa attraverso gli anni e giunge fino ai giorni nostri per finire in un libro sugli scaffali di Aesothèria, uno dei negozi più esoterici di Londra gestito da Garrett con la sua ragazza Daisy. Qualcuno però si intrometterà nella loro vita creando non poca confusione. E questo qualcuno viene da lontano, molto lontano. Nel tempo.
L'amore riuscirà ad andare oltre le barriere del tempo?
Genere: Mistero, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
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“No-no-no-noo!! Ti prego, no!” Mel, seduta nell’auto di Daisy, scuoteva di continuo il cellulare come se quel gesto potesse evitarne lo spegnimento a causa della batteria quasi del tutto scarica.
“Ti pregoooo! Resisti ancora un po’!”  L’apparecchio lanciò l’ultimo segnale prima di spengersi definitivamente. “Morto.” Sospirò.
Aveva chattato ininterrottamente con Soren senza curarsi di tutto il resto e non si era resa conto della notte scesa attorno a lei, sola in auto in mezzo al bosco. Si guardò attorno, non c’era anima viva, udiva solo qualche animale notturno. Si faceva impressionare poco, visto che aveva a che fare con gli spiriti, però trovarsi in quella situazione la metteva un po’ a disagio. Aprì il cassetto porta oggetti e prese una piccola torcia, quella luce le diede coraggio.
Guardò l’orologio. “Ma che ore sono?...Perchè Daisy non è ancora tornata?”
Accese l’auto e si portò davanti al cancello della villa illuminando coi fari il parco.
Aprì la portiera, l’aria era piuttosto fresca quella sera. Tentò di illuminare la zona circostante per sincerarsi di non ricevere sorprese poco piacevoli. Osservò Swanlake Palace: come per incanto vide che su ogni finestra e lungo la scalinata di accesso erano comparse delle fiaccole, esattamente come quando nel passato c’erano degli eventi speciali. Sussultò, era tutto terribilmente suggestivo oltre che inquietante. Che stava succedendo là dentro?
Come un fantasma scorse una sagoma barcollante a lei familiare: Daisy stava avanzando a piccoli passi verso l’uscita.
 
La ragazza era sconvolta: nel giro di poche ore ne aveva passate talmente tante da bastarle per il resto dei suoi giorni. Era uscita dall’edificio con l’intento di staccarsi da quei luoghi che tanto significavano per lei, aveva bisogno di aria fresca per tentare di riordinare le idee e decidere cosa fare. Non appena aveva poggiato il piede sull’erba del prato del palazzo, fu colta dallo sconforto: l’amore in cui credeva davvero era giunto al capolinea. Non per colpa sua o di Edward, ma per colpa di un nemico contro il quale non v’è possibilità di vittoria: il destino. E stava  fuggendo come una vigliacca.
 
 
La verità: eccola finalmente…
L’ho cercata a lungo, l’ho sfiorata ed ora ce l’ho qui fra le mani.
Che strana sensazione di vuoto..
E’ come se non avessi più una meta verso la quale camminare, come se la terra sotto i miei piedi fosse svanita nel nulla.
Eppure dentro di me io lo sapevo, sapevo che lui era l’altro.
Tante piccole cose me l’avevano fatto capire, il mio cuore lo sentiva.
Ed ora che anche i miei occhi l’hanno visto, cosa devo fare?
Fuggire?
Si portò una mano sul cuore.
Perché sento questa fitta dolorosa?
Perché mi sento così piena di amarezza?
Guardò le sue mani, guardò l’anello.
Forse perché è tutto finito?
Edward sta per andarsene per sempre.
Stupida che non sei altro, Daisy!
Ti ci vuole così tanto a perdonarlo?
Perdonalrlo per cosa?
Per averti salvato la vita rinunciando alla propria?
Sei una perfetta stronza.
Tornerà da te sotto forma di alito di vento, te l’ha detto…
Ed è questo che vuoi?
Vuoi gettare via così le ultime ore che puoi trascorrere fra le sue braccia concrete?
 
Una lacrima uscì dai suoi occhi e le cadde in mano. Le strinse ed ingoiò l’ennesimo nodo che la stava strangolando. Alzò gli occhi annegati nelle lacrime e vide una sagoma avanzare verso di lei.
 
“Daisy!” Mel si avvicinò a passo svelto verso l’amica e l’abbracciò. “Santo Cielo, mi hai fatto prendere un accidente! Ma ti rendi conto di quanto tempo sei stat….” Si interruppe d’un botto non appena la vide in volto: aveva la faccia di chi si è visto passare davanti una vita intera, era distrutta. “Che è successo là dentro?” Chiese con un filo di voce.
La ragazza alzò lo sguardo incrociando gli occhi preoccupatissimi dell’altra. “Io… devo tornare indietro.”
“Che vuol dire? Che è successo? Perché devi tornare là?”
“Domani ti racconto ogni cosa.” Ingoiò una lacrima. “Ora torna a casa, ti chiamo io quando sarà tutto finito.”
“Finito cosa? Daisy! Daisy, torna qui!” Era già scappata. “Ah, a volte è più testarda di un mulo.” Scosse la testa, salì in macchina e tornò a casa come le aveva chiesto non prima di aver gettato di nuovo lo sguardo verso Swanlake Palace. Era preoccupata per l’amica, ma nutriva in lei una profonda fiducia e nel suo cuore sapeva che non avrebbe fatto altre follie.
 
Nel frattempo Edward era nel salone del caminetto per  prepararsi a tornare nel suo tempo. Aveva spostato tutti i suppellettili distrutti dalla furia di Millstone, voleva spazio per il grande passo che stava per compiere.
Il suo ritratto, cioè lo stargate, era stato riposizionato nella sua originale collocazione dalla quale lo aveva strappato poco dopo il suo arrivo mesi addietro. Lo fissava in silenzio con occhi pieni di amarezza.
Daisy era fuggita.
Lo odiava?
Certo, non poteva sperare che fosse entusiasta di tutte le balle che si era sentita raccontare e lui per primo si faceva schifo per essere stato falso e bugiardo nei confronti dell’unica donna che avesse mai amato.
Era giusto così in fondo: doveva pagare per tutti gli errori commessi e il momento di farlo era giunto.
Aveva fatto comparire fiaccole e candele all’interno del palazzo e in tutta l’area circostante, quelle flebili luci gli erano sempre piaciute e gli infondevano serenità, ora più che mai ne aveva bisogno. Si passò le mani fra i capelli, sistemandoli in modo ordinato per prepararsi a tornare nel suo mondo in cui doveva prestare moltissima attenzione al suo aspetto esteriore, ne andava del suo onore e del suo decoro. Si aggiustò gli abiti e si sedette infine per terra, di fronte al ritratto, in attesa dell’alba con gli occhi annegati nell’amarezza, inchiodati in quelli spavaldi dell’altro Edward che lo guardava da quella cornice.
 
Deficiente.
Stupido.
Non ne combini una giusta.
Sai cacciarti solo nei guai e mettere in pericolo gli altri.
Farà bene Millstone a farti a pezzi, non ti meriti altro.
 
Ad un tratto si sentì chiamare. Non era la voce degli spiriti della sua famiglia, ma quella più bella che potesse mai aver sentito.
Sognava? No, l’aveva udita di nuovo! Si alzò di scatto e si precipitò in cima alla scalinata: lei era lì in fondo, era tornata. Con un sorriso velato dalle lacrime.
Senza dire una sola parola si lanciarono l’uno nelle braccia dell’altra, stretti in un abbraccio che voleva spezzare le catene del tempo, che voleva andare oltre ogni limite, perché il loro amore era talmente profondo e puro da abbattere tutte le barriere, comprese quelle dello spazio e del tempo.
Edward affondò il volto nei suoi capelli corvini, incapace di trattenere le lacrime: se Daisy era tornata indietro, lo aveva perdonato. Il suo respiro era rotto dai singhiozzi, si sentiva come un bimbo piccolo che trova conforto dopo un grande spavento.
Anche lei piangeva, il suo cuore la rassicurava di aver fatto la scelta giusta: non poteva andarsene gettando via le ultime ore che poteva trascorrere con lui. Il rimorso l’avrebbe divorata in eterno. Portò una mano sulla leggera stoffa che gli copriva la schiena e cominciò a massaggiare su e giù, affondando il viso nel delicato profumo di fresca rugiada che l’aveva conquistata fin dal primo istante.
I due si guardarono in faccia con gli sguardi annebbiati dalle lacrime, Daisy gli accarezzò il viso strappandogli un sorriso.
“Davvero pensavi me ne fossi andata?”
“Avresti avuto tutte le ragioni del mondo, sono stato uno stronzo bugiardo.”
“Ho capito perché l’hai fatto…” Una lacrima scese disegnandole il profilo della guancia.
“Ma ti ho mentito e così ho tradito la tua fiducia.”
“Cosa vuoi che me ne importi? Io non voglio perderti Edward, non posso lasciarti andare così…. Ti amo troppo….”
La guardò negli occhi con un’intensità tale che sembrava scandagliarle l’anima. Avvicinò le sue labbra a quelle di lei e la baciò cercando di trasmetterle tutto l’amore che scorreva in ogni sua parte. Daisy afferrò la stoffa della sua camicia sfilandogliela dai pantaloni ed intrufolando la mano su per la schiena per accarezzare ogni centimetro della sua pelle calda e morbida. I movimenti delle dita provocarono brividi che accesero in lui un violento incendio di passione. Portò velocemente le labbra sul collo della ragazza e cominciò ad imprimervi baci sempre più desiderosi di esplodere in qualcosa di più profondo.
Il respiro di entrambi si faceva più forte attimo dopo attimo, quella era l’ultima notte che il destino concedeva loro e l’avrebbero trascorsa amandosi fino all’ultimo secondo. Non c’era bisogno di dirselo a parole, la cosa era fin troppo evidente. La strinse più forte fra le braccia, si sollevarono in aria e raggiunsero la stanza che era stata la camera da letto del ragazzo per tutta la sua permanenza nel presente.
Edward si stese sopra di lei, i loro occhi erano inchiodati gli uni sugli altri, non potevano stare lontani quella notte. Daisy afferrò i lembi della camicia e gliela sfilò in un secondo, percorrendo con le mani ogni centimetro del torace del ragazzo il quale, per tutta risposta, la liberò dei jeans con la stessa rapidità. Iniziò ad accarezzare la sua pelle calda e morbida come velluto scatenando all’interno della ragazza una miriade di sensazioni piacevoli.
Lei infilò una mano nei pantaloni di Edward, cercando, accarezzando, godendo di ogni centimetro di pelle che sentiva scivolare sotto le dita. Lui si fece scappare un piccolo gemito di piacere, un respiro, poi un sussulto. Era totalmente preda di quanto scatenato dall’essere meraviglioso che gli aveva rubato il cuore e l’anima.
Riprese a baciarla sul collo, alla base dell’orecchio, mentre la sua mano si intrufolava sotto il maglioncino facendole il solletico e spingendosi lentamente sempre più su fino a raggiungere il reggiseno. Lì si fermò, temeva di ferirla in qualche modo spingendosi oltre un limite senza il suo consenso. Daisy non ci pensava minimamente, con Edward era tutto nuovo e meraviglioso e non aspettava altro che diventare una cosa sola con lui. Si slacciò il reggiseno e afferrò la mano di lui perché con il suo calore coprisse ogni centimetro della sua pelle, perché la facesse sentire davvero donna, davvero importante, degna insomma di vivere fino in fondo quegli attimi perfetti con lui. Gli abbassò i pantaloni, senza allontanare le labbra dalla sua pelle dal profumo inebriante.
Con le gambe lo teneva ancorato al suo corpo, voleva gustarsi ogni istante restando a strettissimo contatto con lui. Prima lui, poi lei si sussurrarono un’interminabile serie di ti amo. Cos’altro potevano dirsi di più dolce e meraviglioso? In quelle due parole c’era tutto e il contrario di tutto.
Rapidamente tutti i pochi indumenti che ancora avevano addosso finirono sul pavimento. L’aria risuonava dei loro respiri, dei loro baci appassionati, delle loro carezze straripanti di amore e solo un essere insensibile poteva restare indifferente nel pensare che quelle erano le ultime ore che quei due innamorati potevano trascorrere insieme. Anche il tempo sembrava avere pietà di loro. Avvolti dalle fresche lenzuola di lino, si amarono senza curarsi di niente e di nessuno, stretti in un abbraccio più forte del destino che li voleva separati per l’eternità, persi l’uno nell’altra per non abbandonare niente ai rimpianti di un qualcosa che non sarebbe più tornato. Si amarono una, due, tre, mille volte senza pensare che l’alba era attimo dopo attimo più vicina.
 
E così fu: dalle grandi finestre iniziava a filtrare la luce del nuovo giorno, mancava poco allo spuntar del sole e quindi all’apertura dello stargate che avrebbe riportato Edward nel 1866 per sempre.  
“Fra poco sorgerà il sole.” Volse lo sguardo verso l’esterno.
Daisy aveva un enorme nodo che le strangolava la voce. “Ti prego amore mio, resta con me….” Lo afferrò per le spalle, accarezzandole dolcemente.
“Non sai quanto vorrei.” La baciò. “Non posso più oppormi al destino, ma non ho rimpianti perché ho incontrato te che mi hai accettato per quello stronzo che sono stato e questo è il dono più prezioso che abbia mai ricevuto nella mia vita sciagurata.”
Dagli occhi della ragazza iniziarono a scendere lacrime amare.
“Ascoltami, noi ci rivedremo, non so quando né sotto quale forma, ma ci rivedremo. Non appena sarò morto tornerò da te.” Prese ad accarezzarle i capelli nel vano tentativo di consolarla. “Questa non è una semplice promessa, è un giuramento.”
“Non andartene … ti prego Edward…”
Non sopportava di vederla piangere per causa sua, il tempo scorreva e il momento dell’addio era sempre più vicino e l’attimo in cui sarebbe stato inghiottito dallo stargate le avrebbe procurato un dolore talmente forte da distruggerla per il resto della sua vita. Doveva evitarglielo ad ogni costo.
L’ultimo atto d’amore nei suoi confronti le avrebbe risparmiato la visione del suo viaggio senza ritorno: la baciò e come per incanto la ragazza sprofondò nel sonno.
“Dormi amore mio, non posso sopportare oltre di vederti piangere per causa mia. Dormi e cerca di trovare la tua serenità, rifatti una vita e sii felice, io ti sarò sempre vicino come un alito di vento.” La baciò sulla fronte un’ultima volta prima di uscire da quella stanza e andare incontro al destino.
 
 
*      *      *      *      *      *      *      *      *     
 
 
Quando ore dopo Daisy si svegliò, il letto era vuoto accanto a lei.
Il sole splendeva alto sul cielo d’Inghilterra, l’aria era calda e piacevole, ma nel suo cuore infuriava una tempesta di gelo senza precedenti.
Si raccolse sul letto in cui si erano amati, poggiò la testa sulle ginocchia e pianse lacrime amare.
 
A quel punto non le restava che chiamare Mel perché venisse a prenderla.
 
 
 


 
Ciaoooo!!! : )
Voglio semplicemente urlare un GRAZIE a tutti quelli che hanno recensito (Fantfree, eppy e PFantasy Efp) ed apprezzato il capitolo precedente e un GRAZIE a tutti voi che avete inserito la storia fra le seguite/preferite/ricordate.
 
Immagino sarete d’accordo sul dietro front di Daisy… Edward però se n’è andato per sempre.
Ci sarà ancora qualche sorpresa?
Vi aspetto venerdì prossimo per il gran finale e, mi raccomando, recensite!
 
Un abbraccio
La Luna Nera

 
  
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