Fanfic su artisti musicali > 5 Seconds of Summer
Segui la storia  |       
Autore: variopintadite    25/07/2014    7 recensioni
(Titolo provvisorio)
Dal primo capitolo:
“Perché mi hai portata qui?” sussurrai confusa gettando occhiate qua e là per potermi raccapezzare.
“Vedi lì?” domandò, mostrandomi con l’indice smaltato di azzurro una fontanella.
“Ehm, sì. Una fontana. Carina” corrugai la fronte cercando inutilmente di capirci qualcosa.
“Praticamente…” iniziò indecisa torturandosi le mani per trovare le parole giuste.
Cos’era tutta quella suspense?
“Hai trovato un girino nell’acqua?” tentai.
“Forse non ci crederai però… è magica” ammise girando lo sguardo altrove. Era timorosa della mia reazione.
La guardai stralunata e mi morsi il labbro inferiore per non scoppiare a riderle in faccia.
//IN PAUSA//
Genere: Angst, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Luke Hemmings, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 1

Era un pomeriggio di agosto quando Alicia mi aveva invitata ad uscire fuori di casa per l’ennesima volta. Stavo giusto per rifiutare, come sempre del resto, finché entrambe vedemmo un foglio, che giaceva sul tavolino del salotto, scivolare fuori sulla veranda. Corsi fuori nel tentativo di recuperarlo quando sentii il tonfo distinto del portone di casa che si richiudeva dietro le mie spalle. Imprecai nella mia mente contro la folata di vento che si era burlata di me. Le chiavi erano agganciate al portachiavi che si trovava nell’ingresso e quindi non potevo in alcun modo rientrare a casa... a meno che non avessi forzato la serratura, ma non era necessario. La sera sarebbe arrivata mia madre, di ritorno da lavoro, e mi avrebbe permesso di entrare.  
Mi ritrovavo in un vicolo cieco. Ora non potevo ricorrere a scuse per fuggire ad un’uscita con la mia migliore amica.
“Oh, bionda devi smetterla di cercare scappatoie. Ti starò sempre fra i piedi” disse mentre un sorriso faceva spazio su quel viso allegro.
Mi irrigidii a quel nomignolo.
Una sua mano mi afferrò il gomito cercando di riportarmi sul pianeta Terra, ma era l’ultimo posto nel quale avrei voluto essere. Le sue braccia mi avvolsero in un caloroso abbraccio. Era proprio quello di cui avevo bisogno. Come avrei potuto vivere senza di lei?
“Grazie” sussurrai.
Una lacrima sfuggì al mio controllo e Alicia appena la scorse si preoccupò. Mi affrettai a dirle che era dovuta all’abbraccio.
“Ohw” replicò mentre i suoi occhietti verdi prendevano a brillare. Un suo bacetto affettuoso si stampò sulla mia guancia.
Era tutta l’estate che la scansavo. Non le facevo mettere piede in casa, manco fossimo stati sul set di The Vampire Diaries.
“Visto l’inconveniente con la porta di casa… che ne dici di uscire?” chiese facendomi una linguaccia.
“Davvero divertente” commentai trattenendo un risolino.
“Uhm, ammetto che la tua veranda è davvero particolare, però preferirei farti prendere aria…”
“Minchia, mi sento peggio di una vecchia” ammisi sconsolata.
“Hai solo sedici anni-“. La interruppi senza tanti fronzoli.
“Ehi, sono prossima ai diciassette” obbiettai dandole una gomitata.
“Sì, come vuoi. Devi venire con me” affermò trascinandomi chissà dove non preoccupandosi di farmi affannare.
Dopo parecchi minuti di tragitto non potei che chiedere: “Dove mi stai portando?”.
Ma lei proseguiva imperterrita nella sua marcia. Probabilmente avrei perso un chilo data la camminata. Erano ormai mesi che stazionavo davanti al computer imbottendomi di porcherie e leggendo con assiduità ogni sorta di libro che parlasse d’amore. Davvero masochista da parte mia, ma non potevo fare altrimenti. Era droga allo stato puro. I libri facevano un baffo alle anfetamine, alla cocaina e alle altre sostanze di cui si facevano molti dei miei coetanei.
Udii parecchi clacson strombazzare mentre percorrevamo i marciapiedi. Non era mai successo che accadesse, a nessuna delle due. La squadrai da capo a piedi notando che si fosse abbigliata per bene: una canotta bianca con uno scollo profondo e un paio di shorts di jeans. Io d’altro canto mi ritrovavo una maglietta a maniche corte di cattivo gusto nera e dei pantaloni a pinocchietto consumati dal tempo. I suoi capelli erano scuri con riflessi color rame ed erano lasciati sciolti. I miei erano dorati ma erano sfibrati con doppie punte, raccolti in una coda bassa, fatta alla svelta. Era il mio look da casa.
Guardai spaesata il luogo: un giardinetto suggestivo ma di modeste proporzioni.
“Voilà” accennò in francese. La pronuncia era deplorevole, ma mi astenni dal dirlo.
“Perché mi hai portata qui?” sussurrai confusa gettando occhiate qua e là per potermi raccapezzare.
“Vedi lì?” domandò, mostrandomi con l’indice smaltato di azzurro una fontanella.
“Ehm, sì. Una fontana. Carina” corrugai la fronte cercando inutilmente di capirci qualcosa.
“Praticamente…” iniziò indecisa torturandosi le mani per trovare le parole giuste.
Cos’era tutta quella suspense?
“Hai trovato un girino nell’acqua?” tentai.
“Forse non ci crederai però… è magica” ammise girando lo sguardo altrove. Era timorosa della mia reazione.
La guardai stralunata e mi morsi il labbro inferiore per non scoppiare a riderle in faccia. Aveva ragione ad essere così in ansia. C’è da dire che essendo sua amica non avrei potuto deriderla.
“Ali, ti prego”. Non volevo smontarle l’entusiasmo, ma ero scettica al riguardo.
“Kaitlyn, per favore, non puoi fare un tentativo?”
“Per me” soggiunse implorandomi con lo sguardo.
Avrei preferito farmi cavare gli occhi al vedere scomparire la sua felicità. Non volevo essere la responsabile di una cosa tanto orribile.
“D’accordo” accettai con garbo, concedendole un sorriso. “Dimmi cosa devo fare”.
Mi porse una monetina da un penny.
“Lanciala e chiudi gli occhi dopo aver visualizzato cosa desideri”.
In procinto di eseguire le sue istruzioni mi bloccò il polso.
“Qualcosa che vuoi davvero”. Mi guardò intensamente negli occhi, e vedevo, lo percepivo che ci credeva fermamente.
“Sì” acconsentii. E dicevo sul serio. Ci credetti per qualche istante con ogni cellula del mio corpo. Perché era una cosa che bramavo davvero.
Inizialmente avrei voluto desiderare di ritrovare la strada della felicità che, per me, era ormai preclusa da tempo. Chiusi le palpebre e visualizzai Will che mi porgeva un mazzo di rose rosse. Sorrisi sinceramente.
Non seppi davvero cosa espressi, indecisa se scegliere Will o la mia felicità.
Li riaprii e lanciai la monetina che affondò nell’acqua con un leggero scroscio.
“Si realizzerà” sussurrò mentre mi stringeva forte a sé.
“Non potrà mai accadere” avrei risposto, ma questo non glielo dissi. Lo tenni per me.
 

Mi è bastato guardare la foto di Luke Hemmings e la mia testa ha sfornato una fan fiction. Devo tutto a lui. Peccato che non l'abbia conosciuta prima questa band.
Sono nuova del fandom, l'idea dovrebbe essere originale. Ora non voglio sproloquiare, quindi mi limito a dire che mi farebbe piacere ricevere recensioni che siano positive o negative. Se mi verranno mosse queste ultime, le accoglierò e ne farò tesoro. Il mio obbiettivo è migliorare.
Quindi non siate timide e ditemi quello che pensate. I vostri pareri sono molto preziosi.
Aspetto i vostri commenti   (ho messo il cuoricino, non vi faccio tenerezza? lol)
Ci vediamo al prossimo capitolo, se qualcuno mi darà una chance.
   
 
Leggi le 7 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > 5 Seconds of Summer / Vai alla pagina dell'autore: variopintadite