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Autore: conteedilmare    25/07/2014    2 recensioni
«Torno sub…» Il resto della frase si disperde nell’aria, proprio come la mia borsa che mi scivola dalla mano e cade a terra.
I miei occhi si posano sul ragazzo riccio che si trova accanto ad i miei amici e sta guardando me con il mio stesso stupore.
Quando i suoi occhi verdi incontrano i miei, vedo il tredicenne con le mani sudate a causa dell’ansia, che sta per baciarmi sul muretto della spiaggia.
Giorgia corre verso di me e raccoglie la mia borsa.
«Era quello che volevo dirti, Ems. Harry è qui.»
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dopo tanti anni e un giorno,
quando il mare sembra calmo,
vieni fuori ancora tu.


 
5. Oh, shit!

Stamattina il risveglio è tragico, sono già in ritardo per la colazione.
Sono le nove meno dieci del mattino e ho massimo due ore di sonno addosso, cosa evidente dalle mie occhiaie scure.
Mi trascino verso la mensa, facendo strofinare pesantemente le Converse sull’asfalto ad ogni passo e mi siedo fra Ele e Louis ad occhi socchiusi quasi.
«Ma alla buon ora!» Commenta quest’ultimo.
Io rispondo con un verso simile ad una mucca che partorisce, strofinandomi gli occhi.
«Latte o succo?» Mi chiede Ila.
Io indico il succo e lei me lo passa.
Mi guardo attorno e mi rendo conto che di fronte a me ci sono due vassoi e due posti vuoti e noto anche l’assenza di Zayn.
Che casino.
«Cornetto o biscotti?» Continua sempre Ila.
Non faccio in tempo a rispondere perché arrivano Sarah e Harry e quest’ultimo occupa il posto proprio davanti al mio.
E te pareva.
Alla sua vista mi sale un senso di nausea provocato dall’ansia e rispondo un “passo” ad Ilaria, senza neanche curarmi di ricambiare il buongiorno a quei due, a differenza del resto del gruppo.
«Ma Zayn?» Chiede Louis.
Io sussulto e noto che tutti mi stanno guardando perché si aspettano una risposta ovviamente da me.
«Eh.. penso stia dormendo, perché ieri notte abbiamo fatto tardi.» Rispondo.
«Tardi?» Chiede Alessia, sorpresa.
Io sospiro e mi concentro nel fissare solo la mia tazza di succo, come se fosse la cosa più importante in quel momento.
«Si, siamo stati sulla spiaggia.» Rispondo, secca.
«E che avete fatto sulla spiaggia? Ehhh..» Scherza Lou e tutti quanti ridono alla sua battuta, mentre gli do una gomitata.
Noto soltanto Harry che contrae internamente la mascella e solleva leggermente un sopracciglio, mentre io distolgo subito lo sguardo.
Proprio in quel momento Zayn interrompe questa situazione imbarazzante e anche lui ha la faccia di uno che non ha proprio chiuso occhio.
«Abbiamo saputo che tu ed Ems vi siete dati alla pazza gioia, ieri sera.» Gli dice Niall.
Io sgrano gli occhi mentre gli altri ridono ed il moro lo guarda spiazzato.
«Ma smettetela, andiamo! Saranno anche fatti loro.» Interviene Eleonora, mentre io ritorno a idolatrare il mio succo manco fosse oro colato.
«Ma appunto e poi stanno insieme da un mesetto.» Dice Giorgia.
«Ma cosa c’entra? Se è amore, è amore!»
«Nessuno ai giorni d’oggi la pensa ancora così, perciò…»
Io, Harry e Zayn li guardiamo tutti quanti mentre discutono su ciò che dovrebbe riguardare solo me ed il moro e potrei catalogarlo come uno dei momenti più imbarazzanti della mia vita.
E poi, inaspettatamente, Harry si schiarisce la gola e li zittisce tutti.
«Non è vero che più nessuno la pensa così. Io credo che si debba fare con la persona che si ama, almeno la prima volta. »
Tutti rimangono in silenzio e le mie amiche mi guardano, perché sanno che la prima volta di Harry sono stata io.
Per quanto riguarda la condizione del mio cuore, è di nuovo in gola ma finalmente riesco a staccare gli occhi dal succo.
«Concordo. Perché nonostante tutto ciò che potrebbe succedere, se hai amato quella persona non te ne pentirai e conserverai un bel ricordo.» Aggiungo.
«Questo mi fa pensare che tu non te ne sia pentita.» Dice Harry, all’improvviso.
Sussulto e poso i miei occhi sui suoi ed in quel momento succede qualcosa di strano, perché è come se tutte le persone accanto scomparissero, come se diventassero immagini sfocate, a parte lui.
E se non è la rappresentazione della mia mente questa, cos’è?
«No, non mi pento.» Dico.
«Nemmeno io.» Ribatte.
Sento una sedia spostarsi dal tavolo e Sarah alzarsi di scatto e andare via.
Harry sbuffa e si dirige nella sua direzione, anche se lentamente.
«Ops.» Dico.
Gli altri scoppiano a ridere.
«Posso dire una cosa? Quando ieri è venuto da te, correva più veloce.» Mi dice Louis, facendomi un occhiolino.
E solo in quel momento mi rendo conto che Zayn si sta guardando intorno spaesato, perché non capisce nulla a partire da quel che diciamo, a finire con quel che sta succedendo.
«E’ tardi. Ti accompagno.» Gli dico e lui annuisce.
Ci alziamo entrambi e sfilo di mano a Zayn il foglio delle attività del suo gruppo.
Oggi, effettivamente, è il primo giorno in cui nel campus faremo sul serio e per prima cosa, questa mattina conosceremo il gruppo a cui siamo stati assegnati e svolgeremo le varie cose insieme agli altri, fino alla fine.
Essendo di nazionalità diversa, io e Zayn abbiamo gruppi di tipo completamente differente perché lui si troverà fra più italiani che, quando faremo le gite all’esterno del campus faranno da guida, mentre io l’esatto opposto.
In più, noi italiani che ci troviamo proprio nel nostro paese, dovremo fare due attività di tipo diverso: la prima assieme ai capigruppo inglesi, per migliorare la lingua, con i quali staremo solo due giorni a settimana e nella seconda, saremo noi i capigruppo con ragazzi più piccoli stranieri che vengono per mettere alla prova il loro italiano.
Il primo incontro del suo gruppo è proprio in un’aula all’interno dell’edificio, così lo accompagno all’interno ma la situazione diventa imbarazzante quando dobbiamo salutarci.
«Buona fortuna.» Gli dico, sorridendogli nervosamente.
Lui mi guarda e dai suoi occhi capisco che non se l’è bevuto il mio sorriso forzato.
«Senti Ems.. mi dispiace. Ieri sera non avrei proprio dovuto…» Comincia, ma lo fermo.
«E’ tutto okay. Non devi preoccupartene.» Gli stampo un bacio sulle labbra e mi giro per andarmene e tirare fuori il programma del mio gruppo, che fra poco conoscerò.
In realtà, non è tutto okay.
Anzi, forse niente è okay.
Ma devo semplicemente mettermi in testa che con Harry non c’è più nulla di concreto, che sono solo i residui dei sentimenti che ci hanno perseguitato per sette lunghi anni; è con Zayn che devo stare.

Attraverso il corridoio, scendo le scale e arrivo nel piano indicato dal mio foglio, mentre sono ancora immersa nei miei pensieri.
Si, con Zayn e quando l’estate sarà finita, Harry ritornerà ad essere un vecchio, vecchissimo ricordo.
Secondo le indicazioni, l’aula 26 dovrebbe essere dietro l’angolo.
E forse, ultimamente penso a Harry mentre sto con Zayn solo perché vederlo è stato uno shock.
Trovo l’aula e ci entro.
Si, il problema è solo che sono stata presa alla sprovvista.
Niente di cui preoccuparsi.

«Buongiorno.» Mi salutano i ragazzi che si trovano dentro la stanza e sono seduti sulle sedie che formano un cerchio.
Niente di cui preo…
In una di queste sedie è seduto lui, con i soliti capelli disordinati e i due fari luminosi al posto degli occhi.
Appena mi vede sembra sorpreso quanto me e lo vedo alzare la mano, per farmi un cenno.
Ma vaffanculo.
Rispondo al buongiorno generale e mi siedo al suo fianco, evitando il più possibile il suo sguardo.
«Cosa diamine ci fai qui?» Sussurro.
«Oh si, anche io sono felice di vederti!» Risponde, sarcastico.
Io sbuffo.
Il destino ci odia. O forse dovrei cominciare a parlare di karma? Si, deve proprio essere qualcosa di simile al karma, dato che porta solo guai.
«Comunque perché è il mio corso.»
«Anche il mio.» Ribatto.
Lui fa spallucce.
Nei cinque minuti successivi, la nostra stanza si riempie di ragazzi e ragazze decisamente dall’aria straniera e sembrano anche essere più piccoli di noi.
Alle nove e mezza precise, un uomo con un cartellino rosso con sopra inciso “Mr. Rossini”, entra nella stanza e ci da un buongiorno in inglese, con un accento decisamente italianizzato.
Si posiziona al centro del cerchio che formiamo con le sedie e comincia a spiegare la situazione, parlando in inglese e lentamente.
«Come sapete, siete tutti qui per uno dei corsi di italiano e ora conoscerete i capigruppo che vi condurranno in questa esperienza, perciò passiamo all’appello.» Spiega.
In quel momento sussulto e mi rendo conto a cosa sto realmente andando in contro.
Se ogni gruppo ha due capigruppo e a parte me c’è il mio parassita personale, vuol dire che..
«Harry Styles ed Emily Cooper.» Chiama e tira fuori dalla tasca due cartellini rossi come il suo, sui quali ci sono i nostri nomi.
Merda.
Ci alziamo e lo raggiungiamo.
Gli stringiamo la mano e mentre ci attacca i cartellini, ci tocca fare un breve discorso di presentazione.
Quando il Signor Rossini lascia l’aula, tiro un lungo respiro ed io e Harry ci lanciamo uno sguardo di intesa, perché è ora di prendere la situazione in mano e cominciare.
«Perfetto. Allora, oggi passeremo la mattinata a conoscerci e poi faremo una lista delle attività che volete fare e i posti che volete visitare, dopodiché presenteremo la proposta e dopo il consenso, vi accompagneremo.» Dice Harry, tutto concentrato.
Io lo guardo mentre si immedesima nel ragazzo responsabile e mi viene spontaneo sorridere.
I ragazzini lo ascoltano ma rimangono in silenzio e nessuno ha il coraggio di dire qualcosa.
«Giusto.» Gli faccio eco. «Non siate timidi, siamo ragazzi come voi e passeremo l’estate insieme.» Ma la mia frase non fa una piega, così è ora di cercare di rompere il ghiaccio. «E non dovete proprio preoccuparvi, anche se siamo più grandi lui ha un cervello pari a quello di un bambino di sei anni.» Scherzo e do una gomitata a Harry.
Con grande sollievo noto che i ragazzini esplodono in una risata generale e con loro, anche il riccio al mio fianco.
«Non è colpa mia, si diventa così a furia di stare con lei.» Ribatte, restituendomi la gomitata.
Altra risata.
Ci mettiamo seduti a gambe incrociate al centro del cerchio e cominciamo a cercare di farli parlare, per conoscerci.
«Diteci il nome, l’età, da dove venite e la cosa che vi piace di più fare.» Propone Harry.
Io approvo, così cominciamo ad ascoltarli uno ad uno e direi decisamente che il loro imbarazzo stia scivolando via, piano piano.
«Sono Rob, ho quattordici anni e vengo da Londra. Mi piace molto suonare la chitarra.» Sorride.
Intanto, mi alzo e tiro fuori una bottiglietta d’acqua dalla mia borsa.
«E’ fantastica Londra, eh?» Gli chiede Harry. «La mia ex fidanzata ci si è trasferita e dice che è un bel posto.»
L’acqua mi va di traverso a quelle parole e comincio a tossire rumorosamente.
Ma a che gioco sta giocando?
Tutti quanti si girano nella mia direzione e mi osservano mentre riprendo posto accanto a Harry.
«Si è bella e poi dipende anche da dov’era abituata a vivere la tua ragazza. Per esempio, un newyorkese preferirebbe di sicuro New York.» Dice il ragazzino.
«Si, giusto.» Intervengo io, per far chiudere la bocca a Harry. «Per un italiano, Londra è sicuramente il paradiso, io ci vivo da qualche mese.»
Le guancie di Rob diventano leggermente rosse e annuisce.
Facciamo parlare tutti gli altri e finalmente arriviamo all’ultima ragazzina.
E’ bassina, esile, con un mare di capelli rossi e lentiggini.
«Io sono Kate, ho tredici anni e vengo da Liverpool. Mi piace… Mi piace molto cantare.»
Sorrido a vederla balbettare e parlare con la testa bassa, per la timidezza.
E’ tenerissima.
«Ciao Kate! Ti posso proporre uno scambio di capelli?» Le dico, scherzando.
Gli altri ridacchiano e lei sorride, anche mentre le guancie le si colorano di rosso e annuisce leggermente.
«Bene. Penso che ora tocchi a noi, Ems.» Dice più a sé stesso che a me. «Sono Harry, ho diciassette anni e sono di Napoli. La mia passione è il windsurf e nonostante io sia napoletano, ho un nome inglese perché mio nonno lo era.»
Se stessi per ingoiare altra acqua, probabilmente mi andrebbe di traverso un’altra volta a sentire la parola “windsurf”. Non posso far a meno di pensare a tutti gli allenamenti estivi di windsurf sulla nostra spiaggia.
Tutti quanti, a sentire quella parola, spalancano la bocca perché probabilmente non sono abituati al mare.
«Windsurf? Fico!» Commenta uno dei ragazzini.
«Oddio no, non fatelo cominciare a parlare o non la smetterà più. E’ ossessionato da questo sport da quando aveva qualcosa tipo… sette anni?» Gli chiedo conferma.
Lui ride accompagnato dagli altri e annuisce.
«Ma vi conoscete da tanto?» Interviene un biondino che sembra essere uno dei più piccoli e continua a ridere.
«Già. La conosco da quando era alta un metro e venti, chiatta e senza tette.» Dice, facendo spallucce.
Tutti scoppiano a ridere ed io gli do un leggero schiaffo sulla gamba.
«Lui era peggio, ve lo giuro!» Intervengo io.
Quando finiamo di scherzare e ridere, mi schiarisco la gola e parlo.
«Io sono Emily, ho diciassette anni e abito a Bari, una città ancora più a sud di questa. Mi piace molto scrivere.» Sorrido.


«Allora, dobbiamo decidere cosa fare fino a Domenica. Scriviamo le varie cose possibili e poi decidiamo i giorni.» Harry spezza un gesso a metà e me lo porge.
Io scendo dalla cattedra sulla quale sono seduta e lo affianco, davanti alla lavagna.
Cominciamo a scrivere.
Dopo una mezz’oretta, riusciamo ad organizzarci e non ci rimane che scegliere il luogo della gita di questa settimana.
«A me piacerebbe tanto andare al mare e provare a salire su una di quelle tavole da windsurf  di cui parlavi prima.» Dice un ragazzino, rivolto a Harry.
«Si, sarebbe bellissimo!» Esclamano gli altri.
Io e il riccio ci guardiamo spiazzati.
«Mi dispiace ma al mare del campus non ci sono tavole.» Faccio spallucce.
In quel momento Harry sembra avere un’illuminazione e si gira di scatto nella mia direzione.
«Tranne se andassimo in una spiaggia. Una dove c’è una scuola di windsurf che conosciamo così bene che ci farebbero fare un giro.» Mi dice.
Oh, merda.

 
Okay, è un'ora insolita per pubblicare ma le idee stanno, le cose scritte anche e devo solo trovare il tempo per pubblicare ahah.
In questi giorni, fino al 31, potrei pubblicare anche quattro capitoli al giorno perchè devo finire la fanfiction prima della partenza.
Spero vi piaccia,
-Marti
  
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