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Autore: nickdelnord    26/07/2014    1 recensioni
Storia partecipante al contest "Tre è il numero perfetto!" indetto da Ayumu7 sul forum di EFP
"Voleva rivederlo...ma chi dei due?!" Questa domanda le fluttuava in testa da molti giorni, ormai non sapeva più che pesci pigliare: non riusciva a distinguere ciò che gli diceva la testa da ciò che gli diceva il cuore. Una cosa la sapeva: quei due l'avevano travolta, l'avevano incantata con i loro modi, anche se ad essere sinceri, Sasuke era stato assai ambiguo nei suoi comportamenti. Perché dimostrava desiderio nei suoi confronti, e poi non la badava più? 
Genere: Drammatico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Sasuke Uchiha
Note: Lime | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Nessun contesto
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RIGHT AND WRONG

 

Cap 1: Egoisticamente perfetto

 

 

Era una giornata come le altre a Konoa, tempo incerto, strade affollate e una leggera brezza alzava da terra le prime foglie cadute, segnale dell'imminente arrivo della sua stagione preferita: l'autunno.

Eh si, perché a Hinata Hyuga è sempre piaciuta questa stagione, il suo vento portava malinconia e spazzava via il calore estivo, per lasciar posto al freddo inverno. Le piaceva perché paragonava quella brezza autunnale a ciò che aveva rimosso dal suo cuore il “caldo giallo” che la opprimeva, che la imprigionava, che la distruggeva...

Quindi per lei iniziava un nuovo ciclo, una nuova stagione, e sperava di non dover più soffrire come un tempo, di non dover strisciare sul fondo aspettando una mano per alzarsi: sarebbe stata forte e avrebbe scritto, con decisione, il suo nuovo cammino.

 

 

Quella mattina si era svegliata stanca, un po' acciaccata, probabilmente a causa dell'allenamento della sera prima prolungatosi fino a notte fonda. Tutte le faccende mattutine alla quali era abituata le sembrarono veramente difficili, quasi insormontabili; forse aveva proprio esagerato la sera prima.

Durante la sua colazione, qualcuno bussò alla porta del salotto che dava sul giardino davanti a villa Hyuga.

H:-Avanti-

Un anbu fece capolino facendo scorrere lievemente di lato la porta. Portava con se un messaggio: l'Hokage voleva vederla alle 9.00 nel suo ufficio.

Hinata, dopo aver congedato il messaggero, scrutò l'orologio antico appeso sopra alla credenza delle porcellane, constatando che aveva ancora un' ora per prepararsi e presentarsi dal capo villaggio: lavò i piatti, si vestì, mise a posto lenzuola e coperte sul suo letto e poi partì alla volta del palazzo.

Pochi minuti e raggiunse la sua destinazione, notando come da quando lui fosse diventato Hokage quel luogo trasudasse energia e felicità, ma allo stesso tempo sicurezza e protezione; bussò alla porta e fu invitata ad entrare.

La giovane Hyuga si aspettava di vedere Naruto, buffissimo col cappello che ora era obbligato a portare,e Sakura dietro la scrivania, ma di certo non un Sasuke indispettito che aspettava chissà cosa seduto su di uno dei divanetti di quell'ampio ufficio. Il suo sguardo si soffermò su di lui, inutile dirlo che non l'aveva praticamente neanche notata quando era entrata: il suo viso aveva quel suo solito broncio che sembrava non volerlo abbandonare mai, i suoi capelli sempre in ordine di quel colore scuro, così particolare, erano in contrasto con la sua pelle bianchissima.

Per lei era sempre stato un "libro aperto", Sasuke, e si era spesso domandata come tutte le ragazze che gli gironzolavano intorno non riuscissero a capirlo: lui odiava la donna, odiava il dialogo e, soprattutto, odiava condividere.

Senza rendersene conto si era bloccata a fissarlo intensamente,-Hinata-, pensando a come il loro carattere su certi aspetti fosse uguale, -Hinataaaa-, anche se lui di base era uno stronzo invece lei era solamente molto timida; due modi diversi di nascondere la paura di relazionarsi...

N:-HIIIINAATAAAAAAAAA!!!!-

L'urlo dell'Hokage destò la giovane dai suoi ragionamenti, facendola cadere nell'imbarazzo dovuto alla situazione, le gote le si arrossarono, cominciò a mordersi l'indice portando inesorabilmente il suo sguardo verso il pavimento. Fu in quel momento che Sasuke si girò e la guardò: la trovava attraente nel aspetto fisico, effettivamente Hinata aveva un corpo che avrebbe fatto invidia a molte ragazze e inoltre pensava anche che se lo avesse messo più in mostra probabilmente non sarebbe sola in questo momento. Il carattere era il vero grattacapo: aveva sempre pensato che le donne fossero tutte chiacchierone, pettegole, petulanti e chiassose, una gran rottura di scatole, ma lei rompeva tutti i suoi canoni.

Naruto cominciò a parlare, spiegando loro che il Kazegake aveva richiesto una scorta visto che si era ammalato e tutti i suoi ninja più fidati erano in missione. La coppia accettò di buon grado la proposta, ognuno alla sua maniera, H:- F-farò del mio meglio Ho-Hokage-san -, S:-Tsk!-,prima di congedarsi e darsi appuntamento di li a mezz'ora al cancello del villaggio.

 

 

Il viaggio non fu poi così esaltante, poche chiacchiere e pochi pensieri. Erano circa a metà strada e Sasuke esordì dicendo che era ora di fare una pausa. Entrambi i ninja appoggiarono i loro zaini e si bearono dell'ombra dei grandi alberi ai quali erano appoggiati: la natura creava un immagine paradisiaca, i raggi del sole filtravano tra i vari rami, creando un fantastico gioco di ombre, le quali coprivano i corpi dei due ragazzi, stanchi dalla corsa appena fatta. Fu il ragazzo il primo a parlare...

S:- Insomma come ti va la vita?!-

Hinata sobbalzò, di certo non si aspettava di iniziare una discussione con lui, ma soprattutto, non di carattere personale...

H:- S-si dai non c'è male...tu Sasuke-San?-

S:- Tsk, chiamami Sasuke. Comunque si, anche se un po' annoiato per questa missione, me la passo bene-

H:-Perché dici questo S-Sasuke??-

S:-Sono sprecato per queste missioni da poppanti, anche se comunque sono in buona compagnia...-

Un sorriso malizioso comparve sul viso del giovane Uchiha, il quale notò subito il rossore creatosi sul viso della giovane compagna. A Hinata le si erano bloccate le parole, non sapeva più cosa dire, e oltretutto non aveva la minima idea di dove volesse andare a parare con quel discorso. Sasuke si alzò e nel mentre continuò il suo discorso...

S:-Mi sono sempre chiesto, Hinata...-

La sua voce enfatizzava il suo nome, non era mai stato pronunciato in modo cosi sensuale come da lui...

S:-..tutte le ragazze pagherebbero oro per stare con me, anche solo per poco...-

...ormai era ad un passo da lei, la ragazza non riusciva più a muoversi per la confusione nella sua testa...

S:-...invece tu niente, ne un avance ne uno sguardo di interesse...ti sono forse indifferente???-

...si era piegato sulle ginocchia e ora i loro viso erano al massimo a venti cm l'uno dall'altro...

S:-io penso che invece, sotto sotto...-

Hinata aveva il cervello completamente in trans, aveva gli occhi aperti si, ma allo stesso tempo non vedeva niente: lui era troppo vicino. Aveva uno sguardo freddo, ma allo stesso tempo lasciava trasparire un certo desiderio, qualcosa che poche volte si era visto sul viso del giovane Uchiha. Quel momento sembrava interminabile, e a poco a poco lei ebbe la sensazione che se lui non avesse azzerato la distanza tra il loro volti, gli sarebbe mancato il respiro, gli sarebbe mancata l'aria...sempre più vicini, ormai il loro volti erano a pochi millimetri...

Un fruscio di cespugli attivò i sensi attenti di Sasuke, il quale con uno scatto si girò alzandosi in piedi e mettendosi in posizione di difesa,mandando a gambe all'aria Hinata per lo spavento: dal cespuglio spuntarono due genin della sabbia.

- Vi siamo venuti incontro per scortarvi fino al villaggio-

Lui era tornato in un attimo il freddo e calcolatore di sempre.

S:- Forza Hinata andiamo-

La ninja cercò di ricomporsi come meglio poté, raccolse il suo zaino e si incamminò col suo compagno seguendo i due della sabbia. Ma i suoi pensieri svolazzavano liberi per la sua mente paranoica creando mille domande, ma una sormontava tutte le altre: cos'era stato quel momento???

Cosa era preso tutto ad un tratto a Sasuke? Lei gli piaceva? La cosa non poteva essere possibile, lei non si era mai considerata una bella ragazza, pensare poi di piacere ad un ragazzo che ha ai suoi piedi tutte quelle del villaggio, beh, era veramente fuori discussione.

 

 

Una volta arrivati alla loro destinazione, vennero accompagnati in una piccola locanda nascosta dentro un vicolo dietro ad un emporio poco frequentato. La struttura sembrava cadere a pezzi, alcune parti del muro d'entrata si sgretolavano, lasciando i mattoni in vista; L'insegna aveva mezze lettere cancellate e quindi era impossibile leggerne l'intera parola. I due dissero loro che il Kage si trovava nella stanza 32, e subito i ninja della foglia si recarono nella suddetta camera.

Quando entrarono, lo videro subito, viste le dimensioni molto ridotte di quel luogo: il Kazekage era appoggiato con la schiena alla testiera del letto, con le gambe coperte da un lenzuolo bianco. Lui, per quello che si vedeva, indossava una maglia molto larga bianca e portava sempre quel suo viso crucciato: non sembrava malato, il solito di sempre, pensò subito Hinata, ma di questo non si preoccupò molto. La stanza che lo accoglieva era in stile “semplice”, per non essere offensivi, vista la scarsità di elementi d'arredo: conteneva un letto, un comodino ornato con una abat-jour e un piccolo appendiabiti. Insomma, se bisognava dare un commento a quel posto, beh, meglio non darlo.

Sasuke prese in mano la situazione e decise che sarebbe stata lei quella che lo avrebbe sorvegliato dentro la stanza, mentre lui sarebbe stato nei paraggi della locanda per avvistare eventuali ninja in avvicinamento. La giovane non era molto d'accordo, visto che il suo Byakugan era molto più indicato per stare fuori a caccia di nemici, ma lasciò correre quando notò gli sguardi tra loro: tra i due non correva proprio buon sangue e quello di starsene fuori era un valido motivo per non parlarsi.

I primi due giorni passarono senza nessun tipo di complicazione, anche se Hinata, dal canto suo, aveva molto di cui pensare: tutto il tempo, mentre Gaara leggeva uno dei suoi libri,lei stava li, appoggiata coi gomiti sul ciglio della finestra, a guardare chissà dove, e a chiedersi cosa fosse successo due giorni prima nella radura. Ogni volta che vedeva Sasuke entrare in quella stanza, il suo cuore perdeva un battito; si ritrovò a notare quanto fosse bello, quanto il suo modo di fare fosse freddo ma allo stesso tempo sensuale. Si rese conto che passava tutto il giorno ad aspettare il momento in cui sarebbe entrato dalla porta, pronunciando quelle tre parole, "tutto bene qui?", anche se era allo stesso tempo molto triste perché a quanto pare lui non era dello stesso avviso.

Quel giorno fuori pioveva, era una giornata orribile, ma qualcuno si era svegliato con la voglia di conversare...

G:- Sei una ragazza molto silenziosa!!-

Un attimo di silenzio, il tempo che il cervello di Hinata si sganciasse dai pensieri su Sasuke e riuscisse a formulare una risposta alla sua affermazione...

H:- B-beh ecco, diciamo di si-

Doveva sforzarsi di essere loquace, di parlare, d'altronde si trovava con un malato, ed è buona educazione cercare di intrattenerlo con una conversazione...

G:- A me piacciono molto le persone che parlano, perché quelli come noi hanno bisogno di essere continuamente inseriti nelle conversazioni, altrimenti appariamo noiosi agli occhi degli altri-

Aspettative completamente distrutte! La kunoichi si fermò un momento a riflettere su quello che il Kage aveva appena detto e trovò tutto ciò veritiero, anche se non poteva fare a meno di sentirsi un po' offesa, visto che praticamente le aveva detto che non la trovava simpatica.

H:- S-se vuoi chiedo a qualcuno che venga qui a C-chiacchierare con te! Magari qualcuno di più l-loquace, Kazekage-san-

Nemmeno quando era arrabbiata riusciva a risultare decisa nel parlare.

Subito Gaara capì di aver parlato a sproposito,e provò immediatamente a rimediare, spiegandole che non intendeva indicare lei, ma parlava a livello generale. Nel mentre lo spiegava, muoveva le braccia e faceva smorfie col viso molto buffe, cosa che fece ridere non poco la giovane ninja della foglia. In un attimo la tensione sparì, e si ritrovarono a parlare del più e del meno, raccontando aneddoti della loro vita passata o della loro infanzia. Hinata si ritrovò a pensare di avere molte cose in comune con il ragazzo della sabbia, e per un attimo gli passò anche per la testa che fosse un ragazzo molto carino. Dal canto suo Gaara l'aveva trovata affascinante fin da subito, anche se a causa della sua timidezza e della sua poca dimestichezza con i sentimenti, non era sicuro di ciò che provava e non sapeva come introdurre quel determinato discorso alla ragazza; quindi lasciò che il tempo passasse con le loro chiacchierate, godendosi delle bellissime risatine che gli regalava la giovane Hyuga.

Hinata si trovava molto a suo agio, aveva cominciato ad apprezzare questo ragazzo dal carattere chiuso, ma allo stesso tempo in grado di esternare molto bene le sue sensazioni. Quando si confrontava con lui, si sentiva più leggera, più sicura, si sentiva come avvolta da una barriera che la proteggeva da ogni sua paura.

 

Dopo cinque giorni Gaara si sentiva guarito, il suo fisico si era ripreso bene da quella strana forma di influenza, ma allo stesso tempo il suo cuore provava un po' di tristezza, poiché da li a poco non l'avrebbe più vista. Non poteva permetterselo, così, con il consenso di Hinata, crearono due copie che restassero in quella stanza al posto loro, facendo finta che il Kage fosse ancora malato, e, tramite un passaggio segreto, sgattaiolarono in città, dove avrebbero potuto passare un po di tempo insieme. La loro giornata fu tutt'altro che noiosa, infatti i due ragazzi, tra gelati, passeggiate e anche qualche negozio, vissero un pomeriggio particolare, dove sentirono una certa affinità tra loro, come una forza magnetica che li attraeva l'un l'altro. Una cosa che faceva impazzire dal ridere Hinata era la sua difficoltà a esternare ciò che provava tramite le sue espressioni, visto che ogni volta che ci provava, falliva miseramente, creando sempre facce ridicole, facendole capire che non era abituato a quel genere di cose: questo fece scaldare non poco il cuore alla giovane ninja. Ma, ahimè, la giornata volse al termine, ed entrambi sapevano che quella sarebbe stato l'ultima, d'altronde non potevano continuare così: Suuna aveva bisogno del suo Kage, mentre Hinata doveva tornare al suo villaggio. Scelsero come ultimo posto il tetto di un palazzo molto alto, dove si poteva ammirare il tramonto stupendo sul deserto...

Ci furono attimi di silenzio, nei quali nessuno dei due aveva il coraggio di parlare all'altro, consci che quel bel periodo passato insieme sarebbe potuto essere un trampolino di lancio verso qualcosa di nuovo.

G:- Non voglio che tu vada via-

La ragazza accusò il colpo, non si aspettava un'uscita così diretta da parte del ragazzo: la cosa la imbarazzò molto. Gaara si girò verso di lei e la guardò dritta negli occhi: quei pozzi bianchi dai riflessi viola per lui erano come la luna, splendida, lucente; il suo viso si avvicinò lentamente, la sua mano si appoggiò sulla guancia della giovane ninja, finché le loro labbra non si appoggiarono, un bacio casto, impacciato, senza pretese. Fu una scarica di emozioni, la temperatura corporea di Hinata aumentò di parecchi gradi, mentre a lui il cuore cominciò a battere all'impazzata: minuti interminabili, gli occhi di entrambi si chiusero e si lasciarono andare a quel momento di piacere, entrambe le lingue si incontrarono in una danza lenta e dolce, finché anche quell'attimo finì. Quando i due si staccarono, si sentivano il cuore caldo, come fosse riscaldato da una fiamma...

G:- vorrei vederti ancora, Hinata-

Uscì come un sussurro, un piccolo soffio di vento, quasi a sancire l'emozione provata da lui in quel momento, mentre lei si prendeva qualche secondo per essere in grado di tornare quanto meno lucida, anche se ormai lo trovava molto difficile, se non impossibile.

H- Anche io vorrei rivederti, Gaara-San -

Il suono del suo nome spezzò la tensione, facendo comparire un sorriso dolce sul suo volto

G:- Penso che dopo questi cinque giorni tu possa tranquillamente chiamarmi solo Gaara, hinata...ma adesso è ora di andare-

Il ragazzo si alzò, gli tese la mano guardandola arrossire per l'ennesima volta: era splendida!

Lei dal canto suo avrebbe voluto restare lì per sempre, consapevole che ormai al villaggio della foglia non c'era più niente per lei; ciò di cui aveva bisogno era li, a Suuna, dove c'era lui. Ma un piccolo pensiero si fece strada nella sua mente: schifata di lei stessa, si ritrovò a pensare al momento nella radura con Sasuke. Una vocina interiore le diceva che c'era un motivo per tornare, e probabilmente era proprio il moro. La confusione regnava sovrana nella sua testa, non capiva esattamente cosa voleva: da un lato c'era Gaara, molte cose in comune, dolce, galante e caldo come la sabbia del deserto, dall'altro Sasuke, stronzo, sensuale, freddo come il ghiaccio. Forse si, doveva tornare al villaggio e mettersi un po' in ordine le idee. Quella settimana era stata decisamente troppo per il suo piccolo cuore.

La giovane accettò l'invito e si incamminò mano nella mano con il ninja della sabbia.

 

Una volta tornati alla foglia, Hinata e Sasuke fecero rapporto a Naruto, il quale contento dello stato di salute del suo amico della sabbia, diede due giorni liberi ai suoi ninja, che si congedarono, ognuno verso la propria abitazione. Visto l'orario che si era fatto, la kunoichi non cenò, ma preferì coricarsi subito a letto. Quando appoggiò la testa sul cuscino, la ragazza fu pervasa da mille pensieri, dei quali i protagonisti erano due: Sasuke e Gaara. La prima cosa sulla quale rifletté fu su quanto sembrassero uguali quei due all'apparenza ma poi conoscendoli, si capisse che erano semplicemente agli antipodi. Persa nei meandri della sua mente, non si accorse di una figura che era balzata sulla sua finestra...

S:- Già a letto...Hinata??-

La sua voce fece prendere un colpo alla ragazza, la quale ruzzolò inesorabilmente giù dal letto, anche se non poté non notare l'enfasi con la quale aveva pronunciato il suo nome...

H:- S-sas'ke san, mi hai s-spaventata-

S:- Tsk! Dovresti tenere sempre la guardia alzata-

Il giovane entrò nella camera da letto e cominciò ad osservarla, mentre lei si chiedeva cosa facesse nella sua camera...

S:- Ti ho detto che puoi chiamarmi Sasuke!-

...sembrava quasi un ordine...

H:- P-posso chiederti cosa fai qui??-

Sasuke la guardò negli occhi, aveva lo stesso sorriso di quel giorno alla radura, e queste fece scricchiolare le gambe alla giovane Hyuga: da quando lui le faceva questo effetto?? In un attimo, come un soffio di vento, il ninja le fu a mezzo metro di distanza, con una mano prese delicatamente il suo mento e lo alzò leggermente, per guardarla negli occhi: quel sorriso stava letteralmente smontando la ragazza...

S:- Sono venuto a finire quello che è stato iniziato-

Senza che Hinata potesse reagire, Sasuke invase le sua bocca con un bacio, un bacio violento ma pieno di passione e desiderio. La mente offuscata di lei cercava di uscire da quel pozzo nero in cui stava cadendo, ma il suo corpo non voleva muoversi da li, era quello che voleva, ciò di cui aveva bisogno. Si ritrovò sotto le lenzuola, incapace di fermare ciò che stava facendo, era in balia di lui, era il suo ossigeno, ciò che desiderava, e voleva prenderne il più possibile. I vestiti scivolarono via, e quella stanza regnata dal silenzio, si riempi dei loro respiri, in una danza di corpi che nessuno avrebbe mai visto.

Hinata si sentiva completa, in quell'attimo di follia pensava solo a se stessa, fregandosene del giusto e dello sbagliato. Era condivisa da due amanti che bramavano lei e solo lei:

 

egoisticamente perfetto!

 

  
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