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Autore: anis12    26/07/2014    1 recensioni
Lira, Ace, Rufy e Sabo. quattro ragazzini legati da una promessa. essere fratelli. ma quella promessa fatta con buone intenzioni, fatta con i sentimenti più felici, gioiosi... diventerà un'incubo. Jolly... pazzo, pericoloso, il suo obby: giocare con la vita delle persone. ma il suo passato? Haery, giovane in eterno? Lira ed Ace, amore impossibile?
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro, Personaggio, Ciurma, di, Barbabianca, Marco, Monkey, D., Rufy, Sabo
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta, Triangolo
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~~Capitolo 16

Oggi dovevano ripartire, ma nessuno della ciurma sapeva qual era la loro destinazione finché non lo disse di persona davanti a tutti i suoi figli Barbabianca. Nessuno, eccetto Lira.
L'aveva chiesto lei esplicitamente al suo nuovo padre di dirigersi lì.
L'isola del cacciatore di teste.
Un'isola che dal nome pare un'isola dove di felicità non ne trovi. Ma lei c'era già stata.
Lì c'erano campi fertili, acqua che più fresca e pura di così non trovavi, la gente era cordiale, c'erano miniere di ogni minerale esistente al mondo e poi... c'era il cacciatore di teste.
Il cacciatore di teste non era altro che un cacciatore di taglie.
Nessuno ha mai visto il suo volto e l'unico modo in cui uccide le sue vittime è con il taglio della testa.
Su quell'isola c'era andata subito dopo essere partita per diventare un pirata e non aveva ancora una taglia, per questo il cacciatore non l'aveva uccisa. Ed era lì che aveva mangiato il frutto del diavolo. Lì c'erano molti frutti... a quanto dicevano gli abitanti, quindi era una delle tappe preferite dei pirati alle prime armi,ma la strada per arrivare su quell'isola era occupata interamente dalla marina ed era difficile non farsi riconoscere come pirati. Si diceva che era proprio la marina a portare e tenere al sicuro i frutti del diavolo e che avesse fatto un patto con il cacciatore. Lei c'era andata subito. L'anno dopo che Ace fu partito Lira aveva iniziato a studiare le varie tappe e L'isola del cacciatore di teste era la prima. Aveva risparmiato e rubato un enorme quantità di soldi per poter arrivare fin là. Aveva pagato traghettatori e mercenari per far in modo di arrivare su quell'isola sana e salva. Aveva visto anche le vittime prima e dopo che il famigerato cacciatore partisse all'azione. Il suo taglio era impeccabile. Si chiedeva a volte se “lui” avesse mai mangiato un frutto del diavolo. Il suo taglio netto non lasciava tracce di sangue sui muri se non il piccolo laghetto che si sarebbe formato sul pavimento. Neanche il minimo rumore. Persino la vittima non si era fatta scappare un gemito. Ma, queste, erano solo voci prese dagli abitanti.
-Lira...- disse Marco.
-Sì?- disse Lira mettendo sui fianchi le mani che fino a quel momento erano rimaste incrociate mentre si ricordava la sua prima tappa della sua avventura.
-Tu...sai qualcosa sull'Isola del cacciatore di teste, vero?- la guardava con degli occhi preoccupati, pensierosi, quasi angosciati.
-Te ne parlerò dopo, in camera.- disse lei per tranquillizzarlo.
Poi, lo sguardo di Lira, si spostò sugli occhi del ragazzo di fronte a loro, Ace. Anche Ace la stava fissando, ma, quando i loro sguardi si incrociarono, lui guardò un punto del tutto inutile del pavimento cambiando la sua espressione da semi-curiosità a rammarico e sensi di colpa.
Ora non si parlavano più. Non si parlavano dall'uscita con Marco. Pure tra il fuoco e la fenice si era accesa una discussione, il giorno dopo quell'uscita.
Era sera. Lira stava andando in cucina per un bicchiere d'acqua. La porta socchiusa. Le grida. I compagni spaventati.
-Perché sei così protettivo nei suoi confronti? Ormai è libera di scegliere!- Marco.
-Lei non sa che cosa sta facendo! È ancora troppo giovane per saperlo!- Ace.
-Davvero? Eppure non mi è sembrato che tu ti fossi tanto opposto quando è diventata un pirata! Lo sai pure tu quanto più essere pericolosa e dolorosa la vita in mare!- Marco.
-Qui la questione è ben diversa! Io non credo che tu sia adatto a lei!- Ace.
-E' quello che credi tu! Sta a lei decidere della sua vita e tu puoi soltanto appoggiarla!- Marco.
-Si vede che non hai fratelli o sorelle! Non capisci la responsabilità che mi pesa addosso!- Ace.
-Vedo come ti pesa! Sei partito senza di lei! L'hai lasciata da sola! Vedo come ti pesa!- Marco.
La cucina era invasa da fiamme blu come il cielo e rosse come le rose.
A Lira erano bastate le ultime parole di Marco per far si che la sete svanisse.
Ora non parlavano più nemmeno loro due.
Per Lira era una situazione nuova. Non aveva mai avuto certe discussioni con suo fratello. Era la prima volta che succedeva.
Ma era anche una situazione che doveva essere risolta il prima possibile.
Stavano per andare sull'isola del cacciatore di teste e un litigio non avrebbe migliorato le cose.
Doveva anche avvisare sua madre degli ultimi avvenimenti.
Sua madre. Per lei era ancora difficile crederci. L'unica famiglia di cui aveva ricordo erano i suoi fratelli. E ora che aveva trovato sua madre era difficile accettare l'idea di un altro membro nella sua famiglia. O forse non voleva proprio.
E non le aveva detto tutto. Sua madre non le aveva detto perchè era stata abbandonata, non le aveva detto cosa avesse fatto in questi anni e perchè fosse diventata un pirata, chi era suo padre e, supratutto, chi fosse lei. Si chiedeva anche se Lira fosse il suo vero nome. Da quando Haeri aveva ricevuto il medaglione la contattava tramite un suo sottoposto. Si chiamava Meru ed era un ragazzina di poco più di sedici anni. Non sapeva ancora bene che poteri avesse, ma riusciva a comparire il suo riflesso negli specchi, nell'acqua e in un qualsiasi oggetto che potesse riflettere.
Ma sua madre non voleva vedere sua figlia? Non voleva neanche parlarci? Tutto quello che riceveva da lei erano ordini. “Entra a far parte della ciurma di Barbabianca”, “controlla le mosse dei suoi compagni”, “controllare periodicamente le condizioni della ciurma e riferirle nei minimi dettagli”, “mandali nell'isola del cacciatore di teste”...
Mancava solo che le chiedesse di uccidere Barbabianca. Ma fino ad ora Lira aveva visto soltanto Meru.
Abbassò lo sguardo anche lei e guardò un punto vuoto.


E' sera. Marco stava ancora riflettendo su quello che le aveva detto Lira riguardo l'isola del cacciatore di teste. Quell'isola era controllata segretamente dal governo e il cacciatore era di sicuro un nemico temibile, allora perchè andare proprio lì? Per che cosa bisognava rischiare la vita della ciurma? Possibile che fosse solo per i frutti del mare? No, ci doveva essere sotto qualcosa. Ma cosa?
-Marco.-
Era Halta. L'unica ragazza comandante nella flotta, ma, riguardo a femminilità faceva desiderare.
-Sai dove posso trovare Lira? Devo chiederle una cosa.-
-In questo momento dovrebbe essere in camera sua.-
-Grazie.-
Halta sorpassò Marco, ma si fermò poco dopo.
-Marco, un'ultima cosa.-
-Dimmi.-
-Vedi di far pace con Ace. Tutta la ciurma è preoccupata per voi, persino nostro padre. Gira anche la voce che per Ace non sia semplicemente un istinto protettivo, ma che sia innamorato.-
Innamorato?
Halta si girò e si diresse verso la camera di Lira.
Marco si era gelato. Dei continui brividi gli scendevano lungo la schiena.
In effetti il comportamento di Ace poteva essere confuso anche con l'amore, ma Lira?
I suoi visi malinconici, i suoi pianti, i litigi con il fratello, gli sguardi...
“Sono uno stupido!” pensò.
Corse da Ace. Voleva parlargli a quattro occhi.

 

 


-Sao, entra dentro.-
-Desidera, mia signora?-
-Lira.-
-E' diretta all'isola del cacciatore di teste come lei aveva ordinato.-
-Bene, era ora che si desse una mossa, non può stare tutto il giorno a divertirsi con quell'accendino e quella sottospecie di rapace.-
-Scusi la mia impertinenza, ma sull'isola c'è anche Jolly... non è un po' troppo pericoloso per vostra fig...-
-NON OSARE DIRE QUELLA PAROLA! Lei non mi deve considerare sua madre ne ora ne mai! Ficcatelo bene in testa!-
-Si, mia signora.-
il servo uscì dalla stanza lasciando sola la sua proprietaria guardare fuori dalla finestra.
Sembrava avesse appena vent'anni, ma...
Prese il calice pieno di quello che poteva sembrare vino rosso e lo bevve, ma …
-E' ora che mia figlia sappia la verità.-







Vi prego perdonatemi per il mega, super, ultra ritardo. sono un pasticciona e impedita. Finiti gli esami non avevo uno straccio di idea quindi passavo ore e ore sul computer o sui libri per trovare qualcosa, poi sono arrivati i giorni di vacanza e quando sono tornata il computer non funzionava. Non sapete che accidenti ho urlato. Quando finalmente è ripartito non ho di nuovo uno straccio di idea. Gira che ti rigira finalmente riesco a scrivere qualcosina e il risultato è questo piccolissimo e quasi nullo capitolo. Almeno nel prossimo so cosa scrivere e mi metto all'opera subito. mi dispiace per il ritardo e spero sia di vostro gradimento. un ultima cosa. il disegno non sono riuscita a metterlo e lo farò nel prossimo capitolo.
grazie della vostra pazienza.
anis12

  
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