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Autore: cisqua92    27/07/2014    1 recensioni
Dopo un po’, mi accorsi che non stavo più cercando di capire cosa si dicevano, ma stavo osservando lei. Mi rapì lo sguardo. Guardarla tirare pugni contro quel povero sacco, gridando di tanto in tanto, muoversi intorno ad esso… non so… la trovai affascinante ed elegante a suo modo. Anzi, no. Meglio ancora: elegantemente feroce, come una tigre. Si. È l’animale che meglio la descrive in questo preciso istante.
Genere: Drammatico, Erotico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nathaniel, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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CAP.15 30 DICEMBRE ____    Il giorno dopo, ovvero Natale, restai in casa ad aiutare mia madre per i preparativi del pranzo in famiglia. Ci avrebbero raggiunti in casa la nonna materna, la zia Ines, sorella minore di mio padre, con il marito e lo zio Clark, fratello maggiore di mia madre con i rispettivi figli e compagna. In totale eravamo una dozzina e in casa si respirava un clima di festa e allegria. Ma io non riuscì a sentirla, almeno non completamente. La mia mente era fissa su un unico pensiero: l’appuntamento. Ero davvero in ansia; da un lato non vedevo l’ora che arrivasse quel momento e dall’altro avevo una fifa blu ed ero tentato di annullare tutto. Ad aiutarmi, c’era mia madre. L’unica a sapere dell’appuntamento e che comprendeva la mia distrazione, che mi aiutava e dava consigli. Una complice in sintesi, cosa che a mia sorella non andava giù e che continuava a fare scenate su scenate, senza risparmiarsi. L’unico che le dava un minimo di corda era mio padre che, esasperato, venne a chiedere prima a me e poi alla mamma cosa stesse succedendo ma senza successo. Rinunciò subito, per fortuna.
Quando finalmente i vari parenti ci raggiunsero, ebbe inizio il pranzo, seguito dal classico scambio e apertura dei regali. La nonna, come ogni anno, regalò sia a me che ad Ambra dei soldi pronunciando la, ormai, mitica frase:
- Metteteli nel porcellino, così non sarete tentati a spenderli subito. -
- Certo nonna. Stà pure tranquilla. - Le rispondeva ogni volta Ambra, pregustando una giornata di shopping sfrenato con quelle due oche delle sue amiche. Ma questa volta, sono pienamente d’accordo con lei, neanch’io avrei conservato a lungo quei soldi. Il ristorante dove avevo prenotato per il 30, era uno dei più rinomati della città e, di conseguenza, uno dei più cari. Si, ci tenevo a fare bella figura con Leah.
 
Dopo Natale, i giorni passarono talmente in fretta che mi ritrovai, nel tardo pomeriggio del 30 dicembre, davanti al mio armadio aperto, a fissare ogni singolo capo d’abbigliamento in mio possesso con un’espressione talmente concentrata che mia madre non smetteva per un istante di prendermi in giro.
- Guarda che non devi andare chissà dove. Mi sembri Ambra ogni volta che deve uscire! -
- Non mi paragonare a lei. Qui è questione di vita o di morte! -
- Oddio che esagerato! Avanti, fammi dare un’occhiata, tu siediti buono sul letto. -
Sbuffando, obbedì e la osservai tirare fuori, osservare e gettare sul letto alcuni dei miei capi d’abbigliamento più eleganti sbottando ogni tanto parole senza senso. Alla fine, dopo una buona mezz’ora, ne scelse due e li appese ognuno su un’anta aperta dell’armadio.
- Ok. Scegline uno. -
Mi alzai e la raggiunsi per osservare i due completi davanti a me. Storsi la bocca e misi le mani sui fianchi.
- Non sono troppo eleganti? -
- Ti ricordo che hai prenotato in un ristorante piuttosto lussuoso. Non puoi andarci con jeans e felpa! E poi, sono sicura che anche lei si tirerà a lucido per bene! -
Tornai ad osservare i due completi. Quello alla mia destra era blu scuro. Mia madre vi aveva abbinato una camicia azzurro ghiaccio e una cravatta blu con strisce oblique grigie. Come seconda scelta, mia madre aveva puntato sull’intramontabile total black. Completo nero con camicia nera, senza cravatta.
- Fossi in te sceglierei il completo nero. Il blu lo indossi fin troppo spesso. -
- Ci ho pensato anch’io. Ma non saprei… completamente nero per una serata simile, mi sembra troppo. -
- Concordo. - Sia io che mia madre sobbalzammo e ci voltammo verso la porta. Chi aveva parlato era mio padre. Nel vedere le nostre espressioni, si aprì in un sorriso e si avvicinò al mio armadio curiosando l’interno.
- Quando si esce con una donna, il nero va sempre bene, soprattutto se è un appuntamento elegante. Ma il total black è troppo serio e si rischia inconsciamente di allontanare la ragazza. - Allungò un braccio e afferrò una stampella dove vi era appesa una camicia che non vedevo da anni. Era completamente rossa. Un rosso forte, caldo, prepotente e grintoso. Non ricordo per quale occasione la acquistai, credo di averla indossata una volta sola, perché fin’ora mi era sempre sembrata una camicia dall’aspetto troppo aggressivo per il mio stile. Ma ora, ai miei occhi, appariva diversamente. Mio padre afferrò la stampella della camicia nera e la sostituì con quella rossa, poi si voltò a guardarmi.
- Nathaniel, ricorda che nella società odierna, vince chi ha l’aspetto migliore. È una regola che vale in qualsiasi campo, quindi ricordala bene. -
Lo fissai e annuì. Dopodiché, si voltò e uscì dalla mia stanza senza aggiungere altro. Mi voltai verso mia madre che mi sorrise scrollando le spalle e mi invitò a cambiarmi, per poi uscire anche lei. Una volta rimasto solo, indossai il completo e mi guardai allo specchio. Da quanto tempo non osservavo il mio riflesso in quel modo? La persona che vidi, non era più il Nathaniel di qualche tempo fa. Gli occhi ambrati di quella persona, studiavano la figura di fronte a sè e trasmettevano sicurezza e calma. Erano gli occhi di un uomo adulto molto sicuro di sé ed affascinante. I capelli dorati erano leggermente più lunghi di quello che ricordavo e donavano alla persona riflessa nello specchio, un carisma che il Nathaniel di qualche tempo fa non possedeva. Infine, quella persona, appariva forte, carismatico, affascinante e bello. Possibile che quel riflesso, appartenga a me? Sono cambiato a tal punto? Possibile che Leah abbia veramente portato a galla una parte del mio “lato oscuro”? Con questi pensieri, mi diressi in bagno e decisi di darmi una sistemata ai capelli. Erano cresciuti parecchio, quindi decisi di tirarli indietro utilizzando un gel per capelli ma qualche ciuffo ribelle, mi cadde comunque sulla fronte. Lottai con loro per un po’, ma poi rinunciai. Dopo essermi infilato le scarpe, aver preso chiavi, il regalo per Leah e il portafoglio, recuperai il cappotto e mi diressi verso la porta.
- Aspetta Nath. Voltati, fatti guardare. -
Mi voltai verso mia madre. Rimasi di sasso quando vidi i suoi occhi illuminarsi ed inumidirsi. Persino Ambra che era lì solo di passaggio, si fermò di colpo, rinunciando alla lettura dell’ultimo messaggio ricevuto per osservarmi a bocca aperta. Infine, giusto per non imbarazzarmi ulteriormente, ci raggiunse persino mio padre, il quale mi osservò con un sorriso soddisfatto in volto.
- Ehm… tutto bene? - Stringendosi le mani e portandosele vicino alla bocca, mia madre mi sorrise e vidi che tratteneva a stendo le lacrime. Perché quella reazione?
- Nath… quella ragazza è un toccasana per te. Vai, ora, e buona fortuna. -
Sospirai, non capendo bene cosa sia successo, e le sorrisi. Uscendo, l’unica cosa che sentì prima di chiudere la porta fu una scandalizzata Ambra.
- Hai detto ragazza?! -
 
L’orologio posto nel cruscotto dell’auto, segnava le 18.10 precise. Avevo parcheggiato l’auto in un posteggio vicino al cancello dell’abitazione di Leah e la stavo aspettando appoggiato alla fiancata dell’auto. Quando le citofonai, mi rispose dicendo che avrei dovuto aspettare qualche minuto e da allora ne sono passati cinque. Cinque interminabili minuti. I più lunghi della mia vita. Dire che ero agitato è poco. Il cuore mi batteva talmente forte che sembrava scoppiarmi in petto e, preso dall’ansia, avevo iniziato a battere ritmicamente un piede sull’asfalto fissando a vuoto il cancello di fronte a me dalla quale sarebbe dovuta uscire la ragazza da lì a poco. Sbuffai nervoso e mi scostai dall’auto muovendo le braccia per scaldarle. È proprio vero che le donne ci mettono una vita a prepararsi. E per fortuna che le avevo detto che sarei passato a prenderla per le sei! Rimisi le mani in tasca e sfiorai il pacchettino contenente la collana per Leah. Quel tocco mi calmò per un istante, giusto il tempo di pensare ad una sua possibile reazione una volta visto il ciondolo. Ma la calma durò poco, perché fu in quel frangente che sentì scattare il cancello e aprirsi poco dopo. Mi voltai verso di lei. La luce di un lampione illuminò la sua figura permettendomi di vederla. Aveva raccolto i capelli in uno chignon morbido dal quale cadevano alcuni riccioli che le sfioravano le spalle coperte da una pesante sciarpa nera. Gli orecchini argentati a pendolo, le illuminavano il viso. Notai con piacere che era truccata. Un trucco leggero ma che le risaltava moltissimo gli smeraldi che aveva al posto degli occhi… e le labbra… dipinte con un rossetto rosso acceso, sembravano ancora più belle del solito. Ero incantato e la ammiravo senza ritegno. Ma di lei, potevo vedere solo il viso, perché il resto del corpo era coperto da un cappotto grigio scuro con tre bottoni sul davanti che le arrivava poco sopra il ginocchio, mostrando le sue bellissime gambe avvolte da un collant nero pesante e i suoi piedi che calzavano un paio di decolleté dal tacco alto dello stesso colore delle calze. Lei notò i miei sguardi e si lasciò guardare, mostrando una nota di vanità nello sguardo. Ma anche lei mi osservava con la stessa luce negli occhi, probabilmente immaginando come io possa essermi vestito o chissà cos’altro… mi stava letteralmente mangiando con gli occhi (o almeno credo). Eravamo entrambi curiosi su quello che sarebbe potuto accadere quella sera. E la cosa mi piacque molto.
 - Possiamo andare. Che dici? -
Le sorrisi, le porsi il braccio, che afferrò tranquillamente, e ci incamminammo verso il ristorante.
 
Note: Rieccomi a voi! Dopo quasi due settimane di assenza, ecco qua il capitolo 15. Scritto con gioia, impulso e col cuore a mille… e presto capirete il perché. Il Nathaniel descritto in questo capitolo, è un vero pezzo di figo… spero sia piaciuto anche a voi! Fatemi sapere se è così!! Un bacio!! A presto!
   
 
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