Capitolo 4
Camminiamo da mezz’ora ormai, sempre
l’una affianco all’altra, tra le
strade di Londra.
La mia chiave smette di guidarmi, e anche quella di
Kyriake, forse
siamo arrivate.
Ci guardiamo attorno e subito
l’attenzione ricade sull’enorme edificio
che s’innalza davanti a noi.
Grazie all’insegna capisco che si tratta
di un liceo, più precisamente
un liceo dedicato alle arti.
Numerosi ragazzi sono all’entrata,
è tutto così simile alla nostra
scuola a Paradisia, sicuramente se la persona che cerco è
qui non farò fatica
ad ambientarmi.
Sospiro di sollievo al pensiero di dover custodire
un ragazzo o una
ragazza, è molto più semplice così per
me.
Ma se non fosse uno studente? Se fosse il direttore
o un bidello, un
insegnante …?
Non ci tengo particolarmente a legare con un prof,
tutti gli studenti
mi prenderebbero per secchiona, ok che mi piace studiare, ma non voglio
essere
presa di mira in questo mondo.
Kyriake probabilmente è assorta nei
pensieri tanto quanto me, per cui
le prendo una mano, le sorrido confortandola e con un cenno del capo le
faccio
capire che dobbiamo entrare.
Se la chiave non si sbaglia dovremo studiare qui,
la prima cosa da fare
è iscriversi.
Andiamo in quella che credo sia la segreteria e ci
facciamo avanti.
“Buongiorno, vorremmo
iscriverci.” Afferma con un sorriso cordiale
Gaia.
“Oh certamente, ci sono i vostri
genitori? Devono firmare dei
documenti, non siete maggiorenni, vero?”
Risponde prontamente la donna davanti a noi.
Io e Gaia non possiamo fare a meno di guardarci,
totalmente nel panico.
“Ci scusi un attimo.” Dico io
prima di afferrare il braccio dell’altro
angelo e portarlo in un punto dove
non ci possono sentire.
Una volta raggiunto il cortile, ormai deserto,
inizio a parlare.
“Ok ora come facciamo? I nostri genitori
sono in un altro mondo!”
“Un modo ci sarebbe, ma non credo sarai
d’accordo con me…”
“Sono disposta a tutto, davvero”
“Siamo angeli, abbiamo dei poteri, quali
la persuasione, potremmo
convincerla a darci i fogli facendoci firmare, poi glieli riporteremo
facendo
finta che a scrivere siano stati i nostri genitori”
Ha ragione noi angeli abbiamo dei poteri che
possiamo utilizzare in
situazioni di necessità, sono veramente tante le nostre
capacità, ma non tutti
le hanno.
I Puri le possiedono tutte,
coloro che invece non sono discendenti degli Originali non
ne hanno
praticamente nessuna, questo perché gli umani non sono
esseri sovrannaturali, e
il Governo crede che questo sia una conseguenza della loro
contaminazione.
Quelli come me, ossia i Dimidium, invece hanno
parecchi poteri, tra cui
la persuasione, solo che sono sicuramente meno di quelli a disposizione
dei
Puri, ovviamente.
“Sono disposta a tutto, tranne che a
questo” Sono totalmente
contrariata, corriamo un rischio troppo grande, non vorrei far scoprire a tutto il mondo
l’esistenza di noi
angeli, saremmo la delusione del nostro popolo.
“Jo, io provo, non ho altre idee, e
nemmeno tu” Si allontana da me e
ritorna all’interno dell’edificio.
La seguo, ancora non sono convinta di volerlo fare,
sarebbe la prima
volta che utilizzo uno dei miei poteri e ho paura che qualcosa vada
storto.
“Scusi ci potrebbe dare i fogli per le
iscrizioni? Li porteremo alle
nostre famiglie” Chiede Gaia alla segretaria di prima.
“Veramente avrei bisogno di parlare con
lo-“ Tenta di dire la donna.
Ma io mi avvicino a lei e guardandola direttamente
negli occhi le dico
un semplicissimo “Per favore.”
“Certo ve li porto subito” Dopo
di che scompare dalla porta e ci va a prendere i documenti.
Ci sono riuscita, non riesco a crederci.
Guardo Gaia e lei è altrettanto stupita,
non capisco se lo sia per il
fatto che io abbia usato questo potere nel modo corretto o
perché l’ho usato e
basta.
Probabilmente è per la seconda.
Una volta preso l’occorrente ci spostiamo
nuovamente di fuori e
compiliamo i vari moduli, per poi riportarli dentro
all’edificio.
Ora siamo ufficialmente studentesse di questo liceo.
Le lezioni le iniziamo dalla seconda ora, tutto sta
correndo troppo
velocemente, non ho tempo per realizzare.
Insomma non ho nemmeno i libri!
E’ assurdo.
La mia chiave si sta illuminando da quando abbiamo
messo piede in questo
edificio, dev’essere più vicino di quanto penso.
Suona la campanella, ora o mai più, lo
troverò.
Sul mio orario c’è scritto che
ora ho musica, mentre Kyriake ha algebra.
Cammino per i corridoi nella speranza di trovare
l’aula e quella
persona.
Alla fine riesco solo ad entrare nella classe
giusta.
Come sospettavo si sono girati tutti a
guardarmi, dopotutto io sono quella nuova, è
normale.
Entra il professore che immediatamente mi chiede di
presentarmi.
Perciò mi alzo in piedi e proprio mentre
sto per iniziare a parlare la
porta della classe si spalanca.
Sono stanca per oggi di queste entrate a sorpresa.
Un ragazzo biondo entra dentro e il professore lo
rimprovera, il suo
sguardo non s’incrocia con quello di nessuno.
Il mio battito accelera e automaticamente porto la
mano al petto, ma
sento qualcosa, la mia chiave, scotta.
Abbasso lo sguardo e oltre a essere bollente si
illumina anche, più di
prima.
E così lo capisco, è la sua
anima.
Lo guardo e lo vedo sedersi nel banco in terza
fila, io sono nella quarta
e lui è davanti a me.
“Bene signorina, dove eravamo
rimasti?” Chiede il prof.
“Ehm, ok, mi chiamo Johanna e vengo
dall’Italia” Ho gli occhi di tutti
puntati addosso, anche i suoi, ringrazio di non essere molto timida, o
a
quest’ora sarei rossa in tutto il viso.
L’ora passa velocemente, e io non ascolto
più di tanto, sono troppo
impegnata a pensare ad un modo per avvicinarmi a lui.
Quanto sono sollevata ora che so che è
uno studente come me! E poi non
è niente male, sicuramente se non sapessi che è
un umano grazie alla chiave,
penserei che è un angelo esattamente come me, ha tutte le
caratteristiche di un
Originale oltretutto.
Ho un’idea, è alquanto stupida
ma sempre meglio di niente …
Suona nuovamente la campanella, l’ultima
ora prima del pranzo sta per
iniziare e io in teoria ho letteratura, per cui con tutto il coraggio
possibile
mentre esco dalla porta mi avvicino a Lui.
“Scusa, sono Johanna, ehm, volevo
chiederti una cosa, sai dirmi dov’è
l’aula di letteratura?” All’inizio lo
vedo piuttosto sorpreso, poi però mi
sorride e mi allunga la mano.
“Niall” Ricambio il sorriso e
gli stringo la mano, dopo di che lui
riprende “Comunque dovrebbe essere in fondo al corridoio,
l’aula sulla
sinistra, ti accompagnerei ma devo andare dall’altra parte,
quindi ciao
Johanna, ci si vede” Sto per parlare ma lui si allontana
velocemente, per cui,
fiera di essere riuscita a presentarmi, vado verso la classe.
Giunta l’ora di pranzo vado verso la
mensa, dove sono sicura che c’è
Gaia ad aspettarmi, ci eravamo messe d’accordo poco prima.
La vedo insieme a qualche ragazza, così
mi avvicino.
“Ehi” Sorrido a tutte e Gaia si
alza per presentarmi alle sue nuove
amiche.
“Loro sono Hollie,
Jodie e Meg”
Mi siedo con loro al tavolo e iniziamo a parlare
per un po’.
Sono carinissime e soprattutto molto amichevoli.
Da quel che ho capito sono piuttosto conosciute tra
i ragazzi della
nostra età, e sono molto
sorpresa nel vedere che non sono le solite ragazze vanitose e odiose,
anzi.
Jodie mi ricorda veramente tanto Electre, una
ragazza a cui ero
particolarmente legata a casa, e non posso fare a meno di essere
contenta di
aver trovato qualcun altro che mi ricordi quel
luogo.
Ci facciamo spiegare come sono suddivisi
più o meno i gruppi qui a
scuola, ci sono i soliti giocatori di basket, le cheerleader, di cui
loro fanno
parte, gli attori, del corso di teatro, che molto probabilmente
prenderò in
considerazione, i musicisti, del corso di musica, di cui faccio
già parte, i
secchioni e i nerd, e infine quelli considerati
“normali”, praticamente
funziona come in ogni scuola, anche a Paradisia era così.
Devo smetterla di pensare a quel mondo, ora devo
solo concentrarmi sul
mio incarico di Custode, sulla Terra.
Le ragazze ci propongono di fare i provini per
diventare cheerleader
come loro, dicono che potrebbe essere un modo per avvicinarci.
Il problema è che non sono esattamente
portata per questo campo, per
questo rifiuto l’offerta ma sono comunque contenta di andare
ad assistere alla
prova di Gaia.
Se lei diventasse cheerleader sarebbe
più facile avvicinarsi a più
persone all’interno della scuola.
Guardandomi attorno riesco a classificare i vari
tavoli, e in quello
dei giocatori di basket riconosco Niall.
Ora sono anche tentata di provare
a far parte della squadra di cheerleader, dopotutto
da quello che so i giocatori si frequentano
principalmente con loro… Ma poi pensandoci non lo dovrei
fare, mi metterei solo
in ridicolo.
La giornata scolastica è finalmente
finita, però io e Gaia stiamo
andando verso la palestra per le selezioni.
Mi siedo tra gli spalti osservando tutto
dall’alto, non appena Jodie,
Hollie e Meg si accorgono della mia presenza mi salutano calorosamente,
e io
ricambio sorridendo e con un piccolo cenno della mano.
Però in questa enorme stanza non ci sono
solo tutte quelle ragazze che
indossano una divisa (che tra parentesi lascia veramente poco spazio
all’immaginazione, insomma a scuola si possono mettere gonne
come quelle?!), ad
allenarsi ci sono anche tutti i ragazzi del basket, che in questo
momento si
stanno riscaldando facendo una bella corsetta.
E devo ammettere che la mia attenzione ora non
è più tanto sulle mie
amiche…
Cioè, sono pur sempre una ragazza e loro
sono i più belli della scuola,
credo, come potrei non essere interessata minimamente.
Purtroppo però, qualcuno si accorge che
li sto osservando, e destino
vuole che quel qualcuno sia esattamente Niall.
Il ragazzo non perde tempo per avvicinarsi,
così capendo che sta
aspettando me, mi alzo e vado da lui.
“Non sapevo venissi qui oggi, vuoi
diventare cheerleader?” Mi chiede subito.
“Non abbiamo avuto molto tempo per
parlare, comunque no, sono venuta a
vedere delle amiche, e poi non fa per me questa cosa, non sono
decisamente
brava in educazione fisica e inoltre
quelle divise beh, preferisco decisamente non
indossarle.” Ridacchia.
“E’ un vero peccato Johanna, ti
ci avrei vista nei panni di
cheerleader, con quella divisa” Detto questo mi fa un
occhiolino e se ne torna
agli allenamenti.
Sono piuttosto spiazzata e mi
rendo conto di essere diventata dello stesso colore del top delle mie
amiche,
rossa.
“Sei riuscita ad entrare nella
squadra?” Chiedo a Gaia mentre usciamo
dall’edificio, non sappiamo esattamente dove
andare…
“Avevi qualche dubbio?”
risponde ridacchiando, so che scherza, però sono
contenta per lei.
“Tu perché non ci hai provato
piuttosto?”
“Non è una cosa che fa per me,
infatti penso che domani andrò a sentire
per il corso di teatro, siamo solo a settembre, avranno un posto per
me, no?”
“Beh se sei brava credo di
sì” Entrambe iniziamo a ridere.
“Gaia, dove andremo ora?” Dico
tornando seria.
“Io propongo di usare di nuovo la tecnica
di stamattina.”
“Ancora? Non possiamo ottenere tutto
tramite quello.”
“Vuoi dormire sotto ad un
ponte?”
Sbuffo sonoramente e la seguo mentre entriamo in un
negozio di immobiliare.
Proprio come poche ore fa riusciamo ad avere
ciò che ci serve e mentre ci
avviamo verso quella che ora è casa nostra penso al fatto
che dovrò cercarmi un
lavoro.
Domani andrò a vedere in giro se
hanno bisogno di qualcuno in qualche negozio.
Non è affatto male come casa,
è un piccolo appartamento più che altro,
ovviamente non abbiamo voluto approfittare dei nostri poteri per avere
una
villa, anche perché l’affitto poi lo dovremo
pagare,quindi questa è stata senz’altro
la scelta più saggia, oltretutto era anche già
arredato non potevamo
perdercelo.
Una volta scelta la mia nuova
camera mi appoggio sul letto e in poco tempo cado tra le braccia di
Morfeo.