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Autore: Melany23    27/07/2014    6 recensioni
Dalla storia - prologo -
< Cos’è? >
L’osservo bene, e mi sembra quasi familiare.
< E’ un diario. Di una directioner. >
Lo sfoglio, osservando le tante pagine scritte di nero in inglese, con qualche traccia di blu qua e là, come se fossero correzioni.
< E come hai fatto ad averlo? > gli chiedo.
Lui alza lo sguardo, come se dovessi già sapere la risposta.
< Me lo ha dato lei. >
Restiamo in silenzio, e una piccola consapevolezza cresce dentro di me.
< Mi ha fatto promettere che, una volta che ci fossimo fatti delle nuove vite, avrei dovuto consegnartelo >
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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< Dovresti parcheggiare lì, Liam… >
Il mio amico sbuffa. < Non darmi consigli, Lou. Sei il peggior guidatore che io conosca! >
Ridiamo tutti, come se stessimo raggiungendo lo stadio per un imminente concerto. Quando abbiamo uno spettacolo, abbiamo preso l’abitudine di guidare la limousine o il semplice pullman che ci fa da trasporto verso il luogo del concerto, tanto per stuzzicare Paul e il nostro addetto alla sicurezza, Bob.
Quando eravamo ragazzi farci scorrazzare in giro era quasi ovvio per noi, ma siamo cresciuti e abbiamo già dimostrato di non essere la classica Boy Band. Preferiamo far dispetto a Bob e guidare. Non è felice del fatto che vogliamo guidare, ma ormai ha capito come siamo fatti: impediteci di fare qualcosa, e noi tenteremo di farlo a tutti i costi. Solo per dispetto, ovviamente!
Oggi però non stiamo raggiungendo l’O2 Arena, ma semplicemente un piccolo appartamento in Oxford Street, dove abita James. Abbiamo deciso di puntare su di lui anziché Tommy, perché si ricorda sicuramente di noi quindi sarà più disponibile nel parlarci.
Liam parcheggia vicino ad Hide Park, scendendo e aprendo gli ombrelli o alzando i cappucci per ripararci dalla classica pioggia inglese.
Sono molto nervoso. Il diario scotta nella mi tasca del giubbotto impermeabile, come se si fosse svegliato all’improvviso. L’idea che James possa decidere di tenersi il diario per qualsiasi motivo mi spaventa veramente tanto.
Lo so che all’inizio non volevo neanche leggerlo, ma ormai ho iniziato. Devo finire.
< Hai preso bene l’indirizzo, Nialler? > chiede Harry, liberandosi la fronte dai capelli con la mano.
< Perché avrei dovuto sbagliare a prendere l’indirizzo? >
< Perché sei attento come un orso davanti ad un barattolo di miele! > ribatte Lou, abbozzando un sorriso.
È come se fossimo in vacanza, liberi da ogni tipo di impegno o altro. Ma dobbiamo ricordarci che, agli occhi degli altri, siamo sempre gli One Direction, quindi dobbiamo stare all’erta. Infatti, appena Louis termina di ridere, si guarda intorno, ricordandosi che purtroppo se ci scoprono, dovremo chiamare Bob e la pattuglia intera per scortarci lontano dai fans.
Abbassiamo la voce, tentando di nasconderci il più possibile nei nostri cappotti, cercando anche l’abitazione di James.
< Che numero? > chiedo.
Niall tira fuori dalla tasca il foglietto dove si è segnato i vari indirizzi. < 16 B. Dovremmo essere vicini, siamo al 12. >
Tutti e cinque osserviamo sia a destra che a sinistra i numeri delle abitazioni, andando via via avanti per trovare la casa di un vecchio amico. Arrivati però alla fine della strada, nessuno di noi ha visto il numero 16.
Ripercorriamo la strada all’incontrario, osservando di nuovo tutti i numeri civici delle casette bianche di questa tranquilla strada ma, tornando al punto di partenza, nessun 16 B si è fatto avanti.
< Niall, sei sicuro… >
< Non iniziate! È l’unico James Sox che ho trovato! Deve essere qui! > ribatte il mio amico, irritato dalle nostre esitazioni.
Perlustriamo di nuovo la strada, prestando più attenzione ai numeri civici. < Guardate anche i numeri dei garage. Una cugina di mia mamma ha trasformato il suo in un’abitazione fichissima! > racconta Lou.
Una porta si apre, ma prima sentiamo una voce piuttosto profonda, che in qualche modo riconosciamo. < Non mi piace vantarmi della mia casa, ma in effetti anche la mia è piuttosto bella! >
Ed eccolo lì. In piedi sulla discesa che porta ad un garage, con indosso un camice bianco, James è cambiato soltanto riguardo la barba, che è leggermente lunga, ma non esageratamente. Forse è anche più alto, ma credo sia solo per il fatto che è molto in forma che risulta più alto, per il resto è esattamente come dieci anni fa.
Ci sorride, un sorriso più maturo e forse più vispo, le mani nelle grandi tasche del camice sbottonato, le scarpe delle Nike allacciate con cura. Il suo viso è leggermente gonfio, segno di stanchezza sono anche le piccole occhiaie ben marcate. Non sembra però sorpreso nel vederci, non tenta neanche di nascondere la sua curiosità.
< Allora, ragazzi… cos’è che vi porta in Oxford Street in pieno giorno? > ci chiede, appoggiandosi ad un piccolo cancellino di ferro che non avevo notato.
Harry mi spinge leggermente in avanti, e capisco che adesso è il mio turno. Inizio ad agitarmi, così metto le mani in tasca e trattengo un attimo il fiato, prima di riflettere sulla domanda e rispondere senza neanche pensare ad una risposta più decente.
< Alyce. >
Sento dietro qualcuno che disapprova la mia risposta, e anche James ne è turbato. Sul suo viso compare un’ombra di dolore, ma il suo sorriso ancora non svanisce.
< Entrate, siete fortunati che io abbia fatto il turno di notte, altrimenti non mi avreste trovato. >
Lo seguiamo, entrando da una porta ritagliata dal portone del garage color grigio metallo. Una volta dentro, mi stupisco sul serio di come si possa essere creativi nella trasformazione di una casa.
Il garage è in sé per sé piccolo, ma un ampio salotto con divani e tv al plasma rientrano alla perfezione con la cucina moderna e un piccolo bagno molto lavorato. Ha anche un piccola isola, che può essere benissimo usata anche come tavolo. Il tutto viene completato da uno studio sollevato da un piano superiore, raggiungibili da delle fantastiche scale di legno.
< Cavoli, James! È… pazzesca! > si complimenta Niall.
E lo è sul serio. Osservo meglio il bagno, e vedo che ha addirittura una piccola vasca con l’idromassaggio.
Tutte le pareti sono dipinte con colori allegri, un bel azzurro luminoso e un rosso acceso, seguito da un verde brillante per la cucina.
< Grazie… > risponde James, toccandosi la testa con timidezza.
< Scusa ma… dove dormi? > domanda Liam, guardandosi intorno alla ricerca di un letto.
James sorride. < Adesso vi faccio vedere. Seguitemi, fuori oggi si sta bene. >
Non avevo notato un giardino, il che mi stupisce. Superiamo la cucina e usciamo da una porta finestra, ritrovandoci in un piccolo ma carinissimo cortile.
Alcuni fiori colorati e un alto pino circondano un tavolo di legno ben lavorato, un dondolo coperto e un piccolo capanno per gli attrezzi.
< Dormo molto poco, così ho messo giusto un letto lì dentro, per non prendere troppo spazio. Sedetevi pure, posso offrirvi qualcosa? > chiede, indicandoci il tavolo di legno.
Ci sediamo sulle panche, mentre James porta qualcosa da mangiare e qualche birra.
Louis non esita un attimo e ne prendo una, seguito da Niall. Io sono a posto, anche se è il nervosismo a giocarmi brutti scherzi. Adesso tocca a me spiegare il motivo per cui siamo qui, e mi risulta veramente difficile parlarne nuovamente, soprattutto davanti ad una persona che non vedo da una decina di anni.
< Ehi James, sei un dottore! Complimenti! > gli dice Liam, dandogli una pacca sulla spalla.
< Grazie. > risponde, sempre timidamente.
< In cosa sei specializzato? > gli chiede Lou, dando un bel sorso alla birra.
< Più che altro in tossicologia. >
Louis strabuzza gli occhi, iniziando a tossire grazie alla birra che gli è andata di traverso. Scoppio a ridere, seguito dagli altri che iniziano a prendere in giro il mio amico.
James ride, mettendosi a sedere accanto a lui. < Tranquillo Louis, non ti faccio analisi o altro! >
Louis ride amaramente, allontanando leggermente la bottiglia sul tavolo.
Cala il silenzio, e i miei amici finiscono per guardarmi.
È di nuovo il mio turno, ma ho la voce bloccata. Sospiro profondamente e faccio per iniziare, quando Liam mi precede.
< Scusaci se ci siamo presentati così senza neanche avvertirti… >
< … ma dobbiamo chiederti una cosa… > continua Harry.
< … una cosa riguardante Alyce > conclude Niall, poi mi guarda.
Tiro fuori con difficoltà il diario, posandolo delicatamente sul tavolo come se fosse di vetro.
James lo guarda, e un lampo nei suoi occhi mi fa capire che l’ha riconosciuto.
< Dove l’hai preso? > mi chiede, gentilmente.
Finalmente una domanda semplice a cui rispondere. < Alyce l’aveva dato a Niall, facendogli promettere di darlo a me non appena… mi sarei fatto una vita. >
Lui annuisce.
< Abbiamo iniziato a leggerlo, ma ci siamo resi conto che forse avremmo dovuto avere l’approvazione dei suoi genitori, o almeno la tua, prima di andare avanti con la lettura > continuo, trovando una strana sicurezza.
James storce il naso, confuso. < Approvazione? Non è mio il diario, e Alyce ha deciso di darlo a te. >
Louis s’intromette. < Pensala così, se tua figlia morisse e di lei ti restassero soltanto dei ricordi, non ti piacerebbe avere… qualcosa in più che ti lega a lei? >
L’aria sicura di James svanisce, e il suo viso si rabbuia del tutto. I suoi occhi si spostano su uno scaccia spiriti legato sopra la porticina del capanno. Sospira, e capisco che ciò che ha detto Louis James l’ha provato, e ancora non l’ha superato.
< Capisco… ma allora non è a me che dovete chiedere, ma ai suoi genitori. >
< Non li abbiamo trovati > risponde Liam. < Abbiamo trovato solo Tommy. >
< Questo perché i suoi sono tornati a Dublino, mentre il fratello è ritornato qui a studiare. Ogni tanto lo vedo. Mi sembra di vedere lei. >
Elaboriamo le sue parole, capendo all’istante che, se vogliamo fare questa cosa insieme, i suoi genitori sono esclusi. Non perché abitano a Dublino, ma perché sarà forse molto più semplice parlare con Tommy. Anche se molto probabilmente non si ricorderà per niente di noi.
< Ehi James, ma Tayla? > chiede Harry, che all’epoca s’interessò a lei.
Rido ancora al ricordo di Harry che ci provò prima di scoprire che era occupata con la persona che gli sta davanti davanti adesso.
Anche se James non sembra altrettanto contento di questa domanda, sembra addrittura intenzionato a ignorarla quando suona il campanello.
< Ve lo dirà lei, credo… > si alza, andando ad aprire con riluttanza.
Sentiamo la porta sbattere e le urla iniziano subito. < Sei un cretino senza cervello! >
Sì, è Tayla.
< Ti sei dimenticato del fatto che hai dei doveri rispetto tua figlia?! >
< Probabilmente se ne dimenticherebbe anche lei. Urli così tanto che faresti diventare sordi anche i muri! > risponde James, affranto.
< Aaah! Quanto aspetto quei documenti! >
< Tayla… >
< E non dirmi di stare zitta, le possibilità di ricevere uno schiaffo salgono quando hai tre chili in più da portarti dietro! >
< Tayla, ho ospiti > la zittisce James. < Perché non vai a salutarli? >
< Chi sono? Come sto? > chiede lei, nervosa.
James sta zitto, poi risponde. < Come una donna incinta isterica. Dai, forza. >
Protesta, ma ci raggiunge, fermandosi davanti alla porta finestra aperta, sorpresa nel vederci.
È diventata molto più bella, i capelli marroni lisci gli ricadono sulle spalle, la sua pelle leggermente più scura di come ricordavo. Il corpo è snello, sebbene la pancia bella gonfia non è invisibile.
< Ma… cosa… >
È molto stupita nel vederci, e sveglia com’è avrà già capito che siamo qui per Alyce.
< Cavoli, sei incinta! > spezza il silenzio Harry, stupito più lui di lei.
Tayla mette il broncio. < No, ho ingoiato un’anguria intera per colazione! > ribatte.
< Come stai? > chiede Liam.
< Io bene ma… voi che ci fate qui? >
Guardiamo James, e capiamo all’istante che non è una buona idea raccontargli del diario. Non perché non ci fidiamo di lei, ma evidentemente Tayla non è andata avanti come James, i suoi occhi colmi di speranza e preoccupazione lo confermano.
Ma probabilmente pretenderebbe di tenersi il diario e io, sinceramente, non voglio.
Devo arrivare alla fine, ormai sento che è quasi come un dovere nei confronti di Alyce. Ha iniziato scrivendo ad un Diario, ma dalle prossime pagine in poi compariamo anche noi, e molto probabilmente, se il diario ha voluto destinarmelo, allora forse avrà scritto a me.
E poi… ho ancora così tante cose da scoprire su di lei.
Sembrano stupidaggini, ma sento che questo diario possa aiutare anche me. Nascondo anche io tanti dettagli su di lei, come del perché non andai gli ultimi giorni della sua vita a trovarla. Nessuno lo sa, nemmeno io.
Forse, qua dentro, troverò le risposte che sono comparse dentro me insieme al ritorno di Alyce nella mia vita. Seppur per un motivo egoistico, non permetterò a Tayla di portarmelo via.
< Siamo passati di qui e James ci ha visti. Così ci ha invitati a casa sua per… un saluto! > risponde Harry, sbalordendo tutti.
Tayla non è scema, ma ho nascosto il diario appena sentita la sua voce, quindi non può minimamente immaginare il motivo per cui siamo qui.
Lei annuisce, abbassando lo sguardo.
Cala un silenzio imbarazzante, fin quando il classico coglione di Harry non lo spezza di nuovo.
< Allora… siete sposati? >
Mi nascondo il viso tra le mani, mentre Louis e Niall soffocano una risata. Harry ci guarda, confuso sulle nostre reazioni.
Tayla guarda torvo James, riabbassando poi lo sguardo. < Non per molto… >
Mi alzo. < Meglio se vi lasciamo soli allora. James, grazie, noi… >
< Non ci sei ancora andato vero? >
Guardo Tayla, voltata verso di me che mi guarda tristemente.
Capisco leggermente in ritardo di cosa sta parlando, così ricambio lo sguardo gelido, che penetra dentro di me come succedeva tutte le volte che c’incontravamo da Alyce.
< No. >
< Perché? > mi chiede, alzandosi e mettendosi davanti a me.
< Tayla, smettila… > interviene James.
< Perché non sei andato da lei? >
Indietreggio, quasi spaventato.
Ma lei non si arrende, mi segue, le lacrime che stanno per cadere, la rabbia che freme dentro di sé, la voglio di verità la uccide.
< Non lo so… > sussurro.
< Non lo sai?! > urla lei.
< TAYLA! >
< Sta zitto! > grida, rivolgendosi a James. < Lei lo amava più di qualsiasi altra persona, più di chiunque altro essere umano. E lui… è scappato… con la coda tra le gambe… >
Liam interviene, mettendosi fra me e Tayla. < Ti ricordo che lei era innamorata di Patrick. Zayn era solo il suo idolo. >
Scuote la testa, piangendo. Poi alza lo sguardo, guardandomi come solo una persona delusa e ferita può guardarti.
< Eri anche il mio… e anche io avrei preferito averti accanto… ma tu non c’eri… >
Cala di nuovo il silenzio, e stavolta nessuno è in grado di spezzarlo.
Tayla si siede tenendosi il pancione, mentre James gli tende un bicchiere d’acqua. Tayla lo ringrazia con lo sguardo, e capisco dalla carezza che riceve che si amano ancora. Pessimo momento per fare un commento del genere.
Mi avvio verso l’uscita, seguito dagli altri che ringraziano James e salutano Tayla, chiudendosi la porta alle spalle.
Saliti in macchina, Liam infila le chiavi. < Allora… andiamo da Tommy? >
< Dovrei avere l’indirizzo da qualche parte… > dice Niall, tastandosi le tasche.
Harry sbuffa. < Non ci credo, amico! Hai già perso il foglietto! >
< Non mi stupirei… > commenta Louis.
Sono grato ai miei amici per il fatto di non chiedermi niente sulla discussione avvenuta poco fa. D’altronde non avrei saputo dare altre spiegazioni.
E mentre l’auto parte verso il college dove studia Tommy, sento ribollire dentro di me il dolore che provai dieci anni fa, quando Alyce morì.
E io non c’ero.

 
 
YEPNOPE
il NOPE di oggi è che, ovviamente, non posso chiedere scusa abbastanza per aver tardato di un mese sulla pubblicazione del capitolo!
Ma… è estate! E probabilmente nessuno lo leggerà, forse qualcuno lo leggerà a settembre. O almeno, lo spero.
Spero anche che vi piaccia. Come Zayn odia il fatto di aver deluso Alyce, odio anche io il fatto di poter deludere voi.
Kiss At All.
Mel.
  
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