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Autore: Erule    27/07/2014    6 recensioni
- Guardami bene, Stiles. Ti sembro uno che ha voglia di scherzare? - disse Scott facendo un movimento circolare con il dito di fronte al proprio viso, con gli occhi assottigliati.
Stiles deglutì.
- Non direi, amico. -
- Bene. - replicò Scott, flettendo il busto in avanti. - L’ultima fetta di pizza è mia! -
Scott si sporse per afferrarla, ma Stiles si buttò sul tavolo nello stesso momento, con il risultato di ritrovarsi entrambi con le teste che dolevano. Melissa scese le scale con un cesto di panni sporchi fra le mani e scosse la testa, senza nemmeno parlare. Ormai aveva capito che con quei due era completamente inutile. Stiles prese la fetta di pizza e la tagliò a metà, porgendone un pezzo a Scott.
- Offerta di pace. Prendere o lasciare. - disse.
Scott alzò un sopracciglio, poi scrollò le spalle ed accettò.
- Giuro che la prossima volta comprerò una pizza più grande. -
- Lo dici ogni volta. Il problema è che non ci ricordiamo mai se prendiamo quella extra large o quella extra extra large. -
- Questa era decisamente una medium, comunque. - fece Scott, sparecchiando la tavola.
Genere: Azione, Commedia, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Allison Argent, Derek Hale, Lydia Martin, Scott McCall, Stiles Stilinski
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 1
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<< Guardami bene, Stiles. Ti sembro uno che ha voglia di scherzare? >> disse Scott facendo un movimento circolare con il dito di fronte al proprio viso, con gli occhi assottigliati.
Stiles deglutì.
<< Non direi, amico. >>
<< Bene. >> replicò Scott, flettendo il busto in avanti. << L’ultima fetta di pizza è mia! >>
Scott si sporse per afferrarla, ma Stiles si buttò sul tavolo nello stesso momento, con il risultato di ritrovarsi entrambi con le teste che dolevano. Melissa scese le scale con un cesto di panni sporchi fra le mani e scosse la testa, senza nemmeno parlare. Ormai aveva capito che con quei due era completamente inutile. Stiles prese la fetta di pizza e la tagliò a metà, porgendone un pezzo a Scott.
<< Offerta di pace. Prendere o lasciare. >> disse.
Scott alzò un sopracciglio, poi scrollò le spalle ed accettò.
<< Giuro che la prossima volta comprerò una pizza più grande. >>
<< Lo dici ogni volta. Il problema è che non ci ricordiamo mai se prendiamo quella extra large o quella extra extra large. >>
<< Questa era decisamente una medium, comunque. >> fece Scott, sparecchiando la tavola. Stiles prese il proprio piatto e lo seguì in cucina.
<< Ehi, domani andiamo anche noi? >> chiese, seguendo Scott. Lo vide irrigidirsi leggermente. Oh, quello non era di certo un buon segno.
<< Certo che andiamo. Perché non dovremmo? >>
<< Perché i cimiteri non sono certo come i Luna Park. >> rispose Stiles. << Sono più tristi e cupi, sanno di muffa e… >>
<< Ci sono stato circa due mesi fa, Stiles. So come sono fatti i cimiteri. >> lo interruppe Scott freddamente, anche se non era arrabbiato con Stiles e lui lo sapeva.
Ogni volta che si toccava quel tasto, improvvisamente Scott cambiava atteggiamento. All’inizio non ne voleva nemmeno parlare, poi aveva attraversato la fase in cui aveva bisogno di parlarne, poi era diventato triste, per accettarla soltanto dopo, ovvero da qualche giorno a quella parte. Seppure, come poteva vedere bene Stiles, rimanesse comunque lontano dall’averla accettata per davvero. Stiles non poteva certo biasimarlo, per lui era lo stesso. La morte di Allison era stata un duro colpo per tutti loro. Per un certo periodo avevano persino smesso di vedersi. Ognuno aveva bisogno di metabolizzare quello che era successo a modo suo ed anche il ritorno di Kate. Kira mandava spesso messaggi a Scott informandolo di Lydia e Malia, raccontandogli che entrambe stavano male, ma che Lydia era davvero distrutta. Tornare alla normalità era stato per loro un toccasana. Almeno avrebbero potuto pensare alla scuola – ed a Kate – senza l’assillo di altre problematiche sovrannaturali.
<< D’accordo, scusa. >>
Scott si voltò sospirando, con un’espressione triste dipinta sul volto.
<< Mi dispiace Stiles, è solo che pensare ad Allison fa ancora un male cane. >>
<< Lo so, amico. >> disse Stiles, prima di abbracciarlo. << Lo so. Anch’io vorrei che non fosse morta. >>
 
***
 
Era una domenica stranamente lugubre, per essere settembre. Forse alcune volte il tempo cambia a seconda dei tuoi desideri, di quello che ti serve avere in quel momento. In questo caso, il motivo era semplice. L’animo di tutti era annebbiato come una casa abbandonato in cui ci sono solo polvere e ragnatele.
Lydia fu la prima ad entrare. Spinse il cancello con una mano e lo spalancò. Si strinse di più nel suo maglioncino verde chiaro, camminando lentamente verso la lapide di Allison. Si ricordava ancora la reazione di Chris Argent quando tutti se n’erano andati ed erano rimasti solo loro. Si era lasciato andare solo in quel momento, permettendosi di crollare di fronte a quei ragazzi, seduto sulla sedia con il viso nascosto fra le mani. Scott era andato subito ad abbracciarlo. Lydia non aveva mai capito bene il motivo che l’aveva spinto quasi a correre verso di lui per dargli conforto. Forse perché era Scott ad averne bisogno e stare vicino a qualcuno che in realtà stava soffrendo più di lui lo faceva sentire più al sicuro. Per tutta la durata della cerimonia lei invece si era stretta a Stiles. Lui non aveva frainteso, le serviva solo una spalla su cui piangere e lei si era seduta casualmente accanto a lui. Derek aveva indossato un paio di occhiali da sole, invece. Quindi nessuno sapeva se avesse pianto o meno, ma di sicuro non era stato facile nemmeno per lui. Malia, Kira, Isaac, Ethan, Danny e qualche altro compagno di scuola si era solo limitato a singhiozzare in silenzio. Subito dopo il funerale, Isaac, Ethan e Danny erano partiti, ognuno per conto proprio. Isaac forse si era sfogato solo con Scott, perché Lydia dubitava che per lui fosse stato così semplice lasciare andare Allison, per quanto avesse voluto sembrare forte. Lei aveva persino dovuto mandare un messaggio a Jackson per raccontargli dell’accaduto. Lui aveva detto che gli dispiaceva, davvero, ma che non poteva muoversi da Londra. Lydia lo capiva, certo, ma una parte di sé avrebbe voluto urlargli contro che essere lì era un debito verso Allison, che lo aveva sempre aiutato. Come al solito, lei aveva inghiottito il rospo e gli aveva risposto che no, assolutamente no, non c’era nessun problema. Dopotutto, mica si muore una volta sola nella vita, giusto? E gli aveva attaccato il telefono in faccia. Sapeva che ognuno affronta il dolore a modo suo, ma diamine, era Allison! Persino Peter aveva partecipato! Sì, trascinato lì da Derek a furia di calci nel sedere, ma era lì!
Sospirò pesantemente, unendo le mani come in preghiera. Chiuse gli occhi, di fronte a quelle poche parole incise su quel cumulo di roccia. Tutta la vita di Allison racchiusa in tre parole. Notevole. Il cinismo la faceva stare meglio, in qualche modo. La rabbia. Si aggiustò la fascia tra i capelli in modo maniacale, tanto per smettere di pensare ad Allison, morta, che era corsa a salvarla, che era andata via, che era morta. E perché diamine quella stupida fascia non voleva saperne di aggiustarsi?!
<< Lydia. >> la chiamò Stiles, dietro di lei. Lydia si voltò, accorgendosi solo in quel momento degli altri. << Lydia, vieni. >>
Lei annuì, inumidendosi le labbra, cercando di calmarsi. Si avvicinò a lui, sfiorandogli il braccio. Fu come se il suo cuore si fosse spezzato di nuovo, riaprendo una ferita che non si era mai totalmente chiusa. Probabilmente il trucco si stava sbavando, sporcandole le guance di nero. Serrò le palpebre, cercando di reprimere le lacrime, di reprimere in qualche modo il dolore. E dire che era stata lei a proporre di andare a salutare Allison prima dell’inizio della scuola. E la ragione era che voleva vederla un’ultima volta prima di varcare quella porta senza di lei.
Stiles le strinse la mano delicatamente. Sapeva che in qualche modo Kira avrebbe pensato a Scott, mentre nessuno sarebbe rimasto accanto a Lydia. Lei non si faceva avvicinare nemmeno dai suoi amici, come se fosse una leonessa inferocita solo perché il mondo era così. Lei prese un respiro profondo, accorgendosene, ma senza respingerlo. Stiles fece finta di niente, anche se le sue guance ardevano in modo innaturale e credeva anche di avere un tic ben percettibile all’occhio. Sapeva che quel momento sarebbe durato molto poco, quindi cercò di goderselo. Per quanto godersi qualcosa in quel momento sembrasse davvero inappropriato, ma insomma, si prende quel che si può. Era così il detto, no? Comunque, a lui andava bene così.
 
Se ne andarono più infreddoliti di prima e con le gambe intorpidite. Più che altro quelle di Lydia, dato che aveva indossato un vestito e non i pantaloni. Malia continuava a girare intorno a Stiles e questo la infastidiva alquanto, perché era davvero fastidioso avere un’ape che gli girava intorno manco fosse miele. Ma poi andiamo, Stiles? Se ti piace il genere orsetto-coccoloso-idiota-imbranato va bene, ma lui non era nemmeno lontanamente uno di quei ragazzi che piacciono alle ragazze. Si, be’, per ovvi motivi. Insomma, niente fisico da atleta, niente stile nel vestirsi, balbettava ogni volta che parlava con lei, era frenetico, vitale, fuori dagli schemi. Era troppo strano. Come amico andava anche bene, ma come fidanzato assolutamente no.
E Kira? Si vedeva benissimo che non vedeva l’ora che Scott superasse la morte di Allison per mettersi con lei. Sì, simpatica e tutto il resto, imbranata come Stiles, con dei bei capelli, ma aveva solo un difetto: non era Allison. E per quanto suonasse sbagliato paragonarla ad una persona che era il suo opposto, come chiedere ad un bambino se preferisce la carne o la pasta, lei non poteva fare a meno di farlo. Perché il vuoto nel bel mezzo del suo petto si espandeva sempre di più ogni giorno e non la lasciava respirare.
<< Lydia, c’è tua madre. >> disse Scott, indicandole l’auto. Lei annuì.
<< Sì… grazie. Allora, ciao. Ci vediamo domani. >> disse Lydia, cercando di sorridere.
<< Sì, certo. Domani è il primo giorno di scuola. Ci saremo tutti. >> rispose Stiles. Malia aveva un’espressione confusa. Oh cielo, ma quella ragazza doveva essere sempre così snervante? Scott gli lanciò un’occhiata. Il solito idiota.
<< Sì, Stiles. Domani andiamo a scuola. Ciao. >>
Si voltò e si diresse verso la madre, consapevole di sapere che Scott stava tirando uno scappellotto all’amico. Sorrise d’istinto, ma solo per un secondo.
Saltò su e partì.
 
Quella notte si gelava più del solito. Era strano, erano in pieno settembre e faceva tutto quel freddo. Deaton mise a posto le ultime carte nell’archivio, poi prese le chiavi e si diresse verso la porta. Sentiva che c’era qualcosa di strano nelle vicinanze, ma non ci fece caso. Andò dritto verso la porta, serrò le dita attorno alla maniglia e si sentì pervadere da una scarica elettrica fredda per tutto il braccio. Spostò la mano. C’era sicuramente qualcosa che non andava, adesso.
Tornò verso il bancone e notò che c’era un bigliettino per lui. Lo lesse velocemente e qualcosa dentro di lui gli fece capire che doveva fare come gli era stato chiesto. Prese una delle vasche che aveva usato per il sacrificio di Allison, Scott e Stiles, la riempì d’acqua e poi chiuse il negozio.
Adesso doveva solo aspettare.
 
***
 
<< Posso chiederti una cosa? >>
<< No, Stiles. >>
<< Una sola. >>
<< No. >>
<< Avanti, Scott! Sono il tuo migliore amico! >>
<< Dopo il casino di ieri con Lydia, no. Non puoi. >>
<< Mi sono solo incartato! Non è giusto! >> esclamò Stiles, fermandolo. << Scott, ti prego. >>
Scott sbuffò, scrollando le spalle.
<< D’accordo. Cosa c’è? >>
<< Tu credi che una persona possa avere le allucinazioni? >>
Scott lo guardò con un misto di curiosità e preoccupazione. Il suo migliore amico era improvvisamente impazzito, per caso? Decise di assecondarlo, come si fa con i pazzi.
<< Dopo tutto quello che abbiamo visto, direi di sì. >>
<< D’accordo. Allora io ho le allucinazioni. >>
<< Perché? >>
<< Potrei aver mangiato pesante ieri sera, eh. Forse è l’effetto di qualche strana magia o di cosa ne so io oppure… >>
<< Stiles, parla. >> gli intimò Scott.
Stiles si bloccò. Deglutì in modo incerto, poi indicò qualcosa dietro di lui. O forse, sarebbe meglio dire qualcuno.
<< Quella non è Allison? >>
 
Il cuore di Scott cominciò a battergli freneticamente nel petto. Nel giro di due lunghissimi secondi il suo cervello metabolizzò le parole di Stiles e sentì i suoi neuroni urlare a pieni polmoni. Allison? Ma come ti salta in mente? È morta. È morta! Eppure, doveva controllare. Doveva controllare.
Si girò con una lentezza disumana, cercando di pensare che Stiles, quell’idiota, aveva le traveggole. Perché, no quella non era Allison. Era una ragazza con due braccia, due gambe, due piedi, anche un paio di occhi, c’avrebbe giurato, i capelli scuri, corti, il rossetto rosso, lo smalto rosso, la pelle bianchissima, le fossette… Le fossette. Qualcosa nella sua testa scattò all’improvviso. Prese Stiles di peso e lo buttò nell’angolo, nascondendosi con lui dietro gli armadietti.
Allison.
No. Non era possibile. Perché per quanto lui avesse sperato, pianto, pregato, gridato, lei era morta. Eppure, quella che stava frugando nella borsa in quel momento alla ricerca dei libri per metterli nell’armadietto era Allison. La loro Allison, la sua amica Allison. La sua amica che adesso doveva essere morta, Allison, ma chi se ne frega, su.
<< Ti ha visto? >> chiese Stiles.
<< No. >>
<< Quindi adesso mi credi? >>
<< Sì. >>
<< Quindi è lei? >>
<< Sì. >>
<< Ma… >>
<< Non lo so! >> esclamò Scott. Si accorse di aver parlato troppo forte. Si sbilanciò per vedere se lei li aveva beccati. No, tutto a posto. Stava armeggiando ancora con la borsa. Tornò indietro. << Non lo so, va bene? >> sussurrò. << So che è lei e so che è viva e che la vediamo in due. Ieri sera ho mangiato un intero pacco di biscotti, comunque. >>
<< Anche io. >> annuì Stiles.
<< Perciò potremmo essere fuori di testa, ma… Kira! Kira, vieni subito qui! >> la chiamò Scott, vedendola sulle scale di fronte. Kira lo guardò confusa, ma andò da loro.
<< Che succede? >>
<< C’è Allison? >> rispose Stiles.
<< Allison?! >> strillò. Scott le tappò la bocca, nascondendola.
<< Sì. Guarda. >>
Kira si sporse per guardare e spalancò la bocca. Scott la tirò di nuovo indietro. Adesso erano in tre ad avere le traveggole.
<< Oh, cielo. Quindi è lei. >>
<< Be’, sì. >>
<< Ma come…? >>
<< Me lo sto chiedendo anch’io. >> disse Stiles.
<< Stiles, c’è Allison! >> pronunciò la voce di Malia, avvicinandosi. Stiles la prese in fretta e si nascosero dietro gli armadietto. Ma davvero Allison era così stupida da non accorgersi di ben quattro persone che la stavano fissando a pochi metri da lei? Scott, che era il più vicino, si sporse per guardare, ma lei era sparita.
<< Era tutto un sogno. Allison non è mai tornata. >> disse amareggiato, abbozzando un sorriso di circostanza.
<< Scott, l’abbiamo vista in quattro. >> ribatté Stiles.
<< Io ci vedo benissimo. >> replicò Malia.
<< Scott, forse è solo andata in classe. >> disse Kira.
<< Ma il problema è che è viva! Lei è qui! Com’è possibile? >> chiese, ancora incredulo.
Avvertirono la voce di Lydia a poca di distanza da loro gridare per la gioia. Poi, un attimo dopo, dei passi pesanti che correvano per il corridoio, con i tacchi che sbattevano contro il pavimento. Scott deglutì. Stiles spalancò gli occhi.
Un attimo dopo, Lydia li stava guardando con un sorriso a trentadue denti, tenendo la mano di Allison, che li guardava come per scusarsi. Kira alzò un sopracciglio. Malia si grattò la nuca. Stiles si sforzò di sorridere. Scott spalancò la bocca.
<< Be’? Cos’avete? Non l’abbracciate? >> domandò Lydia, incredula. Poi strinse forte la mano dell’amica. << Allison è tornata. >>




Angolo autrice:
Ciao a tutti!
Questa storia non tiene conto della quarta stagione, ma solo delle precedenti.
Allison è tornata in vita (non si sa ancora come) *yeah*.
La trama sarà quindi diversa da quella che stanno mostrando nella serie tv, ma cercherò di tenere fede il più possibile al carattere dei personaggi (spero che lo siano già abbastanza) e di riuscire a spiegare bene i pensieri dei protagonisti.
Ogni capitolo è una puntata, in pratica.
Spero vi piaccia! :)
Erule

Link di IMA (se vi incuriosisce "Anchor", passate a leggere anche questa mia storia o le altre nella mia pagina) -->  http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2501738&i=1

   
 



 
 
 
 
  
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