Lo credevano un errore. Forse lo era. Io non ero altro che una persona qualsiasi che desiderava il suo sorriso e la sua approvazione. Sbagliato e maledetto l’attimo in cui pensai che il mio desiderio dovesse diventare realtà. Mi ero avvicinato troppo, avevo concesso ai miei sentimenti di scavalcare la ragione e di compiere azioni che la mia mente avrebbe di certo impedito. Non volevo che il mio desiderio potesse rendere la mia stessa vita un inferno, ma ci riuscì. Ero perfettamente cosciente di non poter decidere per qualcun altro, ma credevo fermamente che quel qualcuno avrebbe dovuto ricambiare. Ero sciocco e lo sono anche adesso. Che piango e non vorrei, che stringo calici di vino rosso e con lo stesso affogo. Mi lascio invadere dal sapore della disfatta e mi ubriaco di ricordi che ho manipolato per renderli felici. Guardo te da lontano e vedo anche me, cammino al tuo fianco e sorridi, così sorrido. In realtà, io sono qui a piangere a ammirare la tua figura snella camminare a spalle ritte e a testa alta perché niente ti può fermare: gli ostacoli della vita tu li rendi un tuo vantaggio, tranne io. Tu non mi hai reso un tuo vantaggio, sono l’ostacolo della tua vita che non riesci a superare... allora sì che piango e poi forzatamente rido: perché non riesci a superarmi come tutti i tuoi vecchi amici che hanno tradito la tua fiducia...?