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Autore: layla84    07/09/2008    15 recensioni
Finalmente ci sono riuscita!:) Ecco qui il Sequel di 'Come deve andare' "‘Cosa diavolo c’è di diverso, tra l’amore che proviamo noi due e quello di una qualsiasi coppia etero? Il nostro amore vale forse meno del loro?' Gli aveva chiesto un giorno Draco, tra le lacrime."
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, Yaoi | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Eccoci al gran finale..
Ci tenevo anzitutto a ringraziare tutte le persone che hanno commentato, che hanno messo la fan fiction tra i preferiti o anche l’hanno anche soltanto letta.
E’ stata la storia che mi ha preso di più e quella che ho fatto più fatica a scrivere, in qualche strano modo mi sono affezionata a questi Harry e Draco e spiace pure a me concludere la storia, anche se non sono il tipo da tirare troppo le cose per le lunghe, stavolta non riesco a dire addio a questi due personaggi.

Vi aspetto alla fine per i commenti e un’ultima notizia..
Intanto godetevi il finale ;)








Dicono che il tempo lenisca ogni dolore.
Voi ci credete? Ci credete davvero, nel vostro profondo?

Perché ci sono cose, persone, emozioni, nella vita di ognuno che non subiscono gli effetti del tempo, restano immutate, nonostante i nostri sforzi nell’accantonarli in fondo al cuore, ed a volte ritornano prepotenti, a farci sentire la loro presenza.

A chiederci pegno, per averci reso felici.





Ecco, cos’era successo quel giorno a Draco Malfoy, seduto alla sua elegante scrivania del Ministero.
La faccia di Harry Potter faceva capolino dalla prima pagina della Gazzetta del Profeta che teneva in mano, osservandolo, attraverso la carta e vincendo la sua partita contro il tempo.

Il tempo può lenire il dolore magari, ma non può far svanire l’amore.

Erano passati mesi, dall’ultima volta che si erano parlati.
Settimane, da quando si erano incrociati per sbaglio tra i corridoi.
Nessun saluto di cortesia, per salvare le apparenze.
Nessun “Come stai?”, solo il più significativo dei silenzi tra loro.
Il silenzio di chi vorrebbe, ma non riesce, superare il muro del suo dolore.

Le motivazioni di Draco, quelle erano fin troppo chiare.
Troppo dolore, da sopportare.
Nessuno spiraglio nell’altro, per poter ritornare sui propri passi.
Lui aveva fatto le sue scelte, stava ad Harry, ora.
E non voleva saperne, dei consigli di Blaise o delle parole di Herm, troppo chiuso in se stesso a proteggere i resti del suo cuore, per accorgersi che non ne erano rimaste altro che briciole.
Ed ogni giorno tornava nella sua nuova casa, ad affrontare i fantasmi del passato, che sotto forma di rimpianti, prendevano posto accanto a lui in quelle stanze vuote.

Il tempo passava senza che i due si decidessero ad affrontarsi ed alla fine i giorni erano diventati mesi, mentre loro speravano di riuscire a convivere con i loro rimpianti.
O almeno fino a quel giorno.

Perché il destino o chi per lui, aveva deciso in altro modo.




Draco se ne stava a fissare quegli occhi verdi che spiccavano su tutto il resto, mentre una remota parte del suo cervello traduceva quel lungo articolo.

Harry a quanto pareva era appena rientrato da una missione, una delle più pericolose, ed aveva tratto in salvo un’intera famiglia di babbani da solo.
Il giornalista che aveva scritto il pezzo non aveva lesinato sugli apprezzamenti e sulle lusinghe verso il moro e Draco non poteva esserne che felice.
Finalmente Harry aveva quello che aveva sempre cercato.
Non si doveva più nascondere per colpa sua, si disse razionalmente, mentre il suo cuore invece gli urlava tutt’altro.

Puoi dire quanto vuoi che l’unica cosa che ti interessa è veder felice la persona che ami, anche lontano da te. Ma quando questo poi accade, niente lenisce il dolore straziante che provi dentro.

Con gli occhi lucidi Draco passò sulla carta le dita pallide, all’altezza del volto di Harry.
Una carezza a quella pelle di carta, che non avrebbe mai più potuto fare nella vita reale.
E faceva male, più di quanto si sarebbe aspettato.

Harry aveva iniziato la sua nuova vita, avrebbe dovuto fare lo stesso anche lui, si disse.
Ed avrebbe iniziato proprio il giorno successivo, visto che finalmente il Ministero si era accorto del suo valore e lo aveva inviato per la prima volta ad un galà molto importante, dove sarebbero stati presenti i maggiori esponenti del mondo magico.
Finalmente era riuscito a dimostrare a quegli stupidi di essere qualcuno, di valere molto, anche più di loro.
Ecco, il giorno successivo sarebbe stato ricordato come il giorno in cui Draco Malfoy si sarebbe lasciato la sua vita passata – ed il suo cuore infranto – alle spalle.
Da domani, si disse, non avrebbe più avuto rimpianti.
Quel giorno però, poteva ancora concedersi che qualche lacrima andasse ad annacquare l’immagine del ragazzo che amava, rendendo vaghi i colori e vuota la sua mente.
Una mano candida andò ad afferrare la carta che conteneva il suo passato, stringendola tra le dita, fino a sentire le ossa stridere, l’una contro l’altra.
Ed un ultimo pensiero andò alla collana che portava al collo in quel momento e che il giorno successivo si sarebbe tolto, per sempre.








Harry Potter intanto non aveva affatto voltato pagina, ma anzi, continuava imperterrito a pensare a Draco, a loro ed a quello che aveva perso per colpa della sua codardia.

Quei mesi erano passati veloci, mentre si ripeteva, ogni giorno, quanto stupido fosse stato.
Allo stesso tempo però continuava a trincerarsi dietro la convinzione che se fossero tornati insieme avrebbe fatto di nuovo soffrire Draco con il suo comportamento, visto che le sue paure erano ancora lì, presenti e forti come prima.
Una su tutte: la paura di soffrire.




Era quindi con l’autostima e l’umore sotto i piedi, che si era presentato la settimana prima in ufficio, pronto per quella missione pericolosa di cui però non aveva calcolato bene i rischi.
Non solo quelli fisici, intendiamoci.
Era un Auror, il migliore a dirla tutta, per lui casi come quelli erano all’ordine del giorno.
Quello di cui non aveva tenuto conto era l’impatto psicologico che poteva avere tutto quello su di lui.
Non che fosse incredibilmente complicato, anzi: un mago, ancora seguace di Voldemort e dei suoi ideali, dopo la morte del signore oscuro aveva deciso di perseguire da solo l’idea di superiorità dei nati magici, che per la sua mente malata si traduceva nel prendere di mira le famiglie babbane, per poi torturarle ed ucciderle, senza nessuna pietà.
Lui doveva andare in missione per salvare l’ennesima famiglia presa di mira da quell’esaltato, visto che fin’ora il ministero non era stato in grado di fare niente di meglio che corrergli dietro, senza mai arrivare in tempo.
Avevano ricevuto una soffiata giusto il giorno prima e dopo il tempo materiale di organizzare la cosa Harry si era trovato in prima linea.

Ecco, in quei giorni in cui aveva fatto da guardia del corpo a quella famiglia ignara, seguendone i movimenti e assicurandosi che il folle non si avvicinasse a loro si era ritrovato davanti all’esempio lampante di quella che era la classica famiglia felice.
Ne aveva già avuto esempio dai Weasley, ma li aveva osservati per tutto il tempo dall’interno, senza accorgersi realmente di cosa volesse dire.
Ma adesso, mentre controllava i signori Correll che si affaccendavano in giardino, discutendo di dove piantare le ultime piante che la signora aveva comprato, ora che li vedeva salutare i figli al rientro da scuola e li vedeva cenare dalle finestre illuminate, ecco, solo adesso, si era reso conto che avrebbe voluto essere al loro posto, insieme a Draco.
Perché si, non c’era stato un solo momento, in quei giorni in cui non avesse pensato al biondo, spilla dopo spilla i ricordi entravano in lui, creando un dolore sempre più vivido.

Era stato dopo circa quattro giorni che proteggeva quella famiglia che il Mangiamorte si era fatto vivo.
Si era materializzato all’improvviso in un vicolo vicino e prima che Harry se ne rendesse conto i primi incantesimi erano volati sui babbani.
Lui, che li stava tenendo d’occhio nascosto sotto il mantello dell’invisibilità, si era gettato all’istante davanti a loro per proteggerli e con un paio di potenti incantesimi era riuscito a stendere l’assalitore, nella foga del momento non si era però reso conto che la prima maledizione lanciata dal folle aveva colpito il signor Correll.
Gli fu subito chiaro che la ferita fosse grave, quando, voltandosi verso la famiglia, vide l’uomo disteso a terra, la sua testa sorretta dalla moglie che, in ginocchio vicino a lui, continuava a chiamare il suo nome come una litania.
Harry per quanto abituato a queste cose ebbe bisogno di un attimo, prima di riprendere il controllo di se e della situazione e chiamare i soccorsi.
Dentro se quell’immagine l’aveva sconvolto più di quanto lui stesso riuscisse ad immaginare.
I capelli del Signor Correll, di un biondo così simile a quelli di Draco, per un attimo lo avevano tratto in inganno.

Per un attimo, un solo, dannatissimo attimo, la sua mente gli aveva giocato un brutto scherzo.
E, in quel giardino, colpito da una maledizione mortale, non aveva visto quel babbano, ma Draco.
Il suo Draco.

E il suo cuore in quel momento si era fermato, rifiutandosi di continuare a battere.

Poi al San Murgo, dove il babbano era stato portato per essere curato d’urgenza dai medimaghi, Harry si era ritrovato nella sala d’attesa con la moglie dell’uomo, ancora sotto shock.
La donna, stretta nel suo vestito a fiori macchiato di sangue, i capelli castani che ricadevano scomposti sul viso, continuava a mormorare il nome del marito alternandolo ai singhiozzi e si abbracciava con le su stesse braccia, quasi a cercare sostegno in se stessa.
Il suo dolore era palpabile e regnava attorno a loro.

Harry poteva capire, anche se solo lontanamente, quello che stava passando.
Proprio perché il solo immaginarsi Draco al posto dell’uomo lo faceva morire, ogni volta che ci pensava, strinse a se la donna, come a darle coraggio.
Lei, troppo preoccupata per la sorte dell’amato e ancora sotto shock per la situazione, non aveva oppose resistenza, lasciandosi stringere e soffocando le parole nel maglione di Harry, assieme ai singhiozzi.
“C-com’è possibile? Un attimo prima stavano parlando e..e lui..oddio come farò se gli succede qualcosa? Non posso, non posso vivere senza di lui”
Ed in quel momento, in quella sala d’aspetto del San Murgo, tra le braccia una sconosciuta che piangeva lacrime intrise di disperazione, Harry si rese conto di essere uno stupido, uno stupido che aveva avuto l’occasione di essere finalmente felice con la persona che amava e che invece vi aveva rinunciato, senza lottare.

La vita era troppo breve ed imprevedibile, per potersi concedere il lusso di lasciarsi sfuggire dalle mani chi si ama.

E questo, Harry Potter lo aveva già vissuto sulla sua pelle, in passato.

Finalmente una luce si riaccese dentro di lui e riuscì a riscuotersi dai suoi timori del passato, vincendoli, mentre una nuova, terrificante paura si faceva largo in lui.
Quella di poter perdere, per sempre, l’occasione di stare con Draco.
Ed era un terrore paralizzante, niente a che vedere con tutto il resto.

Era come guardare in un pozzo nero, senza vederne il fondo e sapere che basterebbe un niente, per finir giù.

Ecco il vero terrore, quello che scorre sotto pelle, avvelena il sangue e distrugge la mente, la paura di aver perso l’unica occasione di essere felice.




Harry se ne stava in ufficio a leggere il giornale che parlava di lui e del babbano che era stato dimesso senza problemi dal San Murgo proprio quel giorno, sbuffando di tanto in tanto quando i suoi occhi arrivavano a leggere i commenti del giornalista su di lui.
Non aveva fatto niente si speciale, anzi, con il suo poco tempismo aveva fatto si che il signor Correll rimanesse ferito, invece quegli stupidi continuavano a lodarlo, come se avesse fatto chissà quale impresa.
La falsità e l’ipocrisia del mondo cominciavano a soffocarlo.

Aveva distrutto la sua vita con Draco per cosa?
Un pugno d’aria e due complimenti falsi.
Ed ora avrebbe dato la vita, per poter tornare a vivere un solo istante con Draco..
Era da quando era rientrato dalla missione che non dormiva e non rientrava a casa, quarantotto ore esatte in cui l’unico pensiero fiso era il biondo, e i ricordi, prima sopiti, lo assalivano con la potenza di un tornado.

Per fortuna la sua attenzione venne distolta da quell’ammasso di stupide parole che campeggiavano bellamente sul giornale e dai suoi rimpianti da un leggero bussare contro la porta del suo ufficio.
Grugnì un fin troppo brusco ‘avanti’ in direzione del nuovo venuto, stanco di doversi sorbire l’ennesimo collega in cerca di dettagli sulla missione.
Aveva già pronti sulle labbra una serie di coloriti insulti molto ma molto fantasiosi, quando, una volta aperta la porta, sulla soglia apparve la figura di Hermione, che lo osservava tranquilla, con un sorrisetto sulle labbra rosee.
“Bel modo di salutare” ironizzò lei tranquilla, entrando nella stanza ed andandosi a sedere nella sedia libera davanti alla sua scrivania.
“Hermione, che ci fai qui?” secco e diretto, come ultimamente era solito fare.
“Volevo sapere come stavi” disse Herm, occhieggiandolo di nascosto con fare strano.
“Sto bene. Perché non dovrei?” accennò in risposta, una nota di nervosismo nella voce stanca.
Hermione aveva in mente qualcosa, se lo sentiva.
Quindi, nemmeno a dirlo..guai in vista.
La vide fissarlo e prendere fiato prima di cominciare.
“Ok, ok. In realtà ero passata di qui per sapere se saresti venuto alla serata di domani sera. Sia io che Blaise siamo stati inviati e volevamo sapere se venivi con noi” buttò fuori tutto insieme, com’era solita fare quando tentava di nascondergli qualcosa.
La conosceva da così tanti anni ormai, che Hermione ormai non era più un segreto per lui.
“Cos’hai in mente?” disse soltanto, passandosi distrattamente le dita sul mento e sentendo la ruvidezza di un accenno di barba sotto di esse.
Doveva essere uno straccio.
Erano giorni che non dormiva e stava in piedi solo grazie a litri e litri di caffè.
E l’immagine di Draco sulla porta del loro bagno, un asciugamano bianco con cui usava asciugarsi i capelli e un dolce sorriso sulle labbra entrò prepotentemente nella sua mente e per quanto cercasse di fermarla la voce del biondo seguì a ruota il ricordo.

Se lo ricordava perfettamente, si stava radendo, com’era solito fare prima di andare a lavoro, il biondo gli si era avvicinato e passandogli una mano tra i capelli umidi in una carezza gli aveva poi tolto la lametta di mano sussurrando un “Harry?” al quale lui non aveva potuto far altro che voltarsi, per venir poi baciato con dolcezza disarmante.
Il successivo sussurro di Draco gli sfiorò le labbra, mentre il biondo lo abbracciava.
‘Adoro vederti con la barba, dovresti lasciarla così, ogni tanto’
Le ultime cose che si ricordava con lucidità, perché poi avevano iniziato a baciarsi e..dio come gli mancava Draco!

Furono le parole di Hermione a riportarlo con i piedi per terra, in modo talmente brusco da far male.
“Pensavo” sussurrò l’amica, fin troppo lentamente “che considerato che alla festa parteciperà anche Draco, sarebbe una buona occasione per voi di parlarvi..” buttò lì con voce insicura, tastando il terreno.
Probabilmente la ragazza si aspettava uno dei suoi soliti rifiuti, invece quella per Harry non poteva che essere l’occasione perfetta per il suo piano.

Perché si, signori e signore, finalmente Harry Potter aveva un piano.
Deciso nell’istante in cui il cervello gli aveva rimandato per la prima volta l’immagine del biondo che tanto amava, da mesi sopita nel suo cuore ma solo adesso della forza sufficiente per diventare reale.
Ora, che la sua unica paura era non riavere il suo angelo biondo indietro, era pronto.
Pregò disperatamente che non fosse troppo tardi, altrimenti non se lo sarebbe mai perdonato.

Dopo anni e anni in cui le sue paure avevano fatto il buono e il cattivo tempo, finalmente il Grifondoro sopito in lui si era risvegliato ed Harry aveva deciso di riconquistare Draco.
Quale occasione migliore quindi, se non questa festa, per rimediare agli sbagli del passato?

Ovvio dire come Hermione accolse quella notizia, con gioia e anche un po’ di sollievo e mentre l’abbracciava gli sussurrò dolcemente un “Finalmente hai capito” che arrivava direttamente dal cuore.
E ad Harry bastò quello, per capire di aver fatto la scelta giusta, sperando di essere ancora in tempo.
Ma era un’ ipotesi troppo dolorosa, da prendere in considerazione.

Arrivò quindi la serata di gala, lui, Harry Potter, l’invitato più importante, che si aggirava ansioso in una delle stanze del grande castello dove si sarebbe tenuta la serata e che camminava avanti ed indietro, strusciando i piedi su quei costosi tappeti mentre nella testa, solo un nome vorticava.
Ansia, paura, panico.
Ecco, cosa c’era nel suo cuore, oltre la sicurezza assoluta di non poter vivere senza Draco.
Quella sera, si ripromise per l’ennesima volta, mentre guardava distrattamente la sua immagine riflessa allo specchio, lo avrebbe riconquistato, a qualsiasi costo.








L’intento di Harry era ottimo, peccato non avesse fatto i conti con l’orgoglio Malfoy, che proprio in quei giorni era tornato prepotentemente a galla in Draco.
Il biondo si era ripromesso solo il giorno prima di dimenticarlo, di fare di tutto per essere felice senza di lui, e quindi ora era li, su quelle imponenti scalinate, mentre arrivava a festa già ampliamente iniziata e mentre, scalino dopo scalino, la sua sicurezza cedeva.

Ci sarebbe stato Harry a quella festa, lo sapeva.
Era ovvio.
Ma lui non era pronto ad incontrarlo, non lo sarebbe stato mai.
Chinò il capo, come sconfitto.
I sentimenti che vincono l’orgoglio, sempre e per sempre.
Ma lui doveva a se stesso l’impegno di mantenere la promessa.
Mentre una mano candida risaliva la camicia fino ad arrivare al colletto e lo allentava leggermente insieme alla cravatta scura per estrarre una lunga collanina in oro bianco, una lacrima solcò il suo viso diafano.
Fece scorrere la collana dalla testa e la strinse nella mano con un gemito di dolore.
Com’era difficile, dire addio al suo amore.
Ma prima o poi, lo avrebbe dovuto fare comunque.
La vita continua sempre, anche se a volte noi non lo vorremmo.
Si infilò nella tasca dei pantaloni eleganti la collana, in un tintinnio di metallo.
Probabilmente i due particolari ‘ciondoli’ che vi aveva appeso erano andati a cozzare contro, forse per l’ultima volta.
Richiudendosi la camicia e sentendosi assurdamente più leggero, e soprattutto più vuoto, si incamminò verso la sua nuova vita, sicuro che niente e nessuno avrebbe mai potuto farlo tornare sui suoi passi.

Entrò, ritrovandosi in un salone immenso, addobbato com’era ovvio che fosse dalle decorazioni magiche più sfarzose che il Ministero potesse trovare.
Tutta quell’ostentazione gli dava il voltastomaco, ma non era andato fin lì per quello.
Quella sera Draco Malfoy era lì, per iniziare la sua nuova vita, e lo avrebbe fatto nel migliore dei modi si ripromise.
Si guardò per un attimo in giro, leggermente spaesato, l’abito elegante che sembrava volerlo soffocare e gli sguardi della gente puntati su di lui.
Facendo appello a tutta la sfacciataggine Malfoy in suo possesso si fece strada elegantemente fino al centro della sala, riuscendo ad individuare subito il suo obbiettivo.
Si avvicinò ad un ragazzo moro fasciato in un elegante abito scuro che gli dava le spalle conversando tranquillo con paio di maghi dall’aria importante.
Posò una mano candida sulla sua spalla per attirarne l’attenzione ed il ragazzo si voltò verso lui, un sorriso ad increspare il bel viso abbronzato.
“Draco, ti vedo in forma perfetta stasera” fu il saluto amichevole che gli rivolse, dopo un’occhiata di apprezzamento.
Draco sorrise internamente e lasciò trapelare una punta del suo sorriso anche all’esterno, mentre toglieva la mano dalle spalle del ragazzo di fianco a lui e lo salutava, con il solito sorriso sghembo.
“Grazie Theo, anche tu non stai tanto male”








Harry era nel salone, stava ascoltando parlare Herm e Blaise, senza ascoltarli davvero.
Di tanto in tanto lanciava occhiate ansiose ai gruppetti di persone che si intravedevano da quel punto riparato sella sala.
Fu un secondo, un breve istante in cui vide luccicare una chioma bionda ed inconfondibile, sotto il chiarore delle luci.
Senza che nemmeno se ne rendesse conto le sue gambe si erano mosse in quella direzione, il cuore che furioso batteva nel petto.
Gli occhi saettarono alla ricerca di Draco, avidi della sua vista.
Quello che si trovò davanti però, fece sprofondare il suo cuore sotto i piedi, e lui desiderò ardentemente poterlo seguire.

Draco era in mezzo al salone, un vestito chiaro ed elegante che metteva in risalto i suoi bellissimi lineamenti, un calice ormai vuoto in una mano mentre guardava in direzione del suo interlocutore.
Un sorriso ad illuminargli il viso.
Un sorriso che un tempo era rivolto solo ad Harry.

Il suo cuore doveva aver fatto decisamente troppo rumore mentre andava in frantumi, perché sentì Herm e Blaise smettere di parlare e voltarsi di scatto verso lui.
Nemmeno si era accorto di aver pronunciato il nome del biondo, in un sussurro.
La riccia fu subito accanto a lui poggiando una mano sopra al braccio che Harry teneva ancora a mezz’aria e che aveva alzato inconsciamente verso Draco.
Draco.

Vide le labbra dell’amica muoversi, come a scandire qualcosa, ma lui non riusciva a sentirla.
Un attimo dopo si sentì spingere di peso e notò che Blaise lo stava accompagnando fuori, lontano dalla vista di Draco che stava i n compagnia di un’altro, che rideva con un altro, per un altro.

L’aria della sera gelò le lacrime che scorrevano sulle sue guancie e solo allora si rese conto di piangere.
Dio, era stato uno stupido e quella era la sua punizione.
Era troppo tardi, ormai?

Voltò le spalle a Blaise, non per nascondere le lacrime, no, quello era l’ultimo dei suoi pensieri.
Voltò le spalle alla sua vita, per scappare da tutto quel dolore.
“Blaise, Draco..” fu il suo unico gemito, subito interrotto dal moro.
“Si, l’ho visto con Nott, ma Harry cerca di..”
“Lasciami solo” un sospiro, uno solo, straziante e insicuro.
Non voleva nessuno attorno.
Voleva raccogliere i pezzi del suo cuore, uno ad uno, e gettarli via, come aveva fatto con la sua felicità.
Si era lasciato scivolare Draco tra le mani, senza avere il coraggio di trattenerlo a se.
Era tutta colpa sua.
Harry Potter non si era mai odiato tanto, come in quel momento.

Il giardino del castello, così ben curato ed illuminato, sembrava lo scenario meno adatto per far da contorno a tutto quel dolore, ironia della sorte.

Si avvicinò a quella che era una fontana, situata in mezzo ad esso.
I getti cristallini volavano di tanto in tanto verso il cielo, per poi tornare poco dopo ad infrangersi a terra, un po’ come le sue speranze.
Si poggiò al bordo della vasca, piegando il capo e portandoselo tra le mani.
Avrebbe voluto scomparire dalla faccia della terra.
Draco.
Senza di lui, niente aveva più importanza.
Un singhiozzo, poi un altro ed un altro ancora.








Si stava congratulando con Nott per la festa, visto che l’amico era riuscito ad organizzarla in pochi giorni nel suo castello, senza nessun aiuto da parte del ministero.

Gli faceva particolarmente piacere rivedere il suo vecchio compagno di scuola, solitamente all’estero per affari, anche perchè le poche volte che il moro passava da quelle parti veniva praticamente rapito da Pansy.
Proprio in quel momento, a conferma dei suoi pensieri un tornado dai lunghi capelli neri apparve sorridente al suo fianco.
Gli occhi scuri di soliti pieni di ironia emanavano un calore incredibile, ogni volta che si posavano sulla figura di Theo.
Erano proprio una bella coppia, si ritrovò a pensare.
L’unica che resisteva dai tempi di Hogwarts.
Ed erano perfetti, l’una per l’altro.

Sentì una leggera fitta al cuore, al pensiero di quello che un tempo aveva anche lui e che ora si era perso nei meandri del passato.
Ma ormai la decisione era stata presa e non si poteva tornare indietro.
Sorrise ai due, decidendo di lasciarli da soli e dirigendosi al bar per un altro drink.

Vide in quel modo la figura di Hermione vicino alla grande finestra a vetri della sala, che sapeva portare dritto nel giardino di Nott Manor.
Niente di strano nel vedere la riccia lì, se non fosse per lo sguardo preoccupato che lanciava di tanto in tanto verso l’esterno.
Indeciso se andare da lei o meno, visto che sicuramente da quelle parti ci sarebbe stato sicuramente Harry, vide entrare Blaise proprio dal punto in cui lei aveva continuato a tenere gli occhi tutto il tempo.
L’amico sembrava decisamente ansioso e faceva strani gesti con le mani, come ad indicare qualcuno.
Fregandosene di tutto il resto Draco andò verso di loro, nelle viscere la paura che fosse successo qualcosa a qualcuno.
Qualcosa ad Harry.

Appena entrò nel campo visivo di Blaise questi lo guardò dritto negli occhi, senza proferire parola.
Gli occhi blu dell’amico così solitamente tranquilli sembravano preoccupati e chi come lui aveva passato una vita vicino a Zabini, sapeva che quelle iridi diventavano così solo in pochi casi.
Fu Hermione a spezzare il silenzio, avvicinandosi a lui ed indicandogli il giardino.
“Harry” fu l’unica cosa che le sue labbra pronunciarono.
Ma bastò quello a fare scattare Draco.

Per quanto potesse dire di voler chiudere con il passato, non poteva dire di non amare più Harry.
Non avrebbe mai smesso di farlo.
Senza un solo pensiero in testa che non fosse di preoccupazione scese le scale che davano sul prato, la notte stellata sopra di lui permetteva di scorgere una sagoma seduta sul bordo della fontana, in mezzo al giardino.
Draco si avvicinò esitante, la gola secca.
Arrivò con il suo passo silenzioso a pochi passi dal moro, le scarpe eleganti che strusciavano leggere il pavimento d’erba, mentre rabbrividiva tra se per la brezza della sera.
Fissò i suoi occhi argentati sulla figura davanti a se che non aveva ancora dato segno di aver notato la sua presenza, perdendosi un istante a rimirarlo.

Nel suo completo elegante e scuro, la camicia bianca a far risaltare la pelle abbronzata e i capelli scuri, Harry se ne stava lì, tenendosi la testa nascosta dai palmi delle mani, solo un sospiro soffocato di tanto in tanto proveniva dalle sue labbra, per il resto completo silenzio.
Draco decise di palesare la sua presenza, cercando di modulare il più possibile la voce sulla solita inflessione strascicata, con scarsi risultati.
“Harry”
Venne fuori un sussurro fin troppo carico di emozioni, perché potesse essere ignorato dalle orecchie del moro.
Un istante dopo Draco si ritrovò perso in due pozze smeraldo che lo fissavano sconvolte, mentre la luna vi giocava strani rilessi, rendendoli fin troppo lucidi.
A Draco mancò un battito, mentre notava gli occhi leggermente rossi, le tracce di lacrime su quel bel viso e le labbra arrossate,
E gli si strinse il cuore.
Avrebbe voluto correre da lui, abbracciarlo, baciarlo e tenerlo lontano il più possibile da tutto il dolore del mondo.
Ma non poteva. Non più, ormai.

Si avvicinò di un altro, incerto passo, trovandosi proprio di fronte a lui.
Dal basso Harry lo osservava in silenzio, senza dire niente, gli occhi che brillavano di lacrime silenziose che parlavano per lui.
Draco si chinò sui talloni, le ginocchia che sfioravano quasi terra, per essere all’altezza del viso dell’altro.
Una tenerezza improvvisa si era impadronita di lui e fu impossibile resistere all’impulso di allungare una mano verso quel bellissimo viso, per andare a cancellare con le dita le scie umide che solcavano le guancie del moro, in una leggera carezza.
“Che è successo?” fu soltanto in grado di dire, il tono dolce che vibrava tra loro prima di perdersi della notte.
Troppa l’emozione, nello sfiorare di nuovo quella pelle calda e profumata.
Aveva sentito sotto il suo tocco la ruvidezza della barba dell’altro, la stessa barba che lui gli aveva confidato un giorno di adorare.
Dio, se gli mancava Harry.
Gli mancava tutto, di lui.

Il moro sbatté le palpebre un paio di volte, come a ritrovare la lucidità e le ultime lacrime trattenute dalle ciglia scesero a ripercorrere la strada già tracciata dalle precedenti.
“Sono arrivato tardi..” un sussurro triste, mentre fissava il suo sguardo sconvolto in quello argentato.
Draco, che non riusciva a capire cosa l’avesse ridotto così, lui che a differenza sua era sempre riuscito a tenere sotto controllo i propri sentimenti, non riuscì a nascondere il suo stupore.
“Cos’è successo? Cosa ti ha sconvolto tanto?” chiese preoccupato.
“Tu”
Appena l’esatto significato di quella risposta arrivò a destinazione, Draco si alzò di nuovo in piedi e lo osservò sorpreso.
“Io?” E la tristezza intrise quell’unica parola.
“Si tu.” disse Harry alzandosi e fronteggiandolo, gli occhi accesi da una nuova e al contempo vecchia luce di coraggio “Tu e Nott, per l’esattezza. Vederti insieme a lui, mi ha ridotto così”
“Io e Nott? Insieme? Di cosa..” ma si fermò da solo, conscio di quello a cui si stava riferendo il moro.
Lo osservò, il moro nuovamente fiero in tutto il suo orgoglio Grifondoro, cercando le parole per mettere fine a tutto quello.
Tutto quel dolore era ancora troppo per lui.
“Adesso ascoltami, perché non te lo ripeterò di nuovo. Anzitutto quello che faccio sono affari miei. Chi frequento, sono affari miei. Non devo nessuna spiegazione a te o nessun’altro. Comunque per la cronaca Nott è il ragazzo di Pansy, non certo il mio, ma anche se fosse, non sarebbe di sicuro un problema tuo. Non più”
Arretrò di un passo, allarmato, sentendo il profumo di Harry che invadeva le sue narici, ed il suo cuore.
Il moro era evidentemente stupito della notizia, gli occhi divennero meno ombrosi e tutto il suo corpo si fece meno teso.
“E’ comunque un mio problema Draco. Lo sarà sempre. Perché ti amo, e non smetterò mai di farlo” confessò, avanzando e riportando lo spazio tra loro a poco meno di mezzo metro.
Poteva sentire il calore del respiro di Harry, prima che si perdesse nell’aria.
Strinse gli occhi, le iridi argentate sparirono per un attimo sotto le palpebre per poi ritornare ad osservarlo attraverso il buio della sera, sicure almeno in apparenza.
Draco non poteva nascondere a se stesso che sentirsi fare una dichiarazione simile gli aveva fatto battere il cuore all’impazzata e fremere l’anima.
Non poteva nemmeno far finta di non sentire l’elettricità nell’aria, mentre i loro corpi cercavano di avvicinarsi inconsciamente.
Né poteva celare ancora per molto la voglia di poter toccare di nuovo Harry, di baciarlo ed amarlo, come sognava di fare da mesi e mesi.
“Hai avuto la tua possibilità. I Malfoy non sono così magnanimi da concederne una seconda” rispose però, tentando di mantenere un tono neutro.
Vide Harry fremere, come a trattenersi.
“Sono un idiota” esordì il moro, fissandolo senza riserve negli occhi “un codardo, uno stupido. Ho anteposto le mie paure alla tua felicità. Alla nostra. Non è passato un singolo giorno, da quando te ne sei andato, che io non pensi a te. Dannazione Draco, non hai idea, di quanto mi odi, per non essere stato capace di capirti” quasi urlò, avvicinandosi ancora, fino a ridurre la distanza tra loro a poco più di un respiro “Io non posso vivere senza di te. Non posso o ne morirei. Guardami” gli disse, costringendolo ad alzare lo sguardo su di lui “E’ come se lo fossi già. Senza di te io non sono niente Draco”
Vide una lacrima scendere sulla sua guancia, poi un’altra, a scalfire tutte le convinzioni che si era intestardito a creare in quei mesi.
“Ti prego, dammi un'altra possibilità. Non-non..” si interruppe, costretto da un singhiozzo “non ti darò modo di pentirtene. Te lo giuro”

Harry stava mettendo il suo cuore nelle mani di Draco.

E Draco sentì l’amore inondargli le vene.
Intossicante e impetuoso, scorreva come lava, mente il suo cuore dopo mesi riprendeva a battere.
Quanto aveva sognato quel momento.
Ogni singola notte, ogni singolo giorno.
Però non voleva tornare al punto di partenza.
Il motivo della loro rottura è lì tra loro, invisibile ma reale.

“Harry, non possiamo. Ne tu ne io, intestardirci su una relazione che..” spostò lo sguardo sulle grandi vetrate illuminate dall’interno, mentre cercava le parole adatte ed un groppo di commozione gli si formava in gola “..che non riusciremmo a portare avanti. Lo sai meglio di me ormai, che certe cose non si possono cancellare. Non sai cosa ho passato Harry, non posso tornare con te e svegliarmi ogni mattina accanto a qualcuno che non riesce a lottare per l’amore che dice di provare per me.”
Lasciò libero sfogo anche alle sue di lacrime, mentre le mani iniziavano a tremargli.
Sentì le gambe molli, mentre Harry lo osservava con la disperazione negli occhi, ma mantenne lo sguardo nel suo.
Un singhiozzo sfuggì dalle sue labbra, mentre con una mano andava a scacciare le lacrime che scendevano dai suoi occhi.
“Mi dispiace” fu il suo ultimo sussurrò, prima di voltare le spalle al moro interrompendo il loro contato visivo.
Non riuscì a muovere un passo che Harry lo superò bloccandolo.
Gli occhi lucidi di lacrime seri e fermi come mai prima.
Furono quelli ad impedire a Draco di rientrare nella villa, scappando al dolore.

E quello che Harry disse dopo, cancellò tutto il resto.
“Ti ricordi quello che mi avevi chiesto, quel giorno?

“Puoi guardarmi negli occhi, e dire senza esitazioni che usciresti anche ora da questa casa con me, fregandotene della gente e di quello che potrebbe pensare? Puoi, Harry?”

E come dimenticarlo?
“Ecco, Draco. Posso rientrare anche in questo momento in quella villa e dire senza esitazioni davanti a tutto il mondo magico che ti amo e che senza di te la mia vita non ha senso. Anzi, lo farò ugualmente, che tu voglia tornare con me o meno, perché non ho intenzione di nascondere quello che provo per te, quello che realmente sono. L’unica cosa che ha importanza adesso per me è sapere quello che tu provi per me. Tu..tu mi ami ancora, Draco?”

L’intero mondo sembrò perdere importanza.
Le luci, i rumori della festa che svanirono di colpo e gli occhi argentati bagnati di lacrime vennero puntati sul moro.
Credere ad Harry e provare ad essere finalmente felici o continuare quello stupido gioco dell’orgoglio, che non porta altro che dolore?

“Ti amo, ma questo n..”
Un sorriso fece capolino sulle labbra del moro mentre i muscoli si tendevano, come se non facessero quel movimento da mesi.
“Questa è l’unica cosa che conta. Dammi una possibilità per provare a renderti felice e non te ne farò pentire. Mai”

Draco si infilò le mani in tasca, a disagio.
Da una parte l’amore indistruttibile che provava per Harry, dall’altra la paura di soffrire di nuovo.
Ma nel momento che le sue mani andarono a toccare di nuovo il freddo metallo della catenina nelle sue tasche, Draco si decise.

Voleva essere felice, anzi, voleva essere felice con Harry.
E per fare ciò doveva fidarsi di lui.

Puntò lo sguardo in quello del moro, mentre questo ricominciava a parlare.
“Non fare il mio stesso errore. Non far vincere le tue paure..”
Ma la frase morì sulla bocca di Draco che si era avvicinato e gli aveva sfiorato le labbra con le proprie, in una carezza leggera.
Un sorriso a increspare le labbra sottili.

E non ci fu bisogno di altre parole.
I loro cuori si erano ritrovati e tanto bastava.
Mentre passava le braccia dietro al collo di Harry e provava la stretta possessiva del moro intorno ai suoi fianchi, Draco sentì tutte le sue paure rimaste svanire come neve al sole.
Poi il bacio si fece più intenso mentre le labbra si schiudevano e le loro lingue si cercavano e si lasciavano, con passione e desiderio.
Draco passò le mani tra i capelli del moro, gemendo quando questi lo avvicinò ancora più a se, andando a cerare un contatto ancora più stretto.
Si baciarono nuovamente e ancora e ancora, fino a sfinirsi, finché l’aria mancò ad entrambi e furono costretti a staccarsi di pochi centimetri, quello che bastava per potersi guardare negli occhi e sorridersi a vicenda.
“Scusami” fu il sussurro di Harry, sulla bocca del suo ragazzo.
Il sorriso dolcissimo che Draco gli riservò fu come acqua dopo mesi e mesi nel deserto.
Un veloce e dolce bacio rubato e la vita sembrava di nuovo degna di essere vissuta.

Il biondo si allontanò di un passo, continuando a tenere una mano intrecciata alla sua.
“E adesso cosa facciamo?” sussurrò incerto in sua direzione, mentre gli occhi argentati splendevano felice riflettendo la luce della luna.
Ad Harry parve bello come non mai, con gli occhi ancora rossi, le labbra arrossate dai baci ed il sorriso ad illuminargli il viso.
“Dipende” fu la risposta pronta “Draco Malfoy, te la senti di sconvolgere il mondo magico entrando in sala con me?” disse abbracciandolo protettivo da dietro, con le braccia allacciate intorno alla sua vita.
Draco poggiò il capo sulla sua spalla, negli occhi stupore e felicità.
“Se ci sei tu con me, io andrei ovunque”
“Bene”
Harry sciolse l’abbraccio e gli tese la mano.
Draco l’afferrò senza un attimo di esitazione, per poi chiedere per l’ultima volta “Sicuro?”
“Come mai lo sono stato in vita mia” disse il moro stringendo la presa e intrecciando le dita con le sue.
Salirono insieme gli scalini che davano alla grande porta finestra e un attimo prima di entrare Harry voltò il capo verso di lui.
“Ti amo, Draco”
“Ti amo anch’io, Harry”

Finalmente pronti ad affrontare insieme la vita oltrepassarono la soglia, armati solo dell’amore che provano l’uno per l’altro e che erano sicuri, valeva la pena di proteggere a ogni costo.








E mentre Draco entrava senza esitazioni o paure in quella sala dove le più importanti cariche del mondo magico gli avrebbero osservati, giudicati e probabilmente biasimati, portò la mano in tasca a stringere quella preziosa collana che di li a poche ore, avrebbe restituito al suo legittimo proprietario, finalmente felice.












Ok ok, lo so.
E’ un capitolo mooolto più lungo dei precedenti ma non volevo postarlo in due pezzi divisi.
Nonostante la lunghezza ci sono delle cose che non sono ho raccontato per non appesantire ulteriormente la storia e che ho deciso di rivelare o in quella che sarà la side-story su Hermione e Blaise (dove comunque questi due casinisti faranno una comparsa) o in una storia extra, per quanto riguarda la storia della collanina. Chiedo consiglio a voi su come realizzarla, sempre che abbiate la pazienza di sopportare altre mie storie :)
Intanto fatemi sapere cosa ne pensate di questa conclusione, mi raccomando ;)

Vi lascio alle risposte ai commenti:

Per twinkle: Lo stato d’animo di Draco è stato difficile da descrivere perchè avevo paura di rendere la descrizione troppo pesante, per quanto riguarda Harry penso proprio che si sia riscattato in questo capitolo, no? A fare il continuo del continuo ci ho pensato e sinceramente ci sto ancora pensando ma finché non mi vengono buone idee per un eventuale seguito preferisco lasciar perdere. Intanto avrai la side-story dove compariranno ovviamente anche Harry e Draco e poi la storia extra che racconta della collanina, spero le seguirai entrambe e soprattutto spero che il finale ti piaccia e che sia all’altezza delle tue aspettative ;)

Per ShortMaggot: Come hai visto Harry è tornato e si è ripreso Draco, com’era giusto che fosse :) Spero solo di essere riuscita a dare una degna conclusione a questa storia che ho amato sin dalla prima riga di ‘Come deve andare’. Grazie dei complimenti^^

Per MiKeYwAy4EvEr: Non l’ho fatto strisciare, ma ci è mancato poco..va bene lo stesso, no? :P Sono contenta ti piaccia la scelta della canzone^^

Per dany23: Spero di averti risollevato il morale con questo capitolo :P Si si, sono d’accordo. Draco è perfetto ed Harry per la maggior parte del tempo è uno stupido ma alla fine sa riscattarsi. Alla fine non ho resistito al lieto fine..fammi sapere se ti piace..

Per vikivamp: Grazie mille per i complimenti:) il fatto che tu non sia molto appassionata di HP e che nonostante ciò ti abbia appassionato la mia ff non può che essere motivo d’orgoglio per me. Fammi sapere se il finale ti piace e se soprattutto mi sono evitata di essere menata :P

Per ElfoMikey: Grazieee per i complimenti..spero che alla fine questo capitolo ti abbia lasciato con il sorriso sulle labbra:P Visto che a questi due ne ho fatte passare di tutti i colori era giusto che avessero anche loro un lieto fine, anche se alla fine uno scherzetto ad Harry usando Nott l’ho fatto :)

Per Ina: E adesso mi adori o detesti??:P no, sono d’accordo, non possono lasciarsi così..in più ho aggiornato anche abbastanza in fretta, no?

Per Niahl: Ok, esercito scampato sia per me che per Harry, giusto? Direi che a Draco è andata bene alla fine e che ad Harry lo scherzetto con Nott ci voleva proprio :)

Per ayay: Sono contenta ti piaccia il mio modo di scrivere. Immagino che Harry si sia salvato da un bel po’ di minacce di morte con questo capitolo ma avevo fatto soffrire fin troppo Draco nei capitoli precedenti per non fare il lieto fine. Anche se ti confesso che ero parecchio parecchio indecisa..

Grazie mille a tutti e a presto^^
Layla84

  
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