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Autore: Dominil    07/09/2008    3 recensioni
La mia è una vita perfetta costellata da successi e speranze, una vita incantata come se fossi in una palla di vetro. Una palla di vetro con molte incrinature, forse anche troppe.Però a volte bisogna avere il coraggio di cambiare... anche grazie a qualcuno. “Siccome so che hai dei problemi…io potrei aiutarti, sempre se ti va.” Concludo imbarazzata. “Non mi va.” Dice meccanicamente. Non capisco perché mi importi tanto di lui. È solo un odioso arrogante e presuntuoso. Lo odio.
Genere: Generale, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Chapter 1: E' Solo Un Odioso Arrogante E Presuntuoso

LIFE LIKE DREAM AIN’T FOR ME

 

 

CHAPTER 1:

I HATE YOU BUT...

 

Ore 9, Huntington Beach, California.

Eccomi davanti all’edificio scolastico grigio e spoglio insieme ad altre centinaia di studenti che vociferano allegri ed entusiasti. Sospiro, e dopo essermi sistemata la gonna di jeans, mi avvicino da sola e a passo lento verso l’ingresso.

Indugio ancora qualche istante prima di varcare la soglia come se aspettassi qualcuno o qualcosa che mi portasse via da qui ma che però non arriva.

Alla fine quindi mi decido ad entrare. Con lo sguardo fisso sul pavimento, mi dirigo verso il mio armadietto. Lo apro con uno scatto e prendo i libri che mi servono per la lezione della prima ora: Matematica. La adoro. No, non sto scherzando. La adoro davvero.

“Elizabeth!” esclama la ragazza che fruga nell’armadietto accanto al mio.

“Ciao Victoria.” Mormoro abbozzando un sorriso. Victoria è la mia migliore amica. Mi squadra dall’alto in basso per qualche momento, aggrottando la fronte.

“Beth, qualcosa non va?” mi chiede chiudendo il suo armadietto con un tonfo.

“No, è tutto apposto. Sono solo un po’ stanca dato che ieri sera ho studiato fino a tardi.” Rispondo voltandomi e cominciando a camminare verso l’aula di Matematica.

Entro e vado a sistemarmi al mio posto, in seconda fila. Mi volto verso l’ultimo banco. È lui: Brian Haner con lo sguardo incazzato di sempre. Ha gli occhi fissi su una pila di fogli che legge attentamente. Quel ragazzo continua a suscitare la mia curiosità dal primo giorno che l’ho visto. Sembra sempre preso dai suoi pensieri, come se le persone che gli sono intorno non fossero abbastanza interessanti per lui. Lo conosco veramente poco e non abbiamo mai scambiato una parola anche se sono tre anni che frequentiamo gli stessi corsi. A dire il vero non ha fatto amicizia con nessuno, rivolge la parola solo a Zachary Baker che è il suo compagno di banco.

Brian alza il viso e mi guarda con i suoi occhi scuri come se volesse uccidermi con lo sguardo. Mi volto velocemente, arrossendo. C’è solo odio nel suo sguardo. Come può odiarmi così tanto se non abbiamo mai scambiato una parola? È un odio infondato quello che prova verso di me che sinceramente non capisco.

“Cosa hai fatto a Brian Haner?” mi chiede Victoria distogliendomi dai miei pensieri.

“Io? Niente perché?” replico.

“Ti guardava in una maniera… credo di non averlo mai visto così incazzato.”

Annuisco e abbasso il viso sul mio quaderno, cominciando a scarabocchiarlo. Peccato che ogni ghirigoro eseguissi con la penna, mi ricordava sempre lui e i suoi occhi scuri come topazi incollati ai miei.

Il professore entra:

“Buongiorno!” ci saluta. Tutti ci alziamo. Naturalmente, tutti tranne Brian che rimane accasciato al suo posto. Sta iniziando a darmi sui nervi.

“Ho corretto i test.” Annuncia l’insegnante e comincia a consegnarli.

 “Eccellente signorina Daniels, davvero un ottimo lavoro.” Dice rivolto a me. Io sorrido ammirando con orgoglio la mia A. Dicevo di andare bene in Matematica.

Passo diversi istanti a contemplare il mio lavoro e a ricevere complimenti da Victoria che guarda con occhi sognanti il mio compito.

“Non ci siamo proprio.” Esclama il professore. “Se non passerà il prossimo compito signor Haner, temo che dovrò bocciarla.”

Non mi volto nemmeno. So già con certezza chi sta rischiando l’anno. Brian. La Matematica non è il suo forte.

Per un attimo mi balena in testa un’idea assurda e aspetto il suono della campanella per metterla in atto.

Mi alzo decisa e mi avvicino al banco di Brian. Gli sono quasi davanti quando il resto dei suoi amici me lo portano via, lasciando che io rimanga lì impalata come una cretina.

Sbuffando esco dall’aula.

A ora di pranzo però, mi faccio coraggio e provo a parlargli di nuovo.

È seduto ad un tavolo insieme a i suoi amici: Matthew Sanders, Zachary Baker, James Sullivan e Jonathan Seward.

Ridacchiano e parlano tra loro. Passo una mano sul mio maglioncino azzurro e mi avvicino al loro tavolo. Non mi lascerò intimorire.

Brian si accorge in fretta della mia presenza e si volta verso di me con aria interrogativa.

“Ehm… ciao…io sono Elizabeth Daniels e seguiamo le stesse lezioni di Matematica.” Inizio balbettando. La gola diventa improvvisamente arsa e la lingua si impasta.

“Ciao.” Mormora Brian freddo.

“Siccome so che hai dei problemi…io potrei aiutarti, sempre se ti va.” Concludo imbarazzata.

“Non mi va.” Dice meccanicamente. Non ho mai sentito una voce così fredda in vita mia. Mi sento così idiota. Io suoi amici ridacchiano e lui si volta verso di loro ammiccando.

Senza aggiungere altro, me ne vado furente.

Ma perché non mi faccio mai i cazzi miei? Continuo a ripetermi.

Qualche lacrima comincia a bagnarmi le guance ma io le scaccio rabbiosamente con una mano. Quello lì non si merita niente, neanche un po’ di compassione. Non capisco perché mi importi tanto di lui. È solo un odioso arrogante e presuntuoso. Lo odio.

 

 

 

 


Ecco il primo capitolo di questa nuova storia. Alla fine mi sono decisa a mettere almeno il primo capitolo. Ma se volete sapere come finisce, dovete recensire buahahahahah

 

   
 
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