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Autore: Joy27_    28/07/2014    0 recensioni
Samanta Chiatti, o Shay, si trasferisce a Londra per studiare alla Weyman Academy per specializzarsi nel disegno. Incontrerà persone fantastiche, con le quali scoprirà il vero valore dell'amicizia, che aveva sempre escluso e messo all'ultimo posto. Conoscerà Jase Jonhson, che ritiene di averlo già conosciuto. Tra loro si instaurerà una profonda alchimia. Non mancano persone come Travis Truman o Kimberly Keffer, i più popolari della scuola ma insopportabili, ad ostacolare Shay. Nel corso degli eventi, Shay verrà a sapere cose che la lasceranno senza fiato e di fronte a ciò, dovrà rivedere il suo ruolo.
Genere: Fantasy, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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QUEL RAGAZZO SCONOSCIUTO
 
Mi trovavo in un luogo caratterizzato da due elementi che parevano estendersi all’infinito: masse vaporose di nuvole e il cielo di un azzurro intenso. Non sapevo che luogo fosse, e mi guardai intorno nella speranza di trovare qualcuno per chiederglielo. “Ti trovi in Paradiso.” La risposta mi giunse come un lampo. La voce proveniva da dietro di me, così mi voltai e puntai gli occhi su un ragazzo: indossava una lunga veste bianca, aveva la carnagione abbronzata e i capelli e gli occhi marroni.
Non dissi niente. Mia madre da piccola mi diceva di non parlare con gli sconosciuti, e questo consiglio me lo portai fino ai diciannove anni. Stavo pensando che ormai era ridicolo seguire questa “perla di saggezza”. “Perché mi trovo qui?” mi decisi a parlare.
“Il Trono ti aspetta.”
Come ti rispondo, pensai.
“Dobbiamo andare!” esclamò il ragazzo.
“Ok, calma. Prima di andare, chi sei tu?”
“Il tuo angelo custode.”
“Perché non ti vedo le ali?”
“Senti, qui non si tratta di me, ma di te. Ora, andiamo, prima che mi buttano fuori!”
 
Mi svegliai di soprassalto, tutta sudata, il cuore che martellava e un dolore lancinante alla testa. Ero nella mia stanza da letto. Guardai l’orologio ed erano le sei del mattino. Ricordai poco di ieri sera: ero andata alla festa, un certo Travis ci stava provando con me e poi il nulla. Non sapevo nemmeno come ero arrivata nel mio appartamento! Stavo odiando ogni rumore, anche quello più impercettibile, che mi potesse rimbombare nella testa. Avrei ammazzato colui o colei che aveva bussato ora alla mia porta.
“Che palle! Chi è?”
“Sono Lexi. Ti ho portato la colazione” disse mentre entrava in stanza.
“Ti giuro, ti avrei uccisa.”
“Buongiorno anche a te, Shay. Siamo nervose questa mattina?”
“Ho un forte mal di testa! Odio qualsiasi rumore e ho istinti omicidi. La prima sei tu!” dissi, guardandola dritta negli occhi.
“Ok, fai un po’ paura” rispose Lexi, alzando le mani in segno di difesa.
La mia coinquilina mi posò sulle gambe il vassoio con un tazza di cappuccino e un muffin alle gocce di cioccolato, come piace a me! Lei sapeva il modo per tranquillizzarmi.
“Cos’è successo?” le domandai mentre masticavo un pezzo di muffin.
“Un tizio ti ha riportata qui ieri, dopo la festa. Eri in coma per tutto l’alcool che ti eri bevuta. Idiota!” mi rimproverò.
La conversazione s’interrupe quando il mio telefono squillò. Era Lucy. Chiesi gentilmente a Lexi di andarsene. Feci un profondo respiro, pensando già al cazziatone che mi avrebbe fatto la mia amica. Non feci in tempo a dirle ciao che subito iniziò a urlare come una matta. “Dove cazzo sei stata? Sono stata in pensiero per te tutta la notte. Ho chiesto a chiunque, ma nessuno sapeva niente. Ho chiesto a Travis, a Hiro, perfino a un cane randagio!”
“Buongiorno anche a te, Lucy.” Era veramente su di giri.
“Buongiorno un cazzo, Shay. Perché non mi hai avvertita?”
“Sembri mia madre. Eri troppo impegnata con Malcom.”
Lucy alzò ancora di più la voce. “E ‘sti cacchi! Per un’amica farei di tutto. Potevi chiamarmi tranquillamente. Se la situazione è urgente, è urgente!”
“D’accordo, scusami. Possiamo vederci?” dissi con voce debole. Per un po’ di nervoso, stavo stressando una ciocca di capelli.
“Si. Vediamoci al parco vicino scuola. “
Feci tutto di fretta perché non ce la facevo a tenermi dentro il fatto di chiederle scusa. Sarei scoppiata se avessi retto ancora di più. Mi precipitai per le scale, presi una bicicletta che non era attaccata con la catena e raggiunsi sfinita il parco. Esso si trovava di fronte scuola, ma non vi era un granché: un po’ di alberi e di panchine sparse qua e là. Lucy si trovava sotto una grande quercia, che offriva molto ombra grazie all’enorme chioma verde smeraldo, tra le cui foglie filtrava la luce fredda del sole, creando numerose chiazze sull’erba.
Mi sedetti vicino a lei e mi rannicchiai su me stessa. Ci fu silenzio per qualche minuto. Non ce la feci più e l’abbracciai. Mi scusai tantissime volte finché non tornò tutto alla normalità. Passammo quelle ore chiacchierando e scoprendo altre cose in comune.
Dopodiché, era giunta l’ora di andare ai corsi. Anche se io dovevo andare solo tre volte alla settimana, ci andavo tutti i giorni perché vi era un’ aula vuota per poter stare in pace.
 
Era scattata l’ora di pranzo e andai tranquillamente fuori con il mio sacchetto del pranzo. La quiete del giardino era disturbata da una serie di grida e schiamazzi. Le urla provenivano da sotto un albero spoglio. Notai che verso di me arrivavano Hiro e Lucy. Mi presero subito per il braccio senza dirmi cosa stava succedendo. Vidi solamente con i miei occhi: un gruppo numeroso di ragazzi era in circolo, che esultava e urlava degli “ooh” e “buu”. Non riuscii a vedere bene chi vi era il centro, poi vidi dei capelli castani raccolti in una piccola coda di cavallo e due occhi grigi pieni di ira. Era Travis che stava prendendo a cazzotti un ragazzo. Mi precipitai in soccorso di quest’ultimo, ma fu inutile perché aveva ripreso subito le forze e stava sferrando una serie di calci a Travis, proprio in quel punto. Sicuramente Travis era conosciuto come il più cazzuto e popolare della scuola e che ogni ragazzo doveva stargli alla larga. In quel momento sembrava solamente un essere viscido e debole che si faceva prendere a pugni da un ragazzo meno pompato di lui. Gliene dava di sante ragioni ed era veramente forte.
“Non provare più a toccarla, chiaro? Stronzo!” disse il ragazzo che stava avendo la meglio. Si vedeva la rabbia nel suo viso, anzi la furia omicida. Aveva tutto il viso rosso, si stava sfogando e non la smetteva. Per un po’ provai pena per Travis, ma, per loro fortuna, vennero fermati dal preside che non avevo mai visto. Era alto, vestito in smoking grigio scuro, aveva i capelli brizzolati e furiosi occhi color ghiaccio.
“Voi due, idioti, venite nel mio ufficio. Subito!” era altamente accigliato e aveva una voce da mettere i brividi. Una parte del gruppo aiutò Travis a rialzarsi: aveva l’occhio sinistro veramente nero, il labbro inferiore spaccato e il naso sanguinante. Non riusciva a reggersi in piedi e, infatti, gli tramenavano le gambe. L’altra parte del gruppo se ne andò perché timorosa dell’altro ragazzo che potesse attaccare uno di loro. La folla sparì. Io, Lucy e Hiro rimanemmo a pochi metri di distanza da lui, stupiti di tanta agilità.
“Ehm… io vado da Malcom” disse Lucy. “Io devo parlare con un professore” finì Hiro.
“Ci dispiace lasciarti qui. Tu non hai da fare niente?” mi domandò Lucy.
“Devo fare quattro chiacchiere con quel ragazzo” risposi in modo serio.
I due amici mi salutarono, lasciandomi da sola. Ok, ciò che avevo detto era una stupidaggine. Non mi sarei mai azzardata di andare a parlare con un ragazzo. Il solo pensiero mi fece agitare il cuore. Se lo avevo detto, forse c’era un motivo. Feci due respiri profondi, ma il fiato mi si mozzò all’improvviso. Intorno al ragazzo si creò un alone bianchissimo. Non delimitò soltanto il suo profilo, ma anche i contorni di ciò che mi sembravano… due ali. Mi guardai intorno, ma vidi che nessuno si accorgeva della strana energia che circondava lo sconosciuto. Forse avevo le allucinazioni o dovevo riposare bene. Scossi la testa, e andai verso di lui, decisa. Egli si stava ripulendo il maglione blu di lana che indossava, sporco di terra. Notai subito le sue mani: era grandi con dita affusolate. Si girò dalla mia parte e sgranò i grandi occhi marroni, molto profondi. Non lo vidi agitarsi o scappare, per fortuna. Si mise in posizione eretta, con lo sguardo che sosteneva il mio e il petto che gli si gonfiò per un respiro profondo.
“Ehi, va tutto bene?” domandai un po’ preoccupata. Realizzai subito che era il ragazzo che incontravo per due sere di seguito. Era bellissimo ma alquanto misterioso. Quelle due volte che lo avevo incontrato, non parlava quasi mai. Questa era l’occasione giusta per fargli aprire bocca.
“Si, grazie.” Era gentile e aveva una voce molto sensuale e profonda. Si scrocchiò le dita e il collo.
“Allora…” arrossii. “Vieni in questa scuola?” gli domandai.
“Si, sono nuovo. Faccio il primo anno del corso di fumetto.”
“Anch’io, però non ti ho visto il primo giorno di scuola.”
“Ehm… dovevo sbrigare delle faccende personali.”
“Capisco. L’ hai ridotto da schifo a Travis.”
“Ah, si chiama così? Be’, si, mi aveva fatto incazzare, anche se non lo conoscevo.”
“Sei così impulsivo? Voglio dire, prendi a botte una persona senza neanche conoscerla?”
“Senti, non puoi capire.”
“Oh, si che capisco. Sei un cafone!”
Non mi aspettavo così il nostro dialogo, ma il suo comportamento mi aveva dato su di giri. Non capivo il motivo di avergli risposto così in modo sgarbato. Era come se lo avessi sempre rimproverato. Come se questa sua parte l’avessi già affrontata.
“Ma come ti permetti! Fatti gli affari tuoi, piuttosto!” sbottò lui.
“Non permetterti più di farlo, chiaro?”
“Ti aveva palpata, cazzo!” disse all’improvviso.
“C-cosa?”
Restai di pietra. Come faceva lui a sapere che Travis mi aveva toccata? Chi era questo tipo, forse una guardia del corpo ingaggiata a mia insaputa? Alla festa non lo avevo visto, ma subito pensai ad una cosa. “Aspetta…” riflettei per qualche secondo mentre lui si schiarì la voce. “Sei tu quello che ho visto ieri sera che mi chiamava?”
“Ecco… io…”
Preso all’amo!
“Forse ti confondi con qualcun’ altro!” affermò. Sapevo che stava mentendo.
Aggiunsi un’ultima cosa prima di andarmene. “Come sapevi che mi aveva palpata? Lo stavi prendendo a pugni per dargli una lezione? Be’, io non ho bisogno della tua protezione!”
Mi guardò dritto negli occhi. L’iride marrone mi provocò una sensazione stranissima e sembrava che dicesse la verità.
“Senti, ti va di parlarne davanti a un caffè?” gli proposi. Quelle parole non sarebbero mai uscite dalla mia bocca. Non ero io in quel momento. Non avrei mai osato chiedere un’uscita a un ragazzo. Immaginai già che mi avrebbe detto di no.
“Domani ti va bene? Ci vediamo davanti all’accademia alle 17. Ti porto in un posto che ti è sempre piaciuto” terminò lui.
“Un posto che mi è sempre piaciuto? Cosa dici se mi conosci appena?”
“Scusa, io… non so, sono agitato. Dico cosa senza senso. È la prima volta che esco con una ragazza “ ammise abbassando lo sguardo su di me. Mi stava studiando attentamente e vidi sul suo volto comparire un gran rossore di imbarazzo.
Veramente non era mai uscito con nessuna? A primo impatto è un bellissimo ragazzo, anche se un po’ strano.
Lo rassicurai. “Non vederla come un appuntamento o un’uscita per conoscerci meglio. È semplicemente un’uscita in cui due sconosciuti devono chiarire una situazione. Ecco tutto. Mi ci vorrà un po’ per chiederti un vero e proprio appuntamento.” Ma cosa diamine stavo dicendo? Da dove uscivano quelle parole dalle mia bocca? Oh, santo Cielo. Dovevo subito andarmene, ma prima mi scusai. “Scusami per la scenata di prima. Mi prendono ogni tanto questi attacchi improvvisi di rabbia. Non te lo meritavi.”
“E’ tutto apposto” mi tranquillizzò. Lo vidi sereno e i suoi occhi avevano una scintilla divertita.
“Mi sfugge il tuo nome” gli chiesi.
“Mi chiamo Jase Jonhson” disse, mostrando un sorriso bianchissimo. Fui colpita al cuore da una freccia. Quel sorriso mi aveva lasciato di stucco.
“Io sono Samanta Chiatti, ma chiamami Shay” risposi, sfoderando il mio sorriso.
Il ragazzo se ne andò, voltandosi un’ultima volta per sorridermi.
Io rimasi immobile.
Il suo nome rimbombava nella mia mente. Ero convinta al cento per cento che l’avevo visto da qualche parte.
 
Note d’autrice:
finalmente svelato il nome del tanto misterioso ragazzo che Shay aveva incontrato di seguito. Allora, che ne pensate? Questo capitolo vi ha un po’ interessate?
Fatemi sapere tramite delle opinioni e se vale la pena continuare.
A presto!
  
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