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Autore: Filmaustencat    28/07/2014    3 recensioni
Un amore odiato. Una convinzione incerta. Lo sbaglio più giusto.
Quando le parole diventano "mute" il silenzio racconta verità nascoste. Vi è mai capitato di ridere in situazioni alquanto imbarazzanti o peggio in momenti del tutto sbagliati? La divertita risata di Hermione Granger rimbombava nell'aula di Pozioni. Una reazione completamente diversa da quelle dei suoi compagni che fissavano un indignato Draco Malfoy con la divisa macchiata da una pozione. Da una sconosciuta pozione. Il povero artefice era ormai certo che la sua fine sarebbe arrivata presto: Paciock era rosso e sudato. La risata continuava mentre Malfoy si dimenava guardandola furente e...spaventato allo stesso tempo. Malfoy non riusciva più ad emettere alcun suono. -Insomma che sta succedendo?- Oh oh il pupillo di Piton era stato colpito. -Ditemi subito chi è stato!- urlò il Professore. Paciock stava per farsi avanti ma un braccio, una mano un dito diafano indicavano una sola persona di cui ora invece che della risata si sentiva solo il rimbombo del cuore spaventato.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Draco/Hermione
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
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HOPEFUL SMILE 

Doveva credere a Blaise quando gli aveva detto quanto fosse ridicolo quella donnola con un gatto tatuato sul polso. "Perché mai un gatto poi?!" Si domandò Malfoy per l'ennesima volta. Se lo sarà fatto sotto incantesimo per poi vergognarsene, concluse il biondo arrabbiato per il troppo tempo speso a pensare a quella nullità. Avrebbe fatto meglio a seguire il resto delle lezioni. 
La giornata trascorse lenta mentre il ragazzo si trascinava da un luogo all'altro. Come sempre l'unico che veniva ogni tanto a punzecchiarlo e ad informarlo era Blaise che, sempre di buon umore, lo aggiornava sulle sue ultime idee da mettere in atto contro i Grifondoro. Sentirlo parlare di dispetti e incantesimi che comprendevano vomito e cecità come effetti lo aveva fatto sentire come un tempo. Probabilmente oramai, si era rassegnato al suo destino: quella fantomatica lacrima assordante non era nemmeno reale. Oppure avrebbe dovuto fare chissà cosa per ottenerla. Per lui era meglio pensare che sarebbe rimasto muto per sempre piuttosto che riporre una vana speranza che sarebbe stata sicuramente disattesa. Era arrivato il momento dell'accettazione: "dovrò recludermi in casa" si disse "nessuno può andare in giro incapace di difendersi verbalmente!" Sarebbe stato schiacciato e ignorato si disse. Ed un Malfoy "non può permettersi di non essere ascoltato e temuto", lo aveva detto un giorno suo padre.
In quel momento, per il corridoio, passò la Granger e lui si ritrovò a sorriderle ricambiato. Quel tipo di sguardi lo avevano accompagnato per tutto il giorno ma solo in quel momento, quando nella sua testa l'immagine di suo padre e della Grifona cozzarono, si rese conto del suo sbaglio. "Da quanto è la Granger e non la mezzosangue?" Si chiese disperato come chi commette un errore irrimediabile. Si fece disgusto, provò una repulsione per tutto ciò che aveva fatto in questi due giorni. Era un debole, come diceva suo padre e lo aveva appena dimostrato. L'accettazione era finita, nulla gli avrebbe fatto accettare una situazione del genere. E se gli insegnati non si davano un mossa a trovare rimedio a tutto ciò ci avrebbe pensato lui.

"È decisamente strano" si disse Hermione ripensando al Serpeverde: quella mattina, prima della lezione, le si era scaldato il cuore a vederlo così attento alle sue parole. Lo conosceva da anni, le aveva reso la vita impossibile e probabilmente l'avrebbe ancora fatto non appena sarebbe tornato a parlare, perché avrebbe riavuto la sua voce, si convinse Hermione. E l'idea non le dava fastidio come avrebbe dovuto, sembrava esser solo un sentimento sincero di speranza. Era nel suo carattere volere il bene per gli altri. "Malfoy è solo uno dei tanti" si disse lei scrollandosi il pensiero del ragazzo di dosso. 
-Hermione!- si sentì chiamare da Harry mentre era in sala comune. 
-Dimmi Harry- gli fece rivolgendosi a lui che nel frattempo l'aveva raggiunta. 
-Vedi, so che ti chiedo molto ma...- si fece remora il ragazzo a continuare.
-Avanti Harry dimmi- rispose Hermione comprensiva mentre lui riacquistava sicurezza. 
-Allora, so che Piton ha organizzato un lavoro strano ed impossibile- disse lui fermandosi a riflettere con un espressione corrucciata -e so anche che sarà a coppie quindi...mi chiedevo- prese un respiro -potrestiesseretulamiacompagna?- chiese tutto d'un fiato.
-Harry- disse lei tra le risate -non credo di aver capito- si scusò ancora sorridendo.
-Herm lo sai che ho grossi problemi con Piton, e stare in coppia con Ron non mi aiuterebbe di certo: sembra che il professore lo voglia schiantare da un momento altro quindi...- ci riprovò -vorresti stare in coppia con me?- le chiese con l'espressione di un bambino. 
-Cero Harry, non ti preoccupare- le fece lei comprensiva -ora però devo andare: ho la ronda con Malfoy...ah Harry- lo richiamò -hai visto Ron?- gli chiese. Non vedeva il suo ragazzo, sempre che ancora lo fosse, dalla colazione e iniziava a preoccuparsi. -no Herm, mi dispiace- le disse lui.
-Ok, fa nulla...-disse Hermione andandosene con un espressione triste, diretta al punto di incontro con Malfoy.

Il Serpeverde aveva passato il resto del pomeriggio chiuso in biblioteca, a sfogliare decine di libri per cercare qualcosa che potesse aiutarlo. Nulla. Nulla e nulla. Per un momento pensò addirittura che i professori si fossero inventati la scusa di un rimedio per tenerlo buono. "Ehi Draco in realtà ti abbiamo preso in giro, sari muto per il resto della tua miserabile vita" avrebbero dovuto parlargli così. Oramai era tardi e il biondo si era abbandonato con la testa appoggiata su un pesante libro come a dichiarare la sua sconfitta. "Non pronuncerò mai più un incantesimo" questa era la sua paura, era un mago era nato per esserlo e non avrebbe potuto far nulla. "Questa scuola ormai non mi serve a nulla, non ha nulla da offrire ad un muto come me sto solo rendendo un servizio di ronda senza essere pagato!" Pensò furente...la ronda! 
La mezzosangue lo stava sicuramente aspettando da un po' e d'improvviso tutto il resto passò in secondo piano, mentre la preoccupazione di vederla arrabbiata e delusa lo consumava. Perciò mise velocemente apposto e corse verso la Sala Grande. Arrivò trafelato e la vide seduta su una sedia, assorta. Si fermò un attimo, per riprendere fiato e non farle notare il fatto che avesse corso per arrivare il meno in ritardo possibile e le scrisse un biglietto. 
La riccia era bloccata col pensiero su Ron, si spaventò quando le comparve davanti alla faccia un biglietto con tanto di scuse per il ritardo o perlomeno, il biglietto recitava "mi dispiace che tu sia in anticipo" si poteva dire fossero delle scuse da parte di Malfoy. 
Lei però non si mosse, "andiamo Hermione, devi adempiere ai tuoi doveri" si riscosse. Ma invece di alzarsi si mise a straparlare senza freni -Sai Malfoy, il mio ragazzo mi evita- gli disse facendolo strabuzzare colto di sorpresa. "Oh no mezzosangue! Stavolta non mi farò ammaliare dai tuoi discorsi" provando a non ascoltarla si mise a scrivere di fretta e le porse il foglio. "Perché dovrebbe essere un mio problema mezzosangue?" C'era scritto. Stava cercando di rimettere distanza, Hermione ci rimase male ma non troppo: sapeva come era fatto ma in quel momento non le importava, aveva solo bisogno di sfogarsi e farlo in quel momento con lui le sembrò la cosa più giusta. -Non mi importa- gli disse guardandolo negli occhi -non puoi interrompermi quindi mi ascolterai!- gli disse. Si era imposta per la prima volta in vita sua e Draco se ne sorprese incredibilmente: sarebbe rimasto senza parole anche in normali circostanze. Si ritrovò a pensare quanto fosse forte e decisa quella ragazza che avevan sempre deriso e dopo un sonoro sbuffo con il quale era convinto a portare avanti la sua campagna "fregatene della mezzosangue" si ritrovò ad ascoltarla per parecchio tempo mentre lei si chiedeva il perché di tanto menefreghismo da parte del suo ragazzo.
-Ha un'altra- concluse lei. -Ne sono convinta- lui la guardava compassionevole e ancora preda di un incantesimo si decise a intervenire. "Chi altri sarebbe meglio di te?" Lesse lei aprendo il biglietto. Lo fissò stranita e felice. Si guardarono intensamente per un po' finché lui non si rese conto che aveva appena scritto quella che sembrava essere una dichiarazione così si affrettò a riprendere il biglietto e ad aggiungere un "per lui" alla fine della frase salvandosi. Lei lo vide e gli sorrise comunque. 
-Grazie per avermi ascoltata- gli disse mentre lui le rispondeva con un espressione eloquente "non che avessi avuto scelta" -spero che...- riprese lei ma furono interrotti da un rumore. 
In realtà avrebbero dovuto sorvegliare la scuola così a quel suono si ridestarono tutti e due e corsero a vedere silenziosamente per cogliere in fallo chi era in giro. Erano nascosti dietro l'angolo e lui si sporse per vedere meglio ma Hermione lo trattene per un braccio -aspetta- gli disse sottovoce, lui si ritrasse e si mise ad aspettare. Ben presto si sentirono delle voci.
-Perisck- si senti una voce -non ho molto tempo da perdere prendi quella scatola e fai ciò che devi- sentì dire da una voce maschile. Persick era un Corvonero 2º anno. Hermione sentiva l'impazienza di Malfoy di capire cosa stesse succedendo così lo guardò e con uno sguardo di intesa si sporsero entrambi per vedere la scena. Hermione alla vista di ciò che stava accadendo si sentì mancare. Erano in tre: quel Persick, un altro Corvonero più grande e...Ron che reggeva la fantomatica scatola. Il giovane Corvonero prese velocemente la scatola e si dileguò.
-Wesley, sei stato bravo- disse il più anziano del terzetto rivolto a Ron andandosene. In quel momento Hermione si fece mille domande e l'ansia cresceva dentro di lei. "Che diamine fai Ron?" Si ritrovò a pensare. Una crisi di pianto era vicina ma poi, il biondo accanto a lei le mise una mano sulla spalla con fare rassicurante e le regalò un sorriso che valse più di mille parole. Lui era lì a consolarla mentre il suo ragazzo non si degnava di salutarla. Era distrutta e non poteva rimanere ancora li. 
-Me ne vado Malfoy, scusami e...grazie- disse incolore andandosene. Mentre camminava si sentiva addosso gli occhi di Malfoy. Gli occhi di un Malfoy profondamente e veramente dispiaciuto.
 Passò la notte in bianco rigirandosi nel letto così, la mattina, arrivò ben presto ma lei non aveva alcuna voglia di scendere a far colazione e affrontare Ron.

Dall'altra parte della scuola un altro alunno era divorato dai pensieri. Malfoy si era svegliato di cattivo umore. "Chissà cosa nasconde quel bastardo di Weasley" si chiedeva di continuo, avrebbe voluto saperne di più così, per osservarlo meglio, decise di scendere a far colazione. 
Lo vide subito, ingozzarsi come sempre al suo tavolo dove mancava La Granger. Se lo aspettava: era veramente distrutta la sera prima. Non notò nulla di strano per tutta la durata del pasto così mentre si apprestava ad andarsene si disse che erano solo problemi suoi cosa facesse la notte.
-Draco!- lo richiamò Blaise, accanto a lui Goyle. Aveva uno strano luccichio negli occhi. -Draco, ho organizzato il miglior scherzo di sempre- disse fiero. Draco si finse interessato così Zabini continuò. -Ho pronta della melma appiccicosa da lanciare a uno dei nostri Grifoni preferiti- gli disse. -Ho organizzato tutto: nessuno entrerà in classe, aspetteranno tutti che ad entrare sia il nostro bersaglio ho già i miei posizionati- disse ridendo con Goyle. A Malfoy sembrò una bella idea. -La Granger si metterà a piangere- disse ancora Blaise tra le risate. "La Granger?" Pensò Draco con orrore. Tutti ma non lei. Non ora. Si mise a correre lasciando interdetti gli amici. Stava per entrare: entrava sempre in anticipo. La vide mentre si apprestava a fare gli ultimi passi e iniziò a correre come mai. Doveva farcela: la spinse malamente e riuscì ad entrare per primo. Gli arrivò addosso una secchiata di pura melma che sarebbe riuscito a togliere solo dopo infinite docce. 
-Malfoy!- si sentì chiamare e si girò verso la Granger che lo guardava ancora stranita per la spinta. D'improvviso lei capì. Capì quando lo vide sporco che le sorrideva appena. Era per lei quella rivoltante roba appiccicosa e lui l'aveva salvata. Un sorriso a trentadue denti le riempì il viso. Stavano ridendo tutti di lui e in una situazione normale avrebbe giurato vendetta a tutti è avrebbe iniziato a lanciare schiantesimi ma, in quel momento, non sarebbe servito. In quel momento non contava più nulla: non gli interessò non poterla far pagare a tutti. L'unica cosa che importava era il sorriso di Hermione.

Angolo autrice: sto aggiornando in fretta. L'ispirazione ha preso il sopravvento. Spero vi piaccia il capitolo: se volete fatemi sapere cosa ne pensate in una recensione sarò felice di rispondere. Alla prossima, F.
 
  
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