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Autore: Kristal Siderglace    28/07/2014    5 recensioni
2012-09-12 OlympiaStadion, Munich, Germany.
E' raro vedere Chris triste durante un live ma quel giorno appariva così nonostante fosse il giorno dopo il compleanno del suo migliore amico e chitarrista Jonny Buckland.
Genere: Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 10

Era oramai quasi ora di salire sul palco, Chris si sentiva discretamente meglio, sia per quel che riguardava la febbre sia con se stesso, per una volta, forse per la prima volta negli ultimi 15 anni, non sentiva quel peso, a volte sepolto nel profondo, a volte meno. Ora doveva solo arrivare in fretta allo stadio e parlare con Jonny.

 

Jonny aveva gli occhi fissi sull’orologio appeso al muro, era quasi ora, dov’era Chris?

«L’hai chiamato?» chiese, tradendo un po’ di nervosismo, Will a Phil che girava in tondo per la stanza, lanciando, anche lui, occhiate all’orologio.

Nemmeno il tempo di rispondere che la porta del camerino si aprì.

«Eccomi!»

Era Chris, già vestito per andare in scena, leggermente pallido ma tutto sommato, viste le condizioni del pomeriggio, abbastanza in forma. I suoi occhi, dopo un veloce sguardo a tutti i presenti nella camera, si fissarono su Jonny.

«Come ti senti?» chiese con tono serio Phil.

«Bene» disse Chris, distogliendo lo sguardo dal chitarrista «Ho dormito e ora sono come nuovo» sorrise in modo incoraggiante.

Guy lanciò un brevissimo sguardo confuso a Will che a suo volta non riusciva a capire come l’amico fosse passato in poche ore dalla modalità The Walking Dead a quello. Non che non fosse felice, figurarsi, aveva passato il pomeriggio a preoccuparsi per lui, ma non era tanto la miracolosa guarigione a lasciarlo perplesso, quanto il resto.

Jonny appariva ugualmente sorpreso. Nel lungo sguardo che Chris gli aveva lanciato appena entrato nella stanza aveva letto qualcosa ma non era sicuro di sapere cosa. In parte si sentiva quasi deluso nel vederlo così pieno di energie, ancora una volta si chiese che brutta persona fosse per provare una cosa del genere, ma sapeva riconoscere Chris quando fingeva e non era quello il caso, stava davvero meglio, in tutti i sensi.

«Forza è ora!» Phil li richiamò dai loro pensieri.

Chris lanciò un altro sguardo a Jonny ma quest’ultimo si girò dall’altro lato rompendo subito il contatto visivo.

Si diressero dietro al palco, come di consuetudine si misero in cerchio per il tradizionale pre-show huddle ed eccoli che erano fuori, nel buio, in sottofondo Back to the future e la pioggia che scendeva copiosa dal cielo.

Chris, nonostante tutto, sembrava realmente in gran forma, Jonny lo poteva vedere saltellare per caricarsi nella penombra delle luci blu.

Hurts Like Heaven filò liscia, nemmeno la pioggia sembrava poter fermare Chris che si comportava come se le ultime 24 ore non fossero mai esistite, tanto da essere a suo agio ad avvicinarsi al chitarrista al momento del suo assolo, quello che accadeva dentro di Jonny, invece, era molto più complicato.

Nonostante il pomeriggio passato da solo gli avesse fatto capire molte cose, vedere Chris così aveva riacceso, pure se minimamente, quel sentimento di rabbia della notte prima. Per l’ennesima volta gli sembrava di essere l’unico ad essere veramente ferito dalla situazione, vedeva Chris saltellare sorridente per il palco e sentiva qualcosa fare a pugni dentro di lui. Chris avrebbe dovuto essere distrutto, infelice, rotto, com’era stato lui per tutta la giornata e come avrebbe continuato a sentirsi finché non avesse avuto modo di parlare con l’amico.

Lo ami tanto da volerlo vedere infelice? Niente da dire, sei proprio un asso nelle relazioni. Hai una moglie che ami ma non tanto quanto il tuo migliore amico e, nonostante questo, desideri che lui soffra perché tu stai soffrendo. A volte sei così egoista che dovresti ringraziare il cielo di non essere completamente da solo.

…La verità è che, in fondo, non lo desidero davvero…

Completamente perso in questo suo dialogo interiore, si era a malapena accorto che la canzone fosse finita e che stesse iniziando In My Place, la batteria di Will lo richiamò all’attenzione, iniziò a muovere le dita sulle corde ma nulla, non sentiva la propria chitarra, un roadie corse in suo soccorso, era così distratto da aver dimenticato di accendere la pedaliera.

Incrociò lo sguardo apprensivo di Will ma rispose con un sorriso per scusarsi della disattenzione, doveva concentrarsi, i problemi personali tra lui e Chris non dovevano interferire con il gruppo, l’aveva promesso a Will e Guy, avrebbe avuto tutto il tempo per sentirsi in colpa dopo il concerto.

Si avvicinò a Guy che gli sorrise incoraggiante e decise di andare a suonare sul lato sinistro del palco, lontano da Chris che stava saltando in mezzo ai confetti sull’X stage, sperando di potersi allontanare così anche dai suoi pensieri e di riuscire finalmente entrare in serata.

Finito il ritornello Chris tornò indietro e dopo un fugace abbraccio al bassista si diresse però proprio verso di lui, i suoi occhi azzurri a cercare quelli verdi del chitarrista ma questa volta Jonny non distolse lo sguardo.

«I was scared, I was scared, I was tired and under-prepared!...But I wait for it»

Ebbe quasi l’impressione che Chris si stesse rivolgendo a lui, c’era qualcosa nel modo in cui aveva cantato quel verso, occhi fissi ai suoi, qualcosa nel tono di voce, di…rotto? Probabilmente era solo l’effetto della corsa, della pioggia e qualche residuo di febbre, Jonny cacciò anche quel pensiero dalla sua testa, in tempo per vedere Chris che gli faceva segno di seguirlo per il gran finale.

«C’mon J!»

Jonny iniziò la sua discesa verso l’X stage mentre Chris tornava indietro probabilmente per togliersi la giacca oramai impregnata di pioggia e sudore In fondo al suo cervello si stava facendo avanti qualche dubbio sul come avrebbero concluso la canzone, Chris era solito inginocchiarsi ai suoi piedi e porgergli il microfono ma date le circostanze attuali era tutto un grande punto interrogativo. Non aveva tempo di pensarci, era il momento del suo assolo, doveva mantenere la concentrazione.

«J!»

Chris era di nuovo a meno di un metro da lui.

«Sing it to me please! Oooh please! Come back and sing to me!»

Ancora una volta gli occhi di Chris cercarono quelli di Jonny e quest’ultimo ebbe di nuovo la sensazione che Chris stesse cantando rivolgendosi a lui, a pensarci bene quel verso, dopo quello che aveva detto la notte precedente sul lasciare il gruppo, si conciliava perfettamente con la situazione ma no, ne era certo, era solo un caso.

Era il momento, Chris era in ginocchio e lui non sapeva cosa fare, doveva avvicinarsi come al solito? Era il caso che lo facesse? In fondo Chris si stava comportando come se nulla fosse successo. In quel momento sentì la mano dell’amico tirarlo verso di se, diversamente dal solito Chris si era alzato in piedi, la mano era passata a cingergli la schiena e con Chris così vicino riuscì a stento ad emettere un flebile yeah.

Tornò indietro seguito poco dopo dal cantante che lo raggiunse nel buio.

«Devo dirti una cosa»

Jonny non ebbe nemmeno il tempo di girarsi verso di lui che Chris aveva ripreso il suo posto al centro del palco e stava salutando in tedesco il pubblico.

La diga che aveva costruito nella sua testa per arginare i pensieri almeno fino alla fine della serata crollò. Sentì di nuovo la rabbia verso Chris crescere, Devo dirti una cosa è decisamente il genere di frase che non andrebbe detta a qualcuno nel bel mezzo di un concerto, Chris proprio non ce la faceva a prendere in considerazione come una cosa del genere lo potesse far sentire.

Jonny non aveva assolutamente memoria del come fosse arrivato il momento di The Scientist, le sue mani erano andate a memoria per Major Minus e Lovers in Japan, la sua testa era altrove, Chris si era avvicinato a lui un paio di volte ma aveva mantenuto lo sguardo basso per evitare il contatto visivo con il cantante.

 

Nonostante fosse nata per ben altre ragioni, ora che si trovava a suonarla, Chris si accorse che, paradossalmente poiché era sempre stato Jonny l’uomo di scienza tra i due, The Scientist, in quella situazione, gli calzava a pennello.

Aveva passato tutto quel tempo negli ultimi giorni a riflettere sui numeri, sul loro significato, da perdere quasi di vista la situazione. Per quanto finalmente la metafora dei numeri primi avesse un senso positivo anche per lui, non poteva aspettarsi che le cose tornassero magicamente apposto grazie a questa illuminazione. Doveva parlare con Jonny, questo lo sapeva, la sua intenzione era stata di farlo prima del concerto ma non c’era stato tempo.

Non ce la faceva ad aspettare, voleva dirgli quello che provava subito e allora aveva deciso di fare l’unica cosa possibile: cantare.

La musica era da sempre stata il suo modo di cacciar fuori quello che sentiva, per questo era corso verso di lui durante In My Place, sperava che Jonny lo conoscesse abbastanza da capire che quella sera stava cantando per lui, quel Devo dirti una cosa che gli era scappato non era altro che un Ascolta.

«Nobody said it was easy, oh it's such a shame for us to part. Nobody said it was easy, no one ever said it would be this hard…»

Forse era per questo che ne stava risultando una delle versioni di The Scientist più toccanti mai eseguite live, tutti potevano sentire che c’era qualcosa di sincero nella sua voce che non stava semplicemente eseguendo un pezzo uscito 10 anni prima.

«I’m going back to the start»

Era in una specie di trance, c’erano solo lui, il piano, la pioggia e le parole. La chitarra di Jonny lo richiamò all’ordine, sapeva che era semplicemente così che andava la canzone, che a quel punto doveva entrare anche la chitarra nella melodia, ma gli sembrava quasi una risposta.

Per un attimo c’erano solo il suono del suo pianoforte e della chitarra di Jonny nello stadio, aveva tutta l’aria di essere una conversazione tra i due.

Chris continuò a cantare con il cuore in gola fino alla fine.

«Oh let’s go back to the start»

Era esattamente quello che voleva dire a Jonny, voleva cancellare tutto quello che era successo negli anni, tutti gli errori commessi da entrambe le parti, nulla importava eccetto loro due, voleva tornare a quando l’unica cosa importante era essere uno nella vita dell’altro, semplicemente.

Non riuscì a trattenersi dallo girarsi verso il chitarrista per essere certo che avesse capito.

«Alright?»

Jonny gli sorrise, aveva capito.

 

Hem…hello!

Scusate questa mia breve parentesi, volevo solo ringraziare chi ancora legge nonostante ci abbia messo quasi 2 anni a scrivere 10 capitoli [decisamente non sono portata per fare la scrittrice ma tranquilli che siamo vicinissimi alla fine] e volevo darvi un consiglio/suggerimento: questa fanfict, come scritto nella descrizione, è effettivamente ispirata ad un concerto dei Coldplay, arrivati a questo punto della storia potreste trovare interessante, dopo aver letto il capitolo, avere il riscontro audio/video. Cercate su YT “Coldplay München 2012”, c’è l’intero concerto in MultiCam che io personalmente, per scrivere questo capitolo, ho praticamente imparato a memoria.

Detto questo vi ringrazio di nuovo, vi supplico di commentare perché è l’unica cosa che possa spingermi ad uscire dal mio perenne stato di procrastination e mi scuso per qualsiasi errore e/o frase sgrammaticata: ogni capitolo è frutto della mia insonnia, questo è stato finito alle 6.45 di questa mattina, sono certa che nonostante la fase di correzione/rilettura qualcosa mi sia sfuggita.

See you soon!

K.

   
 
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