Capitolo 5. 

Marco's pov
 Erano ormai giorni che aspettavo qualcosa di nuovo,ma non arrivò nulla. I pensieri brutti non cambiavano,erano sempre gli stessi. 
Marta non se ne voleva andare dalla mia testa,ma nemmeno quegli occhi verdognoli che sognai notti prima. 
L'unica cosa che volevo in quel momento era andarmene: andarmene in qualche posto dove la gente non mi conoscesse e dove ogni cosa bella che vedevo, non mi ricordasse tanto la mia ex. 
Volevo sparire da tutto e da tutti in modo di non lasciare traccia. 
Oppure volevo semplicemente trovarmi un lavoro e recuperare la mia autostima e reputazione. 
Come facevo tutti i giorni ormai da anni, anche quella mattina me ne camminavo per le vie di Ronciglione standomene con la testa bassa e con le mani in tasca. 
Esatto,a testa bassa, perché non avevo più un motivo per andare fiero di quello che facevo; non potevo più camminare a testa alta davanti alla gente che mi avrebbe criticato per una qualunque sciocchezza. 
Ogni giorno camuffavo il mio volto dietro a scuri occhiali da sole e mi consolavo con una sigaretta tra le labbra, che rendeva tutto un pò meno insignificante. 
Come tutti i giorni passavo velocemente tra le strade per non vedere il mio corpo riflesso sulle vetrine di quei negozi, ma ogni tanto mi ci fermavo davanti e stavo a guardare ogni annuncio affisso al vetro,senza trovare quello che cercavo. 
Anche quella mattina entrai nel solito bar,mi sedetti sullo sgabello davanti al bancone ed iniziai a sorseggiare il mio cappuccino caldo. 
I miei pensieri vennero di colpo spenti dalla ragazza che stava dietro a quel grande bancone. 
Anna,così si chiamava. 
Ormai, dopo mesi che le pagavo il caffè, eravamo diventati grandi amici e per lei , quasi ogni giorno avevo un buon pretesto per stare in quel locale un pò più del voluto. 
Era una bella ragazza,alta e bionda con i capelli raccolti in una piccola coda, e con degli occhi color castano chiaro. 
Mi guardò sorridendo e mi porse il giornale. 
"Ecco il tuo giornale,Marco." 
Mi disse dolcemente. 
Ricambiai il sorriso ed iniziai a sfogliare il giornale mentre finivo di sorseggiare il caffè. 
Arrivai alla pagina degli annunci di lavoro e dopo aver fatto passare attentamente il dito su due articoli sobbalzai versandomi addosso il caffè bollente. 
Vedendomi dolorante,Anna intervenne subito con uno straccio e mi aiutò ad asciugarmi. 
"Cazzo, Anna, guarda!" 
Le piazzai il giornale davanti agli occhi e le feci vedere l'annuncio. 
Quel piccolo pezzo di carta sembrava aspettare proprio me. 
Finalmente avevo trovato quello giusto: quel posto di lavoro sarebbe stato mio, dopo avere aspettato per tanto tempo. 
Raccolsi in un modo goffo la mia tracolla e la mia giacca e dopo aver salutato la ragazza schizzai subito a casa. 
Veloce come non mai mi misi sotto la doccia e pochi minuti dopo ero già pronto. 
Indossai qualcosa di elegante,ma non troppo: pantaloni blu scuri,una camicia bianca e le mie adorate Diadora bianche. 

Me ne stavo davanti allo specchio:sistemai al meglio la barba e misi un pò di brillantina sul ciuffo nero, sistemandolo elegantemente sulla fronte. 
Ero pronto.
 Ero determinato ad avere quel posto di lavoro: lo volevo a tutti i costi, e quella volta sentivo di non poter sbagliare. 
Raccolsi i documenti e il mio curriculum e li sistemai dentro una borsa lasciandomi poi la mia piccola casa alle spalle. 
Finalmente ero lì, il locale era quello. 
Io stavo a guardare l'insegna con stupore e con un pizzico di allegria sulle labbra,mentre un brivido mi attraversò lungo tutta la schiena. "Bellissimo" 
Dissi tra me e me prima di spingere la porta d'ingresso ed entrare. 
Mi avvicinai al bancone dove stava una ragazza che parlava al telefono. "Un secondo" 
Mi fece cenno di aspettare, sorridendo. 
Restai ad aspettare mentre mi guardavo attorno: appesi ai muri c'erano dei quadri che subito mi colpirono; quadri di mille colori e con mille soggetti differenti. 
"Mi dica" 
Si rivolse a me con gentilezza. 
La guardai negli occhi per qualche secondo per poi prendere l'articolo e mostrarglielo. 
"Sono venuto per fare domanda per questo posto di lavoro. Sono disoccupato da circa un anno" 
Mi guardò soddisfatta e allargò un grande sorriso. 
"Ok,mi lasci il suo curriculum"
Le porsi tutte le scartoffie rilegate in una busta. 
"Bene,ora mi serve solo che lei mi dica il suo nome" 
Poggiai le mani sul bancone e mi sporsi leggermente per vedere cosa stesse scrivendo. 
"Marco Me..." 
La mia voce venne subito bloccata da una visione meravigliosa. 
Tutt'un tratto vidi un ragazzo uscire dalla porta alle spalle della ragazza: Era alto e aveva una forma slanciata; i ricci scuri gli coprivano leggermente la fronte e la sua risata era qualcosa che non avevo mai ascoltato in vita mia. 
Per la prima volta sentii un tuffo al cuore,quando riuscii a scorgergli gli occhi: erano gli occhi verdognoli che sognavo tutte le sere da lì a qualche giorno prima. 
"Marco Me?" 
Mi chiese la ragazza, distrandomi. 
"M-marco Mengoni" 
Balbettai continuando a guardare il ragazzo con la coda dell'occhio. "Grazie,Marco,le manderemo una mail". 
Feci un cenno e la ringraziai. 
Guardai per l'ultima volta il ragazzo prima di uscire: rideva e scherzava con un altro ragazzo, altrettanto bello e come potevo immaginare, non mi notò nemmeno per un secondo. 
Cosa mi stava succedendo? Era un colpo di fulmine? No,non poteva essere. 
Sapevo solo che quel giorno trovai il padrone di quei bellissimi occhi verdognoli, che non avrei dimenticato molto facilmente.