Fanfic su attori > Robert Pattinson
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Autore: valina_babi    28/07/2014    2 recensioni
Babi è a Londra, i fuga dalla sua cittò troppo stretta, non può immaginare cosa la aspetta, un incontro, uno scontro, e il destino che cambia in un momento. in bene in male? chi può dirlo "la vita è come una scatola di cioccolatini non sai mai quello che ti capita" devi solo imparare a conviverci.
Genere: Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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ciao!
grazie a tutti voi che avete letto, a chi arriva per la prima volta e a Jusy e Marioasi che avete commentato!
eheh il caratterino di babi è.. un po' pestifero! =P

buona lettura!!!

8. Best Bodyguard of ever


Steso sul letto della mia stanza strimpellavo note senza senso sulla mia adorata chitarra, ero in vacanza per modo di dire, pochi giorni, tre settimane di pausa prima di ricominciare e non smettevo mai del tutto. Anche in quel momento di pausa dovevo lavorare sul prossimo personaggio. Che stress. La notorietà poteva essere esaltante, essere un attore era senz’altro un mestiere favoloso, ti permetteva di viaggiare in mille posti e paesi nuovi, ma era anche snervante. Annullava completamente la tua privacy e la tua vita privata. Tutto di te diventava pubblico. Ed era uno stress non indifferente, soprattutto per un ragazzo che come me aveva solo ventitré anni ed era inseguito da migliaia di ragazzine urlanti ovunque andasse. Desideravo un po’ di pace, a volte desideravo non aver mai fatto quel dannato provino, premere il tasto rewiew e riportare indietro la mia vita di due anni. Ma  questo non era possibile e quindi dovevo cavarmela al meglio da solo. Certo avere un sistema di guardie del corpo mentre ero in giro e mia madre che faceva da mastino in quei pochi giorni in cui ero a casa dei miei aiutava.. ma incasinava anche, soprattutto se volevi tentare di sistemare le cose con una ragazza. Avevo parlato per un pezzo quel pomeriggio con mia madre. Appena ero rientrato in casa, mi aveva a dire poco aggredito.
«Ma ti rendi conto di quanto stanno diventando sfrontate le tue fan? Arrivare fin qui, a casa dei tuoi! Io poi vorrei sapere come ha fatto quella ragazzina a sapere che eri qui e non in un albergo» gridava e digrignava i denti. Erano rare le volte in cui avevo visto mia madre realmente arrabbiata, ma credetemi, fa davvero paura. Esitai un momento prima di risponderle.
«Ehm.. veramente.. l’indirizzo glielo ho dato io» dissi quasi sussurrando e passandomi una mano in mezzo ai capelli imbarazzato.
«Che cosa? – gridò – Robert! Ma sei impazzito? Ti rendi conto dell’assedio che si installerà qui di fronte quando le sgallettate urlanti sapranno che tu sei a casa dei tuoi? Hai una minima idea di quello…»
«Scusa mamma. Sono stato un idiota, lo so. Non ho pensato a quello che voi dovreste sopportare, ma pensaci per un attimo. Io convivo con quella merda tutti i giorni da due anni. E poi non credo che sia questo il caso. Non credo che Babi dirà qualcosa in giro. Credo di averla ferita davvero»
«Tu conosci quella ragazza?» mi guardò meravigliata.
«Sì. E stava tentando di dirtelo se tu non l’avessi stoppata in quel modo. Per quello le sono corso dietro nonostante tu mi stessi dando del pazzo e dell’idiota. Ma è tutto inutile. Sono riuscito a farmi odiare, credo»
«Tutto inutile cosa?» chiese. In breve le spiegai chi era Babi e come l’avevo conosciuta. O meglio come ci eravamo scontrati, come le avevo rotto gli occhiali e avevo in qualche modo tentato di rimediare.
«Oddio… il mio Rob si è preso una cotta…» cominciò allegra.
«Mamma ti prego. Non ho quindici anni. Anzi direi che li ho passati da un bel po’. Quindi potresti toglierti quel sorrisetto dalla faccia? Mi spaventi. E comunque te l’ho detto. Credo di aver mandato tutto alle ortiche»
«Non preoccuparti, nulla è perduto finché non getti la spugna» aveva risposto e dandomi un buffetto sulla guancia mi aveva lasciato da solo seduto sul divano della sala.
Mia madre. Era un tesoro ma a volte davvero incasinava le cose in un modo impossibile. Feci scorrere di nuovo le dita sulle corde della chitarra. Tentavo disperatamente di trovare un modo di rimediare a quel pomeriggio. Ma come diavolo avrei fatto. Ora che ero un attore, che veramente avrei potuto avere qualsiasi ragazzina ai miei piedi ero probabilmente riuscito a farmi odiare dall’unica ragazza che desideravo. “Sono un idiota
Bip bip. Il suono del telefono che annunciava un messaggio mi riportò alla realtà. Lasciai la chitarra sul letto e corsi a recuperare il telefono, l’avevo lasciato da qualche parte sulla scrivania disordinata. Frugai per qualche secondo lasciando cadere a terra la sceneggiatura di Eclipse. Finalmente lo trovai, era sepolto tra carte, blocchi e sceneggiature, il bello dell’essere un attore famoso era che per il momento non dovevi fare provini, le sceneggiature te le mandavano a casa. Aprii il messaggio
- Si può sapere che diavolo le hai fatto? Era a dir poco disperata. Non sei proprio capace di sfruttare le occasioni eh?
Giulia. La sua amica. Digitai veloce la risposta.
- Scusa. Lo so. Sono un cretino. Mi dispiace, ma mia madre si è messa in mezzo. Sai com’è è un po’ un mastino da quando le fan mi perseguitano. E ora lo so che mi prenderai per il culo a vita perché non so tirare fuori gli attributi. C’è un solo problema ora. Non ho idea di come rimediare e credimi se ti dico che è l’unica cosa che desidero fare.
Sì ero decisamente un imbranato, impedito. Non ero capace di prendere al volo le occasioni nemmeno quando mi si presentavano sotto il naso.
Bip. Bip. Di nuovo l’I-phone.
- Lo so. Siamo al pub, sai com’è io lavoro e anche Vale, vedi di non farti scappare l’occasione anche sta sera.
Digitai la risposta in un attimo.
- Grazie. Ti devo un monumento. Se va come ho in mente, ti sarò debitore a vita.
Cercai veloce tra le ultime chiamate il numero di Tom e lo composi. Attesi pochi istanti e finalmente rispose.
«Ehi, Tom. Che si fa sta sera?» domandai.
«Non so Rob. Avevi idee??» rispose.
«Mmm… potremmo tornare al pub di ieri sera.. mi  è parso carino…» buttai lì.
«Sì. Il pub o la cameriera?» mi punzecchiò sghignazzando.
«Tom! Non sfottere e non ti fare viaggi mentali»dissi tentando di celare quello che realmente pensavo.
«Dai, lo sai che non sai contare balle»“Ecco appunto, fortuna che di mestiere faccio l’attore.”
«Oh, e va bene hai ragione. È carina e allora?» confessai, tanto al mio migliore amico non sarei riuscito a nascondere nulla.
«Allora niente» disse tentando di trattenere una risata.
«Allora?» incalzai, non avrei accettato una risposta negativa anche a costo di andarlo a prendere al nostro vecchio appartamento e di portarlo al pub a calci nel sedere.
«Sì, va bene Romeo. A che ora passo a prenderti?»
«Alle otto»
«Ok! Agli ordini. Ah, una cosa…»
«Dimmi», risposi secco.
«Vedi di non fartela scappare».
«Anche tu? Prima la sua amica, poi mia madre, poi tu. Ma la finite di dirmelo?>>
«Tua madre?!»chiese, ormai non riusciva più a smettere di ridere.
«Sì ci ha messo il naso anche lei» dissi con tono piatto.
«Wow… adesso abbiamo anche la mamma come consulente?»
«Tom…»
«Sì?» disse con tono finto ingenuo.
«Va’ a farti fottere», gli risposi ridendo.
«Ci vediamo tra un’ora, innamorato» e riattaccò prima che riuscissi a rispondergli. Riposi il telefono. Ma tre secondi dopo dovetti riprenderlo.
- Attento a promettere monumenti e favori in cambio… ho la memoria mooolto lunga. A dopo. Giulia.
Risi di gusto, e poi tornai a suonare. Se Tom fosse stato puntuale avevo tutto il tempo per prepararmi con calma e soprattutto per tranquillizzarmi. Non potevo combinare un casino anche sta volta.


 
   
 
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