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Autore: SusanTheGentle    29/07/2014    5 recensioni
Questa storia fa parte della serie "CHRONICLES OF QUEEN"

Il loro sogno si è avverato.
Tornati a Narnia, Caspian e Susan si apprestano ad iniziare una nuova vita insieme: una famiglia, tanti amici, e due splendidi figli da amare e proteggere da ogni cosa.
Ma quando la felicità e la pace sembrano regnare sovrane, qualcosa accade...
"E' solo un attimo, al sorgere e al tramontar del sole, attimo in cui riescono a malapena a sfiorarsi....
Sempre insieme, eternamente divisi"

SEGUITO DI "Queen of my Heart", ispirato al libro de "La sedia d'agento" e al film "Ladyhawke".
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Caspian, Susan Pevensie
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Chronicles of Queen'
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IN FONDO LA MAPPA DI NARNIA


24. Un incontro misterioso
 
 
Il nostro amore stanotte rimane forte
E rende giusto tutto ciò che abbiamo rischiato…

 
 
Rilian dormiva ancora quando Lady Lora entrò nella stanza dei bambini ed aprì le tende per far entrare la pallida luce del Mondodisotto: una luce che nessuno sapeva bene da dove veniva, dato che il castello sorgeva miglia e miglia sottoterra. Era uno dei tanti misteri che i gemelli avevano chiesto alla loro madre adottiva di svelargli, ma che ella aveva liquidato con una frase alquanto enigmatica:
“Certe volte non possiamo chiederci il perché di qualcosa. A volte, le cose stanno così e basta, perché sono sempre state così...”
Il principe si svegliò quando sentì che qualcuno lo scuoteva piano su una spalla, e allora aprì gli occhi.
Il sogno e la realtà si mischiarono: in un primo momento, gli sembrò di non conoscere la giovane donna davanti a lui, bella e sorridente, con lunghi capelli castani e gli occhi azzurri come i suoi.
Sbatté le palpebre, perplesso. La figura divenne più nitida e la prima immagine scomparve, sostituita da quella di…
“Lora...”
La Lady sorrise. “Buongiorno, Altezza. Sembrate stupito, chi credevate che fossi?”
Rilian si mise a sedere, stropicciandosi gli occhi. “Pensavo fosse un’altra persona”
“E chi?”
“Non so…”
Rilian faceva spesso questo tipo di sogni, ma solo a Myra lo aveva confidato. Purtroppo, non riusciva mai a rammentare quasi nulla una volta sveglio, perciò non poteva assolutamente rendersi conto di aver sognato la sua vera madre.
“Non parlate troppo forte” disse Lora a Rilian, indicando Myra ancora addormentata nel letto accanto. “Non svegliate vostra sorella”
Il Principe non capì.
“Vostra Madre vuole portarvi fuori, Altezza”.
“Solo io?” chiese lui sorpreso.
“Sì, solo voi. Ora correte in bagno a lavarvi, io intanto preparo i vostri abiti da viaggio”
“Abiti da viaggio?” Rilian saltò giù dal letto, parlando a mezza voce, seguendo Lora nella stanza adiacente. “Tu sai dove andrò?”
“Non ne sono stata informata” rispose lei sbrigativa. “Su, su, svelto. Lo sapete che a vostra madre non piace aspettare”
“Non è mia madre” bofonchiò il principe, mentre iniziava a sciacquarsi il viso. “Anche se non mi ricordo affatto della mia vera mamma, so di averne avuta una e so che era dolce e gentile”
Lora lo osservò con compassione. “Sì, tesoro, lo so”
Come vorrei poter consolare questi bambini, pensò.
Povera Lora, come riuscirci se nemmeno lei ricordava nulla della sua vita passata?
La Strega Bianca le aveva cancellato la memoria esattamente come aveva fatto con i gemelli. Con lei era bastata una semplice magia; per Rilian e Myra, invece, la Strega aveva dovuto utilizzare la Sedia d’Argento. Grazie ad essa, Jadis aveva eliminato ogni traccia del passato dalle loro menti, introducendone ricordi fasulli e distorti. Ovviamente, i due bambini credevano che l’incantesimo della Sedia d’Argento fungesse da protezione a una maledizione che li trasformava in due tremende creature sanguinarie. Jadis aveva raccontato che era stato un malvagio stregone a gettare il sortilegio su di loro.
Rilian e Myra erano rimasti molto turbati da questa rivelazione, ma la Signora li aveva rassicurati: prima o poi, con l’aiuto della Sedia d’Argento e con il passare degli anni, il maleficio si sarebbe dissolto. Nel frattempo, però, non si sarebbero dovuti assolutamente allontanare dal Castello delle Tenebre, o la protezione della magia benefica avrebbe potuto dissolversi.
“Perché ci hanno fatto questo?” avevano chiesti i due fratellini.
“Perché sono malvagi. Non c’è un vero perché” aveva risposto la Signora…
Quando Rilian ebbe finito di prepararsi, lui e Lady Lora scesero la grande scalinata per recarsi nella sala da pranzo dove Rilian fece colazione. Il principe indossava un completo nero, dal mantello agli stivali, quasi si stesse preparando ad andare in battaglia. Aveva persino un elmo, ma non aveva idea se dovesse indossarlo o no.
Quando giunse  la Signora dalla Veste Verde, tutti i servitori presenti – Lora compresa –  si inchinarono.
Jadis allargò le braccia e fece un sorriso affettato. “Rilian, mio caro! Sei pronto? Immagino che la tua governante ti abbia detto che oggi sarà una giornata speciale”
Rilian annuì e poi chiese subito: “Perché non viene anche Myra con noi?”
“Tua sorella ha cose più importanti da fare, oggi, con Lora e le altre cameriere. Tu ed io, invece, usciremo nel Mondodisopra”
Rilian sbarrò i grandi occhi azzurri.
“Maestà, siete sicura che il principe possa allontanarsi dal castello?” chiese Lora ansiosa.
“Ma certo. Sarà con me e non potrà accadergli nulla. Adesso, Rilian, saluta la tua governate, svelto. Se vogliamo essere indietro prima di sera, dobbiamo affrettarci”
Il principe si rivoltò verso lady Lora. I suoi occhi brillavano di emozione.
“Non dire niente a Myra” sorrise. “Voglio vedere la sua faccia quando stasera le dirò dove sono andato”
“Prudenza, Altezza, mi raccomando” Lora abbracciò brevemente il bambino e poi lo guardò allontanarsi con la Signora dalla Veste Verde.
Il principe aveva iniziato a tempestare la sua madre adottiva di domande, pur sapendo che le dava molto fastidio quando faceva così.
“Ti spiegherò strada facendo” disse Jadis, infilandosi i guanti verde smeraldo.
“Devo indossare l’elmo, Maestà?”
“Non ancora. Ti dirò io quando è il momento. Ti ho fatto preparare questo abito perché tu possa cavalcare in superficie senza che nessuno ti riconosca. E’ per la tua incolumità, mio caro”
Arrivarono al cancello principale del palazzo dove li aspettava Mullughuterum, il fedele servitore della Signora, insieme a due cavalli. La regina salì in groppa a una giumenta dal manto grigio chiaro, mentre Rilian salì su Carbone, il suo destriero personale dal manto nero.
Cavalcarono fino ai confini del Mondodisotto, là dove sorgeva un lungo fiume nero. Lo attraversarono con una grande barca che poteva ospitare sia loro che i due animali.
Rilian osservava Mullughuterum remare. Di tanto in tanto, anche l’altro gli scoccava qualche occhiata. La strana creatura, oltre a essere il capo dei servitori della Signora dalla Veste Verde, era la guardia del corpo di Rilian e Myra: stava sempre intorno a loro, ovunque andassero e qualunque cosa facessero. A Lady Lora infastidiva la sua presenza, ma ai bambini no: Mullughuterum se ne stava sempre in silenzio, non lo avevano mai sentito parlare, e certe volte non ci si accorgeva nemmeno della sua presenza.
Arrivati sull’altra sponda del fiume, ad aspettarli c’erano altre due creature del Mondodisotto, assieme a due meravigliosi cavalli bruni dalla folta criniera di un rosso scarlatto.
“I Cavalli di Fuoco!” esclamò Rilian ammirato. “Non sono i più veloci del mondo?”
“Esatto, mio caro” rispose la Signora. “Normalmente, per raggiungere il luogo in cui dobbiamo andare, ci vorrebbero molti e molti giorni. Ma con i Cavalli di Fuoco voleremo come il vento”
“Dovrò lasciare qui Carbone?” chiese il bambino un po’ dispiaciuto.
“Ci penserà Mullughuterum a riportarlo indietro” spiegò Jadis.
Mullughuterum prese infatti le redini della giumenta della Regina e del cavallo del principe, poi s’inchinò loro e li congedò. Lo stesso fecero le altre due creature dopo che Rilian e Jadis furono montati sui Cavalli di Fuoco.
All’inizio andarono al passo, percorrendo le fredde e labirintiche gallerie del Mondodisotto.
“Dove mi porterete una volta fuori?” chiese Rilian, impaziente.
“Non è ancora il momento di rivelarti tutto, voglio che sia una sorpresa” rispose la Signora dalla Veste Verde. “Intanto dimmi: come vanno e lezioni con il vostro maestro?”
Rilian fece una smorfia: lui e Myra venivano istruiti sia da Lady Lora che da un brutto e vecchio nano raggrinzito.
“Uhm…vanno benino”
“A quanto sembra, i tuoi voti sono peggiorati. Il maestro dice che sei distratto in quest’ultimo periodo, come mai?”
Rilian alzò le spalle, tenendo per sé la verità: erano i suoi strani sogni a distrarlo, ma non poteva dirlo alla Signora dalla Veste Verde, non si fidava di lei purché la rispettasse.
Jadis sapeva che il principe le nascondeva qualcosa, lo aveva capito e voleva scoprire che cos’era. Perciò, parlò con Rilian di questo e di quello, con naturalezza, passando per vari argomenti, cercando di farlo tradire.
Ma il principe era abituato a questi suoi giochetti e aveva imparato a giocare bene a sua volta, per cui non si tradì.
“Se c’è qualcosa che ti turba, Rilian caro, puoi parlarmene in totale libertà” disse Jadis.
La donna e il bambino si fissarono negli occhi.
“No” disse infine Rilian, sfoderando un sorriso. “Non c’è niente che non va”
Jadis ricambiò con enorme sforzo, capendo che lui le aveva mentito per l’ennesima volta.
Non parlarono per un po’. Poi, quando la strada prese a salire ed imboccarono un cunicolo più grande, la città delle Tenebre era ormai lontana e allora spronarono i cavalli al galoppo.
Erano davvero i più veloci al mondo: Rilian faticò a tenersi in sella mentre le strade del Mondodisotto sfrecciavano via velocemente. Le possenti zampe dei cavalli sembravano mandare scintille ardenti ad ogni movimento. Potevano quasi sollevarsi da terra per quanto andavano svelti.
Dopo molto tempo, gli animali rallentarono. Infine, ecco una luce in lontananza.
Il cuore di Rilian prese a martellare più forte.
Quando furono vicini all’uscita, Jadis disse: “Hai con te l’elmo, mio caro? Bene, tieniti pronto ad indossarlo e ricorda bene: se mai dovessimo incrociare qualcuno sulla strada, tu non dovrai assolutamente parlare, intesi?”
“Intesi” rispose lui, mentre trafficava con il copricapo. “Però, con quest’elmo non vedrò un granché di quello che mi vorrete mostrare”
“E’ per la tua incolumità” gli disse ancora lei. “Te lo farò togliere più tardi, ora indossalo, da bravo.”
Rilian fece un’espressione contrariata ma obbedì.
“Se mai ci imbattessimo in qualche uomo malvagio e quello ti riconoscesse, che faremmo?” proseguì teatralmente Jadis. “Che tragedia sarebbe! No, non possiamo rischiare. Nessuno deve sapere che tu e Myra siete vivi, vi credono tutti morti e devono continuare a farlo, altrimenti verrebbero a cercarvi. Se vi rapissero, io non potrei più proteggervi. La maledizione potrebbe scatenarsi e, senza la senza la Sedia d’Argento, se vi trasformerete non tornerete mai più al vostro aspetto umano”
Rilian rabbrividì di paura. “Scusate, Signora, avete ragione”
In quel momento, sopra di loro passò un uccello ad ali spiegate e il suo richiamo echeggiò nell’aria fredda. “Guardate!” esclamò Rilian, alzandosi istintivamente la visiera dell’elmo per poterlo osservare meglio.
“Riabbassala subito” lo rimproverò la Signora. “Ricordati che nessuno deve vederti!”
“Non c’è proprio nessuno, infatti” protestò lui. “Siamo in mezzo alle montagne, chi potrebbe vederci? Guardate, ora, laggiù: che uccello è quello? Un’aquila? Forse un falco!”
Alla parola ‘falco’, Jadis si voltò svelta a scrutare il cielo.
“Dove?” chiese, cercando di non mostrare l’agitazione.
“Ora non lo vedo più” rispose Rilian. “Però sembrava diverso dagli uccelli che ci sono da noi nel Regno delle Tenebre”
“Sì, qui è tutto molto diverso e anche molto più pericoloso”
Rilian si riabbassò la visiera. “Scusate se vi ho disobbedito, Maestà, ma non avevo mai visto un animale come quello”
Lei gli sorrise. “Va bene, va bene…Ora, vediamo se hai indovinato dove ti voglio portare”
Rilian sbatté le palpebre. “Un’idea ce l’avrei, in effetti. Penso che mi stiate portando a vedere la terra che fu di mio padre”
Lei rise, falsamente compiaciuta. “Sei un bambino molto sveglio, mio caro”
Troppo, per i miei gusti, pensò.
“Sì, hai indovinato: ti mostrerò il regno che ti è stato sottratto ma che ti appartiene di dritto. Potrai osservare da lontano, ma voglio comunque che tu veda quello che molto presto sarà tuo”
“Presto quanto?”
“Quando sarai pronto per essere re” 
Rilian si mostrò preoccupato. “Sarò capace di fare il re?”
“Ti insegnerò io, non temere”
“E Myra?”
“Anche lei diventerà regina, in futuro. Le troveremo un buon marito”
Rilian fece una smorfia e la Signora rise. “Anche tu, un giorno, dovrai prendere moglie”
“Io non voglio separarmi da Myra. Io e lei ci siamo promessi di restare sempre insieme”
“Parli così perché sei ancora molto giovane, mio caro. Inoltre, non puoi decidere per tua sorella: è bene che una donna prenda marito, prima o poi”
“Voi non siete sposata, però”
“No, è vero, ma io ho sulle spalle un regno e non ho tempo di pensare alla famiglia. Tua sorella, invece, è giusto che abbia tutte le comodità che una ragazza deve avere”
Rilian non parve convinto. Poi si fece pensieroso e aggiunse: “Io vorrei essere capace di proteggere Myra. Vorrei diventare più forte di così”
“E lo diventerai, te lo posso assicurare”
D’improvviso, uno strano fremito turbò il cuore di Rilian. “Io so che è sbagliato odiare, ma …io odio tutti quelli che ci hanno fatto del male”
Jadis si compiacque di sentirlo parlare in quel modo. “Sarò felice d’insegnarti a diventare potente come nessun uomo lo è mai stato”
“Vorrei diventare forte come voi…madre”
Jadis fissò il bambino, senza tradire la scintilla di trionfo che le accese lo sguardo nel sentirlo chiamarla finalmente in quel modo.
“Non avere fretta, mio caro: la vendetta è un piatto che va consumato freddo”
D’un tratto, dalla strada davanti a loro videro comparire diverse figure. Sembravano esseri umani.
“Chi saranno?” commentò Rilian, preoccupato e incuriosito insieme.
“Non temere, figliolo” lo rassicurò la Signora con voce calma. “Tu fa come ti ho detto: resta immobile e non parlare, al resto penserò io”
 
 
 
~·~
 
 
 
La compagnia di Narnia si lasciò alle spalle il Ponte dei Giganti e proseguì per tutta la mattina lungo una strada che entrava nel cuore di una montagna. Il terreno era lastricato, segno che un tempo quel percorso era stato battuto da esseri viventi, probabilmente l'antica civiltà dei Giganti. In alcuni punti, dove mancavano le pietre, spuntavano erbacce.
Iniziò a cadere la neve che, ben presto, aumentò d’intensità ricoprendo il sentiero di un lieve strato di bianco.
“Ne cadrà molta di più domani” annunciò Pozzanghera, “ e ne troveremo in abbondanza quando saremo più a nord”
“Speriamo di trovare presto questa fantomatica Città dei Giganti” disse Emeth, infilando le mani ghiacciate sotto le braccia, per tenerle più calde.
“Tutto bene?” gli chiese Lucy, che gli camminava a fianco.
Lui rabbrividì. “Dalle parti di casa mia, in novembre ci sono venticinque gradi minimo, sai?”
Lei gli rimandò uno sguardo comprensivo. “Posso immaginarlo. Senti molto freddo?”
“Non preoccupati, piccola, posso resistere”
Lucy arrossì e si strinse al suo fianco. Lui le circondò le spalle con un braccio, percependo il suo calore.
“Ho pensato a quel che mi hai detto alla Torre dei Gufi” riprese lei.
Emeth la guardò: Lucy era molto seria.
“Lu, non voglio forzarti a fare niente se non te la senti. Ti ho messo fretta, lo so, perdonami”
“In effetti, mi sono sentita un po’ sotto pressione” ammise lei. “Emeth, non posso prometterti che verrò a vivere a Calormen con te, ma verrò a conoscere i tuoi genitori – o almeno tua madre – se ne avranno piacere”
Il ragazzo le diede un breve bacio sul capo. “Grazie”
Lei capì che non era pienamente soddisfatto di quella risposta, ma lei aveva voluto essere sincera: non voleva lasciare Narnia.
“L’importante non è dove vivremo, ma che tu rimanga” disse Emeth, fissando gli occhi scuri in quelli chiari di lei. “Il resto verrà da sé, sei d’accordo?”
“Sì, più che d’accordo” Lucy fece una pausa e poi aggiunse: “E’ per i tuoi genitori che mi hai chiesto di venire con te, io lo so“
Lui la guardò. “Per loro, e perché voglio che tu veda dove sono vissuto”
“Non sarebbe meglio per tutti se si trasferissero a Narnia?”
Il ragazzo scosse brevemente il capo. “Mio padre non lascerà mai il Deserto”
“Se temono l’ira dell’Imperatore Tisroc, Caspian potrebbe concedere loro il diritto d’asilo”
“Piuttosto che accettare l’aiuto del Re di Narnia si farebbe decapitare. E mia madre non lo abbandonerà”
La Valorosa fece un’espressione triste.
“Mi dispiace, piccola. So che non vorresti sentirtelo dire ma è la verità: mio padre non verrà mai e non lascerà venire lei. E io non posso lasciarla, ha solo me”
Lucy si mordicchiò il labbro inferiore e riprovò. “Una volta mi hai detto che tua madre è nata ad Archen e vorrebbe rivedere la sua terra: potreste abitare là”
Emeth aggrottò le sopracciglia. “Pensi che a Tashbaan si viva così male?”
Lei arrossì. “N-n, però…”
“Credo tu ti sia fatta un’idea un pò distorta di come viviamo laggiù, Lucy. Abbiamo usanze e costumi totalmente differenti, ma la vita non è male. Eravamo felici quand’ero piccolo, ho molti bei ricordi”.
“Anch’io mi ricordo di Tashbaan, era una città davvero splendida” disse Lucy in tono remissivo, per paura che lui potesse adirarsi. “Vi andai molte volte nell’Età d’Oro, i suoi abitanti erano molto ospitali”
“Ed è ancora così, o almeno lo era finché Rabadash non ha dichiarato guerra a Narnia” commentò il soldato con gravità.
Lei lo fissò attentamente. “Dimmi la verità, Emeth: se non fosse per me, tu ameresti ugualmente Narnia?”
Lui sfoderò un sorriso stiracchiato. “Certo che sì”
“No, non così tanto” ribatté la Valorosa. “Lo dimostra il fatto che te ne sei andato quando io non c’ero”
Emeth distolse lo sguardo e rimase in silenzio. “Di fronte a quello che provo per te, questo non conta. Io voglio solo stare con te, Lucy. Te l’ho detto: a Narnia o a Calormen, m’importa solo che tu ci sia”
Lucy gli strinse la mano senza aggiungere altro, desiderando però che lui potesse sentirsi parte di quel mondo che lei aveva adorato fin da quando vi aveva messo piede la prima volta. Avrebbe voluto spiegare al ragazzo quel che aveva provato nel momento in cui si era ritrovata sotto il lampione, quando aveva incontrato il Signor Tumnus... Non poté, perché all’improvviso due cavalieri comparvero sulla strada davanti a loro.
La compagnia di Narnia rallentò l’andatura ma non si fermò, continuando ad andare loro incontro.
“Tenete pronte le armi, non si sa mai” sussurrò Caspian, il falco sulla spalla, la mano già posata sull’elsa di Rhasador. “Ombroso, non farti vedere”
“Perché?”
“Perché non devono capire da dove veniamo e tu sei la chiara prova che arriviamo da Narnia”
Purtroppo era vero: come tutti gli animali parlanti di Narnia sono più grossi dei loro fratelli muti, Ombroso era molto più grande di un pipistrello normale. Senza contare che se ne andava in giro di giorno: cosa alquanto strana per uno della sua razza.
“Vieni, ti nasconderò io” disse Miriel, scostando il suo mantello. Ombroso si infilò sotto, nascondendosi tra le pieghe del suo abito. “Non fiatare, mi raccomando”
I due sconosciuti fermarono i loro possenti destrieri: uno era un cavaliere (un Nano, forse, data la basa statura) tutto vestito di nero, con un ampio mantello e un elmo con la visiera abbassata. L’altra era una bella donna vestita di una ricca veste di un verde abbagliante; sedeva all’amazzone, la schiena dritta, le spalle erette, un portamento straordinariamente elegante. Quando parlò, lo fece con garbo.
“Salute, viaggiatori”
“Salute a voi, madama” rispose Caspian, chinando appena il capo.
“Cosa porta dei sì giovani avventurieri in queste terre desolate?” chiese la donna, osservando Lucy, Jill e Eustace, che erano i più giovani del gruppo.
“Siamo alla ricerca di una città” rispose prontamente Jill.
“Ma davvero!” esclamò l’altra. “Che cosa singolare. Non è per caso l’Antica Città dei Giganti?”
“Sì, proprio quella!”
Caspian intervenne: “Perdonerete la nostra reticenza nel rispondere, signora, ma non conosciamo né voi né il vostro compagno misterioso. E voi non sapete chi siamo noi. Spero non ne abbiate a male, ma preferiremmo non parlare di faccende private con degli estranei, non è secondo nostra abitudine”
La donna emise una breve risata, che risuonò cristallina nell’aria fredda.
“Sì, capisco. Siete un capo molto saggio, cavaliere” disse, guardando Caspian dritto negli occhi, poi il falco sulla sua spalla. “Ad ogni modo, se posso esservi di qualche aiuto…”
Eustace avvicinò al Re e gli sussurrò in un orecchio. “Forse dovremmo chiedere un indizio a questa bella signora. Sembra sapere qualcosa, approfittiamone: quando ci capiterà di incontrare ancora qualcuno su queste montagne?”
Caspian rifletté un momento, fissò un momento il cavaliere silenzioso al fianco della sconosciuta  e poi si rivolse di nuovo a lei.
“Madama, rinnovo le scuse per il mio atteggiamento di poco fa. Sperando che non vi siate offesa, io e i miei amici vi saremmo grati se poteste dirci se avete mai sentito parlare della città che stiamo cercando”
“Non preoccupatevi, cavaliere, non mi sono offesa. Sì, ho sentito parlare di un’antica città in rovina, ma non ho idea di quale sia la strada per arrivarci. Gli unici che potrebbero dirvi qualcosa sono i Giganti che vivono ad Harfang”
“Altri Giganti?” bofonchiò Jill. “Non so se ho voglia d’incontrarli…”
“Mia cara bambina, posso assicurarti che, tanto quelli della Brughiera di Ettins sono selvaggi e rozzi, quanto quelli di Harfang sono cortesi e miti”
“Quanto dista la città di Harfang?” chiese Lucy.
“E’ piuttosto difficile arrivarci, invero, dovrete fare molta strada, ma se seguirete il sentiero lastricato non sbaglierete. Vi consiglierei di affrettarvi prima che i monsoni invernali si abbattano sui monti. Che idea: potreste passare l’inverno ad Harfang e ripartire per la vostra ricerca a primavera”
“Uhm…io non vorrei mai abitare per così lungo tempo presso di loro” commentò Pozzanghera, producendo spirali di fumo con la sua pipa.
“Io sono stata loro ospite molte volte”
“E siete ancora viva? Tanto di cappello, signora”
Lei rise ancora, portando elegantemente una mano a coprire la bocca.
“Che simpatica compagnia, siete! Mi intratterrei ancora con voi, ma devo proprio andare. Dite così ai Giganti di Harfang: che vi manda la Signora dalla Veste Verde, e che sarete suoi ospiti per la Festa d’Autunno”
I ragazzi non sapevano se fidarsi o no, ma ringraziarono educatamente.
“Quasi dimenticavo” aggiunse la donna infine “Se doveste arrivare ad Harfang di notte, non vi faranno  entrare anche se busserete, poiché i Giganti chiudono le porte della città prima del tramonto e non le riaprirono che al mattino”
“Grazie per l’informazione signora, la terremo a mente” disse Caspian.
Così, con un colpo di tacchi nei fianchi dei cavalli, la donna e il misterioso cavaliere se ne andarono per la loro strada.
“E’ stata veramente gentile” disse Eustace quando ripresero la marcia. “Credevo fossero nemici, invece…”
“Aspetta, aspetta” intervenne Pozzanghera, sistemandosi il cappello. “Anche se è stata gentile, non vuol dire che non fosse una nemica”
“A me piacerebbe sapere da dove spuntavano e dove sono diretti” commentò Ombroso, uscendo dalle pieghe del vestito di Miriel. “Non credete sia assai insolito incontrare una dama così ben vestita in un posto come questo?”
“Ben detto, vecchio mio” disse Pozzanghera. “Chi è così stupido da avventurarsi per le Terre Selvagge del Nord?”
“Noi” risposero gli altri tutti in coro.
“Escludendo voi”
“Guarda che ci sei in mezzo pure tu, bello mio!” protestò Eustace.
Il Paludrone agitò una mano, noncurante. “In ogni modo, questa storia non mi convince affatto”
“Sono d’accordo con te, Pozzanghera” disse Caspian.
“Sì, anche noi” dissero Shanna, Emeth, Edmund e Peter.
“Oh, andiamo” fece Miriel. “Non siate sempre così diffidenti”
“Io ho trovato quella dama semplicemente fantastica” disse Lucy.
“Sì, avete visto che vestito favoloso?” esclamò Jill.
“E che dire dei cavalli?” disse Eustace.                 
“E poi era così bella” fece Ombroso, scoccando poi un’occhiata a Caspian. “Ovviamente, nessuno lo è più della mia Dolce adorabile signora Susan, chiariamoci…”
“Ecco, appunto…” sospirò il Liberatore.
“Mmm…sarà…” bofonchiò il Pozzanghera, “ma a me inquietava parecchio”
“Che mi inquietava di più era il cavaliere al suo fianco” commentò Shanna.
“Quale cavaliere?” disse ancora il Paludrone. “Io non ho visto proprio nessuno”
“Come?!” fece Jill, “Non ti sei accorto che c’era un'altra persona?”
“Io ho visto solo un’armatura”
“E’ vero” disse Emeth. “Quel tizio non ha pronunciato una sola parola, quasi non si è mosso. Non vi è sembrato strano?”
“Inoltre, quale cavaliere se ne va in giro senza spada?” aggiunse Edmund. “Non avete notato? Al fianco non aveva nulla”
“Forse la spada era nascosta sotto il mantello” provò Lucy.
“Io mi chiedo cosa si nascondesse dentro l’armatura” mormorò Caspian, continuando a lanciare sguardi alla strada dove quei due misteriosi figuri erano spariti.
“Che vuoi dire?” chiese Peter.
“Che avrebbe potuto celarsi chiunque dietro quelle vesti”
“Dalla corporatura sembrava un Nano” osservò Shanna. “Forse uno dei Nani Neri delle Montagne del Nord, Sire...cioè, Caspian”
“Può darsi…“
“Oppure, può darsi che sotto quell’armatura non ci fosse proprio nulla” disse ancora Pozzanghera, con aria tetra. “Era un’armatura vuota, o magari c’era un morto dentro, o uno scheletro”
“Uno scheletro a cavallo?” fece Eustace. “Ma fammi il piacere!”
“Ah, non si sa mai, non si sa mai!”
“Santo cielo, Pozzanghera!” esclamò Jill, che aveva iniziato ad avere la tremarella ( e per fortuna era giorno e non notte, o non avrebbe dormito). “Sei l’essere più assurdamente macchinoso e pessimista che abbia mai conosciuto! Ma come te le inventi queste cose?”
“Ora basta discutere” li interruppe Caspian, gettando di nuovo lo sguardo dietro di sé.
Chiunque fosse quel cavaliere, nel guardarlo – anche senza la certezza che quello avesse guardato lui  – il Re aveva avuto come la sensazione di…
Non lo sapeva.
Era assurdo pensare di conoscere un individuo che nemmeno aveva visto in volto, del quale non aveva udito la voce. Eppure…eppure cosa? Eppure gli sembrava di averlo già incontrato, tutto qui.
Se solo Caspian avesse saputo che era suo figlio…
Se solo Rilian avesse ricordato il volto di suo padre…
Se solo la Strega Bianca non avesse progettato tutto così maledettamente bene…
 
 
Continuarono per tutto il giorno a parlare dei due misteriosi stranieri, di Harfang, di cosa avrebbero trovato laggiù.
La stretta strada che iniziarono a salire, divenne presto accidentata e il cielo si oscurò.
La sera, quando tornò Susan, le raccontarono tutto.
La Regina Dolce si rivolse alle tre guide del gruppo: Pozzanghera, Miriel e Shanna, che erano in disaccordo tra loro. La Driade veniva contestata dagli altri due.
“Quella donna non ha detto il falso” stava dicendo Miriel. “Sapete tutti che posso capire il linguaggio della Natura, e in base ai venti ho sentito che i monsoni invernali sono realmente molto vicini. E se la Signora dalla Veste Verde avesse voluto farci morire assiderati su queste montagne – come dici tu, Pozzanghera – non ci avrebbe detto che ad Harfang possiamo trovare un rifugio”
“Anche io so leggere il tempo atmosferico, cara Miriel, non c’era bisogno di…”
“Oh, vi prego, non ricominciate a litigare!” li ammonì Susan, stanca di sentire quei due beccarsi in quel modo. Era da almeno mezz’ora che andavano vanti così.
“Shanna, ascolta” disse la Regina, “tu sei una stella e so che puoi vedere lontano con la tua magia. Lo facevi anche quand’eri prigioniera sull’Isola delle Tenebre, giusto?”
“Sì, esatto. Vuoi che guardi quanto è distante Harfang?”
Susan sorrise. “Te ne sarei grata”
Shanna annuì e buttò la testa indietro.
Il cielo era limpido e chiarissimo ma senza una stella.
“Come farai a porre una domanda alle stelle se non ce n’è nemmeno una?” le chiese Edmund.
Shanna rise brevemente. “Ci sono eccome, solo che non riusciamo a vederle per colpa delle nubi”
Edmund arrossì. “Oh, giusto, che stupido…”
L’intera compagnia si ritrovò automaticamente con lo sguardo rivolto in alto. Tutti stavano in silenzio, l’unico rumore era il crepitare del fuoco.
Gli occhi di Shanna parvero brillare più intensamente mentre guardava il cielo, lei stessa sembrava scintillare.
Dopo qualche tempo disse: “Eccola”
“La vedi?” chiese Susan.
“Sì. Non chiaramente ma la vedo”
Shanna si scambiò uno sguardo con Edmund, Peter, Emeth e Pozzanghera: tutti loro avrebbero dovuto ricredersi sul conto della Signora dalla Veste Verde.
“E va bene, ragazzi” disse il Re Supremo abbassando il capo in segno di resa, “avevate ragione voi: possiamo fidarci delle informazioni della dama misteriosa”
“Evviva!” fecero in coro Lucy, Jill, Eustace e Ombroso. Miriel sorrise soddisfatta.
Il pipistrello svolazzò canticchiando intorno al fuoco. “Il Re non si fidava e io sì! Il Re aveva torto e io ragione! Oh che bellezza, trallallà…”
“Ombroso, ti prego…” sospirò Susan. “Shanna, quanto ci metteremo per arrivare?”
“Non lo so ancora. Le stelle ce lo diranno strada facendo. Ma è laggiù da qualche parte, in quella direzione, proprio come diceva la signora”.
La Stella Azzurra indicò con la mano e Miriel si volse verso Pozzanghera.
“Ora non ne discuteremo più, vero?”
“Mah...Io sento puzza di trappola…”
“Tu senti sempre puzza di trappola, Pozzanghera”
Solo in quel momento Susan si accorse che la voce di Miriel suonava leggermente diversa dal solito.
“Ti sei presa il raffreddore?” le chiese.
La Driade fece un mezzo sorriso. “Ho paura di sì”
“Riguardati, mi raccomando”
“Non preoccuparti. Lucy mi ha fatto bere un po’ del suo cordiale, entro domani mi passerà”
 
 
Ma l’indomani, le condizioni di Miriel non erano affatto migliorate. Anzi: esattamente come quelle atmosferiche, iniziarono a peggiorare.
Si svegliarono con un sole che faceva male agli occhi e si addormentarono con un vento gelido che continuò a soffiare per tutta la notte. Si strinsero l’uno accanto all’altro e Peter sentì Miriel tremare. La Driade disse che non era nulla, ma lui non le credette. La costrinse a prendere di nuovo la pozione di Lucy, che questa volta parve fare effetto.
Il mattino dopo, però, ecco di nuovo il raffreddore e stavolta le venne anche la febbre.
Anche Emeth presentò gli stessi sintomi, e lo stesso Jill. Ma loro due, dopo una sola goccia di cordiale, si sentirono meglio.
“Miriel, sali su Destriero” le disse Peter con tono fermo, perché lei continuava a dire di no.
“Ti prego, non è necessario, sto bene”
“No, non è vero. Sei pallida”
“Ho solo freddo, tutti l’abbiamo”
“Miriel…” la chiamò Caspian, indicandole la sella. “Coraggio”
“No, per favore, non voglio essere un peso”
“Non sei un peso” la rimproverò Peter. “Ora sali, avanti”
La Driade obbedì, senza ammettere che lo stare seduta sulla groppa del cavallo era per lei un sollievo. Si sentiva bruciare, la testa le pulsava, e non si sentiva più mani e piedi.
Il terzo giorno di cammino, una minacciosa massa di nubi si accumulò attorno ai picchi più alti dei Monti del Nord, promettendo una grossa nevicata. Prima che fosse mezzogiorno, la strada si ricoprì di bianco.
“Ci fermiamo per un pò” annunciò Caspian verso quell'ora.
Pozzanghera guidò il gruppo in una fenditura rocciosa. Accesero il fuoco anche se era giorno pieno.
Peter, che guidava Destriero per le redini, aiutò Miriel a scendere.
“Vi sto rallentando” disse lei.
“Devi riposare”
“Continuiamo a fermarci e so che lo fate per me. In questo modo perderemo ore preziose di cammino”
“Non importa!” esclamò il Re Supremo, stringendola in un abbraccio. Poi la guardò e sentì un brivido di paura: Miriel era pallida, troppo pallida, le occhiaie le segnavano il viso.
Lei gli fece una carezza su una guancia e lui percepì il gelo delle sue mani.
“Vorrei darti un bacio” disse la ragazza, “ma rischio di attaccarti il raffreddore”
Il giovane sorrise appena, dandole un bacio sul capo. “Ti amo”
“Lo so”
Prima di sera nevicò per davvero. Il paesaggio attorno a loro si era tramutato in un’immensa distesa bianca. Si accorsero che c’era qualcosa di strano e ben presto capirono che cos’era: il silenzio. Un tranquillo, inquietante, opprimente silenzio. Il vento si era acquietato, non c’erano canti d’uccelli o fruscii di altra natura. Oltre al fuk fuk della neve che si posava al suolo, non si udivano altri rumori.
Erano soli in mezzo al mondo.
Continuò a nevicare per tutta la notte  e per tutto il giorno seguente: il quarto. E la febbre di Miriel salì pericolosamente.
Il sentiero si restrinse e la strada divenne molto accidentata, tutta in salita. La neve caduta la notte precedente li fece arrancare lentamente. Erano tutti molto affaticati e furono grati alla fortuna quando il percorso tornò piano.
Venne di nuovo la notte, la neve cessò ma tornò il vento. Trovarono un riparo scavato nella roccia, asciutto, riparato dalle raffiche. Fecero asciugare i loro mantelli e gli stivali, cercando di alimentare il fuoco in continuazione, di stringersi nei sacchi a pelo. Susan preparò un infuso per Miriel e la costrinse a berlo a piccoli sorsi.
“Va molto meglio, adesso, grazie”
La Regina le mise una mano sulla fronte. “Hai una febbre da cavallo, non cercare di dissimulare”
La Driade non aveva mangiato praticamente nulla per tutto il giorno.
Dopo che ebbe finito di bere, Peter l’aiutò a stendersi nel sacco a pelo e si sdraiò accanto a lei.
“Non fare quella faccia seria” gli disse Miriel, la voce debole.
“Avrei dovuto immaginare che il tuo corpo avrebbe reagito così” disse lui, accarezzandole i capelli. “Anche se sei umana ora, sei pur sempre la Driade del Fiore del Fuoco. Il tuo sangue è diverso dal mio: tu sei fatta per vivere al sole, non qui in mezzo alla neve”
“Durante questi anni in cui ho vissuto a Narnia, cadeva moltissima neve in inverno. Mi sono abituata al freddo”
“Ma eri dentro le mura del castello, al caldo, dico bene?”
Miriel non rispose.
Peter le prese le mani tra le sue e soffiò sopra di esse per cercare di scaldarle. Le strofinò le braccia e le spalle.
Mentre lo guardava, gli occhi di Miriel si riempirono di lacrime. “Guarirò. E’ solo febbre”
“Allora perché mi fissi in quel modo se sai che guarirai?” le chiese Peter, profondamente turbato.
“Peter, non…”
Lui non la lasciò terminare. Posò le labbra sulle sue, con decisione ma con calma.
“Devo portarti indietro”
“No, non possiamo”
“Sì, invece. Abbiamo ancora abbastanza provviste perché ci durino fino a che non saremo di nuovo alle Paludi. Lì ci riposeremo e poi ti riporterò alla Torre dei Gufi. Lord Rhoop e Pennalucida ti cureranno”
“Quando arriveremo ad Harfang starò al caldo in una bella stanza. Mi curerò lì” tentò di convincerlo lei. “Non dovrebbe mancare molto”
Peter la strinse forte e le accarezzò la schiena, mentre lei scivolava nel sonno. Il ragazzo rimase sveglio ad ascoltare il suo respiro flebile e quella notte non chiuse occhio.
Alle prime luci dell’alba, udì qualcuno muoversi tra i sacchi a pelo e capì che era Susan.
Peter si alzò a sedere e lei gli si avvicinò.
“Come sta Miriel?”
“Non bene. Sono molto preoccupato” confessò Peter alla sorella. “Non è una normale influenza. Il cordiale non fa effetto: Jill e Emeth sono guariti in poche ore, mentre lei…quando dorme ho paura che non debba più svegliarsi”
Susan osservò il viso dell’amica e provò una stretta al cuore. “Povera Miriel…”
“Sì è sforzata molto per resistere ma non ce la fa più. Lei è un’abitante delle Valli del Sole, non può stare qui. Voglio portarla indietro”
Susan strinse il braccio di Peter: un gesto per trasmettergli forza.
“Parlane con Caspian, appena arriva” disse la Regina, osservando il cielo mentre si schiariva e portava con sé nuova neve. “Io devo andare, ora”
Quando Susan si fu allontanata con Ombroso, Peter rimase di nuovo solo nel silenzio. Tutti gli altri ancora dormivano.
Accarezzò il volto di Miriel, le spalle, le braccia. La sentì fredda come il ghiaccio.
“Miriel! Miriel!” gridò, sollevandola. La fanciulla ricadde inerme tra le sue braccia. “Oddio, no!”
“Peter, che cosa succede?!” esclamò la voce di Caspian.
Il Re Supremo si voltò e fissò il Liberatore con occhi spalancati dal terrore.
“Non si sveglia”

 
 
 
 
 
Eccomi con il 23esimo capitolo, cari lettori!
Lo so, starete mangiandovi le mani dopo questo finale….ahimè, dovrete aspettare per sapere cosa succederà adesso. Sì, oggi ho la vena malvagia MWAHAHAHAHAHAHAHAh!!!!!!!!!!!
Non ho dedicato moto spazio ai Suspian, ma c’erano altre cose a cui dedicarsi. Che ne pensate della Strega e di Rilian?

Piccola nota: il pezzo dell'incontro tra la compagnia di Narnia e la Singora e il cavaliere, è preso dal libro "La Sedia d'Argento"
 
Prima che posiate linciarmi, passo ai ringraziamenti….
Per le seguite: Aesther, aleboh, Araba Shirel Stark, battle wound, BettyPretty1D007flowers, Christine Mcranney, english_dancer, Fly_My world, Francy 98, Fra_STSF, Friends Forever, G4693, Gigiii, Happy_699, HarryPotter11, HikariMoon, Jordan Jordan, LittleWitch, LucyPevensie03, lullabi2000, Mia Morgenstern, Mutny_BorkenDreams, piumetta, Queen Susan 21, Robyn98, Shadowfax, Starlight13, SuperStreghetta, Svea,  SweetSmile, TheWomanInRed, vio_everdeen, Zouzoufan7,_faLL_ _joy, _likeacannonball
 
Per le ricordate: Araba Shirel Stark, Cecimolli, Gigiii, Halfblood_Slytherin, mishy, Queen_Leslie, Starlight13, Zouzoufan7
 
Per le preferite:  ale146, Araba Shirel Stark, BettyPretty1D007flowers, bulmettina, catherineheatcliff, cat_princesshp, Cecimolli,  ChibyRoby,  cleme_b, ecate_92, fede95, FioreDiMeruna, Fly_My World, Francesca lol, Fra_STSF, Gigiii, GossipGirl88, Halfblood_Slytherin, harukafun, ibelieveandyou, jesuisstupide, JLullaby, Judee, Jordan Jordan, Judee, katydragons, lauraymavi, Lucinda Grey, Marie_, Mai_AiLing, mewgiugiu, Mia Morgenstern, niky25, Omega _ex Bolla_ , piumetta, Queen Susan 21, Queen_Leslie, Revan93, Shadowdax, vio_everdeen, Zouzoufan7, _joy, _likeacannonball, _LoveNeverDies_, _Rippah_ 

Per le recensioni dello scorso capitolo:  battle wound, Christine Mcranney, fiamma di anor, FioreDiMeruna, La bambina fantsama, LittleWitch (che si è messa in pari e ha recensito tuuuuuutti i capitoli precedenti) Queen_Leslie, Shadowfax, vio_everdeen, _joy
 
Angolino delle anticipazioni:
Per prima cosa, vedremo cosa è successo a Miriel. Lei e Peter rilasceranno davvero il gruppo per tornare indietro? Comunque vadano le cose, i nostri eroi arriveranno ad Harfang e conosceranno i Giganti che ci vivono. Saranno buoni o cattivi?
E poi, siccome stavolta abbiamo visto Rilian, nel prossimo capitolo andremo da Myra.
Rabadash? Le sue numerose (?) fans dovranno aspettare ancora…

 
Vi ricordo che per gli aggiornamenti dovete controllare la mia pagina facebook. Quando meno ve lo aspettate ne appare uno…
Vi ringrazio veramente tanto, continuate a seguirmi!!!
Un bacio immenso,
Susan♥

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