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Autore: AnnieDawson    29/07/2014    1 recensioni
e se i componenti dei Beatles partecipassero agli Hunger Games? Cosa potrebbe accadere? Leggete e scoprite
ATTENZIONE:MOLTE COSE NON COINCIDONO CON I LIBRI E VI SONO DEI CAMBI NELLA STORIA
COME L'AIUTO DEL DISTRETTO 13 AI 74esimi GIOCHI.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Astrid Kirchherr, Quasi tutti, Stuart Sutcliffe
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Buonsalve cari lettori, rieccomi con il terzo capitolo di questa ff. ringrazio Astoria McCartney per i consigli e per le recensioni.
Vi auguro una buona lettura, recensite sempre mi raccomando
 
 
 
DISTRETTO 7 P.O.V JOHN
Alberi, foglie, tronchi spezzati è questo quello che vedo mentre corro velocemente verso il bosco di pini, anche se ho gli scarponi riesco a sentire le radici sotto di me. Le radici non sono tutte uguali, alcune sono lunghe e sottili altre invece sono doppie ed escono dal terreno creando dei ponti naturali. Gli alberi lasciano filtrare poca luce e di conseguenza è molto facile cadere o inciampare, mentre corro sento il vento leggero che mi sfiora il volto, mi scompiglia i capelli ramati. A quest’ora i boscaioli e i falegnami si staranno dirigendo verso il bosco, penso mentre scavalco una radice alta e doppia simile ad un ponte intrecciato. Ma poi mi ricordo che oggi è il giorno della mietitura e non siamo tenuti a lavorare. Mentre mi perdo nei miei pensieri inizio a camminare e a guardarmi attorno, gli alberi così alti,il terreno marrone e polveroso,le foglie appuntite dei pini mi fanno sentire protetto e al sicuro. Ogni giorno, mi dirigo al lago dove vi è un grande salice dal tronco doppio e chiaro, le foglie toccano il terriccio e l’albero si specchia nel lago. Dopo qualche minuto arrivo li, sudato a causa della corsa e arrabbiato con il mondo e le sue stupide regole, problemi dopo problemi ecco cos’era Panem, la rabbia mi fa dare un calcio ad un sassolino piccolo e grigio che poco dopo si ritrova sulla sponda opposta. Ma il più grande dei problemi erano gli Hunger Games, o meglio i giochi del “Salve non vediamo l’ora di vedervi morire tutti in una stupida arena, ma vi auguriamo buona fortuna dato che siamo dei grandi pezzi di merda”. Mentre sospiro nervoso mi siedo sul grande ramo che si allunga fino a terra, sembra un letto di legno. Velocemente mi levo lo zainetto di cuoio rosso dalle spalle e caccio una penna, un foglio e i miei occhiali. Così mi infilo gli spessi occhiali neri e aprendo il quadernino continuo a scrivere la canzone iniziata ieri sera, l’avrei finita ieri se non fosse per la mia cara zietta Mimi che mi vuole a letto nell’ora dei neonati. Vivo con mia zia da quando avevo 6 anni, mio padre, dicono, è andato via in mare mentre mia madre l’ho conosciuta quest’anno, a 17 o meglio 16 anni, grazie a mia madre ho imparato a suonare il banjo e la chitarra, quanto amo mia madre anche se mi ha abbandonato lo ha fatto per paura. Mia zia invece è molto diversa da mamma, non solo esteriormente. Mamma ha dei folti capelli ramati e due occhi color nocciola, come i miei. Mia zia invece ha i capelli neri e gli occhi di un nero brillante. Zia a differenza di mamma è molto più rigida, è fissata con la scuola, ma la adoro e la ringrazio per essersi presa cura di me, è una donna molto forte.
Mentre scrivo sento una voce femminile chiamarmi <<”Ehi John>>” Mi giro a destra ma non vedo nessuno <<”John sono qui! Ehi, John? Lennon cazzo sono qui dietro di te, sei cieco anche con gli occhiali?>>”.
Mi giro indietro e vedo avvicinarsi una ragazza dai lunghi capelli marroni, alta e slanciata, ma certo è Johanna la mia migliore amica, nonché vincitrice degli Hunger Games di qualche anno fa, era la terza edizione della memoria.  Ha la mia stessa età e il mio nome al femminile. Joa è una delle poche persone di cui mi fidi veramente, nel vederla mi libero dai pensieri negativi, dalla frustrazione e dalla rabbia. Oggi indossa una semplice salopette di jeans, e gli stivali marroni da boscaiolo. <<”Ehi Mason>>” Le dico alzandomi, mentre le vado vicino noto la sua bellezza, così perfetta nelle sue forme da donna, così bella nei suoi lineamenti. Ci conoscemmo l’anno scorso, davanti al negozio di libri, ci provai con lei, ma Joa si oppose. Poi un giorno decidemmo di farlo, mi sentivo euforico, il cuore batteva a mille ed ero eccitatissimo, ero così eccitato che mentre camminavo sentivo il mio amichetto camminare con me. Appena arrivai nel villaggio dei vincitori vidi la mia amica davanti casa, con indosso un accappatoio blu. Ma mentre ci stendemmo sul letto io notai il fuoco scoppiettare e dissi <<”Bel caminetto tesoro, tutto in legno lucido, deve esserti costato parecchio>>” lei fece una sonora risata e mi disse <<” vedi quello? Quello è legno norvegese, te lo sogni un legno così bambolo>>” così invece di fare sesso finimmo per bere del vino davanti al fuoco, lei ad un certo punto mi mise le mani sulle spalle, mi buttò a terra e mi disse<<”Ora non sei tu ad avermi, ma sono io ad avere te>>” rise mentre faceva finta di orgasmare, finimmo per diventare migliori amici. Da quel giorno infatti siamo inseparabili.
<<”Come sta la mia assassina preferita?>>” le dico sorridendo. Lei si siede sulla radice più grande ridacchiando dice <<”Oh io sto bene dai, sbaglio o scrivevi qualcosa?>>” mi guarda incuriosita mentre si passa le lunghe mani fra i capelli <<”Oh si, e sai tu mi hai dato l’ispirazione tesoro>>” dico facendo una vocina buffa <<”Io, dai John  non dire cazzate>>2 <<”Dico davvero Joa>>” dico assumendo un’espressione seria <<”Oddio, devo avere paura? E beh sentiamo cosa avresti scritto su di me talpa?>>” è curiosa e divertita allo steso tempo, lo sento nella sua voce e lo vedo dal suo sguardo <<” Oh beh, riguarda quella volta che cercammo di scopare e tu te ne uscisti con un “Quello è legno norvegese, te lo sogni un legno così bambolo” beh su quello>>” a questo punto, Joa spalanca gli occhi per poi scoppiare in una forte risata <<” Ma dico Lennon, te lo sei mangiato il cervello? Cioè…io… oddio John>>”Ride a crepapelle, ma io colgo l’occasione e inizio a cantare la mia canzoncina<<”I once had a girl or should I say She once had me>>” <<”Romantica come canzone devo dire, oddio basta aiutami a respirare, sei un mito Johnny. Comunque, come stai talpa?>>”  <<” Di merda>>” dico sbattendo i piedi sulla radice. Joa mi arruffa i capelli ramati e mi guarda negli occhi color nocciola <<” per la mietitura eh?>>” tiro un ruggito di rabbia mentre le parole escono dalla mia bocca <<”Si, è per la fottuta mietitura, Capitol merda, non possono mandarci i loro figli agli Hunger Games no eh? Ah vero si romperebbero un’unghia, che odio>>” Urlo, do a pugni il tronco, mi mozzico il labbro. Ma Joa è pronta a consolarmi dicendomi<<” ehi Johnny non ci sei solo tu nella boccia dei nomi, vedrai che non ti pescheranno>>” <<” E se mi pescano? Io non voglio morire, io voglio godermela la vita cazzo. Non voglio>>”  <<”E se ti pescano io sarò il tuo mentore,  e poi tu sei forte Johnny>>”. <<” John Johanna, muovetevi sta per iniziare la mietitura>>”  vedo avvicinarsi a noi mia zia e mia madre, corrono e sembrano molto stanche, nel vederle mi metto le mani sul volto e poggio la testa sulla spalla della mia amica, inizio a sudare freddo, a tremare, non faccio mai così e penso a quello che direbbero i miei compagni di classe nel vedere me, John Lennon il bullo della scuola piangere, pensano di conoscermi quelli, ma si sbagliano. Forse solo Joa, mamma e zia conoscono il vero me, senza la mia maschera.
<<”Dai John, andiamo amico mio, vedrai andrà tutto bene>>” Johanna mi accarezza la testa e mi abbraccia dolcemente, poi ci alziamo in piedi e raccolgo con un fastidioso groppo in gola la penna e il quaderno riponendoli nello zaino. Mentre ci allontaniamo dal lago do un ultimo sguardo al mio piccolo angolo di paradiso, poi camminiamo nel bosco, riesco a sentire gli uccelli cantare, loro sono tranquilli non devono andare in un’arena a morire. Sorrisi, carezze, abbracci e parole di conforto mi sono riservate dalle tre persone più importanti che ho. Prima di andare al mio posto abbraccio mia madre che nel suo vestito di velluto verde sembra una ninfa, il rossetto rosso sulle sue sottili labbra, i capelli raccolti in una mezza coda. Poi guardo zia, che nel suo vestito a fiori rosa e azzurri mi ricorda la primavera, i capelli corti ben pettinati e un leggero trucco sul volto. <<”Non ti pescheranno amore mio>>” Dice la mamma sorridendomi <<”E se lo fanno>>” <<”Farai vedere loro di che stoffa sei fatto John>>” risponde pronta mia zia. Poi vado a prendere posto, il travestito di Capitol City estrae dalla boccia di vetro una ragazza biondiccia che si avvia lentamente verso il palco, sento i suoi singhiozzi, è rossa in volto.
<<”Ed ora il giovane tributo>>” Ma come cazzo parla questa. Ansia, sudore, stomaco in subbuglio, ho un mix di dolori in me. Vorrei urlare e scappare via ma appena vedo il bigliettino ansimo. <<”E il tributo è..>>” Dai cazzo non tenerci sulle spine>>” dico, poi la donna apre il biglietto e urla <<”John Lennon>>” Sono fottuto, sono praticamente caduto nella rete, perfetto insomma. Ma non posso rimaner qui fermo, così tiro un sospiro e indosso la mia maschera da duro mentre mi avvio sul palco, vedo Johanna mordersi freneticamente il labbro.
Al palazzo di giustizia, abbraccio mia zia e mia madre, mi tranquillizzano e mi stringono forte. Poi salgo sul treno con Joa, li la mia amica mi mette una mano sulla spalla dicendo<<”Tu vincerai, sai dare a pugni, a calci, e sai fare a botte. John tu uscirai dall’arena vincitore, te lo prometto.>>” <<”Tu ci sei riuscita, Io no>>” <<”Ho detto che vincerai cazzo>>” alza la voce mentre mi scuote per le spalle <<” Tu vincerai per me,per tua zia e tua madre, e per il nostro distretto. John sei una persona migliore di quanto tu credi. Ti giuro che vincerai John.>>” annuisco accennando un lieve sorriso, ma lei non si ferma e mi dice <<”Vincerai?>>” <<”Vincerò”>>.
 
 
 
Ed ecco un nuovo capitoloooo. Mi spiace annunciarvi che non ci sarò per molto tempo causa.. vacanze.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto. Vi prego di recensire e vi auguro di fare delle belle vacanze.
 
  
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