Giochi di Ruolo > Dolce Flirt
Segui la storia  |       
Autore: Iaiasdream    29/07/2014    3 recensioni
Seguito di: A QUEL PUNTO... MI SAREI FERMATO
Rea, ormai venticinquenne, dirige il liceo Dolce Amoris, conducendo una vita lontanissima dal suo passato, infatti ha qualcosa che gliel'ha letteralmente cambiata... ma... come si soleva immaginare, qualcuno risorgerà dagli abissi in un giorno molto importante... cosa succederà?
Genere: Erotico, Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Armin, Castiel, Dolcetta, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'A quel punto... mi sarei fermato '
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
11° capitolo: NON MI LASCIARE
 



Guardo davanti a me confusa, mi accorgo di avere il respiro affannato. Le testa mi scoppia senza pietà, e non riesco a sentire tutto il corpo.
Davanti a me vedo un’ombra bassa, la quale, man mano che le mie pupille iniziano a mettere ben a fuoco la visuale, mi accorgo che si tratta di mio figlio. Ha le braccia conserte e mi fissa con sguardo di rimprovero.
<< Cosa c’è? >> chiedo a fatica rivelando una voce a dir poco cavernosa.
<< Sei una snaturata! >> esclama lui. Sono senza lenti, ma mi accorgo comunque che ha gli occhi lucidi.
<< Chi ti ha insegnato que… >>
<< Ti rendi conto che sono tre giorni che sei a letto con la febbre alta? >> mi interrompe lui con voce tremante << Ci stai facendo preoccupare tutti! >>
<< Etienne… >> mormoro cercando di mettermi a sedere sul letto, ma la debolezza me lo impedisce << non dovresti essere qui, ti contagerò la febbre >> concludo sospirando esausta.
<< Non me ne importa! >> ora piange. Lo guardo con tenerezza, voglio accarezzarlo e stringerlo fra le mie braccia, ma ho sempre timore di attaccargli la febbre.
<< Io… >> continua abbassando la testa per non far vedere il suo volto rigato dalle lacrime << io… ho avuto tanta paura, mamma >>
<< è solo febbre >>
<< No! Non per questo… quando l’altra sera sei ritornata a casa, sei svenuta sull’uscio della porta, e io ho avuto una gran paura >> dice tra i singhiozzi. Ho fatto fatica a capire quello che ha detto ché ha parlato lagnandosi, ma poi ho concepito: sono svenuta? E adesso mi sto ricordando la sera passata a casa di Castiel. “Cavoli… sono già passati tre giorni… che cosa sarà successo?” mi chiedo, ma non sono solamente io a chiedermelo, anche Etienne lo fa. Lo guardo smarrita.
<< Come? >>
<< Ho detto, cos’è successo? Perché ti è venuta la febbre? >>
<< H-ho preso freddo >> rispondo indecisa. Lui si asciuga le lacrime, con le maniche della maglia, e sniffa impedendo alle altre di uscire.
<< Mammina, ma adesso ti senti bene? >> chiede dolcemente ritornando a guardarmi. Annuisco sorridendo.
<< Bugiarda! >> esclama lui spiazzandomi << Hai ancora gli occhi lucidi? Questo significa che hai ancora la febbre >>
“Rea… ma sei sicura di averlo concepito con un umano?”, è il mio avatar mentale a chiedermelo, e io non rispondo, perché, veramente, questo bambino mi fa dubitare della razza umana. Lo vedo avvicinarsi molto di più, allunga la mano verso il mio viso, e l’appoggia sulla mia fronte, stringe le labbra corrugando le sopracciglia, accingendosi a pensare. In confronto alla mia temperatura corporea, la sua pelle è molto più fresca. Socchiudo gli occhi sentendomi al sicuro con quel suo dolce tocco.
<< Mhm… dovresti avere almeno cinquanta gradi >> dice lui convinto, togliendo la mano. Sbuffo un sorriso aprendo gli occhi e tornando a guardarlo divertita.
<< Ma che dici? Al massimo, si arriva a quarantadue >>
Mi fissa titubante prima di rispondermi, poi dice: << Mi sa che dovrò fare quattro chiacchiere con Jean... sapevo che mi stava mentendo. Quel bambino è davvero insopportabile >>
Jean è il suo compagno di asilo, e quando giocano insieme sono come l’acqua e il fuoco. Non vanno per niente d’accordo.
Bussano alla porta. << Avanti! >> dice lui. Ad entrare, è Armin, che guarda prima me, poi volge lo sguardo verso Etienne.
<< Ehi, che ci fai qui? Ti avevo detto di non entrare, non vorrai prenderti anche tu la febbre >>
<< Ma papà, ero preoccupato! >> esclama Etienne, dirigendosi alla porta.
<< Ok, ma adesso, vai >> mormora Armin, sorridendo.
<< Uffa! >>. Etienne esce, lasciandomi da sola con Armin, il quale, non appena nostro figlio chiude la porta, si avvicina a me, sedendosi sul letto e accarezzandomi il viso.
<< Stai meglio? >>
<< Non tanto… >> rispondo << sento ancora di avere la febbre >>
<< Rosalya, ha dormito qui in questi tre giorni. Ha detto che si sente in colpa, ma non sono riuscito a capire di cosa >>
Non rispondo, percepisco solo un lieve sussulto che si fonde ai veloci battiti che il mio cuore a causa della febbre. Armin mi guarda come se stesse aspettando quella risposta, ma io volgo lo sguardo da una altra parte, e fingo di tossire.
<< Ci stai pensando tu ad Etienne? >> chiedo chiudendo gli occhi.
<< è tutto a posto >>
Sbuffo << Spero solo che domani questa maledetta febbre mi passi >>
<< Sei preoccupata per il liceo? >>
<< Anche >>
<< Non preoccuparti, d'altronde, adesso c’è Castiel >>
Sgrano gli occhi sentendomi mancare un battito, guardo di scatto Armin, accorgendomi che ha una strana espressione.
<< Cos’è quella faccia? >> chiede << Non dirmi che non lo sapevi? >>
<< S-sì, c-certo che lo sapevo… ho dimenticato di dirtelo… zia Camille, gli ha ridato il posto di preside delegato >> rispondo cercando di mantenere la calma, e non tradirmi.
<< Quindi, che ti preoccupi a fare? Adesso c’è lui e tu puoi anche prenderti una pausa >>
<< Non dire fesserie >> rispondo quasi sgarbata senza accorgermene << Sai che ho un contratto. Anche io sono la preside delegata >>
Armin si alza, ciondolando le braccia << allora, spero che ti riprenda presto >> dice serio.
Perché adesso si comporta in questa maniera? Non penso che Rosalya gli abbia detto qualcosa. Oppure, che forse sia stato Castiel a raccontargli tutto, dato che uscii da casa sua e non ritornai indietro?... no, non può essere. Allora perché fa così?
D'altronde mi merito questo ed altro, lo stavo per tradire. L’ho tradito, ché ammetto di non provare per lui, ciò che provo ancora per Castiel.
Maledizione! Mi sto autoflagellando la vita in questa maniera.
Chiudo gli occhi cercando di non pensarci, in fondo ho ancora la febbre, e non voglio peggiorare la mia mente con questi pensieri. Si vedrà quando farò ritorno al liceo.
<< Rea? >> chiama Armin prima di uscire.
<< Dimmi? >> chiedo con voce flebile, senza aprire gli occhi.
<< Se ti dicessi… di abbandonare il liceo, lo faresti? >> ribatte incerto.
Non rispondo, non ho alcuna reazione, non apro neanche gli occhi, deglutisco a fatica, ché una richiesta del genere. L’unica cosa che mi accingo a fare, e far riecheggiare il mio respiro nell’aria per fargli capire che sto dormendo anche se per finta. Lui esce chiudendo la porta. Appena percepisco il rumore del tonfo, spalanco gli occhi, che bruciano. Mi giro lentamente su un lato, tirandomi le coperte fino a coprire la testa.
“No Armin, non chiedermi questo!... non posso abbandonarmi a questa dannata situazione. Quattro anni fa, feci una promessa. Quella che non sarei scappata, ma che avrei affrontato tutto ciò che il destino mi scaraventava contro. E anche adesso voglio scoprire cosa mi riserba il fato. Se mi arrendo so che me ne pentirei amaramente”.
Provo a riaddormentarmi, ma qualcosa mi interrompe. È la vibrazione del cellulare. Mi giro verso il comodino, e prendo l’oggetto in movimento. Una chiamata. Un numero. È lui. inizio a tremare sentendomi il cuore in gola. Mi inizia a girare la testa. Che diamine faccio? Rispondo o no?
Mi convince l’insistente vibrazione. Chiudo gli occhi e sfioro sul touch la cornetta verde.
<< P-pronto >>
<< Finalmente ti fai viva! >> risponde lui incazzato.
<< Cosa vuoi? >> chiedo un po’ irritata.
<< A che cavolo stai giocando? >>
<< Che dici? >>
<< Non fare la finta tonta… sono tre giorni che provo a chiamarti e fai rispondere sempre Armin. Che succede? Gli hai detto qualcosa? >>
“Ecco perché Armin si sta comportando in questo modo!” << Ho soltanto la febbre… tu piuttosto, che diavolo ti salta in mente? Cosa hai detto ad Armin! >>
<< Idiota! Non ho detto un bel niente! Ogni volta che rispondeva lui, chiudevo la chiamata! >>
<< Complimenti genio!... ti informo, che Armin ha già capito qualcosa >>
<< Meglio così, no? >>
<< Ma che cazzo dici? >> “ma che cazzo sto dicendo io?! Sembra una chiamata tra amanti!”
<< Non cercare ancora di svignartela con le tue solite scuse demenziali!... ho inteso bene le tue parole dell’altra sera, anche se dette a metà >>
<< Non so di cosa tu stia parlando! >>
<< Non prendermi per il culo, Rea! Sono stanco di questa situazione… e questa volta non sto scherzando >>
<< Quindi ammetti di aver giocato fino ad adesso! >>
<< Tzé… diciamo che è stato un riscaldamento >> risponde beffardo. Inizio ad innervosirmi, e sento che questa conversazione mi sta facendo passare la febbre, perché ho una carica e una voglia matta di da lui e prenderlo a pugni.
<< Smettila Castiel, ti avevo detto di dimenticare… >>
<< Mi dispiace… >> mi interrompe lui << ma sul mio vocabolario, la parola dimenticare non esiste >>
Deglutisco a fatica, dopo aver sentito quelle parole.
<< Guarisci presto amore mio >>
Chiudo la chiamata sbattendo il cellulare sul materasso. Guardo il soffitto, e rimanere stesa, mi è insopportabile. Sto sudando e sento calore ovunque. Con un sol gesto mi libero dalle coperte, e mi alzo. Esco dalla camera, e mi chiudo in bagno. Devo rinfrescarmi le idee. Apro l’acqua nella doccia, e spogliatami, mi ci infilo sotto, permettendo a quella pioggia di picchiettarmi la testa.
Quando finisco, mi dirigo giù in soggiorno, dove vi trovo Rosa che gioca con il mio Etienne. Quest’ultimo è il primo a vedermi e alzatosi dal tappeto si avvicina esclamando << Mamma! Ti senti bene? >>
Sorrido come risposta. Vedo Rosalya alzarsi dal divano e raggiungermi. Mi afferra le mani e mi guarda con occhi sognanti: << Rea! menomale, ti sei ripresa? >>
<< Un po’! >>
<< Ehi, bella! Cerca di riprenderti del tutto! La prossima settimana mi sposo, e se tu non sei presente, mando a monte tutto! >>
<< Andiamo non esagerare. Dovresti preoccuparti di Lysandro, con la speranza che si ricordi del matrimonio >> dico sarcastica.
<< Stai insinuando qualcosa? >> chiede lei guardandomi sott’occhio.
<< Assolutamente… sì >> rido.
<< Ok, stai ancora male, quindi non ti tocco >> ride anche lei << anche se devo ammettere che adesso mi stai facendo preoccupare. Ho dimenticato che il mio Lys si dimentica facilmente le cose… sai che ti dico? Adesso vado a casa e cerco di inculcargli il matrimonio nella mente >>
Dice raggiungendo la porta e andandosene. La guardo sorridente, poi mi guardo in giro in cerca di Armin.
<< Etienne? >>
<< Mhm? >> risponde lui continuando il suo gioco.
<< Dov’è papà? >>
<< Ha detto che aveva da fare. È uscito un momento >>
Faccio spallucce, recandomi in cucina sentendo un leggero languorino.
Ho ancora qualche linea di febbre, ma poco conta, mi metto a preparare qualcosa da mangiare.
Etienne e io abbiamo cenato da soli, poi l’ho messo a dormire. Ora mi ritrovo seduta sul divano del soggiorno chiedendomi perché Armin non arriva ancora. Sono quasi le undici, e mi sto preoccupando. Ad un tratto ho una sensazione di angoscia, e se per caso ha capito davvero tutto? Stringo gli occhi cercando di scacciare quel brutto pensiero che si sta formando nella mia mente. Quando sento aprire la porta di entrata. Balzo dal divano, guardando in quella direzione. Vedo Armin entrare. In penombra non riesco a vedere il suo volto.
<< Armin, sei tornato… dove sei stato? >> chiedo alzandomi e avvicinandomi a lui. Non mi risponde, riesco a vedere la sua espressione, sembra afflitto. << Etienne sta dormendo, vuoi che ti prepari la cena? >>. Nessuna risposta, allora, senza aggiungere altro, mi giro per raggiungere la cucina, ma ad un tratto sento afferrarmi, per poi essere avvolta di spalle dalle sue forti braccia. Sento il suo mento poggiarsi sulla spalla e percepisco il suo respiro affannato.
<< A-Armin cos’hai? >> chiedo con un sussurro.
<< Ti prego Rea, non mi lasciare >> sibila lui con voce rauca.
Sgrano gli occhi, sentendo mille spilli trafiggermi il cuore.
   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Giochi di Ruolo > Dolce Flirt / Vai alla pagina dell'autore: Iaiasdream