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Autore: Jennifer320    29/07/2014    2 recensioni
Storia molto concentrata su Daisy e Peach, ovvero " le gemelle diverse" che fanno le idrauliche.
Poi il destino verrà da sé.
-*PERSONAGGI*-
Peach as Jennifer Lawrence (bionda).
Daisy as Selena Gomez.
Luigi as Louis Tomlinson.
Mario as Niall Horan. (bruno)
Rosalinda as Indiana Evans.
Genere: Comico, Commedia, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Daisy, Luigi, Mario, Peach, Rosalinda
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Chapter Seven:
A New Day – Now I Understand.
 
 
# Peach.
 
Alle 6 in punto fummo tutti svegli, io ovviamente mi ero abituata a causa della scuola ma Daisy ancora no. Ovviamente.
 
Luigi si offrì per andare a svegliarla, ma si diresse casualmente nella sua stessa camera, dove in pochi minuti uscì in compagnia della brunetta che ancora assonnata a stento riusciva a camminare.
 
Aspetta, Daisy e Luigi in una stanza?
 
Sì, non posso crederci ma sì.
 
E se..loro..?
 
Probabile.
 
Scossi il capo e iniziai a fissarla. Lei, Daisy, poteva aver mai passato una notte con Luigi? E se era davvero così?! Me lo avrebbe detto in poco tempo, se lo avrebbe fatto.
Prendemmo del cibo dalla cucina, questa volta anche armi nel caso ci trovassimo senza provviste ma probabile che no. Ma io sempre volevo un coltello in mano.
 
Presi a braccetto la bruna che mi fissò stranita e quando iniziammo ad avviarci nei boschi la feci rallentare.
 
- Ehi! – esclamò, ma la zittii.
 
- Perché eri con Luigi? – chiesi diritta al punto.
 
- Eh? – disse imbarazzata. – Credi che noi..? Davvero? – domandò a braccia conserte. Sembrava offesa, anzi, senza sembrava..lo era.
 
- Ehm, posso averlo..pensato. Forse. – balbettai impacciata abbassando il viso rivolgendo lo sguardo ai miei scarponi. – Scusa. –
 
- Peach, pensi che io non te l’avessi detto se fosse successo? – sussurrò per non farsi sentire. – Saresti stata la prima, mia madre seconda..e papà mai! –
 
Sospirai felice e la abbracciai. – Perché avrebbe reso tutto più difficile. A proposito, glielo hai chiesto? – le ricordai. Sapevo che se ne sarebbe dimenticata.
 
- Cosa? – chiese sbiancando.
 
- Se vuole venire con te nel mondo Reale. – annuii ovvia, iniziò a darsi schiaffi da sola.
Scema, troppo scema.
 
- Sono una scema. – come non detto. – Vado a chiederglielo. – disse iniziando a fissarlo di spalle.
 
- Mh, non credo sia il momento. – ammisi.
 
- Però! Che bel fondoschiena! – rise Daisy.
Da quando ha iniziato ad essere così?
 
Lo chiedi a me?
 
Sbiancai in viso, addirittura mi venne il tic all’occhio per quando quella frase mi avesse scandalizzato.
 
- C..cosa? – balbettai pallida.
 
- Hai sentito bene, mia cara. – si giustificò, era anche lei paonazza, si era resa conto di cosa avesse detto poco fa.
 
- Sì, ma sono scandalizzata che sia tu quella che l’ha detto. –
 
- Non credermi pervertita, non faccio pensieri poco casti su nessuno. Te lo posso assicurare. –  obbiettò difendendosi.
 
- Io so che non li fai. – confessai sorridendole. – Ti conosco da 10 anni, sai. E beh, ora ne abbiamo 17. –
 
- Lo so quanti anni tengo, Peach. – sbuffò roteando gli occhi. – Non preoccuparti, non diventerò mai come Katrin. – rise.
 
Katrin Evans, la ragazza più odiosa del mondo. Nessuno non la conosceva, lei si faceva notare in tutti i modi possibili.
E a noi dava fastidio, infondo frequentavamo ancora il liceo, saremmo dovute andare al quinto anno e lei ci rompeva ogni santissimo giorno.
Ci incrociavamo, mi sbatteva al muro solo colpendomi alle spalle e sussurrando un “Sfigata”.
Se non mi comportavo da ‘stronza’, per lei ero sfigata. Se invece lo fossi stata dal primo anno di liceo, in quel momento potevamo essere amiche per la pelle e parlare di ragazzi.
Ma preferivo starmene con Daisy mangiando pizza e vedendo un film con il nostro attore preferito: Leonardo Di Caprio.
 
- Ehilà! – esclamò Daisy risvegliandomi da un lungo pensiero, mosse la sua mano davanti ai miei occhi e per un momento sobbalzai.
 
- Che c’è? – le chiesi.
 
- I ragazzi hanno trovato dei power up.
 
- Cosa? Power che?! –
 
- Non lo so, dice che dona poteri speciali temporanei a chi li mangia. Io ne mangerò uno domani, vieni?-
 
- No. – risposi. – Va con loro, mi siedo un po’. – grattai la nuca nervosa e mi sedetti su un tronco lì vicino mentre Daisy si avviava sprizzante verso i due ragazzi che si dividevano quei “power up” o come si chiamavano.
 
Mi appisolai per un momento, poggiando il capo sul tronco e chiusi occhio per un secondo.
Sbadigliai con malavoglia e mi accucciai a me stessa finché non sentii le mani della mia migliore amica che muovevano il tronco fino a farmi cadere con la faccia schiacciata al terreno.
 
- Sveglia dormigliona. Non vuoi mica fermarti qui? – chiese, spintonando leggermente con la punta delle sue vans il mio braccio.
 
- Sì, ho sonno. – mi lamentai.
 
- Sale sulla mia schiena. – propose Mario. –                                               Voi avviatevi. Vi raggiungiamo subito. – annuì mentre la coppietta iniziava ad allontanarsi il più lento possibile a causa delle loro improvvise soste.
 
Si piegò fino a terra, iniziò a scuotermi e a sussurrare parole sottovoce.
 
- Dobbiamo andare. – disse ‘Capitan Ovvio’
Vuoi che ti porti sulla schiena? –
 
- Va bene. – mugugnai assonnata, strofinando le palpebre.
 
In poco tempo gli fui sulla schiena e questo continuò fin quando non si fece sera.
 
# Daisy.
 
 
- Notte Daisy. – sussurrò Luigi assonnato, mentre chiudeva occhio sistemando per bene la sua testa sulle mie gambe.
 
- Notte Luigi. – risposi iniziando ad accarezzargli dolcemente le punta dei suoi capelli.
 
Inizialmente sentii le sue membra ritrarsi al mio tocco, ma poco dopo si rilassò e si addormentò accucciandosi a sé come un neonato.
 
- Sembra un neonato. – commentò la bionda, esprimendo un suo pensiero condividendolo con me.
 
- E’ la stessa cosa che ho pensato io.. – sussurrai mostrando un sorrisetto compiaciuto. – Lo è..mette anche il labbro. – le feci notare che il moro aveva il broncio in mostra.
 
- L’ho notato. –
 
- Sei contenta? – le chiesi frettolosa di sapere la sua risposta.
 
- Di cosa precisamente? –
 
- Cioè..se noi trovassimo la formula, saresti contenta di tornare a casa? – specificai.
 
- Ah. – sospirò dispiaciuta. – Affatto. Ormai ne ho una nuova di famiglia. Mario, Toadette, Mastro Toad.. –
 
- Toadette? Mastro Toad? – ripetei stranita.
 
- Te li farò incontrare. – annuì.
 
- Va bene. – risposi posando ancora una volta lo sguardo sulla figura di Luigi che dormiva beato con la testa sulle mie gambe.
 
- Dovresti dirglielo. – mi consigliò. – Si vede da un miglio di distanza che in questi due mesi vi siete amati dal primo secondo. Lo vedo nei vostri occhi. –
 
- Tu credi? Che lui..mi ami? –
 
- Oh santo cielo, Daisy! – ringhiò. – Anche Mario lo ha visto appena vi ha visto così vicini sotto l’albero, nel retro del castello!! –
 
- Calma, li svegli! – la zittii indicando i ragazzi che si mossero.
 
- Che domande fai? – sbraitò sottovoce. – Luigi è così innamorato che lo noterebbe anche il più acido e menefreghista del mondo! –
 
- Ho capito, Peach. Luigi mi ama, ok?! – ammisi rossa dalla vergogna, sentii le mie guance diventare calde come un termosifone.
 
- Convinciti. Quel ragazzo.. – indicò il moro con l’indice. – Darebbe la sua vita per te! –
 
Avevo capito, fino in fondo. Peach mi aveva davvero fatto il lavaggio del cervello per convincermi che Luigi fosse davvero innamorato di me. Ma se non lo era?
Le mie dita, accarezzavano il cuoio capelluto del ragazzo accucciato accanto a me, avevano il profumo dolce di ciliegia.
 
Anche Peach si addormentò definitivamente, lasciando me in compagnia dei miei pensieri più tenebrosi su chiunque.
Il mondo che mi circondava, ad esempio.
 
Volevo davvero lasciare quel posto? Davvero?
 
Forse, e tua madre? Sarà in crisi.
 
Lo so, ma..solo per lei e mio padre devo lasciare Luigi?
 
Dopotutto è la tua famiglia, e Luigi è un perfetto sconosciuto che hai incontrato due mesi fa.
 
Ma..questo ‘sconosciuto’ mi ha fatto provare cose che non mi ha fatto provare nessuno!
 
A questo punto, devi scegliere tu.
 
Cosa?
 
Ognuno è l’artefice del proprio destino, e tu devi scriverlo, lo devi vivere! Fallo! Hai tutta una vita davanti, vivila al meglio!
 
Da quando sei così..saggia?
 
Boh, non lo so neanche io.
 
Mi piaci ora, molto di più.
 
Ringrazia i tuoi pensieri lucidi.
 
Con questo che vorresti dire? Prima i miei pensieri erano stupidi?!
 
Può darsi.
 
 
“Ognuno è l’artefice del proprio destino”.

In fondo era solo una chiacchierata immaginaria con la mia coscienza, con la mia mente.
Quella frase mi ritornava in mente ogni secondo, ricordandomi che ciò che dovevo fare potevo anche non farlo.
Che se volevo tornare a casa la scelta era mia, e non ero dipendente dei miei. La vita era mia!
Mia.
 
Mi sentivo davvero ‘lucida’, i miei pensieri tristi sparirono in fretta, mi sentivo felice.
Alzai lo sguardo per osservare il cielo stellato e sorrisi vedendo una stella cadente.
Chiusi gli occhi e io caddi finalmente tra le braccia di Morfeo.
 
Sì, ora ero convinta che una vita insieme a Luigi non mi avrebbe fatto male.
Dovevo ancora scoprire i suoi lati oscuri, se ne avesse, dovevo ancora conoscerlo fino in fondo.
Dovevo ancora capire cosa mi aveva colpito di lui, e come aveva fatto in poco tempo a rubarmi il cuore come un ladro esperto in queste situazioni. Dovevo sapere tutto, su di lui.

 

Buonasera, lettrici e lettori.
Sono tornata con un nuovo capitolo.
Spero vi piaccia, è da ben 4 giorni che non aggiorno e questo è il minimo che posso fare per il mio lungo ritardo >.<''


Canzoni consigliate: 
 Austin Mahone - What About Love = Daisy.
 Cris Cab - Liar Liar = Peach.


Ecco le canzoni che mi hanno 'aiutato' a scrivere nel capitolo.
Spero siano di vostro gusto, e alla prossima!
BACI.

Jennifer 320. 

 
  
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